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L'EROE ABBANDONATO DAI COMPAGNEROS

Post n°5 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da kuskus0
 

Caro Gioacchino la speranza è sempre l'ultima a morire!!

Pubblico volentieri la mail che hai inoltrato a mezzo mondo-stampa e istituzioni..ma mi sconvolge il tuo eroismo maggiore nel credere che qualcuno alzerà la testa verso di te. A tutti quelli che dopo questa lettera faranno finta di nulla (e  che pubblico sotto) posso solo dire una cosa: MAFIOSI!  A te la mia imperitura amicizia, stima, solidarietà!

Agnesina Pozzi

                                                                            Palermo, 15 febbraio 2010

Egregio Procuratore aggiunto Vittorio Teresi,

       sono convinto che i mortali semi delle polveri d'amianto, ospiti indesiderati dei miei polmoni, stiano cominciando subdolamente a devastarli: il mio corpo mi parla, grida l'allarme ma non posso fare nient'altro che ascoltarlo con dignitosa passività ed attendere l'eventuale sentenza di morte con serena pazienza.

       Credo che ormai non mi resta molto tempo da concedere alla speranza, che la magistratura siciliana abbia il coraggio di guardare dentro quelle tue ed altrui  infami responsabilità, in ordine a quelle calunnie contro la nostra Costituzione che fino al 25 febbraio del 2002 si rendevano "misteriose" ai miei occhi solo grazie alla strage di via D'Amelio che realizzò le uniche condizioni possibili per consentire a te e ad altri tuoi colleghi di tradire le mie patriottiche ragioni.

       Quest'anno all'inaugurazione dell'anno giudiziario il vedere te a Palermo (e Giancarlo Caselli a Torino) proprio voi, due recitare la parte dei puri che uscivano dalle aule celebrative con la Costituzione, in mano per protestare contro una legge del governo che, in definitiva, altro non è che il frutto immorale - vedi Carlo Vizzini - dei tradimenti alla nostra Costituzione consumati dal 25 settembre - Cesare Terranova - fino al 19 luglio 1992 - Paolo Borsellino - ucciso al momento giusto per fare largo alle tue infami omissioni, m'ha fatto indignare moltissimo.

       Vittorio, con questa lettera aperta non scrivo a gratuita offesa del tuo onore di magistrato, ma esclusivamente per conto della tremenda sete di giustizia che non dà pace all'animo mio, per Paolo Borsellino ed i cinque valorosi poliziotti trucidati assieme a Lui quel maledetto 19 luglio.... ma anche per conto di tutti gli Eroi dei siciliani onesti ed a nome di tutti quei ragazzi e miei compagni di gioco delle borgate palermitane - a cominciare dai figli di Tommaso Buscetta e di suo fratello Vincenzo - che non hanno avuto accesso alla vita per colpa del crimine... o del loro diventare criminali per darsi UNA dignità da sempre negatagli dalle ingiustizie sociali imposte alla povera gente, da quelli come te.

Vittorio non cercare gratuite offese in questa lettera aperta; essa è frutto del mio patriottico dovere sancito dall'art.54 della nostra Costituzione. In essa si notifica che uno di noi due, non è quello che vuole apparire, ed i tuoi colleghi se vogliono (sic.) hanno tutti gli strumenti per potere accertare la verità.

 Aspetto serenamente una tua reazione giudiziaria anche se sò che a Caltanissetta difficilmente la Giustizia si farà largo...ormai sembra che in Sicilia la categoria dei "Luigi Patronaggio" che interpretano le loro funzioni di Magistrato con alto senso dell'onore Istituzionale siano in sensibile calo...quella degli Eroi, poi, appare addirittura estinta!.. In compenso sembrano trovare conferma quelle voci di corridoio che indicano in forte aumento gli utili idioti ed i quaraqquàquà.. però spero di vero cuore che non sia veramente così...

