Creato da giova.pando il 28/06/2014

giopando

appassionato di fotografia

 

INVITO al blog foto-dialogo

Post n°39 pubblicato il 24 Aprile 2018 da giova.pando

 

Il blog foto-dialogo offre, gratuitamente, la possibilità di migliorare le proprie capacità fotografiche. Non importa cosa fotografi, non importa se fai solo foto ricordo, non importa se usi un cellulare o una costosa reflex, l’arte del comporre un’immagine si può acquisire con il confronto, la critica ed i commenti. Il blog-foto-dialogo è il luogo ideale per postare le proprie foto e ricevere critiche e commenti, essi aiuteranno, in modo semplice e naturale, a migliorare le tue capacità artistiche. Anche muovere critiche e commenti verso le foto degli altri aiuta molto a sviluppare le tue doti grafiche. Una bella foto non la fa l’apparecchio fotografico, ma la tua testa. La mente, attraverso il confronto nel blog foto-dialogo, ti farà acquisire quelle capacità grafiche che ti permetteranno di fare ottime foto. I tuoi parenti ed i tuoi amici se ne accorgeranno ed apprezzeranno.

Se vuoi provare, iscriviti al blog, bastano pochi minuti per diventare AUTORI e poter partecipare alla vita di foto-dialogo. L’iscrizione e la frequentazione del blog è assolutamente gratuita.

Perché proprio foto-dialogo. Semplicemente perché è un piccolo blog dove i commenti sono articolati, gli autori muovono critiche, esprimono punti di vista, danno suggerimenti, interpreteranno i significati grafici delle foto. Il blog foto-dialogo è unico nel suo genere, provare per crederci.

La redazione.   

Giovanni

 

Invito

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© foto-dialogo

 
 
 

I miei commenti - Foto " Light painting" di Annamaria Germani

Post n°37 pubblicato il 14 Maggio 2017 da giova.pando

Clicca qui per aprire la foto in full:

Ciao Annamaria, questa tua composizione l’ho vista da tempo, non riuscivo a trovare un pizzico di concentrazione per dedicargli una lettura breve ed adeguata (le cose lunghe annoiano).

La tecnica del Light-painting si presta a creare atmosfere sognanti, tra fantasia e realtà, tra passato e presente. Qui ci vedo tanto malinconico passato, tanti preziosi ricordi. Qualcuno ha detto:
-Viviamo di ricordi, siamo quello che siamo solo per mezzo dei nostri ricordi.
Voglio andare oltre le apprezzabili apparenze grafiche della foto, mi piace pensare che hai raccolto quei ricordi facendoti guidare dai tuoi sentimenti. Un violino che a volte sa accendere, con il suo timbro, atmosfere incantate, amori perduti, passioni mai realizzate. Vecchi ricordi di una gioventù armai passata, libri consumati, fiori rinsecchiti, orologi d’epoca forse appartenuti ad una persona cara. La fantasia corre lontano; si ferma su un vecchio baule, un baule virtuale dove hai ritrovato testimonianze del tuo passato. Hai sempre saputo che queste cose c’erano, ma al rivederle riunite ti si è acceso il cuore, non hai resistito; l’Annamaria fotografa ha voluto fotografarle, le ha voluto immortalare, le ha voluto impregnare del suo sentimento attuale, le ha impreziosite di vita, della sua vita.
È probabile che non è proprio così, ma questo è il bello della fotografia, la realtà fotografata non è quella che è, ma quella che l’osservatore percepisce, quella che il suo stato d’animo piace che sia.
Brava, hai saputo trasformare vecchie cose in un sentimento vitale che, anche altri, possono percepire ed assaporare.
Complimenti Annamaria.
Giovanni.

Clicca qui per aprire la galleria fotografica dell'autrice:

Commento scritto il 15-marzo-2015


La foto mi è stata gentilmente concessa dall’autrice, Annamaria Germani, per questo commento. L’autrice ha tutti i diritti su di essa; è vietato il suo utilizzo senza la sua autorizzazione scritta.

