Creato da alexandra68a il 04/11/2008

Je ne regrette rien

Guardare avanti per non morire

 

 

Lorelei

Post n°15 pubblicato il 13 Giugno 2011 da alexandra68a

Fiume, fiume abbi pietà
Portami verso il mare
Perché se io muoio su queste rocce
Il mio amore non rivedrò

 

 
 
 

Incontri di viaggio

Post n°14 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da alexandra68a
 

Li chiamo" incontri di viaggio", sono quelle persone che incontri per caso di cui non sapevi nulla prima, di cui non saprai più nulla dopo, che incontri quasi per caso e con le quali riesci subito a stabilire un'armonia, una bolla magica che per qualche breve attimo vi isola dal mondo con il piacere di condividere un attimo.
Non succede mai quando sono sola, probabilmente per una mia naturale prudenza e freddezza che scoraggia chiunque, ma mi succede spesso quando sono in compagnia ed è sempre un piacere.

Con D. è successo più volte; ricordo la signora, custode nel castello di Ferrara che ci è diventata una guida personale e simpaticissima o la ragazza nel teatro Olimpico di Vicenza, studentessa d'arte con cui abbiamo chiaccherato ed approfondito aspetti del teatro comparandoli con quello di Sabbioneta.
Ma anche altri con cui abbiamo condiviso brevi intensi istanti.

E' successo anche sabato. Eravamo uscite per fare un giro in auto per le campagne intorno a casa sua con l'intenzione di fare qualche foto. Svolta di qua, gira di là, ci siamo perse per stradine sempre più strette e più ghiacciate per cui quando abbiamo visto un gruppo di case le abbiamo puntate come un naufrago punta la riva.
Ci è apparsa un'osteria di campagna che pareva aver conosciuto tempi migliori, almeno da fuori, ma era ora di pranzo ed abbiamo deciso di fermarci.
Ci hanno accolti e guidati in una stanzetta piccola riscaldata da un grande camino antico che occupava quasi tutta la parete.
La stanzetta era bellissima e raccolta. Alle pareti strumenti di un tempo andato, la tromba del postiglione, un trombone d'ottone, la luce proveniva da una vecchia lampada a muro, ma filtrava anche il chiarore della neve di fuori regalando una luce che metteva allegria. Il camino poi era uno spettacolo, la mensola superiore era in legno antico con scolpito lo stemma della città di Milano.
C'erano solo quattro tavoli nella stanza ed il più vicino al camino era già occupato purtroppo. Il menu sembrava invitante, ho ordinato anche del vino
Eravamo contente di aver trovato quel posticino inaspettato ma D. tremava dal freddo e tra noi dicevamo che sarebbe stato il caso di alimentare maggiormente il fuoco.
La persona che stava al tavolo vicino al camino, che si stava gustando un liquore deve averci sentito ed ha iniziato ad armeggiare tra ciocchi e braci e poco dopo un bel fuoco ruggiva nel camino diffondendo un buon calore.
Poi si è voltato verso di noi e ci ha spiegato che la brace a volte fa da tappo impedendo il tiraggio del camino. Abbiamo così iniziato a chiaccherare, ci ha detto che era un camionista, che stava facendo la sosta obbligatoria prima di poter ripartire ed avrebbe dovuto fermarsi in quel luogo fino all'indomani , ma che non gli pesava, li era quasi come a casa.
In breve ci ha raccontato vita morte e miracoli della sua vita. Ci ha detto che stando sempre solo sul camion gli fa piacere trovare qualcuno con cui chiaccherare. D. che è molto più giovane di me era stupita e talvolta scandalizzata a sentir parlare di corruzione nella polizia o dei truschini che talvolta le ditte fanno per risparmiare sulla manutenzione dei camion.
Una filosofia di vita semplice la sua, dove il bianco è sempre bianco ed il nero sempre nero, catanese e rispettoso delle donne e del figlio. Dopo la separazione ci ha detto che non ha più voluto avere compagne fino a che suo figlio non fosse maggiorenne e, da allora, sono passati dodici anni.

Il tempo è trascorso, volato via a sentire parlare di cose su cui, come ho detto poi a D., è necessario fare un'adeguata tara, ma che importa? E' stato comunque un interlocutore piacevole, affabile, discreto e mai volgare

Un conto onesto e poco distante una strada di grande comunicazione che ci ha riportato nella civiltà, ma l'impressione è stata davvero quella di aver vissuto un attimo di romanticismo ottocentesco.

 
 
 

In bocca al lupo D.

Post n°13 pubblicato il 12 Dicembre 2008 da alexandra68a
 

A quest'ora D. sarà alle prese con il suo test di ammissione per il concorso statale. 35 posti a fronte di qualche centinaia di migliaia di concorrenti.

Tra il lavoro e le questioni familiari non è riuscita a prepararsi come lei avrebbe voluto ed inoltre si sa che in questi casi essere senza "sponsor" , rende le cose ancora più complesse, ma ha fatto bene a tentare, quanto meno per avere la sensazione di avere la sua vita nelle mani.

