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anarcomagia e punti di vista camuffati

 

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Cominciato nel dicembre 2010. Terminato nel novembre 2011 è attualmente nello stadio di seconda revisione.

 

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"Lovecraft, tutti i Romanzi e i Racconti"
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di Terry Brooks 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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AOS

Post n°100 pubblicato il 04 Gennaio 2012 da Tallund

 
 
 

Spaccacranio

Post n°99 pubblicato il 04 Gennaio 2012 da Tallund
Foto di Tallund

L'Arte merita la maiuscola quando è sciamanica, ossia quando guarisce. Prendete per esempio Il Nome della Rosa e American Gods. Umberto Eco e Neil Gaiman, due autori lontanissimi l'uno dall'altro sia per stile che per genere. Due maestri nell'arte della scrittura e dell'affabulazione. Eppure, l'uno è un artista, l'altro è Artista. Ho nominato questi due libri perché sono tra quelli che più mi hanno dato gioia nel leggerli. Ma qui siamo in presenza di un illusionista e di un Mago.
L'illusionista Eco capta solo l'eco dei sogni che ha visto, li osserva da comodo spettatore e sa che non sono altro che attori inesistenti. E comunica questa sua superficialità al lettore, ovviamente. In poche parole, Il Nome della Rosa è una bellissima storia che ti accompagna per un tragitto più o meno lungo nella tua vita e poi sbiadisce. Ritorna nella pura illusione da cui era nata.
Il Mago, invece, ha una marcia in più. Eco ha un'utilitaria, Neil Gaiman ha un disco volante a energia solare. Gaiman non si limita a osservare il sogno, lo vive, lo sperimenta. Sa che le visioni che sperimenta sono reali, solo esistenti in un altro piano di realtà. E funge da sciamano con il lettore: mette in contatto quest'ultimo con archetipi ed energie dalla potenza illimitata. Una volta terminata la lettura del libro, la visione ha concluso la sua missione, ma non scompare. Rimane nel tutto, un vento stellare che corre libero nel Multiverso. Qual'era la sua missione? La sua missione era un poco splatter: spaccare ad asciate il piccolo cranio del lettore e lasciare che la mente si espandesse illimitata, pronta a sperimentare la grandezza di infiniti mondi.
Questo è quello che sto cercando di fare con il mio libro. Non vuole essere un libro "fantasy" (dio quanto sono brutte le etichette). Vuole essere un rituale magico camuffato da racconto.

 
 
 

Acchiappanuvole

Post n°98 pubblicato il 07 Marzo 2011 da Tallund
 

Le storie sono come nuvole. Devi essere bravo ad acchiapparle, a fare in modo che non si dissolvano. Devi riuscire a plasmarle, in modo che tu possa essere sicuro che, quella bellissima forma che hai visto, la vedano anche gli altri.

Questa è la mitopoiesi, per me. Non significa creare dal nulla delle storie, dei mondi, dei miti. Significa essere bravi a captarle, a catturarle e a plasmarle.

 

Credo che in questo consistesse il lavoro degli sciamani, un tempo.

 

Scrittori e aspiranti tali devono essere, prima di tutto, bravi cacciatori di nuvole.

 
 
 

La Bellezza di non avere Confini

Post n°97 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da Tallund
 

Beh, direi che posso esultare. No, non l'ho finito, sto ad appena un quarto circa del nuovo progetto, però va spedito e mi piace. Come potrei definirlo? Forse a prima vista si potrebbe parlare di Urban Fantasy o, ancora meglio, di New Weird. Ma, a ben guardare, esula da qualsiasi definizione più o meno preconfezionata (almeno spero). Ultimamente sono diventato un po' allergico alle definizioni. Quelle sono utili per gli editori, per i librai. Per gli scrittori (o aspiranti tali, se preferite) deve venire prima l'amore per la propria storia, poi, se è il caso, durante la seconda stesura, si può andare di cesello per accontentare anche il mercato. Ricordiamoci che, chi legge, sta tenendo in mano un libro che narra una bella (si spera) storia. Il fatto che quest'ultima sia da incasellare nel genere fantascienza, fantasy, gothic fantasy o new weird è secondario.