 
 
 

Piccola storia italiana

Post n°36 pubblicato il 14 Ottobre 2016 da giova.pando

 

Martello calzolaio

Storia di un martello da calzolaio

 

Le foto dei calzolai, postati qui ultimamente, mi hanno fatto ricordare questa piccola storia. Non sono bravo a scrivere, ma ve la ho voluto raccontare lo stesso.

Fotografai questo calzolaio ad una festa di paese; tema “i mestieri antichi”. Notai che aveva un martello con lo stemma della corona Britannica. Gli domandai come mai un martello inglese, e lui mi raccontò la storia di quel martello. Gli era stato regalato per volontà di Salvatore, ciabattino del paese, morto qualche anno addietro. Ma cominciamo dall’inizio.

Era l’anno 1944, in Italia v’erano le truppe di liberazione, in una cittadina della provincia di Salerno v’era un piccolo contingente di fanti inglesi. La popolazione riceveva parecchi aiuti dalle truppe, in special modo i bambini. Ogni giorno sostavano davanti alla caserma in attesa che i soldati uscivano e davano loro cioccolato e caramelle. Un giorno Giovannino, un bambino di circa 6-7 anni, ebbe da un soldato un sacchetto con tanta buona roba. Il bambino contento abbracciò il giovane soldato, poi notò che il fante aveva gli scarponi tutti rotti. Il soldato di nome Henry, , che capiva un poco l’italiano, gli disse che aveva provato con un paio nuovi, ma gli facevano molto male. Il bambino a gesti cercò di dirgli che poteva aiutarlo, non si capirono molto, allora lo prese per mano e lo tirò verso il centro del paese, fino alla bottega del padre, un calzolaio. Il soldato sorpreso; Giovannino spiegò al padre Antonio il problema di Henry. Il ciabattino sulla sua sedia a rotelle malandata, si mise subito all’opera ed in un’ora rimise a nuovo gli scarponi. Il soldato non stava nei panni, cominciò a saltellare come un matto, le scarpe non gli dolevano. Iniziò un bella e profonda amicizia tra Henry e Giovannino. Un giorno Henry si presentò dal calzolaio con tanta roba da mangiare, e la regalò ad Antonio, stavano abbandonando il paese. Il giorno successivo le truppe andarono via, Henry si segnò, sul suo taccuino, l’indirizzo del bambino, poi un lungo abbraccio. Si fece promettere dal bimbo che sarebbe andato a scuola. Passarono gli anni e Giovannino sperava che il soldato inglese si sarebbe ricordato di lui, nel frattempo aveva imparato a leggere ed a scrivere ed aveva una ossessione; imparare l’inglese. Nel 1948 Giovannino si ammalò di tubercolosi. Era sempre più triste perché il suo amico Henry l’aveva abbandonato, questo non l’aiutava a guarire. Poi un giorno disse alla madre che aveva sognato il soldato inglese, non s’era fatto vivo perché era morto in combattimento. Cosi Giovannino si convinse e credette di capire perché Henry non aveva scritto. Il pomeriggio di un gelido gennaio del 49 Giovannino cominciò a sorridere, come se avesse incontrato qualcuno, poi spirò. La madre credette che Henry era venuto a prenderlo, era contenta il suo bambino era in compagnia; visse rassegnata. Nel 1955 a casa di Antonio arrivò il postino con un pacco, veniva dall’Inghilterra, era di Henry, il timbro datava 1946. Il postino diede