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Un blog creato da Unione_Sud il 09/05/2007

C'ERA UNA VOLTA...

VIAGGIO NELLA MEMORIA STORICO-CULTURALE DEL MERIDIONE D'ITALIA

 
 

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Presentazione Libro

Post n°33 pubblicato il 31 Agosto 2008 da Unione_Sud

INVITO
Martedì 9 settembre 2008
Ore 17.30
Napoli, Castello Maschio Angioino, Sala della Loggia

Presentazione del volume di Nadia Verdile

Un anno di lettere coniugali
Da Caserta, il carteggio inedito di
Ferdinando IV con Maria Carolina
Spring Edizioni, Caserta 2008

Ne discute con l’autrice
Ruggero Guarini, giornalista e scrittore

Modera
Giancristiano Desiderio, giornalista

Saluti
Antonio Funaro, Consigliere Comune di Napoli
Filippo De Innocentis, Presidente Dip. Storico Associazione Culturale Esperide
Vincenzo Nigro, Direttore editoriale Spring edizioni

Musiche e canti di
Peppe Iovane, Antonella Costanzo, Antonio Chiacchio,
Salvatore Ippolito, Salvatore Liguori, Maurizio Sallustio

Letture di
Vincenzo Misefari e Dafne Rapuano

Un opera inedita sul carteggio di Ferdinando IV con la moglie Maria Carolina, nel periodo tra il 1788 e il 1789. Tenerezze e affettuosità nascoste alla ricostruzione biografica di questi due sovrani che sono stati mutilati dalle vicende storiche successive che ne hanno per sempre favorito la conoscenza.

 
 
 

Pontelandolfo 2008

Post n°32 pubblicato il 20 Agosto 2008 da Unione_Sud

Pontelandolfo e Casalduni, due Comune tristemente noti per il feroce eccidio dell'esercito italiano sulla popolazione civile. Un battaglione di circa 500 bersaglieri, rase al suolo i due centri del beneventano. Il numero delle vittime non è stato mai ufficializzato.

Il 14 Agosto 2008 si è tenuta la commemorazione delle vittime di Pontelandolfo, un folto numero di meridionali, proveniente da tutte le regioni d’Italia è accorso al raduno organizzato dall’amico Fiore Marro (Seg. Naz. dei Comitati Due Sicilie) e Renato Rinaldi (Coordinatore dei Comitati Due Sicilie). Grazie ai CDS si è data dimostrazione di un compatto e consistente mondo meridionalista, che nonostante le insidie politiche, ieri ha onorato le vittime dell’eccidio del 1861, abbandonate ad uno spinoso oblio durato 147anni. Il Dipartimento Storico Due Sicilie dell’Ass. Culturale “Esperide”, ringrazia i Comitati Due Sicilie e tutti i presenti per il riuscitissimo evento. Un forte, fraterno ringraziamento a Fiore Marro con l’augurio di continuare per questa giusta strada, percorrendola con ardita passione.
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Foto della giornata commemorativa dal sito pontelandolfonews:
 

 
 
 

IL SINDACO PICCOLA GARIBALDI

Post n°31 pubblicato il 02 Agosto 2008 da Unione_Sud
 

Il 31 Luglio 2008, intorno alle 11,30, il Sindaco di Capo d’Orlando (Messina), il dott. Enzo Sindoni, con all'assoc. "Amici di Capo d'Orlando", ha contribuito alla riscoperta del nostro passato con grande coraggio, ha preso a picconate mentre malediceva la targa a piazza Giuseppe Garibaldi, le sue imprecazioni erano: "feroce assassino al servizio di massoneria e servizi inglesi". Sindoni ha rinominato la piazza ‘IV luglio’, per commemorare un vento dimenticato dalla cittadina, ovvero una battaglia navale nel 1299 dove persero la vita seimila uomini. Contro i diversi attacchi avuti, si infuria e non teme le reazioni dei comitati garibaldini presenti in tutta Italia. Dalla Regione però, sono giunti alcuni incorraggiamenti per l'eroica azione del Sindaco. Lo storico Francesco Renda dal capoluogo siciliano invita "a studiare la storia, a rivederla" ma evitare "manifestazioni del genere, perchè offensive".

Ad ogni modo, qualche tempo fa, la televisione nazionale mandò in onda un servizio "sull'eroe dei due mondi" abbastanza esaustivo, nel quale si capiva che l'eroe tanto eroe non era (Tg2 dossier Garibaldi). Lo stesso ha fatto Alberto Angela, che in un interessante puntata del programma Ulisse (Viaggio nel Regno delle Due Sicilie), ha messo in risalto i primati del regno borbonico, smentendo quello che la storiografia ufficiale ci propina.

