Libero

carmelitanopasquale

  • Uomo
  • 60
  • Reggio Calabria
Sagittario

Mi trovi anche qui

ultimo accesso: 27 marzo

Amici 1

Ultime visite

Visite al Profilo 49.664
Bacheca1 post

Mi descrivo

"P.S. Ho smarrito un amico che si chiamava Pehnt. Era un ragazzo intelligente. Ne sapete mica qualcosa ?"

Su di me

Situazione sentimentale

single

Lingue conosciute

Francese, Inglese

I miei pregi

-

I miei difetti

-

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. JAG - Avvocati in divisa Serie televisiva
  2. CATHERINE BELL
  3. TRACEY NEEDHAM

Tre cose che odio

  1. nessuna
  2. nessuna
  3. nessuna

I miei interessi

Vacanze Ok!

  • Città d'arte

Vacanze Ko!

  • Campeggio
  • Passioni

    • Arte
    • Cinema

    Musica

    • Pop
    • Rock

    Cucina

    • Piatti italiani

    Libri

    • Classici
    • Narrativa

    Sport

    • Pallavolo

    Film

    • Azione

    Meta dei sogni

    Irlanda e Scozia

    Mio Dio, come adoro i tuoi capelli! Sono morbide onde sulla tua fronte, carezzano lievi la tua bellezza e mi fanno geloso quando ti baciano. Hai una bocca d'ambra e di rosa ma le tue parole mi trafiggono, se non mi dici, baciandomi, che amare è una sublime cosa. Vieni con me! Il vento urla forte, certo non può udirci, e quello che noi faremo qui sarà un dolcissimo mistero. (Théophile de Viau)

    Strana cosa che per capire il prossimo ci tocchi fuggirlo. E i discorsi più veri sono quelli che facciamo per caso, tra sconosciuti.

    "Ricordiamo solo ciò che non è mai accaduto"

    « Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole che essere qualcuno » (Carlos Ruiz Zafón, Il prigioniero del cielo)

    "Bella non solo ancor, ma bella tanto, / Al parer mio, che tutte l'altre avanzi".

    Calipso - Cos'è stato finora il tuo errare inquieto? Odisseo - Se lo sapessi avrei già smesso. Ma tu dimentichi qualcosa. Calipso - Dimmi. Odisseo - Quello che cerco l'ho nel cuore, come te.

    da Hamlet Suite (Shakespeare - Laforgue) Elena, vago per la mia stanza e mentre tu stai prendendo il tè in fondo all'oro d'un bel settembre, rabbrividisco per la tua salute!... Ah, la luna! La luna m'ossessiona. Ahimè, non me la sento di sposarmi: sono troppo spregevole per questo, voi non siete abbastanza intrattabili. Sempre così a estasiarvi... E vivacchio! Vivacchio! Sono troppo numeroso per dire sì e no... Mi sento troppo pazzo. Da sposato Maciullerei la bocca alla mia bella e, caduto in ginocchio, le direi queste parole losche: e troppo! E' troppo!, il mio cuore è troppo centrale, e tu non sei che carne umana, non puoi non puoi trovarmi tanto ingiusto se ti faccio del male... In verità, più ci si estasia insieme e meno s'è d'accordo. In verità, la vita è troppo breve.

    Guido Gozzano, La signorina Felicita, ovvero la Felicità VI Tu m'hai amato. Nei begli occhi fermi luceva una blandizie femminina; tu civettavi con sottili schermi, tu volevi piacermi, Signorina e più d'ogni conquista cittadina mi lusingò quel tuo voler piacermi. Unire la mia sorte alla tua sorte per sempre, nella casa centenaria! Ah! Con te, forse, piccola consorte vivace, trasparente come l'aria, rinnegherei la fede letteraria che fa la vita simile alla morte... Oh! Questa vita sterile, di sogno! Meglio la vita ruvida concreta del buon mercante inteso alla moneta, meglio andare sferzati dal bisogno, ma vivere di vita! Io mi vergogno, sì, mi vergogno d'essere un poeta! Tu non fai versi. Tagli le camicie per tuo padre. Hai fatto la seconda classe, t'han detto che la terra è tonda, ma non ci credi... E non mediti Nietzsche... mi piaci. Mi faresti più felice d'un intellettuale gemebonda... Tu ignori questo male che s'apprende in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti, tutta beata nelle tue faccende. Mi piaci. Penso che leggendo questi miei versi tuoi, non mi comprenderesti, ed a me piace chi non mi comprende. Ed io non voglio più essere io! Non più l'esteta gelido, il sofista, ma vivere nel tuo borgo natio ma vivere alla piccola conquista mercanteggiando placido, in oblio come tuo padre, come il farmacista... Ed io non voglio più essere io!

    Non chiederci la parola,che metta a fuoco sotto ogni profilo, il nostro animo privo di certezze, e a lettere che lo chiariscano rendendolo luminoso come il fiore dello zafferano: perduto in mezzo ad un prato polveroso. Ah l'uomo che se ne va sicuro, senza contrasti con se stesso e con gli altri. E la sua ombra non viene toccata che dal sole nel periodo più caldo dell'estate; proiettata su un muro mancante di intonaco. Non domandarci il segreto che possa rivelarti nuove prospettive di conoscenza del mondo,bensì una distorta sillaba secca come un ramo. Solo questo possiamo in questo momento farti presente, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

    "Il nostro destino è sconosciuto. E, quando il destino si compie, noi non possiamo fare altro che guardare e tacere, così come partire o tornare, nascere o morire." Disse. E ascoltava la dea. Poi, se ne andò verso l'Olimpo, dove è -dicono- la sede sempre serena dei numi. Non da venti e squassata, mai dalla pioggia è bagnata, non cade la neve. Ma, l'etere sempre si stende, privo di nubi. Candida scorre la luce.

    Fantozzi: Ma in merito a tutte queste rivendicazioni e a tutte le ingiustizie che ci sono, lei che cosa consiglierebbe di fare, Maestà?/ Mega Direttore Galattico: Ecco, bisognerebbe che per ogni problema nuovo tutti gli uomini di buona volontà, come me e come lei, caro Fantozzi, cominciassero a incontrarsi senza violenze in una serie di civili e democratiche riunioni, fino a che non saremo tutti d'accordo./ Fantozzi: Ma, mi scusi, Santità, ma in questo modo ci vorranno almeno mille anni!/ Mega Direttore Galattico: Posso aspettare, io./ Fantozzi: Grazie
    , , , , , , , , , , , , ,