Creato da: hoprovatoadamarvi il 31/01/2006
IL RAZZISMO VERSO L'ETA' DELLA DONNA

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IL NODO DA SCIOGLIERE

Post n°45 pubblicato il 22 Ottobre 2006 da hoprovatoadamarvi

Mentre tutte le altre ragazze si affannavano a trovare un marito benestante che le ingravidasse , innamorato o meno poco importava, Dora cercava l'infinito...E ciò la condannò alla solitudine...Rimediava guardando il mare che le dava l'illusione d'infinito...

Restava ore a guardarlo...e lui la ricambiava inventandosi le forme più strane: ora diventava un'enorme coperta di seta azzurra increspata e tempestata di tantissimi piccoli brillanti, ora un balletto di merletti bianchissimi e arricciati che si inseguivano e facevano a gara a raggiungere la riva...ora era un enorme specchio dove il cielo si riversava affinché tutti potessero toccarlo...

E mentre il mare si esibiva per lei...Dora cavalcava gli anni sul cavallo alato dei suoi sogni... e senza rendersene conto...varcò la soglia dei 40... Pensava che prima o poi il mare le avrebbe regalato l'Amore di cui aveva bisogno e che non era mai riuscita a trovare... negli uomini che incontrava. Già...gli uomini:...così diversi e così uguali...tanto fragili e bisognosi di attenzioni quanto egoisti, magari su delle futilità superabilissime...Gli uomini...non ci credeva più negli uomini Dora...Troppe delusioni.

Un giorno sia le esibizioni del mare che i suoi pensieri furono interrotti...perché in un punto lontano la superficie del mare si spaccò e una sagoma prese forma e si diresse verso la riva...prima sembrava un grosso pesce ma poi si materializzò nella figura di un sub. Dora si meravigliò non poco...dal momento che quell'angolo di mondo era sconosciuto alla massa e da anni era rimasto isolato. Per questo l'aveva scelto: aveva un terribile difetto, la sua natura solitaria come un'aquila. L'uomo emerse dall'acqua con la muta, le bombole e la maschera e si fermò in un punto della spiaggia, quindi si spogliò...e Dora pensò che era troppo bello per sperare nella sua attenzione. Sembrava un dio greco, con i muscoli ben disegnati e i capelli che ricadevano sulla fronte, ma a differenza delle divinità greche era biondo.

"Peccato" pensò Dora, "bello e impossibile" si disse rievocando la strofa di una nota canzone di qualche anno prima.

Eppure, contrariamente alle previsioni, successe l'inimmaginabile. L'uomo si rivestì e infilò le scarpe...ma non le allacciò...quindi le si avvicinò e le chiese come mai fosse lì da sola. Seguirono frasi di circostanza e luoghi comuni, ma intanto Dora rifletteva che l'uomo era giovane, un ragazzo di non oltre 30 anni, mentre lei di anni ne aveva ormai 40...E la società impone sempre una forte censura alla donna che osa amare l'uomo più giovane.

"Hai le scarpe slacciate" gli disse a un certo punto Dora

"Non le allaccio mai...le compro di modelli tali che anche slacciate vadano bene"

"Perché non le allacci?"

"Non so fare i nodi" rispose il giovane mentre i suoi occhi diventarono di ghiaccio

Da quel giorno Dora e Mattia, questo era il nome del giovane venuto dal mare, si incontrarono quotidianamente: parlavano...parlavano... parlavano...senza stancarsi mai, senza mai restare senza argomenti, e Dora sentiva che era lui l'incontro del destino.

"Ti coccolerò, ti sedurrò, ti ecciterò, ti addormenterò, ti sosterrò, mi batterò per te, ti sarò compagno, amante, alleato... IO VIVO PER TE PERCHE' TU SEI IN ME...oramai", le disse un giorno Mattia.

Dora restò senza parole, con lo sguardo immerso in due occhi azzurri, limpidi come il cielo di primavera dopo la pioggia e assoluti come l'anima di un bambino. Sentì che era felice. Aveva preso l'abitudine di allacciargli le scarpe.

