Creato da IL_CERCHIODELLAVITA il 25/11/2010

DREAMER

Viaggi nei luoghi più belli d'Italia e del mondo

 

SIENA

Post n°99 pubblicato il 26 Marzo 2013 da mariselene
 

 

 

piazza del campo dall'alto, foto dal web

PIAZZA DEL CAMPO

 

 

 

PIAZZA DEL CAMPO, foto dal web

L'attuale piazza era un terreno bonificato per il deflusso delle acque piovane, mentre la città antica sorgeva più in alto. Poi vi si tennero i mercati finchè il Governo dei Nove (1287/ 1355) decise di costruire qui il Palazzo Pubblico o Comunale, residenza del podestà e defli uffici delle magistrature. Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento sorsero e si ampliarono le costruzioni private.

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palazzo samsedoni
Palazzo Samsedoni

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IL PALAZZO PUBBLICO

PALAZZO PUBBLICO, foto dal web

In origine il palazzo era molto piccolo: comprendeva solo arcate in pietra. Più tardi vennero aggiunti le parti laterali, i piani superiori in mattoni rossi e la corona con nove merli guelfi, uno per ogni governatore della Repubblica.
A sinistra si erge la Torre del Mangia, cosi chiamata perché dal 1347 al 1360 il Comune dette incarico ad tal Giovanni di Balduccio sopranominato “Mangia” o “Mangiaguadagni” di battere le ore, chiamato così perchè pare che fosse uno scialaquone. Poi fu sostituito da un automa che in  suo ricordo fu chiamato Mangia.
I resti di questo automa oggi sono conservati all'interno del Cortile del Podestà.
La torre simbolo di potere ed di eleganza fu iniziata dai fratelli Francesco e Muccio di Rinaldo nel 1325 e terminata intorno al 1348 .La torre alta 87 metri. È tra le torri antiche italiane più alte (la seconda, dopo il Torrazzo di Cremona), arrivando a 88 metri all'altezza degli ultimi merli e a 102 metri se si comprende anche il parafulmine Nel 1666 vi fu collocata una grande campana che i senesi chiamarono il “Campanone” detta anche “Sunto” perchè dedicata alla Madonna Assunta.

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cortile di accesso al palazzo comunale

Nel corpo di sinistra, accanto alla Torre del Mangia, si trova il Cortile del podestà, decorato da antichi stemmi, che fa da ingresso al palazzo e alla scalinata della torre.

Oggi il Palazzo ospita il Museo Civico e l'amministrazione comunale senese. Il Museo  è aperto al pubblico. Le sale più importanti sono quelle del Mappamondo e della Pace.
Nella prima sala si trova la Maestà(1315 - 21) e il Guidoriccio da Fogliano (1328) dipinti da Simone Martini.

guidoriccio da fogliano affresco di Simone martinidi
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Nella seconda sala si trovano i famosi affreschi di Ambrogio Lorenzetti L'Allegoria del Buono e Cattivo governo (1337 -38)

il buon governo di ambrogio lorenzetti

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IL DUOMO

PIAZZA DEL DUOMO foto dal web

Furono i Monaci di San Galgano a dare impulso alla costruzione del Duomo chiamando Nicola Pisano e il figlio Giovanni a scolpire la parte inferiore della facciata con i personaggi dell'Antico Testamento, i cui originali sono conservati nel museo del Duomo. Nel Trecento la pianta del Duomo venne ingrandita, abbattendo l'abside e il capodicroce, così che il tempio venne allungato fino alla fronte del Battistero.
La facciata è in marmo bianco con decorazioni in rosso di Siena e in serpentino (marmo verde).
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interno del duomo

L'interno è a tre navate sostenute da pilastri polistili e archi a tutto sesto, con un transetto diviso in tre navate e un profondo coro. Le volte sono a crociera, decorate da un azzurro stellato. La struttura interna e totalmente dominata dalla bicromia bianca e nera: i colori dello stemma di Siena
Il pavimento è a connessi marmorei, opera unica dell'arte italiana per ricchezza di inventiva e per l'importanza dei maestri che vi hanno lavorato. Diviso in 56 riquadri mostra rappresentazioni legate alla Rivelazione delle Sacre Scritture.

