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Messaggio N° 2654 08-01-2010 - 12:21

Nuovo forum: Mal d'amore e ...

E' con estremo piacere che Vi do il benvenuto in un nuovo forum.

Il titolo già dice tutto:
Malati d'Amore e ...

il sottotitolo entra nel particolare:
Rubrica sull'amore, sulle relazioni, e fondamentalmente sulla battaglia per riuscire ad amare qualcun altro e se stessi.

Siamo pronti a dare qualsiasi risposta su quello che è il cardine intorno al quale gira sempre la nostra vita!

Vi aspetto in tanti ... cliccate qui!

romidgl love love

 
Messaggio N° 2653 29-10-2009 - 19:39

libertà, diritto, abuso!!!

Dare una risposta univoca alla domanda “Che cos’è un abuso?” è un compito assai arduo. C’è chi abusa sessualmente delle donne e (abuso sessuale propriamente detto), e/o dei bambini (atto pedofilico) ma anche chi compie abusi di potere, su beni materiali ed economici (esempio: abuso edilizio) e, perché no, abusi sugli animali, ecc.., ecc.. Un unico termine apparentemente così piccolo racchiude in se una varietà di atti/fenomeni davvero gigantesca la cui omologazione sarebbe a dir poco inappropriata!!! Ovviamente, anche se le origini così come le conseguenze cambiano da caso a caso, ciò che può creare comun denominatore è il fatto che una persona arreca un danno ad un altro essere vivente incidendo negativamente sulla sua vita.

Il primo principio che và chiarito è quello della “libertà”, termine che spesso è frainteso o addirittura confuso con quello di “anarchia”.

E’ chiaro che il primo impone i famosi “diritti e doveri”, mentre il secondo esclude qualsivoglia regolamentazione posta in essere tra individui appartenenti alla stessa società evolutiva.

In una società evoluta esistono delle regole, ovvero una stato di diritto: cos’è il “diritto”?

Ancora oggi, definire il diritto è cosa ardua, scuole di pensiero differenti lo specificano in maniera diversa, comunque sempre basandosi su un pensiero filosofico, concezione madre a cui ogni studioso fa capo, considerando, oltremodo che, il diritto, non ha una definizione unica  per via dei diversi modelli presi ad esame.

Occorre, parlando di abusi, cercare una buona definizione del diritto, o almeno, quella più comune.

Ho sempre ritenuto il “diritto naturale” quale fonte primaria da cui sia poi nato il c.d. diritto positivo che ha trasformato quei principi naturali in norme che poi regolano la vita degli individui appartenenti ad una società evolutiva e quindi soggetto, obbligatoriamente, ad un’evoluzione ampliativa stessa delle sue regole, pur tenendo sempre in riferimento proprio quel diritto naturale da cui prende vita.

Stando a questo pensiero il legislatore adotta un metodo deduttivo , dai principi universali si deducono e/o si ricavano le norme particolari.

Il problema nasce, e da qui gli abusi, in mancanza di un potere autoritario super partes, quando le Chiese, fautrici del diritto naturale ricavato da Bibbia, Corano, ecc.,  si scontrano contro il pensiero laico che è basato su equità, giustizia, popolo, ecc. Non essendoci un accordo sul concetto di diritto naturale esso stesso viene a cadere.

Dopo l’800 il positivismo giuridico prende piede contrastando in pieno quello naturale, quindi nulla più di trascendentale ma un diritto basato su di un diritto effettivamente posto,  diritto positivo.

Alla fine il diritto è inteso come un insieme di norme che regolano la vita degli individui facenti parte di una società, con lo scopo di garantirne una pacifica convivenza.

Dividiamo il diritto in due diverse branchie: il diritto oggettivo e quello soggettivo.

Oggettivo è l’insieme delle norme, quindi, i codici.

Soggettivo  è l’utilizzo particolare di quelle norme esistenti, unitariamente, nel diritto oggettivo;  quando spesso diciamo “ io ho diritto a…, è stato leso un mio diritto, il diritto di…”, noi facciamo riferimento ad un diritto soggettivo che ha come fine quello di un potere che agisce per soddisfare un interesse tutelato dalle norme giuridiche.

Chiariamo meglio il diritto soggettivo, dalla cattiva interpretazione e uso dello stesso potremo chiarire, in seguito, il concetto di abuso.

I diritti soggettivi assoluti comprendono due categorie, una “naturale “ a cui fanno capo i diritti fondamentali dell’uomo, quali: la vita, l’onore, la privacy ecc, e i diritti patrimoniali: il diritto sulle cose, il più famoso quello sulla proprietà, la nostra casa, l’orticello, la macchina ecc., diritto che garantisce il godimento e l’utilità ricavabile dal bene stesso nel pieni e obbligati limiti stabiliti dalla legge.

Quando parliamo di abuso del diritto, in realtà, poniamo, di facto, un limite all’esercizio del diritto soggettivo che, in modo diverso, sarebbe illimitato e la persona che andrebbe ad esercitarlo rivestirebbe una duplice figura, di libertà e di forza.

L’abuso, dal latino “ab-uti”, è quindi un uso anormale del diritto, raffigurante un soggetto che, in piena libertà e con forza,   impone ad altro un comportamento fuori dal diritto soggettivo,  ponendosi  in contrasto con gli scopi etici e sociali per il cui diritto stesso è riconosciuto e tutelato dall’ordinamento giuridico. Pertanto un comportamento simile raffigura un illecito punito dalla legge.

Oggi si sono consolidati ed ampliati quegli organismi che  hanno un importanza essenziale contro l’abuso, l’Antitrast, la lotta contro la pedofilia, il Garante per la Privacy, le associazioni di Consumatori,  contro la violenza sulle donne, ecc., figure che intervengono a tutela delle persone che subiscono un abuso.

Questi organismi oltre ad avere il “pregio” di tutelare e offrire consulenze su aspetti tecnico- legali possono davvero contribuire alla positiva “risoluzione” (sempre che di risoluzione si possa parlare?!?!) dell’abuso avvenuto. E’ ormai noto che ognuno di noi interpreta in maniera propria e indipendente un accaduto e che di conseguenza esperisce, di conseguenza vissuti emotivi e non come unici; ciò non toglie che poter condividere l’esperienza aiuta a elaborare, interiorizzare e capire quanto accaduto. Anche se in maniera proporzionale al tipo di abuso subito, quella rabbia, quella tristezza e quella delusione che accompagnano comunque ogni abuso, quando possono trovare onesta comprensione e/o sfogo, anche se resteranno un grosso bagaglio, saranno almeno più facili da sopportare….

L’abuso spesso nasce da un retaggio culturale di diverse nature, non sempre basato su ignoranza, i casi studiati parlano anche di un elevato stato culturale che però ha un’applicazione troppo naturale e poco laica (rif. diritto naturale e diritto positivo), come in determinate religioni, o, in casi di violenza sessuale, dovuti ad uno stato psicologico fortemente inadeguato.

Esistono fenomeni di carattere sociale (come ad esempio gruppi antiraziali) che possono costituire un forte “input” per l’abuso e, da un punto di vista prettamente psicologico, fattori sociali che possono predisporre all’atto abusatorio come il sesso e/o l’età. Se consideriamo, tuttavia, che un abuso può non avere età, sesso, razza o religione ciò è da attribuire al fatto che, al di là di questi aspetti sociali, incidono fattori di natura più prettamente personale. Possono essere “semplici” caratteristiche personologiche – magari accentuate o ipersviluppate - come ad esempio la propensione ad andare oltre le norme socialmente accettate (abbastanza tipica di chi commette abusi edilizi o sulle proprietà altrui) ma anche vere e proprie  caratteristiche devianti/patologiche di personalità come spesso accade nei casi delle violenze sessuali.

In ultima analisi è da considerare anche la buona fede che, in alcuni casi, ci porta a compiere abusi all’interno del corretto utilizzo della norma, la libertà è definita,graficamente, da piccoli cerchi proprio per evidenziare che il superamento di quella circonferenza rappresenta un abuso.

 

Scritto da: zizzola1 e il.corsaro.nero

Venerdì 30 ottobre, alle ore 21.30, nella stanza "faccia a faccia", in collaborazione con Chiacchiere Libere, parleremo di abusi...