Erano passati alcuni mesi e Dora realizzò d'un tratto che lei e Mattia non avevano mai fatto l'amore. Si baciavano, si accarezzavano, restavano abbracciati per ore, sognavano e progettavano il futuro...ma lui...lui...beh sì...lui non aveva mai preso l'iniziativa...E stando a quello che in tutti quegli anni aveva capito degli uomini, questo era davvero molto strano. Dora era molto riservata e rabbrividiva all'idea di dover essere lei a fare la prima mossa...ma una sera vinse se stessa e decise di andare a fondo. Cominciò a spogliarsi...quindi lo spogliò...quello che accadde dopo le chiarì ogni cosa: Mattia, bello come un dio greco, non poteva amarla...non perché non fosse dotato, ma perché ciò di cui era dotato...era... privo di vita...

Mattia restò riverso sul dorso, immobile, i begli occhi azzurri fissi al cielo passarono in pochi istanti da un'espressione struggente a una luce sinistra. Il ragazzo si alzò di colpo e corse verso il mare. Lei lo chiamò ma non poté fermarlo.

Mattia si lanciò in acqua e cominciò a nuotare furiosamente in un'esplosione di schiuma mista a sudore freddo...presto scomparve dallo sguardo di lei. Dora si precipitò verso il promontorio che delimitava la caletta, lo scavalcò con le sue belle gambe sode e raggiunse la spiaggia vicina dove c'erano sempre ormeggiati alcuni gozzi di pescatori. Spinse in mare uno di essi, saltò su e cominciò a remare con quanta forza aveva. Si andava incontro alla sera e la donna temeva il peggio. Remava e chiamava...finché lo vide: ...agitava le braccia come palette nell'acqua e roteava la testa...

"Attento Mattia le donne sono furbe...attento Mattia le donne ti incastrano...attento Mattia"

Mattia parlava in falsetto...e imitava la voce di donna...era molto bravo e l'effetto era impressionante...Poi parlava con la sua voce, poi ancora con la voce di donna, alternava la voce di uomo e di donna:

"Mamma, Michela mi ama davvero, non vuole incastrarmi"

"Attento Mattia le donne sono furbe...attento Mattia le donne ti incastrano...attento Mattia"

"Mamma, Ilaria mi ama davvero, non vuole incastrarmi"

"Attento Mattia le donne sono furbe...attento Mattia le donne ti incastrano...attento Mattia"

"Mamma, Lucia mi ama davvero, non vuole incastrarmi"

"Attento Mattia le donne sono furbe...attento Mattia le donne ti incastrano...attento Mattia"

Dora capì che Mattia stava scavando nella sua vita passata...e stava riemergendo qualcosa di terribile...terribile come un nodo che ci affoga e non può essere sciolto...

Si tuffò e lo raggiunse con qualche bracciata. Mattia non smetteva di agitare le braccia e Dora si beccò qualche sberla. Quindi riuscì a fermarlo.

"Mattia, chi vedi davanti a te?"

"Dora"

"Chi è Dora?"

"E' una donna meravigliosa"

"Dora vuole incastrarti?""

"Dora mi ama...non vuole incastrarmi"

"Dora ti ama...io ti amo...e non voglio incastrarti"

Si abbracciarono stretti quindi si diressero verso la barca, salirono e si avviarono verso la riva. Ormai era buio. Spinsero la barca sulla spiaggia, si asciugarono con i teli e si adagiarono sul fondo. Dora prese il plaid dallo zaino e vi si avvolsero. Rimasero fermi per un pò, abbracciati. Improvvisamente Mattia si sollevò sul tronco e fissò Dora stesa sotto di lui: lo sguardo era duro...grave...Dora ebbe paura di una reazione inconsulta...ma le bastarono pochi istanti per capire che quello non era uno sguardo aggressivo ma...eccitato. Da quell'intuizione passò solo qualche secondo e Mattia fu sopra di lei...Dora fu amata come mai prima e Mattia fu il più grande amante che avesse mai avuto.

La luna, ormai alta nel cielo nero della notte, guardava i due amanti: non aveva mai visto niente del genere in millenni di onorata militanza come guardiana notturna del firmamento. Quella volta vinse la sua millenaria timidezza, la sua luce argentea brillò più del solito e richiamò tutte le stelle che le si affollarono intorno per guardare quell' Amore mai visto prima.

Il mare paterno copriva con la sua risacca le grida impudiche...

L'alba sorprese tutti con la sua luce invadente e incalzante...ma la luna più commossa che mai si rifiutava di andar via. Incrociò il sole e per un pò rimasero entrambi a guardare...