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libreria piccolomini, foto dal web

L'interno del Duomo ospita la Libreria Piccolomini, poi Papa Pio III (1495) per conservarvi la preziosa libreria dello zio, Papa Pio II. Il pavimento in maiolica riproduce lo stemma della famiglia. sui banchi sono in mostra preziosi corali m iniati del '400.
Al centro della sala la statua delle Tre Grazie, copia romana di una scultura ellenistica, dalle forme armoniose ed eleganti.

la libreria, affreschi e statua dell 3 grazie

Gli affreschi furono affidati a Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio, che li eseguì nel 1505/1507 con la collaborazione di vari pittori.
Essi rappresentano momenti della vita di papa Pio II.

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LE CONTRADE

Ma Siena vive del Palio e lo testimoniano le sue contrade con i nomi degli animali, la chiesa e la fontana per la benedizione dei neonati.

stemma della contrada

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contrada della pantera

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contrada della lumaca: fontana

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fontana contrada istrice

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contrada del riccio

contrada della giraffa: chiesa santa maria di provenzano

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foto e immagini liberamente tratte dal web

 
 
 

GARDONE RIVIERA "IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI"

Questo post nasce da una gita a Gardone durante la quale ho avuto modo di visitare la casa museo  di d'Annunzio ... Il Vittoriale degli Italiani , cittadella monumentale  ideata assieme all'architetto Giancarlo Maroni dal 1921 al 1938 costituita da diversi edifici,  piazzette, perfino un teatro in stile greco , giardini, e corsi d'acqua, eretto per celebrare la vita eccezionale del poeta e le imprese eroiche degli italiani durante la prima guerra mondiale. Una casa museo dove è conservato il MAS della Beffa di Buccari, l'aereo Ansaldo S.V.A. del volo su Vienna,

Aereo volo su vienna


 la prua dell'incrociatore Puglia posto a difesa della città di Fiume e rimontata al vittoriala al centro del parco.



Il mausoleo dove è conservata la tomba del vate è ispirato alle tombe etrusche ed è allo stesso tempo  un monumento ai caduti della prima guerra mondiale; qui sono sepolti il Comandante Gabriele d'Annunzio ed alcuni legionari che parteciparono all'impresa di Fiume. Il Vittoriale chiamata anche Prioria, è costituito da una ventina di ambienti dove troviamo una vasta biblioteca composta da volumi di letteratura italiana francese ,tedesca, storia, libri d'arte e rare edizioni antiche anche cinquecentesche .

mass 96


Le stanze sono caratterizzate dalla penombra, poiché la luce diretta dava fastidio al poeta che soffriva di fotofobia.
Fra le stanze, arredate dal poeta va sicuramente ricordata l'assai suggestiva stanza della Musica che per favorire l'acustica e il raccoglimento ha le pareti rivestite di damaschi neri ed oro , finestre in alabastro, grandi zucche colorate e cesti di frutta in vetro di Murano. In questa sala si tenevano i concerti del “Quartetto” del Vittoriale.
La Zambracca, stanza guardaroba, il cui nome deriva da un antico vocabolo provenzale che significa donna da camera. In questo ambiente egli trascorreva, negli ultimi anni,la maggior parte del tempo; è qui che d'Annunzio morì la sera del 1º marzo 1938.



Sulla scrivania fra gli altri oggetti ci sono un prezioso calamaio di Mario Buccellati, la testa d'aquila in argento di Renato Brozzi ed un gesso che riproduce l'Aurora di Michelangelo. All'interno di un piccolo armadio a muro  ancora oggi si possono notare le numerosissime medicine di cui l'ipocondriaco d'Annunzio faceva abitualmente uso. La stanza della Leda è la camera da letto del poeta. Prende il nome da un gesso raffigurante il mito di Leda amata da Zeus trasformatosi in cigno. Sulla porta il motto Genio et voluptati. Sul soffitto, decorato sono riportati alcuni versi danteschi tra cui: Tre donne intorno al cor mi son venute.
Accanto al letto i volumi degli autori preferiti di d'Annunzio: Shakespeare, Dante, Verlaine, Stendhal. Il bagno blu, suddiviso in ritirata e sala da bagno, assume il duplice ruolo di purificazione e ricerca esasperata del sovrabbondante. Ottima è l'acqua il motto di Pindaro trascritto sul soffitto. In questa stanza circa ottocentocinquanta oggetti alimentano quel senso di horror vacui qui divenuto simbolo di superfluo e accessorio. Forse l'ambiente più suggestivo e carico di significati simbolici della casa è la Stanza del Lebbroso

