Creato da IsAbeAu13 il 29/11/2003

ladyhawke

.. La MiA SeMiViTa ..

 

 

Ad Occhi chiusi

Post n°1177 pubblicato il 25 Marzo 2016 da IsAbeAu13
 

 

 

 

Ad Occhi Chiusi. 
Il primo incontro di Callisto e Isabeau

Da giorni cercava di capire chi fosse il misterioso acquirente dei quadri, che la sua amica Barbara dipingeva. Sapeva solo che, ogni qual volta la pittrice ritraeva lei, spuntava questo misterioso avventore, acquistando senza batter ciglio ogni pezzo, a qualsiasi cifra. 
Nell'ultimo mese, grazie allo sconosciuto benefattore, le due ragazze avevano racimolato un bel po' di denaro. 
Quella mattina Isabeau aveva lasciato Barbara al mercato del villaggio, mentre lei era intenta a cercare erbe medicinali e spezie per la gente del posto. Soggiornavano da due giorni alla taverna del Nano Indomito, ma non ci misero molto tempo per capire che al villaggio qualcosa non andava per il verso giusto.
La sera prima, senza volerlo, aveva carpito frammenti di una conversazione fra i nani, i due si lamentavano di una gigantesca frana che aveva sbarrato l'ingresso e l'uscita dalla valle, procurando anche numerosi danni alle abitazioni, ai ponti, ed alle persone. 
Olaf, così le parve di capire si chiamasse il capo dei nani, sosteneva che quella frana fosse stata causata dagli orchi, orrida razza, da molto tempo in guerra con i nani per il possesso della valle e delle sue risorse.
Senza riflettere la giovane druida si offrì di aiutarli a disvelare il mistero, ma si rese subito conto di aver commesso un errore.
Olaf e gli altri suoi compagni riuniti in quella taverna, la squadrarono da capo a piedi, riservandole sguardi torvi e ben poco amichevoli.
"Ah, e sentiamo... Cosa potrebbe fare una druida gracile e minuta come te per noi nani? Forse non hai compreso che ci servono braccia forti per liberare la strada dai detriti e dal fango della frana, tu sei solo una femmina. ed umana per giunta! Gli umani non reggono la fatica come noi nani!" Così la apostrofò Olaf.
"Forse lei non potrà spostare molti macigni, ma io sì! Non occorrono braccia forti, bensì la magia giusta!" Affermò l'uomo dai capelli bianco celesti fermo sulla soglia.
L'uomo che aveva parlato era Callisto.
Barbara ed Isabeau avevano avuto la fortuna di incontrarlo appena giunte nel villaggio, qualche giorno addietro.
Quando si presentò ad Isabeau, la colpì per i modi spicci, piuttosto eccentrico per essere uno stregone. Sembrava non seguire regole particolari, ma solo il suo capriccio o il fluire del vento. Alla druida parve sospetto che quello stregone volesse aiutare i nani in quell'impresa, avrebbe giurato che lui fosse il classico tipo di persona interessata solo al proprio tornaconto.
Il giorno addietro difatti Callisto aveva consentito ad aiutarla nello scoprire chi fosse lo strano acquirente dei quadri, dietro compenso -ovviamente-. 
Aveva preteso che l'indomani lei ricambiasse il favore con un bacio.
La richiesta all'inizio le era parsa assurda, tanto che lei gli disse che non avrebbe di certo baciato uno sconosciuto per delle informazioni che avrebbe potuto procurarsi (forse) anche da sola.
Lo stregone addusse argomenti molto convincenti e, siccome era cosciente di essere anche un bell'uomo, Isabeau si persuase che un bacio non era cosa così gravosa in fondo, se le permetteva di avere delle risposte.
Quello fu il primo bacio di molti altri a venire, tra loro, ma lei a quel tempo non avrebbe mai potuto dirlo.
Callisto le aveva preso il viso fra le mani, aspettandosi che lei chiudesse gli occhi e schiudesse le labbra. Isabeau, invece, lo fissava in un atteggiamento non molto consono per quel momento.
"Se non chiudi gli occhi non si crea la magia..." Il suo respiro caldo le giunse come una carezza. La giovane donna lo guardò sospirando un po' spazientita.
"E tu vorresti farmi credere che di tutte le donne che hai baciato, ti interessa se lo fanno chiudendo gli occhi e si abbandonandosi a te? Sai la tua fama con le fanciulle ti precede..." Ammise lei divertita, notando un lieve smarrimento in lui per esser stato scoperto.
"Mi interessa solo se si tratta di qualcuna che conta per me" La guardò negli occhi sempre soffiandole quelle parole sul viso, quasi a toccarle il naso con le labbra.
"Quindi io sarei una di quelle che -contano- per te?" Lei lo provocò, voleva vedere fin dove si sarebbe spinto, credeva che avrebbe desistito da quel proposito del bacio se lei si fosse dimostrata pungente e scostante.
"Sì" Pronunciò quell'unica sillaba in modo così seducente e profondo che a lei, per poco, non cedettero le gambe per l'emozione.
"E sia, Callisto, chiuderò gli occhi e tu farai la tua magia su di me, ma sbrigati intesi?" Isabeau mantenne una parvenza di distacco nella voce, ma qualcosa dentro di lei fremeva per quel contatto. 
Callisto restava in piedi di fronte a lei, il fisico asciutto, ben proporzionato, e non troppo alto. Isabeau agganciò i suoi occhi verde-marroni alle iridi color dell'ambra di lui, chiuse le palpebre restando immobile.
Lo stregone sorrise lievemente soddisfatto di sé, ma questo lei non poté vederlo. Le infilò dolcemente una mano tra i capelli, in quel mare di flessuose onde dorate, e la trasse a sé.
Isabeau sentendo il respiro caldo di lui sulle labbra, parve ritrarsi per un momento. 
Lui non le lasciò il tempo di cambiare idea, prese quelle labbra rosse. lievemente imbronciate, in una dolce morsa, quella del loro primo bacio. 
L'uomo dalla chioma argentea si fece più audace quando sentì lei corrisponderlo, intrecciando più volte la lingua con la sua. 
Il calore di quel contatto con la druida passò molto in fretta dalla bocca dello stregone al suo basso ventre, ignorando le proteste della sua mente.
Callisto seppe controllarsi e con un sospiro si staccò da lei
Improvvisamente, rompendo quel dolce idillio, scostò Isabeau di lato parlandole sottovoce, visibilmente allarmato.
"Qualcuno ci spia, e credo anche di sapere chi..." Lanciò un incantesimo che Isabeau non comprese, dirigendo l'energia verso qualcosa di altrettanto incomprensibile ed invisibile.
Lei ci mise un attimo a ricomporsi, ancora persa in quell'ultima dolce sensazione.
"Cosa fai? Io non vedo nessuno qui, ci siamo solo tu ed io..." Chiese ancora frastornata.
"Non siamo soli, quello era un -servitore inosservato-, ho lanciato un incantesimo tracciante su di lui che, molto probabilmente, ci condurrà dritti dritti dal tuo misterioso uomo dei quadri. Credo che il servitore sia stato mandato proprio da lui. Allora tesoro, sono o non sono il migliore?". La guardò con un'espressione maliziosa negli occhi.
"Tesoro? Ehi non è che siccome ci siamo scambiati un bacio, anche se era un bel bacio, ora tu puoi pensare di prenderti tutta questa libertà! Io non solo il -tesoro- di nessuno. Mi chiamo Isabeau, e gradirei un po' di rispetto stregone..." Ribatté lei fingendosi offesa.
"Oh perdonatemi, mia Signora Lady Isabeau" accennò un inchino
"Forse ho esagerato nel prendermi codesta confidenza?" Si finse dispiaciuto, ma negli occhi aveva un guizzo divertito.
"Siete molto bella quando vi arrabbiate, vorrei stare qui con voi, a discutere, ma il nostro bersaglio invisibile si allontana in fretta. Se volete avere delle risposte, non dobbiamo perderlo di vista". 
Non lasciandole il tempo di replicare. si mise velocemente all'inseguimento della spia. 
Ad Isabeau non restò altro da fare che seguirlo, sperando di non cacciarsi in ulteriori guai, sulle labbra ancora il formicolio, in ricordo di quel bacio. 
Si sfiorò il viso arrossendo lievemente, mentre correva dietro alla sagoma dello stregone, intenta a non perderlo di vista.

© Ladyhawke83

 

Torno qui dopo quasi due anni, in punta di piedi, non voglio che il blog resti abbandonato a se stesso, quindi ho postato un mio racconro fantasy romantico, ispirato al gioco di ruolo D&D.

Se ci siete lasciate, un segno, un commento, qualsiasi cosa!

A presto

IsAbeAu13
Ladyhawke83

 
 
 

5 novembre 2001 ---- 5 novembre 2014 IsA & Etienne

Post n°1176 pubblicato il 05 Novembre 2014 da IsAbeAu13
 
Tag: love

13 anni di noi... sono tanti e sono stati a volte difficili, ma fino a qui ci siamo arrivati.
Ti amo.

IsA

 

 

 
 
 

inizio d'autunno...

Post n°1175 pubblicato il 21 Settembre 2014 da IsAbeAu13
 

è un po' che non scrivo qui, questo inizio di autunno è tranquillo, almeno così pare all'esterno.
Per quanto mi riguarda, tutto mi si rimescola, emozioni, ricordi, pensieri, preoccupazion, ansie.. Sembra che niente voglia andare per il suo verso.

Sono ancora bloccata con la tesi, ormai è più di un anno e comincio a disperare e a sentirmi sempre inutile ed inetta.

A livello sociale non frequento molte persone, i miei amici hanno preso ciascuno una strada diversa, quindi ci vediamo e sentiamo poco. Credo che sia normale e trent'anni perdersi un po' di vista, ma io è in questo momento che avrei più bisogno. Di una parola, di un gesto, invece nulla, dall'altro capo il silenzio.

Il falco, per quanto io ancora gli voglia bene, non è piu molto presente, risponde alle mie mail o cartoline, ma se si tratta di chiamarmi aspetta che lo faccia io, pur sottolineandomi che ne sarebbe felice..  e io vorrei davvero parlargli, ma non come le ultime volte, ma a cuor sereno, libera dalla vergogna dei miei sentimenti per lui, che ahimè, ci sono ancora e ci saranno sempre. Ho bisogno che lui ci sia almeno come amico, ma non oso chiederlo, ed anche se gli ho fatto capire che avrei voluto vederlo, lui ancora non mi ha dato possibilità, è molto gentile e premuroso, ma su questo si tiene evasivo e non si sbilancia. Io, al di là di quello che provo ancora per lui, vorrei solo vederlo e fare quattro chiacchiere, dato che non parlo con nessuno e le ansie e le paure si stanno impossessando della mia vita. Lui è sempre stata la mia luce, ma se continua così rischia di farmi bruciare inutilmente come una falena..

Con Etienne le cose vanno bene, la convivenza prosegue, ormai sono 2 anni e mezzo, abbiamo molti problemi per via del suo lavoro e per via del falco ovviamente, ma ci vogliamo bene ed è questo quello che conta, almeno per ora.
Vi lascio con una foto e il racconto che prosegue nel post precedente.
Buon inizio d'autunno a tutti! 

IsA

 
 
 

racconto parte VI

Post n°1174 pubblicato il 21 Settembre 2014 da IsAbeAu13
 

 

Il sole era già alto quando giunsi, in sella ad Alatan, alla piccola baita di Barbara ed Aranji. Lì mi attendeva Nak'ell, aveva dormito lì quella notte, mentre Vargas e Callisto si occupavano di me.

