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Voci

Post n°268 pubblicato il 01 Novembre 2012 da patapump

Voci

 

Voci che corrono lungo strade e che si scontrano tra di loro, cozzando. rimbalzando

Voci che emettono  grida disperate o sussurrano ad orecchie in attesa

Voci lanciate in corsa da precipizi dove poter volare o subiciclette in discese senza fine

Voci spente dalla dittatura e dalla violenza di chisopraffae

Voci  che narrano agiovani bambini o ad adulti col cuore da bambino

Voci nei mercati che raccontano il quotidiano

Voci nei teatri che urlano il loro diritto di avere spazidove esprimersi

Voci presenti,voci lontane

Voci che dicono di esserci. Voci che dicono che hanno smessodi esserci

Voci che raccontano verita’ , ma anche tante menzogne

Voci di soppiatto e voci spontanee

Voci che raccontano di chi siamo o saremo

Voci che aprono la mente e voci che la rendono opaca

Fermati                                                          

Ascolta la tua di voce

Soffermati

Senti cosa potra’ regalare

Senti cosa potra’ insegnare

Ma soprattutto senti cosa potra’ dire di te

 
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E' ancora tempo

Post n°267 pubblicato il 18 Agosto 2012 da patapump

E’ ancora tempo

 

E’ ancora tempo di potersi raccontare

E’ tempo di riprendere il cammino verso la serenita’

E’ ora di far poggiare una farfalla sulla mano,ammirandola

 

E’ ancora tempo di incrociare sguardi profondi edemozionanti

E’  tempo diridere,giocare

E’ ora che un brivido percorra la schiena

 

E’ ancora tempo di ammirare un tramonto estivo

E’ tempo di camminare  a piedi ,su sabbia bagnata dal mare

E’ ora di poter danzare,abbandonandosi

 

E’ ancora tempo  diparlare,confidarsi

E’ tempo di essere se stessi,senza segreti

E’ ora di conoscere altro

 

E’ ancora tempo

 

 

 
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Il segreto della fontana

Post n°266 pubblicato il 07 Aprile 2012 da patapump

Il segreto della fontana

 

I tempi  erano bui.

La guerra  nel paeseera incalzante  e la popolazione  stremata dalla fame e dal freddo.

Anche al  paesino diKainuu, era toccata la stessa sorte.

Un paese di un centinaio di anime,che vivevano cacciandoquel poco che era rimasto nei boschi.

Qui ha inizio la storia della piccola Hengel, orfana digenitori ed adottata da uno zio che l’amava come fosse la propria figlia.

Qui ,poco più che dodicenne,la ragazza badava alla casa ealla nonna,non mancando di frequentare la scuola più vicina,che distava un’ora apiedi da casa sua.

Capitava spesso che arrivarci divenisse un’impresa, ma allapiccola piaceva studiare, e quel peso diveniva meno grave.

Le strade come dicevo erano però sempre pericolosissime,inquanto la guerra che imperversava tra due famiglie rivali, aveva ridotto ilpaese,in un paese povero e sofferente.

La guerra durava ormai da anni, e alcuna soluzione sembravasi vedesse all’orizzonte. Era  nata peruno screzio e per l’appartenenza di un piccolo lembo di terra, a cui nessunadelle due parti voleva rinunciare.

Come dicevo poco innanzi,la piccola Hengel, percorreva giornalmenteuna strada irta di pericoli, ma la natura compensava quella paure che sarebberopotute sorgere.

La neve copriva tutti i campi e i filari di alberi correvanolungo il ciglio della strada.

Alberi imponenti che sembrava abbracciassero il viandante eche proteggevano dal forte vento che in quella zona soffiava sempre moltoforte.

Nel percorso ,un particolare  aveva attirato l’attenzione della piccola.

Una piccola fontana  dipietra fredda e grigia.

Un compagno di viaggio, le raccontò un giorno che  essendo assetato si fermò per  bere, ma che neanche una goccia di acquasgorgò  da essa.

In seguito anche domandando agli anziani del paese, glistessi non ricordavano che fosse mai uscita nulla da  quella fontana.

Quella notte Hengel, fantasticò  per ore,domandosi come e chi avesse potutocostruire una fontana che non dava acqua.

Forse un guasto o ancora di più un sortilegio. Le storienarravano ,che nelle serate buie e fredde,se tendevi bene l’orecchio da casa potevisentire le voci.

