Creato da: Lory.B87 il 29/09/2009
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RECAPITI UTILI

Tenda San Damiano
tel. 333.9211945
email: tendasandamiano@gmail.com su facebook: gruppo Tenda San Damiano

 

 

Collaborazione attiva con...
Comunità Oasi2 S.Francesco Onlus
http://www.oasi2.it/

 

Parla la Responsabile, Antonella De Benedictis

 

TRATTA DI ESSERI UMANI

Il traffico di esseri umani è definito come il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l'alloggio o l'accoglienza di una o più persone, usando mezzi illeciti ai fini dello sfruttamento.

Lo sfruttamento comprende almeno, lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forzati, la schiavitù o le pratiche analoghe alla schiavitù, la servitù o il traffico di organi.

(video tratto dal web)

QUESTO ACCADE OGGI!!!

 

Desideriamo che questo blog sia mezzo di comunicazione e di "denuncia" perchè (come dicevo qualche sera fa in una testimonianza che partiva da una famosa canzone di Liabue) vogliamo saltare giù dal palco sul quale stavamo a guardare questa realtà scomoda, tuffarci in essa, e portarla proprio sul palco perchè tutti possano vederla e rendersi conto...

 

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E TU????

E' l'indifferenza a renderci complici!

Il tuo Cristo è ebreo,
la tua macchina è giapponese,
la tua pizza è italiana,
la tua democrazia è greca,
le tue scarpe sono thailandesi,
il tuo thè è indiano,
il tuo caffè è brasiliano,
il tuo cellulare è finlandese,
la tua maglietta è cinese,
le tue vacanze sono egiziane,
i tuoi numeri sono arabi,
la tua scrittura è latina,
la tua birra è africana,
le tue patate sono americane.
E tu dici a me di essere straniero...
 

 

Che bello...
Ho avuto modo di vedere in questo periodo di ferie la purezza dei bambini... che di fronte ad una persona con la pelle di un altro colore mi hanno posto un'unica domanda: "Come faccio per dirgli se vuole giocare a tombola con noi? Mi insegni a dirlo in inglese così lo invito?"...
Dovremmo imparare dai bambini... spesso!  

 

PERCHE', IN FONDO, C'č UN SOLO DIO...

 

Non che diverta... ma rende molto l'idea!

 

 

 

 

 

 

CAPODANNO SOLIDALE 2011

Post n°73 pubblicato il 29 Dicembre 2010 da Lory.B87

SE NON FESTEGGI IN COMPAGNIA... CHE CAPODANNO VUOI CHE SIA?!!!??


Anche quest'anno si ripete l'inizitiva dell'associazione di volontariato TENDA SAN DAMIANO: festeggiare insieme agli immigrati il nuovo anno... PERCHE' TUTTI POSSANO AVERE LA COMPAGNIA DI UNA FAMIGLIA... anche chi ha i propri cari in un altro continente!
Ci sarà di che divertirsi.. ceneremo insieme e poi... balli, musica, animazione... e tanta GIOIA DI FESTEGGIARE INSIEME!
Tutti MA PROPRIO TUTTI siamo invitati... si prega gentilmente di dare conferma per poter gestire al meglio la preparazione della cena!
grazie a quanti vorranno con-dividere con noi e con tanti nuovi amici l'inizio di un anno pieno di tanti sogni e tante speranze!!!!!!!!

L'evento avrà luogo presso il centro educazione ambientale (alle spalle di piazza ostillio) a VILLA CASTELLI - Start ore 20.30 circa... fino a quando avremo forza di ballare ^_^  ovviamente la sera del 31/12/2010!

vi aspettiamo numerosiii...... fate girare! grazie

 
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DALLA ROMANIA ALL'ITALIA: UNA STORIA DI RISCATTO!

Post n°72 pubblicato il 18 Settembre 2010 da Lory.B87

Se sei rumena in Italia puoi essere o una badante o una prostituta. La prima è una speranza per il permesso di soggiorno, la seconda è una schiavitù. E’ questa la percezione che una ragazza come Natasha, con l’unica particolarità di essere rumena e la ‘colpa’ della clandestinità, ha dell’Italia. Un giudizio tagliente, figlio di un’esperienza di vita e di integrazione ben diversa da quella che Natasha si sarebbe aspettata arrivando in Italia. E lo dice chiaramente: «quando sono arrivata nel ’99, nel vostro Paese non giungevano tanti stranieri come oggi. C’erano più diffidenza e paura».

Dopo un’infanzia vissuta sotto la dittatura comunista di Ceauşescu, Natasha ha la possibilità di frequentare  l’istituto biochimico ed ottenere il diploma grazie ad una borsa di studio: «la mia famiglia era povera -spiega- ma sono stata fortunata perché ho potuto studiare in città. Era una vita molto spartana: avevamo l’acqua calda solo una volta alla settimana e alle nove già si dovevano spegnere le luci». Nelle estati del ’90 e del ’91, a nove anni, Natasha aveva partecipato ad uno scambio con l’Italia, vivendo per qualche mese presso una famiglia di Lumezzane, in provincia di Brescia. «Questa famiglia mi ha aiutato molto anche negli anni successivi. Mi mandava soldi, regali e vestiti, ma non bastavano per rendere la vita meno grama. Non avevo praticamente niente».

Dopo aver tentato, senza successo, di essere ammessa alla facoltà di geografia, Natasha si iscrive ad un corso post liceale di contabilità, della durata di tre anni. «Ne ho fatto solo uno, perché poi ho deciso di venire in Italia. Era il 1999, avevo 19 anni». Già alcuni ragazzi del suo paese hanno tentato di raggiungere di nascosto l’Italia: negli ultimi anni ’90 è infatti quasi impossibile vedersi rilasciare un visto e si può lasciare la Romania solo clandestinamente. Il fatto di avere contatti abituali con una famiglia italiana rappresenta per Natasha un punto di partenza più stabile di quello di altri suoi connazionali, così decide di tentare l’emigrazione: «in Romania avevo solo la prospettiva di restare a lavorare nei campi con la mia famiglia -spiega – Volevo cercare qualcosa di meglio».

Si mette così in contatto con un sacerdote rumeno che sta organizzando un pellegrinaggio in pullman a Lourdes e riesce a ottenere il visto turistico con validità di un mese nei paesi Schengen. Durante il viaggio si fa lasciare a Lumezzane: uno ‘strappo’ costato 500 marchi, quasi l’intero gruzzolo che ha messo da parte negli anni grazie agli amici italiani. «Era notte fonda e non li avevo avvisati del mio arrivo -racconta- perché sapevo che non mi avrebbero accolta. Non mi hanno potuto lasciare in mezzo alla strada, ma il giorno successivo mi hanno portata dalla polizia. I clandestini -continua- facevano molta paura, anche se io per un mese ero perfettamente in regola. Questo loro non lo sapevano». Secondo quanto previsto dalla sanatoria del ‘98, se queste persone l’avessero assunta alle loro dipendenze nel ristorante di famiglia Natasha avrebbe automaticamente ottenuto il permesso di soggiorno regolare per risiedere in Italia, ma ciò non avviene. Trova invece impiego in nero come commessa in una libreria: un lavoro pagato appena 200mila lire al mese, con vitto e alloggio nella casa dei proprietari. «Erano parenti dei miei conoscenti di Lumezzane. – spiega la ragazza – Il problema con loro è sorto quando il marito della proprietaria ha iniziato a pretendere che io diventassi la sua amante. La situazione è diventata insostenibile, soprattutto perché lui mi ricattava con la promessa del permesso di soggiorno. Quando ho rifiutato di accettare le sue proposte sono stata licenziata».

