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(senza però ostruire la corsia pedalando in mezzo a fianco di altri ciclisti)

 

 

NON HO PAROLE

Post n°199 pubblicato il 15 Ottobre 2008 da Super_Fire
 
Foto di Lo_Stitico

La denuncia di Saviano: circondato dall'odio per le mie parole

Vado via perché voglio scrivere ed ho bisogno di stare nella realtà

"Io, prigioniero di Gomorra

lascio l'Italia per riavere una vita"

Roberto Savianio

ANDRO' via dall'Italia, almeno per un periodo e poi si vedrà...", dice Roberto Saviano. "Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me".

La verità, la sola oscena verità che, in ore come queste, appare con tragica evidenza è che Roberto Saviano è un uomo solo. Non so se sia giusto dirlo già un uomo immaginando o pretendendo di rintracciare nella sua personalità, nella sua fermezza d'animo, nella sua stessa fisicità la potenza sorprendente e matura del suo romanzo, Gomorra. Roberto è ancora un ragazzo, a vederlo. Ha un corpo minuto, occhi sempre in movimento. Sa essere, nello stesso tempo, malizioso e insicuro, timidissimo e scaltro. La sua è ancora una rincorsa verso se stesso e lungo questo sentiero è stato catturato da uno straordinario successo, da un'imprevedibile popolarità, dall'odio assoluto e assassino di una mafia, dal rancore dei quietisti e dei pavidi, dall'invidia di molti. Saranno forse queste le ragioni che spiegano come nel suo volto oggi coabitino, alternandosi fraternamente, le rughe della diffidenza e le ombre della giovanile fiducia di chi sa che la gioia - e non il dolore - accresce la vita di un uomo. "Sai, questa bolla di solitudine inespugnabile che mi stringe fa di me un uomo peggiore. Nessuno ci pensa e nemmeno io fino all'anno scorso ci ho mai pensato. In privato sono diventato una persona non bella: sospettoso, guardingo. Sì, diffidente al di là di ogni ragionevolezza. Mi capita di pensare che ognuno voglia rubarmi qualcosa, in ogni caso raggirarmi, "usarmi". E' come se la mia umanità si fosse impoverita, si stesse immeschinendo. Come se prevalesse con costanza un lato oscuro di me stesso. Non è piacevole accorgersene e soprattutto io non sono così, non voglio essere così. Fino a un anno fa potevo ancora chiudere gli occhi, fingere di non sapere. Avevo la legittima ambizione, credo, di aver scritto qualcosa che mi sembrava stesse cambiando le cose. Quella mutazione lenta, quell'attenzione che mai era stata riservata alle tragedie di quella terra, quell'energia sociale che - come un'esplosione, come un sisma - ha imposto all'agenda dei media di occuparsi della mafia dei Casalesi, mi obbligava ad avere coraggio, a espormi, a stare in prima fila. E' la mia forma di resistenza, pensavo. Ogni cosa passava in secondo piano, diventava di serie B per me. Incontravo i grandi della letteratura e della politica, dicevo quello che dovevo e potevo dire. Non mi guardavo mai indietro. Non mi accorgevo di quel che ogni giorno andavo perdendo di me. Oggi, se mi guardo alle spalle, vedo macerie e un tempo irrimediabilmente perduto che non posso più afferrare ma ricostruire soltanto se non vivrò più, come faccio ora, come un latitante in fuga. In cattività, guardato a vista dai carabinieri, rinchiuso in una cella, deve vivere Sandokan, Francesco Schiavone, il boss dei Casalesi. Se lo è meritato per la violenza, i veleni e la morte con cui ha innaffiato la Campania, ma qual è il mio delitto? Perché io devo vivere come un recluso, un lebbroso, nascosto alla vita, al mondo, agli uomini? Qual è la mia malattia, la mia infezione? Qual è la mia colpa? Ho voluto soltanto raccontare una storia, la storia della mia gente, della mia terra, le storie della sua umiliazione. Ero soddisfatto per averlo fatto e pensavo di aver meritato quella piccola felicità che ti regala la virtù sociale di essere approvato dai tuoi simili, dalla tua gente. Sono stato un ingenuo. Nemmeno una casa, vogliono affittarmi a Napoli. Appena sanno chi sarà il nuovo inquilino si presentano con la faccia insincera e un sorriso di traverso che assomiglia al disprezzo più che alla paura: sono dispiaciuti assai, ma non possono.... I miei amici, i miei amici veri, quando li ho finalmente rivisti dopo tante fughe e troppe assenze, che non potevo spiegare, mi hanno detto: ora basta, non ne possiamo più di difendere te e il tuo maledetto libro, non possiamo essere in guerra con il mondo per colpa tua? Colpa, quale colpa? E' una colpa aver voluto raccontare la loro vita, la mia vita?".

