Creato da setacuoio.2008 il 15/01/2009

FATA VIAM INVENIENT

Contenitore di idee, riflessioni ed amenità varie.

 

 

LA RESILIENZA DI NATALE

Post n°212 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da setacuoio.2008
 


…e anche quest’anno Natale è arrivato, e con esso il pranzo del 25 Dicembre.

A tavola, i discorsi, lo sappiamo, prenderanno sempre la stessa piega. In famiglia non manca mai il politico che ha in tasca la soluzione a tutti i problemi, così come l’esperto d’arte che, immancabilmente, chiuderà la sua pippa natalizia con la frase “Ma questa è arte? A fare queste cose sono capace anche io”.

E poi, ne vogliamo parlare del cugino tuttologo che sfoggia le sue nozioni in qualsiasi campo dello scibile umano o del parente comico mancato, sempre pronto a raccontare le stesse barzellette ascoltate già decine di altre volte e che non hanno mai fatto ridere?

Da qualche anno è presente anche
l’influencer, in genere una nipote pronta ad immortalare con dirette sui social i momenti salienti del pranzo di Natale.

Alla tavolata, infine, c’è posto anche p
er il Grinch. Lui, però, entra in scena alla fine dopo aver fatto scena muta per tutto il pranzo. La sua citazione preferita è la battuta di Riccardo Garrone in Vacanze di Natale (“e anche questo Natale se lo semo levato dalle palle”). La ripete dal 1984 ogni 25 Dicembre.

Il pranzo di Natale termina sempre con lo scambio dei regali tra adulti. Uno scambio di regali indesiderati da riciclare alla prima occasione utile e di ringraziamenti degni del premio Oscar.

Buon Natale!

 
 
 

LA RISATA DELLE DONNE CAMBIERA' IL MONDO

Post n°209 pubblicato il 14 Gennaio 2022 da setacuoio.2008
Foto di setacuoio.2008

Mi è capitato per caso tra le mani "Le rire des femmes: une histoire de povoir" scritto da Sabine Melchior-Bonnet, docente al Collège de France e ricercatrice di Storia del pensiero occidentale moderno.

Alle donne per lungo tempo è stata a lungo negata non soltanto l'istruzione, la parola e la scrittura, ma anche la risata. A loro era concesso sorridere per tenerezza o divertimento, ma mai e poi mai ridere.

Lo spirito delle donne andava coperto non meno del loro corpo e così il decoro, le regole della conversazione e della seduzione, la moralità vietavano loro di indulgere nel ridere.

Per secoli il mondo maschile ha cercato di spiegare e di stabilire, da un punto di vista biologico, morale e sociale, perché ridere non si addicesse a una donna.

Scriveva Ovidio nel suo Ars Amatoria:
«Si apra moderatamente la bocca, e siano piccole le fossette delle guance, dall’una e dall’altra parte, e i bordi delle labbra coprano la parte più alta dei denti, e non stanchino i fianchi col ridere continuamente, ma il riso abbia sempre un non so che di delicato e femminile.

Vi è qualcuna che storce la bocca con risate scomposte; un’altra, quando ride allegramente, crederesti che pianga; quell’altra ride con un suono rauco e sgradevole; ride come dalla ruvida macina raglia una brutta asinella».

Da allora queste poche righe hanno ispirato manuali e trattati di buona educazione per 'signore', che hanno cercato di giustificare sia da un punto di vista morale che sociale perché ridere, per una donna, fosse sconveniente.

La risata era associata alla sessualità perché secondo i costumi dell'epoca, ma anche fino al XIX secolo, una donna che rideva manifestava direttamente e pubblicamente il proprio piacere sessuale (apriva la sua bocca e ciò evidentemente voleva alludere anche ad aprire altro), ed era di conseguenza sospettata di essere una prostituta, una cortigiana o una donna poco onesta e lussuriosa.

Il saggio non è ancora disponibile nella traduzione in italiano. Tuttavia, dell'autrice, in Italia è invece disponibile il volume "Storia dello Specchio" che è la storia dell'uomo e della donna con la propria immagine, con il proprio doppio, quindi.

 
 
 

DakhaBrakha ovvero DarePrendere

Post n°207 pubblicato il 01 Novembre 2014 da setacuoio.2008
 

E' un progetto che nasce in Ucraina nel 2004, presso il Centro d'Arte contemporanea di Kiev, da un’idea del regista teatrale d'avanguardia Vladyslav Troitskiy.

La band è costituita da tre donne ed un uomo e la loro musica fonde la tradizione popolare ucraina con le sonorità africane e dell'occidente urbano.

