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Mi descrivo

......a volte basta solo esistere, per essere felici :-) altre volte basta trovare chi ci rende speciali :-) e non lasciarlo più andare..... altre volte basta accontentarsi.... di quello che si ha....

Su di me

Situazione sentimentale

-

Lingue conosciute

-

I miei pregi

Riesco a stare sempre immobile....

I miei difetti

Non riesco a muovermi anche volendo....

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. solo lei e nessun altro ...
  2. dolcemente lei
  3. unicamente lei ... mia figlia ...

Tre cose che odio

  1. chi ruba i semini
  2. la pioggia che bagna la terra
  3. chi non rispetta la natura e le sue creature

I miei interessi

Libro preferito

Cerchi nell'Acqua

Film preferito

Lo Spaventa Passeri

Una volta un cardellino fu ferito a un'ala da un cacciatore. Per qualche tempo riuscì a sopravvivere con quello che trovava per terra. Poi, terribile e gelido, arrivò l'inverno.
Un freddo mattino, cercando qualcosa da mettere nel becco, il cardellino si posò su uno spaventapasseri. Era uno spaventapasseri molto distinto, grande amico di gazze, cornacchie e volatili vari.
Aveva il corpo di paglia infagottato in un vecchio abito da cerimonia; la testa era una grossa zucca arancione; i denti erano fatti con granelli di mais; per naso aveva una carota e due noci per occhi.
"Che ti capita, cardellino?", chiese lo spaventapasseri, gentile come sempre.
"Va male. - sospirò il cardellino - Il freddo mi sta uccidendo e non ho un rifugio. Per non parlare del cibo. Penso che non rivedrò la primavera".
"Non aver paura. Rifugiati qui sotto la giacca. La mia paglia è asciutta e calda".
Così il cardellino trovò una casa nel cuore di paglia dello spaventapasseri. Restava il problema del cibo. Era sempre più difficile per il cardellino trovare bacche o semi. Un giorno in cui tutto rabbrividiva sotto il velo gelido della brina, lo spaventapasseri disse dolcemente al cardellino.
"Cardellino, mangia i miei denti: sono ottimi granelli di mais".
"Ma tu resterai senza bocca".
"Sembrerò molto più saggio".
Lo spaventapasseri rimase senza bocca, ma era contento che il suo piccolo amico vivesse. E gli sorrideva con gli occhi di noce.
Dopo qualche giorno fu la volta del naso di carota.
"Mangialo. E' ricco di vitamine", diceva lo spaventapasseri al cardellino.
Toccò poi alle noci che servivano da occhi. "Mi basteranno i tuoi racconti", diceva lui.
Infine lo spaventapasseri offrì al cardellino anche la zucca che gli faceva da testa.
Quando arrivò la primavera, lo spaventapasseri non c'era più. Ma il cardellino era vivo e spiccò il volo nel cielo azzurro.

spaventapasseri innamorato

spaventapasseri innamorato

Lo spaventapasseri è innamorato
di Guido Visconti – ill. Giovanna Osellame

Tra spighe di grano e uccellini che cinguettano, nasce un amore. Fin qui tutto sembrerebbe un banale e scontatissimo topos idilliaco. E questo libro non lo avremmo mai recensito se non avesse avuto due protagonisti alquanto inusuali. Gustavo, spaventapasseri, è innamorato di Cornelia, la spaventapasseri del campo accanto al suo. Vorrebbe abbracciarla, ma ovviamente non può; sua unica complice è, talvolta, una brezza che soffiando leggera gli scompone un po’ la manica della giacca, permettendogli di salutare la sua amata. Ma Gustavo è buono e disponibile con tutti e questa sua attitudine a far del bene lo ricompenserà in pieno, donandogli, alla fine, la vicinanza con la sua innamorata. Per chi ama le storie romantiche!

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Spaventapasseri mi chiamo, son mezzo uomo mezzo ramo. Con i miei vestiti sbrindellatimi metton sempre in mezzo ai prati E in mezzo ai prati e in mezzo ai campi, con pioggia e sole, vento e lampi, io caccio via tutti gli uccelli, che siano brutti o siano belli. Ho un gran cappello in testa (Giovanni dice che sia una cresta…..) E una camicia verde e rossa ( Francesca dice che è un po’ grossa….  ) Ho pantaloni rattoppati, calzini scomodi e bucati E intorno al collo un fazzoletto (Vanessa dice che è perfetto….). Se arriva in volo un passerotto, lo guardo subito di brutto. La mia occhiata gli fa effetto e scappa subito detto-fatto. Se invece arriva un corvo nero, divento brutto per davvero e l’uccello scuro scuro vola via di sicuro. C’è solo un timido uccellino che non va via, mi sta vicino. Va bhe’ lo confesso: quell’uccellino ha il mio permesso. Si chiama scricciolo ed un giorno, proprio alla fine dell’inverno, s’è fatto il nido, divertito, in tasca del mio vestito. Da allora, se mi sento solo, osservo scricciolo e il suo volo e il sole sparge in mezzo ai prati arcobaleni colorati. Se la tristezza mi passa accanto, ascolto scricciolo e il suo canto. Son mezzo uomo mezzo ramo, spaventapasseri mi chiamo. Di: Elio Giacone
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