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Il curioso caso di Benjamin Button

Post n°157 pubblicato il 19 Marzo 2009 da arwenlynch
 

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Benjamin Button è nato ottantenne e vive ringiovanendo di anno in anno, alla nascita viene abbandonato dal padre come un piccolo mostro, il bimbo viene adottato da una coppia di colore in un ospizio, dove imparerà tante cose e si innamorerà di Daisy, donna che gli starà accanto per tutta la vita.
David Fincher, firma una pellicola delicata e intimista, legata ai temi dell'innamorarsi e al senso della vita, tratto da un racconto breve di Francis Scott Firtzgerarld, ha il sapore di una fiaba romantica.
Tra i pregi della pellicola c'è la storia d'amore tra Benjamin e Deisy, tra i difetti c'è quello di non coinvolgere lo spettatore, in primis la durata, è piuttosto lunga, e si perde man mano lo spirito della storia, un vero peccato, poi non viene spiegato il senso della vita di Benjamin, come mai nasce ottantenne per morire neonato? Il regista si limita a una fiaba romantica tralasciando il dramma dell'abbandono, che per una pellicola di questo tema sarebbe stato interessante e coinvolgente per lo spettatore, Cate Blanchett sembra che reciti comandata a bacchetta, come pure Brad Pitt che nonostante i suoi sforzi (qui è bravo ma l'ho preferito di gran lunga in burn after reading) da a Benjamin un personaggio convenzionale e non memorabile.

 
 
 

Ti amerò sempre

Post n°156 pubblicato il 19 Marzo 2009 da arwenlynch
 

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Ti amerò sempre è un film che parla di sentimenti taciuti, di dolori usati per costruirsi una difesa, ma mai urlati per sfogarsi e per superarli.
In scena due sorelle, Juliette, che anni prima è stata in carcere per avere commesso un delitto, e Léa, che non ha mai conosciuto Juliette fino in fondo, essendo cresciuta come figlia unica...Juliette esce di prigione e va a vivere da quella sorella che conosce appena, nonostante le prime titubanze del marito, che non accetta che una ex galeotta stia in casa con loro, per il semplice motivo che ancora non la conosce del tutto...
Il rientro alla civiltà non è facile specialmente se hai passato molti anni della tua vita in cella, Juliette si sforza di ricominciare daccapo, ma l'intolleranza della cosidetta "gente normale" non l'aiuta per niente.
Film tratto dal romanzo di Philippe Claudel che qui dirige anche il film, e interpretato da una straordinaria Kristin Scott Thomas, qui forse nel ruolo migliore della sua carriera e di questa stagione, ingiustamente snobbata dall'academy (e quando mai ne azzeccano qualcuna ogni morte di papa) che è la vera anima portante di un film toccante e struggente, una delle migliori scene è sicuramete il confronto finale tra le due sorelle, quando finalmente si scopre la verità, e naturalmente anche con i genitori che non hanno mai compreso appieno il dolore della figlia.

 
 
 

Il Dubbio

Post n°155 pubblicato il 12 Marzo 2009 da arwenlynch

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Il Dubbio è una pellicola d'impatto tradizionalista ma che tocca un'argomento scabroso, al centro del film c'è il dubbio che un giovane sacerdote (interpretato da uno straordinario Philip Seymour Hoffman), sia sospettato di usare certe "attenzioni" a un giovane fanciullo di colore, dubbio nato dal fatto che il ragazzino sia stato visto bere del vino dopo la funzione religiosa e che il sacerdote lo abbia coperto così, la superiora, (interpretata da una grande Meryl Streep) comincia a dubitare di lui soprattutto grazie a certe voci passate che lo riguardavano, il dubbio del film non verrà mai rivelato del tutto allo spettatore che come la superiora resterà sospeso su chi avesse torto o  ragione, è un fim che viaggia sull'incapacitù di parlare e di urlare ma soprattutto di ricercare la verità, ma poi questo sacerdote è colpevole o innocente? Anche se lo spettatore viene invogliato a credere nell'innocenza del prete, il dubbio sulla colpevolezza rimane, come rimane la paura di parlare o di difendere chi  è più piccolo di noi, ci pensa la severa superiora, straordinario lo scontro faccia a faccia tra Meryl Streep e Hoffman, molto brava Amy Adams, qui finalmente in una pellicola seria ottenendo la sua prima nomination all'oscar...è una pellicola che fa riflettere, ma soprattutto fa indignare, alla fine secondo voi chi è più colpevole? Chi ha mentito per salvare un bambino? Oppure chi ha mentito per molestarlo? Ma soprattutto che è successo realmente?

