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Star Trek, il booktrailer pił demenziale dell'universo

Post n°20 pubblicato il 25 Settembre 2010 da garak75
 

Come minacciato, è stato pubblicato Night of the Living Trekkies, romanzo mash-up fra una serie cult di fantascienza e gli zombie. Ce la farà a ripetere il successo dei suoi predecessori?

Un manipolo di agguerriti fan di Star Trek salverà il mondo dagli zombie. Quirk Books, casa editrice americana decisa a sfruttare fino in fondo il successo dei mash-up (incrocio fra due generi generalmente ritenuti incompatibili, almeno fino a oggi), ritorna con Night of the Living Trekkies, romanzo demenzial-horror-sci-fi ambientato in una convention fantascientifica.

 

Scritto da Kevin D. Anderson (al suo esordio, qualche precedente con racconti horror) con Sam Stall (autore di testi curiosi come 100 Cats Who Changed Civilization: History’s Most Influential Felines), il romanzo promette soprattutto di far ridere, essendo imbottito di “centinaia” di riferimenti a Star Trek, Star Wars e fumetti vari non meglio precisati. Si racconta la storia di un manipolo di fan costretto a difendersi da un’improvvisa epidemia di morti viventi. Le loro inutili nozioni sulla fisica e sui vecchi episodi di Star Trek trovano improvvisamente applicazione nel mondo reale...

 

Riusciranno davvero a strappare un sorriso? Alla Quirk ne sono certi, visti i pregressi: il botto l’ha fatto Pride and Prejudice and Zombies, opera scritta a “quattro mani” da Jane Austen e Seth Grahame-Smith (in arrivo un film con Natalie Portman, in Italia il romanzo è pubblicato da Editrice Nord), a cui sono seguiti il prequel Pride and Prejudice and Zombies: Dawn of the Dreadfuls e altre due chicche come Sense and Sense and Sensibility and Sea Monsters e Android Karenina. Ce la farà Night of the Living Trekkies a tenere alta la bandiera? O la moda si sta già sgonfiando? Staremo a vedere. Intanto, ecco il book trailer. Buona visione.

 
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Nokia, ecco lo Star Trek Communicator

Post n°19 pubblicato il 25 Settembre 2010 da garak75
 

Salta fuori su eBay un prototipo prodotto da Nokia basato sul comunicatore di Star Trek. Ma non era destinato ad arrivare sul mercato.
Che i telefonini attuali abbiano preso un po' di ispirazione dal comunicatore di Star Trek è noto: basta pensare al famoso modello StarTac della Motorola, primo telefonino con l'apertura "a conchiglia" tipica del dispositivo della Flotta Stellare.

Quello che non tutti sanno però è che la Nokia ha dedicato tempo e risorse a realizzare un prototipo — anzi, ben 14 prototipi — di telefonino basato esattamente sul design del comunicatore di Star Trek. Il progetto era nato per accompagnare l'uscita del film Star Trek di J.J. Abrams, ma per qualche ragione non andò in porto e il comunicatore venne archiviato senza giungere mai sugli scaffali dei negozi.

Ora uno di questi prototipi è saltato fuori su eBay, con tanto di filmato di presentazione, che vi proponiamo qui sotto.

Un altro modo per avere un telefonino-comunicatore c'è, comunque: se possedete un iPhone, la CBS Interactive ha rilasciato un'apposita "app" che lo simula. Costa solo 1,59 euro, ma a stento lo vale, considerato che alla fin fine si tratta solo di un po' di grafica e qualche suono. Per chi fosse interessato, comunque, l'indirizzo iTunes è itunes.apple.com/it/app/star-trek-original-series/id377296514?mt=8.

Alla fin fine, gli smartphone del 2010 sono di gran lunga più evoluti e fantascientifici dei comunicatori del 23mo secolo.

 
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The Next Generation, l'alternativa

Post n°18 pubblicato il 08 Settembre 2010 da garak75
 
Foto di garak75

Dagli archivi della Paramount spunta un documento che rivela quali potevano essere gli interpreti del serial tv. Con qualche sorpresa.

 

E se Jean Luc Picard fosse stato nero? Avrebbe avuto un fascino diverso, avrebbe fatto la stessa presa sul pubblico? Non si può rispondere a questa domanda, naturalmente, ma si può riflettere su come il successo di una serie tv dipenda da molti fattori, tra i quali ha grande importanza la scelta degli attori protagonisti. E allora diventa interessante il documento pubblicato dal blog Thedailywh.at, e ripreso da altri siti specializzati d'oltreoceano, che ci mostra come alternativamente poteva essere una serie tra le più amate dagli appassionati, ovvero Star Trek: The Next Generation.

 

Si tratta di un memorandum interno della Paramount datato 13 aprile 1987, cioé circa cinque mesi prima del debutto ufficiale della serie sulle reti tv americane. Il documento riguarda uno scambio di informazioni tra due manager della casa di produzione circa la lista degli attori per i ruoli protagonisti della serie; per ogni personaggio vengono individuati diversi attori tra i quali scegliere, in base alle attitudini e alle caratteristiche di ciascuno. Così scopriamo che tra i candidati per il ruolo del capitano Picard, oltre a Patrick Stewart che sarebbe stato poi scelto, c'era nientemeno che Yaphet Kotto, attore newyorchese diventato famoso interpretando il cattivo Kananga in Agente 007 — Vivi e lascia morire, ma noto agli appassionati soprattutto per essere stato il meccanico Parker nel primo indimenticabile Alien. Tra gli aspiranti alla plancia di comando troviamo pure il belga Patrick Bauchau, attore che negli ultimi anni si è distinto in ruoli importanti in serial come Jarod il Camaleonte e Alias.

