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Mi piace scrivere per far sorridere. Puoi ritrovarmi sugli ebook Mondadori http://www.inmondadori.it/ebook/Mario-Bellomo/edt127325/ ciao!

Su di me

Situazione sentimentale

-

Lingue conosciute

Inglese

I miei pregi

non rompo...

I miei difetti

grande insofferenza agli scocciatori, ai tamarroni, ecc. ..

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. viaggiare
  2. scrivere
  3. conversare

Tre cose che odio

  1. arroganza
  2. meschinità
  3. mancanza di emozione

I miei interessi

Vacanze Ok!

  • Spiagge incontaminate

Vacanze Ko!

  • In bici
  • Passioni

    • Trekking
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    Libro preferito

    il lungo addio

    Meta dei sogni

    Nepal, Atolli del Pacifico

    Film preferito

    scent of woman

    cavernicoli

    Fai CLICK sui tre cavernicoli !

    Esce dal cuore

    Esce dal cuore farfalla alata

    là dove il sigillo più amaro ritorna

    e chiuso in un sogno  mai nato permane

    l'assolo di un trillo, sfumato, che t'ama.  

    Oreficeria di Licia54

    Libro di Lemor Ohìd (parte 1)

      Giunse infine l’anno 2015, e allora Lemor fece come gli era stato comandato in sogno. Sua moglie Bradan però era contraria, e infatti gli diceva:" Ma non fai prima a non prendere più quelle cavolo di pasticche prima di andare a dormire!?"
    Lemor preferì non ascoltare la consorte, e uscì, dirigendosi dal Faraone per chiedergli di lasciare liberi gli Italiani di andarsene via quando lo avessero voluto. Stava terminando infatti il tempo in cui gli italiani potevano espatriare liberamente, in quanto ormai essi volevano farlo praticamente tutti insieme, e per questo s’era saputo che Faraone l’avrebbe proibito nei giorni a venire per tenere tutto il popolo italiano soggiogato e prigioniero, temendo che altrimenti alla fine avrebbe dovuto addirittura lavorare egli stesso per il proprio personale sostentamento. Lemor si presentò allora nel Parlamento, e gridò in modo stentoreo:" Faraone, dove ca**o sei?" e una folla stravaccata, seduta o ciondolante qua e là gli rispose:"Qui non viene mai, ma in realtà Faraone siamo noi!"
    "Azz...Vi siete moltiplicati!!"
    "Si, ma ora ci chiamiamo Politicanti".
    "Ma, ma siete una vera enormità! perchè tutto questo, come è potuto succedere!?"

    la vita è bella

    Libro di Lemor Ohìd (parte 3)

      Lemor allora alzò le mani verso il cielo e così parlò:" E allora, allora saranno su di voi e sulle vostre famiglie le terribili piaghe..." "Ma che piaghe d'Egitto!"   "Sssshh... zitto, lascialo finire".  "Dicevo" continuò Lemor "... avrete su di voi le terribili piaghe poichè siete veramente aridi di cuore, così è scritto".  "Aridi? Ma che aridi! Quello era il Faraone! noi siamo avidi, avidi e basta". E fecero cacciare dal Palazzo Lemor a pedate dai commessi, i quali venivano pagati bene anche per questo genere di cose. (Lem c1;vv1-43)

    Libro di Lemor Oìdh – Esodo 2015 - prima piaga: l’acqua viene mutata in sangue.