La formazione è un fenomeno di culto in Ucraina, capace di attrarre un pubblico di appassionati che ama il loro sound aggressivo, ricco di ritmi tribali. Vantano quasi 500 partecipazioni a eventi e festival esteri.

Marko Halanevych: vocal, darbuka, tabla, didgeridoo, accordion, trombone
Iryna Kovalenko: vocal, djembe, bass drums, accordion, percussion, bugay, zhaleyka
Nina Garenetska: vocal, cello, bass drums
Olena Tsibulska: vocal, bass drums, percussion, garmoshka

The Khmeleva project (DakhaBrakha & Port Mone) live in Kiev



 


 
 
 

Dimmi Tiresia

Post n°206 pubblicato il 22 Luglio 2014 da setacuoio.2008
 

 

...tra uomo e donna, chi può provare più piacere in amore?

Questa domanda fece discutere anche gli dei Zeus ed Era che, per dirimere la questione, chiesero un aiuto a Tiresia, figlio di Evereo e della ninfa Cariclo.

Il mito racconta che un giorno, passeggiando sul monte Cillene, Tiresia vide due serpenti che fornicavano. Infastidito da quella scena uccise la femmina. Nello stesso istante egli fu tramutato da uomo a donna e visse in questa condizione per sette anni provando tutti i piaceri che una donna potesse provare. Ritornò uomo quando, trovandosi nuovamente di fronte a due serpenti che fornicavano, uccise il serpente maschio.

Ma torniamo a Zeus ed Era. Un giorno, i due cominciaro a discutere su chi, tra uomo e donna, potesse provare più piacere in amore. Zeus sosteneva che fosse la donna, mentre Era sosteneva che fosse l'uomo. Non trovando un accordo, decisero di chiamare in causa Tiresia, visto che egli era l'unico che avrebbe potuto risolvere la disputa essendo stato sia uomo che donna. Interpellato dagli dei, rispose che il piacere sessuale si compone di dieci parti: l'uomo ne prova solo una e la donna nove, quindi una donna prova un piacere nove volte più grande di quello di un uomo.
La dea Era, infuriata perché l'indovino aveva svelato un tale segreto, lo fece diventare cieco. Zeus, per ricompensarlo del danno subito, gli diede la facoltà di prevedere il futuro e il dono di vivere per sette generazioni.


Dimmi Tiresia - Vinicio Capossela


 

 
 
 

Carlo, Carlo perché mi fai questo?

Post n°205 pubblicato il 16 Giugno 2014 da setacuoio.2008
 
Tag: Storie

Sono le ultime parole che ha pronunciato l'ennesima donna, vittima con i suoi due bimbi della furia omicida del marito che non ha esitato a colpire a morte lei ed i figli con un coltello da cucina.

Le cronache di queste ultime ore ci raccontano l'ennesima tragedia famigliare avvenuta nel nord Italia, il "civile" nord. Un'altra donna si aggiunge all'interminabile lista di persone uccise per mano di coloro che di esse avrebbero dovuto solo aver cura.

Futile il movente. Sembrerebbe, il condizionale è d'obbligo, che il marito si fosse invaghito (interesse non corrisposto) di una collega e considerava sua moglie ed i suoi figli un ostacolo.

Dopo la mattanza, come se nulla fosse accaduto, si è lavato e vestito ed è andato a casa di amici a vedere la partita d'esordio degli azzurri ai mondiali 2014, festeggiando insieme a loro per la vittoria.

Rientrato a casa, l'uomo ha dato l'allarme chiedendo aiuto ai vicini ed urlando "hanno ammazzato tutti. Sono stati i ladri". Tesi, in un primo momento, avvalorata anche dal neo sindaco di centro-destra del Comune dove è avvenuto il fattaccio e nel quale, già in passato, si erano verificati vari episodi di furto nelle case. I ladri, però, non c'entrano nulla con questo brutto affare e gli episodi di furto nulla hanno a che fare con la mattanza di tre innocenti. I ladri, mi piace pensare, certe cose non le fanno.

A questa miseria umana non c'è giustificazione che tenga.

 

 
 
 

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Post n°204 pubblicato il 21 Maggio 2014 da setacuoio.2008

Se la vita sapesse il mio amore!
me ne andrei questa sera lontano.
Me ne andrei dove il vento mi baci
dove il fiume mi parli sommesso.

Ma chi sa se la vita somiglia
al fanciullo che corre lontano ...

