Creato da mullerina il 29/12/2005

Il mondo di Chia

Dolce danza di anime

 

Aggiornamenti dal fronte

Post n°837 pubblicato il 25 Marzo 2018 da mullerina
 

Sempre più sporadiche le apparizioni qui, assorbono energie e tempo sia il lavoro che i lavori (alla casa).
Mancano circa un paio di mesi per vedere la nostra casina pressoché finita, forse meno, speriamo meno! Tra due o tre settimane pavimenti e rivestimenti verranno posati e avremo finalmente davanti quello che abbiamo scelto in appena tre ore in showroom, mentre a me scappava la pipì e G. smontava da un concerto. Insomma le migliori condizioni per compiere scelte un tantino definitive. 

Vedremo finalmente l'effetto che fa un bagno nero e credo che l'infarto genitoriale sarà prossimo. Vedremo anche l'effetto che fa l'effetto legno, amabili giochi di parole, dentro la doccia nel secondo bagno... perché siamo stati consigliati a far proseguire il pavimento anche sui muri, la venditrice ci ha convinti con la frase: "Ricrea la pace di una sauna nordica" e in quella gelida giornata di gennaio il miraggio di un ambiente caldo e confortevole avrebbe amaliato chiunque.
Infine, ultima scelta a caso, quando ormai la mia azotemia era alle stelle e i neuroni della mia dolce metà erano in fumo, vedremo che effetto farà la pietra urban-natural style, così c'è stata venduta, che abbiamo scelto per la cucina. Penso che anche quest'ultima farà rabbrividire i nostri genitori legati alle mattonelle 10x10 con decori culinari sparsi.

In pratica non abbiamo la minima idea di quello che uscirà fuori, staremo a vedere!

In tutto questo marasma fervono i preparativi per un matrimonio, che non è certo il nostro, ma della mia futura/presente cognata. E noi non vediamo l'ora... che sia passato quel giorno!
Stare accanto a qualcuno che sta organizzando il proprio matrimonio è un ottimo antidoto al commettere lo stesso "sbaglio". Vedere le indecisioni sulle scelte, i pellegrinaggi tra fiorista/atelier/gioielleria/etc, gli assegni staccati, i blocchi sprecati per far quadrare i conti, crea un'angoscia che credo sia paragonabile solo a quella che provo quando entro in sala parto per assistere ai neonati. Momenti emozionanti senza dubbio, ma pochi sanno cosa succede dall'altra metà del telo (almeno nei film c'è sempre questo telo, sotto il quale ostetrica o ginecologo mettono le mani alla cieca ed estraggono bimbi belli e puliti, tutto questo non esiste nella realtà!).

Ad aggiungersi a tutte queste cose, che sembrano uscite dai programmi di real time, che estremizza i luoghi comuni della figura femminile, c'è il mio rinnovato impegno in tutt'altro ambito.
Sono diventata ufficialmente referente regionale per 

l'associazione dei pazienti di cui mi interesso ormai da cinque anni, non vedo l'ora di partecipare alla mia prima assemblea nazionale, seconda nell'ambito se contiamo il meeting europeo in cui avevo da scriciola debuttato. Non ho la più pallida idea di quello che dovrò fare, ma spero che qualche idea decente mi verrà... che bello dire di sì alle proposte senza pensarci!
Uguale sì che ho dato alla domanda: ti va di occuparti della formazi

one della tua unità operativa. Ecco quella volta forse era meglio se ci pensavo un secondo, prima di rispondere.

Fine degli aggiornamenti dal fronte. Fine degli sfoghi primaverili, ora meglio passare alle pulizie da brava massaia. Ah no, weekend del FAI, c'è sempre qualcosa da scoprire!!!

 
 
 

Avanti tutta!

Post n°836 pubblicato il 02 Gennaio 2018 da mullerina
 

Benvenuto 2018,

anno atteso, da un anno intero. In fondo abbiamo lavorato tanto tutti i dodici mesi passati per veder arrivare questi futuri 365giorni, ormai 364.

Tanto atteso che mi sono scordata di comprare un'agenda... E di conseguenza il calendario del cellulare si sta riempiendo di puntine su giorni, eventi colorati e sveglie che non so inserire correttamente e suonano quando non dovrebbero, tipo nel bel mezzo della notte, quando in corsia finalemente dormono tutti (e la sincronizzazione del sonno è un miracolo in una pediatria, molto più probabile la sincronia dei pianti). Quindi diciamo che non sono preparatissima al nuovo anno, ma proverò a rimediare quanto prima!