    E allora, dopo pochi giorni Lemor tornò nel Parlamento per vedere se i politicanti si fossero avveduti, dopo che la tremenda prima piaga dell’acqua mutata in sangue era stata inviata loro. E Lemor vide come tutti questi figli di Faraone fossero ebbri di gioia e felici di vederlo. Costoro infatti non appena lo videro se lo caricarono sulle spalle e presero a portarlo in trionfo cantando “e Lemor è un bravo ragazzo, e Lemor è un bravo ragazzo…” fino a raggiungere Fontana di Trevi che era divenuta per via della terribile piaga un lago di sangue purpureo dove si gettarono tutti quanti con grida di giubilo. Anche Lemor vi fu buttato dentro e, quando uno dei politicanti figlio di Faraone, dopo un triplo tuffo carpiato riuscì fuori trovandosi a lui davanti e dicendogli: “Hic! Grasssieehe caaaro Lemooor! Hic!” allora Lemor vide che la bocca spalancata di quello aveva dei canini spropositati, e si accorse che così li avevano anche gli altri suoi compagni politicanti. E allora capì che quella piaga non aveva funzionato affatto, e se ne andò a casa triste e sconsolato, riflettendo lungo il penoso tragitto cosa fosse a quel punto meglio per tutta la povera popolazione italiana: preparare la seconda, temibile piaga, o piuttosto formare un grande esercito e dotarlo di croci e paletti di frassino. (Lem c2;vv 1-24)

    Libro di Lemor Ohìd (parte 4)

      Libro di Lemor Oìdh – Esodo 2015 - seconda piaga: invasione delle rane dalle fogne di Montecitorio.

    Poi che la seconda piaga dell'invasione delle rane dalle fogne di Montecitorio s'era ormai abbattuta tremenda sul Parlamento italiano, Lemor si recò dopo un po' a verificare che ai Politicanti figli di Faraone si fosse ammorbidito finalmente il cuore.
    Per Via del Corso egli venne in tal modo fortemente turbato dal forte e continuo gracidare causato dall'enorme invasione delle rane le quali, nate per volontà divina nelle fogne del Parlamento, uscivano poi a frotte dalle tazze dei gabinetti del Palazzo per riversarsi anche nelle vie cittadine adiacenti. Lemor giunse quindi sulla soglia dell'edificio, ma prima di entrare, si accorse delle tante bancarelle sistemate sul piazzale dove venivano vendute cosce di pollo cotte, e a un prezzo veramente irrisorio, per quei tristi tempi.  Allora Lemor non resistette alla curiosità e, avvicinandosi a uno di quei venditori gli domandò se i polli da cui provenivano quelle cosce fossero stati nella loro vita ruspanti o meno; al che l'uomo, nel linguaggio del popolo gli rispose rispettosamente: "Ma che pollo e galline! ma de che stai a pparlà! A sor maè: queste so' cosce de rana, 'mpanate e fritte, senti che robba, tiè assaggia, nun sai che te magniiihiiii!!!"    A quelle parole Lemor però quasi si senti mancare il terreno sotto i suoi piedi, poichè pensò che se lì, fuori del Palazzo, la gente stava banchettando felice e contenta a cosce di rana impanate e fritte, allora allo stesso tempo chissà quali faraonici banchetti dovevano essere stati sicuramente preparati all'interno di quelle mura per le maledette avidissime gole dei Politicanti... e se ne tornò triste e sconfitto a casa una volta ancora. (Lem c2;vv 25-57)

    Libro di Lemor Ohìd (parte 5)

      Libro di Lemor Oìdh – Esodo 2015 - terza piaga: invasione delle zanzare tramutata all'ultimo momento in essenza di grilli, e successivo inizio dell’Esodo del popolo italiano.