una sommaria spiegazione di quei 9 anni di ritardo, sembra che il pacco, segnalato come sospetto, doveva essere aperto dagli artificieri. Messo in un deposito a Salerno fu dimenticato; solo nel 55 fu rinvenuto dall’addetto alle poste, che pensò di mandarlo al paese per recapitarlo. Nel pacco c’era un martello da calzolaio con la stella della real corona inglese ed una busta. Nella busta v’erano 100 sterline ed una lettera. Antonio con l’altro figlio Salvatore, che frequentava le elementari, andarono dalla maestra per farsi tradurre la lettera. La lettera era indirizzata a Giovannino, Henry lo chiamava Jhon, spiegava le traversie ed il rientro in patria, ringraziava e allegava le sterline per il gran lavoro fatto ai suoi scarponi. Poi chiedeva a Jhon di scrivere perché voleva sue notizie. Giovannino era morto aspettando quella lettera, allora Salvatore il fratello decise di scrivere lui a Henry. Aiutato dalla maestra scrissero una lunga lettera. Non ebbe mai risposta. La madre di Giovannino ebbe un’amarissima sorpresa, il figlioletto non stava con Henry, era solo. Furono anni tristi e dolorosissimi, la mamma non riusciva a rassegnarsi. Antonio raccontava spesso quella storia a tutti, anche al suo nipotino, il figlio di Salvatore. Usava sempre quel formidabile martello. Nel 1990 Antonio Mori. Salvatore da anni aveva preso la bottega del padre ed i suoi ferri del mestiere, compreso il martello. Nel 1995 arrivò la notifica da una banca di Salerno, indirizzata a Giovannino. Salvatore andò in banca e scoprì che v’era un mandato per il fratello di 10.000 Sterline. La somma non poteva essere pagata perché Giovanni non era in vita, allora il direttore della banca, in considerazione che quello era un lascito testamentario di Henry, pagò la somma a Salvatore legittimo erede di Giovannino. Salvatore voleva il recapito di chi aveva mandato quei soldi, ma nella causale c’era soltanto “per volontà testamentarie di Henry ….. per il suo Jhon”. In estate Salvatore ebbe la visita di un gruppo di turisti Inglesi, erano i due figli di Henry con rispettive mogli e figli. Saputi che il mandato era stato incassato erano venuti in villeggiatura in Italia per conoscere Jhon. Il padre raccontava sempre di quel bambino Italiano, ma era molto rammaricato e dispiaciuto di non aver mai ricevuto sue notizie. Il giorno che stava molto male, chiamò un figlio e gli disse che perdonava Jhon, certamente era successo qualche cosa d’importante e drammatica, e chiese al figlio di preparargli un mandato del valore di 10.000 sterline, da mandare a Jhon. Poi gli disse che appena stava meglio voleva andare in Italia per trovare Jhon. Dopo poche ore morì. Allora fu il figlio a mandare i soldi in Italia. Nonostante le difficoltà della lingua trascorsero parecchi giorni assieme. Saputa la verità e tutta la storia del pacco e di Giovannino. Dissero che mai il padre avrebbero potuto pensare che quel suo pacco era stato recapitato solo dopo nove anni, e che trasferitosi poi in un’altra città, non aveva mai ricevuto la risposta di Salvatore. Poi tutti ebbero la stessa convinzione, finalmente Henry e Jhon s’erano incontrati.