 
 
 

...e la Sicilia divenne italiana

Post n°30 pubblicato il 03 Marzo 2008 da Unione_Sud
 

Sei anni dopo l’annessione all’Italia, la Sicilia insorse con efferata ferocia. Tutto ebbe inizio con la solita renitenza alla leva, come era cominciato anche qualche anno prima per la parte continentale. Nell’agosto del 1865 numerosi reggimenti del regio esercito rastrellarono le case alla ricerca dei giovani, numerosi sono i paesi messi a farro e fuoco, privati di acqua ed altre prime necessità. La resistenza sulle montagne si intensificano e solo nell’Agosto vengono deportati in Piemonte più di 15000 giovani di ogni età solo con lo scopo di sottrarli all’arruolamento nella resistenza. Nel Marzo 1866 da Palermo il Prefetto Torelli annuncia di essere preoccupato temendo una sommossa nelle carceri per il loro sovraffollamento. Nel frattempo, il prezzo del grano aumenta, manca l’acqua per irrigare i campi e si arresta persino gli scontenti. A Settembre insorge Monreale, subito dopo Palermo. Gli scontri nel capoluogo siciliano durano tutta la notte, mentre a Monreale la guarnigione indietreggiò lasciando la cittadina in mano ai rivoltosi. Si inneggia “Francesco II e alla Sicilia libera, a Santa Rosalia e alla Repubblica”. Si ristabiliscono i nomi originali alle strade e piazze abbattendo la toponomastica italiana filo-piemontese. Il 17 Marzo insorge: Misilmeni, Termini Imerese, Villabate, Santa Flavia, Corleone, San Martino delle Scale, Torretta, Marineo, Montepepre, Reacalmuto, Casteldoccia, Lercoda Friddi. Il giorno seguente, il 18 Marzo sbarcano militari con il compito di reprimere le rivolte, ma costretti ad indietreggiare perché aggrediti dalla gente che in gran parte combatteva con le sole mani. Le navi iniziano a mitragliare e a cannoneggiare le città vicine alla costa, il 21 Palermo è messa a ferro e fuoco da soldati sbarcati da navi provenienti da Livorno e Cagliari. Bombardamenti ininterrotti ordinati dall’ammiraglio Augusto Riboty, reduce della sconfitta di Lissa; Stessa cosa per l’ammiraglio Persano, che spera di riacquistare l’onore trucidando i civili (La marina italiana era reduce della fallimentare ed umiliante sconfitta a Lissa a danno della flotta austriaca). Tra il 21 ed il 22 sbarcano a Palermo 3 reggimenti bersaglieri con a capo il generale Raffaele Cadorna “commissario Regio con poteri straordinari” il quale istituì come prima cosa un tribunale speciale. Subito inizia la repressione. Si contano in una sola giornata oltre 2000 morti e 3600 imprigionati. Stessa sorte tocca per le altre città insorte. Palermo è occupata militarmente e viene trattata come una città nemica, si spara a vista. Un ufficiale del 10° granatieri Antonio Cattaneo fa uccidere due frati che lo supplicarono di cessare il fuoco ed un mendicante storpio, che chiedeva l’elemosina. Specialità di questo ufficiale era di ordinare fucilazioni di massa ai bordi di fosse comuni. Cadorna si accanisce contro la popolazione e soprattutto contro il clero, accusato di fomentare le rivolte arrivando a vietare l’abito talare. Sono espropriate chiese e monasteri, molti frati fucilati e imprigionati, compreso il novantenne vescovo di Monreale, Benedetto d’Acquisto; etichettato come il “brigante d’Acquisto”. Francesco Crispi promosse l’esproprio dei beni ecclesiastici in Sicilia che poi comprò in gran parte sotto falso nome per poche lire.  Il questore di Palemo Felice Pinno teneva in carcere persone prosciolte o assolte. Le navi britanniche sorvegliavano le coste, come era accaduto durante l’azione garibaldina. Avevano il compito di sbarcare per stabilire un governo provvisorio protetto dall’Inghilterra nel caso i rivoltosi avessero alla meglio sulle autorità  italiane.

Dello stesso anno il 21 e 22 Ottobre in Veneto e a Mantova viene imposto il solito falso plebiscito. Tutto si svolge sotto le vigili baionette dei bersaglieri. Ci fu molta disinformazione, fu fatto credere che quel voto serviva per l’autonomia del Veneto all’Austria e non l’annessione all’Italia. Vittorio Emanuele II entrò a Venezia il 7 Novembre tra un gruppo di persone silenziose ed ostili.

                                           Onore e vergogna di una storia nascosta

Si conclude l’anno 1866 con 59 prefetti: 43 Piemontesi, il restante toscani ed emiliani.

