AGNER E DINTORNI

Il BLOG CHE RAGGRUPPA TUTTI I PAESI ALLE PENDICI DEL MONTE AGNER .. e non solo!

 

PERCHE' UN BLOG

Ci siamo... è arrivato il Blog.. Continuazione ideale del gruppo I DIGOMANER di Facebook, con cui continuerà ad interagire, il gruppo creato inizialmente, come tributo a DIGOMAN, un minuscolo paesino di montagna nel comune di Voltago Agordino in provincia di Belluno, ma l'idea di fondo, era ed è, per dare una "mano virtuale" ai piccoli borghi alpini, spesso quotidianamente in lotta con spopolamento, abbandono ed isolamento, che accomuna tante piccole meravigliose realtà delle nostre Dolomiti, molte volte al di fuori del circuito del turismo e del giro che conta..

Il Blog è stato scelto perché non tutti, gli utilizzatori di Internet, frequentano Facebook, quindi, nell'ottica di dar maggior risalto possibile non solo a Digoman, ma anche a Voltago Agordino, Frassené Agordino, Rivamonte Agordino, Gosaldo e tutte le varie frazioni che sono presenti alle pendici del Monte Agner e della Croda Granda.

Perché solo facendo fronte comune e unendosi in un comune sforzo promozionale, potranno avere la forza di dire la loro ed incentivare così un turismo che ingiustamente snobba questi meravigliosi angoli a fianco del Parco delle Dolomiti Bellunesi
Nel limite del possibile, vedrò di aggiornare il blog, con novità e con parte del materiale già presente sul gruppo, sono grato già da ora, a quanti vorranno eventualmente dare contributi sia scritti che foto/video

Un piccolo gesto del singolo, unito a molti piccoli altri, potrebbe dare veramente una grande mano ai nostri amati paesi di montagna....
Non è forse vero, che l'unione fa la forza...

 

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E NATO IL NUOVO BLOG AGNER E DINTORNI

Post n°82 pubblicato il 12 Giugno 2010 da BluAtlantic

E NATO IL NUOVO BLOG AGNER E DINTORNI

COME ANTICIPATO ALCUNI POST ADDIETRO, IL BLOG AGNER E DINTORNI CAMBIA INDIRIZZO  DA OGGI I NUOVI POST SARANNO INSERITI SOLAMENTE NEL NUOVO BLOG

VISIBILE A QUESTO INDIRIZZO: www.agneredintorni.com

CIAO A TUTTI, VI ASPETTO SUL NUOVO BLOG

LUCA

 
 
 

MADONNA DI VOLTAGO - PARTE SESTA - LE POSIZIONI DELLA CHIESA

Post n°81 pubblicato il 12 Giugno 2010 da BluAtlantic

Di Cherubino Miana

Proseque la testimonianza autorizzata di don Giovanni Della Giacoma

Il Cappellano Luciani

era rimasto favorevolmente impressionato
Lo stesso futuro Papa Luciani, Giovanni Paolo I, allora giovane cappellano cooperatore di mons. Luigi Cappello, fratello di Padre Felice S.l s'era dovuto occupare della vicenda, per mandato del vescovo mons. Giosuè Cattarossi, ed aveva interrogato con acume le fanciulle e ne era rimasto favorevolmente impressionato. In seguito, a distanza di settimane aveva ripetuto per ordine ancora del vescovo, l'interrogatorio, ed era rimasto, questa volta, perplesso per delle contraddizioni emerse. Egli aveva trasmesso il verbale coscienziosamente stilato; ed in seguito era venuta una notificazione nientemeno che dal Santo Uffizio, che negava la credibilità alle apparizioni (31.12.38).
Ma c'è una spiegazione di quella contraddizione: nel secondo interrogatorio una delle sei veggenti doveva aver palesato un segreto che la Madonna aveva affidato loro, e quella da allora non ebbe più l'apparizione; ma stando sempre nel gruppo, fu causa delle contraddizioni.

La Madonna preannuncia la carriera del violinista Uto Ughi

Una testimonianza singolare in favore delle apparizioni viene dal vescovo di Belluno e di Feltre di allora. Monsignor Girolamo Bortignon disse al parroco di Voltago don Giuseppe Masoch che i Cappuccini del Santuario della Santa Casa a Loreto gli avevano dichiarato che una delle veggenti di Voltago aveva ricevuto sotto i loro occhi la Comunione mistica, dopo che essi s'eran fatti perplessi sentendo che il loro confratello cappuccino Vescovo aveva scomunicato le fanciulle di Voltago. Lo stesso don Giuseppe racconta che durante la guerra una delle veggenti, che frattanto s'era sposata, presentandogli il bambino nato nel 1944, gli aveva detto che la Madonna aveva preannunziato per quel pargolo una carriera di musicista insigne: fu vero, Uto Ughi è un violinista di fama mondiale.

Le stigmate a due veggenti

Il canonico don Maurizio Barosso, Rettore del Santuario della Madonna del Portone di Asti, che seguì da vicino i fatti di Voltago, essendovi in villeggiatura nel 1937, lui - che aveva per primo in Italia scritto su Fatima e anche su Laus nel Delfinato in Francia - accolse, defilandole dalle contrarietà subite in valle, due delle veggenti e testimoniò pubblicamente sul giornale La Stampa di Torino, cronaca di Asti, che aveva assistito con un confratello religioso ed altra persona alla Stimmatizzazione ricevuta dal Cielo delle due giovinette che servivano nel suo Santuario del Portone.

Il Cardinale Siri

non applicò le sanzioni avverse alle veggenti
E quando una delle veggenti suddette entrò in una congregazione religiosa e la Curia di Belluno trasmise ivi la sanzione di cui era colpita, l'arcivescovo cardinal Siri non volle riconoscere tale sanzione. Questo lo affermò don Masoch, che è parroco a Voltago dal '40 circa e si trovò a dover applicare le misure di sanzioni ecclesiastiche della Curia bellunese e a dover contrastare quanti salivano al Piandison il 5 di ogni mese, per pregare. Ed un giovane padre cappuccino trentino, che dalla vicina Primiero passava nell'Agordino per aiutare i parroci, nel suo zelo per obbedire al Decreto del Santo Uffizio, è famoso ancor oggi per aver gridato dall'alto del "Sassòn della Madonna", alla gente sottostante: qui non è comparsa la Madonna! È comparso il diavolo!

Padre Pio assicurò che l'apparizione era vera

Le profezie di quel 1937 sull'aurora boreale del 25.1.38, sull'incendio di Caviola del 20.8.44 (unica quasi salvata la casa natale di padre Cappello), e della stessa Voltago (ottobre '44) si sono avverate. Dunque c'è il sigillo e il dito di Dio su Voltago. Padre Pio stesso nel 1938 aveva assicurato (l'abbiam detto) che era vera l'apparizione. Eppure anche contro di lui c'era stato il Monitum del Santo Uffizio come per Voltago.

Padre Celso parla di "Anime in istato di Grazia"

La Curia Vescovile di Belluno incaricò un frate domenicano, Padre Celso, di compiere un attento esame relativo ai fatti prodigiosi di Voltago.
La sua relazione di testimone oculare, dotta e .qualificata, non è sintetica.
Riportiamo i frammenti più qualificanti.
1. "Le estastatiche di Voltago ... non subiscono alterazioni della personalità, dignità della orazione e della contemplazione che si riverbera anche esteriormente in un abbellimento luminoso e edificante della persona;
2. il loro argomentare quando parlano è sempre strettamente logico, morale, religiosamente elevato;
3. è sempre ortodosso e rigoro¬samente dogmatico;
4. dopo l'estasi più dolorose come
sono quelle in cui rivivono la passione del Signore e nelle quali appaiono a momenti come esanimi si ridestano fresche e riposate, colla spirituale semplicità propria delle anime in istato di grazia".
Non c'è stato intervento diabolico.
"La folla dei fedeli ha veduto ... e ha creduto"
Non c'è stato intervento diabolico.

Padre Celso considerò anche la possibile intromissione di Satana, e si pronunciò deci¬samente contro' l'intervento diabolico, nei seguenti termini

1. "L'estrema dignità e l'angelica compostezza di tutte l'estasi, nelle quali non una parola, non un gesto, non un atteggiamento si sono potuti raccogliere meno che devoti e moventi a pro¬fonda pietà.

2. La vocazione allo stato religioso delle giovani estatiche, le quali non altro desiderano che di fuggire il mondo e rifugiarsi nel chiostro a vita di preghiera e penitenza.

3. L'invito costantemente accolto nelle estasi alla meditazione della passione del Signore come rimedio dei mali presenti; alla minaccia di paurosi castighi se il Mondo non si converte presto a penitenza.

4. L'ondata di devozione alla Vergine Santa destatasi tra questa popolazione e tra le genti lontane che hanno avuto sentore dei fatti di Voltago.

5. Una inusitata pietà, l'incremento della Fede che la grande maggioranza dei fedeli provarono e provano sul posto delle apparizioni, dove le anime hanno in maniera che non lascia dubbio il senso del Divino, così com'esso è palese nei grandi Santuari e nelle ore della Grazia.

In questo momento in cui l'illustre presule, mons. Vescovo di Feltre e di Belluno ritiene i fatti di tale serietà da demandarne l'esame alla competenza del Santo Uffizio, persone poco prudenti si levano da più parti e li condannano pubblicamente presentando lo spettacolo para¬dossale ma autentico di giudici che sentenziano senza cognizione di causa.

QUESTA PARTE E' TRATTA DALLA RIVISTA "FILO' "

* UNA DOMANDA INGENUA E' D'OBBLIGO, PERCHE' ANCOR OGGI ANNO 2010 LA CHIESA HA ANCORA PAURA DELLE APPARIZIONI DI VOLTAGO? A DISTANZA DI ANNI E SCIOLTI DALL'IGNORANZA DEL TEMPO POTREBBERO ANALIZZARE LA SITUAZIONE. FORSE SONO TROPPO OCCUPATI CON LE COSE TERRENE PER POTER DEDICARE UN PO DI TEMPO AL RESTO, ANCHE PERCHE' IL RESTO E' IL SOPRANATTURALE E FORSE UN PO PIU' DIFFICILE DA ANALIZZARE PER DELLE MENTI ABITUATE ALLA QUOTIDIANITA' TERRENA
CHER.