Messaggio N° 2652 30-07-2009 - 11:31

Una poesia per tutti voi: Nun tengo n’€uro

Scritta da massenziocaravita che ci regala in dialetto napoletano delle vere perle

Nun tengo n’€uro

Spisse vote desidero tanti ccose:
“ Na macchina nova ‘e zecca,
na semmana ‘a Cortina d’Ampezzo,
e quanno vene ‘o cavero ‘int’ ‘a stagione
farme duje bagne a Rimini ‘o Riccione,
o ‘e me ne j’ a Montecarlo ‘o casinò
na dummeneca si e nata no!

E quanno vene d’’o ll’urdemo e ll’anno
vaco ‘o Brasile a festeggià ‘o capodanno…
e cu ‘e ffemmene belle me mettesso a ballà
‘o rokc e roll a’ samba e ‘o ccià-ccià-ccià!
Ma, si nun tengo n’ €uro addò m’appresento?
E mentre stevo fantasticanno cu ‘e sentimente…
S’appresenta na femmena bella annaze a me!

 

Ire tu! So’ rimasto comm’è nu baccalà!
Ciente, mille uocchie stevano a te guardà!
J’ stevo dinto a n’angulillo a t’ammirà
Aggiu penzato:“ Chissà p’‘a conquistà
ce vonno meliune d’€uro pe’ ll’accattà!
‘Mmece, è bastata na guardata..
cu na rosa me sò avvicinato a te …

tu, m’hé fatto nu pizzo a rriso
‘o core mio è ghiuto ‘m Paraviso!
Pecchè tu m’hé rignuto ‘e vase,
e quanta vase e che vase hè dato tu a me !
‘E vase ‘e rrose…ll’ammore, che fanno fà !
‘E denare ? Nun saccio che me n’aggia fà
J’ preferisco ‘e vase ‘e rrose, ll’ammore…‘a Te!

LA GUERRA È UNO SPORCO LAVORO... MA QUALCUNO DOVRÀ PUR FARLA.....

Stasera prendo spunto da questa che è l’ultima frase scritta sul proprio profilo facebook dal ragazzo  italiano ucciso oggi in Afghanistan. Cercherò per quanto possibile di non fare retorica e nemmeno celebrazioni che lasciano il tempo che trovano.
“Qualcuno dovrà pur farla…”  è una frase che va interpretata. Forse molti potrebbero pensare che là i militari Italiani vanno a fare guerra a qualcuno, ma non è affatto così.
In attesa delle solite scontate e penose interrogazioni parlamentari e senza stare a commentare le argomentazioni geopolitiche che lascio ad altri più competenti, per chi non lo sapesse, il punto di vista del soldato Italiano  generico medio, è che là c’è qualcuno a cui piace giocare con la vita degli altri, nel senso che si esce dall’accampamento e ci si sente un po’ come quei palloncini colorati che giravano dietro i banconi delle vecchie sagre di paese in attesa che qualche improbabile cecchino dall’altra parte li colpisse con un fucile, il più delle volte impreciso.
Spesso in Afghanistan, l’unica difesa (e non sorridete, giuro che è così!!!) dicevo l’unico mezzo di difesa veramente valido è correre! Andare veloci! Tanto più veloce gira il palloncino tanto più difficile è colpirlo!
L’IED (acronimo inglese con cui sono definiti gli ordigni artigianali –“Improvised Explosive Device”), è forse la maniera più subdola e a buon mercato per uccidere senza correre troppi rischi.
Nel recente passato era spesso una granata d’artiglieria semi sepolta sul bordo della strada collegata elettricamente con, ad esempio un cordless, un banale telefono senza fili. Il “trigger man” (l’uomo grilletto) si piazzava a distanza, in posizione perpendicolare a quella della direzione del veicolo. Con un po’ di pratica si studiava il punto futuro e schiacciava il pulsante del cerca-telefono proprio quando il mezzo passava vicino alla bomba e… il palloncino scoppia.
Ora,i terroristi, CHE SONO UNA PICCOLA MINORANZA DEGLI AFGHANI, si sono evoluti nelle tecniche di sabotaggio ed al posto del cordless usano ad esempio i cosiddetti “PIR” ovvero dei sistemi wireless ad infrarosso passivo, con il risultato che trovare delle contromisure diventa sempre più difficile, costoso , ma più che altro complicato.
Queste disquisizioni tecniche tanto per spiegare che li non si combatte un bel niente ma, con il solo compito di fare “presenza” e “controllo del territorio” nell’intento di garantire un qualcosa che assomigli alla vita normale a dei poveri disgraziati (il popolo afghano),  si subiscono dei vili attentati che vengono perpetrati con tecniche sofisticatissime, collaudate e finanziate in tutt’altra parte del mondo, magari in Libano, dove gli stessi identici militari italiani sono invece tollerati, anzi ben voluti. Chiediamoci il perché.
Certo, si viene pagati per questo lavoro, e vorrei ben vedere…. E si sceglie di farlo.
Ma vorrei sapere quanti degli operai di molte aziende italiane, che certo bestemmiano e sudano per portare a casa poco più di un migliaio di euro, vorrei vedere quanti di loro sarebbero disposti a lasciare la propria casa e la propria famiglia per 6 mesi andando in un posto con temperature proibitive, dormendo in un container (se va bene, altrimenti in tenda) sapendo di andare a fare i “palloncini” in giro giorno e notte per quelle vallate desertiche. Un centinaio di euro al giorno sono sufficienti?
Quanti uomini lo farebbero? E quante madri vorrebbero rischiare un figlio per cento euro al giorno?
In Italia ci sono circa 113 mila militari che preventivano questo rischio, lo accettano e decidono liberamente di non fare, per esempio, i turni in fabbrica, ma di indossare una divisa. In questo caso è giusto dire “qualcuno deve pur farlo..”. Ed è una libera scelta.

Per concludere, un altro spunto di riflessione: da quando la Brigata Paracadutisti Folgore è in Afghanistan io credo che gli attentati contro il contingente nazionale siano aumentati in maniera significante.
Questo perché la Folgore esce dagli accampamenti e si fa vedere sul territorio lavorando seriamente a contatto con la gente.
E questo dovrebbe fare pensare chi ne ha infangato il nome dopo gli errori di qualche idiota in Somalia.

Scritto da: bad_day_a

Messaggio N° 265010-07-2009 - 12:01

Noi... poveri uomini!!!

La notizia è che, in Inghilterra, la famosa terra del “no sesso siamo inglesi”, scienziati dell’Università di Newcastle,  capeggiati dal professore Karim Nayernia, hanno creato dello sperma umano, in vitro, utilizzando le cellule staminali.

La motivazione a base della scoperta e, non condivisa, Deo gratias, da molti altri scienziati, che servirebbe per curare l’infertilità, aiuterebbe i malati di cancro divenuti sterili a causa delle terapie ad avere una progenia  che rispecchi il proprio patrimonio genetico senza ricorrere a donatori e pratiche differenti.

Sinceramente,  fino a che la scoperta ha questi target può esser considerata una cosa dal sapore buono, in fin dei conti, anche la famosa Bomba Atomica nacque con l’intenzione che, questa enorme energia, fosse utilizzata a fini pacifici, la storia con Nagasaki e Hiroshima insegna che le cose andarono differentemente e gli armamenti nucleari hanno cambiato la politica mondiale.

Dopo una carriera da “tombeur de femmes”  avrei capito e accettato l’idea di appendere le scarpe al chiodo e mettermi in pensione lasciando ad altri maschietti questo “duro” lavoro, adesso, all’alba di questa notizia capisco che al chiodo dovrò appenderci altro, infatti, per buona pace e felicità delle amazzoni, da sempre fautrici dell’inutilità dell’uomo in carne ed ossa, questa scoperta segna un punto a loro vantaggio e le rafforza nell’idea di una società matriarcale con l’esclusione parziale o totale del maschio.

Addio a quelle belle scopate tra ormoni saliva e sudore che eccitavano e nello stesso tempo facevano di due esseri umani gli autori della creazione, della continuità naturale della specie, addio al gusto di levare gli slip ad una bella donna con l’intenzione di prenderla e nello stesso tempo farla ed esser suo.

Le cose cambiano e la nostra società sta perdendo linee guida fondamentali, la scoperta inglese per il momento è stata messa in stato di fermo, la legislatura inglese, infatti, non consente, per ora, la possibilità di attuare questa “cosa”, ma, come tutte le regole prima o poi, per mille motivi, tutti validi e giusti, la scoperta verrà rimessa in circolazione e attuata.

