Creato da brischy1 il 19/12/2008

ABBA' PADRE

Riflessioni al Padre

 

PREGHIERA

Gloria al Padre, al Figlio e

Allo Spirito santo

Com’era in principio

E ora e sempre,

e nei secoli dei secoli.

Amen.

 

 

 

 

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CORONA DA RECITARE AL PROPRIO ANGELO CUSTODE

Post n°80 pubblicato il 21 Novembre 2017 da brischy1

Per essere liberati dalle suggestioni del demonio nei pericoli spirituali e materiali; per seguirlo nella sua premurosa cura, per condurci con lui in cielo.


1. Padre Celeste, ringrazio la tua infinita bontà per avermi affidato, sin dal momento in cui l'anima mia è uscita dalle tue mani creatrici, ad un angelo affinché mi «illumini, custodisca, regga e governi». E ringrazio anche te, mio angelo custode, che mi accompagni ogni giorno nel viaggio di ritorno al Padre celeste. Le tue sante ispirazioni, la continua difesa dai pericoli spirituali e corporali, le tue potenti preghiere presso il Signore sono per me un grande conforto e sicura speranza. Angelo di Dio.


2. Angelo mio custode, che sempre contempli il Signore e che mi vuoi tuo concittadino in cielo, ti prego di ottenermi dal Signore il perdono, perché tante volte sono stato sordo ai tuoi consigli, ho peccato alla tua presenza e tanto poco mi ricordo che mi sei sempre vicino. Angelo di Dio.


3. Angelo mio custode, fedele e forte in virtù, tu sei uno degli angeli che in cielo, guidati da san Michele, vinsero satana e i suoi seguaci. La lotta di un giorno in cielo continua ora sopra la terra: il principe del male e i suoi seguaci sono contro Gesù Cristo, e insidiano le anime. Prega l'immacolata Regina degli Apostoli per la Chiesa, la città di Dio che combatte contro la città di satana. O san Michele arcangelo, difendici con tutti i tuoi seguaci nella lotta; sii nostra forza contro la malizia e le insidie del demonio. Che il Signore lo soggioghi! E tu, principe della corte celeste, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni che percorrono il mondo per la perdizione delle anime. Angelo di Dio.


4. O angeli del paradiso, custodite scrittori, tecnici e propagandisti delle tecniche audiovisive e tutti coloro che le usano. Difendeteli dal male, guidateli nella verità, ottenete loro la vera carità. Chiedete al Signore per l'apostolato di queste tecniche le vocazioni necessarie e accompagnatele nella loro delicata missione. Ispirate a tutti di contribuire con l'azione, la preghiera e le offerte all'apostolato della comunicazione sociale. Illuminate, custodite, reggete e governate il mondo delle tecniche audiovisive, perché serva ad alzare il livello della vita presente e a orientare l'umanità verso i beni eterni. Angelo di Dio.


5. O angeli tutti del Signore, voi siete chiamati a fare nobile corte, dare lode e benedire incessantemente l'augusta Trinità, a riparare alle nostre dimenticanze. Siete i veri amatori di Dio e delle anime e continuate il canto: «Gloria a Dio nel cielo altissimo e pace in terra agli uomini di buona volontà». Vi supplichiamo per l'umanità intera perché conosca il vero e solo Dio, il Figlio da lui inviato e la Chiesa colonna di verità. Pregate perché sia santificato il nome di Dio, venga il regno di Gesù Cristo e si compia la sua volontà, come in cielo così in terra. Stendete la vostra protezione sopra i governanti, i lavoratori, i sofferenti; ottenete benedizioni e salvezza a tutti quelli che cercano la verità, la giustizia e la pace. Angelo di Dio.

 
 
 

Preghiare

Post n°79 pubblicato il 03 Giugno 2016 da brischy1

ORA DI GUARDIA AL SACRO CUORE

Chi si iscrive alla GUARDIA D'ONORE sceglie a piacere una volta per sempre un'ora della giornata da consacrare a Gesù, durante la quale, senza nulla togliere alle sue ordinarie occupazioni, con devote giaculatorie, offre le sue fatiche, le sue pene, il suo cuore a Gesù tenendosi in ispirito stretto a Lui che geme nel S. Tabernacolo, riparandone l'amore oltraggiato e dimenticato dai peccatori che l'offendono in tutto il mondo. Nulla obbliga sotto pena di peccato, e chi dimenticasse di fare l'ora di guardia può supplire in altra ora di sua scelta. Non occorre recitare in essa diverse preghiere, né portarsi in Chiesa, ma ciascuno si può regolare secondo le occupazioni e il proprio fervore.

OFFERTA PER L'ORA DI GUARDIA

Mio dolcissimo Divin Salvatore Gesù, io ti offro questa ora di guardia, durante la quale in unione con ... (si nominano i Santi protettori dell'ora scelta) desidero amarti, glorificarti e consolare il Tuo adorabile Cuore con il mio amore. Accetta a questo fine i miei pensieri, le parole, le azioni, le pene e soprattutto il mio cuore, che Ti dono senza riserva, perché io consumi nel fuoco del tuo Divino Amore.

Dopo questa preghiera continuiamo a svolgere le nostre attività ordinarie pensando che stiamo offrendo queste nostre azioni in spirito di riparazione.
Durante l'ora di guardia ed eventualmente più volte nella giornata reciteremo la

PREZIOSISSIMA OFFERTA

Eterno Padre, accetta in sacrificio di propiziazione per i bisogni della Santa Chiesa e in riparazione dei peccati degli uomini, il Sangue prezioso e l'Acqua che uscirono dalla ferita del Divin Cuore di Gesù e abbi pietà di noi.

Oppure:
Gesù, mio Salvatore, lascia che io offra a Te, e per mezzo Tuo all'Eterno Padre, il Sangue preziosissimo e l'Acqua che uscirono dalla ferita fatta al Tuo Divin Cuore sull'albero della Croce. Degnati di applicare efficacemente questo Sangue e quest'Acqua per la salvezza dit utte le anime e specialmente dei poveri peccatori e della mia povera anima. Purifica, rigenera, salva tutti gli uomini in virtù dei Tuoi meriti. Concedimi infine, o Gesù, di penetrare nel Tuo Cuore e di rimanervi per sempre. Amen.