Senza possibilità di mantenimento e quasi senza soldi, irregolare e non creduta dalla famiglia che l’aveva ospitata, Natasha si rivolge a due connazionali che abitavano nelle vicinanze e con cui in quei mesi è rimasta in contatto. Ma il loro aiuto ha un prezzo che Natasha non è disposta a pagare: «mi hanno proposto di diventare una prostituta, allettandomi con l’idea di un facile e rapido guadagno. Loro avrebbero messo a disposizione la casa e si sarebbero tenuti una parte dei soldi, mentre io avrei avuto il resto. Non nego di aver soppesato l’idea: ero disperata. Ma alla fine non è bastata la disperazione a farmi accettare simili compromessi».

L’unica alternativa rimasta a quel punto è il ritorno a casa: la fine di una speranza andata male. Raggiunge Piazza Castello a Milano, da dove partono i pullman per la Romania, ma l’autista non la lascia salire. «Non avevo i documenti in regola -spiega- quindi lui non poteva assolutamente prendermi, perché al confine con l’Austria gli avrei causato guai. Così -continua-  non potevo stare in Italia né tornare a casa. Mi restava solo l’alternativa di consegnarmi spontaneamente alla polizia come clandestina».

Quella sera stessa si mette in contatto con altri amici di famiglia –una donna, il suo compagno ed il figlio- residenti a Milano, in zona Piazzale Corvetto, in casolari abbandonati e decrepiti dove vivono abusivamente moltissimi rumeni, stipati in minuscole stanzette con appena una branda, un fornello ed un secchio per i bisogni. La donna però si rifiuta di accoglierla nella sua stanza per la notte. «Se non fosse stato per suo figlio Sorin non so cos’avrei fatto», racconta la ragazza. «Mi ha accompagnato dalla famiglia di un suo collega e mi ha aiutato fin da subito a cercare un altro lavoro». Solo una settimana più tardi, Natasha viene impiegata come cameriera al servizio di una ricca famiglia milanese, dove però resta soltanto per pochi giorni perché costretta a turni sfiancanti e ad uno stile di vita alienante, pagata pochissimo e quasi costretta alla fame. «A noi cameriere –narra Natasha- davano da mangiare solo il fondo di prosciutto gelido e il padrone ci contava ogni boccone. Non potevo continuare così, mi stavo ammalando: eravamo praticamente schiave».

Torna così a piazzale Corvetto e per due settimane rimane costretta nella minuscola stanza di Sorin, senza poter uscire per paura di essere aggredita dagli altri abusivi del palazzo, fino a quando non trova un nuovo posto di lavoro come badante, a Clusone in provincia di Bergamo. «Non avevo mai fatto la badante, prima. – racconta- Eppure sapevo che dovevo farcela: se fossi tornata a Milano o in Romania avrei lasciato qualcosa di quasi certo, anche se difficile,  per un futuro incerto e probabilmente molto triste. Così mi sono rimboccata le maniche e da dieci anni sono qui».

I primi due anni non sono affatto facili: da un lato, c’è la paura di uscire di casa per via della condizione di clandestina, e dall’altro la sensazione di solitudine sempre più acuta e insostenibile. Una solitudine combattuta nel corso degli anni con attività sempre più frequenti nell’oratorio del paese e nei gruppi parrocchiali, ma anche con corsi di teatro e in palestra, fino a sentirsi quasi completamente inserita nella comunità.

Adesso Natasha gestisce una classe di adolescenti come animatrice di oratorio. Ha il suo gruppo di amici, il permesso di soggiorno e una vita normale. «L’italiano è una lingua bellissima e tre anni fa ho presentato la domanda per ottenere la cittadinanza italiana. Spero venga accolta: non ho fatto lo sbaglio di sposare un italiano solo per avere il permesso di soggiorno e non lo farò ora per ottenere la cittadinanza».

Le difficoltà non mancano di certo. Il lavoro di badante è ancora considerato precario nonostante l’alta percentuale di anziani in Italia, e questo impedisce a Natasha di ottenere dalla banca il prestito di cui avrebbe bisogno per comprare casa. «Inoltre – continua – l’assistenza agli anziani è ancora vista come un lavoro ‘da extracomunitari’. Una volta un ragazzo mi ha voltato le spalle quando ha saputo che svolgo questo lavoro». Un episodio banale, ma che rende evidente come non bastino le attività in parrocchia, un italiano perfetto ed un lavoro in regola per togliersi di dosso l’etichetta della ‘straniera’, soprattutto nei paesi di piccole dimensioni come Clusone. «Io voglio l’integrazione, – spiega la ragazza – sono entrata nel vostro modo di vivere e nella vostra comunità, come penso dovrebbero fare tutti gli stranieri». La sua considerazione sulla situazione politica attuale è glaciale: «Voterei Lega Nord – sostiene- perché è giusto che chi viene da un’altra cultura si adatti alla vostra. Eppure –continua- molte volte mi sento esclusa, come se non fossi considerata alla vostra altezza soltanto perché sono rumena. Molte persone non sanno nulla di me o della mia vita, ma si sentono il diritto di giudicarmi per la mia provenienza. Certi atteggiamenti fanno male».

Tuttavia Natasha non pensa di tornare in Romania: è in Italia che vede il suo futuro e le sue possibilità. «Ma non mi sento del tutto italiana. – spiega-  Vorrei unire i due mondi che mi porto dentro, Italia e Romania, ma faccio fatica. Alla fine si rimane sempre un po’ in bilico tra ciò che si era e ciò che si diventa».

Erica Balduzzi

 
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CUORI IN FESTA ***RENDICONTO***

Post n°71 pubblicato il 16 Settembre 2010 da Lory.B87

CREDIAMO CHE SIA BELLO E IMPORTANTE FARE CHIAREZZA SU QUANTO ABBIAMO RACCOLTO CON LA MANIFESTAZIONE CUORI IN FESTA... CREDIAMO CHE CHI HA PARTECIPATO VOGLIA COMPRENDERE E CAPIRE... E SIAMO FELICI DI CONDIVIDERE CON TUTTI VOI CHE CI AVETE SOSTENUTO IL RENDICONTO DELLA SERATA! SONO STATI RACCOLTI € 1901.95


COME SARANNO ...
IMPIEGATI QUESTI SOLDI?!
-INNANZITUTTO PER SOSTENERE LA CASA DI ACCOGLIENZA CHE ORMAI DA TEMPO GESTIAMO
-RIAVVIANDO L'UNITA' DI STRADA
IN PRIMIS MA NON SOLO... SONO IN CANTIERE MOLTI ALTRI PROGETTI CHE STIAMO VALUTANDO...
IN OGNI CASO PER RIMANERE AGGIORNATI SUI PROGETTI CHE PORTEREMO AVANTI E SOSTERREMO BASTERA' COLLEGARVI DI TANTO IN TANTO AL NOSTRO BLOG O ANCHE SU FB! GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO PARTECIPATO!!!

 
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AAA OFFRESI LAVORO COME BADANTE

Post n°70 pubblicato il 16 Settembre 2010 da Lory.B87

L'associazione Tenda San Damiano offre a chi ne avesse bisogno lavoro come badante per J., donna polacca con esperienza e buona volontà come badante.
Disposti a spostarsi in tutta la Puglia o dove ci fosse richiesta.

J. è una donna che ha serio bisogno di lavoro. E' brava e scrupolosa nel suo mestiere. Attenta alle necessità dell'assistito/a, fisiche e psichiche; estremamente seria, dolce e molto inteligente.

Per maggiori informazioni, anche senza impegno alcuno potete contattarci al 333.9211945 o a tendasandamiano@gmail.com

Disponibilità IMMEDIATA, anche per una prova!

grazie!

 
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CUORI IN FESTA II EDIZIONE 02/SETT/2010

Post n°69 pubblicato il 25 Agosto 2010 da Lory.B87

 
Carissimi Amici,
anche quest'anno l'Associazione Tenda San Damiano ha voluto organizzare l'evento CUORI IN FESTA... ospite d'eccezione quest'anno UCCIO DE SANTIS...
Ci sarà inoltre la presentazione del libro "Vuoti a rendere" con l'intervento dei vari autori (libro che racconta la storia di immigrati in cerca di speranze) il cui ricavato andrà devoluto per finanziare associazioni di volontariato come la nostra!!
Dopo lo spettacc...
olo esilarante e divertente di Uccio, ci sarà tempo per musiche e balli...
Vi aspettiamo anche quest'anno numerosi!!!!! Certi che vorrete passare con noi una serata spensierata all'insegna del divertimento e della SOLIDARIETA'!!!!!

