Universo persona

Pedagogia clinica & dintorni

 

   

AMBITI DI INTERVENTO

L’intervento di aiuto per soggetti in età pre-scolastica e scolastica trova orientamento a seguito di un percorso diagnostico ed è rivolto alle abilità: espressivo/elocutorie, organizzativo/motorie, 
comunicativo/relazionali
e apprenditive.
In accodo con la famiglia è previsto un coordinamento tra il pedagogista clinico e la scuola al fine di favorire un’utile integrazione tra l’intervento di aiuto dello specialista e l’iter educativo scolastico.

L’intervento di aiuto a favore di singoli adulti viene garantito da una diagnosi e dalla scelta di tecniche appropriate e armonizzate in modo flessibile, capaci di sostetare la scoperta, la conoscenza e l’accettazione di sé, placare le tensioni, mantenere vivo l’equilibrio delle emozioni, assumere una ritrovata fiducia, muoversi positivamente verso gli obiettivi desiderati. Interventi che predispongono ad andare oltre il disagio fino a modificare positivamente le abitudini, le regole di vita e il comportamento.

 

Le coppie e i gruppi trovano nelle diverse tecniche e modalità di utilizzo, occasioni importanti per uscire dal disordine e dal caos, conoscere e affrontare i rischi e le delusioni esistenziali. Ogni singolo ha l’opportunità di attingere alla propria fonte viva di significati e di risorse per acquisire un adeguato stile relazionale e comunicativo.

Altri interventi di aiuto condotti dal pedagogista clinico sono rivolti:

× all’orientamento scolastico

× alla formulazione di itinerari educativi di aggiornamento e formazione per il personale delle scuole e per gli educatori presenti in enti pubblici e privati

× al sostegno alla genitorialità.

 gruppo

 

PRESENTAZIONE DELLA PROFESSIONE.

 

METODI

Educromo, per il recupero della capacità di lettura; Writing Codex, per la codifica scrittoria; Eucalculia, per il potenziamento delle abilità logico- matematiche; Edumovment, per lo sviluppo delle potenzialità organizzativo-motorie; InterArt, per lo sviluppo della creatività; Body Work, Trust System, DiscoverProject, TouchBall per favorire la conoscenza e la coscienza topografico-corporea; Musicopedagogia, per il potenziamento delle capacità comunicative e interazionali; Memory Power Improvement (MPI), per lo sviluppo dell’attentività e della mnesi;

Prismograph, per educare al segno grafico;

 

 

Bon Geste, per favorire abilità grafo-gestuali; Training Induttivo (TI), metodo di rilassamento per fronteggiare gli stati di disagio psi-fisico; Metodo Ritmo-Fonico, Coreografia Fonetica, Vibro Vocale, per lo sviluppo delle espressività e della comunicazione orale; Metodo Self, per il risveglio delle abilità nell’autonomia  e coscienza di sé; Metodo Feeding, per migliorare la funzione masticatoria; Reflecting, per favorire lo sviluppo del sé; Semiotica Senso-percettiva, per facilitare l’interazione; PsicoFiabe, per stimolare l’immaginazione; Cyberclinica,  PictureFantasmagory, ClinicalMentalPicture per favorire rinforzi ergici e nuove disponibilità al rapporto. 

 

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AREA PERSONALE

 

EFFETTI PERSONALI

 

 

 

Il sogno di te

Post n°85 pubblicato il 20 Agosto 2013 da pedagogista72
 
Tag: POESIE

Tra soffici sospiri di nuvole,
giovane vive il mio sogno di te.

Inebriato di sole e spinto dal vento
insegue l’eco del tuo richiamo.

Su, su, per accendere le stelle,
fino alle più alte vette,
dove l’acqua nasce cristallo,

si tuffa tra fresche scintille.

In verdi prati insegue farfalle,
cerca ombre e si riposa,
mentre l’allegro cinguettio di uccelli

trascina in una danza inattesa.

Meraviglia nel tempo sperata,
l
o vedrai arrivare, accoglilo.
Dove il cielo terso bacia il mare,

mettigli le ali e fallo volare.

 

 
 
 

Cercare...

Post n°84 pubblicato il 23 Marzo 2013 da pedagogista72
 
Tag: AGORÀ
Foto di pedagogista72

I Tedeschi usano il sostantivo "...der Suchende (colui che cerca), per designare quegli uomini che non s'accontentano della superficie delle cose, ma d'ogni aspetto della vita vogliono ragionando andare in fondo, e rendersi conto di se stessi, del mondo, dei rapporti che tra loro e il mondo intercorrono. Quel cercare che è già di per sè un trovare, come disse uno dei più illustri fra questi "cercatori", e precisamente Sant'Agostino..." (Massimo Mila)

 

Cercatori di perle?