Al termine dell'ora scelta reciteremo la

PREGHIERA PER LA FINE DELL'ORA DI GUARDIA

O Cuore Sacratissimo di Gesù, fonte perenne d'Amore e di Misericordia, io ti ringrazio per l'inestimabile dono che mi hai fatto, concedendomi di poterti consolare durante quest'ora di guardia.
Io ti chiedo perdono per tutte le negligenze che avessi potuto commettere durante la mia preghiera e prometto di voler essere più fedele per l'avvenire.
Incoraggiato dalla tua bontà, io oso chiederti di poterti consolare anche domani e per tutti i giorni della mia vita per riparare le offese di noi peccatori. Questa grazia te la domando non solo per me, ma anche per tutte le Guardi d'Onore, affinché il Tuo Divin Cuore possa trovare sempre e in ogni istante delle anime nelle quali compiacersi. Amen.

 
 
 

Catechesi di Papa Francesco

Post n°78 pubblicato il 19 Ottobre 2015 da brischy1

mercoledì 7 ottobre 2015

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Da pochi giorni è iniziato il Sinodo dei Vescovi sul tema "La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo". La famiglia che cammina nella via del Signore è fondamentale nella testimonianza dell'amore di Dio e merita perciò tutta la dedizione di cui la Chiesa è capace. Il Sinodo è chiamato ad interpretare, per l'oggi, questa sollecitudine e questa cura della Chiesa. Accompagniamo tutto il percorso sinodale anzitutto con al nostra preghiera e la nostra attenzione. E in questo periodo le catechesi saranno riflessioni ispirate da alcuni aspetti del rapporto - che possiamo ben dire indissolubile - tra la Chiesa e la famiglia, con l'orizzonte aperto al bene dell'intera comunità umana.
Uno sguardo attento alla vita quotidiana degli uomini e delle donne di oggi mostra immediatamente il bisogno che c'è ovunque di una robusta iniezione di spirito famigliare. Infatti, lo stile dei rapporti -civili, economici, giuridici, professionali, di cittadinza - appare molto razionale, formale, organizzato, ma anche molto "disidratato", arido, anonimo. Diventa a volte insopportabile. Pur volendo essere inclusivo nelle sue forme, nella realtà abbandona alla solitudine e allo scarto un numero sempre maggiore di persone.
Ecco perché la famiglia apre per l'intera società una prospettiva ben più umana: apre gli occhi dei figli sulla vita - e non solo lo sguardo, ma anche tutti gli altri sensi - rappresentando una visione del rapporto umano edificato sulla libera allleanza d'amore. La famiglia introduce al bisogno dei legami di fedeltà, sincerità, fiducia, cooperazione, rispetto; incoraggia a progettare un mondo abitabile e a credere nei rapporti di fiducia, anche in condizioni difficili; insegna ad onorare la parola data, il rispetto delle singole persone, la condivisione dei limiti personali e altrui. E tutti siamo consapevoli della insostituibilità dell'attenzione famigliare per i membri più piccoli, più vulnerabili, più feriti, e persino più disastrati nelle condotte della loro vita. Nella società, chi pratica questi atteggiamenti, li ha assimilati dallo spirito famigliare, non certo dalla competizione e dal desiderio di autorealizzazione.
Ebbene, pur sapendo tutto questo, non si dà alla famiglia il dovuto peso - e riconoscimento, e sostegno - nell'organizzazione politica ed economica della società contemporanea. Vorrei dire di più: la famiglia non solo non ha riconoscimento adeguato, ma non genera più apprendimento! A volte verrebbe da dire che, con tutta la sua scienza, la sua tecnica, la società moderna non è ancora in grado di tradurre queste conoscenze in forme migliori di convivenza civile. Non solo l'organizzazione della vita comune si incaglia  sempre più in una burocrazia del tutto estranea ai legami umani fondamentali, ma, addirittura, il costume sociale e politico mostra spesso segni di degrado - aggressività, volgarità, disprezzo... -, che stanno ben al di sotto della soglia di un'educazione famigliare anche minima. In tale congiuntura, gli estremi opposti di questo abbrutimento dei rapporti - cioè l'ottusità tecnocratica e il familismo amorale - si congiungono e si alimentano a vicenda. Questo è un paradosso.
La Chiesa individua oggi, in questo punto esatto, il senso storico della sua missione a riguardo della famiglia e dell'autentico spirito famigliare: incominciando da un'attenta revisione di vita, che riguarda se stessa. Si potrebbe dire che lo "spirito famigliare" è una carta costituzionale per la Chiesa: così il cristianesimo deve apparire, e così deve essere. E' scritto a chiare lettere: "Voi che un tempo eravate lontani - dice San Paolo - [...] non siete più stranieri nè ospiti, ma concittadini dei santi e familairi di Dio" (Ef 2,19). La Chiesa è e deve essere la famiglia di Dio.
Gesù, quando chiamò Pietro a seguirlo, gli disse che lo avrebbe fatto diventare "pescatore di uomini"; e per questo ci vuole un nuovo tipo di reti. Potremmo dire che oggi le famiglie sono una delle reti più importanti per la missione di Pietro e della Chiesa. Non è una rete che fa prigionieri, questa! Al contrario, libera dalle acque cattive dell'abbandono e dell'indifferenza, che affogano molti esseri umani nel mare della solitudine e dell'indifferenza. Le famiglie sanno bene che cos'è la dignità del sentirsi figli e non schiavi, o estranei, o solo un numero di carta d'identità.
Da qui, dalla famiglia, Gesù ricomincia il suo passaggiof ra gli esseri umani per persuaderli che Dio non li ha dimenticati. Da qui Pietro prende vigore per il suo ministero. Da qui la Chiesa, obbedendo alla parola del Maestro, esce a pescare al largo, certa che, se questo avviene, la pesca sarà miracolosa. Possa l'entusiasmo dei Padri sinodali, animati dallo Spirito Santo, fomentare lo slancio di una Chiesa che abbandona le vecchie reti e si rimette a pescare confidando nella parola del suo Signore. Preghiamo intensamente per questo! Cristo, del resto, ha promesso e ci rincuora: se persino i cattivi padri non rifiutano il pane ai figli affamati, figuriamoci se Dio non darà lo Spirito a coloro che - pur imperfetti come sono - lo chiedono con appassionata insistenza (cfr Lc 11,9-13)! 