    E giunse tremenda anche la terza piaga sui figli di Faraone asserragliati ormai con pervicace arroganza fra i banchi del Palazzo Montecitorio. In loro aiuto erano giunti anche i figli di Faraona di Palazzo Madama, i quali anche temevano l'esodo in massa del popolo italiano...
    Tutta questa gente parassita aveva ormai da tempo reso definitivamente una pagliacciata sia i referendum popolari, sia quella liturgia delle elezioni grazie alle quali gli italiani legittimi avrebbero potuto in teoria cacciare i figli di Faraone, i loro figli, i loro padri, nipoti fratelli sorelle amici amiche e tutta la zozzeria ingorda che poteva essersi accumulata nel tempo.
    Il problema era enorme: sulle spalle della popolazione legittima gravavano due tipi di parassiti, di cui il primo era di origine illegale, e su questo un giorno le leggi avrebbero anche potuto fare qualcosa. Ma sul secondo tipo di criminale, non si poteva da tempo più fare nulla, perchè ormai costui si andava sempre più auto legalizzando, giorno per giorno.
    Per questo la divinità quella notte in sogno aveva detto a Lemor: " Ora tutti quanti si aspettano un'invasione di zanzare, ma io ho deciso di stupirli cambiando all'ultimo momento le carte in tavola. Invierò infatti sui loro putridi corpi l'essenza... di cumuli e cumuli... di grilli!
    Bradan, la moglie di Lemor, ascoltava con venerazione al mattino, dalla bocca del marito, quello strano messaggio del sogno, con gli occhi pieni di meraviglia.
    La pia donna rivolse allora gli occhi al cielo e poi disse stringendo con entrambe le mani il collo del venerabile Lemor :" Essenza... essenza di grillo! Ma che ca**o dovete fare, tu e quell'altro pazzo che ti parla mentre dormi, un profumo? Ma che... tu te... tu devi curarti, così non si può andare avanti, non, si, può!!"

    Libro di Lemor Ohid (parte 6)

    Lemor uscì allora dall'uscio di quella casa scuotendo la polvere dai propri calzari, ma anche ritenendo giuste le ultime parole della moglie, poiché infatti anche lui nel suo cuore riteneva che effettivamente fosse giunto il tempo in cui in Italia non si potesse più andare avanti in quel modo...
    E Lemor iniziò perciò a camminare e a ripetere continuamente "non si può più andare avanti così", mentre una turba man mano cresceva e lo seguiva unendosi a lui e gridando in modo ossessivo "non si può più andare avanti così! non si può più andare avanti così!".
    Giunta quella folla urlante al Palazzo, i commessi di guardia fuggirono terrorizzati alla sua vista. Tutti dietro a Lemor Oìdh erano pronti ad entrare, credendo di porre così in breve finalmente termine ai giorni dei figli di Faraone. Ma a quel punto un piccolo ed anziano uomo apparve pronto sulla porta, e tutti si fermarono un attimo, perplessi di fronte a quella nuova apparizione. Egli quindi disse, rivolgendosi a Lemor: "Ah, eccola qui, finalmente, entri, si sbrighi che la stanno aspettando". Soggiunse poi verso l'innumerevole folla inferocita: "Ebbene? E voi che cosa volete?"
    "Entrrareeeeeheeeheee!!!!" fu il grido di risposta disumano.
    "Ah! E che bisogno c'è di gridare. Non c'è problema, avanti signori, uno alla volta, controllate di avere la tessera, controllate prima. Se non avete la tessera è sufficiente andare in municipio e riempire i moduli necessari, quando li metteranno a disposizione. Bè, a quanto pare... pazienza, sarà per la prossima volta, arrivederci signori". E se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.

    zorro

    Libro di Lemor Ohìd (parte 8)