N.B. A partire dalle ore 19.00 ci sarà la possibilità di donare il sangue grazie alla presenza di un'emoteca dell'avis... accorriamo numerosi!!!!!
PROGRAMMA:
ore 19.00 inizio raccolta sangue a cura dell‛AVIS

ore 20.30 presentazione del libro “Vuoti a rendere”
a cura di Simone Iannuso con l‛ntervento dei vari autori
...

ore 21.30 Spettacolo del comico Uccio De Santis
direttamente da

ore 23.30 Balli e musica dj Antonio Gallone

CONTRIBUTO € 5.00 (ATTENZIONE: I bambini al di sotto di 1.20 mt di altezza entrano gratis!!!)
VI RICORDO CHE L'INTERO RICAVATO DELL'EVENTO SARA' UTILIZZATO PER FINANZIARE I PROGETTI DELL'ASSOCIAZIONE TENDA SAN DAMIANO!!!!
 
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CIE: ANCORA SCONTRI TRA I "DETENUTI" SENZA REATO

Post n°68 pubblicato il 18 Agosto 2010 da Lory.B87
 

Milano, scontri nel Cie di via Corelli. La testimonianzaFeriti tra migranti e forze dell'ordine. Parla A., tunisino, detenuto nel Centro

17 / 8 / 2010
La protesta esplosa la notte scorsa è una delle tante che ha riguardato il Centro di identificazione ed espulsione milanese negli ultime mesi. Sei agenti e cinque nordafricani sono rimasti feriti. Un migrante di origine algerina è riuscito a fuggire mentre un altro ragazzo detenuto nel centro si è fratturato entrambe le gambe nel tentativo di saltare giù dal tetto, dove si erano arrampicati una quarantina di immigrati per protestare.Il 18 luglio scorso, nel corso di una protesta analoga, erano fuggiti altri tre migranti.


"Alcuni ragazzi sono saliti sul tetto. Dopo gli scontri sono stati picchiati dalla polizia, con i manganelli sulla testa, in faccia, alcuni non sono ancora rientrati dall'ospedale dove li hanno portati" ci spiega A., che si trova nel Cie da un mese mezzo.
"La sezione coinvolta è stata la B, ex sezione femminile, dove sono arrivati una trentina di migranti da poco tempo. Sbarcati in Sardegna sono stati portati direttamente al Cie di Milano. Alcune donne sono state trasferite a Roma. Non ci sono state vere e proprie cause scatenanti, solo che stare qui è come stare in carcere. Io ho paura quando vedo queste cose".

A. ha un biglietto per essere rimpatriato in Tunisia. Dopo 24 anni di permanenza in Italia, dove ha una moglie e tre figli, gli è stato imposto il rimpatrio.
"Non voglio partire, ma non voglio nemmeno essere picchiato. Tra due giorni vado via, ma ci sono persone che stanno qui da mesi e resistere è difficilissimo. Se ti ribelli arrivano in dieci, venti e ti picchiano. Io non voglio che succeda a me".
E continua: "E' assurdo, qui c'è tutta la mia vita. Non ho più nessuno di là, in Tunisia. Mi hanno distrutto la vita, hanno distrutto la mia famiglia".
La polizia nel pomeriggio ha eseguito controlli: "Stanno perquisendo tutti, tutta la sezione B, ogni singola stanza, dai muri ai materassi, per trovare armi, pezzi di ferro, qualsiasi cosa. C'è una situazione tesissima."

Nel report di Medici Senza Frontiere sui Cie italiani "Al di là del Muro", che ha come scopo quello di far conoscere la realtà di questi spazi chiusi ad osservatori esterni, il Centro di via Corelli risulta privo dei servizi di mediazione culturale. Non ci sono procedure sanitarie per la diagnosi e il trattamento delle malattie infettive. Il sostegno legale in materia d'asilo è carente.

I servizi indicati da Medici Senza Frontiere sono servizi assolutamente necessari dato che nei centri s'intrecciano, in condizioni di detenzione, situazioni di fragilità estremamente eterogenee tra loro a cui corrispondono esigenze molto diversificate.
I detenuti-ospiti scoprono come il rispetto dei diritti umani, humus di ogni paese civile, possa essere facilmente ignorato. La vita dei migranti nei Cie oscilla tra l'attesa e l'orrore. Il disagio psicologico è pesante, ed è quello di vivere in una doppia assenza: quella del paese che si è lasciato e quella del paese in cui ci si trova, dove un vero e proprio esercito di apolidi rimane invisibile. Fatto salvo per episodi di cronaca come quello di stanotte, quando forze dell'ordine diventano protagoniste di atti di violenza, in mancanza di una strategia politica alternativa.

Il manganello sembra essere uno dei pochi mezzi che lo Stato ha a disposizione per esercitare il proprio potere, chiuso nella sua morsa xenofoba.
Fin troppo semplice usare la repressione contro l'immigrato, la cui colpa è quella di non essere in possesso di un documento di riconoscimento, nuovo reato stabilito dal pacchetto sicurezza. Tra le mura di queste vere e proprie galere per clandestini, che replicano le strutture penitenziarie sotto diversi aspetti, si consumano quotidianamente violenze che, troppo spesso, vengono ignorate dall'opinione pubblica.

COME SI PUO' RESTARE IMPASSIBILI DINANZI A EPISODI COME QUESTO CHE SI RIPETONO QUOTIDIANAMENTE?!

 
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A SCUOLA DI... RISPETTO!

Post n°67 pubblicato il 18 Agosto 2010 da Lory.B87
 

Anna Baldry: «Così insegno ai poliziotti afghani a rispettare le donne di Kabul»

«Alla fine della lezione qualche poliziotta si avvicina e mi sorride, qualche agente si alza dal banco e dice grazie, ma mi rendo conto che ci vuole tempo perché le cose cambino». Dal 31 luglio Anna Baldry insegna ai poliziotti afghani come interrogare una donna vittima di abusi o un bambino che ha subito violenze in casa. Mostra ai suoi studenti i video in cui mogli e figlie si danno fuoco per scappare da casa: il carcere e l'ospedale sembrano le uniche vie d'uscita. Con l'aiuto di un consulente legale, Corano alla mano, spiega che sposare quattro donne non è regola prescritta dall'Islam. Cerca di districare e distinguere leggi civili e penali, Costituzione, sharia.

Baldry, docente di psicologia alla seconda università di Napoli, 18 anni di esperienza di stalking e violenza contro le donne fra Ong e tribunali, ha accettato di passare tre settimane di agosto a Kabul per tenere lezioni su integrazione fra agenti maschi e femmine, abusi, violenze domestiche. È la responsabile dei primi seminari di questo tipo voluti dalla Nato Training Mission Afghanistan, struttura che si occupa di addestrare la polizia locale nella patria dei talebani che mozzano naso e orecchie a adolescenti che tentano di fuggire da padri e mariti violenti.

«Qui c'è stata una guerra e io mi rendo conto che non ha senso parlare di parità uomo-donna, bisogna combattere la poca conoscenza della legge del 2009 e del Corano, la tendenza a confinare le poliziotte in ruoli esecutivi. Vedo però che gli agenti sono ricettivi sui contenuti», racconta al telefono. Baldry coglie progressi ma constata le difficoltà dell'ambiente: «Nei questionari anonimi sull'utilità del corso, gli agenti si dicono soddisfatti ma qualcuno preferirebbe fare corsi divisi, uomini da una parte, donne dall'altra» (con buona pace della gender integration). La prof scopre cosa vuol dire tenere lezioni islamicamente corrette: una psicologa abituata ai tribunali italiani distingue automaticamente fra molestie leggere e violenza con penetrazione, se non altro perché cambia la gravità del reato e della pena. Da esperta sa che suo compito è illustrare i vari tipi di abusi su minori e come si realizzano. Non così a Kabul, il traduttore si oppone: «No, questo non glielo posso dire, urta la loro sensibilità, bisogna moderare il linguaggio a maggior ragione nel periodo di Ramadan» si sente rispondere Baldry. La versione in dari, lingua afghana più diffusa, è dunque diluita così non si offende nessuno.