I lavori della casa proseguono, e man a mano le scelte da fare si moltiplicano. Ormai siamo immersi nalla fase: "distruggi-coppia", ovvero quella in cui uno dei due si rassegna e fa fare all'altro. Nel nostro caso in realtà entrambi brancoliamo nel buio, la nostra cultura a livello di materiali, architettura e design è inesistente. Il che si traduce in una ricerca continua per sanare le nostre lacune e riuscire a partorire scelte sensate di cui non pentirci per i prossimi trent'anni, almeno.
Le persone che mi sono vicine mi dicono continuamente che questa è la parte più entusiasmante. Mi chiedo cosa ci sia in noi che non va, visto che siamo proiettati a quando sarà tutto finalmente finito, senza scelte impegnative, che pesano come una spada di Damocle. Quando le massime scelte saranno: cosa scongelare, quale film guardare e che colore di cuscini si abbini meglio ai fiori finti sulla mensola. 
Arriverà quel giorno e arriverà sicuramente di quest'anno! Questo ci da molta energia, perchè la meta è sempre un passo più vicina.

 

 

 
 
 

Sul trenino a vapore

Post n°835 pubblicato il 28 Novembre 2017 da mullerina
 

La scorsa domenica ho avuto modo, dopo svariati tentativi andati a vuoto nei mesi scorsi, di fare un viaggio sul treno a vapore.

Mi sentivo come una bambina, con gli occhi sgranati davanti alle carrozze antiche, tirate a lucido dalla passione di chi porta avanti questo progetto. Sono rimasta ad ammirare il treno, tra qualche colpo di tosse, mentre il motore mangiava carbone e lasciava trapassare tra ingranaggi e binari ondate di fumo grigio.
Un salto indietro nel tempo, immortalato da centinaia di smartphone tutti occupati a scattare selfie.

I posti erano stretti, mi è venuto spontaneo pensare che quel mondo fosse più alla mia portata. Le tende ricamate, come la manovella per passare dal caldo al freddo, i fermi ai vetri delle carrozze, tutto aveva un sapore diverso.

E rivedevo mio nonno, ferroviere per tanti anni nella sua vita. Su e giù per treni, ogni volta di qualche stazione diversa. Con le mani annerite e il cappello saldo in testa.
Una forte emozione, condivisa con tutti i presenti, specialmente i bambini, indaffarati a scivolare su e giù tra le carrozze per tutto il viaggio.

Esistono diverse associazioni in giro per l'Italia che si occupano di organizzare questi eventi, vale la pena di informarsi ed approfittarne!

 

 

 
 
 

La signora Lei

Post n°834 pubblicato il 12 Ottobre 2017 da mullerina
 

Nel mondo siamo tanti, sempre più a guardare in dati mondiali delle nascite, che non hanno nulla a che fare con il tasso di natalità italiano, diventeremo prima o poi una specie protetta di questo passo. Ma non di questo parla questo post.

Siamo così in troppi che ci sono vite che restano a cornice delle nostre giornate.
Corriamo ovunque e non ci rendiamo conto che le sagome che ci passano accanto, in direzione opposta oppure sulla nostra scia, racchiudono storie. Come quella che stiamo coltivando noi giorno dopo giorno.

M. è una di quelle persone è da sempre sagoma nella vita degli altri, ha raggiunto la pensione da alcuni anni, dopo oltre 30 di servizio presso diversi uffici pubblici della città e dimore private.
M. ha passato tutta la sua vita a pulire, riordinare, spazzolare giacche, stirare camice e abiti da sera.
Ha allenato le braccia con stracci, manici di scopa e secchi pieni d'acqua e schiuma. Ha rafforzato le gambe su e giù per le larghe scalinate, che non facevano mai in tempo ad asciugare, c'era sempre qualche scarpa che aveva fretta di salire o di scendere. Ha abituato le orecchie a non fare caso ai fruscii di parole da corridoio. Ha stretto spugne con energia, senza badare al gelo che penetrava d'inverno tra i nodi delle ossa, asciugandole appena sul grembiule per non rovinarlo.
M. non ha mai smesso di dare del "lei" alla gente, anche a chi cominciava a conoscere dopo mesi o anni dentro gli stessi palazzi.
Ha sempre dato del lei anche a me, quando a volte la incrociavo nei corridoi, dove mia mamma mi faceva aspettare quando mi portava in ufficio.
"Buongiorno signorina Chiara, come sta?"
Le prime volte mi guardavo intorno, non ero abituata a sentir parlare così. E mi sforzavo di darle del -Lei- anche io, riuscendoci solo un quarto delle volte; diventava sempre più difficile, perchè dopo diverso tempo il suo viso dolce era subito riconoscibile in mezza a tutte le giacche e scarpe con tacco, che apparivano e scomparivano nel corridoio centrale. M. si è sempre sentita qualche gradino più in basso di tutti, eppure in educazione non ho mai incontrato nessuno che la battesse.
Mi ha insegnato l'umiltà e la dignità di ogni forma di lavoro, dai suoi modi traspariva l'orgoglio dell'occuparsi di ciò che gli altri davano per scontato.
M. pochi mesi dopo la pensione è riuscita a comprare casa, la sua prima casa, dopo una vita di affitti.
Il suo è un appartamento pieno di luce, all'ultimo piano e libero su tutti i lati. Tutto è ordinato.
Quando ci invita non manca mai una fetta di torta e il thé è già pronto, deve solo raffreddare. Sulle mensole gli scatti di una vita, le prime in bianco e nero, fino alle più recenti vicino al figlio minore con la corona d'alloro e con i suoi nipoti tra le braccia, tutti questi scatti sono sconosciuti a chi l'ha vista svolazzare qua e là con il piumino in mano per tanti anni. M. ascoltava sempre e parlava poco, ma ringrazio mia mamma per averla come amica, per non averla persa dopo gli anni di lavoro, e avere il piacere di ascoltarla ora raccontare la sua vita, così profondamente intrecciata a quelle di tanti altri a cui è rimasta quasi sconosciuta.

