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Mi descrivo

Cosa cambierebbe??...... non si era ancora scorto...che l'essere umano si basa sulla sua testa, cioè sul pensiero e costruisce la realtà conformemente a esso... Questa fu dunque una splendida aurora. Tutti gli esseri pensanti hanno celebrato concordi quest'epoca. P.S. occupo tempi morti che spesso rimangono morti.. no no, non è colpa vostra, è colpa mia, perchè cerco un'utopia. M.

Su di me

Situazione sentimentale

-

Lingue conosciute

-

I miei pregi

-

I miei difetti

-

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. Tre sono poche...
  2. nessuna
  3. nessuna

Tre cose che odio

  1. Non odio mai....
  2. con le dovute..
  3. eccezioni.

Dovrete perdonarmi, se non accetto inviti nello spazio amici……prima o poi….nel caso debba ricredermi...sul poter fare amicizia....qui!!…..questo messaggio svanirà.... M.

...questo Piano non suona... parla.

La ragione dei miei ragionamenti....non è quella di esporre le mie ragioni....per farmi dare ragione....ma solo per stimolare....le ragioni arrugginite....a ragionare.

Cosa??....più di una provocazione......può scaturire....l'Istinto......

"L'assoluto....è come una notte nera.....in cui tutte le vacche....sono nere.."  Hegel

« Ciò che è reale è razionale;..e ciò che è razionale è reale  »

 

coscienza

La coscienza infelice è la coscienza di sé come dell'essenza duplicata e ancora del tutto impigliata nella contraddizione. Assistiamo così alla lotta contro un nemico, contro cui la vittoria è piuttosto una sottomissione: aver raggiunto un contrario significa piuttosto smarrirlo nel suo contrario. La coscienza della vita, la coscienza dell'esistere e dell'operare della vita stessa, è soltanto il dolore per questo esistere e per questo operare; quivi infatti come consapevolezza dell'essenza ha soltanto la consapevolezza del suo contrario, ed è quindi conscia della propria nullità. Da questa posizione essa inizia la sua ascesa verso l'intrasmutabile. ...Hegel

Questa coscienza infelice scissa entro se stessa è così costituita che, essendo tale contraddizione della sua essenza una coscienza, la sua prima coscienza deve sempre avere insieme anche l'altra. In tal modo, mentre essa ritiene di aver conseguito la vittoria e la quiete dell'unità, deve immediatamente venire cacciata da ciascuna delle due coscienze.

Consapevolezza

La consapevolezza fornisce il materiale "grezzo" a partire dal quale gli animali possono sviluppare delle idee soggettive circa la loro esperienza, il passo successivo alle idee è arrivare a scoprire la parte inconscia, diventando totalmente conscia, questa è l'illuminazione. L'uomo è l'unico animale che può raggiungere questo stato (il picco più alto di consapevolezza).

La deduzione trascendentale

Per trascendentale s’intende lo studio di cose a priori che valgono universalmente.  Mentre ‘deduzione’ indica la legittimità di fatto dell’utilizzo delle categorie da parte dell’intelletto.  L’uso del termine deduzione è quello giuridico.  Non possiamo ricevere nulla al di là delle nostre forme a priori, l’utilizzo di queste forme è già giustificato in quanto non abbiamo altri mezzi.  Per sapere se le griglie del pensiero valgono per la realtà servono deduzioni trascendentali cioè quando abbiamo delle esperienze non solo abbiamo ricevuto dati, li abbiamo anche codificati nello spazio e nel tempo. È unificando gli input che riceviamo che creiamo esperienze. Questi input vengono unificati/codificati dal nostro centro mentale unificatore detto IO PENSO.  L’IO PENSO cioè il centro mentale unificatore è una facoltà che tutti i cervelli umani hanno. L’io penso opera attraverso le categorie e giustifica le sensazioni tramite il pensiero, perciò mi è impossibile conoscere il noumeno.  L’oggettivamente lo posso conoscere solo in senso fenomenico(per tutti gli uomini).  Il principio di causa è quindi un modo di categoralizzare l’universale proprio degli uomini.  Riassumendo: problema = pur essendo forme oggettive della mente, le categorie pretendono di valere anche per gli oggetti, è legittimo?  Soluzione = poiché gli oggetti dell’esperienza devono sottostare all’io penso essi devono sottostare anche alle categorie attraverso le quali l’io-penso opera nella sua attività di sintesi. Le categorie essendo articolazioni logiche interne all’attività unificatrice dell’io penso, rappresentano la condizione di pensabilità degli oggetti.  In conseguenza i nessi instaurati dalle categorie valgono ‘oggettivamente/universalmente’ per il mondo fenomenico.

Kant

"Da un legno così storto, com'è quello di cui è fatto l'Essere Umano...non si può ricavare nulla di perfettamente dritto"..

Il vero

è

l'intero…

Per Bene....intendo ogni genere di Gioia....e qualunque cosa inoltre conduce ad essa... e soprattutto....ciò che soddisfa un desiderio......qualunque esso sia........

Gli esseri umani, sono soliti formare idee universali tanto delle cose naturali, quanto di quelle artificiali, idee che considerano come modelli, ai quali credono che la natura (che stimano non faccia nulla senza un fine) guardi e si proponga anch'essa come modello. Quando, dunque, vedono che accade qualcosa in natura che non concorda con il modello che hanno concepito di tale cosa credono allora che la natura abbia fallito o peccato e abbia lasciato quella cosa imperfetta....

A.Schweitzer

«Durante questo viaggio mi ero proposto di riflettere in profondità sulla formazione di una cultura che fosse capace di maggiore energia e profondità etica della nostra….mi venne in mente improvvisamente l'espressione "rispetto per la vita", che, per quanto io sappia, non avevo mai sentito né letto. Mi resi conto immediatamente che questa espressione aveva in sé la soluzione del problema che mi stava assillando».

 

Etica e Morale

Le virtù sono disposizioni, o tratti, non interamente innate. Esse devono essere acquisite, almeno in parte, attraverso l'insegnamento e la pratica continua di tali insegnamenti. Di fatto la moralità dovrebbe essere concepita primariamente come acquisizione e coltivazione di tali tratti, ossia il fare delle virtù un vero e proprio habitus.

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