Sandro Penna

 
 
 

Primavera

Post n°203 pubblicato il 22 Marzo 2014 da setacuoio.2008
 

"La primavera dell’anima arriva quando vuole, non segue una stagione, ma dà i suoi frutti quando un cuore si risveglia allo sbocciare di una nuova emozione..."
Shan Sa

Il suo vero nome è Yan Ni. Nata a Pechino nel 1972, ha pubblicato a otto anni i suoi primi racconti su varie riviste cinesi.
Nel 1990, in seguito alla sanguinosa repressione di piazza Tien-an-men, lasciò la Cina rifugiandosi in Fracia dove ottenne la cittadinanza francese. Ha pubblicato diversi romanzi che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti.

 
 
 

Four tangos - Alfredo De Angelis

Post n°202 pubblicato il 11 Marzo 2014 da setacuoio.2008
 

Felicia

El Tango Club

Mi Dolor

Pavadita

 
 
 

Impara dal passato

Post n°201 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da setacuoio.2008

Per conoscere te stesso devi conoscere il passato.
Se perdi il passato, perdi te stesso.

Poco prima di morire Alan Lomax, etnomusicologo, disse: "...quando tutto il mondo sarà stufo della musica video ed elettronica distribuita in massa, i nostri discendenti ci disprezzeranno per aver buttato via la parte migliore della nostra cultura.

 
 
 

1977 - L'anno del serpente

Post n°200 pubblicato il 23 Febbraio 2014 da setacuoio.2008
 

 

 

 
 
 

Necessità

Post n°199 pubblicato il 22 Febbraio 2014 da setacuoio.2008
 

No sabes como necesito tu voz;
necesito tus miradas
aquellas palabras que siempre me llenaban,
necesito tu paz interior;
necesito la luz de tus labios
!!! Ya no puedo... seguir así !!!
...Ya... No puedo
mi mente no quiere pensar
no puede pensar nada más que en ti.
Necesito la flor de tus manos
aquella paciencia de todos tus actos
con aquella justicia que me inspiras
para lo que siempre fue mi espina
mi fuente de vida se ha secado
con la fuerza del olvido...
me estoy quemando;
aquello que necesito ya lo he encontrado
pero aun !!!Te sigo extrañando!!!

Lo que necesito de ti

Mario Benedetti
(14.09.1920 – 17.05.2009)


 
 
 

Virgole

Post n°198 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da setacuoio.2008

Se l'uomo sapesse realmente il valore che ha la donna andrebbe a
quattro zampe alla sua ricerca.


Se sei donna, certamente metteresti la virgola dopo la parola "donna".
Se sei uomo, certamente la metteresti dopo la parola "ha".

Lo scrittore argentino Julio Cortázar affermò che la "virgola" è la porta girevole del pensiero. Mi è venuta in mente la sua frase leggendo un articolo nel quale John McWhorter, un linguista che insegna alla Columbia University, afferma che le virgole potrebbero essere eliminate da molti testi americani moderni senza che la chiarezza ne risenta.

Forse, ciò è vero solo in America, aggiungo io.

 
 
 

Privacy is...

Post n°197 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da setacuoio.2008


the right to be left alone
the right to associate with whom you choose
the right to have your own information kept confidential
the right to choose how your information is used
and in some countries
it is a human right

 
 
 

La Strada

Post n°196 pubblicato il 07 Febbraio 2014 da setacuoio.2008
 

Cormac McCarthy
La Strada

(premio Pulitzer 2007)

 


 
 
 

In balìa del vento

Post n°195 pubblicato il 04 Febbraio 2014 da setacuoio.2008

un sogno è come un aquilone
che il vento di scirocco porta via.
Ma se cambia il vento,
forse tornerà.

 
 
 

Facundo Cabral

Post n°194 pubblicato il 03 Febbraio 2014 da setacuoio.2008
 

Come i buddisti, so che la parola non è il fatto. Se dico mela non è la meraviglia innominabile che innamora l’estate, se dico albero mi avvicino appena a quello che sanno gli uccelli, il cavallo è sempre stato e sarà quello che è senza sapere che lo chiamo così.

So che la parola non è il fatto, ma so che un giorno mio padre è sceso dalla montagna e sussurrò alcune parole a mia madre, incendiandola al punto tale che sono arrivato io, continuando il poema che mio padre iniziò con alcune parole.

Nasciamo per incontrarci (la vita è l’ arte dell’incontro), incontrarci per confermare che l’ umanità è una sola famiglia e abitiamo in un paese chiamato Terra. Siamo figli dell’amore, pertanto nasciamo per la felicità (al di fuori della felicità, tutto il resto sono pretesti), e dobbiamo essere felici anche per i nostri figli, perché non c’è niente di meglio del ricordare genitori felici.