 
 
 

Revolutionary Road

Post n°154 pubblicato il 12 Marzo 2009 da arwenlynch

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Revolutionary Road, dovrebbe essere il film che analizza l'incapacità di dialogo di una coppia ormai scoppiata che vive nei perbenisti anni cinquanta, Frank e April Wheeler interpretati dalla coppia Titanica Kate Winslet e Leonardo di Caprio, sono due giovani sposi che vedendosi come borghesi piccoli piccoli nella vita ipocrita del perbenismo di facciata degli anni cinquanta vorrebbe per fare rinascere le ceneri del loro amore trasferirsi a Parigi e iniziare la nuova vita, rifiutando lo squallore che sono costretti a vivere...
Un film che è come la visita a un museo delle cere, April (interpretata da Kate Winslet qui davvero molto brava) rifiuta il suo ruolo di costola di Adamo, e di angelo del focolare vorrebbe realizzarsi, ma le convenzioni sociali e l'epoca in cui si trova a vivere non glielo permettono, così sfoga il suo fallimento sognando un ipotetico viaggio a Parigi...
Sam Mendes gioca a fare Ingmar Bergman, sbagliando in partenza traduce letteralmente per lo schermo il romanzo di Richard Yates, non mettendo nulla di suo nè uno stile nè un anima, un film anonimo che non da nessuna emozione allo spettatore e che lo fa sembrare un prodotto impacchettato da dare in pasto al pubblico digiuno della coppia Di Caprio/Winslet, al confronto ho preferito di gran lunga Scene da un Matrimonio dove le emozioni e i sentimenti sono impalpabili e li vivi sulla tua pelle, qui invece niente, c'è solo una rilettura anonima e sfuggente di un romanzo che dovrebbe criticare la borghesia e farne una satira feroce ma soprattutto dovrebbe distruggere il classico american dream e invece niente, un film anonimo perduto dietro la coppia che è diventata famosa negli anni novanta e un occasione sprecata per Mendes di essere riconosciuto come un autore...peccato.
In conclusione, il film scivola nella mediocrità come i due protagonisti che diventano dei fossili della loro stessa vita, il messaggio provocatorio del finale è solo fasullo e pretenzioso.

 

 
 
 

Milk

Post n°153 pubblicato il 12 Marzo 2009 da arwenlynch

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Milk è uno dei migliori film di Gus Van Sant, primo perchè sin dalla fotografia colorata che si intreccia con filmati d'epoca, facendo un ritratto storico del primo politico dichiaratamente gay americano Harvey Milk, interpretato da un Sean Penn in stato di grazia (e giustamente premiato con l'oscar) non eccede mai nell'interpretare Milk, anzi semmai dona al suo personaggio quel gusto rivoluzionario tipico di chi ha vissuto in pieno il sessantotto.
La regia di Van Sant è impeccabile, arricchita da una sceneggiatura curatissima  che non annoia ma anzi coinvolge lo spettatore facendolo stare seduto in poltrona dall'inizio alla fine.
Gus Van Sant ha il pregio di tenere testa a un pezzo da novanta come Penn senza mai perdere di vista la sua regia, Penn dal canto suo E' Harvey Milk dall'inizio alla fine, non sono da sottovalutare le interpretazioni dei comprimari, primo fra tutti Josh Brolin che interpreta il suo rivale politico, in conclusione Milk è un documento dedicato al primo politico gay che è un film consigliatissimo e da collezionare.

