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Lavoro: una proposta dalla Germania

Post n°337 pubblicato il 07 Febbraio 2018 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

Ventotto ore di lavoro settimanali invece delle trentacinque attuali. Questa la proposta tra il sindacato dei metalmeccanici e le imprese del Banden-Werttemberg in Germania.
Se questa iniziativa - riportata dal quotidiano "La Repubblica" di oggi in quarta pagina - avrà buon esito si apriranno prospettive anche per altri lavoratori a più ampio respiro europeo.
Lavoratrici e lavoratori potranno scegliere se optare per le ventotto ore settimanali o prolungarle fino a quaranta con aumento stipendiale; maggiore tempo libero o maggiore benessere economico: questa la scelta che dovranno fare in Germania. 
Una volta raggiunto l'accordo sarà possibile avere più tempo per crescere i propri bambini, prestare più attenzione a parenti, amici e conoscenti e di conseguenza vivere con meno stress e maggiori soddisfazioni personali.

 
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Un pericolo per i giovani

Post n°336 pubblicato il 06 Febbraio 2018 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

Siamo in piena rivoluzione digitale; uno degli aspetti negativi di questa realtà sembrano essere, per gli adolescenti, videogiochi, chat, scommesse online che influenzano a tal punto i giovani da non uscire più di casa. Abitudine che porta a isolare i giovani dalla realtà, dal vivere esperienze e contatti umani con il prossimo, con i propri coetanei. Rinunciando a passeggiate all'aperto, a giocare una partita di calcio in un campo vero; chiudendosi in un mondo che allontana dalle emozioni che per quanto possano far paura, ci insegnano a vivere. Uno dei rischi più importanti è quello di sentirsi insicuri nelle relazioni e nella vita; per i giovani resta di vitale importanza il contatto umano. Le relazioni con le persone vere aiutano a formare la propria personalità; il mondo virtuale no.

 
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Mai più Olocausto

Post n°335 pubblicato il 03 Dicembre 2017 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

Momenti estremamente difficili caratterizzati da episodi di pericolosa intromissione nella vita sociale di questo nostro paese sono resi possibili dall'avvicinarsi di intemperanze e collisioni di natura neonazista. Un incubo che sembrava sconfitto per sempre sta riprendendo campo nelle cronache di questi giorni.

Che sia l'insicurezza, l'incertezza o la paura di un futuro precario non può in nessun modo giustificare un ritorno di fiamma così drammaticamente funesto.

Molti i commenti in Repubblica di oggi riguardo questo argomento; altrettante le critiche inequivocabili espresse da esponenti della politica e della società civile.

Nell'articolo di primo piano dello stesso quotidiano si pone a chiare lettere la domanda se non sia possibile sciogliere questi  gruppi  - come è stato fatto nel passato; - perché non intervenga la magistratura. La Presidente della Camera Laura Boldrini ha commentato: "Ci sono norme costituzionali e leggi da far rispettare, per evitare che il virus dell'intolleranza continui a propagarsi indisturbato".

Valter Veltroni titola: "In piazza per fermare l'ondata nera la democrazia è a rischio"; segue una sua intervista.

Solo il ministro  Minniti  replicando: "Lo scioglimento è possibile solo in seguito di una sentenza penale irrevocabile"; sembra non essere preoccupato: un ministro dell'Interno che, a caldo di una denuncia così grave, resta immobile nell'attesa di una "sentenza penale".

Ammessa la verità procedurale cui il ministro Minniti spiega, la Storia ci ricorda e ci suggerisce di non abbassare mai la guardia dii fronte a manifestazioni che potrebbero diventare estremamente pericolose se lasciate a briglia sciolta.

 
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Rubare il lavoro

Post n°334 pubblicato il 29 Novembre 2017 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

 Siamo ancora un  paese dove la crisi è presente; l'economia stenta a riprendere fiato e la disoccupazione - in particolare quella giovanile - resta un elemento di prima emergenza tutt'oggi. In questo clima di incertezze per il futuro lavorativo invece di creare politiche e/o soluzioni per scongiurare la disoccupazione, c'è chi  si ingegna per mantenerla e potenziarla ancora di più.

Questa la notizia:

"Consegne a domicilio in città grazie a un robot su due ruote: intelligente, agile leggero, in grado di muoversi sui marciapiedi e di attraversare la  strada per portare a termine le consegne in tempi record, evitando traffico e le emissioni inquinanti. E' il futuro prossimo dello urban delivery con cui e-Nova offre una risposta innovativa alla domanda, in crescita esponenziale, di spedizioni i ambito urbano . Yape, Your Autonomus Pony Espress, è l'ecosistema nel quale è stato realizzato il primo veicolo autonomo elettrico  per lo urban delivery progettato e creato interamente in Italia."

E' quanto si può leggere nelle notizie e riportato anche nelle news di pochi giorni addietro.

La realtà e gli sforzi dei nostri giovani per sopravvivere ad una realtà piena di avversità sociali e politiche non viene assolutamente riconosciuta anzi, sempre più contrastata e avversata, tristemente, da chi dovrebbe dar loro risposte e certezze.

Fa bene chi, disincantati/e, con i "piedi per terra", fugge dall'Italia, che resta l'unico modo per crearsi un futuro dignitoso. 

 
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L'Unione che divide.

Post n°333 pubblicato il 15 Novembre 2017 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

La crisi finanziaria sembra cavalcare ancora le onde di un'alta marea che porta il giudizio di Bruxelles - per quanto riguarda la Casa Italia - a dare una valutazione a rischio sanzioni.

Evidentemente i politici di casa nostra non sono così preoccupati come forse dovrebbero; o più semplicemente non ritengono questa crisi tale da doverla arginare con urgenza. Grave distrazione. Tuttavia che una istituzione come l'Unione Europea possa dare verdetto di assoluzione o condanna a seguito di una valutazione strettamente economica  con parametri di favore per l'intransigente e cruciale Germania, non rispecchia le qualità che una Unione Europea dovrebbe valorizzare.

Nella formazione dell'unità dei paesi  dovrebbe essere prioritaria la valorizzazione delle tematiche sociali e umane altrimenti sarà sempre una "unione europea" la quale tende a dividere invece che a unire rafforzando sempre più le disuguaglianze.

Una unione europea così, non serve agli europei.

 
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