 
 
 

Agli Eroi della Patria Napolitana

Post n°29 pubblicato il 02 Marzo 2008 da Unione_Sud
Foto di Unione_Sud

Gaeta, Novembre 1860

E chi glielo avrebbe detto che lui ora era qua su uno sperone di roccia battuta dalle palle di cannone come un’eroe dei quadri che aveva visto una volta al Museo di Capodimonte. Si sentiva come se fosse già grande. Era solo un cadetto ma quel giorno faceva la guerra come un soldato vero. Certo la divisa cominciava a stargli stretta e s’era pure rovinata nella polvere e nella terra della trincea. Ma fuori, fuori sembrava Piedigrotta tra botti tonfi e spari. Tutta Gaeta sparava e non era a salve. Dio quanto era bello Monte Orlando, guardava verso il basso ed il mare era così blu da sembrava di diamante.  Vide gli spruzzi filanti verso la prua della nave sabauda che li sfidava. Cannoni da fortezza contro navi da battaglia come nel manuale della scuola militare. Solo che non era sui banchi dell’aula. L’odore, i rumori erano quelli della guerra vera.

Caricarono ancora. “Pronti! Fuoco !!”. Inquadrarono nel mirino del pezzo d’artiglieria il tricolore della fregata: “Questo ai Savoia e questo a Garibaldi”. La batteria faceva il suo dovere sputando fuoco dal crinale. Ei proiettili del cannone si potevano quasi vedere fermi in aria. Ma la battaglia non andava bene.  Erano circondati. Da terra le postazioni del nemico si erano moltiplicate e non contenti quei “fetentoni” si facevano sotto sempre più vicini. In piazza un capitano aveva detto che si stavano spingendo da Monte Cristo a ridosso degli spalti per aggiustare il tiro. “Da là ci fanno secchi senza temere neanche uno starnuto”. Il tiro di controbatteria finiva corto. Molti pezzi erano dei tempi di Bonaparte, pochi avevano canne rigate. Ma il coraggio quello non mancava di certo. Lontano una corvetta piemontese puntava verso sud. Nella ridotta della batteria tre ragazzini effettivi al Reggimento Regina e un vecchio maresciallo guardavano a distanza il duello di piombo. Ora sparavano verso il castello e una canna rigata, una delle poche, rispondeva secca colpo su colpo, affinando il tiro. La pirofregata  intanto s’era allontanata dopo una grandinata di bombarda. Napoli stava sullo sfondo bella nella giornata tersa. Pensò alla scuola. I giorni del maniero si erano interrotti ma non per le vacanze era solo novembre e re Francesco alla reggia non c’era più. Ora stava con loro e dal castello continuava a far guerra ai piemontesi. La Nunziatella era così distante come mamma e papà. Ma lui era grande e ce lo aveva scritto che il dovere si fa anche a 15 anni e si doveva. Senza permesso né benedizione era scappato insieme ai suoi compagni, tutti cadetti, ed oggi stava lì davanti al fuoco. Il capitano della nave sarda stava per dare l’ordine di fuga, la botta verso l’alto era l’avviso che l’assalto finiva ma a Michele, Antonio e Nicolino non lo disse nessuno che arrivava. D’un tratto la montagna gli esplose in faccia, la trincea venne giù come inghiottita dallo scoppio. La terra in bocca, negli occhi anche nel naso persino nelle tasche della giacca. Il maresciallo riuscì a tirarlo fuori, mezzo morto ma gli altri se li era presi la bordata. Più tardi in ospedale tra i gemiti i feriti che la battaglia aveva risparmiato sembrava di sognare: una bella signora in mezzo ai pagliericci e alle brandine il passo lieve. E intorno gli ufficiali, le mostrine, le sciabole splendevano di loro. Stavano tutti intorno: “E’ la Reggina !! “Una bella così chi l’ha mai vista”. Ma quando poi se la trovò vicina che gli toccava il viso con le mani credette di vedere il paradiso. “Non piangete Signo’ io sto bene e ora m’alzo mi aggiusto e vado fuori. Certo non sono ancora caporale ma il mio dovere posso farlo anch’io”. Un capitano lo guardò negli occhi e a lui sembrò che si tirasse dritto come faceva lui coi superiori. Un brivido di freddo ed era morto l’ultima cosa ferma dentro gli occhi Maria Sofia e gli uomini li intorno rigidi sull’attenti nel saluto.

articolo del blog: Antichestorie

 
 
 

Napoli pulitissima (1832)

Post n°28 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da Unione_Sud
 
Foto di Unione_Sud

Da un editto di Ferdinando II re delle Due Sicilie del 03/05/1832 emesso da "Gennaro Piscopo" Prefetto di Napoli, un ordinanza dove si obbligava la popolazione a raccogliere separatamente i rifiuti. Come si legge, le autorità si ponevano il problema della spazzatura, obbligando la popolazione alla raccolta differenziata, in particolare quella del vetro. Insomma, durante il periodo borbonico si faceva già un'importante riflessione sul problema dell’accumulo di immondizia, e come evitare di far confluire i rifiuti in un unica discarica. La notizia è resa nota dalla rivista Panorama del 07/02/2008 pag.115