Piacciono poco, da noi, i martiri. Morti e sepolti, li si può ancora, periodicamente, sopportare. Vivi, diventano antipatici. Molto antipatici. Roberto Saviano è molto antipatico a troppi. Può capitare di essere infastiditi dalla sua faccia in giro sulle prime pagine. Può capitare che ci si sorprenda a pensare a lui non come a una persona inseguita da una concreta minaccia di morte, a un ragazzo precipitato in un destino, ma come a una personalità che sa gestire con sapienza la sua immagine e fortuna. Capita anche in queste ore, qui e lì. E' poca, inutile cosa però chiedersi se la minaccia di oggi contro Roberto Saviano sia attendibile o quanto attendibile, più attendibile della penultima e quanto di più? O chiedersi se davvero quel Giuseppe Setola lo voglia disintegrare, prima di Natale, con il tritolo lungo l'autostrada Napoli-Roma o se gli assassini si siano già procurati, come dice uno di loro, l'esplosivo e i detonatori. O interrogarsi se la confidenza giunta alle orecchie delle polizie sia certa o soltanto probabile.

E' poca e inutile cosa, dico, perché, se i Casalesi ne avranno la possibilità, uccideranno Roberto Saviano. Dovesse essere l'ultimo sangue che versano. Sono ridotti a mal partito, stressati, accerchiati, incalzati, impoveriti e devono dimostrare l'inesorabilità del loro dominio. Devono poter provare alla comunità criminale e, nei loro territori, ai "sudditi" che nessuno li può sfidare impunemente senza mettere nel conto che alla sfida seguirà la morte, come il giorno segue la notte.