Quando è stata da me l'ultima volta abbiamo passato il weekend a ripassare storia, mentre cucinavo oppure sdraiate nel letto a leggere di tutto, dalla storia moderna fino ai cartaginesi ed oltre.

Ho dato un'occhiata alle schede di Scienze, matematica, inglese, (forse le più banali), informatica, italiano e viene da chiedersi come sia possibile pretendere di avere una cultura così vasta per poi aspirare ad un posto di sorvegliante di sala in un museo.

Sarebbe come se si pretendesse di avere un'enciclopedia intera per appoggiarvi sopra le tazzine del caffè.

Cara amica mia, già lo scorso anno abbiamo vissuto insieme questi momenti quando dovevi dare l'esame di stato ed io ricordo la tua paura ed il bisogno di essere rassicurata.
E ricordo con gioia il tuo sms. "Sono stata promossa!" mentre ero al mercato.

Anche adesso andrà bene, per me sei la migliore, un grosso in bocca al lupo.

 
 
 

A volte ti penso sai?

Post n°12 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da alexandra68a
 

Si, a volte ti penso e mi chiedo come reagirò al tuo prossimo ritorno.
Già!, sono convinta che ritornerai ancora, come hai sempre fatto, non so se sia il ritorno del colpevole sul luogo del delitto o il desiderio di tornare comunque da qualcuno che ti ha amato, non so se lo fai per superbia o per una qualche forma di affetto, non so perchè tornerai, ma so che lo farai.
Certo se tu non lo facessi da un lato mi renderesti le cose più semplici, dall'altro forse il mio amor proprio ne sarebbe ferito, ma dopotutto le parole che ho avuto per te l'ultima volta sono state estremamente dure.

Ma se tu tornassi, come mi comporterei? La corrente che va per la maggiore oggi vorrebbe che ti ignorassi apertamente, che non ti rispondessi neppure, oppure che accettassi di incontrarti per poi sputarti in viso tutto il disprezzo che sento nei tuoi confronti.
Ho vasche piene di rancore proprio nel luogo in cui nascono le parole, pensando a te si inzuppano ed il mio desiderio è quello di ferirti, farti male, farti percepire tutto il disgusto che mi fai.
Molte cose le hai lette, altre, cattiverie forse più gratuite le ho tenute per me, ma hanno voglia di erompere tra i denti non appena le tue orecchie saranno a tiro.

Mi scopro di non riuscire più a pensarti con affetto, non ti vorrei neppure come amico e, se devo essere sincera, sto scoprendo che non mi interessa neppure più il modo in cui getterai via la tua vita, sono solamente preoccupata per le tue figlie che non si meritano un simile castigo.

Poi forse il tempo passerà, forse anche questo fuoco che sento dentro si placherà e sarò pronta ad accoglierti e tentare di parlare con te, sapendo che ragionare con te  è impossibile.
Ciò che voglio evitare è che tu mi faccia ancora del male, non lo meritavo allora, non l'ho meritato mai.

Forse è meglio che tu sparisca definitivamente, poco per volta ti cancellerò dai miei pensieri e resterai solo un nome su un pezzo di carta.

 
 
 

S. Ambrogio

Post n°11 pubblicato il 07 Dicembre 2008 da alexandra68a

 

Se mettessi insieme le ore passate con D. in questo fine settimana non arriveremmo neppure ad una giornata lavorativa, eppure mi porto dentro una grande carica di dolcezza, anche se i miei pensieri sono continuamente rivolti altrove, come se il mio polo nord magnetico fosse il ricordo di lui.

Ho parlato con lo psicologo che mi ha dato un consiglio a cui ero arrivata anche da sola. Mi devo attrezzare per gestire due opposte eventualità, ossia che lui torni alla carica o che non ci torni.

L'unica via comune è l'indifferenza e mi chiedo se ciò sia possibile perchè ritenevo di avere trovato un buon equilibrio alla fine di ottobre, poi novembre, con il suo ritorno , è stato devastante.

Ho sperimentato di nuovo il dolore, il senso di non contare nulla e dopo un anno di lavoro su me stessa è stato orribile scoprire quanto io sia ancora vulnerabile.

Ma la visita ai mercatini di Natale con lei  mi ha lasciato con un buon sapore in bocca. Soprattutto giovedì sera abbiamo terminato la visita stanche morte e con le braccia piene di pacchettini, una sindrome da acquisto che non ha avuto nulla della sindrome ossessivo-compulsiva di altri momenti, ma è stato un rito liberatorio, quasi gioioso.

In questi giorni lei deve studiare per un test di ammissione ad un concorso pubblico, faccio il tifo per lei anche se so che sarà estremamente difficile, non perchè lei non sia brava, anzi è bravissima, ma perchè lei è una persona onesta ed in un mondo corrotto come il nostro, gioca una battaglia impari.

Faccio il tifo per lei e incrocio le dita...

 
 
 
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