                                                                                                      Gioacchino Basile

Cell 328/2726227  info@gioacchinobasile.it 

 

l'ELENCO DEI COINTESTATARI NEL PRIMO COMMENTO

 

 
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APPELLO AL GENERALE GALLITELLI

generale di corpo d'armata Leonardo Gallitelli

Generale di Corpo D'Armata Leonardo Gallitelli

 

Eccellenza, spero che lei legga la lettera di Francesca Sorrentino, la moglie di un maresciallo, e le sue vicissitudini patite per "colpa" di innocenti creature di cui comunque l'Arma si è sempre servita per le sue operazioni: I CANI. In virtù del rispetto  e della riconoscenza che l'arma deve anche agli eroi pelosi delle UNITA' CINOFILE, credo che la persecuzione a danno di persone che si occupano di cani, senza creare nessun danno all'Arma, non possa provenire proprio da elementi della stessa Arma, contro colleghi. Mi sembra che in Italia ci siano cose ben più serie da fare, come ad esempio, proprio in Calabria, occuparsi anche del  sospetto traffico di pelli di cani morti, come purtroppo è capitato a me. Che un onorato Maresciallo, dopo 25 anni di vita in un paese, debba essere angariato DA SUOI COLLEGHI, solo perchè la moglie amorevolmente si prende cura di alcuni cani abbandonati e' una vergogna. O forse il solerte e onesto Maresciallo...avrà pestato i piedi a qualcuno? La saluto rispettosamente confidando in un suo saggio intervento. 

Agnesina Pozzi, nipote dell'eroe nazionale Antonio Pozzi 

che ancora crede che l'ARMA SIA SACRA e i suoi appartenenti non possano abbassarsi a simili e peggiori meschinità!!!!

 

         

  12 gennaio 2010 

 Premetto sono una volontaria;  salvo cani da più di 30 anni.

Sono la moglie di un Maresciallo dei Carabinieri, che Comanda la Stazione del paese in cui vivo ed occupo da 20 anni l'alloggio di servizio.

Era una mattina di Aprile e nel giardino di casa mia stavo preparando 12 cuccioli, che alle 13 dovevano trovarsi in aereoporto di Lamezia Terme con destinazione Milano, dove i volontari avevano trovato l'adozione per loro. Ero felice, perchè quando salvo anche solo un cane, per me è una grande soddisfazione; quando un tale, dalla parte opposta del giardino, mi chiede, in modo sgorbudico, di chi fossero quei cani. Prima di dargli qualsiasi spiegazione chiedo a lui chi fosse, e con voce autoritaria mi risponde di essere un collega di mio marito che presta servizio nei N.A.S..

Verso le ore 11.00 dello stesso giorno, mentre ero pronta per partire per Lamezia Terme per l'imbarco dei cuccioli, vengo chiamata da mio marito che mi chiede di recarmi subito in Ospedale dove i N.A.S., che avevano individuato un gruppo di cani che io sonoscevo bene, avevano già provveduto al loro accalappiamento e al trasporto presso il canile "La casa di ARGO", sito in Villapiana.

Nei giorni successivi, mi sono preoccupata per i suddetti cani abituati a stare liberi ed ora costretti in dei box piccoli dove potevano muoversi con difficoltà.

Almeno tre volte la settimana vado a trovarli,  certa che la mia presenza li riassicuri; difatti, appena mi vedono arrivare mi fanno mille feste, e io convinta che mi ascoltano e capiscono ciò che gli dico, gli faccio sempre la solita promessa: "State tranquilli, passerà del tempo, ma vi tirerò fuori di qui".

In uno di questi giorni, mentre io ero al canile, mi viene comunicato che nel paese in cui vivo,  ci sono i N.A.S. insieme al personale del canile, e che stanno facendo altre catture.

Preoccupatissima telefono alla mia amica che abita nel paese vicino al mio, la quale, anch'essa volontaria, si reca sul posto, vede che i miei cani, (miei nel senso che vivono con me), che non si sa da chi siamo stati liberati, si trovano nelle mani dei signori colleghi di mio marito.

I signori dei N.A.S. così avevano raggiunto il loro scopo: quello di portare via i cani del Maresciallo.

La mia amica pensando che i signori avessero un pò di rispetto di mio marito, chiede loro di liberarli perchè quei cani avevano già un padrone e che si trattava del Maresciallo.