 
 
 

OLTRE IL MARE

Post n°83 pubblicato il 16 Marzo 2013 da pedagogista72
 

Oltre il mare
(Miriam Comito)

Un vento insistente sbatteva le imposte e una luce frammentata illuminava il chiaroscuro dei pensieri. Sedeva il Capitano su una poltrona logora, con il volto sereno, mentre il giorno volgeva al tramonto, e taceva. Non avrebbe cenato e i suoi occhi vigili avrebbero visto l'immutabile cambiamento di ciò che si ripete e mai si arresta.
Arrivò la notte, la calma notte e, com'era solito fare, uscì fuori e decise di attendere l'alba, ascoltando i flutti e accarezzando con lo sguardo la superficie vellutata delle acque scure. "Perché l'assenza notturna", diceva, " amplifica la voce del mare e il mare ha tante cose da dire". Quella notte si fece accompagnare da fantasmi di vecchi pirati ed esaltanti avventure, da miraggi di isole lontane e dall'immagine di lei, che all'oceano sembrava aver rubato l'essenza.
Quando la brezza mattutina incontrò il suo volto, sorrise e sputò verso l'orizzonte per buon auspicio, convinto com'era di lasciare qualcosa di sé a quel mare che amava e bestemmiava, di unirsi alle sue profondità, di sondare i suoi misteri.
Si diresse poi al timone e accompagnò le urla dei gabbiani, mentre le vele si issavano dinanzi alla sua figura austera di uomo alto e forte. Il viaggio di ritorno era appena iniziato insieme ai compagni di sempre. Avrebbe saputo descrivere di essi ogni pregio e difetto: erano la sua famiglia e quella nave il suo mondo. Poche ore di navigazione prima di raggiungere il porto e lei sarebbe stata lì.
Quando la vide la prima volta, camminava elegante sulla prua, fermava il suo cappello con una mano e con l'altra scrutava oltre il mare. Vestiva un abito bianco, soffice e leggero, come spuma di mare sulle sue onde. Non aveva mai lasciato il posto di comando il Capitano, ma quel giorno lo fece con decisione. Da sempre ammirava la bellezza svelata dal chiarore dell'alba, che in quell'istante disegnava il profilo di lei.
Sorpresa a fischiettare, si era voltata verso il Capitano e aveva nascosto con le dita affusolate un sorriso malizioso, quando una folata di vento le fece volare il cappello, che volteggiando nell'aria si posò lieve sull'acqua distante. Nessuno dei due ne seguì il volo ed io li vidi con gli occhi intenti ad attraversare l'uno lo sguardo dell'altra, mentre si trovarono immersi nell'aura dorata di un intenso silenzio.
Seguirono giorni un cui si incontrarono spesso e fecero lunghe passeggiate sul ponte. Fu sicuramente in una di quelle occasioni che lei decise di affidarmi a questa nave. Poi, arrivata a destinazione, prese solo i suoi bagagli e ci salutò. Ero poco più di un ragazzo.
Trascorse un lungo anno prima di tornare a casa, in cui imparai tante cose del mio autorevole compagno, del mare, forse della vita.
Ricordo che quel giorno, appena la nave approdò, il Capitano si fece largo tra la gente e arrivò dinanzi a lei: lo aspettava immobile sulla banchina, come ultimo approdo di un inquieto navigare. Si chinò per dire qualcosa e, al suo sorriso, le cinse i fianchi, l'avvicinò a sé ed io lo vidi baciare, forse per la prima volta, mia madre.
Oggi sono io ad occuparmi della nave. A volte osservo la vecchia poltrona messa in un angolo della cabina e intanto affido a carta ingiallita dal tempo le storie che con voce grave mi vennero raccontate. Mi chiedo se è proprio vero che il mare di notte racconta i suoi segreti e se, alcuni anni orsono, con ammalianti voci di sirene, abbia cantato un canto d'amore per il mio Capitano.

 

 
 
 

Ti scatto un HAIKU 2

Post n°82 pubblicato il 04 Gennaio 2013 da pedagogista72
 
Tag: POESIE

 
 
 

Ti scatto un HAIKU 1

Post n°81 pubblicato il 04 Gennaio 2013 da pedagogista72
 
Tag: POESIE

 
 
 

Se solo sapessi!!!

Post n°80 pubblicato il 22 Dicembre 2012 da pedagogista72
 

Se solo sapessi,
salirei sulle stelle e splenderei.
Sosterei su spiagge soleggiate
e di sapori speciali mi sazierei.

Suonerei serenate ai silenzi,
di sciocchi superbi sorriderei
e spegnerei sofferenza e solitudine.

Se solo sapessi!!!

(Miriam Comito)

 
 
 

Tanti auguri a tutti!

Post n°79 pubblicato il 21 Dicembre 2012 da pedagogista72
 

Nella Santa Notte nasce il 

A  tutti illumina il giusto cammino.

Tintinnio di    e magia di colori

Allietano il cielo e rallegrano i  .

Lontano lontano, tra nuvole d'oro,

Echeggiano canti di   in coro.