 
 
 

CI SEI TU

Post n°77 pubblicato il 14 Marzo 2014 da brischy1

 
 
 

PREGHIERA DEL MATTINO

Post n°76 pubblicato il 14 Marzo 2014 da brischy1

Signore, resta con me in questo giorno
e anima le mie azioni,
le mie parole e i miei pensieri.
Custodisci i miei piedi
perché non passeggino oziosi,
ma mi portino incontro
alle necessità degli altri.
Custodisci le mie mani
perché non si allunghino per fare il male
ma sempre per abbracciare e aiutare.
Custodisci la mia bocca
perchè non dica cose false e vane
e non parli male del prossimo,
ma sempre sia pronta a incoraggiare tutti
e benedire te, Signore della vita.
Custodisci il mio udito
perché non perda tempo
ad ascoltare parole vuote e falsità
ma sia sempre pronto ad accogliere
il tuo misterioso messaggio
per compiere anche oggi, la tua volontà.
La nostra forza sei Tu, Signore Gesù.

Amen 

 
 
 

PREGHIERA

Post n°75 pubblicato il 14 Marzo 2014 da brischy1

Io so, Padre,
che il mio tempo è prezioso ai tuoi occhi
perché ti sono figlio.
Un figlio voluto con amore,
teneramente concepito e pensato
da un tempo immemorabile
dato alla luce e chiamato per nome
con giubilo festoso.

Un figlio con ogni cura seguito,
anche quando è affidato
ad altre mani premurose.
Un figlio cercato in ogni abbandono,
anche quando per sua iniziativa
si è perduto.
Un figlio generosamente consegnato
alla libertà
e alla responsabilità
che lo rendono uomo e donna.

Io so, Pade,
che il tempo che mi dai è un dono sincero
e che diventa a tutti gli effetti il mio tempo.
Piccola traccia, ma indelebile e irripetibile,
di un'esistenza personale
che attraversa la vita del mondo:
tu la riconosci tra mille
col tuo sguardo infinitamente limpido
e profondo.

Per quanto piccola, labile e leggera sia
la linea del tempo
che la mia traccia percorre,
solido e indistruttibile è il valore
di cui è segno fin dal primo istante;
pura l'intenzione che vi si esprime;
indefettibili il vincolo e la promessa
che l'accompagnano.

In ogni istante del tempo il dono si rinnova,
e con esso la certezza che,
anche se tutti mi abbadonassero,
sono desiderato almeno da te,
sono sommamente importante almeno per te.

CARLO MARIA MARTINI

(tratto dal libro "Scegliere" della collana "Nella luce del Risorto - Meditazioni per la Pasqua " in edicola dal 13 marzo con Famiglia Cristiana n. 11)

 
 
 

Catechesi di Papa Francesco mercoledì 15 maggio 2013

Post n°74 pubblicato il 19 Maggio 2013 da brischy1

papa Francesco

 

Cari fratelli e sorelle buongiorno!

Oggi vorrei soffermarmi sul'azione che lo Spirito Santo compie nel guidare a Chiesa e ciascuno di noi ala Verità. Gesù stesso dice ai discepoli: lo Spirito Santo "vi guiderà a tutta la verità" (Gv 16,13), essendo Egli stesso "lo Spirito di Verità" (cfr Gv 14,17; 15,26; 16,13).

Viviamo in u'epoca in cui si è piuttosto scettici nei confronti dela verità. Benedetto XVI ha parlato molte volte di relativismo, della tendenza cioè a ritenere che non ci sia nula di definitivo e a pensare che a verità  venga data da consenso o da quello che noi vogiamo. Sorge la domanda: esiste veramente "la" verità? Che cos'è "la" verità? Possiamo conoscerla? Possiamo trovara? Qui mi viene in mente la domanda de Procuratore romano Ponzio Pilato quando gesù gli rivela il senso profondo della sua missione: "Che cos'è la verità?" (Giov 18,37.38). Pilato non riesce a capire che "a" Verità è davanti a lui, non riesce a vedere in Gesù il volto della verità, che è il volto di Dio. Eppure, Gesù è proprio questo: la Verità, che, nella pienezza dei tempi, "si è fatta carne" (Gv 1,1.14), è venuta in mezzo a noi perchè noi a conoscessimo. La verità non si afferra come una cosa, la vertà si incontra. Non è un possesso, è un incontro con una Persona.

Ma chi ci fa riconoscere che Gesù è "la" Parola di verità, il Figlio unigenito di Dio Padre? San Paolo insegna che "nessuno può dire: "Gesù è Signore!" se non sotto 'azione delo spirito Santo" (1Cor 12,3). E' proprio lo Spirito Santo, il dono di Cristo Risorto, che ci fa riconoscere la Verità. Gesù o definisce il "Praclito", cioè "colui che ci viene in aiuto", che è al nostro fianco per sostenerci in questo cammino di conoscenza; e, durante l'Ultima Cena, Gesù assicura ai discepoli che lo Spirito Santo insegnerà ogni cosa, ricordando loro le sue parole (cfr Gv 14,26).