Speravo che ora fosse più ben disposto a partire.

Nelle ultime ore avevo avuto tempo di pensare, oltre che di preparare le poche cose per il viaggio, volevo evitare di dare nell'occhio. Se fossimo stati attaccati da predoni o briganti, sarebbe stato impossibile trarsi d'impaccio da soli. Ero pur sempre solo una donna, con un bambino al seguito ed un cane. Era essenziale portare con noi il minimo indispensabile, avevo messo da parte provviste per circa tre giorni, avevo selezionato e controllato alcune armi, tra cui l'arco, il mio bastone ed il pugnale di Vargas, dal quale non mi separavo mai.

Naturalmente anche qualche soldo, per gli imprevisti. Non si sa mai.

Scorgevo già il viale ed il frutteto di Barbara, decisi di liberare dalle corde Gea, il mio cane intermittente, volevo che si sfogasse un po', prima del viaggio.

Mi vennero incontro, a passo sostenuto, Callisto e Nak'ell. Quest'ultimo correva con tutti i capelli scompigliati e con in mano uno strano arnese, dall'aspetto bitorzoluto e storto. Un bastone? Una bacchetta? Non ne aveva l'aria.

Buongiorno Signora delle Saponette. Come state stamane?” Mi salutò Callisto in tono volutamente scherzoso per prendersi gioco del mio lancio notturno..

L'hai sistemato per le feste il mago eh? Occorre mettere al loro posto certi guardoni. Pensa, oggi non si è ancora fatto vivo, eppure mi ha detto che sarebbe venuto, forse la ferita da “saponetta” al viso è più grave di quanto pensassi..” Rise.

Callisto, l'unica ferita che brucia a quel mago è nell'orgoglio, Toccagli tutto, ma non toccargli l'orgoglio; comunque sto molto meglio, grazie anche al tuo elementale Calcifer, è stato come sempre provvidenziale e..anche tu ovviamente”.

Non dovrei dirlo, ma non dovresti essere così dura nei confronti di Vargas, era molto preoccupato per te tesoro, come del resto lo eravamo tutti, e non credo nemmeno che mezz'orecchie stia poi così bene, visto quello che ha al braccio..”.

Il braccio? Che cosa avrebbe il suo braccio? Non ho notato nulla ieri”.

In quel momento mi raggiunse Nak'ell, che nel frattempo si era rotolato e azzuffato con Gea, evidentemente felice di vederlo, me lo aveva ricoperto di terra, fango e leccatine da tutte le parti. Inguardabili entrambi, figlio e cane. I capelli di Nak'ell ormai, così conciati ed impiastricciati, sarebbero stati sicuramente da tagliare.

Mi abbracciò e mi disse tutto d'un fiato: “Mamma, mamma. Guarda! so trovare l'acqua! Ti faccio vedere!” e si mise a girare intorno ad Alatan con quella specie di bacchetta o bastoncino in mano e con Gea che lo fiutava curiosa.

Oh ma che bravo, d'ora in poi allora sarai tu a trovare l'acqua per noi..proprio bravo! Sei pronto per partire? Hai salutato tutti?”

Si, si, sono prontissimo. Quando si parte?”

Che cambiamento repentino, ieri non ne voleva sapere e oggi non vede l'ora. Strano.

Callisto cosa gli hai detto per convincerlo?”

Ah, beh è un segreto, posso solo anticiparti che gli ho promesso che se fosse partito senza fare troppe storie, gli avrei fatto provare il mio arco Tamujin

Quindi si può dire che tu lo abbia illuso.”

Illuso? E perché mai? Quando sarà molto più grande sicuramente sarà in grado di usare il Tamujin, non ho mai detto che glielo avrei fatto usare ora”.

Nak'ell sa che c'è il trucco?”.

Lo capirà, ma sarete lontani allora. A proposito di viaggio, sei sicura di voler andare solo tu e il piccolo? Se tu me lo chiedessi sai che ti accompagnerei volentieri dovunque tesoro”.


Ti lascio solo per qualche ora e tu già cerchi di avvantaggiarti con Isabeau. Sei senza speranza”.

Stranamente non avevo percepito la sua presenza: “Vargas, siete venuto, ci tenevo a salutarvi e a scusarmi per l'incidente di ieri, non avrei dovuto colpirvi, è stato un gesto impulsivo, vi chiedo scusa, davvero sono mortificata”.

Non scusatevi, starò più attento, la prossima volta che sarò in una stanza solo con voi. Almeno avvertitemi prima di lanciare oggetti pericolosi, non vorrei ritrovarmi senza un occhio o peggio..”. Sorrise “Posso parlarvi un momento? In privato se possibile”.

Callisto sbuffò, roteando gli occhi al cielo: “Mi levo di mezzo, tranquillo.. vieni Nak'ell, fammi vedere come funziona la nuova bacchetta cerca-acqua, sono curioso, ci trovi solo l'acqua o anche qualcos'altro?”

La guardai, aveva un aspetto sicuramente migliore di qualche ora prima, ma sembrava non avesse dormito molto: “Sono felice di vedere vi siete rimessa in forze, ci avete fatto ammattire tutti ieri. Ho sentito da Callisto che volete viaggiare sola, lo dico contro il mio stesso interesse, ma lo stregone non ha tutti i torti nel volervi accompagnare ed io credo sia una cosa saggia.

Lo farei io stesso se potessi”.

Non ho bisogno di nessun aiuto, so badare a me stessa ed al mio bambino, l'ho sempre fatto d'altronde: “Da quando vi preoccupate tanto? E soprattutto da quando accettate di buon grado che io e Callisto trascorriamo del tempo insieme? So che voi lo disprezzate, non potete negarlo, non siate geloso, nessuno può prendere il vostro posto. Anche se Callisto è un buon partito tutto sommato..” Dicendo questo gli toccai il braccio sinistro in un gesto affettuoso di scherno.

Per poco non gli sfuggi un'imprecazione scostando il braccio dalla mia stretta. Lo vidi contrarsi dal dolore, ma non fiatò.

Cosa avete al braccio? Fatemi vedere” Feci per sollevargli la manica ma mi scostò bruscamente.

Non è niente, lasciate stare, Padre Imperius dice che passerà”.

Non lo lasciai in pace finché non si lasciò esaminare il braccio. Quando lo vidi per poco non mi scappò un grido. Era orribile. Bolle, pustole e, cosa ben peggiore del lato estetico, un principio di infezione su gran parte dell'avambraccio, dalla mano al gomito.

Quando si era procurato una ferita simile? Forse nel pomeriggio precedente quando tentò di deviare l'energia del cristallo, per rimediare al mio pasticcio. Dovevo curarlo.

Non siate ostinato. Posso aiutarvi se me lo permetterete, è il mio mestiere ed è una delle poche cose che so fare bene”.

Passerà da solo ve l'ho detto e poi voi dovete mettervi in viaggio no? Ero venuto sin qui solo per avvisarvi, non per farmi curare questa stupida bruciatura”.

Avvisarmi? E di cosa? Ora venite, non fate storie. Lo costrinsi quasi a seguirmi.

Vediamo se Baby ha qualcosa per queste ferite. Poi questa medicazione è orribile, va rifatta assolutamente, ma chi diavolo vi ha fasciato così malamente il braccio?” Lui non rispose e abbassò lo sguardo. Si era medicato da solo, con pessimi risultati. Sciocco mago testardo.

Su venite risolviamo questa faccenda della ferita, così mi potrete anche dire ciò per cui siete venuto”.

Barbara e Aranji furono, come sempre molto ospitali e gentili, pur essendo persone umili e non molto agiate, erano generose ed aperte con chiunque bussasse alla loro porta.

Barbara poi era una mia cara amica di vecchia data, fu lei il primo tramite tra me e Vargas, mi ritraeva nei quadri che poi lui acquistava. Da lì nacque tutto più o meno 10 anni addietro.

Ci concessero di usare la stanza da letto di Gaia, la figlia di Barbara e amica di Nak'ell, i due bambini nacquero nello stesso giorno, per questo motivo sia io che barbara avevamo deciso di farli crescere insieme.

La stanza non era molto grande, ma sufficientemente illuminata per permettermi di muovermi e vedere agevolmente. Avrei medicato Vargas, ma prima avrei dovuto levare la pelle ormai ustionata, sarebbe stata un'operazione dolorosa e non avevo nessun calmante con me. Sarebbe stato difficile.

Ero nervoso, dalla sera prima non avevo fatto altro che pensare a lei, ero anche preoccupato, per via della visione. Non ero tranquillo. Stare in quella stanzetta solo con lei mi inquietava ben di più delle visioni. La sua vicinanza era ancora capace di confondermi dopo tutti questi anni.


Ero nervosa, era passato molto tempo da quando non stavamo soli in una stanza. Adesso eravamo lì seduti su un letto, molto vicini. Lui a torso nudo ed io con il tremore alle mani. Dovevo fare in fretta e non pensarci. E' solo lavoro, normale amministrazione, e lui è solo un uomo, quanti uomini avevo già medicato e curato nello stesso modo? Questo non era diverso.

Con voce il più ferma possibile dissi prima di iniziare: “Siate paziente, farò il possibile ma, devo avvertirvi, sarà doloroso. Gridate se dovete”.

Questa sì che non ci voleva, stare in queste condizioni ad un palmo da lei, in una stanza da letto, tutto mette a dura prova il mio autocontrollo. Il dolore era abbastanza forte, sembrava di essere spellati vivi. Non so se fosse più dolorosa la medicazione sul braccio o la vicinanza del suo viso e delle sue mani al mio corpo. Per distrarmi fissavo un punto tarlato sul pavimento, ma non stava funzionando.

Ahi.. Dannazione donna!”

Scusatemi, ho quasi finito. Siete stato bravo. Mi raccomando non togliete le bende prima di due giorni e non esponete il braccio né al sole né all'acqua. Per il resto ricordatevi di prendere questa pozione, eviterà che il braccio si infetti e vada in cancrena, di solito si usa per le ferite dal fuoco, non le ustioni da folgore, ma credo che possa andare bene. Darò istruzioni a Imperius così che vi possa medicare quando io non sarò più qui per farlo”.

Mi venne ad un tratto nostalgia, pensai che non l'avrei più rivisto tanto presto, non sapevo per quanto tempo sarei stata lontana, Settimane? Forse mesi? Mi sarebbe mancata sicuramente l'Academia, così rassicurante e protetta, con i suoi ritmi, le sue lezioni, la sua biblioteca. Inutile negarlo, mi sarebbe mancato l'Arcimago, il mio maestro, non lo avevo ancora perdonato, ma mi sarebbe comunque mancato.

Ecco fatto. Una Medicazione perfetta.” Gli sorrisi, riposi gli attrezzi nella mia sacca, feci per alzarmi dal giaciglio di Gaia, dove eravamo entrambi seduti, lui mi bloccò con una mano, mi fissò con uno sguardo che non saprei dire se triste, determinato o addolorato: “Grazie.” disse a mezza voce, mi tirò a sé baciandomi sulla bocca.

Fu un bacio fugace, non casto, ma neanche troppo passionale, qualcosa che mi parve insieme dolce e amaro. Aveva tutta l'aria di essere un bacio di commiato e nulla di più. O c'era dell'altro?

Mi scostai prima che potesse sentire quanto emotivamente mi avesse scombussolato quel contatto inaspettato. Lo sentivo vicino. Troppo vicino.