Uno di loro, con aria sfottente, con tanto di superiorità visto il ruolo che ricopriva, comincia a ironizzare ripetendo più volte il mio nome e quello di mio marito, e minaccia la mia amica dicendole che se non sparisce in pochi secondi sarà costretto a farle una multa (per cosa non l'ho ancora capito) e dice che siccome gli piace tanto il numero 19, dovranno essere 19 i cani catturati nel paese.

Nei giorni successivi io faccio finta di niente e collaboro con il personale del canile alla cattura degli altri 20 cani.

In prevalenza faccio catturare le femmine sapendo che, una volta entrate in canille, verranno sterilizzate, microccipate e vaccinate, e così per me sarà molto più facile darle in adozione.

Alla fine di tutto questo vengo a sapere che su 28 cani, 8 di loro vengono posti sotto sequestro dal signore dei N.A.S., senza dare spiegazioni.

Discuto della situazione con il Sindaco, che precedentemente era stato denunciato dai N.A.S..

Lui per ripicca, ma anche per ignoranza, comincia a dirmi che non farà mai dissequetrare i cani, che non pagherà mai un centesimo per loro, e di conseguenza i cani possono anche morire in canile.

Non mi arrendo e comincio a fare adottare i primi 17 cani; per fortuna riesco ha trovare gente sensibile.

Dai controlli fatti da me negli ultimi temopi, ho potuto notare che i suddetti cani godono di ottima salute. Ma il problema rimane, sono ancora 11 i cani rimasti nel canile, penso e ripenso come farò a tirarli fuori.

Scrivo al Pubblico Ministero chiedendo il dissequestro dei cani, ottenendo risposta negativa; i cani sono di proprietà del Sindaco, se vuole sarà lui a chiedere il dissequestro, ma dovrà anche pagare le rette, diversamente non sarà concesso  neanche a lui il dissequestro.

Io sono sempre più convinta che questa stroria si dovrà concludere il più presto possibile e in questo mio scritto spiegherò le mie ragioni.

Ecco finalmente un raggio di luce, il Sindaco spinto da chi sa cosa decide di pagare 13.000,00 euro e automaticamente i cani vengono dissequestrati. Sono felicissima, la mia determinazione e la mia forza mi hanno premiata, i cani sono finalmente liberi.

Informo tutte le volontarie del Nord, persone straordinarie che mi chiedono di attendere qualche giorno, affinchè possono trovare uno stallo presso qualche pensione, anche perchè si tratta di ben 11 cani adulti. Finalmente un giorno arriva la telefonata e i cani possono partire.

Era il giorno 16/12/2009, quando la mattina alle 6,00 mi reco presso il canile, carico i cani su un furgone e via verso Roma, dove una staffetta proveniente da Milano prende i cani e li porta a Milano dove si trovano tutt'ora, dove sono felici e sono in attesa di adozione.

Tutta questa storia è parallela a un'altra storia di notevole importanza. 

Vi ricordate dei 12 cuccioli in partenza per Milano, e del signor lecchino dei N.A.S., per farsi bello agli occhi del Colonnello, (che forse non si era accorto della sua esistenza)? Quest'ultimo si reca da lui e gli riferisce che io quella Caserma l'avevo trasformata in un canile.

Il Colonnello avvisa il Capitano che chiama mio marito, e dopo averlo umiliato e ricattato, gli impone di fare domanda di trasferimento, perchè i miei cani non possono abitare con me e soprattutto nell'ambito della Caserma. 

Mi dispero, la cosa peggiora giorno per giorno, vengono spesso a ispezionare la zona in cui vivo; a momenti me li ritrovo dentro casa. Durante una delle ispezioni, vedono una rete e una sbarra che io avevo provveduto a mettere per evitare che i miei cani scappassero. Scoppia il finimondo.

Il Capitano scrive tuttò ciò che vede, arriviamo al punto  di dover interpellare un avvocato, perchè mio marito si trova costretto a dover fare una memoria difensiva.