 

Baldry deve «responsabilizzare» i poliziotti, far superare pratiche come persuadere la vittima a ritornare in famiglia e farsi giudicare da corti informali gestite da capi tribù. Insomma far capire che abusare di una donna o un bambino non è un fatto privato: e l'uniforme impone di non schierarsi per nessuna delle parti in causa. Coda di cavallo, velo blu «che a volte mi cade», Baldry è stata chiamata dal generale Carmelo Burgio, comandante Nato responsabile dell'addestramento della polizia da 10 mesi in Afghanistan. ««Avevamo bisogno di una persona che non avesse solo competenze accademiche ma anche operative, abbiamo anche ricevuto dei no. Adesso - continua il generale - si sente il bisogno di fare un salto di qualità: bisogna far cambiare mentalità ai poliziotti sia con corsi anticorruzione sia con questi a tutela di donne e bambini». I militari si sono mossi prima della diplomazia, prima cioè della conferenza internazionale di Kabul del 20 luglio che ha posto fra le priorità i diritti delle donne e dei bambini. «Questi seminari sono stati programmati otto mesi fa, il primo si è svolto ad aprile e ha riguardato un centinaio di ufficiali, stavolta altri 200. Circa trecento poliziotti, un terzo donne, che istruiranno agenti semplici».

In passato sono stati fatti altri tentativi di seminari di questo tipo senza successo: la «mentalità locale» era restia, c'è stato ostruzionismo «ancora adesso non c'è approvazione al cento per cento, alcuni sono sospettosi ma ci sono buoni risultati. La prima volta che si è parlato di corsi per tutelare delle donne - ricorda Burgio - personaggi di spicco della polizia locale avevano risposto "Non ci serve"». Adesso pare si siano «rassegnati» all'idea che la comunità internazionale tiene molto a questi temi e comunque c'è una legge da applicare. Finora i corsi sono stati tenuti a Kabul, «a Natale ci si vorrebbe spostare nei centri di addestramento del sud». Il generale è consapevole che la materia è «sensibilissima»: si toccano religione, cultura, credenze; risentimento e strumentalizzazioni sono dietro l'angolo. «Ma non si possono fare ragionamenti tipo: se il talebano non gradisce mette una bomba. Altrimenti non avrebbe senso stare qua».

Articolo tratto da Il sole 24 ore

QUESTA SI CHE MI PARE UNA BELLA INIZIATIVA... FINO A CHE NON CI SARA' EDUCAZIONE AL RISPETTO DELLA DIVERSITA' (TRA UOMO E DONNA INNANZITUTTO) LI DOVE MANCA, NON POSSIAMO PRETENDERE CHE LE COSE CAMBINO COME PER MAGIA... SPERO ABBIA SUCCESSO! 

 
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MORIRE NEL DESERTO!

Post n°66 pubblicato il 17 Agosto 2010 da Lory.B87
 

Immigrazione: genocidio in mare e nel deserto

Si parla di più di 200 emigrati, molti dei quali fuggiti dall'Eritrea per motivi politici, che volendo raggiungere l'Europa sono stati respinti e rinchiusi prima in un campo di detenzione e poi rilasciati in mezzo al deserto senza cibo né denaro per acquistarlo.

Articolo di: Vittorio Cristelli

 

Foto di http://media.panorama.it/media

 

Rischia di non essere una raffigurazione blasfema quella del pittore Giuseppe Veneziano in mostra questi giorni a Milano. Raffigura una Madonna dal viso dolce e vagamente rinascimentale con in braccio un piccolo Hitler con baffetti, stivaloni, bandoliera e fascia con svastica. Se raffrontata con quanto sta avvenendo in Libia con gli emigrati eritrei può essere una denuncia sferzante all'Italia cattolica. Si parla di più di 200 emigrati, molti dei quali fuggiti dall'Eritrea per motivi politici, che volendo raggiungere l'Europa sono stati respinti e rinchiusi prima in un campo di detenzione e poi rilasciati in mezzo al deserto senza cibo né denaro per acquistarlo. L'alternativa per loro è o di ritentare la via dell'Europa con la prospettiva quasi certa di essere di nuovo respinti e messi in prigione o di ritornare in patria con la certezza della detenzione e dell'eliminazione fisica. E tutto questo in vigenza del trattato tra Italia e Libia in tema di respingimenti. Il Governo italiano, ministro dell'Interno Maroni in testa, da mesi sta vantando di essere riuscito a bloccare il flusso degli immigrati dal mare Mediterraneo, ma non dice nulla sulla sorte toccata a quei disperati in Libia.

Scrive il prof. Antonio Esposito dell'Università Orientale di Napoli nel libro "A distanza d'offesa": "Così finiscono gli uomini e le donne che non sbarcano più a Lampedusa: bloccati in Libia dall'accordo Roma-Tripoli, sono riconsegnati al deserto. Abbandonati sulla sabbia appena oltre al confine. A volte sono obbligati a proseguire a piedi. Altre volte si perdono. Cadono a faccia in giù, sfiniti, affamati, assetati, senza che nessuno trovi più i loro cadaveri". E commenta: "L'Italia come l'Europa prova a costruire la sua fortezza. Le immateriali mura di recinzione sono erette con le carte, che fanno le leggi".

Segnale significativo che in Libia non funziona la tutela dei diritti è stata la chiusura a Tripoli dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unchr), durata tre settimane. Ma la denuncia è venuta anche da Amnesty International che segnala la violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e della Convenzione di Ginevra. Si son fatte sentire anche le Acli per bocca del loro presidente Andrea Olivero e la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia parla di "successo della cultura della morte e della guerra". Famiglia Cristiana poi ha paragonato questi respingimenti alla Shoah. Appunto: Hitler in braccio addirittura alla madonna!

Un lungo e articolato documento sui fenomeni repressivi che accompagnano l'immigrazione è stato elaborato dalla Conferenza degli Istituti missionari italiani (CIMI) intitolato "Non possiamo tacere". Vi si parla di "xenofobia montante", di "razzismo istituzionale" e di "nuovi lager". In tema di respingimenti i missionari italiani, ricordando le loro esperienze pastorali in Africa, dicono espressamente che "buona parte di questi immigrati sono rifugiati politici che hanno diritto all'asilo". Sui morti in mare citano un servizio del giornalista trentino Giampaolo Visetti che su "Repubblica" di cui è inviato speciale scriveva recentemente: "Dal 2002 al 2008 sono morte 42 mila persone, 30 immigrati al giorno, ingoiati dal mare davanti alla fortezza Europa". I missionari citano pure il Sinodo africano svoltosi a Roma nell'ottobre dell'anno scorso in cui è stato detto che "gli africani continueranno a venire in Europa con tutti i mezzi anche a prezzo di morire nel deserto o per mare, finché l'equilibrio economico e ambientale tra Africa e resto del mondo non verrà ristabilito da chi ne è responsabile e cioè l'Occidente".

E qui torna in mente quanto diceva Berthold Brecht: "Fermerete con difficoltà il fuoco; fermerete con maggior difficoltà l'acqua; ma non fermerete l'uomo. Perché ha un difetto: pensa". A pensare però dovrebbero essere anche i credenti in Cristo che con lo straniero si è identificato.