Dora e Mattia si decisero e rientrare. Tornarono verso la spiaggia e si rivestirono. Mattia con molta naturalezza infilò le scarpe e le allacciò. Dora guardava esterrefatta.

"Mattia...le scarpe..."

"Cos' hanno le mie scarpe?"

"Le scarpe...hai allacciato le scarpe..."

Mattia le rispose con un sorriso. Le cinse le spalle con il braccio e si avviarono verso casa.

Nella sua vita c'era un nodo da sciogliere, un nodo così spaventoso e intricato da fargli provare orrore di fronte a qualsiasi altro nodo. E quella notte l'aveva sciolto. Grazie all' Amore di una donna.

"

Ti ho trovato nel momento in cui pensavo di aver perso l'anima. Voglio vivere con te, Dora. Per sempre".

 
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TORNARE PER RIVIVERE

Post n°44 pubblicato il 11 Settembre 2006 da hoprovatoadamarvi

Giovanni Battista era un giovane trentunenne di antica e nobile famiglia. Abitava in una villa lussuosa a picco sul mare, un antico castello appartenuto ai suoi avi. Il ragazzo oramai non faceva più caso ai grandi quadri che tappezzavano le pareti e da cui lo guardavano, dall'alto dei secoli, i suoi predecessori addobbati di velluti, gorgiere e crinoline. Ma una cosa gli balzava alla vista ogni volta che attraversava il lungo e stuccato salone degli avi: le spose erano tutte vestite, sia pur con abiti di foggia diversa a seconda dell'epoca, con un abito bianco e rosa.
"Tradizione di famiglia" gli rispondeva il padre sin dall'infanzia.
Giovanbattista era un ragazzo semplice e di nobili sentimenti e la sua grande nobiltà d'animo era un potente antidoto all' orgoglio di casta.
"I meriti te li devi conquistare con quello che fai tu in prima persona e non sbandierando quello che sono stati o hanno fatto i tuoi avi" soleva ripetere. E per questo era bonariamente considerato un ingenuo da quelli di pari rango.
Era un giovane di bella presenza e ciò contribuiva, unitamente al suo status, ad accrescere giorno per giorno la schiera di fanciulle sue pretendenti. Ma egli era dedito per lo più allo sport, agli studi e ad attività intellettuali. Nel tempo libero amava andare sull'ampia terrazza sul mare: era un piccolo angolo di paradiso, i sampietrini erano quasi del tutto sommersi dal trifoglio, e l'edera aveva invaso il muro di cinta, c'erano inoltre i pini con le loro larghe chiome ombreggianti e la lavanda e le ginestre che nei periodi di fioritura profumavano l'aria e picchiettavano il verde di giallo e di violetto. Restava a lungo a guardare il mare, senza pensare a nulla e senza parlare, rapito dall'orizzonte infinito...oltre il quale poteva immaginare qualsiasi cosa. Un pomeriggio di maggio in cui era andato sulla terrazza, Giovanbattista si accorse di non essere solo. La prima reazione fu di sorpresa e indignazione: cosa ci faceva quell'intruso a casa sua e soprattutto com'era entrato? Dopo pochi secondi realizzò che non era un intruso bensì...un' intrusa...e in un' altra manciata di secondi concluse che si trattava di una bella intrusa. Era distesa sulla panchina semiovale adiacente al parapetto e leggeva un libro. Aveva capelli così lunghi che il ragazzo non ne aveva mai visti prima, castani e ondulati, e un vestito morbido e lungo fino ai piedi color verde muschio. Le si avvicinò e le disse, sforzandosi di assumere un tono severo:
"Lei non può stare qui, questa è una villa privata".
Quando il viso della donna, non più giovanissimo, si alzò verso di lui, comparvero due occhi neri così lucidi da sembrare verniciati, e due labbra morbide e carnose si distesero in un sorriso. In quel momento gli parve che il cuore si fermasse e desiderò con tutto se stesso che il tempo stesso si fermasse e che fossero rimasti lì per un tempo infnito più infinito dell'orizzonte che tante volte aveva contemplato... Per qualche istante restarono in silenzio. Quindi lui prese posto accanto a lei che nel frattempo si era messa seduta. Aveva un libro sulle ginocchia: sembrava un libro antico, non aveva dubbio, ne aveva visti tanti sin da bambino nella biblioteca di famiglia. Aveva la copertina di pelle scura con un'iscrizione d'oro: "TORNARE PER RIVIVERE".