 

Ma le sorprese continuano. Per il ruolo dell'ingegnere capo Geordi LaForge troviamo un nutrito elenco di candidati tra i quali spicca l'esordiente Wesley Snipes, ancora lontano dal diventare star di film d'azione come Demolition Man e la serie del mezzo vampiro Blade; infatti venne preferito LeVar Burton, già affermatosi nel 1977 con il ruolo del giovane Kunta Kinte in Radici. Da notare la presenza di Tim Russ, che stazionerà parecchio nel mondo trek, prima con una comparsata nel settimo film della serie Star Trek: Generazioni, per poi entrare nel cast di Star Trek: Voyager con il ruolo di Tuvok. Tra i candidati anche Kevin Peter Hall, il cui volto probabilmente pochi ricordano anche perché spesso mascherato: infatti Hall ha indossato il costume del Predator in due film della serie.

 


ingrandisci
Riguardo agli altri ruoli, per il comandante Riker era in ballo anche Ben Murphy, volto noto delle serie tv negli anni settanta e ottanta; mentre, curiosamente, per il ruolo del consigliere Deanna Troi era prevista un'unica candidata, Denise Crosby, che avrebbe invece interpretato il capo della sicurezza Tasha. In questo memo quindi non c'è traccia di Marina Sirtis, così come non c'è traccia di Brent Spiner per il ruolo di Data, per il quale è indicato ancora Hall. Stesso discorso per il personaggio del giovane Wesley, mentre per il medico di bordo Beverly Crusher compare tra le candidate una certa Cheryl McFadden, che altri non è che Gates McFadden con il suo secondo nome. Tra le candidate compare anche il nome (storpiato) di Jenny Agutter, che nel 1976 era stata la star di La fuga di Logan.

 

Interessanti poi sono le annotazioni a margine dell'elenco, che sarebbe stato sottoposto a Gene Roddenbery la settimana successiva. Secondo le note per il ruolo di Picard se la giocavano Bauchau e Stewart, mentre per Riker sembrava favorito lo sconosciuto Michael O'Gorman, pur essendo una scelta "atipica" come ammesso dagli stessi manager. Anche per gli altri ruoli vengono indicati come favoriti altri attori poi scartati, anche se parecchi di loro sono comunque comparsi in qualche episodio delle varie serie trekkiane. Ciò che conta è che il documento (una cui versione ingrandita e meglio leggibile è reperibile al link fra le Risorse in rete) permette di addentrarci un po' nelle logiche di scelta degli attori di un serial; scelta che a pochi mesi dal debutto televisivo pareva essere ancora in alto mare, ma che poi si è rivelata vincente, contribuendo al successo della serie.

 
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Star Trek 2 sarą come...

Post n°17 pubblicato il 08 Settembre 2010 da garak75
 

La trama è ancora in via di definizione, intanto però gli sceneggiatori si lasciano andare ai primi paragoni con altri film di genere.

 

Mancano ancora due anni alla sua uscita. Essendo però uno dei sequel più attesi del nuovo millennio, le speculazioni si sprecano. La sceneggiatura di Star Trek 2 (se così si chiamerà) è attualmente in lavorazione, eppure gli sceneggiatori tengono tutt'altro che la bocca chiusa.

 

Sentite cos'ha detto Damon Lindelof, per esempio, pizzicato a una festa durante gli Emmy: "Le attese sono alle stelle. Stiamo prendendo a modello un film come Il cavaliere oscuro, che era qualcosa in più rispetto a Batman Begins. Dava un messaggio profondo, ma allo stesso tempo era un film sui supereroi. Così anche noi non vogliamo abbandonare i punti di forza che hanno determinato il successo di Star Trek. Vogliamo che sia divertente e carico di emozioni, e allo stesso tempo profondo".

 

Dunque Christopher Nolan e uno degli episodi più riusciti della saga sull'uomo pipistrello presi a modello per il nuovo Star Trek. Poi arrivano Roberto Orci e Alex Kurtzman. E tutto cambia di nuovo. Anche loro si dedicano ai paragoni, sebbene di tutt'altro genere. I due sceneggiatori hanno in mente soprattutto il tema della frontiera, tipica — almeno nell'immaginario USA — del Western. Però nominano un film del tutto particolare, ai margini del genere: "Ci siamo ispirati a Cowboys and Aliens. Ora siamo a metà del lavoro. A livello di intreccio, abbiamo costruito una torre Jenga e ora ci troveremo per togliere qualche pezzo e vedere se l'impalcatura regge. Ma sappiamo di avere qualcosa di buono in mano."

 

E se Orci e Kurtzman dicono di essersi ispirati a Cowboys and Aliens, c'è da credergli, visto che sono proprio loro gli sceneggiatori del western sui generis diretto da Jon Favreu, in uscita nel 2011 (e con un cast niente male: Harrison Ford, Sam Rockwell, Olivia Wilde, Daniel Craig). In ogni caso, si tratta delle prime indiscrezioni su Star Trek 2, che senza dubbio si moltiplicheranno non appena verrà terminato lo script e consegnato nelle mani di JJ Abrams. Vi terremo aggiornati.

 
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Star Trek fan film, una perla datata 1978, video!

Post n°16 pubblicato il 06 Agosto 2010 da garak75
 
Foto di garak75

Per realizzare in casa un cortometraggio oggi basta anche un cellulare con una fotocamera modesta, un software di video-editing sul PC (se non addirittura sul telefono stesso) e poi si pubblica tutto su Youtube. Ma negli anni ‘70 era un filo più complicato e laborioso.
 
In rete è apparso uno spettacolare cortometraggio fatto in casa da un gruppo di ragazzini e dedicato a Star Trek. Videocamera super-8 e effetti speciali casalinghi per un risultato finale davvero niente male contando che è datato 1978! Il video vi aspetta sotto


La saga di Star Trek ha ispirato questi giovani videomaker che nel 1978 a Cape Cod si sono lasciati andare a un esercizio di stile niente male: capitanati da Rob Hampton hanno catturato le varie scene in campagna poi hanno montato il tutto senza alcun aiuto digitale.
 