(Miriam Comito)

 
 
 

Alla maestra Rosetta

Post n°78 pubblicato il 16 Dicembre 2012 da pedagogista72
 
Tag: DEDICA

Mentre la penna scorre veloce e, come una pattinatrice su una lastra di ghiaccio bianco, sembra volteggiare sul foglio, il mio animo, con i suoi moti interiori, prende forma attraverso le parole, in un ondulato e difficile equilibrio tra mente e cuore. E' così che stasera il pensiero va a te, maestra Rosetta, che mi hai insegnato a scrivere, in un ricordo carico di luce e colori pastello, come gli anni dell'infanzia.
Ti ritrovo tra le cose vere della vita, con quella preziosa semplicità che dona serenità all'esistenza.
Forse perché avevi una risposta ad ogni nostra incertezza, qualsiasi cosa tu dicessi era per noi indiscutibile: "Se l'ha detto la maestra...!!!".
L'egocentrismo tipico dei bambini, poi, che era la lente dei nostri occhi, ti faceva parte insostituibile del mondo, così tanto nostra, da sembrare una stranezza una tua vita, dopo il suono della campanella.
A scuola, tutto aveva un'anima: le vocali erano cinque sorelle, la E indossava il cappello se era un verbo, l' H era la "mutina" e taceva se stava da sola, i numeri ci aiutavano a contare i nostri oggetti, le lettere si davano la mano per formare le parole, i pensierini prendevano posto in ordine su un rigo... e il quaderno aveva le "orecchie"!
Cara maestra, paziente e affettuosa, oggi che ad insegnare ci sono anch'io, trovo in questi ricordi il valore del mio compito e la gioia nel ricoprirlo. E' sempre emozionante, sai maestra, quando inizia l'avventura, vedere: i libri di lettura che si aprono come le ali di gabbiani in volo, le matite, sempre un po' stemperate, che chiedono aiuto alle parole, per far "pattinare" la fantasia sul foglio bianco e i tanti quaderni che, come allora, non possono fare a meno di sollevare le "orecchie".

 
 
 

"Anno ponte"

Post n°77 pubblicato il 25 Novembre 2012 da pedagogista72
 

L'adattamento ai cambiamenti è un processo che richiede disponibilità, investimento di energie e un notevole impegno di carattere emotivo, volto al superamento dei timori suscitati da ciò che non si conosce e non si è in grado di affrontare, in caso di disabilità, anche per mancanza di autonomia. La Legge 104/92, pertanto, se in ottemperanza al dettato costituzionale (artt. 3 e 33), ravvisa che l'esercizio del diritto all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento, né da altre difficoltà derivanti dalla disabilità (art. 12, c. 4), pur riconosce qualche caso in cui il rallentamento dell'avvio della scolarizzazione primaria può permettere al disabile l'acquisizione di abilità tali da renderlo maggiormente autonomo nell'apprendimento. A fronte di questo, il legislatore, che impone la regolare iscrizione alla scuola dell'obbligo, non esclude la possibilità di attivare il cosiddetto "anno ponte", in cui i disabili iniziano la frequenza nella scuola dell'infanzia, per poi transitare alla scuola primaria, quando saranno pronti: con gradualità e dopo una valutazione attenta dei processi di sviluppo.
Le istituzioni scolastiche son richiamante altresì a porre attenzione alla regolarità e fluidità del percorso scolastico, che deve consentire, anche agli alunni disabili, di poter usufruire di tutte le opportunità che il sistema scolastico e formativo offre.
Nei casi a cui si riferisce la legge, in vista del passaggio alla classe prima della scuola primaria, si rende necessario definire un PEI altamente personalizzato, la cui attuazione trova ragion d'essere in una prospettiva solida di continuità verticale e nella costituzione di una comunità educante dalla forte valenza sociale.
La Scuola dell'Infanzia, considerata la peculiarità della disabilità di alcuni disabili, è senz'altro l'ambiente d'apprendimento più consono per rispettare i livelli di maturità raggiunti e per sollecitare ulteriori processi di crescita: in essa gli spazi di movimento sono più ampi, i tempi meno rigidi e le attività proposte sempre ludiche e quindi tali da garantire un clima sereno e altamente partecipativo.
La stesura dei progetti di "anno ponte" deve essere animata dalla volontà di pervenire ad un'offerta educativa realmente rispondente alle necessità dei singoli casi e a degli interventi mirati al fine di valorizzare contesti, attività e modalità consone a stimolare produttivi processi d'apprendimento, nella ricerca dell'organizzazione e dell'uso ottimale di risorse, tempi e spazi disponibili.
Mi sembra utile ricordare far propri i principi delle "Linee guida per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità", di cui si vogliono richiamare i seguenti passi:

• "Si è integrati/inclusi in un contesto quando si effettuano esperienze e si attivano apprendimenti insieme agli altri, quando si condividono obiettivi e strategie e non quando si vive, si lavora, si siede gli uni accanto agli altri. E tale integrazione, nella misura in cui sia sostanziale e non formale, non può essere lasciata al caso...";
• "Un sistema inclusivo considera l'alunno protagonista dell'apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità, i suoi limiti. Va favorita, pertanto, la costruzione attiva della conoscenza, attivando le personali strategie di approccio al "sapere", rispettando i ritmi e gli stili di apprendimento e "assecondando" i meccanismi di autoregolazione.".

Il coinvolgimento di tutte le figure responsabili della formazione del bambino con disabilità grave diventa essenziale per una reale collaborazione, che abbia il fine alto di implementare l'ecosistema in cui co-costruire conoscenze e sviluppare abilità insieme a lui.