Qual'è allora l'azione dello Spirito Santo nella  nostra vita e nella vita della Chiesa per gidarci alla verità? anzitutto, ricorda e imprime nei cuori dei credenti le parole che Gesù ha detto, e, proprio attraverso tali parole, la legge di Dio - coem avevano annunciato i profeti nell'Antico Testamente - viene iscritta nel nostro cuore e diventa in noi prinicpio di valutazione nelle scelte e di guida nelle azioni quotidiane, diventa principio di vita. Si realizza la grande profezia di Ezechiele: "vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo ... Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme"  (36,25-2). Infatti, è dall'intimo di noi stessi che nascono le nostre azioni: è proprio i cuore che deve convertirsi a Dio, e lo Spirito Santo lo trasforma se noi ci apriamo a Lui.

Lo Spirito Santo, poi, come promette Gesù, ci guida "a tutta a verità" (Gv 16,133); ci guida non solo all'incontro con Gesù, pienezza della Verità, ma ci guida anche "dentro" la verità, ci fa entrare cioè in una comunione sepre più profonda con Gesù. donandoci l'intelligenza dele cose di Dio. E' questa non la possiamo raggiungere con le nostre forze. Se Dio non ci illumina interiormente, il nostro essere cristiani sarà superficiale. La Tradizione della Chiesa afferma che lo Spirito di verità agisce nel nostro cuore suscitando quel "senso della fede" (sensus fidei) attraverso il quale, come afferma il Conciio Vaticano II, il Popolo di Dio, sotto la guida del Magistero, aderisce indefettibilmente ala fede trasmessa, la approfondisce con retto giudizio e la applica più pienamente nella vita (cfr Cost. dogm. Lumen gentium, 12). Proviamo a chiederci: sono aperto all'azione dello Spirito Santo, lo prego perchè mi dia luce, mi renda più sensibile alle cose di Dio? Questa è una preghiera che dobbiamo fare tutti i giorni: "Spirito Santo fà che il mio cuore sia aperto alla Parola di dio, che il mio cuore sia aperto al bene, che il mio cuore sia aperto alla bellezza di Dio tutti i giorni". Vorrei fare una domanda a tutti: quanti di voi pregano ogni giorno lo Spirito Santo? Saranno pochi, ma noi dobbiamo soddisfare questo desiderio di Gesù e pregare tutti i giorni lo Spirito Santo, perchè ci apra il cuore verso Gesù.

Pensiamo a Maria che "serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19.51). L'accoglienza delle parole e delle verità della fede perchè diventino vita, si realizza e cresce sotto 'azione dello Spirito Santo. In questo senso occorre imparare da Maria, rivivere il suo "sì", la sua disponibilità totale a ricevere il Figlio di dio nella sua vita, che da quel momento è trasformata. Attraverso lo Spirito Santo, il Padre e il Figlio prendono dimora presso di noi: noi viviamo in Dio e di Dio. Ma la nostra vita è veramente animata da Dio? Quante cose metto prima di Dio?

Cari fratelli e sorelle, abbiamo bisogno di lasciarci inondare dalla luce dello Spirito Santo, perchè Egli ci introduca nella Verità di Dio, che è l'unico Signore della nostra vita. In quest'Anno della fede chiediamoci se concretamente abbiamo fatto qualche passo per conoscere di più Cristo e le verità della fede, leggendo e meditando la Sacra Scrittura, studiando il Catechismo, accostandosi con costanza ai Sacramenti. Ma chiediamoci contemporaneamente quali passi stiamo facendo perchè la fede orienti tutta la nostra esistenza. Non si è cristiani " a tempo", soltanto in alcui momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte. Non si può essere cristiani così, si è cristiani in ogni momento! Totalmente! La verità di Cristo, che lo Spirito santo ci insegna e ci dona, interessa per sempre e totalmente la nostra vita quotidiana. Invochiamolo più spesso, perchè ci guidi sulla stra dei discepoli di Cristo. Invochiamolo tutti i giorni. Vi faccio questa proposta: invochiamo tutti i giorni lo Spirito Santo, così lo Spirito Santo ci avvicinerà a Gesù Cristo.

 
 
 

Una preghiera per ogni dito della mano

Post n°73 pubblicato il 28 Marzo 2013 da brischy1

papa Francesco

 

1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è "un dolce obbligo".

2. Il dito successivo è l'indice, Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere.

3. Il dito successivo è il più alto. Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l'opinione pubblica. Hanno bisogno della guida di Dio.

4. il quarto dito è l'anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. E' lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è l per invitarci a pregare anche per le coppie sposate.

5. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, "gli ultimi saranno i primi!. il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso. Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole dalla giusta prospettiva.


Preghiera che Papa Francesco scrisse una quindicina di anni fa quando era vescovo di Buenos Aires

 

 
 
 

preghiera a Gesù nel SS Sacramento

Post n°72 pubblicato il 28 Marzo 2013 da brischy1

 

 

SS Sacramento

 

Ti adoro Creatore e Signore nostro nel S.S. Sacramento.
Ti adoro per tutte le opere delle tue man,i
nelle quali si rivela tanta sapienza, bontà e
misericordia.
O Signore, hai seminato tanta bellezza sulla terra
ed essa mi parla della tua bellezza,
benché sia soltanto un pallido riflesso di te,
Bellezza inconcepibile.
E sebbene ti sia nascosto e ti tenga occultato
ed abbia nascosto la tua bellezza,
il mio occhio illuminato dalla fede ti raggiunge
e la mia anima riconosce il suo Creatore,
suo sommo bene,
ed il mio cuore si immerge totalmente
in una preghiera di adorazione.
O mio Creatore e Signore,
la tua bontà m'incoraggia a parlarti,
la tua misericodia fa scomparire fra di noi
l'abisso che separa il Creatore dalla creatura.
E' una delizia per il mio cuore parlare con te, o Signore.
In te trovo tutto ciò che il mio cuore può desiderare.
Qui la tua luce illumina il mio intelletto
e lo rende a conoscerti sempre più profondamente.
Qui sul mio cuore scendono torrenti di grazie,
qui la mia anima attinge la vita eterna.
O mio Creatore e Signore,
tu solo oltre a questi doni mi dai te stesso
e ti unisci strettamente alla tua misera creatura.
Qui i nostri cuori si comprendono senza ricorrere alle parole,
qui nessuno è in grado di interrompere il nostro colloquio.
Quello di cui parlo con te, o Gesù, è un nostro segreto,
di cui le creature non saranno messe al corrente ...,
Si tratta di perdoni segreti,
che conosciamo solo Gesù e io;
è un segreto della sua misericordia
che abbraccia singolarmente ogni anima.
Per questa tua inconcepibile bontà,
ti adoro, o Creatore e Signore,
con tutto il cuore e con tutta l'anima.
E benchè questa mia adorazione sia tanto misera ed insignificante,
tuttavia sono tranquilla perchè so
che tu conosci che essa è sincera,
sebbene così inadeguata.