Non volevo rievocare qualcosa che avevo faticato tanto a nascondere. Strascichi di quel sentimento dopotutto erano ancora in me, non ero pronta a seppellire il cuore. Anche avrei dovuto farlo, a tutti gli effetti ero una vedova. Mi sentivo così sola e dispersa., mi sarei lasciata volentieri tutto da parte, pur di avere di nuovo un attimo di felicità. Quell'attimo di felicità. Ma non era il momento di farsi prendere dalla nostalgia. Oltretutto con un uomo sposato ed è persino un Arcimago. Sarebbe stato uno sbaglio imperdonabile. Dovevo andarmene e, prima l'avrei fatto, meglio sarebbe stato per tutti.

Cercai di recuperare quel poco di autocontrollo che mi era rimasto: “Voi non mi dovete ringraziare, lo sapete, l'avrei fatto per chiunque altro ne avesse avuto bisogno”. Abbassai lo sguardo, armeggiando con qualcosa nella sacca.

Cerca di negare l'evidenza “Anche il bacio lo avreste concesso a chiunque? Devo forse pensare che dispensiate simili cure a tutti i bisognosi?”

Era troppo. Non avrei saputo rispondere senza rovinare quel momento, così corsi fuori dalla stanza, l'aria mi era diventata di colpo irrespirabile.

Lei fugge da me, ammettere di provare qualsiasi sentimento le è troppo doloroso. Lo comprendevo bene, e come biasimarla? Forse era meglio così. Anche io, in fondo, non avrei potuto, in questo tempo e in questo luogo, per chi sono e per chi sono stato, dare libero sfogo ai sentimenti.

Tutto era diventato così maledettamente complicato.

© IsAbeAu13

 

 
 
 

anticipo d'estate...

Post n°1173 pubblicato il 09 Giugno 2014 da IsAbeAu13
 

Ora che sto un po' meglio dopo l'otite e due settimane di antibiotico ecco che spunta questo caldo africano... forse un po' troppo caldo....

selfie..da caldo....

© IsA

 
 
 

in vena di citazioni....

Post n°1172 pubblicato il 06 Giugno 2014 da IsAbeAu13
 

Oggi, guardando per caso i blog, sono incappata in questa bella citazione di Einstein che vi riporto.

[Il benessere e la felicità]


Da un punto di vista obiettivo, preoccuparsi del senso o del fine della nostra esistenza e di quella delle altre creature mi è sempre parso assolutamente vuoto di significato. Ciononostante ogni uomo è legato ad alcuni ideali che gli servono di guida nell'azione e nel pensiero. In questo senso il benessere e la felicità non mi sono mai apparsi come la meta assoluta (questa base della morale la definisco l'ideale dei porci). Gli ideali che hanno illuminato la mia strada e mi hanno dato costantemente un coraggio gagliardo sono stati il bene, la bellezza e la verità. Senza la coscienza di essere in armonia con coloro che condividono le mie convinzioni, senza la affannosa ricerca del giusto, eternamente inafferrabile, del dominio dell'arte e della ricerca scientifica, la vita mi sarebbe parsa assolutamente vuota. Fin dai miei anni giovanili ho sempre considerato spregevoli le mete volgari alle quali l'umanità indirizza i suoi sforzi: il possesso di beni, il successo apparente e il lusso.

-A. Einstein-

 
 
 

Racconto parte V

Post n°1171 pubblicato il 31 Maggio 2014 da IsAbeAu13
 

Forza fai qualcosa sbrigati o la perderemo, idiota di uno stregone!”

Gridavo contro Callisto, ma in realtà ero terrorizzato, non usavo pensare se fosse morta, tutto quello che avevo fatto fin qui sarebbe stato vano, persino ritornare dal futuro non avrebbe avuto senso senza di lei.

Stupido cazzone! che sto seguendo alla lettera le indicazioni del monaco Imperius e Calcifer fa del suo meglio per assorbire il suo calore. Neanche io voglio che muoia, non prima di essere diventata mia moglie almeno..”

Tua moglie? Ti stai forse dimenticando con chi stai parlando? Io sono il padre di suo figlio e lei ha scelto me

Sarai anche padre, ma non sei il marito, anzi mi pare tu sia già sposato con una giovane, quanto estrosa donna, quindi a meno che tu non voglia sconfessare i dettami della tua religione, non puoi avere due mogli contemporaneamente. Poi chi ti dice che sceglierebbe te dopo tutto quello che le stai facendo passare?”

Era troppo, come si permette quel caprone di uno stregone? “Vuoi che ti disintegri la faccia? così che ti passi la voglia di parlare a sproposito, attento perché ora lei non è qui a fermarmi..

 Basta! Smettetela siete due idioti! Dobbiamo pensare a Isabeau, non alle vostre rivalità inespresse. Ora che l'avete spogliata immergetela in questa tinozza e poi chiamate qui Calcifer”.

Ma è sicuro metterla in una vasca di acqua gelata?”

Per ora è l'unico modo che abbiamo per mantenere il suo corpo ad una temperatura accettabile, soffrirà, ma devo trovare il modo da sola, questo male non l'avevo mai visto, dev'essere stato provocato da qualcosa di grosso”

E' stata colpa mia Padre, non ho saputo deviare un incantesimo potente”.

Non pensare ragazzo, ora fai ciò che devi”.

Mentre, aiutato da Callisto, immergevo Isabeau in quell'acqua gelida, mi dimenticai del braccio ustionato, il dolore che seguì fu talmente lancinante che, per poco, Isabeau non mi scivolò malamente dentro la vasca.

Stai attento -mezz'orecchie- vuoi che muoia congelata?”

Non risposi alla provocazione di Callisto, ma il braccio mi stava facendo impazzire, per fortuna la preoccupazione mi distraeva dal dolore.

Imperius rientrò nella stanza con un decotto di erbe, presumo per lei, scorse la mia ustione sotto la tunica e mi chiese spiegazioni, io la nascosi sotto la manica e cercai di minimizzare, perché non volevo dare alcuna soddisfazione a Callisto. Non volevo mi vedesse star male, avevo pur sempre il mio orgoglio da difendere.

Dovresti far curare quell'ustione, altrimenti ti rimarranno brutti segni e cicatrici, credimi ne so qualcosa” Si sporse e mi fece vedere i segni di grosse ustioni e squarci, poco sopra la spalla destra, orribili cicatrici rimarginate chissà come: “ è stato Smaug il drago della montagna,  è successo qualche anno fa', ero un po' più incosciente allora. Del pericolo non mi importava. Tu non vorrai che il tuo braccio si riduca come la mia spalla e la mia schiena vero? Non che mi dispiacerebbe saperti menomato, ma è davvero dolorosa l'ustione se non curata come si deve..”

Tagliai corto:“ Ci penserò. Ma adesso evoca Calcifer, lei è gelida, non credo ci rimanga molto tempo”.

Callisto, con grande bravura e concentrazione chiamò a se i suoi poteri ed evocò Calcifer, l'elementale di fuoco, nostro amico comune.

Nel buio del sonno avvertì l'elementale nella mia mente, vedevo vagamente la sua figura in mezzo a tutta quella luce azzurrina, davanti a me però oltre a Calcifer che mi chiamava e mi riscaldava, c'era anche un bellissimo paesaggio, una dolce musica, una grande pace, io stavo quasi per attraversare la soglia, quando vidi una figura venirmi incontro, sembrava proprio Vargas: “Devi tornare indietro, non è il tuo momento qui, hai ancora molto da fare sulla Terra, figlia di Adamo, il mio tempo è finito, ma tu devi vivere ancora. Ora va' .. Aa’ menealle nauva calen ar’ malta” mi disse in elfico prima di scomparire. Di nuovo.

 

Sentivo delle voci lontane, tornavano i suoni, i colori ed i contorni di una stanza.. Mi risvegliai molto lentamente, la prima persona che vidi fu Callisto, poi vidi il fidato Calcifer, infine Il mago, erano tutti visibilmente provati, ma sollevati. Solo in un secondo momento mi accorsi di essere praticamente nuda, in una tinozza di acqua tiepida, che ben poco spazio lasciava all'immaginazione: “Fuori! Fuori!... Maniaci, guardoni, pervertiti! Cosa volevate farmi in questa vasca eh? Giuro sugli Dei che stavolta vi uccido!”

Vargas fece per dirmi qualcosa, mentre lui e Callisto uscivano, in fretta e furia dalla stanza, Calcifer si era già “svaporizzato”.

Prima che potesse spiegarsi, Vargas venne centrato in piena faccia dalla prima cosa che mi trovai sotto mano in quel momento: una saponetta! (Mai sottovalutare una donna arrabbiata).

 Era stata una nottata difficile, ormai era quasi l'alba, erano trascorse già tre ore dall'incidente della vasca da bagno, maledizione dovrei stare più attento agli oggetti contundenti, probabilmente Isabeau partirà questa mattina, non appena Nak'ell si sarà svegliato.

E' strano pensare che parta e che io non possa seguirla, i miei doveri qui mi impongono di restare nell'Academia, sono un mago guardiano è questo il mio compito, ma non riesco a levarmi dalla mente un brutto presentimento.

Sono troppo stanco, sono  tre notti che non chiudo quasi occhio. Forse sto solo vaneggiando.

La ferita non andava migliorando, ma il dolore si attenuava, di questo dovevo ringraziare Imperius ed i suoi strani unguenti, peccato che questo suo intruglio sia disgustoso sulla pelle.

Come la mattina precedente, mi misi a passeggiare nel cortile maggiore.

Mi dava un senso di pace camminare nel silenzio del mattino, con i pensieri interrotti solo dal cinguettare degli uccelli. Quel cortile, fin dal primo momento che vi misi piede, fu sempre uno dei miei luoghi prediletti.

Ero ancora un bambino quando entrai per la prima volta nella scuola, ricordo l'impressione che mi fecero i giardini, i grandi archi e l'enorme e imponente statua del Dio. Mi intimoriva quell'enorme gigante di pietra con lo sguardo fisso su di me, una volta, ebbi persino paura che la statua mi pietrificasse con gli occhi. E' strano come tutto ora mi appaia razionale e perfettamente normale, quando da piccolo tutto mi sembrava enorme e minaccioso. Forse siamo noi stessi a creare la realtà e non è essa a creare noi? Forse la percezione non esiste esiste solo il pensiero dell'azione?

Decisi di sedermi su un muretto, mi sistemai in un lato appartato vicino al vecchio salice, a quell'ora tutto era deserto e tranquillo.

Avevo un disperato bisogno di dormire, chiusi gli occhi solo per un attimo e mi ritrovai in uno strano incubo, o forse dovrei dire visione? Tutto fu terrificante, ma confuso.

Mi ritrovai catapultato attraverso un sentiero boscoso, in lontananza osservai due figure a cavallo, coperte da un mantello: dalla corporatura esile e dagli abiti semplici, dovevano essere un bambino ed una giovane donna, ma non ne ero sicuro, non riuscivo a scorgersi con chiarezza, tutto era ammantato di nebbia.

Decisi di seguirli a distanza. Quel luogo aveva un aspetto sinistro, quel bosco sembrava malato, ovunque girassi lo sguardo vedevo rovi, intrichi di rami secchi, tronchi d'albero anneriti e divelti e, cosa ancor più singolare, non vidi nessun animale né udii nessun suono provenire dal sottobosco. Una terra morta, ferita, devastata, privata di ogni linfa vitale.

Perché mai due viandanti a cavallo si sarebbero avventurati in un luogo simile, per di più senza protezione?