 
 
 

Studio Universo Persona

Post n°76 pubblicato il 01 Novembre 2012 da pedagogista72
 
Foto di pedagogista72

E' trascorso esattamente un anno da quando, forse a causa della solitudine e del silenzio di una sala d'attesa, ho potuto riascoltare i miei sogni, le aspirazioni di una vita.
Vecchi sogni!!! Lontani e sopiti, sviliti dal peso di vicissitudini, ma non così stanchi e affaticati da non far sentire la loro voce, da non spingere con energia e determinazione verso scelte coraggiose e audaci.
Un anno per vedere sotto i miei occhi il raggiungimento di un traguardo e con esso la voglia di mettersi in gioco: il mio studio privato!
A partire da questo mese potrò offrire sul mio territorio i seguenti servizi: diagnosi pedagogico-cliniche, interventi d'aiuto a persone di ogni età e gruppi con i metodi della pedagogia clinica, supporto allo studio in casi di difficoltà o disturbo specifico dell'apprendimento, laboratori creativi, espressivi e d'interazione... tutto quello che con competenza e un pizzico d'inventiva saprò elaborare, anche in collaborazione con altri esperti.
Condivido questa mia gioia, lasciandone una traccia in questa data, che segna l'anniversario di un proposito divenuto realtà, e su questo blog, che ormai da tempo è parte integrante del mio "mondo".
Proseguo un lungo cammino di crescita personale e professionale, che vuole considerare questo traguardo attuale come un punto di partenza e non d'arrivo e concludo questo post con una citazione che mi accompagna da qualche tempo:


"La speranza è ben diversa dall'illusione,
fonda se stessa sull'intenzione di procedere,
un procedere che non è soltanto spingere i passi,
ma saper aspirare, avere il senso della direzione.".
(Danilo Dolci)

 
 
 

Inatteso stupore

Post n°75 pubblicato il 08 Settembre 2012 da pedagogista72
 
Tag: POESIE


  Inatteso stupore
  nella quiete della sera...
In un diadema di luci
giocose e sfavillanti
sonnecchia il mare.
   L'aria si ferma
   insieme a me,
   in alto sospesa...
e la luna arrossisce
in un abbraccio di stelle.

 (Golfo di Squillace, 02/09/2012)

 
 
 

La coperta

Post n°74 pubblicato il 06 Settembre 2012 da pedagogista72
 
Foto di pedagogista72

Quando l'ho trovata era come rannicchiata, un po’ lacera, dimenticata sul fondo di un armadio. La prima cosa che mi ha colpita è stata quell’effetto di scacchiera: tanti piccoli quadratini neri e grigi, contrassegnati con un filo di lana rosso. L’ho aperta e ho sentito quel tanfo delle cose antiche, che rimanda la mente a vicende lontane, a mestieri smarriti nel vorticoso andare del tempo e delle novità. I teli uniti con un’impuntura ad ago rivelavano l’uso del telaio e quella pesantezza e ruvidità della lana, una filatura fatta a mano.
Ho portato quella coperta malandata con me, l’ho lavata, poi ho tolto il bordo ormai logoro per sostituirlo.
Oh che immensa gioia nello scoprire che è stata interamente realizzata con lana di agnello, a partire dalla tosatura degli animali, dalla mia bis-bis-nonna, la nonna di mia nonna!
Aspetto con trepidazione il freddo inverno per usarla! Non ha un gran valore economico, ma un alto valore affettivo: ha richiesto un lungo e faticoso lavoro e, ormai pronta, ha custodito i sogni, le preoccupazioni, i timori, le speranze… l’amore e le tante cose che il silenzio della notte sa suscitare, di almeno quattro generazioni prima del mio arrivo. Avrò cura di questa coperta e quando potrò sentire il suo peso e calore su di me, il pensiero di  certo andrà alle forti, laboriose, instancabili, piccole GRANDI donne di una Calabria di tanto, tanto tempo fa.

 
 
 

...e se te le suonassi?!

Post n°73 pubblicato il 28 Agosto 2012 da pedagogista72
 

 

In data 25 agosto '12 ho avuto occasione di contribuire con un intervento al Campo-Scuola Adulti A.C. "Un passo oltre... alla Ricerca della Felicità", tenutosi a Torre di Ruggiero (CZ).
L'attività da me proposta, integrata nel laboratorio sulla famiglia, si è inserita come un'opportunità di sperimentare l'interazione e la comunicazione, attraverso il linguaggio della musica. L'esperienza di musicopedagogia attivata ha favorito un modo diverso di ascoltare la presenza dell'altro, di creare immagini e idee, di relazionarsi in una condizione di reciprocità.
E' stata un'occasione per scoprire qualcosa di più di sé, di chi è accanto e della relazione.

L'identità peculiare del gruppo a cui mi sono rivolta e il tema a me assegnato, infine, mi hanno suggerito il dono di una citazione, che di seguito riporto, e l'augurio ai partecipanti di trovare sempre le giuste intese familiari, per accompagnare la propria storia di armoniche sinfonie di sentimenti, in cui la felicità di ciascuno è connessa a quella dell'altro.