 

 
 
 

MADONNA DI VOLTAGO - PARTE QUINTA - CONTRADDIZIONI E DUBBI ANCHE IL CLERO SI DIVIDE

Post n°80 pubblicato il 12 Giugno 2010 da BluAtlantic

Di Cherubino Miana

SEGUE:
Alla prima comparsa aveva a fianco "un bambino": così lo videro i veggenti e così dissero. Il bambino Gesù, ad altri bambini dai 9 ai 13 anni, apparve proprio come un bambino qualsiasi e non come il figlio di Dio.
Alla seconda e terza apparizione, martedì e mercoledì 6 e 7 luglio '37, la Madonna aveva "il bambino" in una culla ed aveva la mano alzata, probabilmente "in atto di benedire".
Nelle prime apparizioni, dunque, la Madonna continua ad essere una "mamma" che si porta dietro il suo bambino. Sempre mercoledì 7 luglio '37, Eisa Miana, intensamente raccolta nella preghiera, aveva un bambino piccolo in braccio: la Madonna protese il braccio e, sorridente, strinse la mano al piccino. Anche da questo episodio emerge la figura materna e, forse, la spiegazione del "perché" la Madonna, in tanti casi, preferisce apparire a fanciulli.
Anche la gente, che accorreva a migliaia, la vedeva come una "mamma": erano in gran numero gli ammalati, taluni inguaribili, gli storpi, qualche cieco. Tutti erano là per chiedere la "grazia" della guarigione tramite le preghiere, in particolare la recita del rosario.
Alcune suore dell'ospedale di Agordo fecero chiedere da Maria Miana se una con sorella, ammalata, sarebbe guarita. La Madonna rispose: "Sì, purché abbiate a pregare".
Il "caso" apparizioni della Madonna a Voltago, a oltre 50 anni di distanza, sarebbe stato riaperto, a Roma, per essere riesaminato e approfondito.
La stupefacente informazione è stata data al Gazzettino da G.C., persona molto nota a Voltago e nell' Agordino per i numerosi incarichi pubblici ricoperti, degna di fede e assolutamente al di sopra di ogni sospetto.
G.c. ha riferito di avere ricevuto di recente la visita di un noto teologo laico che lo ha interrogato sui fatti di Voltago, sul loro svolgersi e sulle sue conoscenze al riguardo.
Se si tratti di un'indagine ufficiale, o riservata, G.c. non ha saputo precisarlo. Il teologo, parlando delle apparizioni della Madonna, ha detto che: " ... sono state riscontrate sorprendenti analogie tra le modalità delle visioni, e tra i "segni" di Medjugorje con le modalità e i segni di Voltago, per cui la Chiesa, a Roma, sta ristudiando il caso, per vedere se, allora, 50 anni orsono, non sia stato chiuso troppo in fretta".
Come noto, Papa Giovanni Paolo II ha una speciale venerazione per la Madonna, per cui è ipotizzabile che dia un grande impulso alla considerazione e alli, verifica di tutta la fenomenologia riguardante le apparizioni della Vergine.
La provincia di Belluno, dopo le presunte apparizioni di Voltago ha avuto anche le presunte apparizioni di Cavarzano, nell'85 e fino a1l'87, che tutti ricordano. Anche di queste ultime il Papa è stato tenuto costantemente informato ed è certo che il suo atteggiamento al riguardo è di molta prudenza, ma anche di spiccato interesse.
Ha suscitato curiosità in alcuni, indifferenza in altri, i più, la voce, che - secondo un ex amministratore comunale di Voltago, G.C., in ambienti qualificati si riesaminerebbe il caso delle apparizioni del 1937, che all'epoca vennero considerate una "montatura".
G.c.fornisce dunque l'ultima testimonianza sulle presunte apparizioni. "A quel tempo io avevo 10 anni e quando si è sparsa la voce che ad altri bambini che io conoscevo appariva la Madonna, ho voluto andare anch'io su a Piandison, per vedere. La Rina Conedera, una bambina seria, mi diceva:
"Vedrai che la Madonna apparirà anche a te, perché sei un tosatèl valènt (un bravo ragazzo-ndr)". Purtroppo, invece, io non la vidi mai. Però, la Rina, quel giorno, mercoledì 7 luglio 1937, il terzo giorno delle visioni vide anche lei la Madonna, per la prima volta, credo.
La gente secondo me, in maggioranza, specialmente nei primi giorni, credeva che le apparizioni fossero autentiche. Conoscendo le veggenti era impossibile pensare che potessero fingere come delle attrici consumate, essendo tutte concordi nel riferire che la Madonna diceva, come appariva e parlando in italiano. Però la maggioranza della popolazione, in seguito, è stata agli ordini della Chiesa perché credere alle apparizioni era considerato più o meno come un'eresia".
PRO E CONTRO" SU VOLTAGO
Se ne interessò anche il futuro papa Giovanni Paolo I
Ave Maria - Voltago 1937 - era scritto su tavola lignea indicatrice del luogo, ove appunto nel 1937, dal 5 luglio al 2 ottobre, un lunedì, giorno dedicato agli Angeli Custodi il 5, e la festa degli Stessi il 2 - si erano suecedute le apparizioni della Madonna ad alcune fanciulle, nella località Piandisòn, a Voltago, nella Valle del Cordevole, nel Bellunese.
La gente era accorsa ben numerosa, e sem¬pre più, tanto che era folla in certi giorni; e un sacerdote, allora quarantenne (Mons. Fortunato Rossi), ricorda di essersi ritrovato nel farsi strada a fatica tra la ressa, con un solo bottone della veste talare, e salito poi sul masso, ove stavano le fanciulle, ben difese dai carabinieri contro l'assalto devoto della folla entusiasta, quando le vide andar in estasi verso il mezzodì, stringeva egli il polso ad esse con le mani robuste, sì da fermar il sangue loro, ma nulla esse avvertivano; e poi a lungo, per delle gran mezz'ore, si prestò a prender su, dalla folla sottostante che attorniava il masso, detto il «Sassòn della Madonna», le corone del Rosario che la gente lo pregava di mettere sul luogo preciso dove le fanciulle dicevano che la Madonna posava i piedi nell'Apparizione. E lui lo faceva volentieri, ma erano tante, e si aggrovigliavano, e non si riusciva poi a resti- tuirle una per una, e premevano dalle altre parti del masso gli altri per aver lo stesso favore ed allora egli diceva: Fate voi! e dall'alto le lasciava cadere tutte, ma dozzine e dozzine e aggrovigliate: e con suo gran stupore le vedeva spartirsi per aria, una per una, come sciolte da una mano invisibile, e cader come fiammiferi, nelle mani dei devoti; e ricominciava con gli altri che chiedevano, lo stesso favore, e sempre si ripeteva la meraviglia. Alla fine volle portarsi un ricordo di quella esperienza, e si prese sotto braccio quel non leggero sasso piatto che era in cima al masso, posto come segno del luogo della comparsa, e lo fece arrivare, tramiteun suo amico, niente meno che da Padre Pio, e il Santo Cappuccin disse subito che era proprio venuta la Madonna a Voltago; e questo lo ripetè pure ad altri del Bellunese.
Don Albino Luciani e Voltago
Anche il maestro del paese quando chiese alle sue scolare cosa aveva loro detto la Madonna, trasecolò, e fu persuaso della veridicità, sentendo le dire in un perfetto toscano che non poteva esser loro: La Madonna ci ha detto: lo sono l'Immacolata Concezione, ma voglio essere chiamata l'Addolorata; e sono venuta perché abbiate a pregare.
Lo stesso futuro Papa Luciani, Giovanni Paolo I, allora giovane Cappellano cooperatore di Mons. Luigi Cappello, fratello di Padre Felice S.J. s'era dovuto occupare della vicenda, per mandato del Vescovo Mons. Giosuè Cattarossi, ed aveva interrogato con acume le fanciulle e ne era rimasto favorevolmente impressionato. In seguito, a distanza di settimane aveva ripetuto per ordine ancora del Vescovo, l'interrogatorio, ed era rimasto, questa volta, perplesso per delle contraddizioni emerse.
Egli aveva trasmesso il verbale coscienziosamente stilato; ed in seguito era venuta una notificazione nientemeno che del Santo Offizio, che negava la credibilità alle Apparizioni (31.12.38). Ma c'è una spiegazione di quella contraddizione nel secondo interrogatorio una delle 5 veggenti doveva aver palesato un segreto che la Madonna aveva affidato alle veggenti, e quella da allora non ebbe più l'apparizione; ma stando-sempre nel gruppo, fu causa delle contraddizioni.

«Comunione mistica»

Una testimonianza singolare in favore delle apparizioni viene dal Vescovo di Feltre e Belluno di allora. Mons. Gerolamo Bortignon disse al parroco di Voltago don Giuseppe Masoch che i Cappuccini del Santuario della Santa Casa a Loreto gli avevan detto che una delle veggenti di Voltago aveva ricevuto sotto i loro occhi la Comunione mistica, dopo che essi s'eran fatti perplessi sentendo che il loro con fratello Cappuccino Vescovo aveva scomunicato le fanciulle di Voltago. Lo stesso Don Giuseppe racconta che durante la guerra una delle veggenti, che frattanto s'era sposata, presentandogli il bambino nato nel 1944, gli aveva detto che la Madonna aveva preannunziato per quel pargolo una carriera di musicista insigne: fu vero, Uto Ughi è un violinista di fama mondiale. Il canonico don Maurizio Barosso, Rettore del Santuario della Madonnna del Portone di Asti, che seguì da vicino i fatti di Voltago, essendovi in villeggiatura nel 1937 , lui che aveva per primo in Italia scritto su Fatima e anche su Laus nel Delfinato in Francia - accolse, definendole dalle contrarietà subite in valle, due delle veggenti e testimoniò pubblicamente sulla Stampa di Torino, cronaca di Asti, che aveva assistito con un confratello religioso ed altra persona alla Stimmatizzazione ricevuta dal Cielo dalle due giovinette che servivano nel suo Santuario del Portone. E quando una delle veggenti suddette entrò a Genova in una congregazione religiosa e la Curia di Belluno trasmise ivi la sanzione di cui era colpita; l'arcivescovo cardinal Siri non volle riconoscere tale sanzione. Questo lo affermò don Masoch, che è parroco a Voltago dal '40 circa e si trovò a dover applicare le misure di sanzioni ecclesiastiche della Curia Bellunese e a dover contrastare quanti salivano al Piandison al 5 di ogni mese, per pregare. Ed un giovane padre cappuccino trentino, che dalla vicina Primiero passava nel!' Agordino per aiutare i parroci, nel suo zelo per obbedire al Decreto del Santo Offizio, è famoso ancor oggi per aver gridato dall' Alto del «Sassòn della Madonna», alla gente sottostante: qui non è comparsa la Madonna! È comparso il diavolo!

