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Tre cose che amo

  1. LA RISERVA DELLO ZINGARO
  2. I CANNOLI
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Tre cose che odio

  1. I LEGHISTI
  2. MIA SUOCERA
  3. MIA COGNATA

No alla pedofilia

Vi lancio una sfida! Nel mondo dei blog siamo numerosi, pero', possiamo riuscirci a far girare un messaggio a tutti ed è  per una causa buonissima ANTIPEDOFILIA! Perche' episodi su tanti bambini siano solo un brutto ricordo per tutti. Daremo un segnale... CREDIAMOCI INSIEME!! Ricopiate sul vostro blog questo stralcio e vediamo quanti di noi riescono realmente a dar vita a questa campagna e,dopo averlo copiato aggiungete la vostra firma... come dire  IO CI STO!!
Combattiamo insieme:
Goldrake - Actarus - Neruda74s - Antonio - missfiore - ladyviolet991 - navyseal2006 - sersir82- lamollysonoio- sto_come_i_pazzi- frankd8-MADE-IN-SICILIA

CANNOLI

CannoliSiciliani.jpg

Si compone di una cialda di pasta fritta (detta scòrza e lunga da 15 a 20 cm con un diametro di 4-5 cm) ed un ripieno a base di ricotta.
Per la scorza, si formano piccoli dischi di pasta (fatta di farina di grano tenero, vino, zucchero e strutto) che vengono arrotolati su piccoli tubi di metallo e poi fritti, tradizionalmente nello strutto, oggi anche in grassi meno costosi.
Prima delle moderne leggi in materia d'igiene, la pasta veniva arrotolata su piccoli cilindri ritagliati da canne, che diedero il nome al dolce.

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arancepaniere1.jpg

Selinunte

Selinunte (greco Selinos, latino Selinus) era una antica città greca sulla costa sud-occidentale della Sicilia. Il sito archeologico è composto da cinque templi costruiti intorno ad una acropoli. Dei cinque templi solo il tempio E (il cosiddetto tempio di Era) è stato ricostruito.Immagine:Sicily Selinunte Temple E (Hera).JPG

torre salsa

La riserva naturale orientata "Torre Salsa" è un'area naturale protetta della Sicilia, istituita nel 2000 e gestita dal WWF Italia, in convenzione con la Regione Siciliana.

Immagine:Spiaggia Torre Salsa.JPG

Il territorio della riserva si estende per 761,62 ha in provincia di Agrigento nel comune di Siculiana. Il suo litorale si estende lungo la costa per circa 6 chilometri dove si l'alternano falesie più o meno ripide, dune e spiagge.La riserva di Torre Salsa vanta uno dei pochi esempi integri di ambiente dunale sopravvissuti in Sicilia

Immagine:Scala dei Turchi 1.jpg

La Scala dei Turchi è una parete rocciosa di tipo scoglifero, che si erge a picco sul mare lungo la costa di Realmonte, vicino a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Essa è diventata un'attrazione turistica sia per la singolarità della scogliera, di colore bianco e dalle peculiari forme, sia a seguito della popolarità acquisita dai romanzi di Montalbano scritti da Andrea Camilleri, in cui tali luoghi vengono citati (vicino è l'immaginario paese del commissario, Vigata).

SEGESTA

Il tempio grecoLo storico greco Tucidide narra che i profughi troiani, attraversando il Mar Mediterraneo, giunsero fino in Sicilia, e fondarono Segesta ed Erice. Secondo il mito, Segesta sarebbe stata fondata da Aceste (che ne fu il primo re), figlio della nobile troiana Egesta e del dio fluviale Crimiso.

Il tempioIl teatro

TINDARI

La laguna di Tindari

La città venne fondata da Dionisio di Siracusa nel 396 a.C. come colonia di mercenari che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine, nel territorio della città sicula di Abacaenum (Tripi), e prese il nome di Tyndaris.

Il santuario di TindariLa madonna nera di Tindari

ERICE

Immagine:Erice-views-bjs-1.jpg

Secondo Tucidide, fu fondata dagli esuli troiani, che fuggendo nel Mar Mediterraneo avrebbero trovato il posto ideale per insediarvisi; sempre secondo la leggenda, i Troiani avrebbero poi dato vita al popolo degli Elimi. Fu contesa dai Siracusani e Cartaginesi sino alla conquista da parte dei Romani nel 244 a.C.

CALTAGIRONE

Immagine:Caltagirone.jpg

pasta con le sarde

Pasta con le sarde

La pasta con le sarde (pasta cche sardi in palermitano) è un piatto tipico della cucina palermitana:

E' un piatto stagionale: si può preparare da marzo a settembre e cioè nell’unico periodo dell’anno in cui si trovano al mercato le sarde fresche ed è possibile raccogliere nei campi il finocchio selvatico. Esistono molte varianti

pasta con le sarde

Per cinque o sei persone: 500 g di sarde fresche, 500 g di bucatini, 500 g di finocchietti di montagna, 2 cipolle medie o 1 cipolla piuttosta grossa, 3 acciughe salate, 50 g di uva sultanina e altrettanti di pinoli, una bustina di zafferano, olio, sale e pepe.