Ci sono tante cose di cui godere e il nostro cammino sulla Terra è così breve che soffrire è una perdita di tempo. Inoltre, l’Universo è sempre disposto a compiacerci, per questo siamo circondati da buone notizie. Ogni mattino è una buona notizia. Ogni bimbo che nasce è una buona notizia, ogni cantore è una buona notizia, perché ogni cantore è un soldato in meno e per questo bisogna proteggersi da quello che non canta in quanto nasconde qualcosa. Questo l’ho imparato da mia madre che fu la prima buona notizia che ho conosciuto. Si chiamava Sara e non ha mai potuto essere intelligente perché ogni volta che stava per imparare qualcosa, arrivava la felicità e la distraeva; non ha mai usato un’agenda perché faceva solo quello che amava e questo glielo ricordava il cuore. Si è dedicata a vivere e non le restava tempo per fare altre cose.

Da mia madre ho anche imparato che non è mai tardi, che si può sempre cominciare da capo, in questo preciso momento, puoi dire basta alla donna (o all’uomo) che non ami più, al lavoro che odi, alle cose che ti incatenano, alla carta di credito, ai notiziari che ti avvelenano fin dal mattino, a quelli che vogliono gestire la tua vita, ora stesso puoi dire basta alla paura che hai ereditato, perché la vita è ora e adesso.

Mi sono trasformato in un uomo libero (come deve essere), cioè la mia vita si è trasformata in una festa che vivo, in tutto il mondo, dalle austerità del freddo della Patagonia alla lussuria dei Carabi , dalla lucida pazzia di Manhattan al mistero che arricchisce l’ India, dove Madre Teresa ha saputo che dovevamo dare fino al dolore.

Camminando ho comprovato che ci incontriamo con gli altri lentamente, misteriosamente, sensualmente, perché ciò che tesse questa rete rivoluzionerebbe la poesia. Essa ci prende per mano e sotto la luna, fino all’ultimo angolo del mondo, dove ci aspetta l’amico, uno in più, quello che prosegue la linea che sarà un cerchio che abbraccerà il pianeta.

Questa è la rivoluzione fondamentale, il rivoluzionarsi costantemente per armonizzarsi con la vita, che è cambio permanente; per questo ci incontriamo fatalmente per illuminare ogni angolo. Che nulla ti distragga da te stesso , resta all’erta perché ancora non hai goduto della più grande allegria né hai sofferto il più grande dolore. Vuota il bicchiere ogni sera perché Dio te lo riempi di acqua nuova nel nuovo giorno. Vivi attimo dopo attimo perché questa è la vita.

Mi ci sono voluti 57 anni per arrivare fino a qui, come non godermi e rispettare questo momento ? Si vince e si perde, si sale e si scende, si nasce e si muore. E se la storia è così semplice, perché  ti preoccupi tanto? Non sentirti messo da parte o dimenticato, tutti siamo il sale della Terra. Nella tranquillità c’è salute, così come pienezza dentro di ognuno.

Perdonati, accettati, riconosciti e amati. Ricorda che devi vivere con te stesso fino all’eternità, cancella il passato per non ripeterlo , per non abbandonare come tuo padre, per non scoraggiarti come tua madre, per non trattarti come ti hanno trattato loro, ma non incolparli perché nessuno può insegnare ciò che non sa, perdonali e ti libererai di quelle catene.

Se fai attenzione al presente, il passato non ti disterà, allora sarai sempre nuovo. Hai il potere per essere libero in questo preciso momento, il potere esiste sempre nel presente perché tutta la vita esiste in ogni istante, ma non dire "non posso , nemmeno per scherzo" perché l’inconscio non ha il senso dell’humor, lo prenderà seriamente e te lo ricorderà ogni volta che ci proverai.

Se vuoi recuperare la salute abbandona la critica, il risentimento e la colpa, responsabili delle nostre malattie. Perdona tutti e perdona te stesso. Non c’è liberazione più grande del perdono, non c’è niente che vivere senza nemici. Niente di peggio per la testa e quindi per il corpo della paura, della colpa, del risentimento e della critica che ti rende giudice (compito spossante e vano) e complice di quello che ti disgusta. Colpevolizzare gli altri è non accettare la responsabilità della nostra vita, è distrarsi da essa. Il bene e il male vivono dentro di te, alimenta di più il bene affinchè sia il vincitore ogni volta che debba confrontarsi.

Ciò che chiamiamo problemi sono lezioni, per questo niente di ciò che ci succede è invano. Non lamentarti, ricorda che sei nato nudo, pertanto quei pantaloni e quella camicia che porti sono già un guadagno. Abbi cura del presente perchè in esso vivrai il resto della tua vita. Liberati dall’ansia, pensa che quello  che deve essere, sarà e accadrà in modo naturale.