Padre Felice Cappello

C'è un saporito episodio da raccontarsi di quei primi giorni dell' Apparizione. La padrona del prato al luogo dell'apparizione, vedendo l'erba calpestata dai pellegrini, si sforzava, con un bastone in mano, di difendere il suo diritto, raccomandando di usar il sentiero; ma al momento dell'apparizione, fu ella stessa favorita dalla visione, e gettò via il bastone, gridando forte: «L'è ver, l'è ver!». Il fratello del Parroco arcidiacono di Agordo, il gesuita, insigne canoni sta padre Felice Maria Cappello, il «confessore di Roma» al S. Ignazio, famoso come Padre Pio a San Giovanni Rotondo, veniva ogni anno dal fratello in Agordo per aiutarlo nel tempo estivo, quand'era libero dal suo insegnamento alla Gregoriana. Ebbene, lui, nato come Papa Luciani (e pur suo parente) nella vicina Val del Biois, accoglieva e consolava e assolveva nel suo illuminato ministero del confessore quelli che erano colpiti dalle sanzioni canoniche in quei tempi. Nel 1985, a maggio, una comitiva di pellegrini tedeschi dalla Svizzera, Austria e Germania, tornando da Medjugorje, fece tappa a Voltago per visitare il luogo di quelle apparizioni, di cui essi sapevano molto, di cui aveva scritto in Belgio, il sacerdote Roberto Ernst. E si dovette aprire un sentiero per arrivare al Sasso benedetto che 53 anni pri¬ma aveva polarizzato su sé tanto concorso e devozione. Da allora quel sentiero fu sempre più battuto. Le profezie di quel 1937 sull'aurora boreale del 25.1.38, sull'incendio di Caviola del 20.8.44 (unica quasi salvata la casa natale di padre Cappello), e della stessa Voltago (ottobre '44) si sono avverate. Dunque c'è il sigillo e il Dito di Dio su Voltago. Padre Pio stesso nel 1938 aveva assicurato (I'abbiam detto) che era vera l'apparizione. Eppure anche contro di lui c'era stato il Monitum del Santo Uffizio come per Voltago. Alle Ghiaie di Bonate di Bergamo, nel 1944 ci furono 13 apparizioni, dal 13 maggio al 31; all'ultima c'era presente una folla di un milione e mezzo» di persone e col viaggiar di allora, sotto le bombe. Ivi la Madonna assicurò: Sarò riconosciuta!
Lo crediamo e preghiamo anche per Voltago.

Giovanni Della Giacoma

IL SEGNO - SETIEMBRE 1990 - 21

 

CON LE PROSSIME PUBBLICAZIONI ANALIZZEREMO AL MEGLIO LA SITUAZIONE CON TESTIMONIANZE ED INTERROGATORI, DUBBI E CERTEZZE. SICURAMENTE LA STORIA SI FA AVVINCENTE E VISTA A DISTANZA DI ANNI PIU' CHIARA. mOLTI PRELATI SI SUCCEDETTERO. MA PROVATE AD IMMAGINARE LO STRESS PSICOLOGICO DEI VEGGENTI......E QUANTE PRESSIONI

 

 
 
 

MADONNA DI VOLTAGO - QUARTA PARTE - INIZIANO GLI INTERROGATORI - CONTINUANO LE APPARIZIONI

Post n°79 pubblicato il 12 Giugno 2010 da BluAtlantic

 

Di Cherubino Miana

Quel giorno, l'articolista concludeva:
"Permane in tutti lo schietto convincimento che ci si trovi dinanzi a un avvenimento miracoloso, nonostante dei fatti concreti, vale a dire realmente tangibili, non si siano ancora avverati".
E la Chiesa? Sempre dal Gazzettino del tempo risulta che "Le autorità ecclesiastiche mantengono, però, sulla autenticità di queste miracolose visioni, il più assoluto riserbo".
La "svolta" definitiva si ebbe, molto probabilmente, sabato 17 luglio, quando le veggenti vennero sottoposte all' esame delle autorità ecclesiastiche, come riferisce il Gazzettino: "Nella mattinata le ragazze furono interrogate da una commissione di alti prelati, ma sui risultati di tale interrogatorio si man¬tiene il più rigoroso riserbo". Le veggenti di Voltago, cosa risposero, nei dettagli, quando furono interrogate sulle apparizioni della Madonna? Probabilmente vi sono dei "verbali", negli archivi della caserma dei carabinieri di Agordo e negli archivi ecclesiastici. Ma non siamo in grado di accedervi.
L'Avvenire d'Italia del luglio '37, in un articolo, informato da "persona ragguardevole e degnissima di fede", riferisce, testualmente: "I fanciulli privilegiati, abilmente sottoposti ad interrogatori, simultanei e separati, rispondono sempre conformemente ed uniformemente" .
Ma com'erano, questi bambini? Ecco il loro "ritratto", dato dal podestà Ilario Da Campo: "Sono ragazzi sani e fiorenti, così pure le loro famiglie. Lavorano tutto il giorno, si nutrono scarsamente, ma pochissime volte ricorrono al medico. Quindi, non credo soggetti facili ad essere influenzati e suggestionati, perché sopratutto il montanaro è di carattere assai timido e freddo. Sono di umilissime condizioni ed anche, se si può dire, ignorantelli, perché a causa dei lavori cui devono accudire in ogni stagione, frequentano di rado la scuola e vi attendono con scarso profitto. Perciò escludo che siano capaci di mistificazioni o trucchi, come si suoi dire".
Il cronista del Gazzettino dell'epoca chiese alle ragazze se leggevano libri religiosi. Risposero che mancava loro il tempo e che soltanto d'inverno andava¬no alla dottrina, ma imparavano con molta fatica.
Hanno aggiunto che sono molto devote e che quando possono si accostano anche ogni giorno alla comunione.
Sulle apparizioni venne intervistata la superiora dell'ospedale di Agordo, suor Tarzilla, appena tornata dal "luogo miracoloso". Ella, "pur facendo molte riserve sull'autenticità del fatto, ammise molte circostanze favorevoli che potran¬no 'essere prese in più seria considerazione in un ulteriore sviluppo del fatto miracoloso". Il Gazzettino riportò anche questo dato: " ... sembra che la Vergine abbia detto che la sua comparsa si ripeterà 18 volte".
Com'era la Madonna che le veggenti di Voltago videro molte volte a partire dal 5 luglio del '37?
La bambina Rina Conedera l'ha descritta così: "È a piedi nudi, ed ha il rosario nelle mani giunte. Il suo vestito è tutto bianco, ha una fascia azzurra alla vita e intorno al suo capo ci sono 12 stelle d'oro". In base a quella descrizione, un ignoto la dipinse e c'è ancora oggi quell' immagine diffusa tra i fedeli.
Qualcun altro, il 16 giugno del '38, creò anche la seguente preghiera: "O Vergine Immacolata di Voltago, nell'anima mia nasce la speranza che tu mi esaudisci! Aspetto dunque la grazia, sono tua figlia! O Vergine Immacolata di Voltago, l'anima mia è desolata, si trova nello spavento, aiuta, consola chi ti ama e prega! Metto nelle tue mani tutta me stessa: in nome di Gesù, Immacolata di Voltago pensaci tu!"
La Madonna, secondo le testimonianze delle bambine, assumeva atteggiamenti diversi: un giorno apparve con un aspetto molto triste e avvolta in un velo nero. Un'altra volta, vestita di bianco, aveva sorriso alle pastorelle.
In una successiva apparizione era piangente col rosario tra le mani.
Durante una delle estasi delle bambine, rapite dall'immagine che sorrideva loro e che pregava insieme a loro, dalla massa dei fedeli che assistevano fu fatto domandare: "Chi sei tu?" "lo sono la Vergine Immacolata - fu la risposta, per bocca della bimba Rina Conedera - ma voglio esser chiamata l'Addolorata". La piccina, dicono le cronache dell'epoca, rispondendo, aveva una voce che non sembrava la sua normale. La gente voleva sapere anche quanto era alta la Madonna, e le veggenti risposero che era alta un metro e 60 centimetri, circa.
Una "visione" che impressionò la moltitudine si ebbe un pomeriggio, verso le 14, quando la Madonna apparve sullo spigolo del grosso macigno, piangente, vestita di nero e con un paio di sandali ai piedi. Alla sua vista, Nerina Faustini, Maria Miana e gli altri scoppiarono in un pianto dirotto. Il pianto cessò quando la Vergine smise di piangere, e le veggenti intonarono il canto sacro "Dio ti salvi", che pareva accompagnato anche dalla Madonna.
Nuovo interesse: analogie con Medjugorje
A Voltago, stando ai racconti e resoconti dell'epoca, la Madonna ebbe un comportamento molto umano. Nella prima apparizione, lunedì 5 luglio 1937, a Nerina Faustini, Maria Miana, Gio¬vanni Miana, Dario Agnolet e Alba Agnolet, aveva un velo nero. I veggenti domandarono il perché di quel velo ne¬ro, ed ella rispose: "Per i peccati del mondo". Nerina Faustini domandò se sarebbe ritornata e la Madonna rispose: con un cenno affermativo del capo.
segue...
Il SEGNO - SETIEMBRE 1990 - 19

 

 
 
 

NUOVO BLOG.... COSA NE DITE?