 
 
 

Ricordi

Post n°96 pubblicato il 03 Settembre 2010 da Tallund

 
 
 

Anarchia

Post n°95 pubblicato il 03 Settembre 2010 da Tallund

 
 
 

L'insostenibile leggerezza di Mr.Brooks

Foto di Tallund

Se c'è una cosa che non sopporto sono le religioni. Non sto parlando di spiritualità che, se vissuta liberamente, priva di costrizioni e ben lontana dalla massificazione, è apprezzabilissima. Per religione, mi riferisco a quelle forme di organizzazione pseudo-totalitaria e piramidale dove finisce ogni traccia di sincera e intima spiritualità e contatto con il Sè interiore. In particolare le religioni monoteistiche cosiddette "rivelate". Forme di aggregazione settaria, sessista e filorazzista.
Un altro concetto che mi fa prudere la nuca è il manicheismo, non solo applicato alle religioni ma anche alla vita quotidiana, nonché alla letteratura.
Si può capire, quindi, la mia ritrosia nell'affrontare la saga del Verbo e del Vuoto di Terry Brooks. Saga che, sin dal titolo, richiama sia la religione che il manicheismo.
Il primo me lo sono letto, tutto sommato, con gusto. Aveva richiami alla teologia ma si superavano facilmente grazie alla maestria dello scrittore nelle descrizioni e nella psicologia dei personaggi. Ora, avevo il secondo volume in attesa di essere letto da alcuni mesi. Qualche giorno fa, mi sembrava giunto il momento adatto. Ho iniziato a leggerlo dandomi tre clausole: 1) deve possedere nuove qualità rispetto al primo 2) deve andare oltre il solito clichè di bene vs male 3) non sembrare scritto esclusivamente per un pubblico di teenager (o young adults se preferite).
Ovviamente, il libro non rispettava nessuna delle tre sopracitate e, dopo un paio di giorni, l'ho sotterrato e preso a palate.
Un punto in particolare, all'inizio del libro (a pg.46) mi ha fatto spuntare bolle verdi sul viso per superficialità e banalità: "C'erano voluti  più di dieci anni, ma alla fine i governi erano caduti, le nazioni erano crollate, gli eserciti si erano disgregati e la popolazione, in tutto il mondo, era tornata a una barbarie quale non si vedeva da molti secoli prima della nascita di Cristo". C'erano voluti anni per veder crollare governi e scomparire gli eserciti e la popolazione mondiale, anziché saltare dalla gioia, cosa fa secondo l'americano medio Terry Brooks? Torna a una barbarie quale non si vedeva da molti secoli prima di Cristo ?! Lo scrittore, forse, si scorda delle barbarie del mondo attuale? Siamo così sicuri che secoli prima della nascita di Cristo, l'uomo era più "primitivo"? Che cosa intendiamo per "barbarie"? Lo stile di vita dell'Uomo di Similaun o quello di un afgano o di un aborigeno australiano è barbarico rispetto a quello di un americano moderno? Un mondo senza governi e confini geopolitici ci getterebbe in un baratro di violenza o, piuttosto, ci libererebbe dalle divisioni e dai conflitti?
Mr.Brooks risponde a tutte queste domande (e altre ancora ce ne sarebbero da fare) in tre o quattro righe con una presupponenza che ha dell'incredibile.
O, forse, no. Forse sono io che sono storto. Forse un libro fantasy è solo un libro fantasy. E' solo narrativa per ragazzi nerds, dissociati ed "eterni bambini". Forse la letteratura fantasy è nata proprio grazie alla scontatezza, alla superficialità, ai dati di fatto, ai clichè. Gli argomenti seri, lasciamoli a Baricco e Fabio Volo.

 
 
 

Caldo

Post n°93 pubblicato il 11 Luglio 2010 da Tallund
 
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31 gradi in camera mia. Questo caldo ti toglie anche le energie per pensare, figuriamoci a scrivere...

 
 
 

La battaglia del Moses

Post n°92 pubblicato il 30 Giugno 2010 da Tallund
 
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Giunto finalmente alla fine della prima parte del Progetto 5. Era ora! Un mese di dura battaglia tra la mia forza di volontà e il caldo dell'estate, tra le tante idee che mi si stipavano nella capoccetta e l'effettiva voglia di sedermi sul moses ikea e far danzare le dita. Sono sempre più convinto che il 50% (a dir poco) di ciò che avvicina uno scrittore in progress alla pubblicazione sia costituito dalla forza di volontà. E l'arrivo dell'estate è una bella minaccia a quest'ultima. Ma tant'è, dopo un mese di lotta con me stesso, ho finalmente conlcuso la prima delle due (spero 2...) parti. E da gennaio, questo è quello che ho ottenuto fino a questo punto: 51 pagine in carattere corpo 11, 195.116 caratteri spazi inclusi, 31.608 parole (di cui almeno alcune decine segnate in rosso da Mr.Word), 2424 righe.
Ora, finita la prima parte, la storia subirà una inaspettata metamorfosi. Il fantasy classico verrà inquinato da elementi estranei al genere. Vediamo cosa ne uscirà fuori (tanto, come si suol dire, non ho nulla da perdere ;)). Qualcosa di simile, nelle mie letture, l'ho incontrata solo due volte. Nessuna delle due del tutto soddisfacenti (a mio avviso). Dove non ve lo dico, altrimenti mi brucio la sorpresa, ma siccome sono un tipo magnanimo vi darò questi due indizi: sono tutti e due scrittori americani. Un uomo (che ha superato la trentina) e una donna (più o meno...) ;).