Voci che si infilavano tra gli alberi e in giri vorticosi silanciavano verso il cielo,disperdendosi tra le nubi bianche che coprivano laluna invernale.

Hengel,  si coprìinteramente la testa,sparendo sotto le coperte,come potessero le stessedifenderla da quello che c’era fuori.

Il giorno dopo,il sole era spuntato e sembrava volesseessere protagonista.

Hengel, quel giorno si sentiva diversa dal solito. Neanche leisapeva cosa gli prendesse.

Avvertiva un misto di gioia,preoccupazione ed un peso allabocca dello stomaco.

Cercò di tranquillizzarsi  e si avviò per andare a scuola.

Quando arrivò davanti alla locanda,solo il solco delle ruotedella carrozza trascinata dai vecchi finnici.

I  disturbi delmattino,l’avevano fatta ritardare.

Pur conoscendo la distanza, si incamminò lentamente.

Quasi fosse attratta da una forza sconosciuta,dopo averpercorso qualche chilometro,le gambe stanche la fecero appoggiare ad una lastrache rimaneva sul ciglio della strada.

Prese fiato,ma quando stava per alzarsi,girandosi notò cheil basamento era parte di quella fontana,di cui tanto aveva sentito parlare.

Ebbe un sussulto. Un brivido gli percorse la schiena.Allungò la mano per poter  toccare labocca fatta a forma di leone.

E in quell’istante una piccola lacrima di acqua,si poggiòsul dorso della sua mano.

Una lacrima fredda,ben allungata,decisa nel percorso nel suocammino.

Non ne ebbe paura e di nuovo allungò la mano.

Quasi a volerla rassicurare Hengel, la circondò con lebraccia,non solo per sentirne la grandezza.

C’era nell’intimo qualcosa di più grande in quel gesto.

Una sorta di apertura,una curiosità giovanile,un senso discoprire il perché.

Lentamente la fontana reagì a quel gesto e a breviintervalli ,spruzzi di acqua caddero in terra.

Hengel avvertì ,pur nella sua incomprensione,che un dialogotra loro due sarebbe potuto avvenire,non si sarebbe ancora saputo come,masarebbe successo.

La ragazza iniziò a porgli delle domande e le rispostearrivarono dicendo si con uno spruzzo e dicendo no con due spruzzi.

Questa cosa andò avanti per un po’ quel giorno,ma proseguìanche nei giorni che seguirono.

Sempre più intensamente,sempre in maniera più dettagliata.

Alla domanda,più ovvia si giunse. Perché la fontana avevasmesso di mostrare l’acqua.

Per qualche minuto non ci fu risposta.

L’unico spruzzo che emise,che equivaleva ad un si. Fu quellodi una storia che era avvenuta anni addietro e che Hengel aveva appreso daglianziani del villaggio.

Come oggi,anche anni prima,c’era stata una guerra per leterre. E per via di queste , un assassinio fu compiuto davanti a quellafontana.

Un sconosciuto pugnalò a sangue un altro uomo,e come unicotestimone silenzioso, la fontana.

L’assassino non fu mai trovato e probabilmente neanchecercato, e da allora la fontana smise di sgorgare acqua.

Questa fontana,con una sensibilità umana,ebbe spezzato ilcuore di  vedere morire una giovane vitadavanti ad i suoi occhi,ma non potendo urlarlo,ebbe la unica reazione a leiconsona.

Hengel capì a fondo,pur non potendo dialogare con lei,e nerimase sconvolta.

Il segreto della fontana era stato finalmente svelato ad unagiovane ragazza.

Quel terribile segreto non poteva essere più nascosto.

Forse le guerre sarebbero potute terminare,oppure no.

Ma la scelta di rivelarsi fu fatta.

Hengel corse in lacrima a casa,ma confortata dallo zio,capiche rivelare l’dentità dell’assassinio era l’unica cosa da fare.

Qualche giorno innanzi,una figura di anziano all’interno diun carro con gendarmi,percorse le stradine del paese.

La gente ne riconobbe il viso,che apparteneva ad un riccoproprietario terriero.

Anche la guerra smise,dopo che furono chiarite le cause delsuo inizio.

Hengel ritornò alla fontana. L’ accarezzò un ultima voltacome per salutarla ed uno spruzzo deciso di acqua venne fuori.Copioso,determinato,liberatorio.