Notare anche gli effetti speciali DIY come i laser e le scene nello spazio. Unica aggiunta recente è quella delle voci che dopo 25 sono state registrate e implementate, dopo esser state catturate dal cas originale. Ecco il video:


 
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Tra scienza e fantascienza, il sogno di Star Trek

Post n°15 pubblicato il 06 Agosto 2010 da garak75
 
Foto di garak75

"Pare incredibile, ma la fantascienza di oggi diventa la scienza di domani". Queste parole furono pronunciate da Gene Roddenberry, il creatore di Star Trek, e non si sono rivelate per nulla un'esagerazione. Basta osservare un telefonino di quelli flip top, apribili, per rendersi conto della straordinaria similitudine con i comunicatori in mano all'equipaggio del capitano James Kirk. Una somiglianza tanto più sorprendente se si osserva il vecchio Motorola StarTac, il cui nome non è l'unico motivo di ispirazione: il Communicator della flotta stellare è pressoché identico. Ma è ancor più stupefacente se si considera che è stato inventato nel 1966. La fantascienza diventa scienza? Sì, talvolta è così.

Lo hanno insegnato Jules Verne, Isaac Asimov, Carl Sagan, ma fra tutti gli esempi spicca Star Trek. Dalle prime tre stagioni (1966-1969), passando per The Next Generation (Tng); dai 10 film a Deep space nine, da Vojager fino all'ultima serie Enterprise, i telefilm inventati da Roddenberry hanno avuto il merito di anticipare molte innovazioni e scoperte o addirittura stimolare la ricerca. Come ammette il grande fisico Steven Hawking nella prefazione del libro di Lawrence Krauss "La fisica di Star Trek".
E se i motori a curvatura per viaggiare più veloci della luce nelle "pieghe" del continuum spazio-tempo sono fantasia, dalle avventure della nave stellare Enterprise sono nati molti oggetti per noi comuni. Il Tablet Pc sembra moderno? Il top dell'hi-tech cibernetico? Bene: l'attendente del capitano Kirk nel 1967 usava una tavoletta con documenti in formato elettronico. L'antesignano del Tablet Pc e del pen computing, che proprio in quel tempo si stava iniziando a studiare alla Rand corporation. Una curiosità: l'attendente di Kirk si chiamava proprio Janice Rand.

Ma non è solo il tablet a essere stato inventato da Roddenberry: nelle serie degli anni 80 i membri della Flotta stellare usano un computer palmare chiamato Padd (Personal access display device), davvero un moderno Pda ante litteram.

E che dire degli scanner medici del Dottor McCoy o della Dottoressa Crusher così simili a un moderno thermoscan acquistabile nella farmacia sotto casa?

O, ancora, della realtà virtuale? Un tema anticipato dall'episodio pilota "The Cage" e poi ripreso nel "ponte ologrammi" di The Next Generation. E nella stessa serie, nella puntata "Evolution" del 1989, l'Enterprise di Picard è infestata da nanomacchine (i nanorobot sono però un'idea di Asimov) che anticipano di molti anni l'evoluzione, solo ora ipotizzata, delle nanotecnologie.

Nel film "L'uomo che cadde sulla terra" del 1975 l'alieno (David Bowie) ascolta musica con un oggetto che anticipa non solo il Cd, ma addirittura le memorie musicali dei lettori Mp3 attuali. Gene Roddenberry aveva bisogno di "inventare" un sistema di propulsione che permettesse di viaggiare più veloce della luce per "arrivare là dove nessuno è mai giunto prima" e, a metà degli anni 60, insieme agli autori concepisce un sistema molto originale: le navi stellari viaggiano con motori che utilizzano reazioni controllate di annichilimento materia/antimateria, ma servono non per spingere la nave come un razzo bensì per "curvare" lo spazio-tempo, come solo un buco nero o un grande astro potrebbe fare. É un concetto che era all'avanguardia per l'epoca e che ha anticipato teorie iper-relativistiche e studi di Steven Hawking (grande appassionato di Star Trek fino a recitare da guest star in un episodio) sui buchi neri e sui tunnel spaziali. Mentre gli studi sull'antimateria, teorizzata nel 1928 da Paul Dirac, hanno subito un'accelerazione nel 1995 con la produzione al Cern dei primi atomi di anti-idrogeno e ora con il progetto Ams (Antimatter spectrometer), si attendono nuove evoluzioni.

La fantascienza ha un valore di stimolo intellettuale per cercare nuove idee, teorie, oggetti. Non è solo uno strumento di intrattenimento, ma un veicolo per sognare e anticipare il futuro, capace di influenzare scienziati e inventori: per esempio, il nome del primo computer personale, l'Altair 8800 del 1975, è quello del pianeta del film del 1956 "The forbidden planet" e il nome dei suoi abitanti, i Krell, è utilizzato in ultratecnologici amplificatori audio: i Krell, appunto. E nello stesso film compare il robot Robbie, antesignano degli autonomi atropoformi (come quelli di Guerre Stellari), un sogno che Honda e Sony stanno concretizzando.

Ma la fantascienza, proprio quella nata durante l'epoca Apollo, ha offerto spunti anche per le scienze politiche e sociali: tutta la saga di "Star Trek" è basata sul concetto di società equa, pacifica e libera dai bisogni materiali grazie alla tecnologia (i telefilm furono apprezzati anche dal Cremlino che chiese di mettere un ufficiale russo a bordo dell'Enterprise), mentre il cult movie "Il giorno dei Trifidi" del 1963 è tuttora un manifesto contro il totalitarismo.....
.. e domani...?

 
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Campi di forza, come in Star Trek per proteggersi da razzi e proiettili

Post n°14 pubblicato il 05 Agosto 2010 da garak75
 
Foto di garak75

Il progetto di un dispositivo fantascientifico allo studio della Difesa britannica
Un potente campo elettromagnetico in grando di respingere ogni attacco

Se le navicelle spaziali di Star Trek potevano contare su speciali campi di forza in grado proteggerle dagli attacchi, come degli scudi, ora questo dispositivo fantascientifico potrebbe essere impiegato in ambito militare. E' questa, infatti, l'intenzione del ministero della Difesa britannico, il cui laboratorio per le scienze e la tecnologia sta lavorando alla creazione di blindati protetti da uno speciale campo di forza, che può respingere razzi e proiettili. E questo riducendo il peso complessivo e lo spessore dell'armatura esterna.