   

"Come un trio per archi o un quartetto, un ensemble musicale, in cui il violino, la viola da gamba e il violoncello hanno ciascuno capacità espressive tonalità e melodiche proprie, ma la sonata emerge dall'insieme di tutti gli strumenti. Mi sembra questa una buona metafora della famiglia, un insieme in cui le capacità del singolo, e quindi la sua personalità irripetibile, sono fondamentali, ma devono contribuire alla riuscita di un risultato comune. Penso al contrappunto, a quando due strumenti entrano in una vera comunicazione e le note si susseguono in un dialogo serrato: la bellezza è il dialogo, non i pezzi melodici isolati di ciascuno strumento".  
(V. Andreoli - "Lettera alla tua famiglia")

 

 
 
 

ADHD a scuola

Post n°72 pubblicato il 04 Agosto 2012 da pedagogista72
 

ADHD è l'acronimo inglese di "Attention Deficit Hyperactivity Disorder", in italiano corrisponde a DDAI "Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, e si riferisce ad un disturbo di natura neurobiologica, presente in circa l'1% della popolazione infantile scolastica. I soggetti interessati manifestano impulsività/iperattività e disattenzione pervasive e persistenti, a causa di una difficoltà di autocontrollo e pianificazione delle azioni, non riconducibili ad un deficit dell'intelligenza. In alcuni soggetti prevale la disattenzione, in altri l'iperattività/impulsività, ma sono molti i casi di comorbilità.


La circostanza per cui i soggetti con ADHD trovano nell'ambiente scolastico il luogo privilegiato per manifestare il disturbo, pone noi insegnati nella necessità di saper osservare le manifestazioni significative di tale problema, pertanto pongo all'attenzione di chi legge le note sottostanti:

"Descrizione degli alunni con ADHD.
Molti bambini e ragazzi possono presentare comportamenti di disattenzione e/o irrequietezza motoria, tuttavia gli alunni che presentano tale Disturbo hanno difficoltà pervasive e persistenti nel:
• selezionare le informazioni necessarie per eseguire il compito e mantenere l'attenzione per il tempo utile a completare la consegna
• resistere ad elementi distraenti presenti nell'ambiente o a pensieri divaganti
• seguire le istruzioni e rispettare le regole (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di comprensione)
• utilizzare i processi esecutivi di individuazione, pianificazione e controllo di sequenze di azioni complesse, necessarie all'esecuzione di compiti e problemi
• regolare il comportamento che si caratterizza quindi per una eccessiva irrequietezza motoria e si esprime principalmente in movimenti non finalizzati, nel frequente abbandono della posizione seduta e nel rapido passaggio da un'attività all'altra
• controllare, inibire e differire risposte o comportamenti che in un dato momento risultano inappropriati: aspettare il proprio turno nel gioco o nella conversazione
• applicare in modo efficiente strategie di studio che consentano di memorizzare le informazioni a lungo termine.
Possono talvolta presentare difficoltà:
• nel costruire e mantenere relazioni positive con i coetanei
• nell'autoregolare le proprie emozioni
• nell'affrontare adeguatamente situazioni di frustrazione imparando a posticipare la gratificazione
• nel gestire il livello di motivazione interna approdando molto precocemente ad uno stato di "noia"
• nell'evitare stati di eccessiva demoralizzazione e ansia
• nel controllare livelli di aggressività
• nel seguire i ritmi di apprendimento della classe a causa delle difficoltà attentive".
(Dal Documento AIRIPA: Associazione Italiana per la ricerca e l'Intervento nella psicopatologia dell'apprendimento).

Nel momento in cui una famiglia presenta alla scuola, nella persona del Dirigente Scolastico, la documentazione attestante il disturbo, l'iter legislativo prevede che tale certificazione sia inserita in un protocollo riservato. I docenti della classe di appartenenza dell'alunno con ADHD sono chiamati a visionare la documentazione clinica dell'alunno, dove devono essere esplicitate non solo le caratteristiche del Disturbo e la diagnosi, ma anche le indicazioni di trattamento e i suggerimenti psico-educativi. I docenti interessati, di concerto con gli operatori clinici che si occupano dell'alunno, definiscono le strategie metodologico-didattiche, avendo cura di documentarsi e attivarsi nell'utilizzo di tecniche educative e didattiche di comprovata efficacia nell'ambito dei Disturbi da Deficit dell'Attenzione e Iperattività.
Chi si trovasse nella circostanza di dover fronteggiare le problematiche connesse alla presenza di un caso di DDAI in classe troverà riferimenti, notizie più approfondite, utili suggerimenti e accorgimenti didattici nei documenti da poter scaricare gratuitamente, collegati ai link che suggerisco qui di seguito:

Opuscolo AIDAI con indicazioni per insegnanti:
http://www.aidaiassociazione.com/documents/Training_per_Insegnanti.pdf
Strategie per insegnanti AIFA Onlus:
http://www.aifa.it/strategiescolastiche.htm
Linee guida cognitivo-comportamentali:
http://www.aidaiassociazione.com/documents/Linee_guida_ADHD.pdf
Elenco Centri Regionali di Riferimento per la Diagnosi e Cura dell'ADHD:
http://www.iss.it/adhd/regi/cont.php?id=222&lang=1&tipo=2
Circolare Miur n° 0001968 01/04/2009
Circolare Miur n° 0006013 04/12/2009

 
 
 

L'impotenza appresa

Post n°71 pubblicato il 29 Luglio 2012 da pedagogista72
 
Tag: AGORÀ
Foto di pedagogista72

"Quando la tendenza ad attribuire all’abilità personale innata sia i successi che gli insuccessi diventa uno stile attributivo consolidato, in caso di ripetuti fallimenti, la persona può rischiare di ritrovarsi in una situazione in cui, convinta di non possedere le abilità necessarie per riuscire in quella determinata situazione o in altre simili, pensa che non ce la farà mai e che qualunque cosa faccia per riuscire sarà inutile". (Seligman, 1975; Abramson, Seligman e Teasdale, 1978)

                     ...(?)