 
 
 

Lasciami Entrare

Post n°152 pubblicato il 11 Marzo 2009 da arwenlynch
 

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Per Chi ama gli Horror, Se Twilight vi ha deluso, non potete perdere questo film, Lasciami entrare è di gran lunga migliore di Twilight. Se il primo gioca sul fenomeno Teen adolesenziale toccando il fantastico e i fumetti, questo è un piccolo gioiellino da collezione tocca l'infanzia e i suoi turbamenti, con la consapevolezza di essere diversi dagli altri e di  vedere nascere un sentimento che piano piano nonostante la natura vampiresca della bambina, nasce un legame che arriverà persino a salvargli la vita. Qualcuno lo ha definito i 400 colpi dell'horror non posso che essere d'accordo con chi ha definito questo film accostandolo al capolavoro di Truffaut.
In questo film non c'è niente di patinato, al contrario inquieta per il suo realismo, le scene sanguinose ci sono (e menomale sai che delusione col primo, mi aspettavo grondare sangue e invece niente sigh!) e non c'è niente di gratuito nel film, ma al contrario è più realistico e anche più struggente, ed è ovviamente un Horror, il che non guasta mai.
Tratto da un romanzo di un giovane scrittore svedese, il cui si dice di essersi ispirato a fatti realmente accaduti, la bambina è un vampiro, per potere vivere deve uccidere e bere il sangue degli esseri umani, c'è tensione c'è brivido e ciliegina sulla torta una toccante e innocente storia d'amore, tutti gli ingredienti sono al posto giusto cosa vogliamo di più da un horror? Non vedo l'ora che esca il DVD per poterlo collezionare e ovviamente lo consiglio a chi non l'ha visto.

 

 
 
 

Australia - di Baz Lhurmann

Post n°151 pubblicato il 11 Marzo 2009 da arwenlynch
 

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Ed è finalmente uscito l'attesissimo nuovo film dell'autore di Moulin Rouge, a differenza del precedente la pellicola è d'impasto tradizionale, arricchita dalla bravura di Nicole Kidman e da uno script incalzante e coinvolgente, uno splendido omaggio alla sua Australia, con la sua popolazione, le sue tradizioni e i suoi omaggi cinematografici.
Nonostante ciò Australia si ispira ai grandi Kolossal degli anni 40 rivelatasi vincente, rispetto a Moulin Rouge opera visionaria e spumeggiante, qui prevalgono i sentimenti e l'amore, in effetti è proprio L'amore al centro di tutto, il pubblico femminile può rinvigorirsi gli occhi con il bellissimo Hugh Jackman e può tifare per la sua Mrs Boss come viene chiamata Sara Ashley, naturalmente Nicole Kidman da una interpretazione coinvolgente la sua Sara Ashley conquista subito gli spettatori, sia per il suo piglio autoritario  e indipendente, sia per l'affetto dimostrato dal piccolo aborigeno che per lei è come un figlio, ed è proprio l'amore la chiave di un film abbastanza originale ricco di citazioni cinematografiche e soprattutto ricco di passione.

 
 
 

yes man

Post n°150 pubblicato il 21 Gennaio 2009 da arwenlynch
 

locandina yes man


Yes Man è una commedia astuta e divertente che ha nel suo protagonista la parte migliore, Jim Carrey è un timido impiegato di banca che dice no a tutto quanto, un giorno partecipa a una convention di un gruppo la cui filosofia di vita è dire sempre si, ma anche se la cosa all'inizio può sembrare buona ha le sue catastrofiche conseguenze, Jim Carrey si mostra vero istrione della risata e il film fa ridere sul serio ma ho notato una certa stanchezza nella sua performance, una stanchezza velata che non è da sottovalutare, la cosa può appesantire il film? A mio parere no anche perchè il film è divertentissimo goliardico, alla fine dire sempre si porta guai, divertente la scena in cui il barbone gli scarica il cellulare di soldi e di batteria, o la scena del redbull o dell'incontro sessuale con la vecchina...ed è proprio di questo che voglio parlare, la stanchezza di Carrey si nota di più in questa scena che in altre dove è davvero divertente, ma forse il divertire per forza anche se si è dei geni della recitazione è qualcosa che va aldilà della performance, forse è il tempo x Carrey di tornare ai films + impegnativi come Man On The Moon oppure Se mi lasci ti cancello dove è stato straordinario...in conclusione vedetevi questo film e divertitevi perchè le risate sono assicurate, non badate alla recitazione ridete a crepapelle!