Che dire…, due considerazioni prendono piede; la prima e che le scoperte scientifiche hanno sempre un punto di partenza dal sapore buono, diventano pericolose o aberranti nel momento in cui sono messe in campo dall’uomo, che come sempre, è un animale non proprio ben riuscito. La seconda è che…. cari amichetti maschi, il tempo delle sane e belle scopate è ormai al tramonto e il vostro caro ciondolino potrà esser messo in una bacheca di un museo quale ritrovamento archeologico su cui le future generazioni avranno di che studiarne l’inutilità.

Resta comunque una cosa da ben valutare, devo rimembrare gli anni 70, quando le femministe più esagitate urlavano uno slogan particolare “ col dito col dito l’orgasmo è garantito”, io sentivo i cori dei maschietti, studenti universitari e no, rispondere per le rime alle gentili donzelle con un “ col cazzo col cazzo è tutto un altro andazzo”…. Hehehe meditate dolci pulzelle!!!

Ci aggiorniamo amici… ci aggiorniamo!!!

Tratto da: CORSARI D'ITALIA

Messaggio N° 2649 06-07-2009 - 17:20

CATTIVE ABITUDINI

QUOTIDIANE INSOFFERENZE

Cattive abitudini

 

Scusate ma non ne posso più di questi titoli a caratteri cubitali che ormai da settimane e settimane continuano a chiamare Movida la vita notturna di certi balordi scellerati che sanno solo fare confusione e disordini!  Sarebbe opportuno che i giornali la facessero finita di dare nomi esotici a cattivi comportamenti. Se dei giovani si comportano da delinquenti, che si parli di  delinquenza. Che cosa c'entra la Movida? Il divertimento, il sano divertimento, non ha mai fatto male a nessuno! Inutile e dannoso usare questo esotico termine quando ci sono risse, violenze, tafferugli, accoltellamenti, lancio di bottiglie, urla e schiamazzi creati da maleducati, drogati,ubriacchi,arroganti e deficienti. Tutte categorie da rieducare.

Non parliamo di "bravi figlioli" se hanno compiuto una ragazzata dando fuoco ad un extracomunitario. Perché definire goliardie gli striscioni ed i cori razzisti allo stadio?  

Non chiamiamo la ragazza dell'Alitalia che per partecipare al Grande Fratello, ha scatenato un conflitto con i suo datori di lavoro  "Pasionaria". E' un offesa grave per le autentiche "pasionarie" impegnate in vere lotte politico-sociali, come la spagnola Dolores Ibarruri.

Non appelliamo i ragazzini sulla strada della malavita: baby-gang, under 16 o18 e via dicendo...  Sono solo dei dementi e basta! Stravolgere con degli appellativi esotici, oppure dei termini inglesi alla moda i comportamenti deplorevoli non è corretto e devia dal vero senso delle parole.

E che dire dell'altra moda in uso da qualche tempo, di invitare in una trasmissione"il  bisognoso di turno", che si umilia in tv premiandolo con una casa, un lavoro o quant'altro gli occorre... come la ragazza del gf, "poverina," avendo perduto il lavoro, subito il generoso Fede gliene ha trovato uno come conduttrice tv.  Quelli che dignitosamente sbarcano il lunario con le proprie fatiche e rinunce che cosa dovrebbero fare? Sgomitare per riuscire ad essere invitat a piangere in dirette televisive. Visto che questo deplorevole comportamento paga non mi stupirei se inventassero presto,            specialmente in tempi di crisi come questo, una trasmissione di chi saprà meglio convincere dello stato pietoso in cui versa e così vincere la posta in palio di: "Chi meglio piange vince". Sicuramente avrebbe altissimi indi di ascolto. Quando apro il giornale mi sembra di vivere in un mondo alla rovescia. Non c'è una notizia che faccia sperare in un futuro migliore. Tutto e tutti sono in vendita e vinca il più furbo. E così sia.

opera pittorica di Renzo Verdone

 

di brunaverdone

Messaggio N° 2648 25-05-2009 - 19:02

...se vi fosse sfuggita...

Nella smorfia napoletana il n. 23 è "intitolato" a " o' scemo "!!!

Ne hanno parlato per giorni....se tuttavia vi fosse sfuggito...sapete quale posto occupa l'Italia nella tabella OCSE che mette a confronto, a parità di costo della vita e nell'ipotesi di lavoratore single senza carichi di famiglia, i salari medi nei 30 paesi partecipanti?

Esatto, 23!! Non vi si può proprio nascondere nulla!!

Eccola a voi, ad ogni modo:

 

PosizioneNazioneStipendio medio in dollari
1Corea39.931
2Regno Unito38.147
3Svizzera36.063
4Lussemburgo36.035
5Giappone34.445
6Norvegia33.413
7Australia31.726
8Irlanda31.337
9Paesi Bassi30.796
10Stati Uniti30.774
11Germania29.570
12Austria28.996
13Svezia27.581
14Canada26.994
15Grecia26.512
16Belgio26.311
17Francia26.010
18Finlandia25.911
19Islanda25.134
20Spagna24.632
21Danimarca24.531
22Nuova Zelanda23.650
23ITALIA21.374
24Portogallo19.150
25Repubblica Ceca14.540
26Turchia13.849
27Polonia13.010
28Rep. Slovacca11.716
29Ungheria10.332
30Messico9.716




MEDIA Ocse25.739

MEDIA Ue-1527.793

MEDIA Ue-1924.552

 

Avete fatto caso che la tabella è espressa in dollari? Io, si! Io mi sono preso anche la briga di applicare il cambio, siccome mi sembra che il dollaro si sia molto deprezzato da un po' di tempo a questa parte. 

Dunque 21374 dollari sono circa 15300 euro. 15300 euro sono (considerando 13 mensilità) circa 1177 euro al mese. 

Secondo recentissimi statistiche sui fitti, nella grandi città il fitto dell'appartamento assorbe circa il 46% dello stipendio. Nel nostro caso circa 541 euro.

Vi ho depresso abbastanza o devo continuare?

Per solo spirito informativo volevo dirvi qualcosa sull'OCSE (perchè magari si pensa a Paesi in via di sviluppo). L'OCSE (o meglio i paesi che la compongono) rappresenta il 78% del PNL mondiale, il 68% del commercio internazionale ed il 18% della popolazione mondiale.  

Ah, il prossimo deputato che mi viene a dire che devo fare un sacrificio, lo prendo a calci nel sedere da Napoli a Palazzo Montecitorio!!!!!!!!!!!!!

scritto da  Welch

Messaggio N° 264723-05-2009 - 10:01

Giovanni Falcone!!

Capaci, 23 Maggio 1992 - 23 maggio 2009.

                            

 

«Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa,
chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.»

Giovanni Falcone

 

Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro

 

Il silenzio aiuta la mafia a crescere, chi dimentica o volutamente

                                           non ricorda

                                          è un mafioso...

                                    o un uomo già morto!!!

 Tratto da: CORSARI D'ITALIA

Messaggio N° 2646 21-05-2009 - 11:37

BASTA CON L'INVASIONE DI TITOLI E PAROLE IN INGLESE...