Santa Faustina Kovalska

 

 
 
 

L'ASINO E IL CONTADINO

Post n°71 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da brischy1

Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo. 
Non si era fatto male, ma non poteva più uscire. 
Il povero animale continuò a ragliare sonoramente per ore. Il contadino era straziato dai lamenti dell'asino, voleva salvarlo e cercò in tutti i modi di tirarlo fuori ma dopo inutili tentativi, si rassegnò e prese una decisione crudele. 
Poiché l'asino era ormai molto vecchio e non serviva più a nulla e poiché il pozzo era ormai secco e in qualche modo bisognava chiuderlo, chiese aiuto agli altri contadini del villaggio per ricoprire di terra il pozzo. 
Il povero asino imprigionato, al rumore delle palate e alle zolle di terra che gli piovevano dal cielo capì le intenzioni degli esseri umani e scoppiò in un pianto irrefrenabile. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l'asino rimase quieto. Passò del tempo, nessuno aveva il coraggio di guardare nel pozzo mentre continuavano a gettare la terra. 
Finalmente il contadino guardò nel pozzo e rimase sorpreso per quello che vide...
L'asino si scrollava dalla groppa ogni palata di terra che gli buttavano addosso, e ci saliva sopra. Man mano che i contadini gettavano le zolle di terra, saliva sempre di più e si avvicinava al bordo del pozzo. Zolla dopo zolla, gradino dopo gradino l'asino riuscì ad uscire dal pozzo con un balzo e cominciò a trottare felice.

MORALE:
Quando la vita ci affonda in pozzi neri e profondi, il segreto per uscire più forti dal pozzo é scuoterci la terra di dosso e fare un passo verso l'alto. Ognuno dei nostri problemi si trasformerà in un gradino che ci condurrà verso l’uscita. Anche nei momenti più duri e tristi possiamo risollevarci lasciando alle nostre spalle i problemi più grandi, anche se nessuno ci dà una mano per aiutarci.
(web)

 


 
 
 

FATTI NON PAROLE

Post n°70 pubblicato il 22 Gennaio 2013 da brischy1

"Basta! Non li sopporto più!"
Tutti, in Paradiso, trattennero il fiato. Nessuno aveva mai visto Gesù arrabbiato. Ed era proprio Lui che manifestava con voce tonante la sua divina collera.
"Sono stato 33 anni in mezzo agli uomini. Ho detto loro migliaia di volte che le opere valgono immmensamente di più delle parole, e per questo sono stato crocifisso. Ho spiegato in tutti i modi che non sono le tante parole e le cerimonie vuote a qualificare i miei discepoli, ma l'amore realizzato. Ma quasi nessuno lo ha capito! Predicano ai quattro venti, cantano inni commoventi, partecipano a celebrazioni coinvolgenti e toccanti, ma fanno così poco!"
"Che cosa intendi fare?", chiese timidamente un angelo.
"Toglierò loro la parola, come è successo a Zaccaria, il padre di Giovanni Battista!" decise Gesù, e tolse a tutti i cristiani la facoltà di parlare.
E così, di colpo, in tutto il mondo, fra i cristiani calò un gran silenzio.
In un primo momento si stupirono. Molti si precipitarono in farmacia a comprare sciroppi e pillole per il mal di gola, erba officinali e miele andarono a ruba. Poi cominciarono a preoccuparsi e infine si spaventarono. Come potevano pregare senza parole? Come facevano a dire a Gesù e al prossimo che li amavano senza parole?
I grandi teologi non potevano neanche "transustanziazione", e i predicatori senza parole "forbite" e profondi concetti si sentivano disoccupati.
La gente comune non riusciva neanche più a litigare, ma quel che è peggio non sapevano come esprimere solidarietà, conorto, sostegno, compassione, comunione ...
A forza di pensarci, arrivarono a una semplice conclusione:
"Quello che non possiamo più dire con le parole, possiamo comunicarlo con i fatti!"
Molti la pensarono allo stesso modo. I grandi maestri della parola divennero spontanei e sinceri. Nelle Università di teologia, si aprirono mense e dormitori per i poveri e i disperati. Anche il catechismo divenne pieno di gioia e di giochi. Molti si vergognarono, ricordandosi di quanto era facile mentire con le parole. Su qualche giornale apparvero articoli con il titolo:
"Guardate come si amano!"
Sempre più gente trovò questa fede molto interessante, sentendosi attirata dall'atmosfera di dolcezza, pace, serenità e vera accoglienza che si respirava tra i discepoli di Gesù.
Quando, dopo un po', Gesù restituì loro la possibilità di parlare, ne furono quasi rammaricati.
Nel tempo del grande silenzio, avevano sperimentato quanta tenerezza c'è nella fede cristiana ...

"Figli miei, vogliamoci bene sul serio, a fatti. Non solo a parole o con bei discorsi!"
(1 Gv 3,16-18)

 
 
 

Preghiera dettata da Gesu' stesso

Post n°69 pubblicato il 14 Novembre 2012 da brischy1

Preghiera dettata da Gesù stesso
(P. Pio ha detto: diffondetela, fatela stampare)

"Signore Gesù Cristo, accetta tutto me stesso per il tempo che mi resta:
il mio lavoro, la mia parte di gioia, le mie ansie, la mia stanchezza,
l'ingratitudine che può venirmi dagli altri, il tedio,
la solitudine che mi attanaglia durante il giorno,
i successi, gli insuccessi, tutto ciò che mi costa, le mie miseri.
Di tutta la mia vita voglio fare un fascio di fiori,
deporli nelle mani della Vergine Santa;
Lei stessa penserà di offrirteli.
Fa che possano diventare frutto di misericordia
per tutte le anime e di meriti per me lassù nel Cielo".