"Cosa leggi di bello?" le domandò passando naturalmente al tu.
"Un vecchio libro"
"Posso?" fece lui togliendole il libro di mano. Lo aprì e notò che era scritto a mano, probabilmente con penna d'oca. Gli occhi gli caddero su una strofa:
"Oh amato senza fine, chiudi i tuoi occhi belli, già dormono gli uccelli...La notte silenziosa, ridiscende sopra ogni cosa...Oh amato senza fine, chiudi i tuoi occhi belli, la vita è come l'onda, che scende e che risale...Va e viene con moto eguale...Cucirò un abito nuziale, lo cucirò col filo bianco e rosa, e lo darai in regalo alla tua sposa...Ma la tua sposa adesso verso te si è appena incamminata e al rosso del tramonto si è addormentata...Un dì avverrà che questo canto d'amore lo canterà al suo uomo un altro cuore... Allora a me amor mio ripenserai e forse di nascosto piangerai...Non pianger uomo che la cantilena sarà d'amor dolcissima catena..." Contemporaneamente il ragazzo ebbe una visione istantenea e rapida: i quadri delle sue ave vestite da sposa tutte con un abito bianco e rosa. Una visione che subito scoparve ma che lo lasciò scombussolato.
Giovanbattista richiuse il libro e lo porse alla donna. Non sapeva perché ma aveva visto una relazione tra quella cantilena e i quadri delle sue ave.
"Ora devo andare" disse la donna
"Ti accompagno all'uscita"
"Non occorre, sono arrivata da una scorciatoia"
"Non ci sono altre vie di uscita qui!"
"Esiste una piccola incavatura nella roccia", gli fece osservare la donna, "mettendo un piede dietro l'altro si può arrivare dall'altra parte, ma devi essere allenato, altrimenti finisci in acqua"
La donna gli sorrise e lui provò ancora la sensazione di infinito di quando gli avveva sorriso la prima volta, quindi scavalcò il parapetto e si incamminò con grande agilità lungo la roccia, a circa 30 metri di altezza dal livello del mare.
"Un momento...come ti chiami?" le urlò
"Viola"
Dopo poco svoltò e scomparve.
Il ragazzo era rimasto per qualche istante col fiato sospeso...quindi pensò che non le aveva chiesto neanche dove abitasse né l'aveva invitata a ritornare. Ma in fondo non sarebbe servito chiederglielo: si incontrarono sulla terrazza ogni pomeriggio, lui le raccontava delle sue letture, dei suoi studi, delle antiche storie di famiglia e lei ascoltava guardandolo incantata.Un pomeriggio (erano trascorsi circa quindici giorni dal primo incontro) lei rimase più a lungo del solito, non accennava ad andarsene né lui aveva fretta di vederla andar via. Il sole tramontò colorando di rosso ogni cosa, una leggera brezza li avvolse e lei ebbe un birvido come di freddo. Lui l'abbracciò per scaldarla...e non si staccarono più...Lui cercava avidamente le sue labbra e il suo collo ed ogni parte del suo corpo e più sentiva la pelle di lei fremere e più la desiderava. Quindi la prese in braccio e la portò nella casina che un tempo era stata alloggio del custode e lei fu meravigliosamente sua.
Erano circa le cinque del mattino quando la donna se ne andò.
Da quel momento non tornò più.
Giovanbattista la cercò ovunque in paese e nei paesi vicini. Provò anche a seguire il sentiero scavato nella roccia, ma il piede scivolava e non poté che ritirarsi indietro per non precipitare. Noleggiò una barca e girò e rigirò intorno alla roccia e lungo la costa.
Un giorno il padre lo chiamò nel suo studio:
"Sono circa due settimane che ti vedo girare senza pace. E ho deciso di parlarti. Si chiama Viola, vero?"
"Come fai a saperlo?"
"Oh, lei si chiama sempre Viola, sono sette secoli che si chiama Viola"
"Spiegati meglio"
"Oh amato senza fine, chiudi i tuoi occhi belli..." l'anziano padre recitò a memoria la cantilena che il ragazzo aveva letto nel libro della donna
"Hai quel libro?"
"Vieni"
Il padre lo portò sulla terrazza e si avviò in un angolo dove l'edera era talmente fitta da creare una piccola sporgenza. Quindi scostò le foglie aiutandosi con delle forbici da pota e portò allo scoperto un'antica tomba sormontata da una scultura che ritraeva il volto di una donna
"La riconosci?"
Le labbra del ragazzo rimasero per un attimo socchiuse e indecise:
"E'...è...è Viola!"
Sulla lapide c'era un'iscrizione latina:
"HIC VIOLA IACET, VENERI SIMILIS ASPECTU, SED HORRIDA VENEFICA QUAE PUEREM VIDIT, CUPIVIT ET RAPUIT"
ANNO MCCCXXXIII
Il padre tradusse:
"Qui giace Viola, simile a Venere per l'aspetto ma orribile strega che vide un ragazzo, lo desiderò e lo rapì. Anno 1333"
"La sua storia è narrata negli annali di famiglia, era un'istitutrice a cui avevano affidato l'educazione di un bambino del nostro casato, quando il ragazzo compì 17 anni lei ne aveva 33 e si innamorarono. Per un pò riuscirono a nascondere la loro storia d' amore, ma un giorno vennero sorpresi nella casina del custode. Lui fu mandato in Inghilterra da una zia e lei fu processata per stregoneria e condannata a morte"
Il padre condusse il ragazzo nel suo studio, aprì un cassetto chiuso a chiave e ne trasse un vecchio diario.
"E' il mio diario. Cerca la pagina datata 15 maggio 1970"
Il ragazzo la trovò:
" Sono pazzo di lei, lei è tutto quello che voglio. Quando la vedo in fondo alla terrazza il cuore mi scoppia di gioia, e quando va via camminando sul sentiero scavato nella roccia solo il pensiero che domani la rivedrò mi trattiene dal morire di dolore"
Poi trasse dal cassetto un altro diario e glielo porse:
"E' di tuo nonno. Cerca la pagina 15 maggio 1940"
Il ragazzo la trovò:
"Tengo stetto al petto questo diario e faccio salti di gioia come un bambino! E' comparsa...è comparsa nella mia vita all'improvviso... arriva dal sentiero scavato nella roccia... e mi porta l'unico dono capace di donarmi la felicità e questo dono si chiama Amore e lei si chiama Viola"
Il ragazzo era paralizzato dal terrore, non aveva più voce, guardò il padre sconvolto e dopo un pò riuscì a dire:
"Papà ma cosa significa tutto questo?!"
"Sono sette secoli che Viola ritorna per rivivere il suo Amore con un ragazzo più giovane del nostro casato, quell'amore che le costò la vita. Non si sa come e perché...Ma rivive solo per due settimane di maggio...Forse vuole solo impedire che quell'orribile delitto di sette secoli fa si ripeta... Forse vuole solo dirci di non commettere più l'orribile delitto di condannare un amore solo perché infrange le convenzioni...E di fatto ci è riuscita. Da allora ogni uomo del nostro casato, per vederla ritornare, si sposa per amore e solo per amore.... Vuoi che ritorni?..."
"Lo voglio più di ogni di ogni altra cosa al mondo. Lo voglio più di quanto io voglia vivere!!!" disse il ragazzo in cui la tremenda emozione si era oramai sciolta in un pianto dirotto
"Lei torna ad una condizione: se ti innamori perdutamente e sinceramente di una donna e la sposi sfidando ogni convenzione, di età, di ceto, di condizioni economiche, di razza e la rendi madre. Lei tornerà per amare tuo figlio"
"Inoltre..."
"Continua papà"
"Mmm...non so come... ma il giorno prima del matrimonio di ogni maschio di famiglia, da sette secoli ad oggi, qualcuno lascia sulla terrazza un meraviglioso abito da sposa...bianco e rosa...La tradizione di famiglia vuole che sia un regalo di Viola"