Mi chiedo spesso se sono io ad essere diversa. Diversa da chi? Diversa dalla maggioranza, che di solito sembra proprio non si ponga troppe domande. Io, purtroppo, ho un maledetto vizio: amo pormi domande e di conseguenza cercare le risposte. Forse è per questa mia formazione mentale che vedo spesso tante cose che altri non notano neanche: cose storte, e ormai diventate ordinaria amministrazione . Non passa giorno che persino nelle piccole cose quotidiane non troppo esistenziali, io mi lasci trasportare da un guizzo di stizza e insofferenza verso gli accadimenti. Per fare un esempio: sono adirata dall'uso esasperato che si fa delle parole inglesi. Mi danno fastidio  anche quando sono usate nella pubblicità,oltre tutto mi domando: chi comprerà mai un prodotto impronunciabile? Inoltre, sono molto spesso,pronunciate male anche dai giornalisti della nostra beneamata-odiata tv... La cosa ridicola è che neanche i nostri politici, ministri e governanti sanno le lingue straniere, e non se ne preoccupano troppo. Infatti si spendono ogni anno una montagna di soldi per pagare le 2.400 persone che traducono ogni atto ufficiale del parlamento di Bruxelles. E, ancora più ridicolo, è il fatto che addirittura hanno abolito i corsi di lingua straniera per "gli inquilini di Palazzo Madama", perchè non li frequentava nessuno . Ho fatto una verifica ed ho aperto un giornale qualunque per copiare qualche parola incriminata ed ecco il risultato : fare outing, convention, background,il welfare, i call center, un brand,il budget, un bed  & breakfast,il gossip,pulp,la convencion,la location,management,franchising, logo,game,stage,off-shore,stage,un logo,un programma di induction, il franchising...Le ultime in ordine di tempo: stalking, dinner e lunch, drunch, brunch .E solo per farla finita qui ,trovo assurdo che negli ospedali la sala mortuaria viene indicata come Morgue, come se in quel modo non significasse la stessa cosa. Ma nessuno riflette, sul fatto inequivocabile, che solo da pochi mesi è stato reso noto che  gli Italiani, e non solo i vecchi, ma i giovani, sono in un incredibile stato di analfabetismo crescente? (Anche tra laureati 20%, e il 30% tra i diplomati) la ricerca di cui parlo è di qualche mese fa. Dunque perchè rendere l'informazione ancora meno comprensibile con questo "snobismo" da quattro soldi? Non è che, per caso, fa molto comodo che le persone restino "ignoranti" e che capiscano il meno possibile? Di sicuro queste persone danno meno problemi su tutti i fronti, e sono i primi a non capire che "che un diritto è un diritto, e che non si deve mai trasformare in favore ".Ma questo è un altro grosso problema, (da approfondire in altra sede) e non come questa piccola difesa ad oltranza per la lingua italiana.  Non sono una letterata, né laureata ma cerco sempre di osservare, pensare, riflettere e non smetto mai d'imparare, ogni giorno, e da ogni esperienza possibile. Quindi se una cosa mi sembra sbagliata ne parlo con gli altri per vedere quanto la mia impressione sia più o meno giusta o meno. Come se non bastasse, mi arrabbio anche, per lo stesso motivo, con tutti i film inglesi e americani proiettati in Italia. Da qualche anno continuano ad uscire solo con il titolo originale. Ma quale persona avrà il coraggio di nominare il film che andrà a vedere? Mi chiedo, forse in America quelli Italiani escono il lingua originale? Illuminatemi! Inoltre penso che se si usasse mettere il titolo in italiano ed il sottotitolo in inglese forse sarebbe più facile per tutti imparare anche un minimo di lingua straniera, o no? E poi, e possibile che nessuno si renda conto di quanta poca considerazione si abbia per noi? Tanti film, addirittura, si permettono una assurda sbrigativa soluzione, quella di lasciare il testo che scorre e che conclude il senso del film, in inglese. Hanno la pretesa di spiegare così come si è conclusa la storia...Neanche si degnano di far leggere il testo ad una voce fuori campo traducendola in italiano.  Così: chi se ne importa se non sappiamo come in realtà e davvero finita! Tanto poi ci consoliamo con il grande fratello, e possiamo sapere tutto di loro, in  tempo reale...In fondo quello è solo un film, anche se è in realtà la storia di un uomo in carne ed ossa, magari di un eroe vero...Cose che non indignano nessuno. Solo io sbruffo ogni volta. Non ho mai sentito nessuno lamentarsi di questo. In fondo, mi chiedo, quanto può costare una voce fuori campo che  legge il famigerato testo? Anche in questo caso forse, ci vogliono ignoranti e contenti? Meno si sa meglio è... Fare  questo piccolo sforzo di correttezza e professionalità è impossibile per gli addetti ai lavori?

Ai posteri l'ardua sentenza.

 

di: brunaverdone

Messaggio N° 2645 30-04-2009 - 11:35

Cosmogonia

 

Con il concetto di cosmogonia, dal greco kósmos, mondo e génésthai nascere, si intende tutto quello che si inscrive nei miti di narrazione delle origini.

Il fascino di questi miti, guardandoli con l’occhio multidisciplinare di cui la Gimbutas è stata pioniera, liberandosi cioè di stereotipi e di schematismi pregiudizievoli e osservandoli con visione circolare, è che, in qualunque tempo e in qualunque luogo, hanno tratti comuni.

A noi non spetta che riflettere su questo materiale millenario che ci conduce indietro nel tempo quando mito e rito, alla base di ogni gruppo umano, erano strettamente congiunti.

Quello che segue, è uno dei tanti miti delle origini australiani.

Yhi, la Dea del Sole, portò nel mondo oscuro luce e calore, due cose necessarie per la crescita e il mantenimento del mondo creato da Baiame.

Mancava però qualcosa in questo mondo in formazione che non fosse solo istinto e questo elemento indefinibile poteva essere fornito solo da Baiame che era il creatore.

Baiame non aveva una forma corporea e non sentiva il bisogno di averla fino a quando non giunse il momento di presentarsi agli esseri che aveva creato.

Svelò le sue intenzioni a Yhi, dicendole :” devo assumere una forma.La mia mente deve essere messa dentro qualcosa che abbia vita e che sia degna del dono, dev’essere una nuova creazione”

Così dal processo del pensiero, dall’unione di granelli di polvere, dalla creazione di ogni singlo organo e dalle circonvoluzioni del cervello Baiame creò un animale che camminava sulle due gambe, possedeva mani che potevano plasmare attrezzi e aveva ingegno per usarli; soprattutto era fornito di un cervello che poteva obbedire agli impulsi dello spirito e così l’uomo, l’animale più recente, venne creato.

Nessun altro occhio vide la creazione dell’uomo e da quel giorno passò un’eternità di tempo e il mondo si fece scuro e triste. Le inondazioni rovinarono la terra e gli animali si rifugiarono nella parte più alta di alcune caverne, ogni tanto si affacciavano per controllare se le acque si ritiravano ma lo spettacolo era sempre lo stesso, quello di una terra desolata, coperta dalle acque sotto un cielo senza sole.

Infatti la dea Yhi per rabbia, aveva distolto lo sguardo da quando era nato l’uomo. Quando la terra restava senza la luce dorata del sole, i rifugi dell’uomo diventavano oscuri e gli animali impazzivano di paura.

A uno a uno comparivano all’apertura delle grotte scrutando nel buio cercando le ragioni di questo mutamento, ogni animale vide qualcosa, ma ognuno vedeva qualcosa di diverso dagli altri, cominciarono a discutere, litigarono, alla fine la lite degenerò in atti di violenza, alcuni animali ne uccisero altri.

Baiame era molto deluso e dispiaciuto e si allontanò lasciandoli a se stessi, poi però decise di fare un ultimo tentativo e si mostrò loro assumendo le sembianze di un uomo, e così gli animali riconobbero la saggezza di Baiame e Yhi tornò ad inondare il mondo di luce.

Lo spirito del Padre salì nella sua dimora celeste lasciando sulla terra l’uomo, che diventò il re del creato, però non era soddisfatto, osservando gli animali si accorse che gli mancava qualcosa.

Una notte fece un sogno rivelatore. Era sdraiato ai piedi di un albero e lo guardava; l’albero era immobile quando ad un tratto la punta allungata di un fiore si levò sopra la sua testa e dalle vecchie foglie alla base del tronco gli giunse un profumo forte e inebriante. L’albero ora si muoveva e assumeva un’altra forma, l’uomo intuiva che se avesse distolto lo sguardo anche solo per un attimo avrebbe perso qualcosa di prezioso.

La punta del fiore rimpicciolì, il tronco si divise in due parti e da sotto il fiore spuntarono due braccia, la corteccia diventò liscia e morbida mentre il fiore si separava in testa e tronco, alla fine la trasformazione fu completa, una nuova creatura era stata creata da un albero in fiore e ora muoveva i primi passi sull’erba.

Ma questa figura non era un uomo, era più aggraziata, assomigliava in parte all’uomo e in parte era molto diversa perché aveva forme più gentili e arrotondate.

L’uomo, in un momento di felice intuizione, capì che questa creatura era una donna, uguale ad un uomo e complementare nella forma e nella natura. La stessa scintilla divina che c’era dentro di lui illuminò il volto di lei, d’istinto intuì che in lei c’era quella diversità che separava e tuttavia univa nella vita il maschile e il femminile e che entrambi erano uniti nell’eterna diversità, che era parte dello stesso Baiame.

Si avvicinarono l’uno all’altra e si abbracciarono, in questa loro prima danza in cui celebrarono la loro unione sfiorarono appena il suolo. Non era più un sogno ma una realtà. Quando la danza finì, stretti l’uno all’altra restarono fermi a esaminare il mondo che ora sapevano essere stato creato per loro.

