Creato da vanille_noire il 27/06/2014

Venti da Nord Est

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Affinità...elettive

Post n°62 pubblicato il 11 Febbraio 2017 da vanille_noire

Riusciamo a ritrovarci sì e no una volta all'anno e sempre al solito posto, grosso modo alla stessa ora. E' una pizzeria napoletana. I tavolini sono vicini e lo spazio vitale è condiviso con quello degli altri avventori.

"Sto arrivando".

"Sto parcheggiando".

"Io entro: fuori si congela".

Differenti nei colori, nel carattere, nello stile, del resto, lo eravamo già da bambine.

Ci siamo anche giocate un fidanzatino. "Ricordi?!: spiaggia di Jesolo, estate 1988, era un certo Marco di Biella..." Poi nessuna delle due conservò il numero.

Ognuna la sua strada: tante gioie, qualche piccolo dolore, sicuramente una manciata  di segreti in due.

Rimane però l'amicizia. Un sentimento e un legame importante, e un po' mi rode dover ammettere che sia più forte, resistente e affidabile di molti amori.

Gli sguardi d'intesa e i sorrisi vincono una partita impari già in partenza sulle rughe d'espressione che il tempo comincia a dimenticare sui nostri volti.

Mi sento dire, alla fine: "Sei un'amica salvagente, tu non lo sai, ma mi hai tirato a galla un sacco di volte".

Affinità elettive, candidamente un po' ci credo, in amicizia, in amore.

 

 

 
 
 

Rossori

Post n°61 pubblicato il 28 Ottobre 2016 da vanille_noire

Le risate volutamente si zittiscono

e diventano parentesi di silenzi allusivi:

premessa da assaporare,

attraverso fronde rosse di aceri,

uno spicchio di luce bianca

ad impuntare, come fermaglio,

un drappo di cielo calmo.

 

 

 
 
 

Incoscienza

Post n°60 pubblicato il 21 Ottobre 2016 da vanille_noire

Potevo scegliere un bel corso, giusto per quelle della mia età:

pilates, yoga, danza del ventre, tango argentino, burlesque,

un tranquillo cake design.

Invece son qui, sorpresa di me stessa

e mi accorgo

di quanto possa sostenerti la seta,

di quello che si possa fare, anche se non si è più ragazze,

di come non sia poi così male stare appese a testa in giù

e dondolare nel vuoto,

dell'incredulità mista all'ammirazione negli occhi di chi ti sta guardando,

della forza mascherata dalla grazia in ogni singolo movimento.

Mi lego

e

mi slego io,

un po' come mi va,

complice una dose di sana incoscienza.

 

 
 
 

Cantieri aperti

Post n°59 pubblicato il 26 Settembre 2016 da vanille_noire

Poteva anche vantarsi di sapere tutto sui rapporti tra uomo e donna, su come ognuno dei due dovesse essere o cosa dovesse fare.

A me francamente parevano tutte cazzate.

Pensavo bastasse il mio "ti voglio bene", detto senza esitare un secondo: infantile, pulito e tremendamente vero.

Certo non era come dire "ti amo", ma vuoi mettere la strada che c'era ancora da fare: mica volevo finisse subito.

 
 
 

Finestate

Post n°58 pubblicato il 13 Settembre 2016 da vanille_noire

Con andatura volutamente leggera percorro il breve spazio che divide la porta sul retro dal terrapieno.

I fili d'erba solleticano i piedi ed il sole irrompe in questo pomeriggio di metà settembre. Vorrei avere il potere di confermare per i prossimi mesi i trenta gradi del tutto anomali, regalo inaspettato di questa continuazione d'estate.

Gli ultimi passi verso l'azzurro si fanno più veloci, so che il tempo si prepara a cambiare e l'idea mi spinge ad accelerare.

Prendo il coraggio, in un attimo mi tuffo ed è un tutt'uno la sensazione che il mio corpo mi ritorna: ho la mappatura completa di ogni poro che compone la mia pelle.

Sorrido e mi scrollo di dosso l'acqua dai capelli tra l'intirizzito e il divertito: un inchino al blu del cielo, un saluto al sole, scanzonato e sfrontato, decisamente diverso da quello praticato dagli yogi.

"Arrivederci estate", ti tengo ancora un po' con me, dilato il tempo, a modo mio.

 

 

 
 
 

Caveau

Post n°57 pubblicato il 13 Settembre 2016 da vanille_noire

Io e te in questa sala d'attesa.

Tieni le mani sugli occhi quasi a voler allontanare qualcosa di spaventoso, orribile, inquietante alla vista.

E' inusuale stare qui.

Hai chiesto di me e non dei tuoi figli, ora che la tua mente, le tue idee, i tuoi sentimenti sono altrove, fuggiti verso una destinazione sconosciuta, con un biglietto di sola andata, in una mattinata di fine luglio.

Hai chiesto di me perchè non sono una regola, non sono il giudizio, non faccio prediche.

Mi hai investita di un compito nuovo, in questa sorta di intercapedine, dove le porte si aprono e si chiudono solo dopo aver digitato segrete combinazioni note a pochi soltanto.

Il mio telefono mi ha dato forfait e non so lo scorrere del tempo.