 
 
 

Lascio aperto il cassetto

Post n°833 pubblicato il 24 Luglio 2017 da mullerina
 

Mi sono resa conto di quante cose mi circondino, senza che io abbia la reale necessità di averle.
Una casa sommersa di cose. Spesso dimenticate sul fondo di cassetti o dentro scatole, che sembrano avere la funzione di fare ordine, ma in realtà sono il modo più semplice di procrastinare la cernita doverosa tra cosa tenere e cosa lasciare.

Me ne sto rendendo in questi giorni. Per cause di forza maggiore sono costretta a mettere mano a tutte quelle cose che in pochi anni, da quando mi sono trasferita, si sono accumulate su mensole e dentro ante di mobili, che non apro quasi mai. Ogni oggetto che prendo in mano è in linea di massima inutile e il suo utilizzo scarso.
Prendo atto che le cose di cui realmente ho bisogno sono poche, eppure la difficoltà a liberarsi del superfluo c'è. Perchè il pensiero che "un domani potrebbero essere utili" mi ha portato a tenere da parte una mole di cianfrusaglie che ad oggi mi fa anche un po' sorridere. 
Mi chiedo a cosa possano servirmi le due bambole tedesche con mani e viso di porcellana, che ho ordinato da un catalogo di giocattoli, in linea di massima solo a spaventare chi si accorge dei loro sguardi vitrei e sorrisi inquietanti. I souvenirs dai viaggi sono uno dei capitoli da -sepolti in casa-, che in pieno sposano la filosofia dell'inutilità. A cosa mi serviranno tutte quelle tazze da the?! 
Mi sembra di essere un'accumulatrice seriale, mentre tolgo le calamite dal frigorifero (e sono solo quelle degli ultimi 7 anni...le altre ancora attanagliano un altro frigo), oppure mentre conto le 33 matite di 6 mobilifici differenti. Una vita in cui mi sono circondata di molte cose e magari non le ho mai usate, come le rubriche telefoniche cartacee, che dall'avvento del cellulare in pochi usano ancora (ne ho 3 completamente intonse).
Ho scovato creme, trucchi lasciati a metà o usati una sola volta, cornici vuote.

Forse sto solo facendo delle riflessioni su quello che vorrei nella mia vita, rendendomi conto di averla riempita di molte cose, prima di accorgermi che era altro quello di cui avevo bisogno.
Avevo riempito i vuoti, come si fa con la stoffa che riempie le bambole. Ora ho qualcosa di ben diverso a riempirmi la mia vita e ha fatto accendere una luce su tutte quelle cose che non ho mai usato e mi circondano. 
Il mio lavoro a contatto con le persone in momenti delicati e difficili mi ha dato una scossa. Ora mi rendo conto di quanto è bello vivere ogni momento. Userò le candele colorate trovate in un cassetto e se mi piacerà ne prenderò altre, ma non le rinchiuderò nella schiera delle possibilità mai utilizzate.

Lascio le cose, mi riprendo la voglia di vivere di emozioni, senza rinchiuderle.
Lascio aperto il cassetto, perchè non accumulino altra inutile polvere, i sogni.

Penso di aver intrapreso un percorso, non penso sarà facile da proseguire, ma tentare si può. 

 
 
 
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