Post n°78 pubblicato il 06 Giugno 2010 da BluAtlantic
 

HO ABBOZZATO IL NUOVO BLOG AGNER E DINTORNI.. COSA NE PENSATE?

POTETE RISPONDERE NEL SONDAGGIO NEL BLOG STESSO.

 
 
 

PERCHE' VAI IN MONTAGNA?

Post n°77 pubblicato il 03 Giugno 2010 da BluAtlantic

"A chi mi chiede:
perché vai in montagna?
gli rispondo
se me lo chiedi
non lo saprai mai."

ED VIESTURS, In vetta senza scorciatoie

 

 
 
 

INAUGURAZIONE NUOVA GESTIONE DEL RIFUGIO CARESTIATO 6 GIUGNO 2010

Post n°76 pubblicato il 02 Giugno 2010 da BluAtlantic
 

Inizio:
sabato 5 giugno 2010 alle ore 12.00
Fine:
domenica 6 giugno 2010 alle ore 23.30
Luogo:
PASSO DURAN - COL DEI PASS

 

INAUGURAZIONE DELLA NUOVA GESTIONE DEL RIFUGIO BRUTO CARESTIATO.
PROGRAMMA:
ORE 10,00 RITROVO AL RIFUGIO CARESTIATO
ORE 11,30 SANTA MESSA CON LA PARTECIPAZIONE DEL CORO AGORDO
ORE 12,30 RISTORO OFFERTO DAL RIFUGIO
A SEGUIRE POMERIGGIO DI CANTI E BALLI CON JAKY!!

 

L'evento è anche su facebook 

 
 
 

MADONNA DI VOLTAGO - PARTE TERZA - CONTINUANO LE APPARIZIONI E MOLTI SI CONVINCONO CHE STA SUCCEDENDO QUALCOSA DI SOPRANNATURALE

Post n°75 pubblicato il 02 Giugno 2010 da BluAtlantic

Di Cherubino Miana

Al martedì e al mercoledì (6 e 7 marzo '37).- prosegue il Gazzettino - nel pomeriggio, pressoché alla stessa ora riapparve nella medesima località la Madonna alle giovanette Elsa Miana e Rina Conedera e ad altri, ma con una variante, cioè col bambino in una culla e con la mano alzata in atto di benedire" .
Dopo le apparizioni della Madonna ai bambini di Voltago, lunedì 5, martedì 6 e mercoledì 7 luglio '37, e non avendo ancora i giornali dato alcuna informazione, la "notizia si diffuse anche per tutta la plaga agordina" , come riporta il Gazzettino di sabato l0 luglio '37, per la prima volta.
"Giovedì 8, all'ora indicata, e cioè dalle 13 alle 15, oltre un migliaio di persone, provenienti da Agordo, Frassenè e Rivamonte convennero nella predetta località". Ad una delle prime tre apparizioni, quando non c'era ancora tanta folla, ma solo spettatori occasionali, assistè Achille Santomaso, un minatore, che, al cronista del tempo descrisse "ammirato la devozione con cui molti presenti invocavano pietà dalla Madon¬na: altri, stando nelle vicinanze a lavorare, udirono i canti del Gloria Patris". Ci furono altre persone, oltre ai bambini: Che- videro la-Madonna? Ecco cosa scrisse il Gazzettino: "Ieri - mercoledì 8 luglio '37 - è stata la volta delle ragazze Zelinda Ghebber (24 anni), Nella Bertoldi di Agordo (19 anni) e della contadina Enrichetta Da Campo (27 anni), nonché di tanti altri di cui riesce impossibile indicare il nome. La Da Campo che, nei primi giorni del miracolo, si era mostrata alquanto incredula, alla vista della Madonna restò immobilizzata e quasi contemporaneamente cadde a terra, priva completamente di sensi".
Quindi, se la cronaca fu fedele, la Madonna sarebbe stata vista anche da adulti.
Precedentemente, alla seconda visione, martedì 6 luglio '37, assistettero altre due ragazze, Elsa Miana, 13 anni, e Rina Conedera, 14 anni. Anche quest' ultima, prima, era stata incredula, ma poi seppe ri ferire esattamente le parole della Vergine, così come riferivano le altre veggenti. La Madonna, dunque, era vista da alcuni e da altri no. E dava dei messaggi che le veggenti sapevano ripetere, e che coloro che non la vedevano non coglievano. Erano persone attendibili, le veggenti?
Per verificarlo si interessarono i carabinieri di Agordo e un dottore, come dice il Gazzettino del 15 luglio '37: " ...
le bambine furono sottoposte ad un severo interrogatorio e visitate dal medico provinciale, il quale dopo avere assunto varie informazioni sulle condizioni di salute delle umili bambine e delle loro famiglie, emise un favorevole responso sulla salute delle singole ragazzette" .
Nel giro di pochi giorni, dopo che la stampa aveva diffuso la notizia delle apparizioni della Madonna, le folle accorsero a Voltago dal Triveneto dall'Emilia, dalla Lombardia, sempre più numerose: 4 mila; 6 mila, l0 mila ...
Il podestà di Voltago fece recintare la zona attorno al masso dove si manifestavano le visioni e i pellegrini, per assicurarsi i posti migliori, fin dalle prime luci dell'alba "percorrevano le mulattiere, umili, benestanti, infermi, sacerdoti, suore, vecchi, bambini, paralitici", si legge nelle cronache dell'epoca.
Nei momenti delle estasi, alle veggenti si davano rosari da far benedire, biglietti con domande da porre alla Madonna, Si facevano domande a voce, si porgevano bambini in braccio, sani da benedire e ammalati da guarire.
Fu chiesto come era vestita, e Rina Conedera rispose: "È vestita completamente di bianco colla fascia azzurra e 12 stelle d'oro intorno al capo.-È- a piedi nudi e tiene il rosario tra le mani". Fu dato un biglietto con scritto:
"Vincerà la croce di Cristo nella Spa¬gna cattolica?". Le bambine non potevano leggerlo, e la risposta fu: "Sì, purché abbiate a pregare". Il fatto in spiegabile era che le bambine, conoscendo solo il dialetto agordino, rispondevano in perfetto italiano:
"Chi fa soffrire?", fu fatto domandare.
Risposta: "Gli increduli". Venne chiesto il segno di un vero e proprio miracolo, verificabile da parte di tutta la folla: "Non posso ancora rispondere ... pregate per il segno". Il podestà di Voltago, Ilario Da Campo, intervistato dal Gazzettino del 16 luglio '37, tra l'altro, disse: "Escludo che i ragazzi siano capaci di qualunque finzione o trucco. D'altro canto la visione è apparsa anche ad adulti: come Zelinda Ghebber e Nella Bertoli di Agordo. Sottoposti ad interrogatori molto severi, presenti suore, carabinieri ed altre autorevoli persone, nonostante qualche minaccia per intimorirli, hanno risposto simultanei e concordi senza contraddizioni"

Segni nel cielo

Mercoledì 14 luglio '37, alle 13.55 le bambine Nerina Faustini, Maria Miana e Rina Conedera, in una delle visioni della Madonna, a Voltago, come riferisce l'Avvenire d'Italia del tempo, " ... lanciarono una esclamazione di doloroso stupore, mentre col braccio teso indicavano una nuova apparizione: "Dio! Guarda lassù, il crocifisso!" E tendevano la mano contemporaneamente tutte e tre insieme verso la Gu¬sella del Vescovà, una delle cime delle Prealpi bellunesi. Una gran croce con il Cristo crocifisso era apparsa loro in un nimbo d'oro e di fuoco. Si cercò di distrarre le bambine per far svanire loro la visione, ma tutto fu inutile. Con accenti di dolore ripeterono l'esclamazione, come ispirate da una forza soprannaturale "Dio! Dio! Guarda, guarda, ora ha spalancato le braccia". Alle 13.59 tale visione spariva - era durata 4 minuti - e le bambine scoppiavano in un dirotto pianto. Alle veggenti, quindi sarebbe apparso anche Gesù in croce in una visione dalle proporzioni grandiose, con le braccia che di tanto in tanto abbracciavano l'ampiezza della volta celeste. Scomparendo, lasciò sulla scia miracolosa - si legge sempre sul Gazzettino - un fascio di luce bianca.

Note: La Storia si va complicando anche per gli scettici, la situazione si va evolvendo e da gli interrogatori di queste povere pastorelle non risultano contraddizioni.Oggi e con la quarta parte si andrà ad analizzare cosa ci sia di collegato con le apparizioni di Medjugorie.

 
 
 

REPORT 1° COSTICINE & PASTIN A DIGOMAN 30/05/2010

Post n°74 pubblicato il 01 Giugno 2010 da BluAtlantic
 

Esordio bagnato, esordio fortunato. Alla fine è andata molto bene direi....

Ma partiamo dall'inizio.. individuato il prato in posizione favolosa dove organizzare la prima edizione della grigliata che vuole riunire tutti gli iscritti al gruppo de I DIGOMANER in un gemellaggio con gli abitanti di Digoman, Voltago e tutti gli amanti dell'agordino in generale.
Dicevo... individuata la degna location dove svolgere il tutto, bisognava procedere allo sfalcio, allora sabato, toccata e fuga in quel di Oltach e decespugliatori in spalla... saliamo al prato... e di buona lena, sotto una pioggerella che manteneva freschi abbiamo preparato il posto con passione.
Rientro a Mestre...nanna e alle 6.30 di nuovo in auto, per risalire tra le amate valli...
Ma...mai fare i conti prima dell'oste... il meteo domenica non proprio era dell'idea di farci mettere ai fornelli men che meno mangiare all'aperto.
Grazie alla provvidenziale disponibilità del grande gazebo, presso il campo sportivo di Voltago è stato possibile piazzare la griglia e sopratutto mangiare al coperto.