Ho la forza di fantasticare su questo posto improbabile dove sediamo appaiate, che un po' ricorda il caveau di una banca e che analogamente custodisce ricchezze, certamente di altra entità, ma altrettanto speciali, preziose, fondamentali alle nostre esistenze.

Continui a mascherarti gli occhi con le tue mani che sembrano ali di falena disorientata. Sento il tuo tremare, l'odore della paura.

Ti abbraccio le spalle e sembra di cingere una grossa trapunta, calda, soffice e palesemente fuori stagione.

 

 

 

 
 
 

Il maltolto

Post n°56 pubblicato il 24 Agosto 2016 da vanille_noire

 

Deve essere accaduto mentre uscivo di corsa, sovrappensiero; sottobraccio il soprabito, la borsa a tracolla, in una mano le chiavi, nell'altra il telefono, il cuore in avaria, incredulità negli orecchi, orpelli ad ingannare gli occhi.

Inavvertitamente avevo preso anche qualcosa di tuo e mica me ne ero accorta al momento.

Già in situazioni normali devo pensare ad appoggiare un piede dopo l'altro, a non tartagliare con i ragionamenti, a scegliere con cura le parole, a sorridere, ad essere gentile per sentirmi a posto.

Quella volta lì, niente, ho rastrellato tutto, mio e tuo senza distinzione.

E poi, stamattina, una cosa bizzarra: mentre frugo nella mia vita in cerca di qualcosa che mi tiri su, eccolo lì, in fondo in fondo, non nascosto, ma solo camuffato che ci teneva a farsi trovare, il maltolto.

Tu la conosci la soddisfazione effimera, il sentore di vanagloria, ma soprattutto lo immagini nitidamente il mio sorriso colpevole e tutto questo solo per una manciata di secondi.


 

 

 
 
 

"Ciao, Slave..."

Post n°55 pubblicato il 08 Giugno 2016 da vanille_noire

Lo ammetto, qui dentro sono una guardona.

Sono curiosa di indole e naturalmente attratta da tutto quello che è diverso da me, dai miei gusti, dalle mie abitudini.

Capita così che "sprofilando" tra un nick e l'altro, maschili e femminili indistintamente, mi soffermi sulla scelta di nomi e immagini.

Per farla breve qualche giorno fa, immagino a causa del mio andirivieni, mi contatta un signore.

Il lui in questione aveva attirato la mia attenzione: nome autoritario "in latino", con gallery fotografica particolare e amicizie annesse non da meno.

Passo in rassegna tutti questi elementi e mi faccio un'idea del tipo.

Il signore mi chiede se sono una "slave".

Accidenti, la cosa mi spiazza. Così, a bruciapelo, su due piedi...!

Sommariamente so cosa vuol dire.

Faccio comunque un passo indietro, "umilio" solo un attimo le mie conoscenze: non voglio fare brutta figura e prima di rispondere mi documento, consulto Wikipedia, sia mai che abbiano apportato qualche aggiornamento al significato del termine e mi sto perdendo qualcosa.

Rileggo quello che bene o male già sapevo. Niente di nuovo, non faccio parte della categoria.

E qui in molti diranno: "Mia cara, ti sei preclusa un mondo di piaceri e di sensazioni forti".

Sì, può essere, non lo nego.

Anche perchè alla fine è lì che si arriva sempre, al piacere.

Io ho il mio di piacere, lo vivo, lo ricerco e mi appaga anche, banale se volete e quanto volete.... e  non mi permetto di discutere quello degli altri, purchè tra maggiorenni e consenzienti.

Piacciono un sacco anche a me certi "diversivi": giochi ad occhi bendati, nastri attorno ai polsi, gli "agghindamenti"... ma nessuna subordinazione conclamata, e magari esausti e felici si ride pure.

Va bene, decido di rispondergli, non voglio barare e poi la verità ripaga sempre: "No, non sono una slave".

Ecco fatto; e poi mica era mia intenzione proseguire la conoscenza, anche perchè nel mio immaginario, il "Master", insomma, non è mica un uomo qualunque.

Il "Master" dovrebbe essere impeccabile, senza "sbavature", uno immune agli scivoloni.

Per questo al signore avrei suggerito un bel nick in italiano.

Che ne so "Il.Tiranno"...

Avrebbe così ovviato allo sforzo inutile di declinare correttamente il suo nick latino: insomma che me ne faccio di un master al dativo o all'ablativo e plurali, per di più.

 

 

Ad essere precisi, a parole siamo tutti schiavi, più o meno consapevolmente quando salutiamo con un semplice "Ciao..."* Se non ci credete, consultate, sempre, Wikipedia. 

;-)

Deriva dal termine veneto (più specificamente veneziano) s'ciao, proveniente dal tardo latibo sclavus, traducibile come "[sono suo] schiavo".

 
 
 

Ubiquità

Post n°54 pubblicato il 04 Giugno 2016 da vanille_noire

E se le gambe e la ragione se ne erano andate,

il cuore, solo, aveva deciso di rimanere.

Penso si trattasse di un caso di ubiquità.

 
 
 

Malìa

Post n°53 pubblicato il 20 Maggio 2016 da vanille_noire

Le tue mani rivelavano la consistenza del mio corpo,

che improvvisamente mi appariva bello, desiderabile.

Di riscontro, dal tuo sguardo,

la malìa che avrei potuto su di Te.

 
 
 
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