La visione mutò rapidamente, mi ritrovai in riva ad un fiume nerastro, le due figure a cavallo non troppo lontane, cercarono invano di attraversare il fiume. Il cavallo non ne volle sapere, nitriva, indietreggiava, scalpitava, li avrebbe disarcionati se avessero insistito nel proposito di guadare il fiume. Potevo calmarlo, con i cavalli avevo una certa dimestichezza, almeno quanto bastava da convincere un animale riluttante e spaventato. Da cosa poi?Il fiume non era poi così veloce o profondo, ci doveva essere qualche altro motivo, il cavallo avvertiva ciò che non avvertivano gli umani.

Nel momento in cui mi avvicinai comparve una figura, dai contorni sfocati, ma potevo distinguere chiaramente il suo atteggiamento ben poco amichevole.

Questo essere, sempre circondato da una nube grigiastra, si avventò con tutta la propria ferocia sui due poveri viandanti, feci per attivare un “cerchio magico contro il male” ma qualcosa non funzionò, non successe nulla. I miei poteri: scomparsi.

Osservai inerme la donna il bambino ed il cavallo venir scaraventati in acqua per il violento impatto magico, vidi il bambino ed il cavallo portarsi faticosamente a riva, grazie a un punto in secca del fiume. Non scorgevo più la donna però, la cercai lungo la riva del fiume, se non potevo usare la magia, avrei comunque potuto evitare che annegasse. Di lei, però nessuna traccia. Era forse gia troppo tardi?

Sentii delle grida soffocate, vidi poco lontano l'essere malefico e grigiastro avventarsi su di lei,dopo averla estratta dalle acque, con una mano tentava di impedirle di chiamare aiuto e con l'altra la toccava con intenti ben poco nobili. Avrei voluto scaraventarlo lontano con una palla di fuoco ma non mi riusciva nessun incantesimo, nemmeno il più semplice, potevo sempre usare le mani però, volevo ucciderlo, una strana voglia assassina si stava impadronendo della mia mente, sentivo già il demone chiamarmi. Una tentazione troppo forse quella del sangue. All'improvviso, il sole, la luce del giorno. Avevo sognato. Per quanto tempo avevo dormito? Era stato solo un incubo o era un messaggio d'avvertimento? Qualunque cosa fosse non era buona.

Dovevo parlare ad Isabeau prima che partisse, dovevo metterla in guardia.Avevo la spiacevole sensazione che qualcosa di brutto stesse per abbattersi di nuovo su di noi.

© IsA

 
 
 

Ombre e lavanda parte IV

Post n°1170 pubblicato il 10 Maggio 2014 da IsAbeAu13
 

Continua il mio racconto fantasy...

Ombre e lavanda parte IV

Ero nell'incubo, di nuovo, ne ero certa.


Eccomi di nuovo a quel giorno, stavamo passeggiando insieme, nel cortile maggiore, ricordo che rise e d'un tratto si chinò e mi disse qualcosa all'orecchio che mi fece arrossire, continuai a camminare facendo finta di nulla, gli presi, timidamente però, la mano. Lui mi guardò, sorrise e rispose al mio gesto stringendo la mia mano. Era quello il nostro silenzioso e non troppo evidente per comunicarci affetto, senza che nessuno nella scuola potesse malignare alcunché, una druida e un Nefilim già di per sé sono un fenomeno strano, figuriamo se hanno anche una relazione. Il sogno fin qui era piacevole e avrei voluto che quegli attimi durassero per sempre.

Poi tutto cambiò, in un istante, fummo attaccati, o meglio l'Academia fu attaccata, si generò il panico, grida e colpi magici da ogni dove. Non so per quale motivo le barriere magiche della scuola cedettero come se fossero cardini marci di un portone consunto, si riversarono all'interno del cortile maggiore decine e decine di orchi, troll e altre creature che non saprei identificare.

Io corsi subito a mettere al sicuri gli allievi più giovani e i bimbi, soprattutto corsi in mezzo alla folla urlante e ai dardi magici, per cercare Nak'ell. Non lo trovavo da nessuna parte, né nell'aula di musica, né al campo di addestramento, cominciò ad assalirmi il terrore. Comunicai mentalmente sia all'Arcimago che a Vargas che non trovavo il bambino. Poi sentii quella orrenda voce. Rymsis, il druido rinnegato che avevo già affrontato alle grotte alcuni mesi prima. Era proprio la sua voce, aveva osato introdursi nell'Academia e, con sé, aveva portato un esercito di orridi guerrieri, era impossibile dimenticarlo, ovunque andasse portava con sé morte e disperazione.

Mi senti sporca sgualdrina?” Comunicava con me telepaticamente, non so come ci riuscisse, mi atterriva che ne fosse in grado “Se non vuoi che il tuo adorato figlioletto muoia davanti a suo padre fatti vedere, consegnati spontaneamente adesso e, forse, lascerò libero il ragazzo ed ucciderò solo il Nefilim. A te la scelta, se non ti consegnerai ucciderò entrambi!

Corsi verso la fonte della voce, sapevo dove, nel posto più protetto e che io, fino a quel momento credevo inespugnabile: l'Arena.

Quei minuti di corsa sul sentiero mi sembrarono interminabili, il cuore mi martellava nel petto e il fiato mi si smorzava in gola, provai a mettermi in contatto sia con l'Arcimago che con Vargas. Nulla. Non avvertivo nulla. Solo silenzio.

Ecco una flebile forza venirmi alla mente dall'Arcimago, che evidentemente stava cedendo sotto gli attacchi di quelle creature, non percepivo invece nessuna energia vitale da Vargas.

Cominciai a pensare di essere in ritardo, di non poterli salvare, mi venne il terrore di perderli entrambi.

Non avevo nemmeno avuto il tempo di avvertire Callisto, con le mani tremanti indossai l'anello dell'elementale, chiamai, non attesi risposta, dissi solo: “aiutami o li ucciderà!” con la speranza che avesse sentito il mio messaggio e che potesse teletrasportarsi lì presto.

Quando arrivai all'Arena quello che vidi davanti ai miei occhi mi sconvolse.

Rymsis teneva un pugnale puntato contro mio figlio. Sorrideva di soddisfazione.

Vargas era trattenuto da un gigante del fuoco, gran parte del suo corpo era stato bloccato sotto il peso di un grande masso infuocato e, in parte, le sue ali erano incenerite. Doveva aver patito molto dolore.

Non c'era alcuna traccia dell'Arcimago, né di Callisto. Pregai che giungessero presto.

Lasciali andare” gridai verso Rymsis “lasciali liberi e ti darò quello che vuoi”.

Cercavo di temporeggiare mentre, di nascosto, inviavo energia curativa a Vargas, perché potesse riprendersi e, magari, anche riuscire a liberarsi.

Lascia andare Nak'ell, è solo un bambino, non ti potrà essere utile”

Lui mi guardò sprezzante, con occhi carichi di odio: “Tu druida, invece, credi di valere così tanto per me? Io detesto i druidi e la loro sporca magia bianca, voglio solo che tu soffra e molto. Ora dì addio a tuo figlio..”

Lo trafisse al cuore con il pugnale, lo vidi accasciarsi senza vita al suolo.

Gridai. Il dolore che sentì per poco non mi uccise.

Rymsis sempre ridendo lanciò il cadavere di Nak'ell ai miei piedi, mi chinai, cercai di rianimare Nak'ell con tutta l'energia che possedevo, ma era tardi. Non posso resuscitare i morti.

Senti gridare anche Vargas che nel frattempo, era riuscito a liberarsi quasi del tutto dal gigante, aveva ripreso abbastanza forza da lanciare una palla di fuoco contro Rymsis, era totalmente immerso nel furore, il demone, che era stato sempre latente in lui, ora prendeva il sopravvento.

La collera per la morte del figlio lo stava trasformando nel demone che tanto rifuggiva.

I suoi occhi diventarono due orbite nere, le ali si ingrandirono e ripresero vigore, spuntarono denti e artigli, la sua voce divenne quasi un grido roco. Lo avevo già visto trasformarsi un'altra volta, ma adesso mi fece paura, era senza controllo, avrebbe potuto uccidere tutti anche me.

Rymsis non sembrava intimorito quanto me: “Oh, il Nefilim si è arrabbiato, povera bestiola, il suo pulcino è morto. Decisamente un gracile pulcino, povero bambino, con tutta la vita che aveva davanti, morire così giovane per causa di sua madre.”

Io non percepivo nulla, avrei voluto fuggire da quell'incubo orrendo.

Il sogno si faceva sempre più cupo e orribile, piansi stringendo il corpo di Nak'ell senza vita, in quel momento l'unica cosa che volevo era vendetta..

Ci fu un boato assordante. Compare in una nuvola l'Arcimago, che fino ad ora non avevo percepito, egli disse qualcosa a Vargas, o propriamente parlò al demone, questi immediatamente bloccò l'attacco e si immobilizzò prima di scagliare il più potente dei suoi incantesimi su Rymsis.

Non vidi bene cosa accadde, Vargas, ritornato in sé, si voltò verso di me e disse: “Perdonami”

Una zucca, una luce azzurrina, poi il corpo di Vargas fu solo luce.

Per un attimo non capii, poi tutto fu chiaro.

L'Arcimago di comune accordo con Vargas aveva liberato l'anima malvagia del Litch dalla zucca magica in cui era rinchiusa; quest'anima si era impossessata del corpo del mio amato, di fatto prendendone la vita stessa.

Vidi l'anima di Vargas qualche istante prima che scomparisse, mi sorrideva come quella mattina nel cortile. Il dolore era troppo persino per gridare ancora, rimasi ammutolita.

Il Litch Nefilim possedeva ora una forza straordinaria e immensa conoscenza, senza aspettare oltre colpì violentemente Rymsis, infranse le sue difese magiche e lo scagliò lontano, poi troneggiò sopra il corpo ferito del rinnegato, nella mano una folgore verdastra, dannatamente instabile, nel momento di scagliarla su Rymsis questo scomparve, letteralmente. Non saprei dire se la nostra fosse veramente una vittoria oppure una sconfitta, so che nel medesimo istante che Rymsis sparì, si dileguarono anche i suoi orridi seguaci, orchi troll e tutto l'esercito al seguito si disperse.

Tutto piombò in un silenzio irreale, ma l'incubo non voleva finire.

Ero ancora accovacciata accanto a mio figlio morto, quando Vargas, no, il Litch con le sembianze di Vargas si avvicinò. Istintivamente, protessi il corpo di Nak'ell, non volevo che nessuno lo toccasse. Tanto meno quella “cosa”.

L'Arcimago si avvicinò e mi intimò di lasciar fare “fa parte dell'accordo” disse “un'anima per una vita”.

Ancora non capivo, non volevo sciogliere l'abbraccio dal mio bambino, ma lo sguardo determinato del mago mi convinse. Mi allontanai giusto quel tanto che serviva, mi sentivo come una leonessa che deve proteggere i cuccioli dai predatori, anche se sono morti.

Quella creatura che sembrava Vargas, ma non lo era, si avvicinò a Nak'ell, pronunciò alcune parole che non avevano alcun senso per me, poi si chinò e soffiò sul suo viso.

Dopo alcuni istanti riprese a respirare, era vivo. Un miracolo!Non conoscevo magia tanto potente quanto immediata. Ero sbalordita, confusa, commossa. Abbracciai mio figlio e lo baciai come se non lo vedessi da mesi, tanto che lui mi disse: “mamma come sei appiccicosa? Cosa ti prende?” Risposi che ero semplicemente felice e che gli volevo bene.