“non è solo vostro” disse una voce che giungeva da lontano “guardatevi intorno”. Con meraviglia videro la pianura coperta di piante e di animali immobili in ascolto.

La voce proseguì “ queste sono tutte le mie creature, grandi e piccole, piante e animali sulla terra, nel mare e nel cielo. Esse sono a vostra disposizione e verranno incontro alle vostre necessità”

La voce poi si spense, nella luce del sole c’era una nuova dolcezza:un tenero, vasto sospiro si levò sulla pianura, si spezzò allora l’incantesimo che aveva tenuto fermi gli animali che si allontanarono. La solitudine e l’incompletezza erano terminate.

I miti della cosmogonia aborigena sono infiniti, si può dire che ogni tribù abbia il proprio, alcuni punti sono comuni a tutti i miti, la narrazione però può differire notevolmente, dipende molto dai totem archetipici.

A seconda delle tribù sparse nell’intero territorio, gli Dei creatori variano, hanno nomi diversi, pur presentando delle caratteristiche comuni spesso sono figure diverse tra loro per struttura e funzioni.

Un’altro aspetto comune è che nelle fasi della creazione ci sono stati esperimenti, e non sempre perfetti, e quindi il creatore non era infallibile e la perfezione si raggiungeva con impegno e tentativi, e nello stesso tempo sono proprio le caratteristiche umane a dare più spessore al concetto di Essere Superiore.

Il mito che ho scelto appartiene alle tribù del Nuovo Galles del sud, lo stato che ha Sidney come capitale.

di: miladylady

Un libro nato nelle pagine dei blog di Libero!!!

Il Mio Libro
   


Eccolo... il mio libro, nelle librerie...

"Perfidia Lounge"...

un noir nato su queste pagine...

un piccolo sogno realizzato...

ecco la trama in sintesi...

Katrine,una giovane ballerina di lap dance dal corpo perfetto e dal viso d’angelo, e Frankie, un irresistibile professionista del furto, rubanoi n una banca di New York 10 milioni di dollari in diamanti. I due non sono solo complici, ma anche amanti. Ma l’amore, si sa, a volte fa paura tanto che Frankie decide di scappare da solo con il “colpo” cheavrebbe potuto cambiargli la vita. Qualcosa, però, va storto e gli vengono sottratte le preziose pietre. In un susseguirsi incessante di colpi di scena Frankie si dà alla ricerca dei diamanti che lo porteràfino al collo di Katrine, che nel frattempo è diventata la star più richiesta del momento. Tra di loro, però, si mette James Petrone: il boss dei boss. Lo splendore dei diamanti sarà più abbagliante dell’amore?


di: darkstone

Messaggio N° 2643 19-04-2009 - 14:31

FALCHI PELLEGRINI E GABBIANI NEI CIELI DI ROMA

Nei cieli di Roma, e precisamente sui tetti della Sapienza, nidificano e volano i falchi pellegrini. Aria e Vento li hanno chiamati così. Per le nuove nascite si possono proporre dei nomi. C'è un osservatorio perenne che li studia e li tiene sotto osservazione. Il sito dove si possono avere notizie e vedere è  molto interessante, per chi è curioso di saperne di più ecco il link: www.birdcam.it

 Sul "mio cielo" invece volteggiano i gabbiani, tantissimi gabbiani. Insomma mi rendo conto che i cieli di Roma sono pieni di "volatili clandestini". Merli, gazze, cornacchie, passerotti, passerotti, farfalle... Io ne ho adottato uno: un gabbiano! Spesso una nera cornacchia lo importuna in modo aspro. Mi chiedo, chi dei due è l'aggressivo di turno? La cornacchia o il gabbiano? Mi auguro che presto possano fare amicizia e condividere il nostro cornicione cittadino per fare spuntini insieme. Amerei davvero veder nascere questa insolita amicizia. Anche perché i loro colori rimandano ad altri pensieri e similitudini. Il gabbiano con i suoi versi, che sembra quasi un lamento... bussa alle nostre finestre e non vede l'ora che le apriamo per potersi mettersi in bilico: al limite del bordo-finestra... Che voglia entrare? Non oso pensare ai danni che potrebbe procurare in casa. Non ci sono oggetti di valore, intendo costosi, ma solo quelli legati alla nostra vita familiare. Ricordi di passeggiate, cose della natura che ci hanno incuriosito: in forma di radici, di sassi, di conchiglie, di boccettine e alambicchi di diverse dimensioni... Insomma c'è di tutto, e se per caso si decidesse ad entrare, addio ricordi! Però non riusciamo ad allontanarlo, ormai fa parte di noi. Anche lui è entrato a far parte della nostra famiglia. Metto a cuocere i spaghetti e ne preparo anche per lui: ne va pazzo! E' proprio un gabbiano strano, ama anche la pizza. Non potete immaginare cosa combina con l'acqua messa a sua disposizione. Divertentissimo guardarlo mentre beve o si stropiccia il bel piumaggio bianco e grigio, proprio un bellissimo spettacolo. 
Sono consapevole che la poesia di questi tempi è difficile da trovare, ma scusatemi se io non posso vivere senza. Se per qualche maledizione dovessi restarne priva vuol dire che sono morta senza essermi accorta della mia dipartita.Non posso resistere ai giorni passati senza che io abbia trovato un piccolo segno di poesia attorno a me. Se proprio non ne trovo in giro me ne procuro  un poco da sola. Leggo un libro, una poesia, scrivo una lettera, curo dei fiori, guardo nel cielo... insomma non resto mai senza.


di: brunaverdone

Messaggio N° 2642 04-04-2009 - 16:34

La lettrice bugiarda - Brunonia Barry


Successo nato dal passaparola in rete, questo giallo merita tutto il riscontro che sta ottenendo.
L'autrice, Brunonia Barry, è una giovane scrittrice con le idee molto chiare e a mio avviso con un discreto talento, se le prossime opere confermeranno la qualità di questo primo romanzo ovviamente.
La storia narra le vicende delle donne Whitney, nate e residenti a Salem, lettrici di pizzo e considerate streghe. Cosa significa leggere il pizzo? L'abilità e peculiarità del ramo femminile della famiglia sta nel sapere leggere il futuro delle persone nelle trame del pizzo.
La protagonista, più nello specifico, è Towner l'ultimadiscendente, la cui vita è stata traumizzata dal suicidio della sorella gemella Lindley, la quale appena adolescente si getta dalla scogliera dell'isola in faccia a Salem. Abusata dal padre, divenuta per questo labile mentalmente, tradita dal fidanzatino Jack, Lindley non regge e sceglie la via della morte. Towner viene poi ricoverata, dopo la tragedia, in un ospedale psichiatrico dove domanda espressamente di essere sottoposta ad elettroshock per poter dimenticare. Per fuggire ancora più lontana dalla sua particolare famiglia e dal ricordo comunque presente della gemella, scappa in California fino alla strana morte della zia Eva che la spinge a rientrare a Salem, per occuparsi delle ultime volontà dell'unica parente che l'abbia veramente amata, seguita e capita nelprofondo.
L'ambiente a Salem non è cambiato: finte streghe che attraggono turisti alla ricerca del brivido o della lettura del futuro, case spiritate in ogni angolo, statue di padri fondatori della cittadina in odore di aver messo al rogo nei secoli precedenti giovani donne innocenti.
In tutto questo Towner deve ripercorrere, fra ricordi veri e allucinazioni rimaste dopo il trauma, la sua storia e quella della sua famiglia, riscoprire vecchie ferite, affrontare nuovamente l'incubo delle violenze subite da Lindley e, alla fine, ritrovare la sua identità.
Il finale è completamente a sorpresa, inaspettato e da togliere il fiato.
Veramente una grandissima opera prima. Speriamo in un proseguo così brillante.

Messaggio N° 2641 24-03-2009 - 10:43

Controinformazione


Foto di miladylady

 

Molte note multinazionali non sono solo i marchi più venduti al mondo, ma perfino le parole più globalmente note.

Una ricchezza e una notorietà che sono pagate a caro prezzo, spesso a danno dei lavoratori, dell’ambiente e degli stessi consumatori.

Lo sfruttamento delle persone più povere del pianeta, nonché i colossali danni all’ambiente che sempre più ci si stanno ritorcendo contro, dovrebbero suscitare indignazione. Eppure questi fatti sono abilmente celati da colossali e martellanti campagne pubblicitarie capaci di trasformare macchine del profitto in aziende amichevoli, accattivanti, perfino caritatevoli.