 
 
 

Il segno ella Croce

Post n°68 pubblicato il 10 Novembre 2012 da brischy1

 

 

segno della Croce

 

Un sacramentale per tutti i momenti del giorno.
Semplice da fare, ci difende dal male, ci protegge contro gli attacchi del demonio e ci fa ottenere preziose grazie di Dio.
Sul finire del quarto secolo, una grande moltitudine riunita intorno a un pino aspettava con trepidazione l'epilogo di un avvincente episodio. Il vescovo San Martino di Tour aveva fatto saccheggiare un tempio pagano e aveva deciso di tagliare il pino che si trovava vicino al locale ed era oggetto di culto idolatrico. A questo si sono opposti numerosi pagani che hanno lanciato una sfida: avrebbero acconsentito all'abbattimento dell' "albero sacro" se il Santo, come prova della sua fede in Cristo, fosse stato disposto a rimanere legato sotto di questo, mentre essi stessi lo tagliavano.
Così fu fatto. E vigorosi colpi di accetta in poco tempo hanno fatto sì che il tronco cominciasse a pendere in direzione della testa dell'uomo di Dio. I pagani si rallegravano ferocemente per questo, mentre i cristiani guardavano con angustia verso il loro santo vescovo. Costui ha fatto il segno della croce e il pino, come spinto dal soffio di una potente raffica di vento, è caduto dall'altra parte sopra alcuni dei più ferrei nemici della Fede. In questa occasione, molti si sono convertiti alla Chiesa di Cristo.

Indietro al tempo degli Apostoli.
Secondo la tradizione, corroborata dai Padri della Chiesa, il segno della croce risale al tempo degli Apostoli. Alcuni affermano che lo stesso Cristo, durante la sua gloriosa Ascensione, ha benedetto i discepoli con questo simbolo della sua Passione Redentrice. Gli Apostoli e oltretutto discepoli avrebbero, di conseguenza, propagato questa devozione nelle loro missioni. Giaà nel secondo secolo, Tertulliano, il primo scrittore cristiano di lingua latina, esortava: "Per tutte le nostre azioni, quando entriamo o usciamo, quando ci vestiamo o facciamo il bagno, seduti a tavola o accendendo una candela, quando andiamo a dormire o a sederci, all'inizio del nostro lavoro, facciamoci il segno della croce". Questo segno benedetto è occasione di grazie tanto nei momenti più importanti quanto nei più ordinari della vita cristiana. Esso ci si presenta, per esempio, in diversi sacramenti: nel Battesimo, nel momento in cui si segna con la croce di Cristo colui che Gli apparterrrà, nella Cresima, quando riceviamo sulla fronte l'olio santo, o ancora, all'ultima ora della nostra vita, quando siamo raziati con l'Unzione degli Infermi. Ci facciamo il segno della Croce all'inizio e alla fine delle preghiere, passando davanti a una chiesa, ricevendo la benedizione sacerdotale, all'inizio di un viaggio, ecc.

Una devozione ricca di significato.
Il segno della croce ha innumerevoli significati, tra i quali si segnalano in particolare i seguenti: un atto di dedizione a Gesù Cristo, un rinnovo del Battesimo e una proclamazione delle principali verità della nostra Fede: la Santissima Trinità e la Redenzione.

Il modo di farlo anche è ricco di simboliscmo e ha sofferto alcune alterazioni nel corso del tempo.
La prima di queste sembra essere stata frutto di una controversia con la setta dei monofisti (secolo V), i quali si facevano il segno della croce usando solo un dito, volendo con questo significare che nella persona di Cristo il divino e l'umano erano riuniti in una sola natura. In opposizione a questa falsa dottrina, i cristiani sono passati a farsi il segno della croce unendo tre dita (pollice, indice e medio), per sottolineare il loro culto della Santissima Trinità, e appoggiando le altre dita la palmo della mano, per simbolizzare la doppia natura (divina e umana) di Gesù. Oltretutto, in tutta quanta la Chiesa, i cristiani di quest'epoca si facevano il segno della croce in senso contrario a quello in uso oggi, ossia, dalla spalla destra verso quella sinistra.

Innocenzo III (1198-1216), uno dei più grandi papi del periodo medievale, ha dato la seguente spiegazione simbolica di questo modo di farsi il segno della croce: "Il segno della croce deve essere fatto con tre dita, poiché si fa con l'invocazione della Santissima Trinità. Il modo deve essere dall'altro al basso e da destra a sinistra, perchè Cristo è sceso dal Cielo sulla terra ed è passato dai giudei (destra) ai gentili (sinistra)". Attualmente questa forma continua a essere usata solo nei riti cattolici orientali.

All'inizio del secolo XIII, alcuni fedeli, imitando il modo del sacerdote di dare la benedizione, hanno cominciato a fare il segno della croce da sinistra verso destra, con la mano piatta. Lo stesso Papa racconta il motivo di questo cambiamento: "Vi sono alcuni, in questo momento, che fanno il segno della croce da sinistra verso destra, a significare che dalla miseria (sinistra) possiamo giungere alla gloria (destra), così come è successo con Cristo nel salire al Cielo. Alcuni sacerdoti fanno in questo modo e le persone cercano di imitarli". Questa forma è finita per diventare costume in tutta la Chiesa nell'Occidente, e così rimane fino ai nostri giorni.

Benefici effetti.
Il segno della croce è il più antico e principale sacramentale, termine che significa, un "segno sacro", mediante il quale, a imitazione dei sacramenti, "sono significati principalmente effetti spirituali che si ottengono per supplica della Chiesa" (CIC, can. 1166). Esso ci difende dal male, ci protegge contro gli assalti del demonio e ci rende propizia la grazia di Dio. San Gaudenzio (set. IV) afferma che, in tutte le circostanze, esso è "una invincibile armatura dei cristiani".

