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Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. ,
  2. ,,
  3. ,

Tre cose che odio

  1. ,
  2. ,
  3. ,

video22

  
Il poeta. 2.

    Ci sono al mondo i superflui, gli aggiunti,
    non registrati nell'ambito della visuale.
    (Che non figurano nei vostri manuali,
    per cui una fossa da scarico è la casa).

    Ci sono al mondo i vuoti, i presi a spintoni,
    quelli che restano muti: letame,
    chiodo per il vostro orlo di seta!
    Ne ha ribrezzo il fango sotto le ruote!

    Ci sono al mondo gli apparenti - invisibili,
    (il segno: màcula da lebbrosario)!
    ci sono al mondo i Giobbe, che Giobbe
    invidierebbe se non fosse che:



 Marina Cvetaeva

Non ho bisogno di te
Vladimir Vladimirovic Majakovskij

Tanto lo so
tra breve creperò
se davvero tu esisti
o dio
o mio dio
se fossi tu a tessere il tappeto stellato
se questo tormento ogni giorno moltiplicato
è per me un tuo esperimento
indossa la toga curiale.
La mia visita attendi
sarò puntuale
non tarderò ventiquattr'ore.
Ascoltami
altissimo inquisitore!

Io sono verticale Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.
 

Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo piu' perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me piu' naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.

SyVia Plhat

Lalla Romano

                                                      
 





Solamente il silenzio oltre il gelo dei mondi oltre il solitario passo dei vecchi oltre il sonno dimenticato dei morti solo il silenzio vive. Lalla ROMANO

Se devi amarmi, per null'altro sia se non che per amore. Mai non dire: "L'amo per il sorriso, per lo sguardo, la gentilezza del parlare, il modo di pensare così conforme al mio, che mi rese sereno un giorno". Queste son tutte cose che posson mutare, Amato, in sé o per te, un amore così sorto potrebbe poi morire. E non amarmi per pietà di lacrime che bagnino il mio volto. Può scordare il pianto chi ebbe a lungo il tuo conforto, e perderti. Soltanto per amore amami e per sempre, per l'eternità. -- Elizabeth Barrett Browning

                                    
 

Syvia Plath
scrisse la campana di Vetro

"Pensa. Ne sei capace. Sopratutto non devi fuggire nel sonno-dimenticare i dettagli - ignorare i problemi - costruire barriere fra te e il mondo e le allegre ragazze brillanti - ti prego, pensa, svegliati. Credi in qualche forza benefica al di fuori del tuo io limitato. Signore, signore, signore: dove sei? Ti voglio, ho bisogno di te: di credere in te e nell'amore e nell'umanità..." Quando scrisse queste frasi aveva 22 anni. Sylvia, amica mia... la vita continua e tutto viene dimenticato, sommerso dalle parole, dalle azioni, dal vento freddo e ostile che a volte spira contro di noi. Ha una mano decisa, la sua scrittura è sicura, forte, capace di suscitare subito reazioni nel lettore, così come solo la Parola vera sa fare. Pochissimi fronzoli, nessuna passione violenta, ma una scrittura, oso dire, sanguignia, pesata e, sopratutto, irruente, quasi che avesse il terrore della pagina bianca e che subito dovesse riempirla con se stessa, fino a perdersi nelle sue stesse parole. Le sue poesie non sono da meno. Consiglio a tutti di leggere la profonda, e assai drammatica, poesia "Lady Lazarus": parole forti, ritmiche, quasi amare. Il continuo parlare di morte della Plath può forse ingannare il lettore superficiale; spesso dietro al tanto, troppo, parlare di morte, vi può essere un disperato bisogno di vivere. Non so se Sylvia amava la vita, ma non posso non pensarlo guardando una sua splendida foto di lei al mare (la trovate nelle IMMAGINI, estate 1954): che bel sorriso che avevi, luminoso e forte. Riprendo in mano i Diari, apro la prima pagina, luglio 1950: "Forse non sarò mai felice...ma stasera sono contenta. Mi basta la casa vuota, un caldo, vago senso di stanchezza fisica per aver lavorato tutto il giorno al sole a piantare fragole rampicanti, un bicchiere di latte freddo zuccherato, una ciotola di mirtilli affogati nella panna (...) in momenti come questi sarei una stupida a chiedere di più." Syvia Plath

 
    In un momento
    sono sfiorite le rose
    i petali caduti
    perché io non potevo dimenticare le rose
    le cercavamo insieme
    abbiamo trovato delle rose
    erano le sue rose erano le mie rose
    questo viaggio chiamavamo amore
    col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
    che brillavano un momento al sole del mattino
    le abbiamo sfiorate sotto il sole tra i rovi
    le rose che non erano le nostre rose
    le mie rose le sue rose.


Dino Campana

                                  



Emily Elizabeth Dickinson - Dona ai vivi le lacrime che spandi sopra i morti, ed essi saranno uomini e donne, ora, accanto al tuo focolare, invece di essere passive creature, cui l’amore è negato, finché essi stessi non neghino l’amore con l’etereo disprezzo della morte.

mmm

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