 
 
 

Sette anime

Post n°149 pubblicato il 21 Gennaio 2009 da arwenlynch
 

manifesto sette anime


Sette anime è la storia di Ben Thomas, un uomo tormentato dal dolore per uno sbaglio commesso, cerca la redenzione facendo in modo che sette persone meritevoli ma sfortunate possono trovare una felicità che è stata negata a causa della salute o della sfortuna...

Gabriele Muccino con questo film si allontana dallo splendido La Ricerca della Felicità, e prende dei toni drammatici che colpiscono per la loro intensità.
Will Smith è credibilissimo nel ruolo di Ben, invaso da un dolore devastante, cerca la redenzione scegliendo la morte come via di perdono, così dona sette organi a sette persone che hanno bisogno di continuare a vivere, la cosa che più colpisce di questo film è che mentre lo guardi, e vedi la storia d'amore tra Ben e la ragazza cardiopatica, vorresti che lui cambiasse idea, e sarà proprio per questo amore che donerà a redimerlo e a dargli la pace, il finale non lo dico perchè è molto toccante molto toccante la scena in cui il cieco interpretato da un intenso Woody Harrelson incontra Emily e insieme capiscono che lui può vedere grazie alle cornee donatagli da Ben e lei può vivere ancora grazie al suo cuore, in conclusione un film davvero toccante, anche se devo ammettere alcune lacune per quanto riguarda un certo manierismo di regia, cosa che naturalmente si può tenere da parte perchè il film è da vedere voto 7


 


 

 
 
 

La duchessa

Post n°148 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da arwenlynch
 

                                                   LA DUCHESSA

Georgiana Spencer, sposa giovanissima il duca del Devonchire che è molto più anziano di lei.
E' molto famosa per la sua bellezza, per le sue amicizie con principi e politici, e per la sua passione per l'amore e il gioco.
La convivenza con il marito risulta difficile sia per i continui tradimenti, uno di questi con la sua migliore amica Bess Foster che si installerà in casa sua per volere del marito, che da lei pretende un erede maschio, presto anche lei si innamora del giovane conte Gray...

Film emozionante e coinvolgente, Kiera Knightley è la protagonista di questo film davvero straordinaria, regge bene il confronto con un altro grande del cinema Ralph Fiennes e non sfigura affatto, ma la vera sorpresa del film è proprio Kiera, ha dato una interpretazione di Giorgiana calandosi perfettamente nei suoi panni.
Il film dimostra come sia difficile trovare l'amore in un mondo incentrato solo sui titoli e sulla nobiltà, quanto sia importante avere un erede maschio, Georgiana gli darà tre femmine prima dell'erede maschio ma dovrà convivere con le abitudini fedigrafe del marito che la costringerà a vivere con l'amante nonchè migliore amica Bess Foster che lei se l'è presa sotto la sua ala per liberarla dal marito che la picchiava.
Saul Dibb mostra una aristocrazia ridicola e pacchiana, che si cela sotto le maschere delle regole e delle tradizioni del convivere bene, quando dietro a queste maschere c'è un bisogno d'amore che va aldilà della vita.
Sarà l'amore per il conte Gray che la cambierà...
Charlotte Rampling offre una interpretazione magistrale nel ruolo della madre di Georgiana, ancora legata alle vecchie tradizioni anzichè aiutare la figlia le consiglia di tornare da suo marito...e di comprendere.
La forza trainante del film mostra come allora la donna fosse prigioniera e non libera come adesso, non era possibile amare un altro uomo all'infuori del marito, non era possibile ribellarsi, nè tantomeno dire no ai propri "doveri coniugali"
Una pellicola davvero interessante 8 e mezzo da vedere

 
 
 
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