 

 
 
 

10.31 - 22 Gennaio

Post n°193 pubblicato il 28 Gennaio 2014 da setacuoio.2008

En el Tango, al igual que en la vida

el hombre propone el primer paso a la mujer

(sin tratar de dominarla)

y ella decide si acepta seguirlo.

Si se hacen uno,

iran de viaje por la pista de baile,

y por la vida.

 

 
 
 

Uomini Giusti

Post n°192 pubblicato il 27 Gennaio 2014 da setacuoio.2008
 
Tag: Storie

Ogni generazione conosce l'avvicendarsi di 36 uomini Giusti (Lamedvavnikim), dalla cui condotta dipende il destino dell'umanità. «Al passaggio della bufera, l'empio cessa di essere, ma il Giusto resterà saldo per sempre.» (Proverbi, 10:25)

Il Giusto è una persona normale che posto di fronte all’ingiustizia reagisce riconoscendo ed opponendosi al male al di là ed al di sopra di ogni ideologia, sapendo opporsi anche a rischio della propria vita.

Il Giusto non è la persona che si volta dall’altra parte quando vede il dolore, indifferente a quanto succede perché non lo riguarda. E’ la persona che si fa carico della sofferenza altrui cercando con tutti mezzi di aiutare gli indifesi e i perseguitati.

Portata a compimento la loro missione, il Giusto ha la capacità e l’umiltà di tornare tranquillamente alla vita normale di tutti i giorni, non raccontando nulla di quanto fatto, per un semplice motivo: ritiene d’aver fatto solo il proprio dovere di uomo, nulla di più e nulla di meno. E chi compie il proprio dovere non deve avere una ricompensa.

Il Giusto è un eroe con un piccolo grande valore aggiunto dato dalla capacità di “dimenticare” quanto fatto, mentre un eroe di quanto ha fatto ci vive tutta la vita, se ne vanta, ne trae profitto

Ogni generazione conosce l'avvicendarsi di 36 Uomini Giusti, dalla cui condotta dipende il destino dell'umanità.

Nessuno sa chi siano e loro stessi non sanno di esserlo.

Ma quando il male sembra prevalere, loro, semplici donne e uomini, si oppongono,indipendentemente gli uni dagli altri, agendo senza clamore, con coraggio, dignita' e onore. Non piegandosi al male.

E' questo uno dei motivi per cui Dio non distrugge il Mondo.

In ricordo di Giorgio Perlasca. Uomo Giusto.

 
 
 

La gente che mi piace!

Post n°191 pubblicato il 27 Gennaio 2014 da setacuoio.2008

 

 

Mi piace la gente che vibra, che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c'è bisogno di dire cosa fare perché sa quello che bisogna fare e lo fa.

Mi piace la gente che sa misurare le conseguenze delle proprie azioni, la gente che non lascia le soluzioni al caso.

Mi piace la gente giusta e rigorosa, sia con gli altri che con se stessa, purché non perda di vista che siamo umani e che possiamo sbagliare.

Mi piace la gente che pensa che il lavoro collettivo, fra amici, è più produttivo dei caotici sforzi individuali.

Mi piace la gente che conosce l'importanza dell'allegria.

Mi piace la gente sincera e franca, capace di opporsi con argomenti sereni e ragionevoli.

Mi piace la gente di buon senso, quella che non manda giù tutto, quella che non si vergogna di riconoscere che non sa qualcosa o si è sbagliata.

Mi piace la gente che, nell'accettare i suoi errori, si sforza genuinamente di non ripeterli.

Mi piace la gente capace di criticarmi costruttivamente e a viso aperto: questi li chiamo "i miei amici".

Mi piace la gente fedele e caparbia, che non si scoraggia quando si tratta di perseguire traguardi e idee.

Mi piace la gente che lavora per dei risultati. Con gente come questa mi impegno a qualsiasi impresa, giacché per il solo fatto di averla al mio fianco mi considero ben ricompensato.

 

 
 
 

Protezioni

Post n°190 pubblicato il 26 Gennaio 2014 da setacuoio.2008
 

 

Ero perso con lo sguardo verso il mare
Ero perso con lo sguardo nell'orizzonte,
tutto e tutto appariva come uguale;
poi ho scoperto una rosa in un angolo di mondo,
ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione
di essere imprigionata fra le spine
non l'ho colta ma l'ho protetta con le mie mani,
non l'ho colta ma con lei ho condiviso il profumo e le spine tutte quante.

Ero perso -  Khāje Shams o-Dīn Moḥammad Ḥāfeẓ-e Shīrāzī (1315-1390)

 

 
 
 
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