Costicine, pastin, formai e salam cot, il tutto sembra sia stato apprezzato, visto che non è rimasto praticamente nulla.
Squisite pure le innumerevoli torte portate da tutti.

Bellissima la compagnia, fatta di persone che tengono veramente all'agordino e vorrebbero vederlo, forse più promosso e valorizzato di quanto lo sia attualmente.
Ma qualcosa si sta muovendo..

Insomma un grazie di cuore a tutti i partecipanti, in special modo a Ingrid, Debora, Massimiliano, Andrea e Marco, per l'aiuto.
E ai vari rappresentanti dei gruppi "cugini" Dario, dei DoloMitici, Max, dei Lastesani, Giulio, di Quelli che Frassenè e Luigi di w2wai.net
Auspico, che una semplice grigliata, sia un primo segnale e perché no, porti magari a tante piccole cose, che aiutino a rendere grande l'agordino.


Un Grazie particolare al Comune di Voltago (Sandro) (Michele), Alla Polisportiva (Gimmi) e Rino, per la disponibilità e l'aiuto fornito per consentire lo svolgimento della prima edizione di Costicine & Pastin a Digoman.
Luca Pollazzon

1° costicine & pastina a Digoman

1° costicine & pastin a Digoman

Cartello

Digoman & Mazarol

 

Il resto delle varie foto inserite, lo potete vedere sul gruppo dei DIGOMANER

 
 
 

LA MADONNA DI VOLTAGO - SECONDA PARTE - La prima apparizione della Madonna

Post n°73 pubblicato il 28 Maggio 2010 da BluAtlantic

Di Cherubino Miana

Al governo della nazione c'era il regime fascista con Mussolini. Papa era Pio XI. In Spagna c'era la guerra, franchisti contro "rossi". In provincia di Belluno, per molti, tanta miseria e poca istruzione, specie nei ceti bassi. 

Il 10 luglio '37, i lettori del Gazzettino, su una colonna trovarono questa notizia. "Una misteriosa apparizione che ha prodotto profonda impressione nella popolazione del ridente e laborioso paese alpestre di Voltago, della quale si potrebbe mettere in dubbio l'attendibilità, se non vi fossero numerose testimonianze oculari, è avvenuta lunedì 5 corrente mese nelle prime ore del pomeriggio, mentre alcuni ragazzi e ragazze attendevano al pascolo delle mucche, nelle praterie comunali situate nella località Piandison.
A detta dei medesimi ragazzi, Nerina Faustini, Maria Miana, Giovanni Miana, Dario e Alba Agnolet improvvisamente, verso le 13 apparve alla loro vista la Vergine Immacolata, vestita di bianco, cinta da un serico nastro celeste e coperta da un velo nero con a fianco un bambino .
A tale vista i fanciulli si misero a cantare il "Dio ti salvi o Maria" , restando per oltre mezzora immobilizzati nella preghiera.
Interrogata dai medesimi perché avesse il velo nero rispose per i peccati del mondo.
Alla giovinetta Nerina Faustini, che le aveva chiesto se sarebbe ritornata, fece cenno affermativo col capo. I pastorelli, abbandonate le mucche, si recarono in paese a diffondere la notizia della misteriosa comparsa".
Quel primo articolo, in ritardo di 5 giorni sul fatto, proseguiva dando la cronaca spicciola anche delle altre apparizioni, da martedì a venerdì.
Soffermarsi su quella prima apparizione, chiarendola nei dettagli, ci sembra determinante per la conoscenza del fenomeno.
Come fu la prima apparizione della Madonna, a Voltago, il 5 luglio 1937?
Ecco il racconto di Anna Agnolet che visse quei momenti: "Verso l'una, ero seduta sul prato, quando, improvvisa¬mente, la mucca che custodivo cominciò a dare segni di impazienza e si allontanò dal luogo del pascolo, come se intimorita. Allora io la rincorsi e, passando nelle vicinanze del masso, dove poi apparve la Vergine, mi parve di veder muoversi qualche cosa, di che, al momento, non seppi rendermi conto. Impressionata chiamai i miei compagni: mio fratello Dario, la Nerina Faustini e Giovanni Miana, i quali, tutti, stavano attendendo al pascolo delle mucche nel bosco soprastante. Mio fratello Dario e Giovanni Miana accorsero e si avvicinarono cautamente al grosso masso e, d'un tratto, come per una forza soprannaturale, caddero in ginocchio e cominciarono a pregare.
"Nello stesso istante, ai loro occhi apparve una luce bianca. io e la Faustini restammo profondamente meravigliate e ci unimmo alla preghiera dei due ragazzi, i quali ci dissero di avvicinarci, perché "c'era la Madonna con un bambino al fianco. Anche noi, allora, vedemmo, ma, come ci avvicinammo, la visione scomparve."
Tra le varie ipotesi contro la veridicità delle apparizioni ci fu quella che i ragazzi avessero architettato uno scherzo, nonostante la loro tenera età (dai 9 ai 13 anni). Il Gazzettino del tempo scrisse: "Verso le ore 16 di giovedì (8 marzo '37) i R.R. Carabinieri di Agordo, interrogati alcuni che ebbero l'onore e il grande privilegio di vedere l'immagine della Madonna, con cui avrebbero parlato in piena intimità, confermaro¬no quanto noi riportiamo a titolo di cronaca.
IL SEGNO - SETTEMBRE 1990 - 17

 

 

COMMENTO: Tante ipotesi sin dall'inizio, mancanza di cultura o ignoranza, perchè la Madonna dovrebbe scegliere un professore universitario per apparire?O non è meglio una coscienza pulita come quella di questi ragazzi.
seguite la storia delle apparizioni e vi farete un'idea

 
 
 

LA MADONNA DI VOLTAGO (Prima parte)

Post n°72 pubblicato il 27 Maggio 2010 da BluAtlantic
 

Di Cherubino Miana

L'ULTIMA VEGGENTE RIMASTA MI HA DETTO, LA MADONNA TORNERA' A VOLTAGO MOLTO PRESTO, LA STESSA CONFERMA VIENE DA MEDJUGORIE.
IN BARBA A TUTTI COLORO CHE L'HANNO UMILIATA ED UMILIATO CHI CI CREDEVA.
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RETROSPETTIVA STORICA
VOLTAGO E LE APPARIZIONI... (PRIMA PARTE)
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Nel Bellunese sei pastorelle videro nel 1937 la Vergine Maria?
Inchiesta su un caso storico dai molteplici aspetti che a tutt'oggi tiene desta l'attenzione dei fedeli e dei denigratori
Cinquant'anni fa Voltago viveva il suo momento di gloria: tutti ne parlavano e i giornali ne scrivevano. Arrivavano ad Agordo treni zeppi di passeggeri, che facevano registrare il tutto esaurito negli alberghi del capoluogo e di Frassenè. Le folle accorrevano da tutt'Italia perché, a Piandison, sei pastorelle vedevano la Madonna. La prima apparizione l'ebbero mentre pascolavano le mucche, il 5 luglio ‘37. L'ultima avvenne il 2 ottobre. La nostra inchiesta sul trascendente si soffermerà sull'inspiegabile fenomeno delle apparizioni della Madonna, nel Bellunese. Ricordiamo che, dalle cronache, le apparizioni, in Italia, dal 1928 al 1975 sarebbero 83. La Chiesa ne ha riconosciute, in tutti i tempi, solo sette, tra cui Lourdes e Fatima. La più attuale, oggi, è quella di Medjugorje. Dunque, quel 5 luglio ‘37, le sei pa storelle, verso le 13, accanto a un masso, videro la Vergine vestita di bianco, cinta da un nastro azzurro, con accanto il bambino Gesù. La visione si ripeté, la voce si sparse, i giornali diffusero lunghe cronache ricche di fotografie. La gran massa di gente accorreva da ogni dove. Fra i presenti, durante le "estasi" delle apparizioni, parecchi dissero di udire canti celesti. Il podestà di Voltago fece recintare il luogo delle apparizioni per tutelare l'incolumità delle veggenti. Le corriere si rivelarono insufficienti a trasportare i fedeli e i curiosi. Accaddero incidenti e si crearono occasioni di pericolo pubblico. Per tre mesi l'interesse fu al calor bianco. Migliaia di occhi videro le pastorelle in ginocchio, accanto al sasso del miracolo, che pregavano, parlavano con la Madonna e sfioravano con le mani, compiendo movimenti coordinati, la veste evanescente. Fu visione vera? Fu imbroglio? Fu allucinazione collettiva? Tra i fedeli, chi credeva e chi no. Le apparizioni della Madonna, a VoItago, nel ‘37, erano vere? Sulle 6 ragazze che la vedevano, e su chi ci credeva,cadde la doccia fredda della Chiesa ufficiale, tramite l'ordinario diocesano del tempo, monsignor Giosuè Cattarossi. Il 24 luglio, egli diffuse questo comunicato loro si recavano a comunicarsi altrove, to: "Le affermazioni delle fanciulle non solo non sono confortate da fatti aventi qualche carattere soprannaturale,ma hanno contro non pochi elementi che escludono, in via assoluta possa trattarsi di vere apparizioni della Vergine. Perciò, vieto al clero di intervenire e di favorire i pellegrinaggi dei fedeli". L"Osservatore romano" del primo ottobre ‘37 ribadì la presa di posizione. Era la scomunica. Nonostante questa, non furono pochi coloro che il 25 di ogni mese si recano per lungo tempo sul luogo, da Rivamonte, da Tiser, da Agordo, da San Tomaso e da altri paesi, convinti che la Madonna sarebbe riapparsa. I sacerdoti non davano più la comunione: loro si recavano altrove dove non erano conosciuti. Tra i credenti c'era un certo "Bepi orbo", che era, cieco, e che aveva chiesto la grazia di vedere. Gli fu risposto: "Se ti do la vista, non ti salvi". Le posizioni sulla autenticità delle apparizioni erano delineate. Gli scettici e i fanatici, irrazionalmente, erano gli uni per negare e gli altri per affermare l'autenticità. La Chiesa ave va messo fuori legge le apparizioni. Perché, in tempi così rapidi, la Chiesa abbia assunto una posizione così netta, quasi drastica, resta un interrogativo senza sposta. Di certo, per testimonianze raccolte, si verificarono alcuni fatti che, nel "clima" del momento, ebbero un peso rilevante. Il primo di questi fatti è che una delle veggenti, ad un certo punto, rinnegò le visioni. Subito dopo, o forse prima, sarebbe stata "posseduta" dal demonio. L'avrebbero vista trasformarsi, diventare tutta rossa in viso, saltare da una valle all'altra con grandi balzi sovrumani. Una delle pastorelle di Voltago che dicevano di vedere la Madonna, nel '37, era indemoniata? L'ipotesi è di quelle destinate a colpire la fantasia popolare come una frustata. Fu fatto vero, suggestione, credenza, malignità? Lasciò sicuramente traccia nei documenti ufficiali. Testimoni oculari del tempo, parlando di questa ragazza dicono che sembra sia stata esorcizzata dal parroco di allora e che dopo l'esorcismo si sia ristabilita e non abbia più mostrato atteggiamenti anormali. ma tutto ciò non significa che fosse indemoniata e che l'esorcismo l'abbia guarita. Su questo "fatto demoniaco", ipotizzando che sia vero, si avrebbe la seguente spiegazione: Quella ragazza - non si è potuto ancora ricostruire in quale momento delle apparizioni, se all'inizio, a metà o alla fine - sarebbe stata convinta da un autorevole personalità a "ritrattare". Cioè, ad affermare che non era vero che vedeva la Madonna, e che perciò aveva mentito. Le "crisi" da indemoniata, sarebbero venute dopo tale voltafaccia e coloro che sostenevano la tesi della autenticità delle visioni le attribuirono proprio al suo atteggiamento. come una punizione divina. Coloro che credevano a una mistificazione delle veggenti presero la ritrattazione come prova delle loro convinzioni
Tratto IL SEGNO - 6 - SETTEMBRE 1990 -
segue.