 
 
 

Il Grande Fratello Nano

Post n°91 pubblicato il 23 Maggio 2010 da Tallund
 
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Seguendo la logica del bipensiero del Partito, lo definirei un "capolavoro orrendo". Un capolavoro perché Orwell ha previsto con terrificante chiarezza quello che sarebbe stato il mondo del futuro: il potere dei media e di chi li gestisce (noi italiani ne sappiamo qualcosa?) e di come questi possano schiacciare ogni minima traccia di libero pensiero. Orrendo, perché non c'è la minima traccia di speranza e, questo, ahimè, non riesco a sopportarlo, gente. Sono, difatti, un lettore/scrittore con un grosso difetto: voglio, pretendo, il lieto fine. Mi accontento di una vaga speranza, che sia pure solo un miraggio, un'utopia, una lontana fantasia. Prendi i protagonisti, buttali nel fango, torturali, racchiudili in prigioni di fango sotto terra ma, alla fine, devi dargli una possibilità, uno spiraglio di luce. In 1984, non c'è niente di tutto ciò. La speranza non c'è né all'inizio, né a metà, né alla fine del libro. Il nero più assoluto.
P.S. Il Ministero dell'Amore, luogo dove si praticano le torture, non poteva non ricordarmi il Partito dell'Amore, luogo dove si coltiva l'odio. Mr.B, il Pagliaccio, si sarà ispirato al libro di Orwell? Poco probabile, il Pagliaccio non sa neanche cosa sia un libro, non riesce neanche a pronunciare quella parola astrusa: "Libvro... l... lbiro... b... bliro..." . Forse a ispirarsi al capolavoro di Orwell sono stati coloro che gli stanno dietro e che lo manovrano come un fantoccio? O forse, semplicemente, è qualcosa implicita nella natura umana quando viene a contatto con il potere?

 
 
 

Neuro Amanti cap 1

Post n°90 pubblicato il 20 Maggio 2010 da Tallund
 
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Era un modello particolare: non aveva il solito aspetto di uomo quarantenne, ma quello di un ultra ottantenne le cui capacità cerebrali si erano atrofizzate da tempo. I programmatori del cyborg gli avevano dato quell’aspetto proprio per camuffare il software letale di cui era dotato. Il modello aveva un  nome curioso tanto quanto lo era il suo aspetto: N.a.p. Holy Tan 0. Neurological Atrophy Project Holy Tan 0, dove “Holy Tan” si riferiva alla casa produttrice di forte impronta cattolica e “0” per il quoziente intellettivo dell’androide. Per convenienza, veniva chiamato Napolitano. Il suo aspetto (basato sui lineamenti di un vecchio politico del XX secolo, di grande bravura e dai modi garbati) apparentemente innocuo, da nonno che si perde la dentiera e che poi la ritrova il nipote dentro la propria pappetta, nascondeva forse l’arma più pericolosa che la Holy Tan avesse mai creato: un microprocessore applicato sulla tempia destra racchiudeva il sistema HFS (High Frequency Signature).        …continua…

 
 
 

Il Co-creatore di Conan

Post n°89 pubblicato il 11 Maggio 2010 da Tallund
 
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Arrivederci Frank Frazetta! Il capostipite degli illustratori fantasy, 9 febbraio 1928 - 10 maggio 2010.

 
 
 

I Guerrieri del Silenzio

Post n°88 pubblicato il 27 Aprile 2010 da Tallund
 
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Non ho mai avuto tanta difficoltà di capire se un libro mi piacesse o meno, durante la sua lettura, come con I Guerrieri del Silenzio, di Pierre Bordage. La netta comprensione del valore dell’opera mi è giunta solo alla fine.

            Per tutte le oltre cinquecento pagine, la mia impressione è stata di saltare da momenti naif e facilmente prevedibili (sto parlando sia di scrittura che di trama) a passaggi esaltanti e poetici, a volte ironici, a volte ricolmi di pathos.

            Notevoli i rimandi alla nostra società e al nostro mondo, cosa che io adoro e trovo essenziale per la riuscita di un buon romanzo fantasy/fantascientifico. Spira in particolare, come nei lavori del grande Philip Pullman, un forte vento di critica nei confronti della chiesa, delle religioni organizzate, nonché dello svilimento della politica da parte di una certa classe politica.