Il progetto, secondo quanto scrive il Daily Telegraph, è stato illustrato ad una fiera militare dal Defence Science and Technology Laboratory (o Dstl), che, per conto del ministero della Difesa, lavora alle nuove tecnologie da impiegare in ambito militare. Il campo di forza allo studio degli scienziati sarebbe in grado di respingere vari tipi di attacchi, creando un potentissimo campo elettromagnetico. Dietro a questo progetto c'è la volontà della Difesa di ridurre del 70%, entro i prossimi dieci anni, il peso dei suoi blindati, per migliorarne la velocità e la manovrabilità.

Secondo questo futuristico e ambizioso piano, che richiama alla memoria le tecniche di difesa adottate dalle astronavi spaziali della saga televisiva trasmessa dal 1966, la speciale armatura impiega gli impulsi dell'energia elettrica per resistere a proiettili e persino razzi. In pratica, si crea una barriera più resistente di una blindatura tradizionale. Per far ciò, si incorpora nell'armatura un dispositivo noto come supercapacitatore, che trasforma i veicoli in batterie giganti. Quando, dall'interno, si percepisce una minaccia - se il nemico, ad esempio, sta per fare fuoco - l'energia accumulata nel supercapacitatore viene di fatto scaricata sulla superficie metallica del mezzo, producendo un potente campo elettromagnetico. In quel preciso momento si genera un campo di forza, che non potrà essere attraversato da nessun corpo esterno. Il suo limite, però, è che si tratta di una difesa temporanea: il campo, infatti, dura una frazione di secondo. Per questo, è indispensabile calcolare con precisione il momento esatto in cui il razzo colpirà il mezzo. Una volta esaurito, basterà ricaricare rapidamente il supercapacitatore, per fronteggiare un nuovo attacco. Quanto all'energia necessaria, gli scienziati fanno notare che questa è "estremamente ridotta".

Uno dei vantaggi principali di questo sistema è nella possibilità di ridurre considerevolmente il peso dei blindati. Come ha spiegato il professor Bryn James, esperto dello speciale laboratorio del ministero della Difesa britannico, "oggi pochi mezzi militari sono in grado di trasportare il peso di un'armatura che li renda resistenti ai razzi". Questa innovativa armatura elettrica è, di fatto, molto più leggera di quella tradizionale. Ma è chiaro che, dovendo stabilire con estrema precisione quando il razzo colpirà il veicolo, sarà necessario sviluppare sofisticati sistemi in grado di attivare il campo di forza al momento giusto. Per gli scienziati, questo tipo di armatura elettrica renderà anche il mezzo più sicuro. A oggi, infatti, è difficile garantire una protezione totale dai razzi anti-carro, perché non è possibile blindare allo stesso modo e con lo stesso livello di sicurezza tutte le parti dei veicoli.

Sempre il Dstl ha già sviluppato un sistema di difesa molto simile, caratterizzato da un'armatura con diversi strati di metallo, attraversati da corrente elettrica. Quando la testata del razzo attraversa lo strato più superficiale, questa completa il circuito elettrico, arrivando a generare un campo elettricamente carico tra i diversi livelli sottostanti. Il risultato, di fatto, è una neutralizzazione del razzo. Nel 2002 è stato condotto con successo un test su un automezzo equipaggiato con questa armatura elettrica: è riuscito a sopportare con successo l'impatto con vari razzi, cavandosela solo con alcuni danni minori.

 
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Il signor Spock di Star Trek dice addio alle scene

Post n°13 pubblicato il 05 Agosto 2010 da garak75
 
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Quando si sente parlare di Leonard Nimoy, anche a diversi anni di distanza, non si può fare a meno di pensare al signor Spock, il vulcaniano di Star Trek. L’attore in questione ha deciso di dare il definitivo addio alle scene, ma i fan aspettino a disperarsi, perchè potranno ancora assistere alla sua ultima apparizione.

Leonard Nimoy, all’età di 79 anni, ha preso una decisione definitiva, che ha comunicato al Toronto Sun: “Fin dal primo episodio di Star Trek nel 1996 non mi sono mai dovuto preoccupare di cosa avrei fatto dopo, ma ora voglio abbandonare le scene.

L’attore non parteciperà quindi al prossimo film di Star Trek, previsto per il 2012, lasciando spazio così al giovane Zachary Quinto (Sylar in Heroes), che nell’ultimo film della saga ha interpretato lo storico ruolo di Spock. Nimoy si è detto entusiasta della sua interpretazione ed è onorato che il personaggio continui a esistere.

E’ prevista ancora un’ultima apparizione dell’attore nella season finale della seconda stagione di Fringe, in onda negli USA il 13 e 20 maggio e intitolate “Over There: Part 1” e “Over There: Part 2“, in cui lo scienziato William Bell, da lui interpretato, si scontrerà con l’ex-collega Walter Bishop.

Leonard Nimoy vede la sua presenza in Fringe come dovuta: “Dopo 12 anni fuori dalla tv ero molto seducibile e, sin da quando JJ Abrams ha rivisitato Star Trek, sentivo di dovergli qualcosa. E sono lieto di averlo fatto, perché mi aveva promesso una buona storia, e così è stato.

Ancora non si sa nulla, invece, per quanto riguarda The Big Bang Theory: è da tempo infatti che i fan aspettano l’incontro tra Sheldon e il suo idolo Leonard Nimoy, e rischieranno di non potervi mai assistere. Speriamo che per la comedy in questione l’attore decida di fare un’eccezione.