 
 
 

Gaeta contro i Savoia

Post n°26 pubblicato il 21 Novembre 2007 da Unione_Sud
 
Tag: Savoia
Foto di Unione_Sud

Il comune di Gaeta sta attivandosi nel chiedere i danni di guerra del 1860-61 a casa Savoia, in quanto il Piemonte non ha mai dichiarato guerra al Regno delle due Sicilie, quando subì un assedio micidiale da parte delle truppe piemontesi causando cinquemila morti tra militari e civili, causando lutti e rovine (la città completamente rasa al suolo), oltre trecento ettari di terreno completamente dissestati per far posto alla truppa savoiarda; oltre centomila ulivi tagliati per scaldare i soldati assalitori; la morte economica della città allora prospera e vitale, tutti i beni demaniali ed ecclesiastici sequestrati. I danni furono contabilizzati in 2 milioni di lire del tempo oggi equivalenti e 212 milioni di euro.

                                            
Antonio Ciano
                 Assessore al Demanio e Patrimonio del comune di Gaeta

 
 
 

VADE RETRO SAVOIA!

Post n°25 pubblicato il 21 Novembre 2007 da Unione_Sud
 
Tag: Savoia
Foto di Unione_Sud

I Savoia, coloro che hanno  guidato le stragi sulla popolazione meridionale, coloro che hanno distrutto la nostra terra, coloro che hanno abbandonato il “loro” popolo, coloro sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso: gioco d’azzardo; prostituzione ecc ecc…Ora hanno chiesto un risarcimento  allo Stato italiano, tramite una lettera, per danni subiti con l'esilio dopo l’instaurazione della Repubblica con la fine del secondo conflitto mondiale. Nella lettera, il legale della famiglia ha indicato nell'esilio imposto al ramo maschile dei Savoia una violazione dei diritti umani e ha chiesto un risarcimento complessivo di 260 milioni di euro.

1860 Massacratori del Sud

1943 Traditori degli italiani

2006 Accusati di corruzione e falso

2007 ...

 
 
 

Borbonici-Confederati

Post n°24 pubblicato il 30 Ottobre 2007 da Unione_Sud
 
Foto di Unione_Sud

 

Tra Gennaio e Maggio 1861 giunsero a New Orleans circa 1800 militari del disciolto esercito borbonico ed indirizzati alle formazioni militari dell’esercito confederato. Con un decreto la Luisiana, costituì il 6 rgt "Italian Guards”, ma la concentrazione più alta di meridionali fu nel 10 e 22 rgt della Luisiana, dove i nostri connazionali si distinsero per il valore dimostrato sul campo di battaglia. L’arruolamento ebbe inizio a Napoli già nell’ottobre del 1860 con l’arrivo di un reparto della legione britannica statunitense guidato da C. Roberdeau Wheat, amico di Garibaldi , il quale lo nominò generale e prese parte alle battaglia del Volturno, del Garigliano e Capua, con i suoi 650 militari. 

La maggior parte dei combattenti borbonici erano stati reclutati con l’assenso del governo Piemontese che cercava una soluzione al problema del notevole numero di militari sbandati. Il flusso di navi verso New Orleans cessò soltanto dopo le proteste dell’ambasciatore statunitense ai danni del neonato governo italiano. Nel settembre del 1861 a New York, invece iniziarono ad arrivare i primi fuoriusciti garibaldini e mazziniani, coloro che restarono delusi dal falso sogno italiano. Fu costituito il nell'esercito del nord il 39 rgt "Guardia di Garibaldi”.  Battaglia importantissima da ricordare fu la vittoria dei confederati con a capo il generale Stonewall Jackson il 15 sett 1862, dove il disciolto esercito borbonico del 10 rgt Luisiana conquistò Harpers Ferry e catturò per intero tutto il rgt “Guardia di Garibaldi” (circa 11000 prigionieri).  Per i prigionieri ci fu uno scambio; scortati dagli ex borbonici del 10 rgt Luisiana furono presi in consegna dai nordisti, i quali li sottoposero alla “marcia della vergogna”, punizione riservata ai codardi e spediti al capo di concentramento di Douglas a Chicago, dove furono rinchiusi per 3 mesi, e segnalati come "i vigliacchi di Harpers Ferry", mentre i confederati li chiamarono “Yankee caserecci”.  La maggior parte dei soldati ex borbonici, pur essendo stati costretti a una guerra non loro, rimasero a combattere e si distinsero in varie campagne, sino alla resa del Generale Lee. 

