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DIFENDIAMO I REFERENDUM DAL TENTATIVO DI RAPINA DEL GOVERNO
Difendiamo il diritto di decidere il 12-13 Giugno per :
- Acqua pubblica
- Energia in sicurezza senza nucleare
- Parità di diritti/doveri per tutti
Vota 2 Sì
perché l’acqua sia pubblica,
sottratta al profitto e ai privati che speculano su un bene primario e vitale, negandola a chi non ce l’ha o facendola pagare cara, fregandosene degli inquinanti, quali arsenico, cloro, piombo, nitrati, che danneggiano gravemente la salute.
Vota 1 Sì
per respingere definitivamente il piano nucleare.
Respingiamo la Moratoria truffa.
Il governo Berlusconi cerca di truffare gli italiani, rubando il loro diritto di decidere per impedire tragedie come Cernobyl e Fukushima anche nel nostro Paese.
Investiamo quei capitali su Efficienza e Rinnovabili pulite ecocompatibili con il territorio.
Vota 1 Sì
per abolire la legge che prevede il cosiddetto “legittimo impedimento”
per Presidente del Consiglio e Ministri, a comparire nei Tribunali come imputati.
Perché la legge torni ad essere uguale per tutti.
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di Horst Fantazzini
Viandante,
non esiste un cammino predeterminato
sotto vuoto spinto e preconfezionato
da agenzie ideologicamente specializzate
in percorsi turistico-militanti di massa.
ESISTE SOLO L'ANDARE.
Andare ALTROVE
per scoprire il proprio DOVE.
E quando - viandante - avrei trovato un posto
somigliante ai tuoi desideri
NON TI FERMARE
non ti fermare mai,
perché correresti il rischio di trasformare
quel posto in Nuova Patria, in Nuova Norma,
in Nuova Regola, recintandolo con nuovo filo spinato
subdolamente simile a quello vecchio
ed obbligando i tuoi irrequieti nipoti
a cercare nuovi cammini lontani dalle vecchie ragnatele
per liberare il sogno che tu avrai contribuito
ad imprigionare in cristalli d'egoismo.
Horst, ottobre 1986
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Singolare protesta a Kiev (Ucraina) contro la visita di Putin
Il pensiero da Arcore
.........a me quest'accoglienza non l'hanno mai fatta, cribbio!!!!
Devo chiamare subito l'Emilio,
magari qualcuna ci viene in villa a giocare a bunga-bunga.
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Ieri, durante la registrazione di Porta a Porta, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha così risposto a Bruno Vespa che lo interrogava sulla manifestazione della FIOM del 16 ottobre: Il rischio di infiltrazioni nel corteo di sabato è elevato, come hanno detto anche le analisi dei nostri servizi, ma la nostra attenzione sarà massima. Il rischio è che alcuni gruppetti, non certo le 20 o 40mila persone che sfileranno pacificamente staccandosi vadano a spaccare vetri. L’occasione è troppo ghiotta per l’infiltrazione nella manifestazione anche da parte di gruppetti stranieri». Come direbbero quelli bravi: ci corre l’obbligo di fare alcune considerazioni in merito. Appare evidente che più che prevenire così facendo il ministro auspichi neanche troppo larvatamente che sabato accada qualcosa, e provocatoriamente getta benzina sul fuoco tirando fuori dal cilindro i soliti rapporti dei servizi e gli altrettanto soliti fantomatici gruppetti in arrivo dall’estero. Chissà magari si tratta di qualche pulmann di ultras serbi sfuggiti alla “attentissima” vigilanza messa in campo dalle forze del (dis)ordine martedì scorso. Certo è che sabato, ancor più che le altre volte, bisognerà tenere d’occhio il comportamento delle guardie. Dopo di che Maroni quantifica preventivamente il numero dei partecipanti al corteo (20-40 mila, una cifra ridicola) e così chiarisce che la Questura fin da subito cercherà di depotenziare la portata della manifestazione giocando al ribasso coi numeri. Non che questo ci stupisca, la guerra dei numeri è cosa vecchia, ma è comunque singolare che mentre per la manifestazione di CISL e UIL del 9 ottobre il Viminale non abbia dato cifre ufficiali (leggi) per quella della FIOM le dia addirittura con 2 giorni di anticipo. Evidentemente avranno dotato la questura di una palla di vetro o, molto più semplicemente, sarà stata diramata una qualche circolare che invita a gonfiare le manifestazioni dei sindacati di regime e a minimizzare le altre. Del resto non facevano cosi anche quelli tutti vestiti di nero tanti anni fa?
PS secondo Collovati e Mazzocchi nella foto Maroni sta indicando quanti saranno i manifestanti sabato
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Nelle ultime settimane in Italia si è assistito all’ennesimo orrendo teatrino dello scontro di (in)civiltà giocato sulla pelle delle donne. Ancora una volta trionfa l’ipocrisia guerrafondaia dei ‘due pesi due misure’, per cui se tu sei straniera e vieni massacrata/stuprata da tuo padre, fratello, marito, fidanzato, zio allora è colpa della cultura retrograda da cui provieni e dove urge che corriamo ad ‘esportare democrazia’ con le bombe, ma se sei italiana e vieni massacrata/stuprata da tuo padre, fratello, marito, fidanzato, zio allora hai avuto la ‘sfortuna’ di capitare là proprio mentre costui era in preda a un ‘raptus inspiegabile’ – uno di quei ‘raptus’ che in questo paese sono un pretesto funzionale per dissimulare la quotidiana mattanza di donne da parte di parenti e conoscenti.
Allo stesso modo se, come Sakineh, sei stata condannata a morte da un Paese ricco di risorse petrolifere ma considerato ‘nemico’, allora la tua storia conquisterà tutte le prime pagine dei giornali e tutti saranno pronti (per altro solo a parole o con una rapida firmetta…) a mobilitarsi per te. Se invece, come Faith, hai avuto la ‘sfortuna’ di nascere in un Paese altrettanto ricco di risorse ma considerato ‘amico’ delle multinazionali petrolifere, Eni compresa, la tua condanna a morte non interesserà a nessuno e il tuo nome verrà immediatamente dimenticato.
Eppure Faith si trovava già in Italia da tempo, quando la questura di Bologna ha deciso di espellerla – e dunque di consegnarla al boia nigeriano – dopo averla rinchiusa in un Cie.
E’ retorico, forse, chiedersi chi avrebbe mai speso mezza parola se Sakineh anziché in Iran si fosse trovata rinchiusa in un lager per immigrati/e in Italia. E’ retorico, forse, ma certamente non inutile.
Ed è per questo che sui muri di alcune città cominciano a comparire dei manifesti per smascherare, con poche parole, questa logica dominante che giorno per giorno cerca di renderci tutte complici dei suoi crimini.
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