 
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Star Trek 2, a gennaio 2011 le riprese

Post n°12 pubblicato il 05 Agosto 2010 da garak75
 
Foto di garak75

Ottime notizie in arrivo per i fans di Star Trek: grazie a un'intervista esclusiva con Bruce Greenwood "conquistata" sul tappeto rosso della premiere di A cena con un cretino, la prossima commedia all'americana di Steve Carell, che vedremo in Italia a novembre, l'inviato di Hollywood.com è riuscito a "carpire" la data di inizio delle riprese del sequel del film fantascientifico diretto da J.J. Abrams.

Il primo ciak di Star Trek 2 è fissato per il prossimo mese di gennaio: queste le parole di Greenwood (nel primo film interpretava il ruolo del capitano Christopher Pike), che ha poi rivelato di non essere ancora stato chiamato dalla produzione per tornare sul set. Il resto del cast, ad esclusione di Leonard Nimoy, dovrebbe invece venire confermato in blocco.

Ricordiamo che Star Trek, ambientato durante la giovinezza di Spock e Kirk in accademia, ha conquistato in tutto il mondo oltre 385 milioni di dollari, settimo film più visto dello scorso anno in Nord America. L'uscita del sequel nelle sale è già stata fissata per il 29 giugno 2012.

 
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La scienza di Star Trek

Post n°11 pubblicato il 05 Agosto 2010 da garak75
 
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Un giorno saremmo in grado di realizzare gli incredibili viaggi che hanno accompagnato film e telefilm di Star Trek? Potremmo attraversare la nostra galassia su gigantesche astronavi per andare a incontrare civiltà aliene? In che misura la fantascienza può prefigurare la scienza del futuro?
Le tecnologie di Star Trek (o "treknologie", come sono state definite con un felice neologismo) non smettono di stupire, anche quando, dopo decenni dalle prime trasmissioni, sono divenute realtà.
Oggi usiamo telefoni cellulari, minidischi, computer portatili, schermi piatti che 40 anni fa, quando uscì la prima serie, esistevano soltanto nelle puntate di Star Trek.
Gli ologrammi, sono oggi disponibili e vengono utilizzati durante le trasmissioni televisive.

Ma che dire di invenzioni ancora più importanti, come il teletrasporto, il motore ad antimateria e i viaggi nel continuo spazio tempo? La risposta degli esperti in questo video.

 
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Su questa Enterprise non si puņ salire

Post n°10 pubblicato il 04 Agosto 2010 da garak75
 
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Spunta in rete l'opera di due scienziati giapponesi, che hanno realizzato l'astronave più piccola al mondo: appena 8,8 micrometri.

Serie sequel o prequel, film, cartoni animati, romanzi, montagne di merchandising. E ancora club di aficionados in ogni angolo del mondo, fan fiction su carta e schermo, e tanto altro. Star Trek solletica da oltre quarant’anni la fantasia di milioni di seguaci, ma mai nessuno si era spinto a tanto. Anzi, a tanto poco. Perché la creazione dei due scienziati giapponesi, Takayuki Hoshino e Shinji Matsui dell’Himeji Institute of Technology, misura appena 8,8 micrometri (8,8 milionesimi di metro). Eppure è chiaramente la USS Enterprise, sebbene non rechi la scritta NCC 1701 a prua.

 

I due artigiani, benché non possano fregiarsi del titolo "fatto a mano", hanno battezzato la loro opera Nano Trek e, già nel 2003, hanno vinto un premio per il miglior disegno realizzato con cannone a ioni al concorso Bizzarre/Beautiful Micrographs in occasione di una conferenza scientifica statunitense sulla nano-fabbricazione. Ma come spesso accade, invece che la gloria, l’opera è finita nel dimenticatoio ed è stata riesumata solo negli ultimi giorni con un tam tam sulla rete. Per cui eccola qui, l’Enterprise più piccola che si sia mai vista, realizzata con la tecnica della deposizione chimica a vapore. Al di là del divertimento in sé, la capacità di realizzare oggetti definendone i contorni con una tale precisione è una delle (tante) premesse alla costruzione di nanotecnologie evolute e pienamente funzionanti.

 
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Che cos'č davvero Star Trek?

Post n°9 pubblicato il 04 Agosto 2010 da garak75
 
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Un sito specializzato ha messo le mani su una lettera originale di Gene Roddenberry, datata 8 maggio 1973. Si parla del messaggio di fondo della serie. E del look diabolico di Spock.

Il nome di Gene Roddenberry sarà per sempre legato a Star Trek, una serie su cui si è scritto e detto ormai tutto e il contrario di tutto. E, come ben sanno gli alunni che si stanno preparando alla maturità in questi giorni, l’attività di esegesi delle opere letterarie passa molto spesso dagli epistolari. Le lettere contengono preziose indicazioni che aiutano i critici a indirizzarsi sulla corretta interpretazione dei testi e a capire la genesi dell’opera collocandola al meglio nel contesto in cui è nata. Perché non dovrebbe essere così anche per i telefilm?

 

Il curioso sito lettersofnote.com, nato per raccogliere lettere scritte da persone famose, ha recentemente pubblicato uno scambio epistolare proprio fra Roddenberry e una fan della serie, tale Miss Thomases di New York. Siamo nel 1973. Quattro anni prima la NBC ha chiuso i rubinetti e mandato in soffitta Star Trek dopo settantanove puntate, adducendo come scusa la scarsa risposta da parte del pubblico. O almeno, così la percepirono i fan. Tutti sappiamo come andò a finire: proteste, picchetti, mobilitazioni fino a che — proprio nel 1973 — venne prodotta la serie animata e, negli anni a seguire, il marchio riprese vita prima nei film, poi in una nuova serie a fine anni Ottanta.

 

Il resto è storia. Arricchirla di ulteriori particolari non è semplice, perché servono nuovi materiali o testimonianze dirette, come potrebbe essere proprio la lettera datata 8 marzo 1973, dove l’ideatore di Star Trek risponde ad alcune precise domande della signora (non è però riportata la lettera con le domande). Prima di tutto, i fan. Il produttore si dice consapevole del fatto che il pubblico della serie sia eterogeneo: "Ci sono alunni delle elementari fino ad astronauti, ma penso abbiano un tratto in comune: la giovinezza. A tutti interessa che ci sia un domani. Sono interessati alla vita, al rispetto delle diversità e si appassionano più a questi grandi temi che alla star di turno".