Lo sento addosso come un cattivo odore l'odio che mi circonda. Non è necessario che ascolti le loro intercettazioni e confessioni o legga sulle mura di Casale di Principe: "Saviano è un uomo di merda". Nessuno da quelle parti pensa che io abbia fatto soltanto il mio dovere, quello che pensavo fosse il mio dovere. Non mi riconoscono nemmeno l'onore delle armi che solitamente offrono ai poliziotti che li arrestano o ai giudici che li condannano. E questo mi fa incazzare. Il discredito che mi lanciano contro è di altra natura. Non dicono: "Saviano è un ricchione". No, dicono, si è arricchito. Quell'infame ci ha messo sulla bocca degli italiani, nel fuoco del governo e addirittura dell'esercito, ci ha messo davanti a queste fottute telecamere per soldi. Vuole soltanto diventare ricco: ecco perché quell'infame ha scritto il libro. E quest'argomento mette insieme la parte sana e quella malata di Casale. Mi mette contro anche i miei amici che mi dicono: bella vita la tua, hai fatto i soldi e noi invece tiriamo avanti con cinquecento euro al mese e poi dovremmo difenderti da chi ti odia e ti vuole morto? E perché, diccene la ragione? Prima ero ferito da questa follia, ora non più. Non mi sorprende più nulla. Mi sembra di aver capito che scaricando su di me tutti i veleni distruttivi, l'intera comunità può liberarsi della malattia che l'affligge, può continuare a pensare che quel male non ci sia o sia trascurabile; che tutto sommato sia sopportabile a confronto delle disgrazie provocate dal mio lavoro. Diventare il capro espiatorio dell'inciviltà e dell'impotenza dei Casalesi e di molti italiani del Mezzogiorno mi rende più obiettivo, più lucido da qualche tempo. Sono solo uno scrittore, mi dico, e ho usato soltanto le parole. Loro, di questo, hanno paura: delle parole. Non è meraviglioso? Le parole sono sufficienti a disarmarli, a sconfiggerli, a vederli in ginocchio. E allora ben vengano le parole e che siano tante. Sia benedetto il mercato, se chiede altre parole, altri racconti, altre rappresentazioni dei Casalesi e delle mafie. Ogni nuovo libro che si pubblica e si vende sarà per loro una sconfitta. E' il peso delle parole che ha messo in movimento le coscienze, la pubblica opinione, l'informazione. Negli anni novanta, la strage di immigrati a Pescopagano - ne ammazzarono cinque - finì in un titolo a una colonna nelle cronache nazionali dei giornali. Oggi, la strage dei ghanesi di Castelvolturno ha costretto il governo a un impegno paragonabile soltanto alla risposta a Cosa Nostra dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio. Non pensavo che potessimo giungere a questo. Non pensavo che un libro - soltanto un libro - potesse provocare questo terremoto. Subito dopo però penso che io devo rispettare, come rispetto me stesso, questa magia delle parole. Devo assecondarla, coltivarla, meritarmela questa forza. Perché è la mia vita. Perché credo che, soltanto scrivendo, la mia vita sia degna di essere vissuta. Ho sentito, per molto tempo, come un obbligo morale diventare un simbolo, accettare di essere al proscenio anche al di là della mia voglia. L'ho fatto e non ne sono pentito. Ho rifiutato due anni fa, come pure mi consigliavano, di andarmene a vivere a New York. Avrei potuto scrivere di altro, come ho intenzione di fare. Sono restato, ma per quanto tempo dovrò portare questa croce? Forse se avessi una famiglia, se avessi dei figli - come li hanno i miei "angeli custodi", ognuno di loro non ne ha meno di tre - avrei un altro equilibrio. Avrei un casa dove tornare, un affetto da difendere, una nostalgia. Non è così. Io ho soltanto le parole, oggi, a cui provvedere, di cui occuparmi. E voglio farlo, devo farlo. Come devo - lo so - ricostruire la mia vita lontano dalle ombre. Anche se non ho il coraggio di dirlo, ai carabinieri di Napoli che mi proteggono come un figlio, agli uomini che da anni si occupano della mia sicurezza. Non ho il cuore di dirglielo. Sai, nessuno di loro ha chiesto di andar via dopo quest'ultimo allarme, e questa loro ostinazione mi commuove. Mi hanno solo detto: "Robe', tranquillo, ché non ci faremo fottere d

a quelli là"".

A chi appartiene la vita di Roberto? Soltanto a lui che può perderla? Il destino di Saviano - quale saranno da oggi i suoi giorni, quale sarà il luogo dove sceglierà, "per il momento", di scrivere per noi le sue parole necessarie - sono sempre di più un affare della democrazia italiana.

La sua vita disarmata - o armata soltanto di parole - è caduta in un'area d'indistinzione dove sembra non esserci alcuna tradizionale differenza tra la guerra e la pace, se la mafia può dichiarare guerra allo Stato e lo Stato per troppo tempo non ha saputo né cancellare quella violenza sugli uomini e le cose né ripristinare diritti essenziali. A cominciare dal più originario dei diritti democratici: il diritto alla parola. Se perde Saviano, perderemo irrimediabilmente tutti.