 
 
 

Il Piano Didattico Personalizzato

Post n°70 pubblicato il 18 Luglio 2012 da pedagogista72
 

Con il D.M. n. 5669 del 13 luglio 2011 e con le Linee Guida sui DSA ad esso associate, è stato determinato l’obbligo al team dei docenti e al Consiglio di Classe di elaborare e adottare un Piano Didattico Personalizzato del percorso formativo per gli studenti con certificazione di DSA, in collaborazione con la famiglia e gli specialisti.
Il team dei docenti recepisce la diagnosi specialistica di DSA e interviene con professionalità sul disturbo. Nel documento di certificazione si deve trovare un’analisi dettagliata sui punti critici e sui punti di forza individuati nel soggetto, oltre che dei validi suggerimenti riguardo agli approcci più idonei da adoperare, agli strumenti compensativi da utilizzare e alle misure dispensative da adottare.
Sulla scorta di queste conoscenze e dell’osservazione diretta in classe, gli insegnanti procedono all`elaborazione del PDP, documento flessibile e dinamico, che prevede la personalizzazione del percorso didattico per alunni e studenti con diagnosi di DSA.
Nel PDP sono riportate importanti voci e significative decisioni circa le strategie metodologiche e didattiche utilizzabili, eventuali modifiche all’interno degli obiettivi per il conseguimento delle competenze fondamentali, gli strumenti compensativi e le misure dispensative appropriate per ogni materia, i criteri e le modalità di verifica e di valutazione scelti.
Gli insegnanti trovano nelle indicazioni offerte dalle Linee Guida e nella stesura del PDP dei validi strumenti di supporto alla propria azione didattica di recupero e potenziamento e riscoprono un ruolo prioritario e rilevante in riferimento alla crescita dei propri alunni, che negli anni sembrava smarrito, anche se sono loro  richieste competenze professionali maggiori e capacità personali di empatia e reale comprensione delle singole storie, ancor più che in passato. Essi sono chiamati ancora una volta ad affrontare la sfida di sempre: essere flessibili, rinnovarsi nei metodi e porsi in ascolto attivo delle esigenze che volta per volta si presentano in classe e nella società. In quest’ottica è importante rispettare i tempi e gli stili di apprendimento di  tutti, creando un ambiente stimolante e un clima sereno di accettazione, favorendo l’instaurarsi di relazioni positive con gli adulti e con il gruppo dei pari.

Così auspicano le Linee guida allegate al D.M. n. 5669 del 12/07/2011, al punto 4 relativo alla didattica per gli alunni con DSA:
“Gli insegnanti possono “riappropriarsi” di competenze educativo-didattiche anche nell’ambito dei DSA, laddove lo spostamento del baricentro in ambito clinico aveva invece portato sempre più a delegare a specialisti esterni funzioni proprie della professione docente o a mutuare la propria attività sul modello degli interventi specialistici, sulla base della consapevolezza della complessità del problema e delle sue implicazioni… diviene sempre più necessario fare appello alle competenze psicopedagogiche dei docenti ‘curricolari’ per affrontare il problema, che non può essere delegato tout court a specialisti esterni”.

La conoscenza del problema in tutte le sue forme e la padronanza sicura delle modalità d’intervento idonee ad affrontarlo sono insostituibili elementi di una professionalità docente che pone al centro la persona, si fa nel tempo sempre più carica di responsabilità e si connota di una complessità che investe l’essere e il fare dell’insegnamento.
La scuola, agenzia educativa per eccellenza, diviene il centro armonizzatore degli interventi in favore del soggetto con DSA, conferendo unitarietà all’azione di supporto della triade genitori-specialisti-scuola. Mediante un’efficace collaborazione con l’extrascuola e una comunicazione chiara sul percorso di apprendimento, sulle reazioni emotive osservate e sulle relazioni tra pari, essa si rivela insostituibile e incisiva per gli esiti dello sviluppo del disturbo.
La legge 170/2010 ha riconosciuto dei diritti e si è posta come un punto di partenza verso processi di sensibilizzazione e formazione riguardo a un settore d’intervento per cui è necessaria la costruzione di buone prassi didattiche e un modo di concepire la scuola, che sia veramente un’occasione di crescita per tutti.