Da allora non smise più di farlo,dando sollievo ai viandantie ai bambini che perdevano carrozze per la scuola.

Ma anche disperdonsi nell’aria ,in momenti in cui i colpi divento erano più decisi o sentendone  lafragorosa cascata.

 
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Il Mago del mare

Post n°265 pubblicato il 08 Gennaio 2012 da patapump

Il mago del mare

 

Si narra,dasempre,che in un luogo lontano lontano,ma anche profondo profondo esistesse unmago.

Lochiamavano il mago del mare.

Di egli ,sidice avesse poteri che nessun mago neanche sulla terraferma avesse.

Nessuno loaveva mai visto da vicino ,ma dicono i più che avesse una lunga pinna che glipermetteva di nuotare in tutti i mari che la Terra aveva messo a disposizione.

Di certo eramolto conosciuto nelle profondità del mare e soprattutto tra tutti i suoabitanti  pesci.

Tutti ,grandie piccini erano a conoscenza delle sue imprese.

Alcunegrandiose, altre più quotidiane.

Si raccontadi come avesse aiutato la seppia un giorno che sbadatamente fece uscire tuttoil suo colore nerastro,andando poi a sbattere la testa contro uno scoglio. Cosache gli causò un gran mal di testa.

Di comeaiutò a liberare un gruppo di giovani polipi che stavano giocando ad abbracciarsi e dove i loro tentacoli fecero ungroviglio tale che l’impresa di scioglierli non fu semplice.

Oppure dicome fece dimagrire l’Orca Pasqualina,che lamentava di essere troppo grassa.

Le storienarrate sono tante,ma la figura di questo Mago da li a poco si sarebbeincrociata con quella del pesciolino Oscar .

Unpesciolino  che viveva nei mari freddidel Nord e che forse pochi conoscevano,ma da li a poco sarebbe stato conosciutoda tutti.

Oscar decimofiglio di una famiglia di Merlani,appena nato aveva già dato problemi al suopapà e alla sua mamma. Egli infatti era uno spirito libero e delle regoleproprio non ne voleva sapere. Spesso si allontanava dal gruppo perché la suasete di conoscenza era immensa e voleva sapere tutto di tutti. Di quello che locircondava,di chi viveva il mare in cui era nato e soprattutto era moltoattratto da chi viveva sulla terraferma.

Per lui erairresistibile affacciarsi e vedere le sagome umane che solcavano  le onde con i loro pescherecci in alto mare echi dai moli con lunghe lenze cercava del pescato quotidiano.

Le sueincursioni profonde creavano non poco scompiglio tra tutti i piccolini cheseguivano in maniera ordinata ed obbediente il gruppo familiare.

Ed infattispesso Oscar veniva sgridato dal padre che a sua volta era stato riempito dirimproveri dai vari capofamiglia.

Quella voltaOscar fu davvero punito in maniera esemplare e messo a raccogliere plancton,inmodo che non combinasse guai.

Ma ancheli,svogliato da quel lavoro noiosissimo,il piccolo pesciolino si appoggio conla pinna ad uno scoglio e si addormentò senza accorgersene.

Le ondeiniziarono a cullarlo e i primi sogni comparsero nella sua mente.

Immaginicosi belle da sentirle reali.

Le correntiiniziarono a spostarlo dal suo giaciglio,trascinandolo nel mare aperto.

Solo unpassaggio di un branco enorme di merluzzi,lo svegliò dal suo profondo sonno.

E girandosiintorno vide che l’unica luce che c’era ,non era distante da lui.

Cosi,senzaperdersi d’animo si diresse verso l’unica cosa che potesse rispondere alle suedomande.

Con forticolpi di pinna e resistendo al freddo della sera,si avvicinò sempre di più aquella luce.

Fermatosi,sgranògli occhi,si passò le pinne su di essi, non consapevole  di chi avesse davanti.

Timidamentechiese chi fosse,ma nessuna voce ebbe ritorno.