I figli di Henry conobbero anche il figlio disoccupato di Salvatore, che voleva emigrare in Germania per trovare lavoro; allora loro lo invitarono a seguirli in Inghilterra, avrebbe lavorato nella loro azienda. Così il figlio di Salvatore partì con gli Inglesi. Ogni anno Salvatore aveva la visita del figlio, si tenevano in contatto telefonico quasi ogni giorno. Nel 2003 Salvatore si ammalò e dopo poco morì, Il figlio arrivò subito al paese e con lui tutta la famiglia di Henry. Al cimitero i figli di Henry scoprirono il nome del loro papà su un marmo, era la nicchia dove riposavano le ossa di Giovannino. Sul marmo v’era una dedica “dono di Henry….. al suo piccolo e sfortunato amico Jhon”. Le 100 sterline servirono anche a comprare quella piccola nicchia dove riposava il bambino. Il figlio di Salvatore voleva portare con se in Inghilterra la madre che non accettò; disse che non poteva lasciare soli Antonio e Giovannino.

Il calzolaio continuò; questo martello ha tanta storia, lo utilizzo poco, ormai faccio un altro mestiere, nessuno ripara più le scarpe, l’ho preso ed utilizzato in occasione della festa nel paese. Aggiunse anche un'altra curiosità. S'era creata una sorta di ponte tra il paese italiano e quello inglese, tantissimi giovani avevano lasciato il paese per vivere e lavorare in Inghilterra. La gente ormai parlava una lingua incomprensibile agli estranei, un misto di dialetto locale e inglese. In estate, tutti i giorni era festa, uno alla volta, ritornavano gli emigranti con le loro famiglie e vi trascorrevano le vacanze. 

Per rispetto della privacy i nomi non sono reali, e non sono menzionati i luoghi.

 Giovanni.

 
 
 

I miei commenti - Foto "alle 9 in punto" autore Marco Furio Perini

Post n°35 pubblicato il 25 Gennaio 2016 da giova.pando

La foto di Marco

Clicca qui per aprire la foto in full:

Ciao Marco, una foto con un controluce secco, diviso in due parti, in cui quella superiore è leggibile per la presenza dei cartelli illuminati. Un uomo, nonostante sia solo il 4 settembre, è già in abito autunnale con soprabito al seguito e bastone, ambientazione di questo inizio settembre 2011 quasi autunnale. La foto ritrae un uomo anziano in sicura attesa di un treno, la parte superiore del fotogramma ci fa intendere che l'uomo deve partire, forse col treno R-10012, in anticipo, il binario è ancora vuoto e non vi sono altre persone in attesa. Questa circostanza rispecchia la psicologia delle persone di una certa età che non amano i contrattempi, le corse e certe volte esagerano nell'anticiparsi nei preparativi.
Un racconto in una foto, una foto semplice, molto pulita, senza elementi disturbanti, resa ancora più essenziale dalla conversione in B/N. Un B/N molto secco e selettivo, che evidenzia le sole cose utili per leggere un racconto che il sempre bravissimo Marco scrive con le sue foto.
La foto si presterebbe ad altre letture in cui il titolo possa avere una valenza superiore, ma questa che ho descritto è quello che la foto mi ha trasmesso, al di la della realtà, ammesso che l'autore sappia quale sia la reale presenza dell'uomo in quel luogo. Le foto ritagliano e congelano un attimo di vita, gli elementi che sono dentro il ritaglio e la stessa postura dei protagonisti sono una deformazione della realtà, così come la vuole rappresentare il fotografo.
Sarebbe bastato che l'uomo fosse di profilo ed il racconto non sarebbe stato lo stesso, come poteva essere diverso se il cartellone avesse mostrato i treni in arrivo.


Clicca qui per aprire la galleria fotografica dell'autore:

Commento scritto il 29-settembre-2011


La foto mi è stata gentilmente concessa dall’autore, Marco Furio Perini, per questo commento. L’autore ha tutti i diritti su di essa; è vietato il suo utilizzo senza la sua autorizzazione scritta.

 
 
 

INVITO al blog foto-dialogo

Post n°34 pubblicato il 10 Settembre 2015 da giova.pando

 

Il blog foto-dialogo offre, gratuitamente, la possibilità di migliorare le proprie capacità fotografiche. Non importa cosa fotografi, non importa se fai solo foto ricordo, non importa se usi un cellulare o una costosa reflex, l’arte del comporre un’immagine si può acquisire con il confronto, la critica ed i commenti. Il blog-foto-dialogo è il luogo ideale per postare le proprie foto e ricevere critiche e commenti, essi aiuteranno, in modo semplice e naturale, a migliorare le tue capacità artistiche. Anche muovere critiche e commenti verso le foto degli altri aiuta molto a sviluppare le tue doti grafiche. Una bella foto non la fa l’apparecchio fotografico, ma la tua testa. La mente, attraverso il confronto nel blog foto-dialogo, ti farà acquisire quelle capacità grafiche che ti permetteranno di fare ottime foto. I tuoi parenti ed i tuoi amici se ne accorgeranno ed apprezzeranno.

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