In Florida è in allestimento un monumento dove saranno riportati i nomi e i rgt dei valorosi soldati confederati, tra i quali i nostri eroi costretti ad emigrare, ma che trovarono quel riscatto mancato sul suolo italiano.  

 
 
 

PASSANNANTE TORNA A CASA 

Post n°23 pubblicato il 19 Ottobre 2007 da Unione_Sud
 
Foto di Unione_Sud

Perché tenere nel Museo del Crimine un uomo che non ha ucciso nessuno, un uomo che aveva degli ideali di giustizia che predicava l’avvento della Repubblica e la dignità dei lavoratori?Il quesito che si poneva Ulderico Pesce che si è battuto vivamente per far ritornare nel suo Paese di origine l’anarchico che attentò a Napoli alla vita di Umberto I . Catturato e reso inerme da una sciabolata alla testa fu brutalmente torturato ed imprigionato a vita. La sua famiglia fu arrestata e condotta in un manicomio criminale, mentre fu imposto di cambiare il nome del paese da Salvia a Savoia di Lucania. Dopo la morte fu decapitato ed il cranio con i cervello insieme ai suoi appunti furono esposti nel museo criminologo di Roma dal 1910 al 2007. Ora grazie all’impegno di centinaia di persone le quali hanno aderito all’appello di Ulderico Pesce, Giovanni Passannante ha ottenuto cristiana sepoltura nella sua terra. Il nostro prossimo impegno deve essere quello di restituire al paese lucano il nome originale: Salvia!

Nel fazzoletto che nascondeva il coltello c’era la scritta: Morte al Re, viva la Repubblica Universale, viva Orsini

 www.uldericopesce.com

 
 
 

BISOGNA SVENTRARE NAPOLI

Post n°20 pubblicato il 04 Ottobre 2007 da Unione_Sud
 
Foto di Unione_Sud

…Dunque bisogna sventrare Napoli, esclamò il primo ministro Depretis:

Efficace la frase, Voi non la conoscete, onorevole Depretis, il Ventre di Napoli. Avevate torto, perché voi siete il governo e il governo deve sapere tutto. Non fatte pel governo, certamente, le descrizioni colorite di cronisti con intenzioni letterarie che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa retorichetta a base di golfo e di colline fiorite… Serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo deve sapere l’altra parte: il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori,dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un Paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, esistano, e quanti ammoniti vi siano tra i loro amanti di cuore, quanti mendicanti non possano entrare nelle opere pie, quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno, quanto rende il dazio consumo, quando la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e quanto renda il lotto. Quest’altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e tutto provvede, perché siete ministro?

La provocatoria lettera scritta più di un secolo fa da Matilde Serao,

indirizzata a Depretis, Presidente del Consiglio.

Questa realtà ci riguarda da quando siamo italiani,

dall'unità del Paese, e cioè dal 1860.

Quell’unità che a noi meridionali è costata sangue

...allora come adesso quelle parole sono sempre vive!

 
 
 

TERESA DE SIO E L'IDENTITA' MERIDIONALE

Post n°19 pubblicato il 19 Giugno 2007 da Unione_Sud
 
Tag: Musica
Foto di Unione_Sud

     La Cantautrice meridionale che da anni diffonde il folklore della nostra terra. Sulla copertina del suo ultimo album "Sacco e fuoco", uscito nel maggio scorso l'artista lancia un messaggio, il pensiero sul Brigantaggio e sulla falsa storia diffusa, quella storia bandita che ormai pian piano sempre più se ne parla uscendo dai tabù.

 
 
 

Ignoranza politica in Sicilia

Post n°17 pubblicato il 30 Maggio 2007 da Unione_Sud
 
Foto di Unione_Sud

Immagini da un assurda compagna elettorale a Palermo. I sdi stampano manifesti con su scritto "via i nuovi borboni", forse hanno le idee confuse. I Borbone (e non Borboni) sono andati via quasi 150 anni fà! Quindi... via "loro stessi" quelli che hanno prodotto la politica favoritista corrotta e filomassonica piemontese e garibaldina. Oggi, alla luce dei fatti, nel revisionismo storico si continua ancora nell'assurdo!

 
 
 

Genova contro i Savoia!

Post n°16 pubblicato il 29 Maggio 2007 da Unione_Sud
 
Foto di Unione_Sud

Per le forzate annessioni dei pacifici stati italici (come il Regno delle Due Sicilie), i Savoia fecero votare una serie di falsi “plebisciti”. Per paura di un secco e clamoroso “No!”, il Popolo Ligure non fu mai convocato a votare alcun plebiscito di annessione né al Regno di Sardegna né all'Italia, come solennemente dichiarato in una richiesta provata a larghissima maggioranza dal Consiglio Provinciale di Genova in data 9 aprile 2002 e ribadita da 21 Comuni Liguri, una Comunità Montana, due Circoscrizioni di Genova ed un Senatore Ligure. L'annessione della Liguria all'Italia resta quindi un atto illegittimo e mai sanato da alcun plebiscito: il Popolo Ligure non partecipò mai a quello che il Presidente Ciampi definì un momento fondamentale del Risorgimento.