Il Litch mi guardò e disse parole che non dimenticherò mai: “Il mezz'elfo Nefilim ha donato la sua vita a me e ora io ne ho data al suo stesso figlio - un'anima per una vita - questo l'accordo. Lo scambio è definitivo. Addio” Si alzò guardò l'Arcimago, che fece cenno di assenso, poi spiego le enormi ali nere e spiccò il volo.

Sentivo molto freddo, poi molto caldo ed ora venivo invasa da una luce azzurrina, che stessi per andare in paradiso? Sentivo la vita scivolarmi via, ora niente più immagini, solo il nero buio.

 

© IsAbeAu13

 
 
 

Magic -coldplay-

Post n°1169 pubblicato il 07 Maggio 2014 da IsAbeAu13
 

È qualche giorno che questa canzone gira nella mia mente, è meravigliosa e mi fa pensare a te, se solo fosse possibile... 

Call it magic
Call it true
Call it magic
When I'm with you..

http://youtu.be/Qtb11P1FWnc

[S.V.]

 
 
 

4563 giorni...

Post n°1168 pubblicato il 05 Maggio 2014 da IsAbeAu13
 

5/11/2001 - 5/05/2014

4563 giorni di noi <3

 

 
 
 

Ombre e Lavanda III

Post n°1167 pubblicato il 05 Maggio 2014 da IsAbeAu13
 

Ombre e Lavanda III

Quando Callisto ed io giungemmo all'Arena, lo spettacolo che si aprì davanti agli occhi aveva un non so ché di sovrannaturale, sapevo che l'Arena fosse un luogo altamente importante a livello astrale e magico, ma non immaginavo lo fosse fino a questo punto. Vidi massi galleggiare, prismi di luce ovunque e scariche di elettricità che attraversavano da un punto all'altro l'intero perimetro dell'Arena stessa. Vargas che ci aveva preceduti, stava posando dei cristalli a formare un “symbolon” magico, o almeno questo era il poco che riuscivo a capire. Non mi accorsi della presenza dei Grandi maestri fino a che uno di loro non parlò, disse qualcosa in elfico antico e tutti loro si misero in cerchio in corrispondenza dei cristalli posizionati da Vargas e dagli altri. Un ragazzo si avvicinò a noi due che, incantati dalla scena, eravamo come bambini davanti ad un mercante di balocchi, e ci intimò di stare indietro. Ci spostammo malvolentieri, volevo a tutti i costi osservare quindi chiesi a Callisto di aiutarmi e mi arrampicai su un muretto vicino a un'arcata laterale, ero distante ma potevo vedere bene il gruppetto di Alti Maghi e anche Vargas.

Ad un tratto, appena i maghi smisero di pronunciare l'incantesimo, i massi cominciarono a muoversi in ordine e a disporsi formando una barriera sopra le teste dei maghi, fu allora che capì. Lo scudo non era niente altro che la magia stessa emanata da ogni singolo individuo del cerchio in connessione con gli altri. Vargas, senza muoversi dalla sua posizione nel cerchio chiamò Callisto: “Attacca adesso!Lancia più incantesimi che puoi, noi siamo i tuoi bersagli”.

Adesso sì che la cosa si fa interessante: “Con piacere”.

Callisto cominciò a lanciare diverse Palle di Fuoco seguite da Onde di Esaurimento, su alcuni dei maghi e soprattutto su Vargas, sospettavo fosse una sorta di vendetta per il battibecco del pomeriggio. Lo scudo, ovvero i maghi interconnessi, stava reggendo bene, poi lo vidi: in mezzo al turbinare delle pietre a mezz'aria, alle scariche dello scudo e ai colpi possenti di Callisto c'era Nak'ell che attirato dallo spettacolo magico incautamente si era avvicinato troppo al cerchio.

Il cuore mi si fermò in gola, mi misi a correre verso Nak'ell sperando che non fosse colpito per sbaglio, nella foga urtai un cristallo, questo esplose di una luce accecante, udii uno schianto poi sprofondai in un buio innaturale.

Sta riprendendo conoscenza per fortuna, stupida, poteva morire, se non avessi intercettato il potere del cristallo con il potere di deviazione, ora di lei non resterebbe nemmeno il ricordo. “Vi state svegliando finalmente, siete una stupida, avete rischiato la morte, lo sapete? I cristalli mentre lo scudo è attivo non devono mai essere spostati, altrimenti una folgore potentissima si abbatte su chiunque sia nel raggio d'azione dello scudo, per fortuna sono riuscito a deviarne il corso..”

Mi sentivo intorpidita, estremamente dolorante e i miei occhi non avevano riacquistato ancora bene la vista, ma il pensiero andò subito al bambino “Nak'ell.. Nak'ell sta bene? E' ferito? ..”

Il ragazzo sta bene, mentre deviavo il fulmine Callisto, e gli altri maghi, hanno creato uno scudo protettivo intorno a lui, c'è mancato poco che non lo incenerisse la forza stessa dello scudo che stavamo evocando. Dovreste fare più attenzione a quel bambino, non può pensare di andare dove e come vuole o, forse, non sapete infondergli la giusta disciplina? Questa è una cosa seria, non un gioco!”

Avvertivo la rabbia nella sua voce, ma anche una certa apprensione o dovrei dire paura? Paura mascherata da collera “Perdonatemi non accadrà più, non sapevo che Nak'ell si fosse nascosto qui, è solo un bambino ed era in collera con me, quindi non siate troppo duro con lui, è me che dovreste incolpare, sono stata distratta, ed anzi, vi ringrazio per avermi protetta un'altra volta..”

Ho fatto solo il mio dovere, il dovere di un mago è proteggere chiunque con la magia e “dalla magia”, avrei dovuto avvertirvi della pericolosità dei cristalli, ma non ce ne é stato il tempo, vi sentite bene?”

In quel momento, mentre cercavo di alzarmi in piedi, tutto cominciò a girare vorticosamente e mi sentii bruciare, poi tutto si fece di nuovo nero, qualcuno mi afferrò prima che cadessi a terra, poi non ricordo altro.

E' svenuta, dev'essere stata la scarica, deve averla colpita di striscio” eppure ero convinto di aver deviato interamente la folgore del cristallo “lasciate che la porti nelle sue stanze, deve riposare” feci per andarmene con lei in braccio quando mi interruppe il Lord Ianis: “Vargas sei tu responsabile di questa donna e del ragazzino non dimenticarlo, se un altro disastro del genere dovesse verificarsi sarai punito, noi Grandi Maghi non tollereremo oltre l'ingerenza e l'incoscienza di quella -druida- e del suo marmocchio”.

Si, mio Signore Ianis, non si ripeterà più, me ne occuperò io, comunque questo sfortunato incidente ha dimostrato che lo scudo così come è stato concepito funziona, ed anche fin troppo bene, vogliate perdonarmi ora, devo andare. Callisto porta Nak'ell da Barbara ti raggiungerò più tardi da lei”.

Era pesante, o forse ero io ad essere sfinito, evocare e mantenere uno scudo connesso è difficoltoso già di per sé, ho dovuto anche deviare quel maledetto cristallo, per fortuna che ho evocato in tempo la formula di deviazione, altrimenti lei sarebbe stata ferita molto gravemente, o peggio, sarebbe anche potuta morire, ma non deve accadere. Non così e non ora.

Mi incamminai, con lei esanime tra le braccia, alcuni ragazzi che passeggiavano in chiostro, vedendoci mi chiesero timidamente se lei stesse bene, alcuni sembravano davvero preoccupati, altri sembravano solo disgustati (i pregiudizi dei maghi verso i druidi sono duri a morire), assicurai tutti che fosse solo un malore, ma non ne ero poi così certo, se lei era svenuta così dopo avermi parlato, doveva esserci qualcosa che non andava.

Il braccio sinistro mi doleva terribilmente mentre salivo le scale dell'ala est del dormitorio, tutti gli studenti si sporgevano dalle loro camere intimoriti, incuriositi dalla scena, l'Arcimago che porta un'allieva svenuta nelle sue stanze non era una cosa da tutti i giorni. Sentivo i loro brusii alle spalle, li guardai in modo torvo, questo bastò ad ammutolirli e a dileguare i curiosi.

Ogni tanto essere un Arcimago ha i suoi vantaggi...

Aprii mentalmente la serratura della stanza di Isabeau e la adagiai sul grande letto, che una volta era stato anche il mio, e la osservai, finalmente libero di guardarla senza dover distogliere lo sguardo. Era bella, come il giorno che la vidi la prima volta più di vent'anni prima, anche se, in questo tempo, di anni ne sono trascorsi solo dieci.

Sembrava dormisse, ma mi accorsi che il respiro non era affatto regolare, stava male, e anch'io non mi sentivo troppo bene.

Sollevai la manica della tunica, il braccio sinistro era completamente ustionato,pieno di vesciche e bolle; trattenni a stento un'imprecazione, il tessuto contro la pelle mi dava un dolore terribile, era come se qualcuno mi avesse versato addosso lava bollente. Eppure avevo deviato la folgore, o forse no? Cosa era andato storto? I miei poteri non avevano funzionato? Non avevo il tempo di pensarci ora, dovevo trovare un medico per lei e al più presto.

Mi ero preso davvero un bello spavento, Nak'ell stava per essere incenerito da quei maledetti cristalli ed anche Isabeau, stupidi maghi da strapazzo, avrebbero dovuto avvertirci che era così pericoloso, per fortuna sono riuscito a proteggere il bambino, ma non Isabeau, se penso allo schianto terribile e a quella maledetta scarica che le si abbattuta contro mi si gela il sangue, quando lo vista rovinare a terra in quel modo così innaturale ho creduto veramente che fosse morta. Tutto per colpa di quello stupido di Vargas e della sua combriccola di maghetti scarsamente dotati! Lui avrebbe dovuto proteggerla e non lo ha fatto tanto bene quanto avrei potuto fare io, se avessi evocato la “Riflessione dell'incantesimo” , invece di usare “deviazione” come ha fatto quello stolto mezz'elfo, senza pensare che la deviazione funziona solo su incantesimi che siano lanciati da un incantatore non devia scariche derivanti da un cristallo difensivo, lo saprebbe anche un bambino Ecco perché sono stati colpiti entrambi, per lui non mi dispiace affatto, un po' di dolore è quello che gli ci vuole, ma sono preoccupato per Isabeau, non mi sembrava stesse molto bene. Sarei andato con lei, se non dovessi mettere al sicuro Nak'ell. Ne approfitterò per parlare un po' al ragazzo e per capire come mai non vuole partire, la strada per arrivare da Aranji e Barbara è abbastanza lunga, soprattutto di notte e con questa luna fioca.


© IsA

 
 
 

cedo e penso a te...

Post n°1166 pubblicato il 16 Aprile 2014 da IsAbeAu13
 

Sono le parole più silenziose,
quelle che portano la tempesta.
pensieri che incedono con passi di colomba
guidano il mondo. Friedrich Nietzsche


 
 
 

Ombre e Lavanda II

Post n°1165 pubblicato il 16 Aprile 2014 da IsAbeAu13
 

Ombre e Lavanda II

Dopo ore e ore di studio e ricerca infruttuosa sui libri, mi sentivo frustrata ed ancora più esausta di quando arrivai in biblioteca quella mattina. Avevo consultato almeno una decina di volumi senza trovare nulla che fosse utile alla mia causa, mi occorreva trovare qualcosa e presto.