Vedo mio marito, depresso e deluso, si deluso dai suoi superiori, senza alcun rispetto lo trattano come se fosse colpevole, non si sa di quale reato e si accaniscono contro di lui, i miei cani e contro la mia  famiglia, servendosi delle loro stellette attaccate ad una divisa che dovrebbe rappresentare il rispetto per tutto ciò che ci circonda: persone, animali e cose.

Preciso che i miei cani  da me e da mio marito sono controllati, non hannno mai invaso i locali dell'edificio adibito a Caserma, ma perchè sempre confinati nella mia privata abitazione.

Cado in depressione, ma la mia forza, l'amore per mio marito e per mia figlia e per  i miei cani, è più forte di qualsiasi cosa e grazie al Professore di Roma, che mi cura da mesi, mi riprendo e ne vengo fuori.

Sono più forte e determinata e più combattiva di prima, però vedo mio marito sempre più triste, demotivato a fare qualsiasi cosa.

Mi rendo conto che è arrivato il momento di andarsene e inizio a preparare tutti i pacchi, ogni oggetto che metto dentro sono ricordi che mi ritornano in mente, dei 24 anni trascorsi in questo paese, dove tutti mi adorano e hanno tutti i buoni motivi perchè io sono stata una persona che ho sempre aiutato tutti, a livello economico, morale, insomma non mi sono mai tirata indietro.

Mio marito fa venive un furgone, e mentre aiuta a caricare  gli scatoloni, che hanno oltre al loro contenuto, sono bagnati dalle mie lacrime, per puro caso mio marito scivola giù per le scale, facendosi seriamente male: ferita lecero contusa al polpaccio e dolori lancinanti alla schiena, quindi è costretto a chiedere dei giorni di malattia.

Quì si scatena l'inferno, il Capitano da una parte e il Colonnello dall'altra, cominciano a metterlo in croce con tutti i loro mezzi e soprattutto con il potere delle loro stellette.

Crollo totale di mio marito, che vede cadere per pezzi il suo mito, tutto quello per cui si era sacrificato "L'Arma dei Carabinieri", disperato mi dice che non c'è la fa più e che qualche giorno finirà per combinare qualcosa, la delusione è tanta, e il coraggio è svanito assieme al suo mito.

Io invece, sentendo queste parole, tiro fuori la mia forza e la mia determinazione, sfoderando tutte le mie armi.

Telefono al Signor Capitano "Senza  signore", mi hanno insegnato a non regalare perle ai porci.

Lo faccio venire in Caserma e carico tutto ciò che avevo dentro senza risparmiargli niente.

Le sue risposte poco convincenti e il suo odio verso i miei cani e verso mio marito e verso di me, mi fanno capire che anche lui come tanti e un individuo molto limitato, allora decido di scrivere una lettera, e dopo averlo fatto mi reco nello studio di un Avvocato e la deposito.

Il suo contenuto è questo "Se dovesse accadere qualche cosa alla mia famiglia, i primi a dover rispondere dovranno essere il Capitano e il Colonnello".

 Il giorno dopo e dal Colonnello che mi reco, dopo aver ascoltato le mie parole e la mia rabbia, mi rassicura, dicendomi "Non si preoccupi, ogni volta che ha dei problemi, si rivolga a me stia tranquilla".

Io me ne vado, ma la sua gentilezza non mi convince, troppe stellette su quella divisa, mi chiedo cosa tramerà alle mie spalle. Passano i giorni è tutto tace e io comincio a credere che forse mi ero sbagliata a pensare che anche lui fosse come il Capitano.

Cinque giorni fa ricomicia la guerra, questa volta arriva il diavolo in persona, cioè il Colonnello.

 Viene dietro casa mia, vede la sbarra, e lui stesso la toglie e ordina immediatamente la rimozione della rete, e con tanto di autorità chiede informazioni ai Carabinieri dei miei cani e dice loro che ogni volta vedono un cane devono telefonargli.

 Non mi ero sbagliata a dubitare della collaborazione del Colonnello, nel paese di San Francesco di Assisi chi ama gli animali viene guardato con sospetto e persino perseguitato.

