Il poeta. 2.
Ci sono al mondo i superflui, gli
aggiunti,
non registrati nell'ambito della visuale.
(Che non figurano nei vostri manuali,
per cui una fossa da scarico è la casa).
Ci sono al mondo i vuoti, i presi a
spintoni,
quelli che restano muti: letame,
chiodo per il vostro orlo di seta!
Ne ha ribrezzo il fango sotto le ruote!
Ci sono al mondo gli apparenti -
invisibili,
(il segno: màcula da lebbrosario)!
ci sono al mondo i Giobbe, che Giobbe
invidierebbe se non fosse che:
Marina Cvetaeva
Lalla Romano
Solamente il silenzio oltre il gelo dei mondi oltre il solitario
passo dei vecchi oltre il sonno dimenticato dei morti solo il
silenzio vive. Lalla ROMANO
Se devi amarmi, per null'altro sia se non che
per amore. Mai non dire: "L'amo per il sorriso, per lo sguardo, la
gentilezza del parlare, il modo di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno". Queste son tutte cose che posson
mutare, Amato, in sé o per te, un amore così sorto potrebbe poi
morire. E non amarmi per pietà di lacrime che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto chi ebbe a lungo il tuo conforto, e
perderti. Soltanto per amore amami e per sempre, per l'eternità. --
Elizabeth Barrett Browning
"Pensa. Ne sei capace. Sopratutto non devi fuggire nel
sonno-dimenticare i dettagli - ignorare i problemi - costruire
barriere fra te e il mondo e le allegre ragazze brillanti - ti
prego, pensa, svegliati. Credi in qualche forza benefica al di
fuori del tuo io limitato. Signore, signore, signore: dove sei? Ti
voglio, ho bisogno di te: di credere in te e nell'amore e
nell'umanità..." Quando scrisse queste frasi aveva 22 anni. Sylvia,
amica mia... la vita continua e tutto viene dimenticato, sommerso
dalle parole, dalle azioni, dal vento freddo e ostile che a volte
spira contro di noi. Ha una mano decisa, la sua scrittura è sicura,
forte, capace di suscitare subito reazioni nel lettore, così come
solo la Parola vera sa fare. Pochissimi fronzoli, nessuna passione
violenta, ma una scrittura, oso dire, sanguignia, pesata e,
sopratutto, irruente, quasi che avesse il terrore della pagina
bianca e che subito dovesse riempirla con se stessa, fino a
perdersi nelle sue stesse parole. Le sue poesie non sono da meno.
Consiglio a tutti di leggere la profonda, e assai drammatica,
poesia "Lady Lazarus": parole forti, ritmiche, quasi amare. Il
continuo parlare di morte della Plath può forse ingannare il
lettore superficiale; spesso dietro al tanto, troppo, parlare di
morte, vi può essere un disperato bisogno di vivere. Non so se
Sylvia amava la vita, ma non posso non pensarlo guardando una sua
splendida foto di lei al mare (la trovate nelle IMMAGINI, estate
1954): che bel sorriso che avevi, luminoso e forte. Riprendo in
mano i Diari, apro la prima pagina, luglio 1950: "Forse non sarò
mai felice...ma stasera sono contenta. Mi basta la casa vuota, un
caldo, vago senso di stanchezza fisica per aver lavorato tutto il
giorno al sole a piantare fragole rampicanti, un bicchiere di latte
freddo zuccherato, una ciotola di mirtilli affogati nella panna
(...) in momenti come questi sarei una stupida a chiedere di più."
Syvia Plath
In un momento
sono sfiorite le rose
i petali caduti
perché io non potevo dimenticare le rose
le cercavamo insieme
abbiamo trovato delle rose
erano le sue rose erano le mie rose
questo viaggio chiamavamo amore
col nostro sangue e colle nostre lagrime
facevamo le rose
che brillavano un momento al sole del
mattino
le abbiamo sfiorate sotto il sole tra i
rovi
le rose che non erano le nostre rose
le mie rose le sue rose.
Dino Campana
Emily Elizabeth Dickinson - Dona ai vivi le lacrime che spandi
sopra i morti, ed essi saranno uomini e donne, ora, accanto al tuo
focolare, invece di essere passive creature, cui l’amore è negato,
finché essi stessi non neghino l’amore con l’etereo disprezzo della
morte.