      I politicanti erano terrorizzati, e non sapevano cosa fare. Alla fine si misero d'accordo nel porre la questione nelle mani di uno di loro che forse meglio di tutti si prestava a quell'emergenza.
    "Capezzone vieni qui, avvicinati. Siamo tutti d'accordo. Abbiamo scelto te per farci uscire da questa faccenda. Tu sei quello più bravo a passare da una parte all'altra senza alcun problema. In questo caso però cerca di portare tu quel mostro dalla nostra parte. Se gli piace mangiare, fagli capire che con noi potrà divorare giorno e notte tutto quello che vuole. Lo aggiungiamo agli altri... se proprio avesse esigenze enormi, possiamo piazzarlo al posto di mafia camorra ndrangheta e sacra corona, o dei banchieri, o dei commissari straordinari, o dei dirigenti statali, insomma, Capezzone, pensaci tu, però prima prometti che non ci freghi tutti passando dalla parte del mostro".
    "Questo non posso farlo, sarebbe contro natura" rispose Capezzone.
    "Porc... calma, non si può fare! Va bene, facciamo così, tu rimarrai qui e dirai a noi cosa dire al mostro".
    "Mi sta bene, però voglio la Presidenza del Consiglio e pure quella della Repubblica!"
    "Porc... maledetto! E va bene. Però adesso sbrigati. Dicci cosa dobbiamo fare".
    "Dunque, fatemi riflettere. Voi siete ignoranti, e non ricordate che questa è la stessa situazione dell'Odissea. Perciò, è semplice, basta mandare Ulisse con del vino per far ubriacare il mostro. Così il mostro si addormenterà, e voi potrete ucciderlo".

    Libro di LEmor Ohìd (parte 9)

    A quelle parole uno dei politicanti cercò di saltare al collo di Capezzone convinto che questi lo stesse prendendo per i fondelli, ma venne prontamente fermato da Casini che disse: "Fermo onorevole Gasparri, non comprende che questa è la sua grande occasione? Lei, onorevole Gasparri, proprio come l’eroe Ulisse, offrirà il vino al mostro per farlo addormentare!"
    "Ma chi, io?" "Ma certo, tu Ulisse! Il grande Ulisse. Non avere timore. Dovesse solo pensare di muoversi verso di te, noi tutti ci scaglieremmo come furie verso il mostro per salvarti!"   "Sicuro Casì? Nun è che me stai a cojonà?"
    "Sicuro. Vai Ulisse, vai verso la gloria, o eroe". "Eroe! io. Va bè io vado, e je offro da beve, mica se po' offende! Ahò, state pronti però, che nun se sa mai!"   "Vai caro, vai!"
    Gli altri politicanti guardarono con ammirazione l’astuto Casini, che commentò: " Eh! Anche a scuola, ci cascava sempre... bè speriamo bene".
    Intanto Gasparri era arrivato al cospetto del grillo gigante e gli fece: "A Grì! T'ho portato 'na boccia de Montepurciano bello rosso... se te piace posso fa arrivà un bel po' de botticelle! Che dici, intanto se famo un goccetto insieme?"
    Ma purtroppo per lui per tutta risposta venne afferrato da una delle zampe dell'enorme bestia che solo disse, un attimo prima di divorarlo: "Sono astemio...."

    Libro di Lemor Ohìd (parte 11)

      Al che il politicante ebbe un'illuminazione: "Ma sì, ma sì, la scarpa, ora ricordo, la scarpa lanciata da Pinocchio uccide il grillo parlante!"
    "Ma che dici, Pinocchio non aveva mica le scarpe!"
    "Infatti" continuò sicuro Capezzone " era una delle scarpe di Geppetto"
    "Ma Geppetto non era il gatto?"
    "No, no era la fata!"
    Alla fine Casini riuscì a imporre il silenzio, e disse: "Signori, basta così. O troviamo una scarpa per quel grillo, o siamo tutti morti divorati, a uno a uno".
    "Oppure lasciate liberi gli italiani di andarsene!" aggiunse Lemor, che si era avvicinato in silenzio.
    I figli di Faraone si guardarono allora in faccia, indecisi sul da farsi; al che Lemor Oìdh suggerì ai politicanti di affrettare la loro decisione, in quanto fra le zampe del grillo era in quel momento finita anche la Boldrini.
    Tutti si voltarono allora verso il grillo, inorriditi, mentre la Boldrini aveva già assunto per difesa la sua tipica arma dell'espressione alla Belen, con i lati esterni delle sopracciglia in giù, e i lati interni all'insù.