Le più note e potenti multinazionali infatti hanno la loro buona fondazione che aiuta orfanelli nel mondo: quale migliore pubblicità, quale migliore modesto investimento per far fronte, nell’opinione pubblica che muove i denari, alle critiche mosse da associazioni di consumatori informati?

Una delle multinazionali a cui si fa riferimento, è accusata in Colombia di violazione dei diritti umani per essere la mandante di 8 assassinii, oltre che di innumerevoli sequestri, false denuncie e intimidazioni nei confronti dei lavoratori.

Si pensi che tra tutti i sindacalisti fatti fuori nel mondo, l’80% viene assassinato in Colombia.

A partire dagli anni 90 il ricorso al terrore è finalizzato a espellere la popolazione da territori strategici ( risorse naturali, settore minerario, sfruttamento degli idrocarburi) e ad annientare qualsiasi forma di opposizione sociale a beneficio del profitto delle multinazionali.

La politica delle multinazionali è di assumere meno personale possibile, ricorrendo al lavoro di ditte appaltatrici. A queste impone pessime condizioni. Ad esempio il salario dei lavoratori, in Colombia il 90% dei quali sono interinali, è pari a 80 euro al mese.

Alla vigilia del campionato mondiale di Francia 98 il “Corriere della sera” ha rivelato che palloni distribuiti a scopo pubblicitario da una di queste multinazionali, erano cuciti a mano in India e Pakistan da bambini. Le foto di alcune bambine di 11 anni che incollavano e cucivano i palloni hanno fatto il giro del mondo.

Promuovendo la vendita di bevande in lattina e plastica, le multinazionali contribuiscono alla produzione di migliaia di tonnellate di rifiuti e stimola il consumo di alluminio che ha conseguenze devastanti nei luoghi di estrazione.

La produzione di una nota bevanda richiede inoltre molta acqua e il rilascio di sostanze inquinanti che finiscono poi nelle falde acquifere.

Nel 2002 la popolazione di Plachimada è insorta perché gli impianti di una multinazionale stavano prosciugando i pozzi e contaminando le falde acquifere della zona, nel dicembre dell’anno successivo il tribunale locale ha intimato l’azienda di fermarne l’abuso nel prelievo dell’acqua; l’azienda ha prodotto scarti, poi rivenduti ai contadini come fertilizzanti, che i test hanno dichiarato tossici, l’azienda vi ha posto rimedio solo dopo che le agenzie governative le hanno ordinato di farlo, nel frattempo i contadini della zona, destinatari degli scarti, hanno subito danni a lungo termine per la salute, e nel novembre 2002 la Corte Suprema Indiana aveva condannato la stessa azienda per aver deturpato le rocce dell’Himalaya con scritte pubblicitarie che hanno compromesso l’eco sistema.

E i danni alla salute del consumatore?

Le bevande di produzione industriale per lo più contengono coloranti e conservanti, zucchero saccarioso, aromi “naturali” e questa dicitura in Italia significa artificiali, ecc.

L’aspartame, sostanza utilizzata nei prodotti dietetici, può causare danni al cervello in particolare ai bambini, l’altro consumo di bevande gassate e zuccherate, indotto dalla pubblicità soprattutto negli adolescenti ma non solo, può favorire l’insorgere di diabete e obesità.

E se vi siete detti non sta succedendo niente…. se avete preso per buone
le "verità" della televisione…..
convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti siete lo stesso coinvolti.

( liberamente tratto da Canzone del maggio, De Andrè)


di: miladylady

Messaggio N° 2640 21-03-2009 - 14:41

Forum: che fatica essere uomini ... forse!

Qualcuno che si è preso la briga di “rovistare” nel mio profilo, già saprà che oltre a bisticciare con le parole (e soprattutto con la punteggiatura) su questo blog, mi occupo, in qualità di leader e “magna cum libidine”, di due forum: “Che fatica essere uomini…forse” e “Vita da Single.

 Non voglio prendermi tutti i “demeriti”. Del primo me ne occupo con perlina1972 e al secondo sono arrivato per dare una mano a romidgl.

 “Che fatica essere uomini…forse” nasce dopo la pubblicazione di uno spiritoso articolo di “sissunchi”, una leader storica della nostra community (la zia delle “bigbabol” per intenderci!! Come? Non conoscete il blog delle bigbabol? Ah, beh allora…continuiamo così…facciamoci del male...vi direbbe Nanni Moretti).

 E’ un forum che si propone di affrontare con toni ironici il, non sempre idilliaco, rapporto tra i sessi. Ogni tanto ci scappa l’intenzione, quasi seria, di affrontare i discorsi nell’ottica del “che fatica appartenere al genere umano”, anche se in buona sostanza il più delle volte le nostre discussioni finiscono a "tarallucci e vino"!!!

 Non siamo certo uno dei forum più frequentati della community. Non siamo neanche il meno frequentato, ad ogni modo. Credo, tuttavia, che una peculiare particolarità il nostro forum possa vantarla. Da quasi tre anni una discussione è sempre costantemente in cima alla “hit parade” vantando ben 276 interventi e 102.037 accessi.

 Titolo della discussione? “Ho finito gli spermatozoi”, ironicamente aperta, da uno dei più assidui frequentatori del forum: porfiriorubi.

 In uno dei 276 post, porfiriorubi spiega: "Eppoi eppoi eppoi questo lunghissimo post è qui perché il moderatore è un ragazzo vispo, allegro e comprensivo, ovvero ha capito perfettamente che un uomo della mia età non potrebbe reggere tutto questo appassionante lavoro!".

 Caro amico vuoi sapere la verità? Nel mio ufficio, le quarantenni non sposate, si lamentano da sempre dell'inersorabile calendario che sta facendo "scadere i loro ovuli"!!! Da quando hai pubblicato la tua discussione so bene cosa rispondere loro: "Signore, sto finendo gli spermatozoi"!!!

 Io non posso che augurarvi un felice we. Se ne avete voglia, veniteci a trovare e se non vi manca il coraggio (ed il tempo) provate a leggervi tutti i 276 msg della discussione.

scritto da Welch

Messaggio N° 2639 19-03-2009 - 15:14

Insieme per dire : Papà ti voglio bene !


Abbiamo unito il nostro amore perché possa diventare un abbraccio immenso per dire ai nostri Papà  “ti voglio bene”anche a quelli che non leggeranno, ma sono vivi nei pensieri di chi li ama, di chi li ricorda.


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Mio papà Gianni l'ho perso quando ero una bambina e dopo soli 2 anni dal rientro in Italia. Ad aprile compirebbe 85 anni.
Chissà come sarebbe stato ...

Ricordo un papà affettuoso che, lavoro e stanchezza permettendo, giocava con me, ci portava a fare i picnic, costruiva le altalene ogni volta che cambiavamo casa e spesso, molto spesso, mi difendeva dalla sgridate (meritate) per quanto avevo combinato.
Una delle ultime immagini che ho ben impresse nella mente è quando mi ha portata in giro vestita da spagnola per carnevale e, andando dal tabacchaio che gli ha chiesto chi fossi, con un sorriso a 78 denti e tutto orgoglioso ha risposto "Ma è la mia fidanzata !!". 
L'ultimissima è quando siamo andati a giocare a palle di neve, nell'inverno del 1972.
Ero felicissima, non avevo mai visto la neve. Anche in quella occasione è stato lui a condividere questa mia prima esperienza.
LADYPAM1
 

è il mio piu grande amico,
quello che mi consola quando ho bisogno,quello che mi capisce solo con
uno sguardo,ma soprattutto è il mio papà....e non lo cambierei per nulla al
mondo.....
FATA1979

Mi piace sorridere nel ricordare quando era giovane e si portava dietro me e mia sorella al negozio di materiali per idraulico, era un ragazzo giovane, quando gli chiedevano quanti anni avevamo lui non lo sapeva mai, ci chiedeva piano “  bambine che classe fate?” per non fare una pessima figura. Siamo ancora le sue bambine e ogni anno ci fa la
calza della Befana, va al bar e sceglie i soldi di cioccolata, le lecca lecca, le sigarette di gomma americana “ le calze
per le ragazze” dice tutto felice.
Mannaggia Papà ormai sono una vecchia babbiona e non sai ancora quanti anni ho?
Ti voglio bene per questo, perché sei rimasto quel ragazzo che cercava di fare l’uomo con una nazionale senza filtro in bocca, perché tu sarai sempre quello e io sarò sempre la tua bambina.
SISSUNCHI