-Ciao sonoOscar. Facevo un giretto e vedendo la luce mi sono avvicinato per curiosità,tuchi sei? Ti và se ci conosciamo?-

-Ah cosifacevi un giretto! Gli rispose la luce. A quest’ora di notte. Non ti sembra unpochino troppo tardi?-

- Forse hairagione,disse Oscar infreddolito. Ti dirò la verità! Mi sono perso. Dormivo unsonno cosi profondo che  mi sonoallontanato dalla mia tana-

-I tuoigenitori saranno preoccupati allora!-

- Vediluce,ti chiamo cosi perché ancora non conosco il tuo nome,i miei genitori mihanno avuto molto giovani ed io sono sempre stato molto disobbediente,quindimagari sono contenti se starò via per un po’-

-Tupesciolino continui a dire stupidaggini,ma capisco anche che la tua sete diconoscenza e’ grande. Allora faremo cosi,adesso riposa e domani mattina tiindicherò la corrente giusta-

- Oh grazieluce!-

- Il mionome è Mago del mare-

Di primoacchito Oscar non realizzò,ma quando andò per riposare trasalì.

-Il Mago delmare ? quel Mago del mare?-

-Si risposelui,proprio quello-

Sopraffattodalla stanchezza e dal freddo Oscar dormi come non gli era mai capitato.

La mattinaseguente percorsero il mare insieme.

Da li a pocol’avventura ebbe iniziò.

Un gruppo didelfini si era spiaggiato, avendo perso l’orientamento. Il mago del mare nonperse tempo e scuotendo la pinna fortemente,fece arrivare l’acqua verso idelfini che ritrovarono appoggio per sfuggire ad una morte sicura.

Il lororingraziamento fu una dimostrazione di gioia incontenuta,con salti e piroetteche finivano con fragori nelle onde.

Iniziammo ascendere verso il mare profondo. Il mago non intendeva farsi notare.

Ma proprioin quegli abissi trovammo un nugolo di pesci lanterna che alla luce del propriocorpo si dividevano cibo con voracità. Non avevo mai visto il mare a quelleprofondità e la cosa mi spaventò,ma ero anche più sereno essendoci lui.

Le cose chevedemmo in quel mare furono davvero tante e lui, il mago del mare ,riuscivasempre a trovare soluzioni per la sua gente. Il popolo del mare lo amava e luiamava loro.

Giungemmoalla corrente giusta e li ci salutammo. Non ci furono molte parole da partesua,solo una gran pinnata sul mio dorso a mò di sgridata.

Imboccai lastrada e iniziai a riconoscere i miei luoghi natii.

Tutto eracosi familiare e protettivo,che dopo aver visto che la vita nel mare aperto eradavvero difficile,mi ripromisi di essere più buono.

Mio padrenon mi sgridò. Capì che avevo sbagliato,ma il giorno dopo mi rimise araccogliere plancton.

Ed io mioriaddormentai.

 
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Poesia di Natale

Post n°264 pubblicato il 24 Dicembre 2011 da patapump

 Poesia di Natale

 

Anche quest’anno il  giornoe’ arrivato

Forse più dimesso ma non altrettanto sentito

Giorni  doveaccantonare  notizie gravose e renderesereni cuori tormentati

Dove lo spread si voglia immaginare sia un dolce farcito

Dove l’ Eurobond si voglia immaginare  sia un immenso parco di divertimenti

Che la Francia e la Germania pensino che non si possa esserei classici italiani faciloni

Che i Bot,Btp possano essere solo rumori pirotecnici

Dove i cassaintegrati possano ritrovare un lavoro

Che i giovani possano non dover scappare dal nostro paese

Dove il posto di lavoro sia per tutti non un ritrovogeriatrico,a causa degli allungamenti

Di non dover girare angoli della strada e vedere pensionatiche rovistano nei cassonetti dell’immondizia

La lettera a Babbo Natale non l’ho scritta ma se cio’accadesse gli direi di correre piu’ veloce che puo’

Di portare tanto carbone a chi a causato tutto cio’

E di poter regalare un sorriso a chi e’ nella speranza diriceverlo

 
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Volare

Post n°263 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da patapump

Volare

 

Allargare  le braccia come ali di rondine

Chiudere  gli occhi e liberare la mente

Staccare lentamentei talloni dal suolo temendo si possa cadere

Sentire sospingere il vento alle spalle

Da mezz’ora mi ripasso cosa fare

Vedo solo davanti a me quella grande valle verde con alberi e fattorie

Mi lascioandare

In unistante abbandono terra e le cose ai miei occhi diventano piccole piccole

Le persone diventano formichine affannate che si dirigono ovunque e le case solo tetti e tegole marroni