 

E in fondo, è proprio questo il messaggio della serie: "Star Trek è lì per dire che non tutto è già successo e scoperto. Il domani è ancora ricco di sfide. È interessante notare come la serie sia stata prodotta negli anni del Vietnam. Star Trek in effetti si schiera contro l’idea della guerra spiegando perché è sbagliato interferire con la vita di altri popoli, perché le loro culture hanno pari dignità ed è comunque sbagliato uccidere, qualsiasi sia il motivo".

 

Ed è questo il motivo del successo? “In realtà, Star Trek non ha una formula magica. Ho sempre pensato che la fantascienza riguardi in particolare le persone, non la tecnologia. Altri network hanno speso un sacco di soldi nel cercare di imitare la misteriosa formula di Star Trek, ma si tratta semplicemente di fare fantascienza nello stesso modo in cui si racconta qualsiasi buona storia. Non ci sono scorciatoie."

 

Ma non basta. Sempre a proposito di storia: nella lettera si scopre anche un accenno ai motivi alla base della cancellazione della serie. Pare infatti che nel 1970 NBC abbia adottato un nuovo e più preciso sistema di rilevazione demografica, dal quale — secondo Roddenberry — è emerso che molte delle serie successive a Star Trek non raggiungevano gli stessi numeri. "Se Star Trek esistesse oggi (siamo nel 1973, ndr), con gli attuali sistemi di rilevazione rimarrebbe in piedi come qualsiasi altro show, anzi avrebbe indici demografici considerati ideali." Se dunque NBC avesse avuto un anno in più di pazienza, forse la storia sarebbe potuta essere molto diversa. Ma tutti sappiamo che il grilletto è diventato sempre più facile nel corso dei decenni, quando si tratta di cancellare serie che non assicurano in tempi rapidi i profitti desiderati.

 

Infine, una nota di colore su Spock: "Gli ho conferito di proposito un look vagamente diabolico. Pensavo che potesse essere provocante per il pubblico femminile, in particolare perché poi la sua natura contrasta con l'aspetto. Mi prendo il merito per aver ideato il personaggio, ma poi è stato Leonard Nimoy a farlo funzionare davvero."

 
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Star Trek tornerą in televisione con Titan?

Post n°8 pubblicato il 04 Agosto 2010 da garak75
 
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L'idea di un fan club per una nuova miniserie tv di Star Trek potrebbe concretizzarsi grazie all'interessamento di Jonathan Frakes, l'ex Numero Uno dell'Enterprise.

I fan di Star Trek sono insaziabili. Non paghi delle centinaia di episodi delle cinque serie televisive distribuiti in oltre quarant'anni, dei dieci film regolari, del buon reboot costruito da J.J. Abrams e del seguito che arriverà fra un paio di anni, delle decine di novelization, racconti, fumetti e di un merchandising sterminato. Come bambini in una pasticceria, si aggirano con lo sguardo famelico implorando: ancora, ancora! Così un fan particolarmente intraprendente ha aperto un blog sul sito ipetitions.com, specializzato nelle petizioni online. Scopo del blog: raccogliere le firme per convincere Paramount a mettere in cantiere una nuova miniserie tv basata sull'universo TNG. E avrebbe raccolto la convinta adesione di quello che dovrebbe essere il protagonista, ovvero il comandate Riker alias Jonathan Frakes.

 

Ma di che si tratta di preciso? Di Star Trek: Titan, progetto incentrato sulle vicende della nave stellare U.S.S. Titan. La nave viene menzionata per la prima volta nel finale di Star Trek: Nemesis, decimo e ultimo film legato alla mitologia "originale". Nel film si accennava al fatto che Riker avrebbe lasciato l'Enterprise per assumere il comando della Titan, portandosi dietro il consigliere Deanna Troi (Marina Sirtis) come Numero Uno. L'idea venne buttata lì dagli sceneggiatori probabilmente con l'intenzione di sfruttarla per eventualità future, ma il flop della pellicola convinse la Paramount a mettere la parola fine, almeno fino all'avvento di Abrams. L'idea è stata però utilizzata per le novelization della serie, cosicché il Titan è stato protagonista di ben cinque romanzi nei quali compariva anche il comandante Tuvok, personaggio di Star Trek Voyager, in qualità di ufficiale scientifico.

 

Ma come si è detto, l'appetito degli appassionati è insaziabile. Approfittando dell'ottimo successo del reboot di Abrams, un ignoto fan (ignoto perché non se ne trova il nome in nessuna parte del sito) ha aperto la petizione per spingere Paramount a lanciarsi in un nuovo progetto televisivo basato sul romanzo. E per dare forza alla proposta porta la testimonianza di Frakes in persona; il fan sostiene di avergli chiesto l'adesione durante la Phoenix ComiCon, convention sui comic books che si è appena svolta in Arizona, e che Frakes si è dichiarato talmente entusiasta da dire di sì per ben sette volte. Il fan non chiede un intero serial di qualche stagione, ma si accontenta (bontà sua) di una miniserie di due puntate di due ore, o quattro puntate di un'ora, da mandare su qualche network tradizionale o via cavo, e commercializzare in DVD.

 

Del cast dovrebbero fare parte ovviamente Frakes e la Sirtis, forse Tuvok (l'attore Tim Russ) e magari anche Will Weathon, che interpretava il giovane Wesley Crusher, figlio del medico di bordo Beverly. Questo perché in Nemesis anche il suo personaggio veniva dato in partenza per il Titan in qualità di assistente dell'ingegnere capo. Per ora nessun commento da parte di Paramount, e l'impressione è che difficilmente la cosa verrà presa in considerazione, esattamente come accadde per Star Trek: Excelsior, il progetto di serie che George Takei aveva proposto senza successo.