Fonte: www.unimondo.org15 Agosto 2010   http://www.perlapace.it/index.php?id_article=4989

PER AVERE UN'IDEA DI COSA QUESTO ATROCE ARTICOLO SOSTENGA, CONSIGLIO LA VISIONE DI QUESTO VIDEO... ATTENZIONE: LE IMMAGINI SONO PARTICOLARMENTE FORTI!

 

 
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AMORE?!

Post n°65 pubblicato il 14 Agosto 2010 da Lory.B87

Camionista innamorato «salva» una prostituta

Era suo cliente, è diventato il suo fidanzato. Lei ha deciso di cambiare vita, ma il protettore la minacciava. I due si sono rivolti ai carabinieri: lo sfruttatore è stato fermato

 

Lei ha 24 anni, è rumena e fino a tre settimane fa faceva la prostituta sulle strade di Bologna. Finché un suo "cliente", un bolognese di 28 anni che di mestiere fa il camionista, si è innamorato di lei (che ricambia) e l'ha aiutata a cambiare vita.

LA FUGA DELLA RAGAZZA - Naturalmente, voltare pagina non è stato semplice. La ragazza, con l'aiuto del fidanzato, è scappata dal suo protettore, un rumeno di 35 anni da poco tornato libero dopo aver scontato una pena di due anni e mezzo in carcere per sfruttamento della prostituzione e che, minacciandola di morte, l'aveva convinta a tornare a prostituirsi con lui. All'idea di perdere la sua fonte di guadagno, l'uomo non si è arreso: nonostante la ragazza e il fidanzato continuassero a cambiare numeri di telefono e a nascondersi, il «magnaccia» ha continuato a perseguitarli, minacciandoli di morte.

L'INTERVENTO DEI CARABINIERI - A quel punto, i due hanno deciso di rivolgersi ai carabinieri della compagnia Borgo Panigale, che hanno rintracciato e fermato il protettore. Sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, l'uomo ora è in carcere per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e tentata induzione. È a disposizione del pm, Antonello Gustapane.

 

Ho letto questa notizia... e tante tante immagini e volti sono affiorati alla mia mente... Quante ragazze come quella ho visto. E ho pensato... "INNAMORATO"... conosco il genere. In questo contesto, questo aggettivo stona del tutto...
Uno che prima ti ha usata come merce, come ti può amare?!
Cosa proverà quella ragazza quando vedrà accanto a se chi ha comprato la sua dignità per soddisfare i prorpri pruriti sessuali?!
Non riesco a concepire tutto questo... e mi chiedo quella ragazza ha davvero "scelto" di amare quell'uomo, o era solo una fine meno peggiore della precedente?!
Non riuscirò mai a mandare giù quanto possano essere "animaleschi" i clienti (termine anche questo inappropriato... clienti di cosa?! Non siamo in un negozio... diciamoci la verità nuda e cruda... condetemi questo sfogo e permettetemi di chiamarli con l'aggettivo che mi viene più spontaneo: PORCI!) ... e ricordiamo bene che è grazie a loro che sempre più donne sono COSTRETTE a vendersi... si, perchè anche questo come tutti i mercati risponde alla legge domanda/offerta: fino a che ci saranno clienti dovranno esserci sempre donne schiave!!!!!!!!!!!!!!!!!

 
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...NON FA NOTIZIA!

Post n°64 pubblicato il 09 Agosto 2010 da Lory.B87
 

Con rammarico, con tristezza, con sdegno vedo che certe cose non fanno più notizia! Come se non importasse a nessuno! Ecco un minuscolo articolo trovato in rete:

 Immigrazione: 40 clandestini a Linosa
Negli ultimi mesi sono ripresi gli sbarchi sulle Pelagie

 

(ANSA)- AGRIGENTO, 9 AGO - Una quarantina di migranti sono stati bloccati in nottata dai carabinieri sulla terraferma a Linosa, la piu' piccola delle Isole Pelagie. I militari non sono riusciti a localizzare il barcone utilizzato per la traversata, non si esclude che gli immigrati siano stati lasciati sull' isola da un'imbarcazione che si e' poi allontanata.Negli ultimi mesi sono ripresi alla spicciolata gli sbarchi sulle Pelagie o sul litorale agrigentino.Gli ultimi 39 migranti erano stati intercettati il 2 agosto.

 

Non fa notizia... non se ne preoccupa nessuno... seppur parliamo di 40 persone... di 40 vite... di un nuovo modo in cui sta prendendo piede il traffico di esseri umani! Di ESSERI UMANI!!!!!!


 
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Il governo taglia il numero verde stop al telefono salva-prostitute

Post n°63 pubblicato il 31 Luglio 2010 da Lory.B87

Il governo taglia il numero verde
stop al telefono salva-prostitute

Chiuse le 14 postazioni territoriali: tagli al bilancio. In dieci anni assistite 14mila donne costrette a prostituirsi. La protesta delle associazioni

di VLADIMIRO POLCHI

ROMA - Ionela si è salvata. Il marciapiede l'ha visto solo una sera. Nessun cliente è riuscito ad avvicinarla. Le è bastata una telefonata. La sera stessa, davanti alla questura di Torino, gli assistenti del Gruppo Abele l'hanno portata in comunità.

Ionela, romena, pensava di dover lavorare in un ristorante, non sapeva che il marito l'aveva venduta ai suoi sfruttatori. A salvarla un numero di telefono o, meglio, una delle 14 postazioni locali del numero verde antitratta, che dalla mezzanotte di questa sera chiuderanno i battenti.

Il governo infatti ha deciso di sopprimere dal primo agosto tutti i 14 uffici territoriali, per sostituirli con un'unica postazione centrale e ridurre i costi: "Un regalo alle organizzazioni criminali" denunciano gli enti pubblici e le associazioni impegnate nell'assistenza alle vittime di tratta (tra i quali i Comuni di Venezia, Ravenna, Firenze, Perugia e Napoli, e la Regione Emilia-Romagna).

Eppure la tratta di esseri umani, stando alla relazione del Copasir del 29 aprile 2009, "alimenta un mercato illegale che rende diversi miliardi di dollari l'anno, una cifra inferiore soltanto al traffico di stupefacenti e di armi". Le vittime vengono sfruttate nella prostituzione, nell'accattonaggio e nel lavoro nero. "Tra marzo 2000 e maggio 2008 - scrive il Copasir - sono stati realizzati 13.517 programmi di sostegno a vittime di tratta, dei quali 938 in favore di minori". E ancora: dal 2004 al 2009 le persone indagate per reati di tratta sono state 8.913. Un sistema, questo, che rischia ora di crollare.

"Le postazioni locali del numero antitratta - spiegano gli enti coinvolti - non si limitano a una funzione di ascolto, ma sono in grado di attivare una risposta immediata, 24 ore su 24, alle richieste di aiuto, proprio perché sono integrate in un sistema territoriale, che ha permesso in dieci anni di assistere oltre 14mila persone". Insomma se fino a oggi una vittima poteva essere facilmente raggiunta da una delle 14 postazioni attive sul territorio, da domani a rispondere sarà solo una postazione centrale nazionale, con sede a Venezia, "incapace di garantire interventi tempestivi".

Gli enti e le associazioni impegnate contro la tratta lamentano anche il modo in cui si è arrivati a questa decisione: "Una comunicazione è stata inviata appena 10 giorni prima della scadenza delle convenzioni, non permettendo l'attivazione di una soluzione alternativa e facendo perdere il posto di lavoro a 80 operatori specializzati".

Denunciano, inoltre, una più generale "volontà di smantellamento di un sistema di intervento che è considerato un modello di eccellenza", vista anche "la decisione di ridurre di 800mila euro i fondi destinati ai progetti di inserimento sociale a favore delle vittime". Per tutto questo, l'Anci chiede un incontro urgente al ministro per le Pari Opportunità.

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Un vero e proprio regalo alla criminalità organizzata... diventa sempre più difficile tutelare queste donne, cercare di risare loro una speranza, cercare di ridare loro la condizione UMANA... 