Davvero non so cosa dire mio padre era mio padre molto più di un amico
riusciva a farmi star bene
ma senza mai farmi dimenticare che era mio padre e non un amico
c'era sempre quel sottile limite da non passare mai
e non era mai difficile rispettare un ' invisibile regola mai  dichiarata
mai sottolineata mai richiesta, semplicemente lasciata intendere
con semplici gesti o sguardi di dolcezza o di fermo richiamo
per il resto non c'è molto da aggiungere
era il vissuto quotidiano a renderlo speciale
tanto quanto mia madre, che si è rivelata altrettanto
se non ancor più "forte" di lui
UN FIGLIO
 

Mi fai tenerezza, quando affidi alla mia, la tua mano ancora forte; quella stessa mano che mi dava sicurezza, mentre ti trotterellavo intorno, curiosa di tutto quanto tu facessi, tanto che mi chiamavi "il mio bòcia".
La tua vita, ormai un diario dal quale una mano maligna ha strappato numerose pagine, lacerandone molte altre, ti ha lasciato ora impaurito e smarrito, ancor più dopo la tempesta che ha schiantato il bastone della tua vecchiaia, tingendo di fosche tinte il tuo incerto futuro.
Non so se mamma potrà ancora starti, starci accanto, ma di certo io ci sarò, e terrò stretta nella mia, la tua mano fiduciosa.
Ti adoro, papà caro.
"la tua figlia sgangherata..."
ZINGIBER

Oggi voglio ricordarti con le parole che siamo cresciuti, imparando da te con i tuoi comportamenti il significato.
La Vita : è amore. 
La Parola : vale piu’ di molte firme.
Il Rispetto : è tutto, lo devi dare se vuoi riceverlo.
Un abbraccio infinito Papà mi manchi molto!!!
La tua …. 
IOGLAM

Io mi sento 1 po' in colpa, xke' quando mio papa', con la sua malattia (sla) peggiorava di giorno in giorno sarei dovuta andare a trovarlo ma
continuavo a rimandare, 1 po' x la pigrizia di fare un viaggio di 3 ore, pensando ke gli altri muoiono ma non mio papa'! Nel contempo sapevo anke
ke se non mi fossi sbrigata ad andare da lui e sarebbe morto prima ke mi
decidessi, il senso di colpa non mi avrebbe mai lasciata, e in effetti
 e' stato cosi'..... non so proprio ke dire... ciao pa'! :-)
LUCY63

 

Messaggio N° 2638 15-03-2009 - 13:03

... come t'abbordo sul web ...

Non riuscivo a crederci, ma le mie “colleghe” (forum leaderin, alla tedesca) hanno proprio ragione!! Il 70% dei messaggi che gli uomini lasciano in privato alle donne per abbordarle somigliano ad effetti western: maldestri tentativi di atterrare un vitello col lazo!!!

 Partiamo da alcune considerazioni.

 Le donne sono prevenute, non posso darvi torto! Qualsiasi cosa scrivi loro in privato ha per definizione un doppio senso. Il fine ultimo, se non l’unico, del genere maschile sembra essere, per antonomasia, ruotare la donna per portarla in posizione orizzontale.

 E’ pur vero che molti uomini hanno dovuto aspettare tanto per conquistare una donna, non avendo potuto contare su esperienze adolescenziali (anche se diceva Mercedes Ruehl ad Amanda Plummer in “La leggenda del re pescatore”: non ti sei persa nulla, sono disgustose esperienze!!) però come asseriva Gene Wilder nei panni di Frederick Frankenstein: con pochissime eccezioni, un verme non è un essere umano!

 Detto questo, l’appello dell’anonima abbordatori è: signore, non facciamo di tutta l’erba un fascio!

Abbordare non è facile. Secondo uno studio condotto in Francia dallo psicologo “Nicolas Guéguen” un leggero contatto fisico (mi raccomando ragazzi, moderatevi!!!) può favorire una risposta femminile positiva in caso di “corteggiamento”. La cosa ci fa molto piacere, il caso vuole però che ci troviamo su internet e secondo stime presentate all’ultimo congresso della “Società italiana di Psicopatologia” le relazioni on line aumentano ogni anno di circa il 30%. Nell’arco dei prossimi due decenni  tre coppie su dieci, in occidente, si formeranno dopo aver avuto il primo approccio virtualmente.

 Il fatto che non siamo preparati a tutto questo (perché come scherzava un comico napoletano siamo ancora di quella generazione che le donne le abborda per strada: vedi una donna, l’avvicini per conoscerla, ti accorgi che somiglia ad una cozza, fuggi a gambe levate!!) non può assolutamente farvi credere di poter interagire con pinka_palla75 come se fosse l’essere più disinibito e sessualmente assatanato che si sia mai incontrato sulla faccia della terra!!!!

 “Ehi, piccola, vogliamo riprodurci?” e “Ciao, mi chiamo Ercole. Facciamo sesso?” non attaccano per niente nel 98% dei casi. Io capisco che per qualcuno c’è un ricco 2% che vada bene. Lasciatevi dire che siete comunque degli inguaribili ottimisti poiché, delle due persone che vi diranno di si, la prima è un uomo e la seconda somiglia a ciò che, noi partenopei, identifichiamo come un gustoso ma spinoso abitante marino: “lo scorfano”!!!    

 Per carità, non vantate proporzioni priapee da guinness dei primati. Prima di tutto qualcuna potrebbe rispondervi semplicemente “e tu, dove vorresti infilarlo quel coso?”. Secondo, non serve ostentare una Ferrari se non la si sa guidare! Terzo, davvero credete che il web sia popolato dalle pinke_palle75 di cui sopra?

 Può sembrarvi strano, amici miei cari, ma se è vero che il romanticismo tira ancora, bisogna saperlo dosare e tirar fuori al momento giusto. Non potete seppellire una donna sconosciuta, con cui non avete mai scambiato mezza parola, sotto “mezzo chilo” di rime appassionate di Neruda. Ho capito che da quando avete visto Jamie Lee Curtis (Un pesce di nome Wanda) impazzire al suono della lingua spagnola o russa, pensate che i miracoli esistono ma, credetemi, nessuna donna si butterà ai vostri piedi semplicemente perché le avete trascritto un sonetto di Shakespeare!

 Non voglio tediarvi oltre (e che nessuno tiri in ballo Checco Zalone e l’alternativa al tediare) e non è certo mia intenzione creare un piccolo vademecum per abbordare sul web. Se “tre coppie su dieci si formeranno dopo aver avuto il primo approccio virtualmente”, significa che ben sette si formeranno ancora nel modo più classico possibile. Il web è ancora eccezione e non regola. Chi è dall’altra parte, forse, ha solo voglia di scambiare due chiacchiere. Non è necessariamente un  sessualmente represso e sicuramente non una donna che aspettava voi, per scoprire di avere un’anima da pornodiva.

 p.s. Ah, se incontrate quella con l’animo da pornodiva (giovane, bella, disinibita e sessualmente disponibile) ehm, ricordate che il web è fatto per condividere la conoscenza con gli altri  

scritto da welch

Messaggio N° 2637 12-03-2009 - 10:54

Egon Schiele, Ritratto d'artista.

Egon Schiele, Ritratto di artista, SE, Milano, 1999

 

Per comprendere a fondo la poetica di uno dei più grandi pittori del '900, Egon Schiele (1890-1918), è necessario leggere questo libro che è una raccolta di suoi scritti: lettere, poesie, prose e un diario tenuto dall'aprile al maggio 1912, quando fu incarcerato. E' interessante anche per chi non è appassionato di pittura, perché le lettere, in particolare, rappresentano uno spaccato della Vienna dove contemporaneamente vissero Klimt, Kokoschka, Munch, ma anche Freud, Schnitzler, Loos, Schönberg, insomma la Vienna delle Secessioni e dell'Espressionismo in particolare, sia dal punto di vista artistico, musicale, architettonico, letterario, ma anche la Vienna che vide nascere la psicoanalisi.
Il tutore di Schiele scrive che era una Vienna che vedeva "la vita come una malattia che porta alla morte". Sicuramente questa descrizione ben rappresenta la breve esistenza del pittore.
Refrattario ad ogni insegnamento che non fosse pittorico, allievo di Klimt, amante dell'arte figurativa non accademica, non di maniera, ma concreta, quella che rappresenta i brutti, i malati, i pazzi, i corpi contorti, le dita deformi, le brutture del genere umano, i corpi nudi intrecciati fino allo spasimo, Schiele visse come dipingeva: sempre di corsa, sempre a caccia di denaro per avere anche un solo pezzo di tela sui cui dipingere, sempre ai limiti, fino ad arrivare all'arresto per aver convissuto in concubinato con la sua modella e non aver nascosto un disegno di nudo di fronte ad alcuni bambini che gli facevano da modelli.
La sua esistenza fu tragica fin dall'infanzia quando perse il padre e come tutore si ritrovò lo zio Leopold che fece di tutto per ostacolare la vena artistica del giovane Egon. Morì a soli 28 anni di febbre spagnola, tre giorni dopo l'amatissima moglie Edith, la quale era al sesto mese di gravidanza. Insomma tragedia nella tragedia: prima di morire dovette anche affrontare il dolore della perdita di moglie e figlio.