Nessuno  davanti a me

Mi sento  sereno

Non temo divolare ed incontrare cose nuove

Questa cosal’ho gia’ provata ma in forme diverse

Le sensazioni erano timorose,alcune incerte ed altre  dubbiose

Qui nelcielo sono solo e i venti mi sospingono

Il respirare in maniera controllata mi da’ maggior sicurezza

Mi azzardo a virare e volo giu’ spedito per poi riprendere la rotta

Desidero abbracciare il vento,il sole e la natura stessa

Non riesco

Ma questo lirende unici

Belli,affascinanti,imprendibilie misteriosi

Misteriosi come  l’amore,che da’ e toglie

Belli, come lo sono i suoi colori

Affascinanti,perche’ sono unici nell’esserci ,nel  raccontarsi senza  dire una parola

Ed imprendibili, come le cose piu’ desiderate nella vita,ma che a  volte non si prendono mai

Le sfiori,leidealizzi,ma corrono piu’ veloci di te

E’ la loronatura,alcun cruccio al riguardo

Volare

Volare conil corpo come tuffatori da scogliere

Volare conla mente mentre si scrive buffe storie inventate

Volare con l’animache fa battere il cuore e generare  unsorriso

Volare nellaproprio vita,abbandonandosi

Volare evivere

 
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Piedi

Post n°262 pubblicato il 08 Ottobre 2011 da patapump

Piedi

 

Oggi osservo  in basso

Non guardo dritto oal cielo, gli occhi ben fissati a terra

Un  mondo variegato dipiedi

Piedi che camminano sulla 5 Avenue,che saltano di corsa sumetro’,che inciampano su marciapiedi sconnessi,che ritmano a tempo di Hip Hop

Piedi veloci,lenti,affaticati,sinuosi,con piante stretteoppure larghe

In fila davanti a mense,a sportelli di ufficio,o che pigiano su acceleratori

Alcuni sono lunghi,altri cortissimi,alcuni scalzi,altri concalzini o collant di varie fogge

Calzano scarpe di generi diverso: lucide,consumate,alte comestivali o basse come mocassini

Chi li porta con eleganza,chi farebbe  meglio a non indossarle

Vanno ovunque

In ogni  direzione

Salgono scale,scendono in metropolitane,prendonoascensori,salgono in macchina,corrono su campi di erba,saltano pozzanghere

Il loro movimento affascina per certi versi

Movimento leggiadro  di un ballerino classico,o rude di un cowboyche danza a ritmi country

Piedi che fanno esplorare,piedi che  fanno soffrire,che danno spinta in acqua

Rivolgo lo sguardo ai miei piedi

Li ringrazio con un sorriso e riprendo a guardar dritto

Chissà dove andrò,ma non importa

 
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massime di Confucio

Post n°261 pubblicato il 29 Settembre 2011 da patapump

1) La vera felicità sta nelle piccole cose: una piccola villa, un piccolo yacht, un piccola fortuna.
2) Se cerchi una mano disposta ad aiutarti, la trovi alla fine del tuo braccio.
3) C'é un mondo migliore... però minchia... é carissimo!
4) L'importante non é vincere. L'importante é competere, senza perdere né pareggiare.
5) Avere la coscienza pulita é segno di cattiva memoria.
6) Colui che é capace di sorridere quando tutto va male, é perché già ha pensato a chi dare la colpa.
7) Chi ride ultimo, pensa più lentamente.
8) Alcune persone sono vive solo perché l'assassinio é illegale.
9) Se non puoi convincerli, confondili.
10) Il denaro non fa la felicità... figurati la miseria!
11) L'amore eterno dura tre mesi.
12) Chi nasce povero e brutto ha buone possibilità che, crescendo, si sviluppino entrambe le condizioni.
13) Pesce che lotta contro la corrente muore fulminato.
14) Quando il sole si alza iniziano i problemi.
15) Chi se la tira troppo, rischia di strapparsela tutta.
16) Uomo molto saggio é colui che non gioca mai a saltacavallo con unicorno.
17) Non é la misura del trattore che conta, ma quanto tempo trascorri ad arare il campo.
18) Uomo che va a dormire con problemi sessuali si risveglia con la soluzione in mano.
19) Uomo che va a dormire con prurito al culo si sveglia con dito puzzolente.
20) La fine del giorno é vicina quando uomini bassi fanno  lunghe ombre.
21) Se la montagna viene verso di te... cooorrriiiii !!!   E' una franaaaa !!!