 

VEGGENTI IN ESTASI


Questa è solo la prima pagina di un fatto che ha segnato per la vita alcune persone. Seguiranno tante altre pagine compresi gli interrogatori delle veggenti fatta da colui che diventera Papa, l'allora sacerdote Luciani.

segue......

 

 
 
 

DOVE PORTA UN SENTIERO DEI RACCONTI?

Post n°70 pubblicato il 19 Maggio 2010 da w2wai_luigi

Percorrere un sentiero vuol dire andare da un luogo a un altro.

Nel caso di El Troi de le berte ci si può immaginare un viaggio nel tempo?

Potremmo RACCONTARE anche cose RIVOLTE AL FUTURO, come la realizzazione di un SOGNO [il raggiungimento di un obiettivo]?

Potremmo pensare di aggiungere quel TIPO DI RACCONTI a un Troi de le berte che colleghi il passato al futuro dell'Agordino?

Mi faccio queste domande perché seguo - sul Web - i lavori del Forum per l'Innovazione della Pubblica Amministrazione. Lo slogan del Forum, quest'anno, dice "dalle Proposte all'Azione" e .. per gli argomenti che sento discutere .. direi che una Grigliata di un Gruppo FaceBook a Digoman potrebbe essere un'ottima occasione per dare un seguito ATTIVO ai discorsi che si stanno facendo a Roma .. con grossi rischi che finiscano in niente [non portino da nessuna parte].

Del collegamento [eventuale] fra la Grigliata e l'Innovazione proverà a dire di più Nonno Chiarofiume, nel suo Blog .. anche se non sarà facile.

 
 
 

TESTAMENT DE LA VECIA POPA 2010

Post n°69 pubblicato il 15 Maggio 2010 da BluAtlantic
 

Cari compaesani - son sempro onorada
de ve vede così in tanti - per scoltà ‘na brontolada.
A pensaghe ben - l'e robe da no crede,
ogni an fae testament - ma senza ‘n erede
e me lagne ogni òlta - da che son ‘na pìtima
per àsaghe a chi che merita - ‘n cin de legìtima;
no ste po' ciapavela - se sarà calche sbàio
son na pore vecia - no son mia ‘n notaio!
Torne tra voi - sempro pì bèla
per fa doi bronze - e calche stela,
sperando che el foch - che el me porta ia
almancol el ve mete - ‘n cin de alegria.
Ma élo el caso che - sie na vecia brusada
a daghe ‘n cin de estro - a chesta contrada?!
Incoi sion in tanti - e la piaza la e pì bela,
l'e ‘n cin pì dent - che su per Val de Frela,
ma ia per el an - ‘nte sta piaza deserta
l'e solche i Pop dei Crota - che i se conta la berta...
Ho let l'altro dì, non me recorde pì dove
che gnanca per ‘nda a mésa - ocor pì se move,
per rendeghe gloria - a Nostro Signor
basta comprà ‘n kit - da radioamator.
Per i veci o i maladi - l'e anca ‘n bel gesto,
ma per tanti altri - pol èse ‘n pretesto
per restasene a casa - senza fa nia
e ciapase la predica- in stereofonia...
Ma costarala cara - sta bona intezion?
Ché per comprà sta aradio - no ghe àse la pension!
Anca sì ben - i te la dà in Sagrestìa
no te le la porta - a casa per nia.
Saralo per via - de la crisi economica,
o parché ocoraralo - comprà valch per la canonica?
Sto an l'e caminà - el nos Monsignor
che de zerto in Agort - el ghe a lasà el cor,
e come premio -al so impegno straordinario
giustamente i lo a fat - citadino onorario,
ma fin la perpetua - con el la e ‘ndata via
e i dis che in canonica - l'e restà poc e nia...
Al caro Don Lino - ghe mande el me saluto
e a Don Giorgio Lise - ‘n"caloroso" benvenuto!
Ogni olta che torne - siben che me lagne,
me par che zerte robe - le reste compagne.
Sion sempro ale solite - manca colaborazion
anca tra i privati - e l'Aministrazion,
parché tuti i e boni - co l'e l'ora de le tàse
ma co i a bisogn de valk - ghe toca rangiàse.
Così pol deventà - ‘n caso nazional
anca taca su - doi luci de Nadal;
se Comun e commercianti - i se fa i dispet
no se cata i operai - gnanca a fa ‘n laoret,
e inveze che la piaza - co le luminarie
se caton la fontana - con doi luci solitarie...
Ma de zerto ste robe - l'e piciole question
confonto a zerte altre - che le ne cava el sòn.
Me vien gran festìdi - co lède sul giornal
ch' i a ‘na mèda idea - de seràne l'ospedal...
Ma saralo mai posibile - i se domanda in tanti
che sie sempro problemi - per le robe pì importanti?
De aumentà le tase - no i perz mai el vizi
Ma po' i ol cavane -tuti i servizi!
Fra tante promese - e importanti riunion
me par che fin adès - i a fat solche confusion,
e intant che i discute - e co nia no i vien fòra
el nos ospedal - pian pianet el va in malora;
i ricovera la dent - per po'mandala ia
se no riva el dotor - che fa l'anestesia,
e se l'anestesista - i Saiok no i ne lo manda
chei che a da operase - i vae da n'altra banda!
Così in ortopedia - no resta pì nisun
per la felicità - de chei da Belun!
Ma a mi me par - che tut gire al contrario,
per zerte anestesie - no serve el primario...
Vardé in Comun - ché no l'e pì dotori,
l'indormia gira istes - tra i Aministratori;
ghe n'e fin màsa - ch'i a la testa impegnada
‘nte el cusin de la poltrona - sol per fase na pigada,
e i se sveia, co l'e ora - in campagna eletoral
per fase vede esperti - in reparti de ospedal...
Intant a la dent - che la e pì preocupada
no ghe resta che tacà - i lenzoi in banda a strada!
I problemi veri - pararae inveze chei
de faghe la guera a ‘n pochi de osei;
‘n Sindico che - no l se perz in burle
ghe toca debelà - la piaga de le zurle!
E parché sti osei - no i se impienise la panza
ocor partorì - ‘na solene ordinanza;
ai osèi selvarech - no sté daghe 'n bocon
se no olé riscià -‘na contavenzion,
e chisà che no i ve ciape - co' la tovaia in man
co avaré da sgorde - doi fregole de pan...
Manco mal che le multe - i le fa manco in prèsa
adès che dala strada - i a cavà ‘na vigilésa;
i m'a dit che i a fat - ‘la sielta logistica
de tramudala - à l'uficio urbanistica
speron sol che i bilanci - no i ciàpe sgorloi
adès che a fa le multe - i e restadi solche in doi...
Però se le capìs - zerte novità
per la semplificazion - de la viabilità;
adès che l'e in cantier - la circonvalazion
servirà pì tecnici - per studià altre soluzion,
come in Cal Longa - che i a ‘pena regonà
chela rotonda - che n'a fat tant danà...
ocorea gran studi - e laori senza fin
parché era el gros problema - de slargala en cin;
anca el Sindico el a dit - siben che no i lo scolte
che era in progèto - de refala per trei òlte!
I a feni che l'e poc - el polo scolastico
‘n moderno edificio - da ‘n progèto fantastico,
co' ‘na tecnologia - che la e talmente nova
che no i' pol tirà pì l'acqua - se no riva n'cin de piova...
le scole, per fortuna - i l'e a fenìde veloce
ma i a olest inaugurale - slontanando i bòce;
n'altra saùda - da benpensanti
e sì che sti boce - no i e gnanca in tanti...
scoltelo el consiglio - che el Sindicoel v'a dat
per risolve el problema - che nas pochi tosat;
ve aéo desmentegà - el sistema primitivo
de mete al mondo fioi - col sesso produttivo?
No sarà mia ‘n problema - se al dì de ‘ncoi
no l'e tuti quanti - che pol mancenì i fioi...
Adès s'a fat tardi - l'e ora pasàda,
l'e vegnest el temp - de èse brusada.
Basta che dopo - no i vegne a brontolà
per ‘n tochet de Broi che resta brustolà;
per ‘ncin de erba - che se ghe remet
che no i ciape la rabia - anca i galet
che no i gire per la piaza - a fa tut en brèk
parché no i a nia altro - onde mete el bèc.
Ma tanto oramai - ò pers la speranza
che i cate el vacino - per sta poca creanza...
Ades però tase - che oramai v'o tirà duri,
ve salude anca staolta - co'i me pì cari auguri!