    Libro di Lemor Ohid (parte 12)

      Il mostro la osservò allora incuriosito prima di divorarla, e poi la rimise giù dicendo: "No, non ce la faccio, non ci riesco..."
    nel mentre afferrò allora con una zampa la Gelmini e con l'altra la Garfagna. Le guardò e disse: "E voi due, voi cosa siete capaci di fare? " Per tutta risposta le due politicanti serrarono le loro labbra, e il grillo allora fece per divorarle quando Berlusconi finalmente intervenne pregando a gran voce Lemor di far smettere tutto, in quanto i figli di Faraone finalmente si sarebbero arresi. Poi si avvicinò coraggiosamente al grillo e gli disse sottovoce :"Scusi sa, ma queste due me le riprendo io. Però, detto fra noi, i comunisti può seguitare a mangiarli tranquillamente..."
    Mentre tornava fra i banchi sorridendo con le sue due politicanti passò poi vicino a D'Alema, che digrignando i denti gli fece " Ah, ti sei arreso, già, tanto a te che ti frega... ma non finisce qui!"
    " E sì caro Massimo" rispose passandogli ancora più vicino il cavaliere " a me in effetti ormai me ne frega poco, ma per Lei forse finisce proprio qui, almeno finchè rimane quel grillo là di guardia, mi consenta".
    E così fu. Il grillo rimase in quei giorni a presidiare il Palazzo, mentre Lemor Oìdh ne usciva vittorioso per dare la felice notizia al popolo italiano, che almeno loro, i loro figli e pure i pensionati avrebbero potuto esodarsi da soli quando e come l'avessero voluto, da quell'amministrazione italiana del ca**o, per tornare magari un giorno quando questa sarebbe finalmente morta per inedia.
    (Lem c3; vv 1 -132)

    Gumbluk

    livio blocco

    zabajone

    Incantata

    Incantata da una sfera di cristallo

    l'altalena dei tuoi occhi spalancati

    liquefando la mia rabbia e la paura

    vola via.

    Dimme cantore

    Dimme cantore de eterne passioni

    (do' se nnasconne chi poi se nn'ammora) ,

    come consoli nell'acqua l'affanni,

    de chi li capisce,  e come,  'sti sòni;

    'ntorno a quest'ora cantano l'onne,

    e immentre piano quarcosa te danno,

    che tutto avvòrge, e poi scompare...

    Così chi mòre poi dopo risorge,

    come sortisse dar fonno der mare.

     

    Libro di Lemor Ohìd (parte 2)

    Per tutta risposta quelli cominciarono a deridere Lemor e a girargli intorno cantando in risposta il loro inno: " UN politicante si dondolava sopra un filo di ragnatela, e reputando la cosa interessante andò a chiamare un altro politicante... DUE politicanti si dondolavano sopra un filo di ragnatela... " e così via, e sghignazzavano e non la smettevano più, cosa per cui Lemor cominciò indignato a stracciarsi le vesti.
    I politicanti allora si ricomposero un po' sui loro scranni, non mancando però di borbottare contrariati soprattutto "antipolitico e moralista del ca**o all'indirizzo di Lemor.
    "Insomma dicci che vuoi o ti facciamo servire in umido nella Bouvette!"
    "Non potete pensare di tenere prigionieri gli Italiani" rispose subito Lemor con parole saggie e decorose, "dovete permettergli di andarsene tutti via qualora lo vogliano!!, non permettetevi di tiranneggiarci con la vostra fiducia dello straca**o all'ennesima legge di merda per gli straca**i vostri e dei vostri amici del ca**o!"
    Alcuni allora risero di gusto, altri deridevano Lemor chiedendogli ipocritamente "ma perchè, perchè mai vogliono andarsene, che cosa gli manca qui?"; altri ancora invece furono presi da timore e si incattivirono, urlando: "ma sei per caso pazzo!? e noi, i nostri figli, i nostri nipoti, le mogli, i mariti, gli amanti, le concubine, gli amici e gli amici degli amici, che fine faremmo?"