 
 
 

Siete dei minchioni

Post n°198 pubblicato il 29 Settembre 2008 da Lo_Stitico

non sapete più che scrivere in questo blog!!!! non scrivete più in questo blog!!! perchè??? vi è passata la voglia? o non sapete più cosa scrivere?molto probabilmente come ogni moda è passata!!!dal Fire me lo aspettavo ma da te Pè!! vecchio lesina pervertito!!!e che tifa per la Fiorentina... Pergiunta!!!! del resto nemmeno  il Lobos è  da meno, apparte il fatto che tifa Milan (gran bella vittoria ieri sull'Inter!!!), poi per il resto non se ne salva nessuno!!! l'ho sempre detto che il Lobos è il meglio, bello, aitante, fortunato, con la cappella grande (come dice i Fire)....

ALLORA!! VOLETE TORNARE A SCRIVERE!!!!!QUALSIASI COSA QUALSIASI MINCHIATA!!!COME STO FACENDO IO ADESSO!!!

SENNò RISCRIVO LE AVVENTURE DI SUPER FIRE!!! VEDIAMO SE CON LE MINACCE RIESCO A FARVI RISCRIVERE!!!.

grazie per la cortese attenzione.

il vostro Stitico di Fiducia

Dott. Urologo Ceppica Ubaldo, disturbato da triplice personalità

 
 
 

Concerto Ligabue

Post n°197 pubblicato il 10 Luglio 2008 da lobos85
 

finalmento dopo tanta attesa cè l'abbiamo fatta!!!! e siamo andati al concerto di ligabue!!!! alemno quest'anno un concerto lo abbiamo visto, la sfiga nn ci a perseguitato come l'anno scorso (dovevamo andare all'Heineken Jammin Festival...ma qualcuno prima di arrivare, per scherzo disse: "e se arriva una tromba d'aria??"........accadde per davvero e niente Heineken!!!!

per me è stato il primo concerto, e nn immaginavo che fosse così bello. mi è piaciuto tutto dall'attesa al concerto.

abbiamo patito un pò il caldo...un pò tanto, ma almeno ci siamo rifatti gli occhi...

eravoamo anche ben attrezzati:

5 lt di vino, 3 lt di birra, stuzzichini vari, e anche un pò d'acqua per nn rimanere a secco.

 prima di entrare, come immaginavamo, ci hanno perquisito, per modo di dire, infatti i fire è stato bravo a "nascondere" il Ronco da 5 lt, e ci hanno fatto togliere i tappini dalle bottiglie di acqua, mentre dalle bottiglie di birra no, perchè ci eravamo già attrezzati, infatti i tappi li abbiamo tolti prima di entrare, li abbiamo nascosti(dentro un sacchetto delle patatine(idea geniale)), e una volta entrati li abbiamo rimessi.....troppo facile raggirare la sicurezza, ora capisco molte cose...

cmq una volta dentro lo stadio, siamo andati a bivaccare davanti il palco, ci siamo presi il nostro spazio e ci siamo messi "comodi" perl'attesa, lunga attesa ma divertente. infatti non abbiamo fatto altro che guardare tette e culi, le donne erano tutte in reggiseno, per la gioia di tutti i maschietti, per colpa del caldo.

e abbiamo incominciato a bere, bere, bere.... prima con la birra e dopo siamo passati al vino.

però ad un certo punto come mi era stato detto, qiualcuno deve aver gridato che cera ligabue o qualcosa del genere, qundi hanno incominciato tutti a spingere verso il palco e noi abbiamo dovuto fare la stessa cosa, prendere di fretta e furia tutta la nostra roba accampata e portarcela dietro. in quel momento ho perso il mio mazzo di carte...ceh avevo fregato a qualcuno molti anni fa, nn mi ricordo a chi però.

dopo la sommossa e lo spostamento il nostro gruppo si rimette a sedere mentre gli altri rimangono in piedi, e ricominciamo a bere il vino offrendolo anche ad alcune ragazze che erano sedute vicino a noi. poi all'improvviso nn trovo più la macchina fotografica, credevo di aver perso anche quella.... qualcuno me l'aveva nascosta dentro un sacchetto di pop corn (maledettiiii!!!) oppure cè l'avevo messa io...(nn credo di essere diventato così scemo però tutto puiò essere). poi verso l'otto e mezzo io e i fire dobbiamo andare a pisciare. un pò barcollando (per quandto riguarda me) per aver bevuto troppo vino, ci avviamo verso i Sebach, uriniamo, e poi proviamo a tornare ai nostri posti.