 
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Post N° 43

Post n°43 pubblicato il 04 Luglio 2006 da hoprovatoadamarvi
 

In un luogo dove non c'era né sera e né mattino perché il tempo non era, Numa, un angelo dalla faccia così tosta da non fare mai quello che fanno gli altri angeli, si divertiva a tuffarsi di nuvola in nuvola, assaporando sulla materia angelica i vapori deliziosi...Aveva scoperto a sue spese che a comportarsi in quel modo non era facile trovare compagnia tra gli altri angeli ed anche il Grande Padre era preoccupato a vederlo tutto il giorno solo, proiettato nelle sue piroette. Si diceva tra gli angeli che Numa non fosse di origini angeliche e che il suo spirito ribelle derivasse dal fatto che un tempo remoto, talmente remoto che i più giovani non ne avevano memoria, egli fosse stato un umano. Solo gli anziani sapevano la verità, ma erano legati da un rigoroso silenzio. Uno dei giovani raccontava di aver ascoltato una volta gli anziani parlare tra loro e pareva che avessero detto che Numa era un giovane morto per difendere il suo amore. Ma erano solo dicerie.
Quando sulla Terra qualche umano era in pericolo, nel cielo compariva un filo rosso e gli angeli, seguendolo in senso contrario, cercavano la sua origine e giungevano così nel luogo del bisogno. A volte il cielo si tingeva talmente di rosso che sembrava che le stelle fossero state decapitate. Al comparire dei fili rossi esplodeva un turbinio di ali, tanto che i contorni degli angeli scomparivano e per qualche istante sembravano formare un'unica grande sfera di luce. Era allora che Numa tendeva le ali per aumentare la velocità, vibrava tutto nello sforzo e si tuffava nella nuvola più vicina. Si raggomitolava su se stesso e rimaneva immobile per non essere scoperto. Il cielo non si rigava solo di rosso. A volte comparivano anche dei fili grigi: indicavano che un umano era in dubbio tra il Bene e il Male.Ma il Grande Padre aveva dato in merito ordini precisi: al comparire dei fili grigi nessun angelo doveva muoversi. Di fronte alla scelta tra il Bene e il Male ogni umano aveva il diritto al Libero Arbitrio. E Numa, che disattendeva puntualmente l'ordine di intervenire alla comparsa del rosso, fremeva dalla voglia di intervenire alla comparsa del grigio. Ma, ahimé, vigeva il più rigido controllo. Un giorno il cielo si tinse talmente di rosso da sembrare un immenso mattatoio, nel cielo non c'era rimasto un solo angelo nemmeno a cercarlo ai confini dell'universo e il Grande Padre aveva gli occhi commossi puntati alla Terra. Era il momento giusto. Numa decise di seguire il filo grigio comparso tra i fili rossi. Non usò le ali che avrebbero fatto troppa luce e rumore. Occorreva una forza tremenda per raggiungere la Terra senza ali nello spazio di pochi secondi del tempo degli umani. Decise allora di usare l'Energia Pura, una fonte di forza che non usava mai perché lo lasciava sbrindellato, e di cui erano dotati anche gli umani, ma essi lo ignoravano, e tranne qualcuno, nessuno di loro la usava. Numa si concentrò, richiamò in un punto infinitesimale la materia angelica e poi la fece esplodere, quindi sfrecciò con effetto dinamite e piombò sulla Terra nel punto esatto dove conduceva il filo grigio. Nessuno lo aveva notato.
Si ritrovò in una stanza dove una madre rimproverava sua figlia:
"Non puoi sposarlo perché è 13 anni più giovane di te. Le ragazze devono preferirie gli uomini più maturi"
"Ma io lo amo" replicava la ragazza in lacrime.
"L'amore passa e resta la realtà. E la realtà è che è troppo piccolo per te. Ora gli scrivi una lettera e gli dici che chiudi il rapporto. Sposerai Roberto Magli".
"No. Non voglio sposarlo. E' la persona più vuota arida arrogante che abbia mai conosciuto!"
"Ah piccola mia, è un chirurgo affermato, ed ha 8 anni più di te. E' l'uomo giusto per te. Va in camera tua e fa come ti dico. E sbrigati a scrivere la lettera. Dovrai imbucarla oggi stesso".
La giovane dal corpo alto e slanciato e col viso bagnato di lacrime andò in camera e iniziò a scrivere, ma dovette cambiare diversi fogli perché dei lacrimoni grossi come ciliege cadevano giù e scolorivano l'inchiostro.
Non c'era tempo da perdere. Doveva inventarsi qualcosa per impedire a quella ragazza di sbagliare. In verità aveva molta paura dell'Ira del Grande Padre: sembra che un giorno lontano, quando Numa non era neppure un angelo, Egli avesse precipitato giù dal cielo il più bello degli angeli, per un problema che non aveva ben capito...qualcosa che aveva a che fare con l'orgoglio...Ma la paura non fu abbastanza forte da reprimere il desiderio di impedire a quella fanciulla di rovinare tre vite e forse anche di più...considerati i figli nati e vissuti senza amore. Lasciò la ragazza china sul suo scrittoio e corse per strada. Osservò che la buca della posta era abbastanza distante dalla casa:aveva dunque tutto il tempo di organizzarsi. Per gli umani erano le due del pomeriggio e le strade erano deserte. Notò una vetrina con un manichino dalle sembianze di un uomo. Usò l'Energia Pura e ruppe la vetrina quindi aprì la cassa e prese una manciata di banconote verdi e rosa e le infilò nelle tasche del manichino. Quindi trascinò il manichino accanto alla buca e si sedette ad aspettare la ragazza. Questa arrivò dopo circa 30 minuti del tempo degli umani. Tese la mano che stringeva la lettera verso la buca...aveva il volto bagnato...gli occhi umidi notarono il manichino...la mano restò sospesa...Numa poté sentire i sui pensieri:
"Ma cosa ci fa qui questo manichino... chi lo ha portato qui... un momento... mi ricorda qualcuno... sì... Roberto, Roberto Magli, ha le tasche piene di soldi ma se lo tocco non può sentirmi e se gli parlo non può ascoltarmi e se mi bacia non può darmi alcuna emozione..."
La ragazza strappò la lettera e gettò in aria i frammenti. Telefonò al suo amore che in breve fu sul posto e dopo un forte abbraccio la portò via con sé.
Numa era soddisfatto. Poteva rientrare.Era penne e ossa per lo sforzo intenso, aprì dunque le ali e si lasciò galleggiare cullato dall'aria. Quando arrivò nella sua dimora c'erano tutti ad attenderlo: il Grande Padre e gli altri angeli. Numa raggrinzì talmente da trasformarsi in una palla di penne che il cuore in tumulto sollevava ritmicamente.
Il Grande Padre, che aveva un debole per lui ( e questo testimoniava la sua natura umana giacché il Grande Padre era incline a perdonare gli umani), sorrideva a quella scena tragicomica..Quindi gli parlò:
"Numa, hai tu trasgredito il mio ordine sul Libero Arbitrio? Lo hai trasgredito ma non lo hai trasgredito. Hai fatto riflettere un umano senza intervenire direttamente. E se hai in parte trasgredito hai trasgredito per amore e dove metti amore trovi amore. Sei perdonato Numa".
L'angelo ribelle alzò la testa ed ebbe il coraggio di guardare gli occhi del Padre, gli altri angeli sbattevano le ali in segno di giubilo. Numa schizzò via felice e si tuffò nella nuvola più vicina.