MOVIMENTO INDIPENDENTISTA LIGURE

http://www.mil2002.org/savoia/1p_casa_savoia.htm

 
 
 

Frasi Celebri...

Post n°15 pubblicato il 18 Maggio 2007 da Unione_Sud
 

Gli oltraggi subiti dalla popolazione meridionale sono incommensurabili - G.Garibaldi da una lettera ad Adelaide Cairoli, 1868.

Lo stato italiano è stato una feroce dittatura che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale, squartato, fucilato, seppellito vivi poveri contadini che scrittori salatiati hanno infamato col marchio di briganti - A.Gramsci da Ordine Nuovo, 1920

Un sistema di sangue è stato stabilito nel Mezzogiorno. C’è l’Italia là, signori, e se volete che l’Italia si compia, bisogna farla con la giustizia, e non con l’effusione di sangue - Discorso in Parlamento di Nino Bixio, 1863

Al sud del Tronto sono necessari sessanta battaglioni e sembra non bastino: Deve esserci stato qualche errore; e bisogna cangiare atti e principii e sapere dai Napoletani, una volta per tutte, se ci vogliono o no - domanda in aula di Massimo D’Azeglio, 1861

Potete chiamarli briganti, ma combattono sotto la loro bandiera nazionale; potete chiamarli briganti, ma i padri di quei briganti hanno riportato due volte i Borbone sul trono di Napoli. E’ possibile, come il governo vuol far credere, che 1500 uomini comandati da due o tre vagabondi tengano testa a un esercito regolare di 120000 uomini? Ho visto una città di 5000 abitanti completamente distrutta e non dai briganti - Discorso in aula del deputato Ferrari, nel novembre 1862

 
 
 

Meridionalismo

Post n°14 pubblicato il 14 Maggio 2007 da Unione_Sud
 

Principalmente bisogna chiarire il concetto di Meridionalismo. Il meridionalista nasce dalla scoperta di una storia negata, dalla negligenza politica e dal collasso economico del meridione.   Bisogna rendersi conto che il sud vive un totale abbandono da parte dei governi che si sono susseguiti, ad iniziare dalla monarchia sabauda.  Dall’unità d’Italia lo Stato, non ha fatto altro che sfruttare il sud per la manovalanza e come contenitore di voti.  Il compito principale è quello di far comprendere a tutti i meridionali il concetto di meridionalismo, nato dal disagio sociale.  Essere a Sud dell’Italia equivale ad essere Italiani di serie “B”? Corrisponde a non avere le stesse opportunità di un italiano del nord?  I soldi che diamo alle banche e alle assicurazioni, dove vanno a finire?  La domanda è questa: i politici, specie quelli meridionali cosa fanno, quali sono i loro reali programmi? Il canto che li unisce è sempre lo stesso; scaricare le colpe su chi li ha preceduti e sulla criminalità, che imperversa nelle nostre regioni, la quale grazie a questo disagio, nasce e si alimenta.  L’opera di Cavour, continua ancora adesso, svuotare il sud ed impedirne una sua ripresa.  Sembra assurdo, ma prima dell’unità d’Italia dal nord venivano a lavorare a sud. Oggi invece, le famiglie meridionali allevano i proprio figli, li fanno studiare per poi vederli partire verso il nord così da contribuire al progresso settentrionale. Invece un tempo, nessuna famiglia meridionale fu distrutta dall’immagine di un figlio o un marito che emigrava, oggi invece, ci sono addirittura paesini dell’entroterra, popolati solo da anziani.   I politici meridionali, assecondano lo sfruttamento del meridione, offendendo la nostra gente, mentendo sul nostro glorioso passato.  Questi politici non ci rappresentano!  Tutti quelli che ci governano ed intendo a tutti i livelli, devono rendersi conto che il sud non è solo un serbatoio di voti, a sud non vi è gente da incantare con campagne elettorali e false promesse, ma vi è tanta gente onesta e laboriosa a cui mancano le “pari opportunità”.  Ed ora a voi miei fratelli meridionali, non siate apatici e fatalisti, lasciamo questo sentimento di abbandono, svegliamo la coscienza del nostro popolo, diamoci da fare, scopriamo la nostra storia, facciamo sentire la nostra voce di persone per bene ed operose e voi “fratelli d’Italia” vi ringraziamo per il “lavoro datoci”, ma basta con l’assistenzialismo! Non siate prevenuti nei nostri confronti, non guardateci con diffidenza, la colpa non è nostra. Nessuno vi ha chiesto di “liberarci dalla schiavitù duosiciliana”. Anzi oserei dire che siamo stati invasi senza nemmeno una dichiarazione di guerra ed oggi pur essendo italiani, sembra di vivere una situazione di tipo coloniale.

