Mi descrivo
Esiste un mondo , dove il silenzio si riempie di colori , di sensazioni . Un mondo che a pochi è concesso scoprire . Perchè pochi sanno ascoltare il silenzio dell'acqua.
Vorrei farti vedere la mia vita ( C.Lolli )
Vorrei farti vedere la mia vita ( C.Lolli )
Vorrei farti vedere la mia vita E gli oggetti che le girano intorno
E le luci che la rendono impaurita Fino dall'alba e fino al nuovo
giorno. Vorrei farti vedere la mia vita, Le bottiglie i piatti,
sporchi, le canzoni, Raccontarti che mi bastano due dita Per dire
alt, ok, contraddizioni, Vorrei farti vedere il passaporto Un po'
ingiallito che ho Dentro il portafogli Vorrei dirti che non sono
ancora morto, Anche se il mio tempo E' schiavo dagli imbrogli.
Vorrei fare tutto questo ma ti guardo E capisco che tu forse non lo
vuoi Siamo gente, noi, lontana dal traguardo, Siamo lontani dagli
errori e dagli eroi, Poi c'è un bimbo che mi chiama con la mano
Begli occhi neri, Tocca il mondo con le dita L'avrei fatto anch'io
soltanto ieri, E oggi vorrei regalarti la mia vita. Vorrei farti
vedere la mia vita Un film sbagliato In cui non succede niente, Con
degli attori che non sanno recitare, Non sono attori, E non sono
neanche gente, Come sugli autobus di questa ITALIA NAZI Che mi
trasportano Da un centro ad un macello Con della gente Che propone
di ammazzare Sia la cruna che l'ago, E anche il cammello. Ecco,
vorrei che mi vedessi lì, perduto in mezzo alla violenza Del mio
mondo, E poterti dire: non può essere così Diamoci un bacio In
questo brutto girotondo, E vorrei che mi vedessi alla stazione
Mentre fumo, guardo i treni E bevo vino, Io vorrei che tu vedessi
la mia vita Amando i punti del mio Piccolo declino. Poi c'è un
bimbo Che mi chiama con la mano Begli occhi neri, Tocca il mondo
con le dita, L'avrei fatto anch'io soltanto ieri, E oggi vorrei
farti vedere la mia vita. L'avrei fatto anch'io soltanto ieri, E
oggi vorrei farti vedere la mia vita
Lettere ( A. Merini )
Lettere ( A. Merini ) Rivedo le tue lettere d’amore illuminata
adesso da un distacco, senza quasi rancore. L’illusione era forte a
sostenerci, ci reggevamo entrambi negli abbracci, pregando che
durassero gli intenti. Ci promettemmo il sempre degli amanti, certi
nei nostri spiriti divini. E hai potuto lasciarmi, e hai potuto
intuire un’altra luce che seguitasse dopo le mie spalle. Mi hai
resuscitato dalle scarse origini con richiami di musica divina, mi
hai resa divergenza di dolore, spazio, per la tua vita di ricerca
per abitarmi il tempo di un errore. E mi hai lasciato solo le tue
lettere, onde io le ribevessi nella tua assenza. Vorrei un figlio
da te, che sia una spada lucente, come un grido di alta grazia, che
sia pietra, che sia novello Adamo, lievito del mio sangue e che
dissolva più dolcemente questa nostra sete. Ah se t’amo! Lo grido
ad ogni vento gemmando fiori da ogni stanco ramo, e fiorita son
tutta e di ogni velo vò scerpando il mio lutto perché genesi sei
della mia carne. Ma il mio cuore trafitto dall’amore ha desiderio
di mondarsi vivo, e perciò, dammi un figlio delicato! Un bellissimo
vergine viticcio da allacciare al mio tronco. E tu, possente padre,
tu olmo ricco di ogni forza antica, mieterai dolci ombre alle mie
luci.