 

 
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FARE COME FANNO GLI UOMINI

Post n°42 pubblicato il 20 Giugno 2006 da hoprovatoadamarvi

"Fare come fanno gli uomini" non è l'infantile spirito di emulazione del "voglio anch'io la caramella". "Fare come fanno gli uomini" è stata in fondo la bandiera del Femminismo in epoche in cui gli uomini erano legalmente favoriti (veniva ad esempio punito solo l'adulterio femminile), scavalcavano le sorelle nel diritto di discendenza e di successione al trono, decidevano, votavano, studiavano, lavoravano ( in epoche successive all'avvento della donna nel mondo del lavoro guadagnavano di più), gestivano le economie domestiche e governative, decidevano chi sposare, quale nome mettere ai figli, a chi sposare le figlie, avevano una regolare sana e fisiologica vita sessuale ( la mancanza della quale aveva ingenerato nella donna una patologia oggi nosologicamente scomparsa, salvo facili battute, "L'Isteria" )ecc. "Fare come fanno gli uomini" non è l'infantile spirito di emulazione del "voglio anch'io la caramella". Nel caso in questione "Fare come fanno gli uomini" significa semplicemente liberarsi di una sciocca quanto inumana convenzione che impedisce alla donna di scegliere liberamente il proprio compagno e sbilancia pericolosamente il rapporto percentuale uomo/donna. Purtroppo la realtà che sto denunciando è scabrosa e come tale non se ne vuol sentir parlare, ma è matematica: FINCHE' le 20-30 enni SI METTERANNO CON I 40-50 enni e i 20-30enni RIFIUTERANNO LE 40-50enni il rapporto percentuale uomo/donna sarà sbilanciato e le 50enni continueranno ad essere lasciate o quanto meno ricattate con la paura (reale) dell'abbandono e gettate via come cibo scaduto.
So che per l'argomento che tratto il mio è un lavoro duro e faticoso e i risultati verranno, ne sono certa, ma negli anni a venire...E' un lavoro di prevenzione per le generazioni future e di innesco di una presa di coscienza che darà i suoi frutti nel tempo...perché le 40-50enni di domani vivano in un mondo dove il rapporto uomo /donna sia più giusto e più equilibrato.
La battaglia è ardua, come lo sono sempre le battaglie dirette alla mentalità: le rivoluzioni e le guerre possono rovesciare i governi e le economie, nulla possono tuttavia contro la mentalità. Ma resisto e persisto. Mi rimprovero forse di pubblicizzare troppo poco l'argomento in questione...Mi riprometto però di fare tutto quanto è in mio potere fare.
LE DONNE MI SARANNO RICONOSCENTI. E anche quelle che non lo sono oggi lo saranno, ne sono certa, domani.