Meridionalismo da Wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Meridionalismo

 
 
 

Lager Piemontese

Post n°13 pubblicato il 11 Maggio 2007 da Unione_Sud
 

immagineDopo la muraglia cinese, il più grande complesso difensivo è senza dubbio la fortezza di Fenestrelle, posta tra Pinerolo e Sestrière, verso il confine francese. Qui ci fu la prima salita in massa dei giovani meridionali, si proprio qui e non per lavorare nella Fiat o altre azienda, ma incatenati al muro contro ogni convenzione militare e qui ci giunsero non in comode carrozze ma ammassati su carri bestiame o a piedi, ingiuriati, senza scarpe, incatenati. Questi sono i soldati meridionali e più tardi anche i soldati del Papa, che non vollero giurare fedeltà ai “liberatori”. Questo è il risvolto non oleografico dell’Unità d’Italia. Qui furono rinchiusi i garibaldini che fallirono le successive spedizioni contro il Papa, quei garibaldini che poi accrebbero le fila dei briganti. A Fenestrelle giungevano quei detenuti di cui poi non si doveva più saper nulla. La calce viva distruggeva i cadaveri, per spregio nei periodi di freddo i carcerieri toglievano gli infissi facendo restare solo le grate. In pochi vinsero il rigore del freddo, le percosse e la fame. I piemontesi furono per i meridionali una sorta di predecessori dei nazisti. Nel libro di Fulvio Izzo “i lager dei Savoia” è descritta fedelmente immaginel’epopea dei nostri padri di cui ancor oggi non si conosce il numero esatto. Nella rubrica “ultime notizie” del 26/01/1861, n°1 del giornale “l’armonia” si parla di un numero vago di ufficiali, circa 1700, mentre per i sottufficiali e soldati la cifra sarebbe di 24000, da tener presente che per quella data, il Gennaio del 1861, Francesco II resisteva a Gaeta e con essa anche Messina e Civitella del Tronto. Nei registri parrocchiali, vennero annotati i nomi dei soldati meridionali deceduti dopo il ricovero, per malanni dovuti alla rigidità delle condizioni carcerarie. Ma i nomi registrati non corrispondevano a tutti i prigionieri. Tantissimi corpi, senza nome, venivano gettati nella calce viva in una grande vasca, ancor oggi visibile.

Un intervento di Beppe Grillo dal suo sito: http://www.beppegrillo.it/2006/11/siamo_tutti_bor.html 

 Per i nomi, potete consultare vari siti, tra i quali: http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=260381

 
 
 

Ma la Calabria è Italia?

Post n°12 pubblicato il 11 Maggio 2007 da Unione_Sud
 

immagineArticolo del Direttore responsabile della rivista Gente, dott. Pino Aprile del 04/11/2005:   "L'Italia è con voi" ha detto il presidente Ciampi al governatore della Calabria, Loiero, dopo l'assassinio del vice-presidente della regione Fortugno. Non è vero! Ciampi è con i calabresi, solo fisicamente ai funerali. Ma l'Italia? ...23 omidici in 14 mesi solo nella Locride, nessun colpevole. Non c'è appalto che sia discusso dai padrini... se lo stato vuole, fa (come si è visto per il contrabbando). Se la Calabria è lasciato in mano alla malavita non è per i calabresi, ma perchè sono lasciati soli.  In Calabria, sino all'Unità, c'erano le acciaierie più grandi d'Italia, che importavano operai da Brescia e ingegneri dall'Inghilterra. Gli stabilimenti furono chiusi di forza e venduti come ferrovecchio (e non per modo di dire) dal nuovo governo di Torino. L'invasione del Regno delle Due Sicilie fu compiuta con stragi mai registrate nei libri di storia: ci furono decine di Marzabotto; campi di concentramento dove si moriva come mosche; per le truppe piemontesi e le formazioni sempre meno borboniche e sempre più brigantesche, lo stupro era quasi un diritto. Molti unitari idealisti, alla vista dello scempio si pentirono (Garibaldi compreso)... Dal saccheggio e da quei massacri, il Meridione stentò e spesso ancora stenta a risollevarsi: un ritardo imposto e accumulato. Per i calabresi, e non solo, l'alternativa fu: o brigante o emigrante. Chi poteva se ne andò e spesso restarono i peggiori. "Questa è l'Italia che sta con la Calabria" sembra una bestemmia, caro presidente, verrebbe da dire: meglio soli!