Questa storia ha reso la persona forte e equilibrata come mio marito era, in un debole che ha bisogno della sua famiglia per sopravvivere.

Io non mi fermo, e se necessario promuoverò un'azione legale, perchè per chi ha dato tanto all'Arma dei Carabinieri, non può per motivi inconsistenti, scadere così agli occhi dei suoi Superiori, chiederò presto un incontro con il Generale, di certo sarà come gli altri o forse peggio.

E se tutto questo non bastasse, farò di tutto per poter incontrare le massime autorità dello Stato e li metterò a conoscenza di cosa sono capaci  certe persone, che servendosi delle loro divise, e soprattutto delle loro stellette, sarebbero capaci di indurre persone sensibili a commettere degli atti inconsulti.

E poi chi ha fatto tanto male alla mia famiglia, dovrà pagare.

Adesso mi rivolgo a voi volontarie, fate girare questa lettera in tutte le parti d'Italia, portate questi fatti a conoscenza di tutti, fate il casino che meritano, almeno da voi mi aspetto solidarietà e affetto. Vi ringrazio di cuore e vi saluto Francesca.

Fatemi sapere quando la riceverete.

 

          FRANCESCA SORRENTINO

          francescasorrentino96@alice.it;        

 

 

 
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30 giugno 2006 ore 15,30  PRIMA MAIL

Post n°1 pubblicato il 05 Luglio 2008 da kuskus0
 
Foto di kuskus0

"cara anzi carissima, sembriamo solo in tre a credere a questa verità della  morte naturale (la Satragni ha rinnegato la sua) eppurtuttavia, nonostante la fatica di vivere che si fa a vivere a Milano (PROFONDO NORD) e con certi carichi (non le dico quali!) io mi sono battuta e sbattuta non sa quanto per pubblicare prima l'articolo poi, visto che non c'era niente da fare (anche da parte di amici, come il vicedirettore di Libero Renato Farina, come un redattore di GENTE, come lo psichiatra Meluzzi che va sempre all'Italia sul Due e mi aveva promesso, come a Derive e Approdi a Minimum Fax, a Baldini & Castoldi e Longanesi e Corbaccio e ...) senza esiti.

Unico esito: risposte deliranti da parte degli editori stessi di cui le cito alcuni esempi:

SPERLING & Kupfer : 'se ne è parlato troppo, è un caso bruciato'

Derive e Approdi ( vicina al Manifesto) : 'paura di denunce, ma scherziamo?' (????)

Minimum Fax: 'visto che sei Erin Brokovich, Vespa senz'altro ti aiuterà a pubblicare quando sarai lì..'

Baldini e Castoldi : ( dopo due mesi di telefonate quotidiane) : freddini e insensibili sul caso 'in fase così delicata'

Altri e molti altri: sei   una PAZZA FURIOSA, molla l'osso, dacci retta. E' tempo perso.

Ti rovini!

Renato Farina di LIBERO: 'Ah, Maria Grazia che bello! Hai scoperto la verità? Sarebbe stupendo! Lasciami la perizia del dottor Migliaccio ti richiamo!' Siccome non mi richiama torno io a piedi a Libero 20 volte. Una volta ho la fortuna di incontrarlo tra un'ospitata televisiva e l'altra.' Ma vorrai scherzare?! Un'ipotesi così fantasiosa la nostra addetta al caso l'ha scartata. Io non l'ho letta la perizia, ma non ho tempo e poi vorrai mica che al giornale io scavalchi le competenze!!" (sarebbe la cronaca nera)

Altre delusioni, promesse, dolori, delusioni, botte in testa oltre alla prima gliele risparmio. Fatto sta che smetto di andare alla mia rivista( Kult) e ferocissima( sono in credito con la giustizia medica)  comincio a scrivere questo libro.

Ora le chiedo inviandoglielo: posso includere anche la sua bellissima e ironica perizia nel mio reality book ? Sa cosa penso: ce ne vorrebbero altre 10, 100, 1000, così Viglino va in pensione anticipata.

Maria Grazia Torri

 

 
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