 

pensata sin dall'inizio come camera ardente  dove il poeta si ritirava a meditare sulla morte e dove il corpo del poeta venne composto per la veglia privata:il letto, posto in posizione dominante, è chiamato letto delle due età, perché nelle sue forme ricorda una culla e una bara: e simboleggia la morte come fine e  inizio di una nuova vita. Al piano superiore è situata l'officina dove si accede da una bassa e stretta porta costringendo il visitatore ad un inchino "all'arte", dov'è l'opera lì è il lavoro, è il motto scritto sulla trave d'ingresso. Colpisce la luminosità della stanza rispetto al resto della casa e la semplicità dei mobili di rovere chiaro. Qui D'Annunzio, operaio della parola, passava gran parte della giornata e della notte a leggere e a creare: era dunque necessario un ambiente luminoso.


La stanza della Cheli è la sala da pranzo; è così chiamata da d'Annunzio per la presenza di una tartaruga a capotavola morta al vittoriala dopo una indigestione di tuberose monito  per i commensali!
Il Vittoriale è un luogo sicuramente suggestivo dove arte e stroria si incontrano lasciando quesi stordito il visitatore dalla ricchezza, dall'opulenza delle sale
Gryllo73

 
 
 

MONSELICE

Post n°97 pubblicato il 11 Ottobre 2012 da mariselene
 

 

foto dal web, panorama di monselice

 

Monselice, tra Padova e Rovigo, raggiungibile dalla A13, sorge attorno ad uno dei Colli Euganei, a pochi chilometri dalla più famosa Arquà Petrarca.

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LA ROCCA LONGOBARDA


l'antica rocca, foto dal web

Il primo nucleo cittadino di Monselice risale al V-VI secolo con una fortificazione a carattere difensivo del colle da parte dei Longobardi, poi i Franchi potenziarono le strutture esistenti e attorno al Mille già sorgevano i primi nuclei abitativi e una nuova fortificazione a guardia del ponte sul fiume Vigenzone, ai piedi della collina. 

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IL CASTELLO

 

il castello, foto dal web

 

Alla metà del XII secolo Monselice divenne Comune, sotto la giurisdizione di Ezzelino da Romano. Questi, rappresentante dell'imperatore tedesco Federico II, ampliò le  mura, tutto attorno al centro abitato. Ezzelino  ristrutturò il Mastio sulla sommità della Rocca, costruì la Torre civica e ill Palazzo,detto appunto "di Ezzelino", che costituisce parte importante del Castello di Monselice.


il castello

la struttura medioevale del Palazzo di Ezzelino

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il castello particolare della torre

la Torre di Ezzelino

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Nel XIV secolo la città, dopo aspre contese, Monselice passò sotto il dominio dei Carraresi di Padova che potenziarono le strutture difensive delle mura con torri e grandi porte d'accesso. Nel XV sec. la città passò sotto la Serenissima e diventò centro di traffici e di commerci, meta turistica di nobili famiglie veneziane che qui acquistarono terre e costruirono ville dando alla città un carattere più rinascimentale. 

particolare del Palazzo costruito dalla Famiglia Marcello

La famiglia Marcello acquistò il palazzo di Ezzelino e lo ampiò.

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VILLA DUODO

 

villa duodo, foto dal web

 

La famiglia Duodo costruì una grande villa sul lato sud della Rocca realizzando splendide architetture ancora oggi visibili.