 
 
 

Ferdinando II di Borbone Re d’Italia

Post n°10 pubblicato il 11 Maggio 2007 da Unione_Sud
 

immagineFerdinando II, un sovrano passato alla storia come un Re freddo al richiamo del principio di unità italiana. Però le vicende non sono proprio così. Infatti, il Re duosiciliano, già in precedenza era stato  sollecitato ad accettare la presidenza di una Lega degli Stati Italiani e nel 1831 “i liberali italiani, riunitisi in congresso a Bologna, offrirono la Corona d’Italia al Re delle Due Sicilie riconoscendolo come il sovrano italiano più aperto ai loro ideali. L’anno successivo, nel 1832, FerdinandoII propose un accordo al re di Sardegna allo scopo di abolire ogni influenza straniera sul territorio italiano; il governo piemontese rifiutò e per Vienna questa proposta fu interpretata come anti-austriaca, anche perché i Savoia aveva stipulato con l’Austria un trattato difensivo verso possibili minacce francesi.     Ferdinando II ci riprovò l’anno seguente, tramite il proprio ambasciato­re a Roma, dove invitava il Papa Gregorio XVI a farsi promotore di una Lega fra i vari governi italiani, ma ancora una volta ebbe un rifiuto; Attilio Bandiera, scrisse una lettera a Ferdinando II esprimendo la sua fede repubblicana ma che era disposto a seguirlo nel caso ambisse a diventare il primo sovrano costituzionale di tutta l’Italia, ma il desiderio di Re Ferdinando era quello di formare uno stato federale e non muovere un esercito per una guerra fratricida. Cosa che ripeterà anche in punto di morte. Fu una vera e propria incitazione ad un impegno politico-militare per la conquista degli altri stati in nome dell’unità italiana. Ferdinando non accettò, non aveva alcuna ambizione conquistatrice e praticava la pace tra i regni italiani senza offenderne la felicità e i diritti, soprattutto per lo Stato Pontificio, a cui era profondamente legato.   

 
 
 

Inno di Verdi al Re d’Italia… Ferdinando II di Borbone

Post n°8 pubblicato il 10 Maggio 2007 da Unione_Sud
 
Foto di Unione_Sud

Qualche anno fa nell’archivio del conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli fu rinvenuto un singolare spartito; un gioioso inno al “re della patria” dedito a Ferdinando II di Borbone. Il compositore di Busseto, frequentò  Notizia riportata anche sul sito alla voce cronologica delle opere del 1848:    molto la corte napoletana, fu direttore artistico e compositore di opere per il teatro di San Carlo. Autori dell’opera furono: Giuseppe Verdi e Michele Cucciniello. L’eccezionale ritrovamento è da attribuirsi al maestro Roberto de Simone.

http://www.giuseppeverdi.it/page.asp?IDCategoria=162&IDSezione=573&ID=19591

 
 
 
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EPILOGO CON LINA SASTRI

 

DIFENDI IL TUO POPOLO, DIFENDI LA TUA TERRA, COMPRA PRODOTTI DEL SUD!

 

STATISTICHE

Prima dell'annessione, le monete degli stati italiani erano complessivamente di 668,4 milioni di lire; 443,2 erano solo del Regno delle Due Sicilie, il quale avevo due volte le monete di tutti gli altri stati italiani messi insieme. Dal testo "scienze delle finanze" di Francesco Saverio Nitti, Pierro 1903

 

PULIZIA ETNICA

5212 condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi distrutti. 1 milione di persone mancarono in soli 10 anni - per i meridionali è stata una pulizia etnica

 

LA RAPINA DEL SECOLO

L'Unità italiana fu una esigenza economica da parte del Piemonte, capaggiato dagli inglesi e servo della massoneria... questa rapina, fu chiamata: "Risorgimento".

 

I PRIMATI DAL 1734 AL 1860

 

SUA MAESTÀ FRANCESCO II

" La restituzione del mio non mi adesca; Quando si perde un trono, poco importa il patrimonio. Se l'abbia l'usurpatore o il restituisca, né quello mi strappa un lamento, né questo un sorriso. Povero sono, come oggi tanti altri migliori di me; stimo più la dignità che la ricchezza." 

 

AI DIFENSORI

 

I NOSTRI EROI

Dinnanzi al plotone di esecuzione italo-piemontese, i militari duosiciliani ballavano la tarantella, in segno di sfida!

 

DOCUMENTARIO 1

 

" Per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un'altra cultura, inventa per loro un'altra storia. Dopo di che il popolo incomincia lentamente a dimenticare quello che è stato. E il mondo attorno a lui lo dimentica ancora più in fretta".                                      - Milan Kundera - 

 
 
 
 

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