 

Va detto che in questi anni gli eventuali protagonisti della miniserie non sono rimasti con le mani in mano: Frakes ha continuato la sua carriera di regista soprattutto televisivo, dirigendo episodi di Dollhouse, Castle, Leverage, NCIS: Los Angeles e V, e facendo qualche comparsata in film tv come l'ultimo della saga di Il Bibliotecario, che ha anche diretto. Anche la Sirtis si è vista in film televisivi fantascientifici (InAlienable, Annihilation Earth) e ha doppiato il videogame sci-fi Mass Effect. Russ, dopo aver partecipato e diretto Star Trek: Of gods and men, altro progetto fan-made visionabile gratuitamente in rete, si è diviso tra televisione e doppiaggio di videogame, così come Weathon.

 
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Shatner girerą un documentario su se stesso

Post n°7 pubblicato il 04 Agosto 2010 da garak75
 
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William Shatner ci racconterà come William Shatner è diventato il Capitano James Tiberius Kirk nello speciale autocelebrativo intitolato The Captains.

Periodo molto impegnato per William Shatner che non solo sarà protagonista della situation comedy della CBS $#*! My Dad Says, che ha attirato l'attenzione grazie al titolo che sottintende un linguaggio deciso e colorito e magari non proprio adatto alle educande di buona famiglia, non solo continuerà a essere il presentatore della nuova stagione di Shatner's Raw Nerve su Biography Channel, un talk show in cui intervista celebrità senza lesinare domande impertinenti e polemiche (tra gli ospiti ci sono stati Leonard Nimoy, Tim Allen, Meatloaf, Jenna Jameson, Larry Flint — nelle Risorse in rete trovate il link al sito), ma adesso dirigerà un documentario proprio su William Shatner.

 

The Captains, questo il titolo del lungo special autocelebrativo, parlerà degli inizi della carriera dell'attore in Canada, avvenuti a Stratford nell'Ontario, dei suoi primi film e naturalmente si soffermerà moltissimo sul grande successo ottenuto vestendo (qualche volta svestendo) i panni del Capitano Kirk in Star Trek e su tutto quanto è successo a Shatner per arrivare al comando della USS Enterprise.

 

La produzione di The Captains (opera della Melis Productions di proprietà dello stesso Shatner e della Balinran Productions Limited) comincerà a luglio e la sua messa in onda è prevista per l'inverno del 2011 sul Canada’s Movie Central Channel. Da notare come il network abbia in programma anche il documentario Gonzo Ballet, che racconta come sia stato prodotto il balletto basato sull'album musicale Has Been, che Shatner ha realizzato con Ben Folds.

 
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DS9 - LA SERIE PERDUTA DI STAR TREK

Post n°5 pubblicato il 01 Agosto 2010 da garak75
 
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Come mai il capitano Sisko e i suoi compagni non hanno avuto quel seguito di pubblico e di entusiasmo che ha preceduto e seguito tutti gli spin-off a marchio Star Trek?
Questa domanda ci ha assillato non poco, e per una serie innumerevole di motivi, non ultimi quelli di vedere un prodotto adulto e di grande spessore portare finalmente il marchio ST…
Sia ben chiaro, prima di proseguire, che questo non vuole essere un elogio di DS9 e nello stesso tempo un insulto allo spirito vero della nostra serie di SF preferita, ma, anzi, esattamente il contrario.
Vogliamo sottolineare che queste parole sono spese per ricucire lo strappo tra Sisko e Kirk, tra Sisko e Picard, tra Sisko e Janeway… Perché nulla, è più inconfondibilmente Star Trek come Deep Space Nine.

La prima accusa che si fa a questa serie è di aver perso quell’ottimismo nei confronti del futuro che era tipico sia nella TOS che in TNG. DS9 è lugubre, scura, piena di disagio e di mille problemi, il domani è visto come un’epoca di lotta tra popoli, di trattati interstellari che causano disagi a milioni di profughi, dove sono le salde certezze di Kirk che incontra l’Horta e decide di inserirla a pieno diritto tra le razze intelligenti, risparmiandole la “fine del mostro”? Dove, le incrollabili sicurezze di Picard?

Sulla stazione spaziale di Terok Nor la gente muore, l’eroe è colui che sopravvive non colui che trionfa…E fin qui, non aggiungiamo nulla di nuovo. DS9 è davvero diversa, non ha la stessa incrollabile fiducia nel futuro e nel sistema ma…Ma dove troviamo un innegabile nuova chiave di lettura che l’accomuna, da questo punto di vista, all’ideale principale della serie, è senza dubbio quando si guardano i suoi predecessori e si scoprono che, in effetti, tutto questo ottimismo è sicuramente mal riposto. Nella TOS, scopriamo solo con grande attenzione che i pregiudizi razziali sono tutt’altro che vinti (di numerosi episodi è protagonista Spock, ma altri riguardano la su citata questione della Horta o i “figli dei fiori” che cercano l’Eden, e così via…); apprendiamo che il trattato di pace con i Romulani rischia per diverse volte di vacillare (nell’Incidente all’Enterprise e nella Navicella Invisibile), e che quindi non è così infallibile come si pensa; veniamo a conoscenza di numerose razze aliene che mettono in serio pericolo la Federazione…Quindi, passiamo a TNG, dove tutti questi stessi spunti sono ripresi e ampliati, certo l’Enterprise con le famiglie a bordo è l’esemplificazione del sogno Americano (uomo, donna, bambino, cane e villetta!), ma i rapporti sempre più stretti con la complessa società Klingon, e l’incontro con i feroci Cardassiani, non sono forse delle gustose anticipazioni di quello che sarà DS9? In effetti, DS9 è la logica evoluzione delle due serie precedenti perché riprende, amplifica e risolve tutte le crisi sociali e belliche delle due sorelle maggiori. DS9 è sicuramente più lugubre e oscura della TOS e di TNG, ma non sarebbe potuto essere differente, perché in essa confluiva la tensione e le crisi irrisolte dei 250 episodi di Star Trek che l’avevano preceduta.