            Come dicevo all’inizio, ho compreso solo alla fine quanto mi fosse piaciuto il romanzo. Quando ti chiedi che fine hanno fatto i protagonisti, se sono riusciti a salvare l’antica conoscenza di Terra Mater, se la Fanucci pubblicherà presto il seguito della trilogia, il giudizio non può che essere positivo.
Il libro in poche parole: se vi è piaciuta la saga di Dune, se riuscite a immaginare una collisione tra Guerre Stellari e il Signore degli Anelli, questo libro fa per voi.

 
 
 

Iceland Rules!

Post n°87 pubblicato il 18 Aprile 2010 da Tallund
 
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La Forza e la Bellezza di Madre Terra.

 
 
 

Nazinger

Post n°86 pubblicato il 07 Aprile 2010 da Tallund
 
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L'onda anomala che sta travolgendo la chiesa, sveglierà le singole coscienze? Si capirà, alla fine, che la religione non è altro che la morte della spiritualità? Che la religione è solo un pretesto per dividere e discriminare? Servirà a portare l'uomo un gradino più in là, nel pieno delle potenzialità del XXI secolo? La risposta, ovviamente, è no. Palpatine-Ratzinger s'inventerà una boiata clamorosa, tipo "c'è un complotto contro la chiesa" o "una razza aliena si è infiltrata nei ranghi dei Legionari di Cristo per screditarci", e tutto finirà prima nel caos e poi nel dimenticatoio. Berlusconi insegna.

 
 
 

Regionali 2010

Post n°85 pubblicato il 30 Marzo 2010 da Tallund
 
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L'Italia si conferma una Repubblica fondata sul calcio e sulle veline. Siamo in mano a una casta di fascisti, mafiosi, xenofobi e omofobi.

 
 
 

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Post n°84 pubblicato il 27 Marzo 2010 da Tallund
 
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Sette è la parola d'ordine di questo post. Inizio ora il settimo capitolo e sono giunto a circa un settimo dell'intero progetto. Credo. Spero.
Ma ci sono anche altri numeri: 28 (le pagine con caratteri in corpo 11), 108.719 (i caratteri spazi inclusi), 17.577 (le parole).
E poi, numeri a parte, ci sono le emozioni. Bello, bellissimo scriverlo. Inizio ad affezionarmi ai personaggi e loro contraccambiano cominciando ad agire per conto proprio.
Anche i problemi (inevitabili e indispensabili) della scrittura sono stimolanti. Cominciare a scrivere prima di avere tutta la trama delineata alla perfezione non facilita il processo di scrittura, ma regala piacevoli sorprese. Per fare un esempio il "talismano" (chiamiamolo così, và), tipico di ogni racconto fantasy che si rispetti, ha cambiato più volte aspetto. Basti sapere che da "talismano di origini divine", è mutato in qualcosa di fin troppo umano.
Un altro esempio è uno dei personaggi. E' giovane, è timido, è colto, un po' grassottello. Inizialmente, quando stavo delineando la bozza della trama, doveva essere il braccio destro della protagonista. Poi, verso il quinto capitolo, mi sono reso conto che doveva diventare qualcosa di completamente diverso. Da braccio destro è divenuto braccio sinistro. Anzi, sinistro e basta.
E per finire le mie speranze e le mie paure. La speranza è che non superi le 300 pagine (in formato di pubblicazione). La paura è che superi le 400. La speranza è che io riesca a finire l'intero progetto (revisioni comprese) entro e non oltre settembre. La paura è che si vada a finire al 2011. Ma, come si dice, la speranza è l'ultima a morire.

 
 
 