IMPRESA NON FACILE.

per passare, apparte una telefonata vera fatto al GIUNTI per riuscire a individuarli, abbiamo fatto finta di telefonare alle "nostre ragazze" che ci stavano aspettanto, abbiamo finto, abbiamo preso in giro e detto bugie durante tutto il tragitto per tornare al nostro posto. "alza il cappelo", "dove siete, ora  vi vedo" "le nostre ragazze ci stanno aspettando" ecc. ecc.

la gente in torno a noi nn ha apprezzato che passassimo dalle loro parti (pensavano che si volesse passare davanti a loro per fregargli i posti) infatti credo che abbiamo preso molti va affanculo.

poi inizia il concerto... molto bello, tutti che cantavano, si muovevano si avvinghiavano...nn si avvinghiava nessuno.

alla fine io ero distrutto, non cè la facevo più, sonno, fame, mal di testa.

infatti il tragitto di ritorno in macchina, ho fatto altro che dormire.

una bella esperienza che spero di rifare in futuro!!!

 
 
 

veri mostri!!!

Post n°196 pubblicato il 26 Giugno 2008 da lobos85
Foto di Lo_Stitico

Ue!! per chi ci conosce ma chi sono questi mostri?????

 
 
 

progetto

Post n°195 pubblicato il 25 Giugno 2008 da Lo_Stitico

questo messaggio è rivolto ai latitanti Lobos, Fire, Pè e Signa. il sottoscritto scrivente Lobos ha una idea per divertirsi e creare qualcosa di cui sono sicuro siamo capaci di fare anche voi. "casualmente" oggi ho scaricato da internet un programma per modificare file audio, cambiare la voce, inserire effetti sonori di sottofondo e anche divertenti. embe direte voi... e allora???

prima di scrivere qui lo provato, mi sono fatto due risate registrandomi la voce simile a qeulla famosissima di satana (dello zoo di 105)e lo provata offendendo e minacciando il fire. ho il file audio registrato se posso ve lo faccio sentire. voi direte ancora... e allora??? come allora??? beh se nn trovo l'appoggio di nessuno ho l'intenzione di riportare da scritto in audio le mirabolanti avventure di Super Fire, per fare una prova, se la prova riesce bene, il passo successivo è di creare scenette divertenti e molto stupide da poi pubblicare sul blog. allora ragazzacci cosa ne pensate??? spero nel vostro consenso e appoggio perchè conoscendovi so che possiamo creare cose molto divertenti per noi e anche forse per gli altri.

cmq ho messo online la prova fatta, non è un gran che, anzi fa un pò cagare ma lo messa per farvi rendere conto dell'idea che ho avuto e soprattutto se vi può piacere. dopo l'esperienza per il video delle vacanze in spagna questo dovrebbe essere una passeggiata per voi.....

demo prova Demone minaccia Fire

 
 
 
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nervoso
Inviato da: pietro19860
il 14/11/2008 alle 19:01
 
bellini si!!!!!
Inviato da: Super_Fire
il 30/06/2008 alle 13:48
 
ma io ho detto come prova, se a nessuno interessa, sennò si...
Inviato da: lobos85
il 26/06/2008 alle 17:08
 
SE VUOI INIZIARE A ME VA BENE. SAPPI COMUNQUE CHE ODIO LE...
Inviato da: Pe85
il 26/06/2008 alle 16:54
 
i signa è piu bello cosi!!
Inviato da: Pe85
il 26/06/2008 alle 16:51
 
 

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