 

facciata di Villa Duodo, foto mariselene

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i giardini di villa duodo foto dal web

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LE CHIESETTE DELLA VILLA DUODO


Le chiesette, foto di mariselene


Duodo ottenne da Papa Paolo V il permesso di erigere sei cappelle lungo il percorso per arrivare alla villa, all'interno delle quali si possono ancora ammirare gli affreschi di Jacopo Palma il Giovane.

affresco, foto mariselene

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CA' NANI MONCENIGO


ca nani moncenigo, foto dal web


la famiglia Nani costruì nel Settecento l'omonima villa.

 

nano del muro di cinta della villa

nano del muro di cinta della villa

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IL PALAZZO DEL MONTE DI PIETA'


particolare del palazzo del monte di pietà, foto mariselene

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LA CHIESA DI SAN PAOLO


CHIESA SAN PAOLO, foto dal web

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CHIESA DI SANTA GIUSTINA

 

CHIESA SANTA GIUSTINA, FOTO MARISELENE

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PIEVE DI SANTA GIUSTINA o DUOMO VECCHIO

 

PIEVE DI SANTA GIUSTINA, FOTO MARISELENE

 

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PANORAMA DA VILLA DUODO

LA CITTà VISTA DAL GIARDINO DI VILLA DUODO

 

 

 

 
 
 

Castelpetroso

Post n°96 pubblicato il 05 Ottobre 2012 da felisdgl0

.. Castelpetroso


vi presento questo bellissimo e famoso  Castelpetroso Santuario della Madonna Addolorata , patrona del Molise

Castelpetroso si trova nel Molise  a ca. 1ora di distanza da Campobasso..

è un comune di circa 1.600 abitanti della provincia di Isernia in Molise.


La maggioranza degli abitanti di Castelpetroso vive nelle 5 frazioni: Indiprete, Guasto, Pastena, Camere e Casale.

Il maestoso Santuario, poste ai piedi del Monte Patalecchia svetta bianco e leggero con le sue forme slanciate sullo sfondo della folta e verde vegetazione. Il nucleo centrale di Castelpetroso è costituito da un borgo medievale ancora intatto ma abitato solo da poche decine di persone. La chiesa è stata realizzata in stile neo gotico con migliaia di metri cubi di pietre del posto e lavorata, pezzo per pezzo, tutta a mano da valenti scalpellini molisani e toscani, veri artigiani.

 

Castelpetroso è conosciuta soprattutto per il famoso Santuario della Madonna Addolorata, patrona del Molise.

 

 

La storia delle contadine

 

 

 Castelpetroso, ca. 130 anni fa l'apparizione della Madonna Addolorata

Il 22 marzo 1888 Fabiana (Bibiana) Cicchino e Serafina Giovanna Valentino, recatesi a coltivare un appezzamento di terreno in località "Cesa tra Santi", presso Castelpetroso (paese molisano in provincia di Isernia), smarriscono una pecorella. Bibiana si mette a cercarla. Attirata dallo sfolgorio, che promana da un anfratto, si avvicina e si trova immersa in una visione celeste: la Vergine Santissima e Cristo morto disteso ai suoi piedi. Iniziano così le apparizioni.

 

Dieci giorni dopo, il 1° aprile, festa di Pasqua, l'apparizione si rinnova, questa volta anche per Serafina. La Madonna si presenta nello stesso atteggiamento del 22 marzo, ma in entrambe le apparizioni Lei non parla, non lascia alcun messaggio verbale.
La mattina del 26 settembre 1888, il Vescovo monsignor Palmieri, incaricato da papa Leone XIII, si portò in località "Cesa tra Santi" vicino alla grotta e anche lui ebbe la grazia di vedere la Madonna Addolorata, nello stesso atteggiamento descritto dalle veggenti.

 

A seguito delle Apparizioni, in prossimità dell'anfratto, scaturì una piccola sorgente d'acqua. Nel mese di novembre del 1888 si recarono sul luogo delle Apparizioni Carlo Acquaderni di Bologna con il figlio Augusto di dodici anni, malato di tubercolosi ossea. Dopo essere saliti sulla montagna, aver pregato e bevuto l'acqua, Augusto ricevette per intercessione della Vergine Addolorata il dono della guarigione.

