Creato da lujanta.lu il 28/04/2008
UN PERCORSO TRA I MITI , LE LEGGENDE , LA STORIA DEL TRENTINO
 

 

IL REGNO DEI CACCIATORI

Post n°47 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da lujanta.lu

 "Nella raccolta di leggende dei Monti  Pallidi appare uno stranissimo personaggio che assume un notevole ruolo anche nel ciclo dei Fanes : questi è Spina de Mul ( scheletro di mulo ) e così ci viene descritto:" Spina de Mul era un potente e temibile mago , il quale ,quando si aggirava per i monti prendeva l'aspetto di un mulo mezzo putrefatto. La testa , il collo e le gambe anteriori erano ancora coperte di pelle, mentre di tutte le altre parti rimanevano solo le ossa...ed emetteva un tremendo grido...lancia o spada non valevano nulla contro lo stregone. on arco e frecce si sarebbe potuto ferirlo ; ma egli usciva solo nelle notti buie , nelle quali era impossibile prenderlo di mira." Questo stregone possiede la Rajetta o pietra raggiante , che è il "più bel gioiello del mondo" , "il più grande tesoro che vi sia nel paese ".

Ha al suo servizio un corvo parlante come sua sorella , la Tsicuta , anch'ella maga potente.

Egli giunge per la prima volta sulla scena al confine del paese dei Fanes dove si è riparato un ragazzo della gente dei Duranni , che sta inseguendo la sua avventura , la sua prova iniziatica per essere accettato tra i guerrieri.

Il ragazzo colpirà il mago fino ad abbatterlo a terra pesto e sanguinante. Il mago chiede il nome al vincitore che risponde che  avrebbe avuto diritto al nome quando fosse diventato guerriero. Spina de Mul gli assegna allora il nome di Ey de Net (Occhio di Notte ) perchè combatte bene al buio e se ne va.

Nella lotta il mago ha , però , perso la rajetta che Ey de Net porterà in dono alla principessa dei Fanes : Dolasilla , la guerriera imbattibile . La rajetta adornerà il diadema di Dolasilla. Per riavere la preziosa e magica pietra Spina de Mul ordirà un'alleanza di popoli ostili ai Fanes. 

 

 
 
 

I REGNI PERDUTI DEI MONTI PALLIDI

Post n°46 pubblicato il 08 Marzo 2009 da lujanta.lu
Foto di lujanta.lu

"Il mondo delle leggende dei Monti Pallidi ,raccolte e salvate da Karl Felix Wolff  verso la fine del 1800  si estende su un 'area non molto vasta tra le province di Trento , Bolzano e Belluno. E' questo il cuore delle Dolomiti da tutti conosciuto sul piano ambientale , turistico , sportivo ,dominato da montagne famose in tutto il mondo per la loro grande bellezza dovuta alla particolare composizione chimica della roccia in esse prevalente : la dolomia.

La presenza di queste affascinanti montagne che si innalzano con le loro vertiginose pareti , le guglie , i bianchi torrioni dal verde dei pascoli e dalle abetaie è il risultato di un lunghissimo processo di sviluppo e trasformazione che , in gran parte , si svolse nel grembo dei mari  di lontanissime ere geologiche "

"I regni perduti dei Monti Pallidi " di Giuliano e Marco Palmieri - ed.Cierre Verona

 
 
 

IL MISTERO DELLE STATUE - STELE

Post n°44 pubblicato il 01 Marzo 2009 da lujanta.lu
Foto di lujanta.lu

Tra l'autunno del 1989 e l'estate del 1990 , durante gli scavi di fondazione del nuovo ospedale di Arco (Trento) vennero rinvenute ben sei statue-stele. Poco tempo dopo  venne ritrovata una statua a Revò (val di Non). I monumenti di Arco e Revò sono molto simili alle statue dell'Alto Adige documentate da 9 emplari : 4 da Lagundo ,1 da Totschling , 1 da Velturno ,1 da S. Verena , 1 da Termeno e 1 da Laces . I monumenti di Arco furono concepiti , come quelli altoatesini , quali figure a tutto tondo per essere viste da ogni angolatra spaziale. Tranne una statua ,che è in calcarenite-calcirudite locale , gli altri esemplari sono tuttiin marmo , roccia assente nel territorio del Basso Sarca ma presente invece in val Venosta. Dato che le 4 statue di Lagundo(Bolzano) sono state pure scolpite in marmo , esiste l'eventualità che il materiale sia stato trasportato dalla Venosta utilizzando i corsi d'acqua." Molte e affascinanti sono le ipotesi che le circondano: sono la rappresentazione di divinità tutelari ? Oppure di personaggi altolocati ? Rappresentano , infatti , entità antropomorfe , dai volti impenetrabili e dalle fattezze stilizzate , prive di braccia e gambe. O, meglio , queste sono assorbite nel grande monolite , che veniva conficcato nel terreno .Probabilmente erano anche dipinte , come confrmerebbero tracce color ocra sulle pietre.

I tipi fondamental sono tre : il tipo "maschile" , di grandi dimension , con incise le armi e il cinturone , il tipo "femminile" ,più piccolo ,segnato da piccoli seni e oggetti ornamentali ; infine il tipo"asessuato" , ancor più piccolo , forse la rappresentazione di un bambino."  