 

 
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LE BAMBINE D'ORO

Post n°62 pubblicato il 24 Luglio 2010 da Lory.B87
 

 
LE BAMBINE D'ORO
- di Lorenzo Arena -



Le storie e le testimonianze delle schiave vendute dai trafficanti di Madre de Dios

Le miniere illegali nella regione amazzonica di Madre de Dios sono il paradiso dei trafficanti di schiave. Più di 30.000 minatori con un grammo d’oro in tasca garantiscono un mercato più succulento di quello dell’estrazione e la vendita stessa del prezioso metallo, che si illumina per poco nelle contaminate e miserabili miniere. Huepetuhe, Laberinto o Delta 1 sono solo alcune delle decine di miniere illegali che si trovano nella zona e che si possono raggiungere in barca o attraverso sentieri nella giungla. Tutte i campi minerari hanno in comune le costruzioni di legno e plastica, le strade fangose e le decine di bordelli. Solo nel Delta 1 ci sono 100 prostitute, registrare della Asociación Huarayo, una organizzazione che si occupa di salvare le ragazze vittime della tratta. Delle ragazze sfruttate sessualmente nei campi, 3 su 5 sono minorenni. Le prostitute vengono classificate in due categorie a seconda dell’etnia. Chi vuol risparmiare si orienta sulle adolescenti provenienti dalle zone alto andine chiamate anche “ojotitas” con riferimento al nome dei sandali da contadino o ciabatte usate nelle Ande. I minatori con più soldi possono andare nei bar di “cocoteras” o “chicas”, dove possono trovare giovani indigene o provenienti dalla costa. Nelle operazioni contro la tratta delle donne che sono state fatte nei campi minerari negli ultimi due anni, 62 bambine sono state salvate e ospitate nel rifugio per adolescenti vittime di sfruttamento sessuale che Huarayo possiede nella zona di Mazuko, all’ingresso della zona delle miniere d’oro. Ognuna delle vittime ha la sua storia, ma tutte hanno in comune l’inganno, il rapimento, il debito e le minacce, l’abuso fisico nei campi, la gravidanza e le malattie sessualmente trasmissibili. Grazie all’organizzazione  Huarayo, ELMUNDO.es ha avuto accesso ai testimoni che hanno permesso di scrivere questa relazione.

ALICIA ALL’INFERNO - Alicia ha 13 anni e fu liberata in una operazione di polizia nel Delta 1. Faceva la quarta elementare nella città andina di Cusco quando fu catturata dai trafficanti grazie ad un annuncio di lavoro su un giornale. Fu presa in una via del centro. “E’ per un ristorante mi disse la signora”, racconta Alicia. “Ti pagherò bene ma devi venire oggi”. La donna, in realtà proprietaria di un bordello, offrì ad Alicia 400 soles (circa 100 euro), molto più dei 60 soles al mese che Alicia guadagnava come domestica. “Devo dirlo prima a mia madre però” – “A Puerto Maldonado ( la capitale di Madre de Dios) ci sono radio e telefono. Puoi farlo da qui”. “Poi la signora mi diede 50 soles e mi disse di comprarmi ciò che volevo. Io non sapevo cosa fare e la donna chiamò un signore che mi ha spaventò”, continua Alicia. “Verrà a lavorare con noi, accompagnala a prendere le sue cose. Non ti preoccupare con le altre ragazze ti abituerai subito”. Quella sera stessa Alicia usci per Madre de Dios con le altre ragazze. “Se ti chiedono dove stai andando, dì che vai a trovare tuo padre. Dì che hai 18 anni e se ti chiedono i documenti dì che li hai persi”. “La mattina dopo, come in un sogno, ero già in montagna”. Non arrivò mai a Puerto Maldonado. La sua destinazione fu un bordello di una miniera d’oro in mezzo alla giungla a 180 km dalla città più vicina.



SCHIAVE DEL DEBITO -
La maggior parte delle ragazze raccontano di essere state portate a Madre de Dios nascoste su camion che passavano senza problemi i posti di blocco della polizia. “Sulle strade ci sono controlli per prevenire il contrabbando, ma nessuno chiede i documenti di viaggio ad un adolescente, anche se la normativa è molto chiara al riguardo”, denuncia Oscar Guadalupe, direttore di Huarayo. “Siamo preoccupati per l’inefficacia delle autorità e l’indifferenza della popolazione”. Una volta nei campi, le ragazze che si rifiutano sono costrette a prostituirsi per pagare le spese di viaggio, abbigliamento e alloggio, diventando schiave del debito. Se vogliono mangiare, devono accettare “el pase”, cioè la vendita della loro verginità. Altre vengono ingannate da persone attorno a loro o sono minacciate. O accettano o la loro famiglia ne pagherà le conseguenze. Salvarle dalle miniere d’oro è una missione difficile. Molte delle operazioni di polizia eseguite contro la tratta di esseri umani non riescono perché i criminali ricevono le soffiate e fuggono con i bambini nella giungla prima dell’arrivo della polizia. Le ragazze che sono state salvate ricevono un sostegno giuridico e psicologico nell’ostello del Huarayo nel villaggio di Mazuko, dove rimangono fino a quando riescono a contattare i loro parenti e possono ritornare ai loro luoghi di origine. Molte  non torneranno mai perché conoscono  il loro destino dopo che sono state respinte dalle loro famiglie. Altre non hanno nemmeno un posto dove tornare.

I CASI DI TRATTA NON RAGGIUNGONO I TRIBUNALI - Le organizzazioni che lottano contro la tratta delle donne chiedono che venga installato un ufficio e un distaccamento speciale di polizia a Mazuko perché la maggior parte dei casi di tratta nel Madre de Dios non sono denunciati e sono ancora meno quelli che vengono sanzionati. Dal 2005 esiste un registro nazionale dei casi di traffico di esseri umani sulla base delle informazioni della polizia peruviana. Da allora fino al 2009 sono state registrate solo 264 denunce, secondo la ONG Capital Umano y Social (CHS). La maggior parte delle denunce presentate alla polizia proviene dalla regione comprendente Cusco e Madre de Dios. “Queste cifre sono minime perché la maggior parte dei casi si perdono per strada”, dice Ricardo Valdes ex vice-ministro degli interni e vice direttore di CHS. “La polizia non riesce a gestire il problema e molti casi sono perseguiti solo come sfruttamento della prostituzione perché non vengono presi in considerazione i concetti di rapimento, trasferimento e sfruttamento delle persone”.

http://www.giornalettismo.com/archives/62131/le-bambine-doro/

 

 
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IMMIGRATI: LA TOSCANA BATTE IL GOVERNO "SANIT' GRATIS ANCHE AI CLANDESTINI"

Post n°61 pubblicato il 24 Luglio 2010 da Lory.B87

Immigrati, la Toscana batte il governo
"Sanità gratis anche ai clandestini"

La Consulta boccia il ricorso. La legge regionale consente agli immigrati il trattamento sanitario gratuito. Rossi: fatta giustizia. La Lega: vergogna. Il governatore rilancia: ora al lavoro per i diritti di cittadinanza e quelli politici

MICHELE BOCCI

FIRENZE - Berlusconi lo annunciò in tv da Vespa: il Governo farà ricorso contro la legge toscana sull'immigrazione. Era il 3 giugno e il testo che prevede uguali diritti per immigrati regolari e cittadini italiani oltre all'assistenza sociale e sanitaria urgente e indifferibile per i clandestini stava per essere approvato dal consiglio regionale. Poco più di un anno dopo la Corte Costituzionale boccia su tutta la linea la presa di posizione dell'esecutivo, dichiarando inammissibile e non fondato il ricorso. "La nostra è una legge all'avanguardia - esulta il presidente toscano Enrico Rossi - La sentenza è una vittoria della ragione e della civiltà, giustizia è fatta".

