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Caravaggio

 

Il modello è un giovane adolescente dal volto efebico e dal sorriso ambiguo; l’atteggiamento sfrontato e provocante mette in luce un forte carnalismo rappresentato dal corpo nudo del giovane. Un amore vincitore e ridente, che sollevando con la mano destra lo strale , sembra tenere il mondo ai suoi piedi con diversi strumenti: corone, scettri e armature.

Michelangelo Merisi Il Caravaggio

Come ogni essere umano, anche il credente è immerso nelle fatiche e nei dolori quotidiani. Ma trova nella fede una lente che gli permette di vedere le stesse cose di sempre sotto una luce nuova. La fede non cambia il paesaggio, ma modifica lo sguardo dell'uomo.

Caravaggio: La chiamata di san Matteo

Il pittore maledetto

Raffigura l'episodio del Vangelo di Luca (Lc 24,13-35).

Fu realizzato da Caravaggio a Palestrina o a Zagarolo, feudi dei suoi protettori Colonna, subito dopo essere scappato da Roma per l'assassinio di Ranuccio Tommasoni. Il rimando immediato è alla tela col medesimo soggetto del 1601 e conservata a Londra; ma mentre nella prima c'era più luce e la composizione era più complessa, qui la scena è estremamente semplice e scura, con pochi oggetti sul tavolo che creano profonde ombre. Il Cristo di Brera non ha più nulla a che vedere con quello androgino di Londra: qui è un uomo stanco, col viso profondamente segnato dal dolore e dalle fatiche. Con quest'opera, Caravaggio inaugura quello che sarà l'ultimo periodo della sua vita, caratterizzato dalla notevole riduzione dei personaggi che sembrano quasi ritirarsi a favore dello spazio, e dalla progressiva drammatizzazione della luce, non più potente come negli anni romani, ma più scura, o tragicamente guizzante.

LEONARDO DA VINCI

 molto maggiore e più degna cosa a leggere» non è allegare l'autorità di autori di libri ma allegare l'esperienza, che è la maestra di quegli autori. Coloro che argomentano citando l'autorità di altri scrittori vanno gonfi «e pomposi, vestiti e ornati, non delle loro, ma delle altrui fatiche; e le mie a me medesimo non concedano; e se me inventore disprezzeranno, quanto maggiormente loro, non inventori, ma trombetti e recitatori delle altrui opere, potranno essere biasimati».

 Se poi costoro lo criticano sostenendo che «le mie prove esser contro all'alturità d'alquanti omini di gran riverenza appresso a' loro inesperti iudizi», è perché non considerano che «le mie cose esser nate sotto la semplice e mera sperienza, la quale è maestra vera».

LA GIOCONDA

 So bene che, per non essere io letterato, che alcuno prosuntuoso gli parrà ragionevolmente  potermi biasimare coll'allegare io essere omo sanza lettere. Gente stolta! Non sanno questi tali ch'io potrei, sì come Mario rispose contro a' patrizi romani, io sì rispondere, dicendo: ”Quelli che dall'altrui fatiche se medesimi fanno ornati, le mie a me medesimo non vogliono concedere”. Or non sanno questi che le mie cose son più da esser tratte dalla sperienza, che d'altrui parola, la quale fu maestra di chi bene scrisse, e così per maestra la piglio e quella in tutti i casi allegherò 

Note sull'artista

Una esistenza da gaglioffo o semplicemente da prepotente come dovevano essere i signorotti nel Seicento e Michelangelo Merisi da Caravaggio era e si sentiva signore. Per lui ci sono a Roma le amicizie di cardinaloni e banchieri, le risse, il colpo di spada mortale che gli attira la condanna capitale del papa, il girovagare, dipingendo capolavori contesi, fra Napoli, Malta (dove corona il sogno di diventare cavaliere e dove distrugge ancora il sogno), la Sicilia, di nuovo Napoli. Per morire sulla soglia di Roma e del perdono del papa che i potenti amici (interessati ai suoi quadri) gli stanno procurando. 
 

Canestra

Canestra di frutta di Caravaggio, dipinta nell’anno di grazia 1596: che viene considerata la prima natura morta della storia dell’arte, in cui protagonista incontrastata è la frutta.

Caravaggio

I bari

 La scena ripete quella celeberrima dei due gaglioffi dai costumi variopinti che hanno "incastrato" in una partita truccata di carte un ragazzo dalla faccia pulita, ma troppo ingenuo, e lo stanno ingannando sotto i suoi occhi.

La cattura di Cristo

 Nella sua interpretazione del tema della Cattura di Cristo, Caravaggio sceglie il formato orizzontale, frequentemente usato dagli artisti dell'Italia settentrionale e da lui stesso utilizzato in molte opere sia di soggetto sacro che profano.
I personaggi sono raffigurati in chiave potentemente drammatica: Cristo viene spinto con violenza da Giuda e dai suoi assalitori; le teste di Cristo e del traditore sono giustapposte e come incorniciate da un drappo, venendo a costituire un vero e proprio centro visivo ed emotivo, accentuato dal contrasto tra la serenità del volto di Gesù e l'espressione di Giuda.

 
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