L'idea di creare una pozione o un incantesimo, mi era balenata in mente qualche giorno prima, quando la ferita che Nak'ell si era procurato al ginocchio guarì straordinariamente in fretta, mio figlio pur essendo per metà druido e per metà Nefilim, mostrava poteri druidici molto forti per la sua età. Questo poteva essere un vantaggio contro Rimsys, avrei usato il sangue di Nak'ell e il mio per creare uno scudo contro i poteri di quel druido maledetto, non gli avrei permesso di toccare mio figlio. Dovevo però capire come combinare il sangue, i poteri da druido e i recenti poteri difensivi che avevo acquisito in quanto “quasi maga”, purtroppo la ricerca bibliografica si era rivelata inutile, la biblioteca conteneva volumi di magia anche molto potenti, purtroppo però era completamente priva di testi riguardanti i druidi e la magia druidica e pagana. Mi sarebbero stati utili testi antichi se ce ne fossero stati, che narrassero dei riti del grande Merlino e dei Tre.

Sarei dovuta andare nelle regioni del Sud, forse la mia amica Ylaria e i druidi del mare avrebbero saputo darmi risposte che qui, tra polvere e i pregiudizi, non avrei mai trovato.

Occorreva che mi preparassi a partire quella sera stessa, non volevo perdere altro tempo, Nak'ell non ne sarebbe stato entusiasta, ma in qualche modo lo avrei convinto e, se non ci fossi riuscita, avrei chiesto aiuto a Callisto, è sempre stato un buon amico ed aveva anche un rapporto solido con Nak'ell, che a, quanto pare, vedeva nello stregone la figura paterna che non aveva mai avuto.

Suo padre era morto da poco meno di un mese, ma in realtà né per me, né per Nak'ell era mai stato “presente”, non che ci avesse mai fatto mancare qualcosa a livello materiale, purtroppo, però difettava nell'essere un buon padre ed aveva difficoltà a mostrare sentimenti o affetto, agiva sempre in modo gentile ma distante. Questo suo distacco mi ha sempre ferito molto, ma chi ne ha pagato di più le conseguenze è stato Nak'ell che, in quanto figlio, si è sempre sentito un bambino non voluto, non apprezzato, non amato. Vargas lo amava e molto, ma non ha mai saputo dimostrarglielo.

Cambiare aria gli avrebbe fatto bene, ne ero sicura, lo avrebbe distratto dalla tristezza e dalla solitudine.

Non feci in tempo a raccogliere i miei libri dal tavolo sul quale stavo studiando che, ecco spuntare in biblioteca l'Arcimago, che sia qui per me? Per rimproverarmi? Ad ogni modo presi le mie cose ed in maniera piuttosto frettolosa consegnai i volumi a Lara, la bibliotecaria, e mi diressi velocemente all'uscita, volutamente senza incrociare il suo sguardo, non volevo scorgere di nuovo l'accusa nei suoi occhi o il disprezzo, volevo solo andarmene da quel luogo, e da tutto, il più presto possibile.

“Sempre di corsa oggi? Davvero comincio a convincermi di avere non so quale pestilenza addosso che vi costringe a starmi lontano. Posso parlarvi un attimo, o avete da salvare il mondo. o chissà quale innocente e non potete trattenervi?

Di nuovo l'ironia, che comportamento fastidioso: “Parlate Mio Signore e fate presto, ho da fare i bagagli e non ho tempo da perdere con il vostro sarcasmo”.

Lara, la bibliotecaria, che mi sentì rispondere in tono piccato all'Arcimago mi guardò preoccupata ed intimorita. Nell'Academia nessun allievo, nemmeno i più influenti osano mancare di rispetto ad un maestro di rango più elevato, tanto meno all'Arcimago, nessuno tranne me, non nutro alcun timore del mago, né mi importa granché delle regole e dell'etichetta dell'Academia, sono nata druida, non maga, per di più conosco fin troppo bene chi ho di fronte, perchè egli possa realmente mettermi soggezione.

“Bagagli? Siete in partenza? E per dove, se è lecito saperlo?”

“Non che siano affari vostri, ma dato che me lo chiedete, ve lo dirò, intendo recarmi nelle regioni del Sud, lì ho alcuni amici druidi che sapranno aiutarmi con ciò che ho in mente”.

“Anche qui ci sono molte persone competenti e molte risorse, vi basterebbe chiedere, o siete troppo orgogliosa per chiedere aiuto a dei “semplici” maghi?

“Signore non giudicatemi troppo in fretta, potreste pentirvene. Non ho voluto coinvolgere né voi, né i vostri colleghi, poiché non avete le competenze necessarie sui druidi rinnegati e sulla loro magia, d'altra parte è noto a tutti che, da secoli, i maghi disprezzano la mia gente, poiché ci ritenete esseri inferiori e dall'arte magica troppo rozza, voi sareste l'eccezione forse?”

Stupida donna, mi provoca senza ritegno e persino davanti agli allievi, non ha alcun senso del dovere e del rispetto, dovrei ridurla al silenzio con un incantesimo,no, perché sprecare energie con un'ingrata?: “Ora anche voi esprimete giudizi a sproposito su noi maghi, qui vi abbiamo accolto senza pretendere nulla da voi e, nonostante la vostra “diversità”, siete stata accettata come maga a tutti gli effetti. Per quanto mi riguarda, lo sapete, darei la mia vita per voi, credetemi, sono sincero se vi dico che tra voi e un qualsiasi altro mago, per me non c'è alcuna differenza. E' il talento che conta, non l'origine o la razza”.

Fece un sorriso rassicurante ed io sentii di nuovo il cuore andare in pezzi, ma dovevo mantenere il controllo, non si trattava solo di me ora: “Vi ringrazio per le belle parole, si vede che avete dimestichezza nel sedurre le dame con le parole, vostra moglie non credo ne sarà felice però. Ora perdonatemi, ma si sta facendo tardi e devo ancora recuperare mio figlio dal campo degli arcieri, desideravate chiedermi altro?”.

Che sfrontata, si comporta come se non sapesse che per me lei è un libro aperto, avverto la sua gelosia, sono sicuro di non sbagliarmi: “Non vi ruberò altro tempo, visto che sembra che parlarmi vi dispiaccia, volevo solo chiedervi se sapete come o dove posso trovare Callisto, ho bisogno della sua collaborazione per lo scudo”.

Callisto? Lui che chiede aiuto a Callisto, il suo nemico giurato? Questa si che è da vedere: “Io non saprei dirvi dove sia, non è che lo frequenti ogni giorno, ma dato che anche io devo contattarlo, appena gli avrò parlato, lo farò venire qui da voi così potrà aiutarvi, se lo vorrà. Posso solo sapere in che cosa consiste “lo scudo” di cui tutti parlano? Posso aiutare in qualcosa? In fondo ormai sono quasi una “maga” a tutti gli effetti, a parte che manca il mio esame finale..”

“Vi ringrazio ma il vostro aiuto non è necessario, dobbiamo testare vari incantesimi di attacco per vedere se le difese possono reggere in caso di attacchi multipli e con magie differenti, per questo mi è utile Callisto, è uno stregone e può lanciare incantesimi più velocemente di quanto farebbe un mago, più velocemente persino di me. In questo modo potremmo sapere quando, e se, il nuovo scudo si incrinerà: Ma.. voi non avevate da fare i bagagli? Sbrigatevi allora, non manca molto alla fine del giorno”.

Vuole escludermi, lo stupido! Poco male, se non mi farà assistere alla dimostrazione chiederò a Callisto di riferirmi ogni cosa e se possibile di mettergli i bastoni fra le ruote, sarà molto divertente: “Avete ragione. Devo andare, quando Callisto mi avrà raggiunto lo manderò da voi, ora se volete scusarmi”, mi ero già incamminata nel chiostro quando sentii la sua voce che mi chiamava per avvertirmi di stare attenta, se fossi partita quella notte.

Per un attimo il mio cuore aveva sobbalzato, mi aveva chiamato per nome, oltretutto quella voce, la sua voce mi aveva riportato indietro di alcuni anni, quando Vargas mi chiamava spesso per nome, in quel periodo eravamo ancora amanti felici. Prima che tutto cambiasse.

La guardai allontanarsi, le acque non si erano calmate, al contrario si preannunciava tempesta. Quando partirà, se non la seguirò io stesso, manderò qualcuno fidato che la segua a distanza, così che non se ne accorga, in modo tale che io possa essere informato se succede qualcosa.

Mi aspettava una lunga trattativa con i membri del consiglio accademico per discutere delle minacce esterne e delle potenzialità dello scudo, mi sentivo esausto, come se un macigno gravasse sulle mie spalle, per di più avevo in mente la costante preoccupazione per quella stupida, anche se non dovrei curarmene troppo, il mio dovere é proteggere i membri dell'Academia, non correre dietro ai capricci di una sciocca druida, anche se questa druida rappresenta il motivo per cui affronto tutti questi rischi. Se almeno smettesse di disprezzarmi renderebbe, a se stessa e a me, le cose un po' più facili.

Lo disprezzo, anzi lo detesto, come si permette di dirmi certe cose e fare finta anche di preoccuparsi? L'unica cosa che conta per lui è il prestigio della sua posizione e la stupida Academia. So che è venuto dal futuro per salvarci, ma si è sempre rifiutato di dire da cosa doveva salvarci. Perché dovrei sentirmi grata a qualcuno che mente?

In preda alla collera mi diressi al campo di allenamento per prendere Nak'ell, era ormai quasi l'imbrunire, non avevo molto tempo per organizzare la partenza e parlare con Callisto. Lo avrei contattato tramite l'anello dell'elementalista che mi aveva regalato anni addietro e che portavo sempre con me. Comunicare telepaticamente attraverso l'anello era un metodo un po' faticoso magicamente, ma sicuramente più veloce ed efficace che mandare un messaggero ed attendere la risposta.

Mi infilai l'anello al dito e chiamai mentalmente. Nessuna risposta. Chiamai di nuovo, dopo qualche attimo ebbi una risposta: “Isabeau, che vuoi? Sono occupato ora...” “Callisto? Che strana voce.. non sei solo vero? A quest'ora ancora ti stai sollazzando come con qualche ragazza? Sei sempre il solito...” Avvertii in sottofondo le risate cristalline di una giovane, sicuramente poco vestita (questo lo supponevo, dato che non potevo vedere, ma solo sentire) capii dalla voce impastata che si era appena svegliato dopo una giornata intera di bagordi, come al solito. “Callisto, mi spiace disturbare i tuoi, sicuramente interessanti, affari, ma alza il culo da quel giaciglio e raggiungi l'Academia al più presto, ho bisogno di parlarti!”.

Beh “tesoro” se me lo chiedi così, non posso che obbedire, sai che per te verrei anche se fossi dall'altro capo del mondo, però mi aspetto una ricompensa al mio arrivo, visto che devo lasciare la dolce compagnia e il mio giaciglio caldo, per venire in un posto che, francamente detesto.” “Muoviti altrimenti vedrai che la ricompensa non l'avrai da me , ma dall'Arcimago e la cosa non ti piacerà”.

Che cosa c'entra adesso quello stupido mezz'elfo borioso con il fatto che debba venire lì all'Academia, è capitato qualcosa di grave?”

No, io devo partire oggi stesso e tu devi aiutarmi a convincere Nak'ell a partire con me. Il mago ha bisogno di te per testare il nuovo scudo anti-intrusione dell'Arena, è per una nobile causa, potresti anche lasciar da parte il risentimento che hai verso di lui per una volta..”

Capisco.. se per una buona causa posso anche non ucciderlo, per questa volta, ma lascia che mi capiti sotto le mani in un vicolo buio e vedrai...”