Ai fedeli che si mostravano turbati o tentati, i Padri della Chiesa consigliavano il segno ella croce come rimedio dell'efficacia garantita.

San Benedetto da Norcia, dopo aver vissuto per tre anni come eremita a Subiaco, fu cercato da un gruppo di monaci che abitavano lì vicino, i quali gli chiesero che accettasse di essere il loro superiore. Tuttavia, alcui monaci non condividevano questo progetto, e tentarono di ammazzarlo, offrendogli pane e vino avvelenati. Quando San Benedetto fece il segno della croce sugli alimenti, il bicchiere di vino si ruppe, e un corvo volò fino al pane, lo prese e lo portò via. Questo fatto è ricordato ancor oggi nella "Medaglia di San Benedetto".

Ave, o Croce, nostra unica speranza!
Nella Croce di Cristo, e solo in essa, dobbiamo confidare. Se essa ci sostiene, non cadremo, se essa è il nostro rifugio, non ci scoraggeremo, se essa è la nostra forza, che cosa potremo temere?

Seguendo il consiglio dei Padri della Chiesa, mai ci sia da parte nostra senso i vergogna nel farlo di fronte agli altri o negligenza nell'utilizzare questo efficace sacramentale, poiché esso sarà sempre il nostro rifugio e protezione.

Tratto dalla rivista: "Salvami Regina"; anno VII; numero 17; luglio 2005

 
 
 

IL BAMBU'

Post n°67 pubblicato il 10 Novembre 2012 da brischy1

 

bambù

 

In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto. Il Signore del giardino lo amava più di tutti gli altri alberi. Anno dopo anno, il bambù cresceva e si faceva robusto e bello, perchè il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice.
Un giorno, il Signore, si avvicinò al suo amato albero e gli disse: "Caro bambù, ho bisogno di te".
Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato creato e disse, con grande gioia: "Signore, sono pronto. Fà di me l'uso che vuoi.".
La voce del Signore era grave: "Per usarti devo abbatterti!".
Il bambù si spaventò: "Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi!".
"Mio caro bambù", continuò il Signore, "se non posso abbatterti, non posso usarti...".
Il giardino piombò in un profondo silenzio. Anche il vento smise di soffiare.
Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussrrò: "Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi."
"Mio caro bambù," disse il Signore, "non solo devo abbatterti, ma anche tagliarti i rami e le foglie".
"Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie!".
Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volò via. Tremando, il babù disse fiocamente: "Signore, tagliali!".
"Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore. Se non posso fare questo, non posso usarti".
Il bambù si cinò fino a terra e mormorò: "Signore, spacca e strappa.".
Così il Signore del giardino abbattè il bambù, tagliò i rami e le foglie, lo spaccò due e gli estirpò il cuore. Poi lo portò dove sgorgava una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità. Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell'amato bambù e diresse l'altra verso i campi inariditi. La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi. Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo.
Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto. Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.

Noi la chiamiamo "sofferenza", Dio la chiama "ho bisogno di te".


da:  "Una Preghiera alla Regina della Pace di Medjugorje" che trovi a questo link: http://www.facebook.com/unapreghieraallareginadellapacedimedjugorje

 
 
 

IL VERO AMICO

Post n°66 pubblicato il 30 Luglio 2012 da brischy1

 

IL VERO AMICO

 
 
 

I DUE UOMINI CHE VIDERO DIO ...

Post n°65 pubblicato il 30 Luglio 2012 da brischy1


In un villaggio polinesiano vivevano due uomini continuamente in guerra l'uno contro l'altro. Ad ogni più piccolo pretesto scoppiava una lite. La vita era diventata insopportabile per l'uno come per l'altro. Ma anche per tutto il villaggio.
Un giorno alcuni anziani dissero ad uno dei due: "L'unica soluzione, dopo averle provate tutte, è che tu vada a vedere Dio"
"D'accordo, ma dove?".
"Niente di più semplice. Basta che tu salga lassù sulla montagna e là tu vedrai Dio".
L'uomo partì senza esitazione per andare incontro a Dio.
Dopo parecchi giorni di marcia faticosa giunse in cima alla montagna. Dio era là che lo aspettava. L'uomo si stropicciò invano gli occhi; non c'era alcun dubbio: Dio aveva la faccia del suo vicino rissoso e antipatico.
Ciò che Dio gli disse, nessuno lo sa. In ogni caso, al ritorno nel villaggio non era più lo stesso uomo.
Ma nonostante la sua gentilezza e la sua volontà di riconciliazione con il vicino, tutto continuava ad andare male, perché l'altro inventava nuovi pretesti di litigio.
Gli anziani si dissero: "E' meglio che anche lui vada a vedere Dio"
Nonostante la sua ritrosia, riuscirono a persuaderlo. E anche lui partì per l'alta montagna.
E lassù anche lui scoprì che Dio aveva il volto del suo vicino..
Da quel giorno tutto è cambiato e la pace regna nel villaggio.

"L'UOMO È STATO CREATO A IMMAGINE DI DIO.
ALLORA: "SE VUOI VEDERE DIO, GUARDA IL TUO FRATELLO CON GLI OCCHI DI DIO..." ♥ ♡ ♥

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IL BURRONE

Post n°64 pubblicato il 30 Luglio 2012 da brischy1

 

 