 

TRATTO DA: http://www.facebook.com/topic.php?uid=6283829827&topic=13238 

 
 
 

EL TROI DE LE BERTE (sentiero dei racconti)

Post n°68 pubblicato il 14 Maggio 2010 da BluAtlantic
 

Girovagando tra le pagine del web, ho scovato questo interessante  post...

Buona lettura.

 

 
 
 

AI LADIN FACCIAM SAPERE QUANTO SAREBBE BUONO IL WEB CON IL PASTIN, INSIEME A UN BUON BICCHIERE :-)

Post n°67 pubblicato il 05 Maggio 2010 da w2wai_luigi
 

 

L'annuncio del post precedente offre un'opportunità:

indicare i benefici che si potrebbero ottenere collegando la grigliata di un Gruppo Facebook al significato di Capitale Sociale.

Di modi per indicarli ce ne possono essere tanti; il loro successo, però, rischia di essere penalizzato dal non sapere cosa è veramente il web e come [e da chi] è stato inventato.

Mi preparo quindi a partecipare alla grigliata feisbucchiana del 30 Maggio [ma il tempo, come sarà?] nelle vesti di .. un personaggio virtuale, che chiamerei Nonno Chiarofiume .. per fare quello che fanno solitamente i nonni: raccontare storie a chi le vorrà ascoltare.

Se vedon! chi mi dice se ci vuole un accento? [che in bolognese si dice a se vdän!]

 
 
 

COSTICINE & PASTIN A DIGOMAN

Post n°66 pubblicato il 25 Aprile 2010 da BluAtlantic
 

 

Maggio, mese di fiori e... grigliate!
Nella spettacolare cornice che circonda la ridente frazione di Digoman il 30/05/2010 è organizzata la 1° Grigliata dei DIGOMANER di facebook.

 

COSTICINE & PASTIN A DIGOMAN

Tipo:
Festa - Grigliata
Data:
domenica 30 maggio 2010
Ora:
9.00 - 20.00
Luogo:

Digoman di Voltago Agordino

Se hai voglia...
-di rivedere amici di vecchia data
-di conoscere nuovi amici che condividono con te la passione per Digoman e l'agordino in generale
-di trascorrere una giornata indimenticabile all'aria aperta in un posto incantevole

L'idea ti piace? Se vuoi essere dei nostri, devi innanzitutto ADERIRE all'evento. Cliccando QUI sulla pagina di facebook dedicata all'evento

Alcune indicazioni.....
La grigliata, tenendosi all'aperto è soggetta alla variabilità delle condizioni meteo, pertanto per evitare di acquistare tanta carne e magari se piove non poterla cucinare, si è pensato di:

--La carne per la grigliata, verrà acquistata il giorno stesso della festa, presso una macelleria in loco, che fornisce carne eccellente. Il costo della carne, sarà diviso tra i partecipanti.

--Le bevande varie, verranno portate dai singoli partecipanti, quindi portare 1/2 bottiglie a testa se rimane inutilizzata, non diventa un problema per nessuno.

--Vista la presenza di numerosi bimbi, nel pomeriggio per smaltire le libagioni,

saranno organizzati vari giochi, per il divertimento di grandi e piccini..


Seguiranno varie ed eventuali, tenete d'occhio questo evento ed il gruppo dei DIGOMANER

Chi non avesse facebook e vuole comunque partecipare, può farlo presente commentando questo post.

ATTENZIONE**ATTENZIONE**ATTENZIONE**ATTENZIONE***

**PREGHEREI CHI INTENZIONATO A PARTECIPARE DI SEGNALARE

IL NUMERO ESATTO DI QUANTE PERSONE AVRA' AL SEGUITO***

 

Le previsioni meteo aggiornate per domenica.. QUI

Il posto esatto dove si terrà la grigliata QUI

 

Luca Pollazzon

 
 
 