Attorno al testo, fortemente voluto dall'allora governatore Claudio Martini, si sono consumati violenti scontri tra centrodestra e centrosinistra in Toscana e non solo, con prese di posizione a tutti i livelli politici e istituzionali. La parte più criticata è quella che assicura trattamento sanitario e in certi casi sociale dei clandestini. "Cureremo e soccorreremo tutti gli stranieri - spiegano dalla Regione - anche se privi del permesso di soggiorno". Per gli irregolari sono previsti anche, in caso di estrema gravità e di emergenza, l'accesso a dormitori e mense in via temporanea: "Non garantiamo diritti aggiuntivi, ma quelli previsti, e troppo spesso disattesi, dalle Convenzioni e dai principi del diritto internazionale e dalla nostra Costituzione". Il tutto, viene assicurato, senza maggior costi per i cittadini. Nella legge si parla molto di immigrati regolari, dei loro diritti in fatto di accesso ai servizi come asili nido e alloggi di edilizia pubblica. Si vogliono promuovere tra l'altro lo sviluppo di associazioni di stranieri, l'avvio di attività di formazione professionale degli immigrati e la creazione di una rete regionale di sportelli informativi.
Mentre un pezzo del Pdl toscano minaccia una legge di iniziativa popolare per contrastare il testo su cui si è espressa la Consulta, la Lega attacca: "Non sarà certo la sentenza della Corte Costituzionale a legittimare una norma ingiusta e razzista verso i cittadini toscani. Questa legge è vergognosa".

Incassata la vittoria, il governatore Rossi rilancia, vuole il voto per gli immigrati regolari. "Il Governo farebbe bene, anziché ricorrere su una legge così saldamente ancorata ai diritti costituzionali, ad operarsi per garantire i diritti di cittadinanza e i diritti politici degli immigrati. Non è possibile che chi nasce nel nostro paese debba aspettare 18 anni prima di iniziare la procedura per diventare italiano, non è possibile che all'immigrato residente da tanti anni qui, che lavora regolarmente, non sia garantito anche l'esercizio del diritto politico di voto, in particolare a quello amministrativo. Sul primo punto ci auguriamo che il Parlamento approvi quanto prima un disegno di legge perché i figli di immigrati nati da noi, un quinto di tutti i nostri bambini, possano sentirsi presto fratelli d'Italia, cittadini a pieno titolo del nostro paese. Sul secondo punto promuoveremo un disegno di legge regionale che consenta intanto la partecipazione al voto amministrativo a chi è regolare".


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Finalmente qualcuno si batte per una legge che rispetti i principi COSTITUZIONALI che troppo (ma proprio troppo) spesso da qualche tempo vengono messi da parte e derisi, offesi e oltraggiati! I miei complimenti!

 
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RESTINCO (BR): IMMIGRATO SI CUCE LE LABBRA IN SEGNO DI PROTESTA

Post n°60 pubblicato il 24 Luglio 2010 da Lory.B87
 

Cpt Restinco (Brindisi): immigrato si cuce le labbra per protesta

Alla base del gesto la mancata concessione di una telefonata ai figli.

Foto di repertorio

 

Un immigrato “ospite” presso il Centro di permanenza temporanea (Cpt) di Restinco, tra Brindisi e Mesagne, ha intrapreso una protesta autolesionista.

L’uomo, un cittadino afghano, al quale pare fosse stato impedito di mettersi in contatto con la famiglia e, in particolare, con i due figli, per due giorni di fila si è letteralmente cucito le labbra con ago e filo oltre ferirsi in varie parti del corpo con una lametta. L’episodio è stato reso noto dalla Gazzetta del Mezzogiorno.

La prima volta l’afgano era stato condotto al Pronto soccorso, dove i medici gli avevano scucito le labbra e medicato le ferite, ed era stato subito dimesso e riaccompagnato al Cpt.

Ma il giorno seguente l’immigrato ha ripetuto l’insano gesto di protesta ed è stato ricondotto in ospedale, dove è stato ricoverato in modo coatto su ordinanza del sindaco.

Il Cpt di Restinco non è nuovo e episodi di protesta o ribellione, che nel corso degli anni si sono susseguiti.

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Questo accade non in un posto chissà dove nel mondo, ma accanto a noi... facciamoci qualche domanda... come "Perchè mai un uomo arriva a procurarsi in maniera così atroce lesioni?" o "Quanto è giusto rinchiudere persone solo per aver commesso il reato di essere disperati?" ... vedo ogni giorno che queste persone perdono di UMANITA' perchè non sono trattati come uomini, come persone... trattati come criminali per non essendolo. Trattati con fastidio, con pregiudizio, con timore, con sospetto... solo perchè fare di tutta l'erba un fascio è più comodo di sedersi, guardare queste persone negli occhi, ascoltare la loro storia, il loro perchè... certo, ci sono immigrati che delinquono... ma non sono tutti gli immigrati. Certo ci sono italiani che delinquono... ma non sono tutti gli italiani. In entrambi i casi però sono persone... 
... tutte queste resteranno solo parole gridate nel vuoto finchè dietro a tutto questo traffico e a quest'orrore ci saranno gli
interessi di chi si riempe la pancia delle lacrime di chi non ha voce!

 
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DOV'E' LO STATO? DOV'E' LA GIUSTIZIA?

Post n°59 pubblicato il 23 Luglio 2010 da Lory.B87

Più passa il tempo, più conosco storie drammatiche quanto e più di quella di questa donna, e più mi convinco di quanto lo Stato non abbia il ben che minmo interesse nel tutelare queste persone in quanto tali. Sulle loro (e sulle nostre non crediamo, eh?) teste pesa come un macigno la macchina degli interessi... economici, politici, personali che siano; non cambia molto. Nessuno si interessa di ASCOLTARE queste persone, di CAPIRE perchè decidono di scappare (rischiando la vita) per vivere nella povertà anche qui... PERCHè... non interessa a nessuno! E quelle poche persone che ascolta (associazioni, singole, chiese, laici, avvocati coscienziosi) hanno pressocchè le mani legate da un sistema volta ad usare (e non tutelare) queste persone. In situazioni come questa, dinanzi a storie come questa... beh provo un pò di vergogna ad essere Italiana, perchè non mi riconosco in chi compie più o meno (molto più che meno) coscientemente questi orrori!

RIMPATRIATA IN NIGERIA: RISCHIA LA PENA DI MORTE

Arrestata e rimpatriata in tutta fretta nel suo paese rischia la pena di morte. Questa storia che poco clamore mediatico ha suscitato, (fatta salva l’edizione bolognese di Repubblica, l'agenzia Ansa e pochi altri), ha dei contorni assurdi quasi grotteschi, ancora una volta frutto della deriva securitaria della democratica Italia. Questi in breve i fatti, come sono stati ricostruiti dal legale, Alessandro Vitale, che ha reso nota la vicenda.
Faith è una ragazza nigeriana di 23 anni, In Italia è arrivata nel 2006. Dalla Nigeria, dove aveva provocato la morte di un uomo, probabilmente un suo ex datore di lavoro, che aveva tentato di violentarla, appena uscita di prigione grazie al pagamento della cauzione, è costretta a scappare.
A fare pressione erano stati i famigliari ma anche lo stesso avvocato nigeriano perché, stando a informazioni ricevute sottobanco, la ricca famiglia della vittima stava facendo di tutto per corrompere la giustizia locale e ottenere la condanna a morte della ragazza.
Faith arriva dunque in Italia, ma non ha il permesso di soggiorno, per la legge italiana è un’ “irregolare”. Nel corso di questi anni le vengono notificati ben due decreti di espulsione, ma lei continua a rimanere nel capoluogo emiliano dove riesce anche a costruirsi una vita. Ha un compagno, e lo scorso anno aveva anche trovato un lavoro regolare che le aveva consentito di fare richiesta di permesso di soggiorno.
Un permesso mai arrivato. Qualche settimana fa l’epilogo della tragedia. Un suo connazionale tenta di usarle violenza mentre sta in casa. I vicini allarmati dalle urla chiamano i carabinieri, che arrivati sul posto, dopo aver constatato che il tentativo di violenza c’era stato, non solo arrestano lui, ma portano via anche lei a causa di quei due decreti di espulsione non ottemperati. Faith finisce nel Cie di Bologna dove il decreto di espuslsione diventa effettivo. Il 20 luglio viene prelevata dal Cie e ieri, stando a quanto racconta l’avvocato Vitale, si trovava già in Nigeria. Rimpatriata. Questo nonostante la richiesta d’asilo presentata dallo stesso avvocato e la domanda di sospensiva presentata al giudice di pace per motivi di giustizia.
In Nigeria, sottolinea l’avvocato, Faith rischia la pena di morte per impiccagione. Secondo le ultime notizie ricevute dal compagno, la ragazza è già stata tratta in arresto. 'L'unica cosa che possiamo fare-  conclude senza molta speranza l’avvocato-  non appena l'arresto della donna sara' ufficializzato, e' appellarci allo Stato italiano perche' intervenga, oppure a un'associazione internazionale come Amnesty International…'
Mai la macchina dei respingimenti è stata così celere ed efficace, non c’è che dire. Un vero successo per il Ministro Maroni che proprio in questi giorni ha firmato, coincidenza, con la Nigeria un nuovo patto bilaterale di contrasto all’immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani e che vedrà la presenza attiva della polizia nigeriana nei nostri aeroporti internazionali, nei porti e in alcune città.