Sfantasy Magazine

Post n°83 pubblicato il 18 Marzo 2010 da Tallund
 
Foto di Tallund

E' un gran peccato. Il sito fantasymagazine potrebbe essere bello, accattivante. Potrebbe far pensare e riflettere, potrebbe dimostrare come il fantasy è qualcosa di più che un semplice genere per dissociati, nerds o adulti con eterni istinti infantili. E invece no. Una valanga di articoli sui vampiri che vanno tanto di moda o una serie infinita di recensioni di film sui supereroi x-man (il peggio del peggio di hollywood) o il faccione di Russel Crowe il nuovo Robin Hood made in USA. O peggio ancora, le winx (le piccole fatine anoressiche della TV), l'orco buono Shrek, e il capolavoro (del market-capitalsimo) di Geronimo Stilton. Ma allora perché non il Fantabosco? Almeno è fatto con cura da artisti competenti. E allora, mettiamoci anche i Flinstones. E i puffi, dove vogliamo metterli? In fondo sono una specie di Na'vi, no? E buttiamoci dentro anche qualche notiziario del TG1 (più fantasy di quello!).
Non dico di non aver mai letto nulla di interessante sul sito in questione, anzi. Le rubriche, gli approfondimenti e le interviste spesso sono appetitose. Ho letto recensioni di libri che sono dei veri gioielli (sia recensione che libro).
Quello che a me piacerebbe (ma, infondo chi sono? non sono neanche iscritto al forum di fanatsymag), è un sito che presenti un fantasy (e fantascienza, why not) di alta qualità. Mi chiedo: è giusto inserire tra un articolo sugli x-man e xena (la principessa guerriera di mediaset) un'intervista a un certo Terry Pratchet? O sotto una recensione dell'ultimo libro di Stilton, un trafiletto su Michael Moorcock? Si dirà: e ai più piccini, chi ci pensa? Di sicuro, rispondo io, è meglio non pensarci affatto che propinare loro libri e film scadenti, squallidi, inutili. A costo di perdere qualche vistitatore, non è meglio di Geronimo Stilton parlare chessò del Cavaliere Inesistente? Non è, quest'ultimo, altrettanto fantasy e scritto leggermente meglio?
Ripeto, trovo che fantasymagazine potrebbe avere grandi potenzialità di ridare la giusta importanza alla letteratura di genere, e invece manda (quasi) tutto alle ortiche. 

 
 
 

Tallund c'era (3)

Post n°82 pubblicato il 14 Marzo 2010 da Tallund
 
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Roma 13 Marzo. Bellissima manifestazione che sancisce la netta superiorità di grinta e di verve di Nichi Vendola rispetto ai soliti Bersani & Co.

 
 
 

Fantasia, fantasia, per piccina che tu sia.

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Sono sempre stato convinto - e lo sono tutt'ora - del ruolo attivo del genere fantasy e sf nella nostra vita quotidiana. Posso provare simpatia per quei testi scritti bene, che scorrono, che ti fanno dimenticare una giornataccia imbottigliato nel traffico o il cazziatone del tuo capo. L'escapism mi va benissimo, ma non è principalmente quello che io cerco, né nella scrittura né nella lettura. E' per questo che preferisco i tanto criticati libri di Terry Brooks ai vari George R.R. Martin & Co. Sicuramente questi ultimi possiedono il dono della scrittura, conoscono la magia di catturare la tua attenzione e di farti disperare per le lunghe attese dell'uscita del prossimo volume della serie. Sicuramente, leggendo i libri dell'ex avvocato ambientati nel mondo di Shannara, sperimenterai l'esperienza di numerosi deja vu. Ma è Brooks ha parlare in forma metaforica di problemi attualissimi: l'ambiente, le sperimentazioni genetiche, la guerra inutile e il pacifismo (Terry Brooks è sempre stato un convinto pacifista, e la stessa Spada di Shannara, talismano per eccellenza delle Quattro Terre, non mostra i suoi poteri attraverso i fendenti della sua lama, ma semplicemente impugnandola e mettendo a nudo le paure inconsce dell'usufruitore e guarendole).
Perciò, il mio approccio naturale verso la scrittura, era essenzialemente questo: cerca un argomento di attualità che ti sta a cuore, un messaggio che vuoi trasmettere, e poi trasponilo in un mondo fantasy.
Ma dopo 4 tentativi falliti di cominciare un romanzo, mi sono dovuto arrendere all'evidenza. Non era sfogliando i quotidiani che avrei avuto l'illuminazione. La Dea Bianca di Robert Graves non mi aveva baciato la fronte né sfogliando La Repubblica, né Il Fatto Quotidiano.
E allora, giunto al quinto tentativo, ho lasciato che la fantasia venisse per prima. E lì è cambiato tutto. Ce l'avevo fatta e la Dea mi aveva sorriso. Una volta cominciata l'ideazione della trama, una volta scolpiti i paesaggi, una volta plasmati i personaggi, l'aggancio con l'attualità del nostro caro vecchio mondo è sorto spontaneamente.
Lasciando che la storia venisse prima del messaggio e non il contrario, non solo sono riuscito a prendere il via ma mi sono ritrovato a scrivere qualcosa che, senza false modestie, trovo veramente originale. L'originalità non è mai stata la mia principale meta. Trovo che bisogna scrivere di ciò che si ama e al diavolo "l'originalità a tutti costi". Ma questa volta, senza cercarla, mi sono imbattuto in essa e non è poi una così brutta sensazione ...

 
 
 
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