    Lella Fornarina

    Libro di Lemor Ohìd (parte 7)

      Intanto fra i banchi del Palazzo era tutto un parapiglia e un turpiloquio nei confronti del venerabile Lemor. I politicanti infatti, attendendo la prevista invasione di zanzare come da informazioni da parte dei servizi segreti, si erano organizzati da giorni e giorni con triple zanzariere, indumenti e maschere anti zanzare, zampironi e autan in quantità industriali.
    Ma di zanzare niente, neanche l'ombra... e cominciarono perciò a dileggiare Lemor e a strappargli le vesti urlando: "Niente zanzare, eh!? E ora chi ci ripaga delle spese che vi abbiamo fatto sostenere a voi italiani, eh? Essenza di cumuli di grilli dici... ma, e che significa? E impicchiamolo una buona volta questo vecchio pazzo!?"
    Allora si udì il tuono terribile di un fulmine che cadde sul tetto del Palazzo scoperchiandolo come un apriscatole, mentre dal varco creatosi una sagoma gigantesca si introduceva verso il seggio della presidenza comandando con voce terribile e stentorea: " Tenete giù le mani dal vecchio cazzo! Non azzardatevi a toccarlo!"
    "Chiunque tu sia, in realtà abbiamo detto che questo è un vecchio “pazzo”! E tu di conseguenza sei un po' sordo..."
    Il politicante non potè finire la frase. Fu immediatamente afferrato da una zampa mostruosa e divorato da una sagoma che alla luce si palesò infine per le sembianze di un grillo gigantesco, alto almeno quattro metri, dall'espressione sbieca e beffarda.
    Lemor rammentò e comprese allora le parole che la divinità gli aveva detto in sogno: "L'essenza di cumuli e cumuli di grilli...

    Libro di Lemor Ohìd (parte 10)

      Allora cominciò un altro parapiglia fra i politicanti terrorizzati che pure volevano impalare Capezzone, il quale però si scusava dicendo: " E' che mi sono confuso! Il libro che ci può salvare non è l'Odissea!" "Ah no, eh!? E quale libro ci serve? Parla maledetto!" "Io non lo so, ma forse so chi ce lo può dire". "E chi è? Muoviti, parla" E intanto alcune scarpe giungevano sulla testa di Capezzone, che comunque riuscì a stento a rispondere: " Il gar... ahìo!? Il garzone del bar, il ragazzo stagionale con tre lauree, chiamate lui. Sicuramente ci può aiutare, sicuramente lui conosce il libro per la nostra salvezza!"  Quando arrivò Salvatore, il ragazzo del bar, Casini gli si pose davanti con la massima reverenza, e gli pose la domanda: "Caro dottore, solo lei può salvarci. La prego di dirci in quale libro possiamo trovare la soluzione per liberarci da quell'essere infernale, prima che ci divori tutti". Salvatore era interdetto, si guardò intorno e poi rispose a Casini: "Ma, ma... penso che voi vi riferiate al libro che tutti gli italiani conoscono..."  "Sì, sì, certo" gli fece Casini, spazientito "ma Lei, per cortesia ci dica quale, che a noi adesso non viene in mente". "Pinocchio...."
    Ci fu un attimo di silenzio. Poi una risata generale seppellì il povero ragazzo che venne cacciato in malo modo dai politicanti.  Tornò però subito fra tutti la paura, finchè Capezzone d'un tratto non cominciò a gridare: "Infatti, infatti!!! Pinocchio! Il grillo di Pinocchio!"  "C'è un grillo nella storia di Pinocchio?"   "Ma sì, ma sìiihiii!!!"   "E che fine fa, il grillo, che fine fa?"
    "Non me lo ricordo" rispose Capezzone, mentre altre scarpe cominciarono allora a piovergli addosso.

    neve

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