 
 
 

Screening scolastico

Post n°69 pubblicato il 08 Luglio 2012 da pedagogista72
 

Le difficoltà nelle abilità comunicativo-linguistiche, motorio-prassiche, discriminative e visuospaziali in età prescolare sono possibili fattori di rischio di DSA, soprattutto in presenza di familiarità con il disturbo. Lo screening non ha le pretese di evidenziare in modo inequivocabile il problema, ma ha come finalità quella di individuare con un buon livello di attendibilità i soggetti a rischio di un determinato disturbo dell'apprendimento.
Molti studi evidenziano l'importanza di indagare precocemente gli indicatori di rischio, attraverso attività condotte dagli insegnanti con la consulenza di professionisti. Gli screening, quindi, richiedono una formazione specifica e una scelta condivisa di strumenti con gli operatori sanitari: i docenti devono essere posti in condizione di riconoscere gli elementi da dover valutare e conseguentemente favorire in modo ottimale lo sviluppo delle competenze implicate nell'apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo.
Uno strumento di screening si può ritenere efficiente se è realmente capace di discriminare in maniera oggettiva tra prestazioni buone e scadenti in relazione all'apprendimento scolastico. Nell'acquisto la scuola avrà cura di scegliere uno strumento di facile e veloce somministrazione, che fornisca informazioni utili per la programmazione di interventi didattici preventivi.
Le prime indagini sugli apprendimenti andrebbero condotte già all'inizio dell'ultimo anno della scuola dell'Infanzia, perché a partire dai 5 anni è possibile osservare alcuni fattori di rischio su cui intervenire, per ridurre la portata di un possibile DSA.

È indispensabile identificare precocemente i bambini a rischio di DSA per poterli aiutare in maniera efficace. L’esperienza dello screening, inoltre, ha indotto molti insegnanti ad un'autovalutazione fin da questa prima fase di individuazione dei casi sospetti. A fronte dei risultati, infatti, in molti si sono interrogati sul loro metodo, sul modo di stare in classe di questi e di altri ragazzini e hanno potuto fin da subito pensare a mettere in pratica alcuni efficaci percorsi alternativi.
Gli importanti scopi dell'individuazione precoce dei soggetti a rischio sono:

  • prevenire la comparsa e il consolidamento di strategie e meccanismi errati, inefficaci o poco economici;
  • limitare i danni derivanti dalla frustrazione dell'insuccesso, quali la perdita di motivazione all'apprendimento, la chiusura in se stessi, la bassa autostima, i problemi di relazione, ecc..;
  • impostare interventi didattici educativi idonei: creazione di laboratori per l'allenamento specifico dei prerequisiti metalinguistici;
  • monitorare i miglioramenti raggiunti nel tempo;
  • permettere una segnalazione precoce ai servizi sanitari.

 Riferimento legislativo: Legge 170/2010, art. 3.

 
 
 

"Effervescente naturale"

Post n°68 pubblicato il 10 Giugno 2012 da pedagogista72
 
Foto di pedagogista72

Pensieri solidi, pensieri liquidi e pensieri GaSSosi,
con possibilità di cambiamento di stato e posizioni intermedie, a causa del "caldo" e del "freddo",
proprio come l'acqua.


Anche su facebook, se ci penso, danno conferma al mio ragionamento, perché si digita in uno spazio su cui c'è scritto "A cosa stai pensando?" e poi nelle notifiche leggi che gli amici commentano non un pensiero, ma "il tuo stato".
I pensieri solidi sono stabili, sicuri e decisi, quelli liquidi non hanno forma definita, sono fuggenti e incolore e poi quelli gassosi sono leggeri, sospesi, delicati, ma, per alcuni, inconsistenti.
Se vado oltre, per come la vedo io, ci sono pensieri gelidi (quelli di un Killer), freddi (eccessivamente razionali), tiepidi (con poche radici), caldi (accesi dal cuore) e, beh sì, anche bollenti (infuocati).
I pensieri, ancora, possono essere puri, chiari, trasparenti, densi, limpidi... opachi, torbidi, inquinati...

Se in questo momento potessi scegliere un pensiero,
lo vorrei...

 

 "EFfeRVescEnTe naturale"!

 
 
 

Anticipo, non anticipo, anticipo...

Post n°67 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da pedagogista72
 

La normativa offre l'opportunità di iscrivere alla Scuola Primaria i bambini che compiono sei anni d'età fino all'aprile dell'anno successivo a quello corrente. Questa circostanza pone una serie di riflessioni da parte di genitori e docenti in rapporto al rispetto dei ritmi individuali di sviluppo, solleva la legittima preoccupazione di inserire preventivamente il proprio figlio/alunno nel nuovo ordine di scuola, quando ancora non è pronto. Non è lontana l'eventualità di porre un bambino di fronte ad apprendimenti per cui ancora non ha raggiunto quella maturità tale da garantire risultati soddisfacenti.