 
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Il tempo

Post n°260 pubblicato il 20 Luglio 2011 da patapump

Il tempo

 

 

Mi capita ancora

Come quando ero bambino

Avvertivo nell’aria lo scorrere del tempo

Da piccolo non percepivo bene l’essenza della cosa

Ora la vedo e la sento in altra maniera

Più adulta, consapevole, percepibile

 

 

Il fiume scorre, maha variato il suo corso, gli argini sono stati erosi

Il vecchio orologio del campanile è stato sostituito con unopiù moderno

IL calzolaio all’angolo della strada non c’è più e vi ha trovato posto un moderno negozio

Quell’angolo dove un anziano signore coltivava rose adessoospita un parcheggio

 

 

Quando mi fermo per strada all’improvviso inizio a sentirequello scorrere

Entra quasi nelle vene in maniera dirompente che stenti acapire

Un attimo dopo ti da sollievo essendo lieve il suo fluire

M giro e vedo quelbambino che corre con la sua biciclettina

Mi saluta e mi lascia proseguire , ed io riprendo il cammino

 

 

Mia madre ha più rughe e fatica a camminare

Il bacio di rincuoro di giorni fa mi ha fatto piacere

La giovinezza e la vecchiaia,due stati paralleli seppurelontani

La mia macchina sbotta e arranca, ma mi piace il suo coloree non la cambio

I tuffi dal molo acapofitto sono stati sostituiti da più morigerati balzi

La mia donna e’ ogni giorno più bella

 

 

Il tempo non è tiranno

E ’solo uno stato che deve farsi apprezzare per quello che è

Se lo si asseconda, lo si comprende, lui mostrerà ’ i suoilati buoni

E uomo o donna cheesso sia, accompagni quello scorrere con le sue mani

Spingendolo in avanti, supportandolo e ammirandone lapotenza

 

 

 

 
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Profondità

Post n°258 pubblicato il 16 Giugno 2011 da patapump

Profondità

 

Dall’alto della roccia mi lanciosenza pensare

Apro le braccia come ali di uccello

Avverto già l’acqua che sta’ peravvolgermi

Mi darà conforto

Avrò la serenità che mi spetta

Ecco

Sono immerso in essa

Vado verso la profondità e girandomivedo allontanare la luce del sole

Scendo ed il panorama cambia ad ognimetro

Sento il freddo pungente ma ilvortice dei pesci mi rassicura

Sembrano impazziti ma san benissimocosa fanno

E’ la loro natura

Il fondo si vede a malapena ma non spaventa

La sabbia si solleva quando lasfioro con la mano

Coppie di delfini mi girano intornoincuriositi

Ogni tanto corrono verso il luce espiccano enormi salti

E’ come avere degli amici quaggiù

E’ un mondo questo dove non si puòmentire

Vago alla ricerca ma esattamente dicosa non so

Ma la profondità di queste acque ècome la mia anima

Cosi liquida,che non si puòtrattenere

Cosi variegata di chiari e scuri cheti scuotono

Cosa desideroso di sapere se c’e’altro sul tuo percorso

Profondità di corpi,di cuori chebattono all’unisono

Gli occhi a volte devono mettere afuoco le cose

Ma una volta avvicinatomi non nerimango deluso

Le braccia continuano a far forzacontro l’acqua

Avanzano

Con desiderio,curiosità e nessunapaura

Ricerco me stesso ma anche lei

Profondità di sentimenti,sguardi ecarezze

Risalgo e ho il cuore a mille

Un volto rassicurato

E la certezza che tornerò ad esplorareciò che c’e’ di bello

 
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In ascolto

Post n°256 pubblicato il 02 Giugno 2011 da patapump

In ascolto


Piumini di pioppi sospinti dal vento
Acqua che scorre nella seriola
Briciole di pane beccate da uccellini
Il tepore del primo sole primaverile
Foglie che rumoreggiano
Passi lenti di una donna
Un musicista che prova e riprova il suo assolo di basso
Il caffè ed il suo profumo
I gelsomini che inebriano e invitano a girarsi
Ragazzi in bicicletta
Aquiloni colorati nel cielo
La fragranza di una torta appena sfornata
Il giardino che inizia a fiorire
Il gatto che miagola incessantemente
Figli che ti abbracciano cosi,solo perche gli va
Aerei di linea che oscurano il cielo
Colombi che tubano
Nuvola di vapore di una stiratrice
Rimango in ascolto. . . .