 

questa capella si trova sopra la montagna dell'apparizione della madonna..dopo la fine di "Via matris"

I miracoli

Miracolo dell'immagine Madre addolorata. Un bambino sordomuto di 6 anni, Angelo Verna, di Fara San Martino nella Diocesi di Chieti, era stato portato da suo padre, Luigi, a Castelpetroso (Isernia), per contentare la madre del piccolo, Annantonia Tavanti, nella speranza che in quel luogo il bimbo potesse riacquistare la favella. Nella piccola cappella del Santuario, presso la "Grotta delle apparizioni" dove c'è una sorgente d'acqua, la pia donna, che aveva tanta fede, prese dell'acqua con una brocca e la fece bere al bimbo.

Cappella Miracolo Addolorata,In quello stesso istante. il piccolo Angelo gridò: "mamma, mamma", e da allora la parola "gli rimase chiara e sonora per tutta la vita". Quell'evento è documentato nella dichiarazione del sacerdote Beniamino Orsatti, incaricato dal suo Arcivescovo di verificare la veridicità di quel miracolo. Quel fatto era accaduto nel 1889 ma è recente quanto é stato scritto, a testimonianza dei numerosi sordomuti che sarebbero stati miracolati dalla Madonna attorno al secolo XIII-XVI (Vedi I santuari mariani e i sordomuti, a cura di Giovanni De Carlis e Padre Adelmo Puccetti del 1974).

http://www.storiadeisordi.it/articolo.asp?ENTRY_ID=21

Il papa Paolo VI a castelpetroso

  il citato riconoscimento vescovile e la successiva consacrazione del santuario, il 6 dicembre 1973 papa Paolo VI proclamò la Vergine Addolorata di Castelpetroso quale celeste Patrona del Molise.

La presenza dei pellegrini è continua e va ricordata il 19 marzo 1995 la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II.

 

Dietro al Santuario, una scalinata porta i fedeli sulla collina, fino al luogo delle apparizioni, percorrendo la cosiddetta Via Matris,, lungo il sentiero, con sette postazioni raffiguranti i sette dolori di Maria.

Dal Santuario c'è anche il percorso della via "Matris" che arriva alla sorgente d'acqua, località "Cesa tra Santi" luogo dell'Apparizione del 1888.

  Luoghi mistici e sacri dove il silenzio è spesso "rotto" dai rumori delle automobili che passano al di sotto della SS 17.

Qui alcune  grandiose sculture in bronzo 

     

Con tutto questo  spero di NON  avervi annoiato ..

ci incontreremo al santuario... ok..

Non dimenticate di portare vestiti caldi, lì sopra fa molto freddo..  :o))

 Vi auguro una 

bellissima splendida giornata
e buon WE..
un baciotto ..

fely

 
 
 

CAFFE' PEDROCCHI

Post n°95 pubblicato il 01 Ottobre 2012 da Springery

Questo è il Caffè Pedrocchi di Padova, davanti al quale stanno poste due statue di leoni, questi:

L'importanza storica del locale è anche data dal fatto che l'8 febbraio 1848,
il ferimento al suo interno di uno studente universitario diede il via ad alcuni
dei moti caratterizzanti il
Risorgimento italiano e che sono ancora oggi ricordati nell'inno
ufficiale universitario, Di canti di gioia.

Tra Settecento e Ottocento il consumo del caffè si è diffuso anche in Italia
e si è andata così affermando la tradizione del caffè come circolo borghese
e come punto d'incontro aperto, in contrapposizione alla dimensione privata dei salotti nobili.
A Padova la presenza aggiuntiva di oltre tremila persone tra
 studenti, commercianti e militari
fece sì che, più che in altri centri cittadini, si sviluppasse questo tipo di attività.

In questo contesto, nel 1772 il bergamasco Francesco Pedrocchi apre una
fortunata "bottega del caffè" in un punto strategico di Padova, a poca
distanza dall'
Università, dal Municipio, dai mercati, dal teatro e dalla piazza
dei Noli (oggi
Piazza Garibaldi), da cui partivano diligenze per le città vicine,
e dall'Ufficio delle Poste.

Buona visita e BUON CAFFE'  a tutti 

 
 
 
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