 
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Da "ilsognodirasty"

Post n°41 pubblicato il 20 Giugno 2006 da hoprovatoadamarvi

As pessoas que têm essa mentalidade são frutos de uma sociedade mediocre, prepotente e pior, decadente. Cercam de manterem padrões morais inexistentes a nossos dias...mas " i signori", preferem trair, amar suas amantes, quase sempre mais velhas, mais experientes às escondidas para fazerem bela figura diante da familia, esquecendo-se, sempre que atras de uma fantasia, de uma máscara, existe sempre um PALHAÇO...iNFEL IZMENTE, PALHAÇOS SÓ SE PRESTAM A SEREM RIDICULOS..pARA BÉNS POR SEU POST..PARABÉNS POR VALORIZAR A MULHER MADURA, pARABÉNS PORQUE MULEHRES MADURAS, ASSIM COMO OS MADUROS (VELHOS) SONO CIBI , SENZA SCADENZA....que m procura qualidade e não quantidade, certamente apreciará sempre um amor pelo menos, de sua idade...àqueles que deixam seu lado animal prevalecer, a esses sim, as mulheres têm prazo de vencimento...In felizmente nenhum tem cara a declarar quantas vezes falhou na cama... Importante considerar que quem faz uma mulher na cama, é seu homem e vice versa...Os atos praticados atrás de 4 paredes, COM AMOR, são sempre licitos, independente de idade...Não existe limite de diade para fantasias sexuais, não existe nenhuma lei determinante que diz que uma 50enne, só porque demonstra os sinais dos tempos, seja menos mulher...Homens acordem!!!! P.S, desculpe escrever em portugues, não quero me tornar ridicula escrevendo em italiano..sei que vc encontrará um belo tradutor de textos ...

Amici, qualcosa di meraviglioso è accaduto stasera: una donna con la D maiuscola, il cui nick è ilsognodirasty, è capitata nel mio blog e vi ha lasciato una bellissima lettura di maestosa profondità d'animo...scritta in lingua portoghese. L'ho tradotta perché merita davvero di essere gridata al mondo intero. Eccola per voi.
"Le persone che hanno questa mentalità sono frutto di una società mediocre, prepotente e decadente. Cercano di mantenere dei principi morali inesistenti ai nostri giorni...I signori preferiscono amare le loro amanti, quasi sempre più grandi e più esperte, di nascosto, per fare bella figura in famiglia, ciò si comprende considerando che dietro una fantasia, dietro una maschera, esiste sempre un pagliaccio...infelicemente, pagliacci che si prestano ad essere ridicoli... complimenti per il tuo post... complimenti per la valorizzazione della donna matura, complimenti perché  le donne mature lo sono come maturi sono i cibi, ma non hanno scadenza...
Chi cerca la qualità e non la quantità certamente apprezza sempre un amore indipendentemente dall'età, quelli nei quali a prevalere è il lato animale considerano la donna un cibo a scadenza. Infelicemente nessuno ha la faccia di dichiarare quante volte...a letto. L'importante è considerare ciò che a letto una donna fa al suo uomo e viceversa. Quello che si fa dietro quattro pareti per amore è sempre lecito, indipendentemente dall'età...Non esiste limite di età per le fantasie sessuali. Non esiste nessuna legge che dice che una 50enne, solo perché dimostra i segni del tempo, sia meno donna. Uomini, concordate!!!!
PS Mi scuso se ho scritto in portoghese, ma non volevo che scrivendo in italiano sarei apparsa ridicola. Spero che incontrerai un bel traduttore di testi..."

 
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