http://www.articolo21.org/1516/notizia/rimpatriata-in-nigeria-rischia-la-pena-di-morte.html

 
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RIECCOMI....

Post n°58 pubblicato il 19 Luglio 2010 da Lory.B87

Carissimi amici, mi scuso per l'assenza forzata da questo blog...

Voglio pubblicare oggi un video che ho visto in rete, un video che mi ha colpito molto...
badiamo bene che queste non sono fantasia, nè immagini montate appositamente... queste sono REALTA'... avete mai messo piede in un dormitorio caritas la sera?! Avete idea di quanto soveraffollamento ci sia?! Per non parlare dell'odore (eufemismo!), del caldo... del fatto che chi non ha un letto (un materasso consunto) ......dorme per terra... che se è fortuanto trova due amici che ti danno chi una coperta da mettere per terra e ci un cuscino da metterti sotto la testa.. perchè in quella situazione si è tutti amici... anzi fratelli, fratelli della stessa disgrazia!

Questo video parla da se, racconto di un campo profughi a Roma (a 1 km appena dal Colosseo)... e io so che non sono immagini di fantasia...
queste reltà ESISTONO in maniera spaventosa e VERGOGNOSA.. e non solo a Roma ma in tutto Italia, in ogni posto... FORSE ANCHE VICINO CASA TUA... non chiudiamo gli occhi solo perchè "noi non ci possiamo fare niente!" ... NON E' VERO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 
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Post n°57 pubblicato il 06 Maggio 2010 da Lory.B87

QUALCUNO FINALMENTE NE PARLA... DA VEDERE!!!

SU FACEBOOK QUALCUNO PARLA DELLE SCHIAVE DEL SESSO, LE COSIDETTE BAMBINE D'ORO...

RAGAZZI SEGUITE IL LINK!!

http://www.facebook.com/home.php?sk=lf#!/notes/informare-per-resistere/le-bambine-doro/390498826266

 
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L'ANGOLO DELLA CARITA'... MAGGIO MESE MARIANO

Post n°56 pubblicato il 03 Maggio 2010 da Lory.B87

L'ANGOLO DELLA CARITA'...
MAGGIO MESE MARIANO
In questo mese di maggio in cui ricordiamo Maria, dolcissima donna e madre, vogliamo muoverci verso tutte quelle persone dimenticate da tutti.
La Tenda San Damiano ti chiede una mano!!!
Scegliamo di stare dalla parte degli ultimi: tanie vivono in condizioni difficili. Aiutiamoli pregando ogni giorno per loro con un’ Ave Maria e scegliendo di donare alcuni tra questi beni alimentari:

Pasta – Riso – Tonno – Passata di pomodoro – Crackers – Succhi di frutta monodose – Brioches o merendine – Legumi in scatola – Carne in scatola – Olio

Nei giorni in cui la Vergine Madre sarà accolta e pregata nelle case, potremo fare questa raccolta, secondo le nostre possibilità e la nostra generosità.

Questi beni saranno successivamente ridistribuiti direttamente alle persone di cui la Tenda San Damiano si occupa: donne vittime di tratta, schiavizzate e costrette a prostituirsi; e agli ospiti della Casa di Accoglienza Tenda San Damiano.
Chiunque volesse partecipare può portare il proprio pacco nelle case dove è ospitata la statua di Maria o direttamente in chiesa indicando che è per l’Associazione Tenda San Damiano. 

>>>>>>>Grazie di vero Cuore<<<<<<<<<

 
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IN CORSA VERSO... LA PRIMAVERA DEI DIRITTI!

Post n°55 pubblicato il 27 Aprile 2010 da Lory.B87

       IN CORSA VERSO... LA PRIMAVERA DEI DIRITTI!

Amici, vi aspettiamo domenica 9 maggio...
una domenica pomeriggio "diversa", certamente piacevole e divertente... da passare in allegria e in buona compagnia e soprattutto... per una buona causa!!!
Come nasce l'idea di "In corsa verso... La primavera dei Diritti"????
Innanzitutto dalla volontà degli ospitit della Casa d'accoglienza Tenda San Damiano di dire GRAZIE all'amministrazione e alla cittadinanza di Villa Castelli... grazie per averci donato in comodato dei locali dove questa casa ha sede, grazie per la generosità dimostrata...
un Grazie che si fa concreto nel voler valorizzare uno dei tesori del nostro paese: LA GRAVINA...
Gli ospiti e i volontari della Tenda San Damiano hanno proposto un progetto: occuparsi gratuitamente di tenere pulita e in ordine la gravina.
La gioranta del 9 maggio vuole essere un modo per festeggiare tutti insieme, tutta la cittadinanza, la realizzazione di questo progetto...
PRIMAVERA DEI DIRITTI perchè grazie a VILLA CASTELLI queste persone hanno potuto vedere riconosciuti i propri diritti: una casa, un lavoro, una famiglia, degli amici...non essere discriminati, additati, condannati solo perchè stranieri.
Vi aspettiamo numerosi......
Per maggiori info potete chiedere qui o rivolgervi al 3339211945

 
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...TOGLITI LE SCARPE

Post n°54 pubblicato il 21 Aprile 2010 da Lory.B87

Amici, vogliamo pubblicare una bella iniziativa di alcuni Giovani di Manduria (TA)... è bello vedere come altre persone sposino la nostra causa e la causa di tutte quelle persone che incontriamo quotidianamente... è bello vedere che altri giovani vogliono "sporcarsi le mani" e metterci del proprio... il proprio tempo, la propria faccia, il proprio impegno...
Giovani che dicono "IO" e non "GLI ALTRI"... che decidono di mettersi in gioco..
           A loro va il nostro GRAZIE!!!!

TITOLO DELL'INIZIATIVA:
TOGLITI LE SCARPE

DESCRIZIONE: I giovani di Azione Cattolica della Chiesa madre di Manduria organizzano in collaborazione con l' associazione " Tenda San Damiano " di Villa Castelli una RACCOLTA SCARPE ESTIVE USATE, uomo, donna e bambino, in buone condizioni per aiutare giovani ragazze a vivere una vita dignitosa..Per saperne di più contattaci tramite fb..
Puoi portare le tue scarpe tutti i giorni in Chiesa Madre a don Franco, oppure ci trovi ogni domenica in chiesa!!! Un piccolo gesto non costa niente ma può fare tanto!! Grazie
QUANDO: da merc. 21/04/2010 a dom. 30/05/2010
DOVE: Chiesa Madre Manduria

 

 
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