 
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Appunti di un pomeriggio..

Post n°254 pubblicato il 25 Maggio 2011 da patapump

Appunti…

Appunti in un pomeriggio afoso,dove il sole ogni tanto si adombra per via dei rami mossi dal vento.Piccoli gesti quotidiani, per permettere che il tempo non sia cosi gravoso.Sguardi rivolti in giro per cercare una piccolo particolare che possa rasserenarti.Alcune parole scritte che cercano di dare un segno del mio passaggio odierno.Appunti presi su un foglio, ripiegato tante volte e conservato in tasca,ma pronto a venirne velocemente fuori.Una melodia di pianoforte e archi che infonde pace.Oggi gli occhi non si socchiudono,ma sono pronti a ricevere un sorriso e un abbraccio che parte da lontano.Ho amato in questi giorni,lo vorrei fare sempre cosi.E’ un po’ come tornare nel liquido amniotico.So bene che la vita vera e’ fuori,ma al diavolo questo e’ il bello anche della mia eta’.Guardare le cose in maniera differente,amare con intensita’,vivere con meno ansie e fragilita’,cercare il meglio,cercare il bello.Appunti raccolti con una matita con la punta non perfetta,proprio come dovrebbero essere le cose,non apparenti ma essenziali.Adesso farò un giro ancora su me stesso.Sono sicurò che vedrò ancora bellissime cose intorno a me.

 
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Post n°253 pubblicato il 17 Aprile 2011 da patapump

 
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Armonia (e 13 ragioni)

Post n°252 pubblicato il 17 Aprile 2011 da patapump

Armonia (e 13 ragioni)

 

Dita veloci che scorrono sui tasti di un pianoforte

Petali di rosa che si aprono ai primi raggi di sole

Ruscelli d’acqua  che precipitano a valle con rumorosa bellezza

Foglie che danzano nell’aria all’arrivo del vento del nord

La corsa di quel bambino sulla spiaggia, che vuole  abbracciarti

Cavalli in corsa che comunicano  libertà

Il sole che cede alla Luna il passo

Gli occhi della donna che amo

Io che imito un pinguino ,divertendo bambini di una corsia

Canti diurni di uccellini e cicalii al tramonto

Guardare il cielo e farlo tuo

Ruotare su se stessi respirando forte il profumo della vita

Amare il bello

 
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Liberamente tratto da " Una Donna" di G. Gaber

Post n°250 pubblicato il 08 Marzo 2011 da patapump

Una donna fasciata in un abito elegante
una donna che custodisce il bello
una donna felice di essere serpente
una donna infelice di essere questo e quello.

Una donna che a dispetto degli uomini
diffida di quelle cose bianche
che sono le stelle e le lune
una donna cui non piace la fedeltà del cane.

Una donna nuova, appena nata
antica e dignitosa come una regina
una donna sicura e temuta
una donna volgare come una padrona.

Una donna così sospirata
una donna che nasconde tutto
nel suo incomprensibile interno
e che invece è uno spirito chiaro come il giorno.

Una donna, una donna, una donna.

Una donna talmente normale
che rischia di sembrare originale
uno strano animale, debole e forte
in armonia con tutto anche con la morte.

Una donna così generosa
una donna che sa accendere il fuoco
che sa fare l’amore
e che vuole un uomo concreto come un sognatore.

Una donna, una donna, una donna.

Una donna che resiste tenace
una donna diversa e sempre uguale
una donna eterna che crede nella specie
una donna che si ostina ad essere immortale.

Una donna che non conosce
quella stupida emozione
più o meno vanitosa
una donna che nei salotti non fa la spiritosa.

E se questo bisogno maledetto
lasciasse in pace i suoi desideri
e se non le facessero più effetto
i finti amori dei corteggiatori
allora ci sarebbero gli uomini
e un mondo di donne talmente belle
da non avere bisogno
di affezionarsi alla menzogna del nostro sogno.

Una donna, una donna, una donna.
Una donna, una donna, una donna.




 
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