Lessare per una ventina di minuti i finocchietti in tanta acqua salata, quanta ne servirà poi per la pasta (4 litri per 500 g), scolarli e tritarli. Tenere da parte l’acqua. In un tegame, scottare le sarde in 1 dl d’olio extravergine d’oliva (un minuto per lato), scolarle e riservarle. Mettere a soffriggere nello stesso tegame le cipolle finemente affettate fino a leggerissima coloritura e unire quindi i finocchietti, le sarde, l’uva sultanina (rinvenuta in acqua tiepida per mezz’ora), i pinoli, sale e pepe. Cuocere a fuoco basso, mescolando, per amalgamare la salsa. Dopo una ventina di minuti, unire le acciughe che sono state dissalate, lavate, asciugate e infine sciolte in un tegamino con un cucchiaio d’olio caldo. Cuocere ancora per 15 minuti, sempre mescolando e unire quindi una bustina di zafferano, sciolto in un cucchiaio dell’acqua di cottura dei finocchietti. Mettere intanto a cuocere la pasta nell’acqua di cottura dei finocchietti. Scolarla al dente e unirla al condimento. Lasciare riposare per qualche minuto prima di servire

CASSATA

Una cassata della zona di Palermo

Le radici della cassata risalgono alla dominazione araba in Sicilia (IX-XI secolo). Gli arabi avevano introdotto la canna da zucchero, il limone, il cedro, l'arancia amara, il mandarino, la mandorla. Insieme alla ricotta, che si produceva in Sicilia dai tempi preistorici, erano così riuniti tutti gli ingredienti base della cassata, che all'inizio non era che un involucro di pasta frolla farcito di ricotta zuccherata e poi infornato.

cassata

Nel periodo normanno fu creata la pasta reale, un impasto di farina di mandorle e zucchero, che, colorato di verde con estratti di erbe, sostituì la pasta frolla come involucro. Si passò così dalla cassata al forno a quella composta a freddo.

Gli spagnoli introdussero in Sicilia il cioccolato e il pan di Spagna. Durante il barocco si aggiungono infine i canditi.

cassata

Inizialmente la cassata era un prodotto della grande tradizione dolciaria delle monache siciliane ed era riservata al periodo pasquale. Un documento ufficiale[citazione necessaria] di un sinodo dei vescovi siciliani a Mazara del Vallo nel 1575 afferma che la cassata è "irrinunciabile durante le festività". Un proverbio siciliano recita "Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri pasqua" ("Meschino chi non mangia cassata la mattina di pasqua"). La decorazione caratteristica della cassata siciliana con la zuccata fu introdotta nel 1873 (in occasione di una manifestazione che si tenne a Vienna) dal pasticcere palermitano cav. Salvatore Gulì, il quale aveva un laboratorio nel centralissimo corso Vittorio Emanuele a Palermo

GOLE DI ALCANTARA

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ETNA

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Stemma di Ribera

ARANCINI

Immagine:Arancini 002.jpg

L'arancino sembra essere stata importato dagli arabi che erano soliti mangiare riso e zafferano condito con erbe e carne, durante i pasti. L'invenzione della panatura sembra venire dalla corte di Federico II, quando si cercava un modo per potersi portare nei suoi viaggi e le battute di caccia la pietanza. La panatura croccante, infatti, assicurava un'ottima conservazione del riso e del condimento, oltre ad una migliore trasportabilità.

ARANCINI

Immagine:Arancini messinesi.JPG

Per la preparazione si fa cuocere al dente del riso a chicchi tondi, si impasta con burro e pecorino e si fa raffreddare su un piano di marmo. Formati dei dischi di questo impasto, si pone al centro di ciascuno una porzione di farcitura e si chiudono. Successivamente, si passano nell'uovo sbattuto e nel pangrattato, pronti per essere fritti.

A Palermo è molto diffuso l'uso dello zafferano per dare un colorito dorato al riso, molto compatto e nettamente separato dalla farcitura, contrariamente a quanto succede nella zona di Messina e Catania, dove si utilizza il sugo al posto del più costoso zafferano

Ficu fatta, càrimi `mmucca

Fico maturo, cadimi in bocca.
(Si dice di chi vorrebbe evitare anche le fatiche minime.)

Santa lagnusia, `un m`abbannunati chi mancu speru abbannunari a vui.
Santa pigrizia, non abbandonatemi, ché anch'io spero di non abbandonare voi.
(La preghiera del pigro)

Lu lupu di mala cuscenza comu opira penza.

Il lupo disonesto pensa degli altri ciò che saprebbe fare lui

Cu `un fa nenti `un sbaglia nenti

Solo chi non fa niente non commette errori

Cu avi la cummirità e `un si nni servi mancu lu cunfissuri lu pò assolviri

Chi ha la possibilità di vivere bene e non la sfrutta non può essere perdonato neanche dal confessore.

Babbu tu e cu ti vesta a matina

SCEMO TU E CHI TI VESTEV LA MATTINA
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