« Un uomo sempre scontento di sé e degli altri continuava a brontolare con Dio perché diceva:
"Ma chi l'ha detto che ognuno deve portare la sua croce?
Possibile che non esista un mezzo per evitarla?
Sono veramente stufo dei miei pesi quotidiani!". Il buon Dio gli rispose con un sogno.
Vide che la vita degli uomini sulla Terra era una sterminata processione.
Ognuno camminava con la sua croce sulle spalle. Lentamente, ma inesorabilmente, un passo dopo l'altro. Anche lui era nell'interminabile corteo e avanzava a fatica con la sua croce personale. Dopo un po' si accorse che la sua croce era troppo lunga: per questo faceva tanta fatica ad avanzare.
"Sarebbe sufficiente accorciarla un po' e tribolerei molto meno", si disse. Si sedette su un paracarro e, con un taglio deciso, accorciò di un bel pezzo la sua croce. Quando ripartì si accorse che ora poteva camminare molto più spedito e leggero. E senza tanta fatica, giunse a quella che sembrava la meta della processione degli uomini.
Era un burrone: una larga ferita nel terreno, oltre la quale però incominciava la "terra della felicità eterna". Era una visione incantevole quella che si vedeva dall'altra parte del burrone.
Ma non c'erano ponti, ne' passerelle per attraversare.
Eppure gli uomini passavano con facilità. Ognuno si toglieva la croce, l'appoggiava sui bordi del burrone e poi ci passava sopra.
Le croci sembravano fatte su misura: congiungevano esattamente i due margini del precipizio. Passavano tutti. Ma non lui. Aveva accorciato la sua croce e ora essa era troppo corta e non arrivava dall'altra parte del baratro. Si mise a piangere e a disperarsi:
"Ah, se l'avessi saputo!".
Ma, ormai, era troppo tardi e lamentarsi non serviva a niente. »


In un modo o nell'altro, un seguace di Cristo, certamente dovrà prendere la sua croce "ogni giorno".
Prendere la croce non significa letteralmente strapparci la carne, indossare dei vestiti scomodi, esporci ad estremo caldo o freddo, o fare qualsiasi cosa che potrebbe danneggiare la salute del nostro corpo.
Significa invece abbracciare la volontà di Dio, anche se potrebbe essere completamente diversa da ciò che noi vogliamo.
Significa scegliere ciò che è buono, anche se potrebbe essere un medicina amara.
Meditiamo questo nel segreto, prendiamolo a cuore!
Assicuriamoci non solo di comprenderlo interamente, ma di metterlo in pratica ogni giorno, nelle mille occasioni che ci vengono presentate nella vita!

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PREGHIERA DI UNA MADRE PER LA FEDE DI UN FIGLIO

Post n°63 pubblicato il 07 Marzo 2012 da brischy1

L'INTERCESSIONE DI SANTA MONICA

Signore, che ti prendi cura di ciascuno di noi
come se fosse l'unico e di tutti come di ciascuno,
sono qui davanti a Te
col cuore pieno di trepidazione e di speranza.

Tu che nell'eternità della Tua misericordia
accetti d'indebitarti con noi
proprio col debito del perdono,
volgi il Tuo sguardo d'indulgente attenzione
verso mio figlio che fatica
nel suo cammino di Fede.

Un giorno conducesti alla Fede e alla santità
un uomo che aveva vagato lontano da Te,
quel figlio di tante lacrime che fu Agostino,
conquistato dalla preghiera tenace e fiduciosa
di sua madre Monica.

E' a lei Signore, a S. Monica
ed alla sua intercessione,
che ora affido la mia pena e la mia preghiera,
che le sue lacrime di fede
ottengano anche per mio figlio
il ritorno ad una fede viva ed operosa,
perchè si realizzi in lui quell'ideale
di uomo cristiano che con fatica,
ma con tutto l'impegno della mia povera testimonianza,
ho cercato di costruire
negli anni della sua educazione.

Amen

 
 
 

NOVENA DELLE PARTORIENTI

Post n°62 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da brischy1

Questa novena nasce dalle rivelazioni che ebbe S. Brigida di Svezia nel 1300 e che poi confermò la veggente Caterina Emmerick verso la metà del 1800.

Essa consiste in 9 Ave Maria, con ciascuna delle quali si onora così la gestazione che ebbe Sant' Anna, ( protettrice delle partorienti)
ad ogni ave Maria corrisponde infatti ad un mese di gravidanza.

La Santa Vergine Maria, ebbe a dire a Santa Brigida:
Se le partorienti celebreranno la vigilia della ricorrenza della mia nascita (7 settembre) con digiuni e con la devozione delle nove Ave Maria, onoreranno la mia permanenza nel grembo materno, e se questa commemorazione fosse rinnovata più spesso dalle partorienti anche durante il corso della loro gravidanza, innanzi tutto alla vigilia del loro parto con l’accoglienza dei Santi Sacramenti, allora io porterò le mie preghiere davanti a Dio per loro. In particolare per quelle partorienti che si trovano in circostanze difficili, esorterò Dio a soccorrerle affinché abbiano un parto fortunato”.

(dal web)

 
 
 

LA PARABOLA DEL RANOCCHIO SORDO

Post n°61 pubblicato il 22 Novembre 2011 da brischy1

C'era una volta una gara di ranocchi.
L'obiettivo era arrivare in cima a una gran torre.
Si radunò molta gente per vedere e fare il tifo per loro.
Cominciò la gara.
In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo:
"Che pena!!! Non ce la faranno mai!".
I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima.
La gente continuava:
"...Che pena!!! Non ce la faranno mai!".
E i ranocchi si stavano dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere.
Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima.
Gli altri volevano sapere come avesse fatto.
Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la prova.
E scoprirono che... era sordo!
...Non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative... derubano le migliori speranze del tuo cuore!
Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi.
Per cui, preoccupati di essere sempre positivo!

Sii sempre sordo quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni.

(dal web autore non specificato)

 
 
 
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PREGHIERA

O Signore,

tu fai scaturire le sorgenti

ed ecco ruscelli scorrere

nelle valli, tra i monti.

Tutti gli animali selvatici

Si dissetano alle loro sponde.

Gli uccelli del cielo cantano

nascosti tra le fronde degli alberi.

Fai crescere l’erba per gli animali.

Dai all’uomo vino ed olio

per renderlo allegro.

Gli doni il pane per sostenere

il suo vigore.

Tutti i viventi aspettano da Te

il proprio cibo nel tempo opportuno.

Tu lo provvedi ed essi lo raccolgono.

Tu apri la mano generosamente

e tutti si saziano dei tuoi beni.

dal Salmo 104

 

 
 
 

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