Il bello delle lettere è vedere il mondo con gli occhi di un artista ed è leggendole che ci si rende conto della differenza di percezione che c'è fra una persona mediamente "normale" e colui che ha il dono dell'arte. Schiele scrive che gli artisti fra di loro si esprimono con un linguaggio incomprensibile per gli altri ed è vero, i suoi scritti lo dimostrano. Dalle lettere trasuda l'urgenza del potersi "spiegare" pittoricamente al mondo, scrive a tutti chiedendo denaro su denaro per poter avere dei colori, delle matite, della carta e si arrabbia quando vende le sue opere, su cui egli ha tanto sudato e lavorato, per quattro soldi bucati.
La percezione che ha lui della natura, le sfumature di colore che descrive, gli umori della terra di cui sente gli effluvi, il sentirsi incarnato in un fiore, personalmente sono sensazioni che non ho mai provato, anche quando guardavo incantata un panorama meraviglioso. Schiele scrive che l'artista è un eletto perché Dio gli ha fornito il più raro e prezioso dei doni. Leggendo le sue righe, sono sincera, ho profondamente "invidiato" questo dono e questa compenetrazione fra sentimento, percezione e natura.


Messaggio N° 2636 08-03-2009 - 11:58

8 Marzo: Festa delle Donne

Oggi più che mai dobbiamo festeggiare.

Dobbiamo prendere le distanze da chi strumentalizza la donna per meri fini politici sfruttando in malo mado recenti e orribili accadimenti che hanno visto protagoniste giovani e belle creature

Non ci interessa la natura, il colore o la nazionalità di chi, come il più crudele dei rapaci, viola la natura stessa della felicità di una donna. Lo stupro non finisce mai ma continua tutta la vita e il dolore accompagna la donna fino all’ultimo suo respiro.

Non ci interessa solo la sofferenza, ma, anche e soprattutto, la voglia di lottare per un futuro migliore, per un domani che non sia di dolore ma, giornalmente, di gioia e serenità. Donne lo si è tutto l’anno non solo l’8 Marzo.

Oggi più che mai non ci servono slogan, non ci servono “piazzate” di chi urla “Basta!!”; ci servono fatti!!

Il nostro più sincero augurio a tutte le donne

Zizzola1 e il.corsaro.nero

Messaggio N° 2635 08-03-2009 - 11:31

8 marzo: festaggiamo la donna

Oggi 8 marzo abbiamo deciso di festeggiare la donna uscendo un po' dagli stereotipi abituali, che purtroppo ormai sfociano sempre più in operazioni commerciali o di facciata.
La festeggiamo con un articolo su una donna fuori dal comune, chiaramente poco conosciuta perché questo capita sempre quando un'esponente del gentil sesso mette a rischio i primati degli uomini, che riuscì ad abbattere con le sue gesta tutti i preconcetti misogini sull'inferiorità femminile.
Augurandoci che questa scelta vi risulti gradita, buona festa della donna a tutte e a tutti!
Monica


Amelia Mary Earhart


"Sappi che sono consapevole del rischio. Voglio farlo perché ne sono convinta. Le donne devono provare a fare le cose. Quando falliscono, il loro fallimento non deve essere che una sfida per gli altri." AMELIA EARHART in una lettera al marito prima del suo ultimo volo.

 

Amelia Earhart nasce nella casa dei nonni nel Kansas il 24 luglio 1897. Nel 1920, all'età di 23 anni, va insieme al padre ad un raduno aeronautico in California e, pagando un dollaro, per la prima volta sale a bordo di un biplano, per un giro turistico sopra Los Angeles.

È in quell'occasione che decide di imparare a volare. Comincia a frequentare le lezioni di volo e ad un anno di distanza, con l'aiuto della madre, acquista il suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei suoi record femminili, salendo ad un'altitudine di 14.000 piedi.

Nell'aprile del 1928 il capitano Railey, le propone di essere la prima donna ad attraversare l'Atlantico e il 17 giugno, dopo diversi rinvii per le brutte condizioni del tempo, decolla a bordo di un Fokker F7, chiamato Friendship.

Nel 1929 organizza un'esibizione aerea per sole donne, da Los Angeles a Cleveland. Continua a superare records femminili a bordo del suo aereo e pubblica articoli su "Cosmopolitan" e altre riviste.

All'inizio del 1932 nessun altro pilota, a parte Lindbergh, ha compiuto la trasvolata in solitaria; ci riesce Lady Lindy, come viene soprannominata, impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Burry Port nel Galles. Quando ritorna a New York il Presidente Hoover le conferisce una medaglia d'oro per conto della National Geographic Society. È il momento di maggior successo per Amelia che viene nominata donna dell'anno. Lei accetta il premio in nome di tutte le donne, rispondendo indirettamente ad una domanda al fondo di un articolo (su di lei) della stampa francese: "saprà fare i dolci?". "Io accetto questi premi non solo per conto di tutte quelle donne che sanno fare dolci, ma anche per le donne che sanno fare cose  più importanti e meno importanti che volare."

Il 24 agosto 1932 è la prima donna a volare attraverso gli Stati Uniti senza scalo partendo da Los Angeles a Newark (New Jersey). Sempre determinata e con l'intento di arrivare dove altri hanno fallito diventa la prima persona ad attraversare il Pacifico da Oakland in California ad Honolulu nelle Hawaii.

Nel 1937, è l'aviatrice più famosa al mondo, ha 40 anni, sente di essere pronta per la sfida finale: vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Dopo un tentativo fallito, il 1° giugno dello stesso anno, insieme con il navigatore F. Noonan, parte da Miami e comincia la trasvolata di  29.000 miglia che la porterà a San Juan in Porto Rico e poi, seguendo la costa nord-orientale del Sud America, verso l'Africa e quindi in India. Il 29 giugno quando arrivano a Lae in Nuova Guinea, hanno fatto 22.000 miglia e ne mancano solo 7.000 ormai per arrivare alla conclusione del viaggio. Le mappe che Noonan ha a disposizione si sono rivelate poco accurate, ma ormai sono in prossimità dell'isola di Howland, dove è dislocata la guardia costiera con la quale sono in contatto radio. All'alba del 2 luglio Amelia Earhart chiama insistentemente alla radio: "Dobbiamo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburante sta finendo..." A nulla valgono i tentativi compiuti dalla guardia costiera per farsi notare. Probabilmente l'aeroplano si perde e precipita ad una distanza calcolabile fra 35 e 100 miglia dall'isola di Howland.

La notizia fa presto il giro del mondo, il Presidente Roosevelt autorizza le ricerche con l'impiego di navi e aerei che giungono sul luogo dopo cinque giorni. Le ricerche vengono interrotte il 18 luglio dopo aver cercato su una superficie di 250.000 miglia quadrate di oceano.

Le ricerche del velivolo, durate per due settimane, non diedero alcun risultato.  Non furono rinvenuti né i resti dell'aeroplano, né il pilota. Fu concluso che era morta. Ma da allora si scatenò una ridda di ipotesi, tra le quali che il velivolo non si fosse inabissato nell'oceano, e che l'aviatrice finì i suoi giorni su un'isola deserta, dopo un atterraggio di fortuna.

Ipotesi avvalorata dal ritrovamento, tre anni dopo la scomparsa, da parte di un funzionario britannico, di ossa umane accanto ad un accampamento di fortuna, nell'isola di Nikumaroro, a nord est dell'Australia.

 Nel 1997 alcuni esami confermarono che le ossa appartenevano ad una donna. Ma, mistero nel mistero, le ossa scomparvero.

di: miladylady


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