 

Non è inusuale, infatti, incontrare alunni cosiddetti anticipatari in classe prima, che incontrano difficoltà e accumulano lacune, perché sprovvisti dei prerequisiti necessari ad affrontare quanto viene loro chiesto, con il conseguente senso di inadeguatezza e l'innestarsi di varie strategie comportamentali di rifiuto.
Volendo essere concreta, elenco i presupposti principali, in quanto propedeutici, per il conseguimento di competenze linguistiche di lettura e scrittura, nonché logico-matematiche:

• Organizzazione del linguaggio e del pensiero
• Percezione visiva ed uditiva (discriminazione di colori, forme, dimensioni e suoni)
• Organizzazione spazio-temporale
• Abilità grafiche (coordinazione oculo-manuale, abilità fino motorie)
• Capacità logiche (seriazione, classificazione, esclusione)
• Attenzione, concentrazione e memoria

Anticipare i contenuti durante l'ultimo anno di Scuola dell'Infanzia non è molto utile, più importante è far acquisire, sviluppare o rinforzare, attraverso una didattica che si avvalga di esperienze significative, le abilità su elencate, per offrire a ciascun bambino un bagaglio di competenze che gli consentiranno un percorso positivo di acquisizione degli alfabeti disciplinari. Un lavoro siffatto avrà ancor più un carattere di utilità nei casi di difficoltà, individuando tempestivamente le aree deficitarie, al fine di intervenire tempestivamente per il superamento delle problematiche individuali.

 
 
 

Se tu mi stimi...

Post n°66 pubblicato il 02 Gennaio 2012 da pedagogista72
 
Foto di pedagogista72

"E divenne un cigno... bellissimo!"

 

Se io ho la tua stima, costruisco un'immagine rassicurante di me stessa/o, di ciò che sono e di quel che posso diventare. Non mi accontento della comprensione dei miei problemi, benché trasudi di tenerezza e sensibilità, ti chiedo la stima. In essa ritrovo il passato condiviso, il presente che puoi vedere e il futuro radioso che pensi conquisterò: ci sono io. La voglio ascoltare nelle parole che mi rivolgi, leggerla quando incontro il tuo sguardo, sperimentarla in gesti di sostegno.
Fai che sia una stima non di misura, da lasciarmi concentrata/o a tastare i miei limiti e i miei difetti, ma una stima liberante e intelligente, che sappia contemplare cadute e risalite, morte e rinascita interiore... cambiamenti.
La tua fiduciosa considerazione produrrà frutti che andranno ben oltre un positivo effetto Pigmalione, perché partirà da me e non da te. Non attribuirò a te i miei sbagli e rammenterò a me stessa/o che l'approvazione va meritata. 
So per certo che posso combattere con passione e convincimento ogni mia battaglia, SE TU MI STIMI.

Dedicato agli adolescenti in crescita, che della stima dei loro genitori hanno tanto bisogno.

 
 
 
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INFO


Un blog di: pedagogista72
Data di creazione: 07/09/2010
 

BENVENUTO/A NEL MIO BLOG!!!


Ciao a tutti, sono l'autrice di questo blog. Dal giugno 2010, oltre ad essere una maestra di Scuola Primaria, sono diventata un Pedagogista Clinico. Mi sono specializzata con un corso post-laurea promosso dall’ I. S. F. A. R. di Firenze e ho pensato di utilizzare un canale web per far conoscere e valorizzare le mie iniziative nell’ambito dell’aiuto alla persona, cui l’intervento pedagogico clinico è rivolto.
Il mio primo lavoro è quello dell’insegnamento, quindi proporrò soprattutto dei progetti indirizzati a soggetti in età scolare, ma ciò non toglie che è mio intento rendere nota questa professione e la validità dei suoi metodi anche in altri ambiti d’intervento e per tutte le età.
Ho usato l’espressione “pedagogia clinica & dintorni” in quanto questo contenitore multimediale accoglierà contributi di altra natura, che appartengono alle attività e interessi di chi scrive e che comunque sarà facile distinguere da quanto è strettamente attinente alla professione del pedagogista clinico.

 

Agli amici, conoscenti e visitatori che a vario titolo contribuiscono ad arricchire questo blog con la loro presenza:

 

FORMAZIONE PERSONALE

  • Laurea in Pedagogia (Università di Messina)
  • Specializzazione in Pedagogia Clinica (ISFAR di Firenze)
  • Master di II livello in Dirigenza Scolastica (UNICAL)
  • Master di II livello in "Dislessia e DSA in ambito scolastico" (UNICAL)
  • Insegnante a T.I. nella Scuola dell'Infanzia dal 2002 al 2004
  • Insegnante a T.I. nella Scuola Primaria dal 2004 in poi
  • Competenze informatiche:ECDL e LIM
  • Corsi di aggiornamento, laboratori, attività e progetti vari nelle scuole pubbliche.
 

Aiuto alle persone

LA PEDAGOGIA CLINICA

La pedagogia clinica ha come compiti lo studio, l’approfondimento e l’innovazione nel campo pedagogico, in riferimento a modalità diagnostiche e metodi educativi, volti ad aiutare non solo il singolo individuo, ma anche il gruppo con percorsi di superamento di ogni forma di disagio psicofisico e socio-relazionale. Superando ogni visione miope dell’essere, tale scienza ha fatto della Persona il suo presupposto: l’uomo è considerato nella sua interezza, nella sua complessità, in una visione che è olistica. L’ottica di un’educazione permanente, inoltre, fa considerare ogni individuo in continua evoluzione, dalla nascita alla morte, quindi passibile di rinnovamento e creativi sviluppi di sé e dei propri vissuti. Le persone coinvolte nell’aiuto pedagogico clinico, sia esso rivolto al singolo o al gruppo, sono accompagnate nel raggiungimento di nuovi equilibri e di una rinnovata disponibilità allo scambio con gli altri e con l’ambiente.

 

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