Le statue-stele di Arco si possono vedere visitando il Museo Civico di Riva del Garda  ospitato nella  Rocca di Riva

 "Luoghi misteriosi del Trentino" di Mauro Neri - ed. Panorama

 
 
 

L'ABBIGLIAMENTO E L' EQUIPAGGIAMENTO

Post n°43 pubblicato il 01 Marzo 2009 da lujanta.lu
Foto di lujanta.lu

Gli oggetti , custoditi nel 1991 assieme alla mummia nel luogo di rinvenimento e messi al riparo durante un secondo accertamento scientifico nel 1992, sono oggi esposti nel MUSEO ARCHEOLOGICO DELL'ALTO ADIGE protetti in bacheche di vetro climatizzate. I capi di vestiario sono confezionati esclusivamente in pelle e fibre vegetali intrecciate , nulla lascia intuire l'impiego di prodotti tessuti.

LA SOPRAVVESTE : è stata realizzata in pelle di capra e consisteva di numerosi pezzetti allungati , di forma rettangolare cuciti insieme . Il filo da cucire veniva ricavato da tendini di animali. Il montaggio della pelliccia a fasce aveva uno scopo probabilmente ornamentale. La sopravveste era aperta sul davanti e probabilmente chiusa con una cintura , non risulta traccia di maniche.  La lunghezza sembra invece che arrivasse al ginocchio.

I CALZONI: l'uomo dei ghiacci indossava dei calzoni che gli coprivano completamente gli arti inferiori . Il materiale usato era sempre pelle di capra. La parte superiore era provvista di un laccio di cuoio per assicurare il pantalone alla cintura , mentre nella parte inferiore una linguetta di pelle di cervo assicurava il pantalone alla scarpa.

CINTURA : dell'equipaggiamento faceva parte pure una cintura in pelle di agnello con applicata una banda in cuoio che forma una tasca. La tasca custodiva cinque oggetti tra cui un raschiatoio , un perforatore e una lamella di selce . Larga parte del contenuto era costituito da funghi da esca , utili per accendere il fuoco ,tracce di pirite indicano che per provocare la scintilla si usava questo minerale.

LE CALZATURE: l'uomo dei ghiacci calzava scarpe , ciascuna scarpa era formata da una suola di cuoio ovale ; lungo i bordi , rialzati verso l'alto veniva introdotta entro fori una striscia di cuoio : ad essi era fissata una rete intrecciata che serviva a tener fermo il fieno di cui era imbottita la scarpa . La calzatura era completata da una tomaia , che era fissata alla suola con una cinghietta di cuoio. L' apertura intornoalla caviglia era stretta da cordicelle di fibra vegetale.

LA MANTELLA D'ERBA: nel corso delle indagini furono trovati frammenti di un graticcio di erbe che faceva parte di un mantello aperto e senza maniche che veiva indossato sulla sopravveste di pelliccia. La sua lughezza doveva essere di 90 cm. circa arrivando a coprire busto e cosce. Per la confezione della mantella furono impiegati lunghi steli di erbe di una graminacea alpina.I mantelli di erbe erano diffusi fin nel XX secolo tra i pastori , che li utiizzavano come efficaci ripari contro la pioggia.

 
 
 

LA MUMMIA

Post n°42 pubblicato il 24 Febbraio 2009 da lujanta.lu
Foto di lujanta.lu

Per la prima volta nella storia della medicina e della chirurgia si sono potuti condurrestudi anatomici su di una mummia databile con certezza al IV millennio a. C. Il corpo è praticamente intatto , si tratta di un individuo di sesso maschile alto 1,59 cm. capelli e peli della barba erano caduti ma tra i numerosi ciuffi di peli della veste sono stati ritrovati anche capelli umani .

Tra le particolarità anatomiche una fessura tra i denti nella mascella superiore , la mancanza di denti del giudizio , l'uomo dei ghiacci ,inoltre , non possedeva il dodicesimo paio di costole. L'età della mummia era compresa tra i 40 e i 53 anni.

Sin dal primo momento del ritrovamento furono notati dei segni cutanei , si trattava di tatuaggi . Essi riproducono croci o fasci di linee e per la loro colorazione bluastra e verde si tende a credere che fossero fatti con carbone vegetale.

 
 
 
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"Il linguaggio d'Italia" di Giacomo Devoto - BUR

"I nomi delle località abitate" di Giulia M.Anzellotti - Provincia Autonoma Trento

"Ipotesi sulle radici preindoeuropee dei toponimi alpini" di Paul-Louis Rousset - ed.Priuli & Verlucca

"L'infinito : un equivoco millenario" di Giovanni Semerano - ed. Bruno Mondadori

"Il popolo che sconfisse la morte" di Giovanni Semerano - ed. Bruno Mondadori

"Profilo linguistico della Regione Tridentina" di G.Tomasini -Arti Grafiche "Saturnia"

"Storia del Trentino - La Preistoria e la Protostoria"  Ed. Il Mulino

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"Domenica dove ? Antichi luoghi di culto - 52 escursioni nel Trentino/Alto Adige" di Fiorenzo Degasperi - ed. Ancora - Libreria Artigianelli Trento

"L'uomo dei ghiacci" di Konrad Spindler- Pratiche ed.

"Museo archeologico dell'Alto Adige - la guida" di Stefan Demetz - Folio ed.

"L'uomo venuto dal ghiaccio "di A.Fleckinger e H. Steiner - Folio ed.

"Uomini di pietra"  di Annaluisa Pedrotti - ed,Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Culturali.

 " I regni perduti dei monti pallidi " di Giuliano e Marco  Palmieri  - Cierre ed.  Verona

" I monti pallidi - leggende delle dolomiti " di Karl  F. Wolff- Cappelli ed.

  "L'anima delle dolomiti " di Karl F. Wolff - Cappelli ed.

                                                             

 

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