Dai Callisto finiscila e piuttosto sbrigati, Nak'ell ed io ti aspetteremo nel cortile della legnaia”

Come nel cortile? Ed io che già mi aspettavo di entrare nelle tue stanze e di godere di un po' della tua dolce quanto sapiente compagnia..”

Era troppo. Mi sfilai l'anello, la comunicazione fu interrotta prima che Callisto potesse dire altre cose sconvenienti, ne avevo abbastanza di elfi e mezz'elfi e poi ero arrivata al campo degli arcieri. Vidi, tra gli altri Nak'ell, intento a scoccare una freccia con molta concentrazione, lo si distingueva dagli altri bambini non solo fisicamente, era più alto della media ed era l'unico mezz'elfo in mezzo ad umani, ma quello che maggiormente lo differenziava dagli altri era la completa dedizione all'arco e alla tecnica, gli altri giocavano, si schernivano, non prendevano molto la cosa sul serio, lui no, si immergeva in una strana solitudine e scoccava. Adoravo guardarlo, mi ricordava sempre di più suo padre, il carattere schivo, riservato, ma anche onesto determinato e generoso, mi riempiva di orgoglio.

Nel tiro con l'arco, a soli nove anni era già molto bravo, forse anche più di alcuni arcieri adulti. La precisione e la bravura l'aveva presa sicuramente da me (io imparai ad usare l'arco a soli cinque anni), però la tecnica e la concentrazione li ha ereditati da suo padre, Vargas.

Anche il duro allenamento con Callisto, che, da qualche mese gli stava tentando di insegnare a scoccare frecce a cavallo, stava dando i suoi frutti purtroppo, diversamente da me, Nak'ell non è proprio portato per la sella, solo quest'ultima settimana è caduto da cavallo tre volte, meno male che sangue druido gli scorre nelle vene, altrimenti sarebbe un guaio.

Lo salutai con un gesto e, quando mi vide, corse da me abbracciandomi così forte quasi da farmi cadere:

“Madre, madre! Oggi sono riuscito a fare il miglior punteggio, domani il maestro mi ha promesso di farmi tentare con 2 o 3 frecce contemporaneamente!”

“Che bravo! Davvero bravo, ma credo che dovrai rimandare l'allenamento di domani, più tardi dobbiamo partire.”

“Partire? Perchè? Io non voglio partire, sto bene qui! E per andare dove?”

“Nak'ell... devo, dobbiamo partire per trovare qualcosa che ci protegga, così che nessuno possa farti più del male, lo faccio per te tesoro, non posso lasciarti certo qui da solo..”

Nak'ell sciolse l'abbraccio e mi guardò con lo stesso sguardo di sfida di suo padre negli occhi: “Noi siamo al sicuro anche qui nella scuola! Me lo ha detto l'Arcimago, tu vuoi andare via perchè sei arrabbiata con l'Arcimago e vuoi fargliela pagare e perché non ti piacciono i maghi.. Io ho degli amici qui, non voglio lasciarli e non voglio lasciare Barbara e Gaia!”.

Detto questo corse via senza lasciarmi il tempo di spiegare, come supponevo non accetterà la partenza di buon grado. Lo chiamaì più volte, ma non si voltò, raccolsi l'arco che aveva gettato in terra per rabbia, dopo averlo scordato riposi le frecce nel fodero e sospirai. Se solo mio figlio capisse quanto dolore c'è qui e quanto ci farebbe bene andare via per un po'.

Alle mie spalle poco dopo arrivò Callisto, che evidentemente si era teletrasportato direttamente nell'Academia, vista l'urgenza nel mio messaggio:

Mi vide scossa e avvicinandosi mi disse: “Tranquilla ci parlerò io, lascialo sfogare un po' adesso, ha subito troppi cambiamenti in troppo poco tempo, deve accettare da solo i fatti, poi credo abbia paura dell'abbandono, ha paura che TU lo abbandoni..”

“Abbandonarlo? Non lo farei mai e lo sai, lui è la mia vita, ma devo andare. Non resisto più qui, con tutti questi luoghi che mi ricordano del passato e con lui che mi disprezza e mi tratta come una sciocca ragazzina”

“Io lo capisco perfettamente e non sai quanto vorrei spaccare la faccia a quel mezz'uomo idiota, ma Nak'ell è un bambino che ha perso da poco il padre e che, se partirete perderà i suoi amici e le sue certezze. Lascia che ci parli io, forse so come convincerlo, é un ragazzino intelligente, nonostante il padre che si ritrova, ti vuole bene, questo basterà”.

“Grazie sei un amico..”

“..E la mia ricompensa?” Si avvicinò al mio viso.

“Idiota!..” e gli mollai un ceffone proprio mentre cercava di baciarmi, il solito cascamorto, che se ne approfitta! E' vero che siamo stati amanti un tempo molto addietro, ma in questo momento avevo bisogno di un amico non di un amante. Stupido! Rovina sempre dei momenti belli, con comportamenti assurdi!

Proprio mentre stavo per andare a cercare l'Arcimago per avvisarlo dell'arrivo di Callisto, eccolo spuntare da non so dove, un po' stizzito per la verità, forse aveva notato il maldestro approccio dello stregone:

“Ah ecco lo stregone scansafatiche, ti è andata male stavolta o sbaglio? Fossi in te starei attento alla druida – morde - ”.

“Vargas.. non sfidarmi, potrei perdere la pazienza e farti passare la voglia di fare l'ironico, se non lo faccio, è solo perché Isabeau è presente, altrimenti vedresti di cosa è capace uno stregone infuriato..”

“Tremo dalla paura, davvero, sono pietrificato dal terrore -rise in tono di scherno- andiamo ora, non abbiamo tempo da perdere in battibecchi da ragazzini e poi con me non hai possibilità..” Stavo mentendo ma quell'elfo mi mandava sempre in collera.

“Mi stai sfidando apertamente mago?” l'atteggiamento di Callisto era volutamente ostile, dovevo fermarli prima che esagerassero, come al solito, per causa mia c'è sempre stata tra loro una certa tensione, non era il caso di esasperarla ulteriormente: “ragazzi..su... siete adulti e ci sono ben altre priorità a cui pensare ora, non è poi così importante dimostrarmi chi di voi sia il più forte, lo siete entrambi per me”.

Tutti e due, non aspettandosi la mia risposta, mi volsero una sguardo a metà tra lo sbigottito e l'incredulo, poi decisero, di comune accordo, di avviarsi all'Arena senza ulteriori parole.

Decisi di andare con loro ,innanzitutto perché volevo cercare Nak'ell, poi perché ero morbosamente curiosa riguardo questo nuovo scudo e desideravo vedere all'opera sia Vargas che Callisto.

La strada per giungere all'Arena costeggiava un fiumiciattolo, il Kalii, in riva al quale crescevano rigogliosi cespugli di lavanda, mi fermai per assaporarne l'odore. Il profumo di lavanda mi riportò all'infanzia, mi venne in mente la mia terra natia, quegli sterminati campi di lavanda tra i quali, in estate, io e mia cugina bambine, correvano a perdifiato fino al tramonto.

Mi accorsi che il sole stava per tramontare e spuntavano le prime ombre delle case attorno a noi, mi strinsi nel mantello osservando il disco dorato del sole sparire dietro la collina, quando mi voltai per proseguire mi accorsi che anche Vargas stava osservando, non il tramonto, bensì me, con imbarazzo distogliemmo lo sguardo entrambi, continuando a camminare come se nulla fosse.

Nel silenzio riuscivo a sentire il battito del mio cuore accelerare ed il profumo di lavanda accompagnò il cammino, chissà perché mi fissava? Aveva percepito il mio imbarazzo? Sperai di no, ma ero consapevole che le mie difese stavano cedendo alla sua vicinanza, inoltre era stata una giornata difficile e lunga per tutti; ora volevo solo godere del bellissimo spettacolo di quel tramonto e non pensare a nient'altro, almeno sino al momento della partenza.

© IsA

 
 
 

Ombre e Lavanda Cap. I

Post n°1164 pubblicato il 16 Aprile 2014 da IsAbeAu13
 

Ombre e lavanda

Era trascorso già quasi un mese da quello scontro maledetto, che cambiò di nuovo le nostre vite, come se vivere da emarginati e con ex druidi alle calcagna non fosse già abbastanza, quella mattina come molte altre prima mi risvegliai da un terribile incubo ricorrente, nel quale sia Vargas che Nak'ell perdevano la vita per mano di Rimsys, un ex druido assetato di potere e di vendetta. L'incubo purtroppo era parte della mia realtà, eccomi nella stanza, di nuovo sola con il dolore della perdita, ma con l'unico conforto che perdere Vargas in quello scontro contro Rmsys mi aveva restituito Nak'ell sano e salvo ed è questo per ora l'importante. Nonostante fosse da poco passata l'alba e l'aria fosse ancora un po' fresca, decisi di recarmi all'Academia, lì avrei potuto riflettere e forse trovare un po' di pace. Questo era quello che desideravo, almeno fino a che non lo vidi, passeggiava nel cortile maggiore assorto in chissà quali pensieri, evidentemente come me, non doveva aver riposato granchè quella notte.  Decisi che era meglio non farmi notare, non che fossi in collera con lui, o volessi evitarlo di proposito, ma il fatto di avermi taciuto il patto e la decisione del sacrificio di Vargas, faceva sì che in qualche modo lo detestassi, mi sentivo tradita da una delle persone verso cui nutrivo la maggiore fiducia.
Presi la strada laterale quella che conduceva alle stanze della biblioteca senza passare per il cortile maggiore, sperando di non esser vista né sentita.

“Dove andate così di corsa? Mi state forse evitando? Credete che non percepisca la vostra presenza, ancor prima di vedervi”

Era inutile tergiversare, mi aveva sentito, probabilmente aveva anche captato i miei pensieri cupi: “Mi dispiace Mio signore, non vi avevo notato, non intendevo mancarvi di rispetto, ma ho avuto una nottata difficile e gradivo stare un po' nella biblioteca per trovare quella tranquillità che, ultimamente, solo i vecchi tomi e libri sanno darmi.”

“Ancora incubi? Rimsys vi perseguita anche nei sogni? Sapete che qui nell'Academia siete al sicuro , farò tutto quello che posso perchè quell'essere smetta di essere una minaccia, ma vi prego chiamatemi con il mio nome, ci conosciamo da troppo tempo, perchè ancora dobbiate mantenere inutili formalità”.

“Avete ragione, Mio Signore, ma chiamarvi con il vostro nome sarebbe troppo doloroso per me, mi ricordereste Vargas e correrei il rischio di illudermi che lui sia ancora qui e, poi, non vi ho ancora perdonato”.

“Perdonato? E per cosa dovrei essere perdonato? Vi ho salvato la vita mi pare e non è la prima volta che accade, siete un'ingrata”.

Era troppo, dopo tutto quello che avevo passato osava anche provocarmi, ma non avrei ceduto alle provocazioni di uno stupido mago:

“Non vi perdono di avermi tenuto nascosto il piano, vostro e di Vargas, per liberare l'anima del Litch nel suo, per usare i poteri di Nefilim uniti alle conoscenze del Litch contro Rimsys, non mi avete detto che questo scambio significava la morte di Vargas, poiché la sua anima non avrebbe più avuto un corpo a cui tornare, essendo il suo, ora occupato dell'anima del Litch”.

“SE ve lo avessi detto non avreste forse tentato di fermarci? Con il risultato che vostro figlio sarebbe morto e forse anche noi tutti! Rimsys ha un esercito, noi siamo pochi. Vargas lo sapeva, come lo sapevo anche io, abbiamo evitato una catastrofe”.