Nuovo super bivacco in onore di Buzzati

Post n°65 pubblicato il 17 Aprile 2010 da bl4ckc4t

Sul giornale "Il Gazzettino" di mercoledì 14/04, ho letto l'articolo di Dario Fontanive in cui si dice che verrà presto realizzato un nuovo avveniristico e super-tecnologico bivacco da 750mila euro sull'altopiano di Comelle, in comune di Canale d'Agordo, nella zona che, dalla Valle di Gares o di San Lucano, porta al rifugio Rosetta nelle Pale di San Martino. Per chi lo conosce, quell'altopiano è una incredibile, immensa distesa di pietre, sassi, rocce, un paesaggio lunare affascinante e meraviglioso che, come dice l'autore, può facilmente aver ispirato a Buzzati il suo famoso "deserto dei Tartari", tanto che probabilmente il bivacco verrà intitolato proprio al famoso scrittore bellunese. Lì per lì, quando ho letto l'articolo, son stato molto contento: è sempre per me una bella notizia sapere che nell'agordino qualcosa si muove, che esistono progetti importanti di valorizzazione turistica, che arrivano ingenti finanziamenti spesso anelati e sperati. Nell'articolo si dice che l'opera sarà finanziata con 720mila euro provenienti dalla Regione Veneto e il resto dai comuni di Canale, di Siror e di Tonadico. Il bivacco sarà edificato nella zona di Marucol a circa 2300 metri, sopra il piano di Comelle e nelle intenzioni vuole diventare un'importante attrattiva turistica non solo per Canale ma per tutta la valle del Biois. Fin qui tutto bene...l'anno scorso per due volte mi son avventurato in quella zona, la prima volta risalendo l'impressionante Piano di Comelle da Gares fino a spingermi nel cuore dell'altopiano delle Pale, la seconda, sempre da Gares, arrivando fino alla Cima dei Bureloni attraverso il banco delle fede. Posti superbi, incontaminati, intatti...desertici! Anche se era quasi ferragosto, lungo il cammino non incontrai nessuno: ore e ore senza veder anima viva. Rimasi stupito perchè le Pale di San Martino pensavo esercitassero un forte richiamo, invece mi sa che la cosa è vera solo dal versante trentino, da San Martino o dalla Val Canali... Eppure anche il versante da Gares è eccezionale...al che mi dissi che un rifugio al Pian di Comelle ci starebbe a pennello, anche perchè in tutto quel lungo sentiero non si incontra nulla. Ma appunto...un rifugio, non un bivacco! Ora non è che voglio sempre lamentarmi, ma dopo l'entusiasmo iniziale dovuto alla lettura dell'articolo c'ho riflettuto un pò e alla fine la sensazione che mi è rimasta è: 750 MILA EURO???? Dico, SETTECENTOCINQUANTAMILA EURO PER UN BIVACCO??? Quasi un miliardo e mezzo di vecchie lire per un bivacco a oltre 2000 metri in una zona dove passa pochissima gente??? Scusate ma a me sembra pura follia! Che io sappia esistono fondamentalmente due tipi di bivacchi: 1) quelli ad altezze medio-basse, facciamo fino ai 1800 metri, in genere sono vecchie malghe riadattate, spesso dotate di cucina a legna, un tavolo, pentole e piatti per cucinare e mangiare, acqua e legna nelle vicinanze, numerosi letti, ideali già anche di per sè come meta di un'escursione più che come rifugio in caso di necessità,  ottimi anche per andarci in bella compagnia, farsi una grigliata, passar una nottata diversa con amici; 2) quelli ad altezze elvevate, più difficili da raggiungere, situati in zone dove attorno non c'è nulla, alla base di partenza per scalate alpinistiche, ideali dunque come base di appoggio, o come vero e proprio ricovero di emergenza. Ecco, diciamo che il luogo dove sorgerà il nuovo bivacco mi fa pensare che sarà del secondo tipo. Si tratterà dunque di un posto dove non saran necessarie grandi comodità, non sarà un luogo dove far la scampagnata con amici per farsi una grigliata: lì serviranno dei letti al coperto, magari al riparo dal vento, dal freddo e dalla neve. Di questo tipo di bivacchi, lì in zona, mi vengon in mente il Reali, sempre sulle Pale, o il Biasin sull'Agner. Avete presente come sono fatti? Sono sostanzialmente dei parallelepipedi metallici rossi prefabbricati, penso portati in loco con un elicottero, delle dimensioni di circa 4 x 3 metri, con dentro 6 o 9 posti letto incastrati per occupare tutto il poco spazio disponibile. Niente lussi, niente super tecnologie, d'altra parte non servono e penso che nessuno lì le vorrebbe (tante meno le avrebbe volute Buzzati). Chi ci va ama la montagna, ama la conquista, la fatica, l'impresa. Da quei posti uno vuole solo un riparo, le comodità basta averle a casa. Quanto potranno costare quei bivacchi? Sparandola grossa credo che 30 mila euro, facciamo anche 50 comprendendo trasporto e installazione (bastan dei chiodi e delle corde d'acciaio per ancorare il bivacco alla roccia) siano più che sufficienti. 750 MILA???? Ma poi davvero un bivacco lì, per quanto bellissimo, potrà incrementare il turismo? Quante persone, a parte i primissimi anni in cui magari un pò se ne darà notizia, lo useranno? Quanti partiranno appositamente per andarci? Anche perchè, scusate, ma secondo me all'Agordino manca proprio la capacità di promuoversi...io ho come la senzazione che non verrebbe indicato, non se ne farebbe pubblicità, non ci sarebbero adeguati cartelli...lo dico perchè lì ahimè ora è così! In effetti, a pensarci, sulle pale di San Lucano, posto poco noto e frequentato, anche perchè i sentieri che vi si inerpicano sono davvero impegnativi, vi è il bivacco Biasin...io non ci son mai stato ma ho sentito dire che da lì si gode uno dei panorami più spettacolari di tutte le Dolomiti e forse questo spinge più di qualcuno ad affrontar la lunga e ripida salita che vi ci porta, per godersi un tramonto da lì. Senza quel bivacco probabilmente molta meno gente vi si avventurerebbe. Quindi sì, un bivacco può esercitare a suo modo un'attrattiva. Eppure quel bivacco è il solito scatolotto metallico rosso, giusto un pò più carino essendo dotato di una specie di verandina semicircolare vetrata., insomma, un'opera dai costi lontanissimi da quei 750MILA €.... La sua attrattiva dunque è data dalla posizione incantevole e non certo dalla bellezza della sua struttura. Insomma, quel che io mi domando, con tutti i deficit che ha l'agordino, special modo il basso-agordino che ormai il turismo non sa neanche più cosa sia, non avevano modo migliore per investire una cifra così grossa? Bellissimo che questi soldi piovano su quelle terre, ma a che pro? Chi ne trarrà vantaggio? Davvero non c'era modo per spenderli meglio? Il mio timore ahimè è che questo futuristico bivacco rischi di diventare una, se pur bellissima, cattedrale...nel deserto! Di seguito mi permetto di far giusto qualche piccolo esempio di qualche altro intervento molto più utile e intelligente, ovviamente a mio giudizio personale, che si potrebbe realizzare nell'Agordino con anche molti meno soldi... Ripeto, secondo me una delle carenze principali delll'agordino è l'incapacità di promuoversi turisticamente. Lasciando fuori Falcade, Arabba e Alleghe che posson giovarsi delle piste da sci (ma soprattutto del DOLOMITI SUPERSKIPASS), le altre zone non sanno assolutamente sfruttare il loro enorme potenziale. L'ho già scritto altre volte: Agordo, che dovrebbe in teoria esser la capitale di quella magnifica zona, è diventata nulla più che la sosta per la toilette grazie ai 2, 3 bar della sua piazza, eppure essa stessa si trova al centro di una conca di cime DOLOMITICHE eccezionali. Ha una piazza come il BROI stupenda e che si adatterebbe benissimo a ospitare eventi di ben maggior richiamo (vedasi mercatino di Natale) che quei 2/3 che fa ora. La valle di San Lucano è un paradiso, sia dal fondo valle dove si resta sbalorditi di fronte all'imponenza delle pareti verticali (le più alte delle dolomiti) dell'Agner e delle Pale, sia salendo in alto dove la vista spazia ovunque, trovandosi realmente nel cuore delle Dolomti. La stessa Valle di Gares è deliziosa, con le sue cascate, il suo circo di monti, i suoi prati, le sue passeggiate. Frassenè e Gosaldo avrebbero le potenzialità per esser tra le regine del turismo dolomitico trovandosi, come sono, sotto le superbe creste dell'Agner, della Croda Granda e del Piz di Sagron. La Valle Agordina è un ridente paesino dominato a 360° da cime dolomitiche quali Agner, Moiazza, San Sebastiano, Tamer... E potrei continuare a citare mille altri posti, come Rivamonte, Vallada, Voltago... Ma chi li conosce questi paesi? Quantii conoscono questi monti? Quanti sanno che fan parte delle Dolomiti (eppure, chissà perchè, non fan parte delle cime divenute patrimonio dell'Unesco...)? Non mi si dica che è una volontà precisa quella di avere un turismo discreto e non invasivo perchè non ci credo proprio. Nei centri commerciali di Padova, dove vivo, giorni fa ho trovato bellissimi depliant della Valsugana...dico, della Valsugana! Un posto che non vale nemmeno un decimo dell'agordino. Eppure hanno saputo unirsi tra i vari piccoli paesini, fare lavoro di squadra, organizzare una gestione comune della promozione turistica e han fatto questi begli opuscoli pieni di foto colorate, ben impaginati, promuovendo efficacemente posti che in realtà non han quasi nulla...han saputo fare un chiaro calendario delle attività e degli eventi (e se ne inventano davvero tanti, magari son cosine..ma le sanno appunto vendere bene!)  che vi si svolgono durante l'anno...han saputo stilare una lista esaustiva di alberghi (mica ne han tanti, però 2 qui, 1 lì, 3 nell'altro paesino, almeno un discreto numero vien fuori, proprio perchè si promuovono tutti assieme), di B&B, di affittacamere. Ora, ditemelo voi, l'agordino la fa una cosa del genere? Certo, lo so, la valsugana è in trentino, ma costa davvero così tanto far qualche depliant, far qualche locandina e distribuirla, quanto meno nelle località agordine? Promuovendo non solo Alleghe e Falcade ma anche e soprattutto i centri minori che ne avrebbero più bisogno?? E' mai possibile che non vi sia una lista o un sito internet che mi dicano per intero quali sono le soluzioni di soggiorno e di pernottamento nell'area agordina, con foto, prezzi, numeri di telefono? E' mai possibile che nel 2010 pochissimi alberghi lì abbiano un sito internet? Non vorrei sbagliarmi ma ad Agordo un solo albergo lo ha... Per sapere gli eventi dell'agordino l'unico modo è recarsi nel (triste) ufficio turistico di Agordo dove sul banco han alcune copie di un opuscolo che sembra quello di una parrocchia, scritto con macchina da scrivere anteguerra, senza una foto, con fogli impaginati con graffettatrice che mi cita giusto qualche sagra di paese (e guarda caso Frassenè non compare neanche lì...) ma pochissimi eventi pro-turisti ? Davvero l'Agordino non sa offrire di meglio? Ecco, francamente per me il primo modo di investire soldi lì sarebbe proprio per rinnovare la comunicazione, per creare strumenti informativi e di promozione più moderni, più efficaci. Anche se, forse, lì sarebbe in primis da cambiare la mentalità o quanto meno di ridare fiducia alla gente che forse si è dimenticata di vivere in un paradiso, in posti che, se ben gestiti (la buona gestione non richiede una marea di soldi, di sovvenzioni e nemmeno di...un assessore in giunta veneta), potrebbero sicuramente richiamare e trattenere molti più turisti. E più turismo=maggiori risorse, maggior attenzione da parte delle istituzioni, migliori infrastrutture anche e soprattutto per i residenti, migliori servizi, migliori condizioni, un miglior futuro per i giovani del posto. Altri modi per investir più efficacemente quei 750 mila euro secondo me potevano essere, per non andar lontani, costruire un vero e proprio rifugio in Pian delle Comelle, con servizio di ristoro e cucina. So che un rifugio è spesso in perdita, ma di sicuro esercita (ovviamente se ben promosso) un maggior richiamo di un bivacco, e poi il Pian di Comelle è sicuramente più facile da raggiungere di Marucol, e ne trarrebbero vantaggio anche a Gares. A proposito, sempre lì vicino proprio sopra al delizioso paesino di Gares, esiste Malga Stia: ecco, quello è un felicissimo esempio di cosa si dovrebbe fare. Una malga raggiungibile da chiunque, con buona cucina, con una stalla dove è stato realizzato un percorso didattico che spiega l'allevamento e l'agricoltura di montagna, dove i bambini vedono animali come maiali, mucche, galline, ecc, e imparano come si curano, cosa si ottiene da loro... fare una cosa del genere a Malga Agner sopra Frassenè sarebbe secondo me un'ottima idea! Frassenè ormai conta solo sul rifugio Scarpa e sulla seggiovia, eppure avrebbe davvero bisogno di molto di più per rilanciarsi nel turismo (lo saprete tutti...ma fino a qualche decina di anni fa era giustamente nota come la piccola Cortina...). E Malga Stia ho visto coi miei occhi che funziona molto bene e attrae parecchie persone. Un altro modo per rilanciare Frassenè (scusate ma è il posto che conosco meglio avendo casa lì) sarebbe, penso anche con molto meno dei famosi 750mila €, sistemare il suo famoso Parco Laghetti e riportarlo agli antichi splendori. Non ne gioverebbe solo Frassenè ma l'intero Agordino! Oppure ancora io sistemerei la via che risale lungo la straordinaria Valle di Angheraz. Quel luogo è tra i più selvaggi e abbandonati (nel senso che è proprio totalmente trascurato) dell'agordino nonostante l'anfiteatro di cime che lo corona sia a dir poco eccezionale. Andrebbe assolutamente valorizzato! Quindi maggior promozione, migliori indicazioni da Agordo, da Taibon e da Col di Prà, fare un parcheggio appunto a Col di Prà, sistemare il torrente in quel punto che è molto tetro, richiamare maggior attenzione sui sentieri che risalgono la Valle di Angheraz con opportuna segnaletica, rendender tali sentieri un pò meno selvaggi...e, ecco, secondo me un bel rifugio al termine della Valle di Angheraz sarebbe l'ideale! Quello è un posto che può esser raggiunto anche da famiglie, sarebbe ottimo per farci un pic-nic, per andar a mangiare una fetta di torta e uno schiz con polenta...poi chi vuole potrebbe procedere risalendo le cime o facendo la bella ed ostica ferrata dell'orsa...A parer mio se ne avrebbe sicuramente un ottimo tornaconto economico, si ridarebbe vita a quella valle abbandonata e sarebbe una struttura utile, strategica e importante per l'intero Agordino.
Avrei tante altre idee ma chiudo qui che ho già scritto troppo. Ripeto, tutte queste sono considerazioni mie personali, probabilmente avrò scritto anche cose sbagliate dovute anche ad una non perfetta conoscenza delle dinamiche e delle politiche che governano quel territorio, ma sono anche considerazioni di una persona che ama quei luoghi e spererebbe per loro un futuro radioso: quello che si meritano! Ovviamente sarei ben contento di sentir anche il parere di qualcun altro, in particolare di gente dell'agordino che lì vive e lavora. Grazie!!

Giulio Fecchio

 
 
 
 
 
 
 

PERLE DI SAGGEZZA 1

Post n°61 pubblicato il 14 Aprile 2010 da BluAtlantic
 

"Camminare per me significa entrare nella natura.
Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai.
La Natura per me non è un campo da ginnastica.
Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi.
Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori.
Le alte montagne sono per me un sentimento"

REINHOLD MESSNER

 

 
 
 
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