“Avete ragione, non vi avrei permesso di farlo, ma mi sembra che voi non capiate quanto è stato difficile per me, non avrei mai voluto scegliere tra l'uomo che amavo e mio figlio. Ora scusatemi ma è meglio che vada prima che arrivino gli studenti della prima classe e riempiano di chiasso tutta la biblioteca”. Senza lasciare il tempo di replicare passai oltre e mi diressi verso la biblioteca. Volevo andarmene, allontanarmi in fretta da lui, desideravo fuggire da quel suo sguardo di rimprovero che tanto mi ricordava Vargas, fuggire dalla verità e da tutto il dolore che rischiava di erompere di nuovo e che mi avrebbe annientato. Raggiunta la biblioteca mi accasciai sulla prima panca disponibile, ero esausta; mentalmente e fisicamente sfinita, tenergli nascosti i miei pensieri ed i miei sentimenti era snervante, sapevo che, in quanto Arcimago, era perfettamente in grado di leggere ciò che c'era dentro di me, ma non volevo che lo facesse ora e non con l'arroganza di chi si crede nel giusto e dall'alto dispensa consigli. No. Non l'avrei perdonato tanto presto.


Mi ci volle un po' per riprendermi dallo smacco di essere stato assalito verbalmente per poi essere lasciato a metà di una discussione, senza poter replicare, non comprendevo perchè quella sciocca donna fosse così ostinata nel portarmi rancore, in fondo tutto quello che ho fatto finora, ma anche quel giorno contro Rimsys, ha salvato la sua vita e quella del ragazzo, sono giunto qui dal mio futuro per evitare a tutti i costi che le accada qualcosa, ho assunto anche il ruolo di Arcimago per l'Academia, così da poterla proteggere meglio, ma questo lei non sembra capirlo. Sento il suo dolore, lo avverto in ogni momento, mi lascia senza respiro, eppure lei mi disprezza, mi ritiene responsabile della sua perdita, come se avessi mai avuto un'altra scelta. Mentre riflettevo sentii suonare la mezza e dato che dovevo tenere la lezione con gli allievi di prima classe, sarebbe stato meglio accelerare il passo, avrei testato il nuovo scudo magico nel pomeriggio. 
La mattinata trascorse abbastanza tranquilla, senza incidenti rilevanti, solo un piccolo incendio provocato dal globo di luce di Skarii, che evidentemente non era ancora abbastanza preparato da riuscire a delimitarlo, d'altra parte era alle prime armi, avrebbe avuto tutto il tempo di perfezionarne il controllo. Quando anche l'ultimo alunno fu uscito dall'aula, mi misi a riordinare e mi venne in mente che dell'essere un'insegnante mi gratificava proprio la diversità di approccio dei ragazzi più giovani rispetto a quelli prossimi al diploma: i più giovani si avvicinavano alla materia con curiosità, circospezione ed anche un po' di timore, ma sempre nel rispetto delle regole, i ragazzi diplomandi, invece, agivano con arroganza, come si credessero già Grandi Maghi, fatti e finiti, dando luogo a comportamenti incoscienti nonché pericolosi per sé stessi e per gli altri, per questo motivo dovevo al più presto testare la resistenza dell'Arena e dello scudo. Prima, però, avrei dovuto chiamare a raccolta, nonché convincere gli altri membri del consiglio, nonché avvertire anche Callisto, mi serviva uno stregone come lui per testare alcuni incantesimi di attacco e di difesa, ma l'idea di farmi aiutare da quell'elfo becero e scansafatiche non mi entusiasmava proprio. Decisi di passare prima dalla biblioteca, per vedere se le acque si fossero un po' calmate, oppure se sarebbe stato meglio avvicinarsi con cautela a quella testarda di una druida, magari con uno scudo difensivo ben piazzato, giusto per precauzione.

© IsA.

 
 
 

Buon inizio di primavera!!!

Post n°1163 pubblicato il 20 Marzo 2014 da IsAbeAu13
 

Ciao a tutti!

Buon inizio di primavera...
io torno qui dopo quasi un mese a scrivere un po', di novità eclatanti non ce ne sono, ma posso dire che ho fatto 2 cose: ieri ho mandato un messaggio a mio padre, per la festa del papà ed erano due anni circa che non lo sentivo, quindi ho fatto un piccolo passo, poi sempre ieri, ho mandato anche una mail al falco, è da dicembre che non ci sentiamo e volevo sentrlo, anche se lui non mi chiama nè mi scrive se non sono io la prima a farlo... Ha risposto ed è stato molto gentile e carino, anche se ha eluso la mia domanda sul quando vedersi... Su questa cosa dobbiamo chiarirci, ha detto che gli fa piacere sentirmi e vedermi, ma non ha detto quando, dovrò trovare un giorno e un modo che vada bene aD entrambi... in fondo è da più di unanno che non ci vediamo ed il rapporto epistolare/telefonico mi sta stretto...

Per il resto continuo la mia vita di sempre, casa, studio, casa, etienne, gatte... 
Sono un po' abbattuta sempre per la tesi che non procede, ma conto di sbloccarmi a breve, devo farcela...

Sono un po' triste perchè mi manca il falco, mi mancano i miei amici ed in questo periodo non ricevo molto sostegno da nessuno, anzi spesso solo preoccupazioni....

Vi lascio qualche foto come sempre!
a presto IsA

P.s. sto sperimentando il pane fatto in casa  :)

Carnevale

quattrella 

Il pane fatto in casa...

 
 
 

5 anni e un giorno....

Post n°1162 pubblicato il 21 Febbraio 2014 da IsAbeAu13
 

20/02/2009- 21/02/2014...
ebbene si sono passati 5 anni e un giorno dalla mia laurea triennale.... è un sacco di tempo lo so, a volte mi chiedo chi si sia mangiato questi 5 anni. La verità la so benissimo, sono stata io a usarli o, per meglio dire, sprecarli dietro ai miei fantasmi alle mie paure e soprattutto dietro al falco bianco... Non so chi di voi si ricorda di chi sia costui, beh vi basti sapere che non è il mio fidanzato etienne, ma allo stesso tempo è stata per me una persona altrettanto importante.... Ho sofferto molto e soffro tutt'ora per come è andato a finire il nostro rapporto, tutto ciò ovviamente è legato all'università, alla mia prima laurea ed ora, anche alla seconda.

Con la tesi sono ferma...ogni tanto proseguo ogni tanto no. Comincio a essere un po' affaticata mentalmente, mi sento sempre non all'altezza e ho l'autostima sotto i piedi...

Vi lascio la foto della mia laurea triennale, quel giorno di 5 anni fa' stavo bene anche se non troppo poichè il falco alla mia laurea non c'era... e non c'è nemmeno ora nella mia vita... Ma tant'è me ne farò una ragione prima o poi...

una buona serata ed un buon week end a tutti voi!

IsA

 
 
 

2014 anno nuovo... vita vecchia...

Post n°1161 pubblicato il 29 Gennaio 2014 da IsAbeAu13
 

il 2014 è iniziato da quasi un mese ed io ancora penso che siamo nel 2013...negli ultimi 2 mesi non sono capitate molte cose, sono ancora un po' arenata con la tesi, faccio fatica soprattutto per l'ansia da prestazione, la paura di scrivere cose sbagliate mi ha portato a non scrivere niente...

Nel frattempo sto anche combattendo coi i miei fantasmi che si manifestano a volte come Ansia, a volte come incubi, altre volte ancora come panico... Piano piano cerco di affrontare tutto, ma non è facile, sono spesso sola in casa, dato che Etienne lavora tante ore ed io non molti amici che siano della mia città, i pochi che ho sono di varie città tutte lontane da Varese...

Non è facile quindi ritrovare qualcuno anche solo per qualche chiacchiera o per un caffè.Oltre a tutto questo c'è anche il bruttissimo vortice di facebook, che all'inizio sembra dorato e scintillante, poi dopo qualche tempo, svela il lato oscuro..la solitudine, la competizione, l'indifferenza che si cela dietro alle persone e ai profili di facebook....io ci passo molto tempo, illudendomi che mi faccia stare meglio, in realtà mi anestetizza e non mi fa rendere conto che scrivere su un pc non vuol dire avere delle relazioni sociali..

Credo che come me ci siano anche altre persone in questa situazione di solitudine mascherata, è difficile ammetterlo, più difficile ancora è spegnere il pc ed uscire di casa, così anche solo per una passeggiata...Mentre vi scrivo ha anche cominciato a nevicare, come nel post di 2 mesi e mezzo fa... spero che la nevi porti via un po' di questa tristezza che mi attanaglia da mesi...Ora l'editor non va', ma appena possibile caricherò alcune foto...

il Capodanno con Etienne e 2 amici...

L'arcobaleno visto dal mio balcone...

la mia Quattro <3

le mie letture Nietzschiane per la tesi....

A presTo

IsA

 
 
 

freddo quasi neve e video....

Post n°1160 pubblicato il 15 Novembre 2013 da IsAbeAu13
 

Oggi è una giornata freddissima.... The winter is coming...per citare una famosa serie molto in voga in questo momento....io oggi tra insonnia,incubi e freddo non ho combinato molto per quanto riguarda lo studio e la tesi, però mi sono rilassata a creare un video per etienne con windows movie maker, diciamo un biglietto d'amore per festeggiare i nostri 12 anni insieme... Ve lo posto qui, buona visione!

http://www.youtube.com/watch?v=aWl0n_fjmZU

 
 
 

riemergere

Post n°1159 pubblicato il 08 Novembre 2013 da IsAbeAu13
 

Eccomi, a volte ritorno....

Ho abbandonato il blog, un po' per quel stramaledetto faceboo, che ormai usano tutti, un po' perchè mi sento sconfortata e non ho molto da dire...
è un periodo un po' così, tra ansia, tesi e distacchi emotivi....
In questi giorni sto scrivendo la tesi, finalmente, se tutto va bene, dovrei riuscire a laurearmi ad aprile 2014... Meglio tardi che mai....

Intanto Quest'anno è passato, senza grosse novità di rilievo a parte le mostre sul film lady hawke fatte ad aprile e l'inizio del lavoro di tesi...

Con il falco, ormai ho particamente chiuso i rapporti, non perchè lo voglia io, ma ho l'impressione che a lui non importi più molto, quindi che sensoha restare amici se non c'è reciprocità???.....

Il 13 di ottobre ho festeggiato i miei primi 30 anni, non vi nascondo che il bilancio che ho fatto è disastroso.... Credevo che a 30 anni sarei stata tutt'altra persona e con tutt'altre cose, ma tant'è così non è stato....

spero di poter far meglio in futuro....

Vi lascio alcune foto random dell'ultimo periodo... Sempre se c'è qualcuno che ancora mi legge....

Firenze luglio 2013

Rievocazione settembre 2013 pavia

mare agoto 2013

Compleanno dei 30!!!!

Anniversario mio e di Etienne....

Per il momento è tutto, ma ho deciso che tornerò sul blog, perchè ho bisogno di scrivere lonatno da facebook e in uno spazio un po' più mio....

A presto!

IsAbeAu

 
 
 

Mostra Ladyhawke riassunto fotografico

Eccoci qui,

La mostra è finita ieri, dopo 2 giorni intensissimi, suiamo stanchi, ma felice e credo, la mostra sia andata bene, abbiamo trovato persone e contatti interessanti....

Vi posto qui alcune foto come promesso...

E si replica il 25 aprile 2013 a Soncino Fantasy....
http://www.soncinofantasy.it/index-1.html

Vi aspetto!!!!
IsAbeAu13

 
 
 
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