Altra seria critica che si muove a DS9 è la sua staticità. In tutta sincerità dobbiamo ammettere che questa è una valutazione che lascia il tempo che trova. Iniziamo col dire che un intreccio narrativo che prevede per quasi 100 episodi la narrazione di una guerra ci sembra tutto, tranne che statico…Ma, se i fan sparsi in tutto il mondo si aspettavano “nave, plancia ed equipaggio”, certo sono stati fuorviati. Di episodi di questo tipo ve ne è fin troppo pochi. Certo è però, che se andiamo a rivedere quelli che, con il passare del tempo, sono stati considerati i migliori episodi della TOS o di TNG, troviamo una bella sorpresa. In “Uccidere per Amore”, dove sono “nave, plancia ed equipaggio”? E in Triboli e Tribolazioni? E non è forse “L’Attacco dei Borg” uno dei più perfetti esempi di un episodio in stile DS9? Per non parlare di tutte quelle storie di TNG ambientate nel mondo dei Klingon. Ma è proprio con Picard, nell’episodio doppio “Il Peso del Comando”, che possiamo trovare un vero anello di congiunzione tra le atmosfere delle “serie classiche” e quelle di DS9…L’incrollabile Jean Luc nelle mani del suo aguzzino cardassiano ricorda fin troppo da vicino tutta una serie di luoghi comuni cari a DS9. Naturalmente, non bisogna omettere il parallelismo tra il consigliere Troi che si camuffa da cardassiana, con Kira che è scambiata da cardassiana; come è inutile sottolineare che i Maquis sono invenzione dei tempi della TNG. Potremmo continuare, ovviamente, sfatando una volta per tutte questo mito di DS9, serie statica, e per questo diversa dalle serie che la precedono.

Passando da una critica all’altra giungiamo ad una delle più feroci. I personaggi. DS9 è accusata di avere dei personaggi poco interessanti, e qualcuno abbastanza antipatico (il giovane Jack, ad esempio). In effetti, le prime tre stagioni di DS9 sono sicuramente abbastanza zoppicanti in fatto di caratterizzazione dei protagonisti, che sembrano muoversi sulla scena con approssimazione e goffaggine, solo Sisko ( e non in tutto) ha una forma abbastanza delineata. Ma, volendo guardare nel profondo, con chi stiamo avendo a che fare: con una Trill che ha vissuto già sette vite, non è illogico pensare che la sua personalità non sia del tutto definita; quindi abbiamo un mutaforma che non sa da dove viene, è naturale che abbia una personalità incerta; quindi abbiamo Kira, reduce di una lunga e sanguinosa guerra, è normale che sia ancora dilaniata dall’orrore; e così via…E’ quindi la natura stessa dei personaggi, che li fa così incerti ed approssimativi; DS9 altro non è che la lunga crescita di queste personalità, che, nell’ultima stagione, diventano salde e determinate. L’unico che sembra un pesce fuor d’acqua, anche se tra tutti è sicuramente il più noto e definito, è proprio Worf, che, se da un lato chiarisce gli equivoci della sua vita, scegliendo la via dei Klingon in modo definitivo, dall’altro non riesce a determinarsi fino in fondo.

Infine, altra disapprovazione da parte dei fan è lo spiritualismo di DS9, che ha come protagonista una sorta di MARTIRE profeta, Sisko, e una razza di alieni (i profeti del Tunnel Spaziale) che sembrano un misto tra dei e fantasmi. La questione religiosa che in altre serie di ST non è mai stata affrontata, se si eccettua il quinto film per il cinema, con l’irrazionale ricerca di Dio, è in DS9 alla base della narrazione che si svolge parallelamente su due piani: quello della realtà e della guerra; e quello della profezia e del trascendente. E’ un tocco diverso da tutte le altre storie targate trekker, ma non riusciamo a vederne i difetti; diverso non è sbagliato, o ingiusto, o negativo, ma diverso è semplicemente differente. La spiritualità di DS9 è la scusa, per gli autori, per affrontare tematiche come il fanatismo, il terrorismo, l’impegno civile e sociale, le grandi questioni della vita e della morte. Certo, queste tematiche non contribuiscono a rendere DS9 “popolare”, ma, comunque, non ne fanno una serie “popolana”.

Deep Space Nine è stato uno dei migliori esperimenti che si sono svolti nel mondo di Star Trek, in non tutte le sue parti è riuscito, ma ha avuto alcuni meriti incontrovertibili:
- Ha completato, con la parte più negativa, il grande affresco del futuro ipotizzato e realizzato dai creatori di Star Trek.
- E’ riuscita a proporre storie avvincenti legate tra loro da un afflato narrativo molto più ampio e complesso, della serie costruita “episodio dopo episodio”.
- Ha completato, ampliandolo, il gustoso umorismo già presente nella serie classica e in parte disatteso in TNG, introducendo la razza dei Ferenghi tra le più simpatiche e interessanti.
- E’ riuscita a mettere insieme una schiera di attori che non ha eguali nelle altre serie (attori che recitano regolarmente con grandi registi come Altman e con grandi attori come De Niro).
- Ha proposto delle storie di fantascienza e non solo di Star Trek…

 

Voi cosa ne pansate di questa analisi, dite pure la vostra...

 

Fonte: Webtrekitalia

 
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Nuovi Pianeti di classe M

Post n°4 pubblicato il 01 Agosto 2010 da garak75
 

Nuovi Pianeti di classe M , una "fuga di notizie" dalla NASA.
A quanto è dato di sapere, nei dati già analizzati dal team del satellite Kepler, ci sarebbero numerosissimi candidati di tipo terrestre: 140 candidati, su un campione di circa 1160 sistemi analizzati. Un dato statisticamente "significativo".


La fonte della news è Dimitar Sasselov, uno dei leader della Missione Kepler che ha annunciato la clamorosa scoperta in un discorso al TED.
Una rivelazione importante, dunque anche se l'annuncio ufficiale è previsto per il febbraio 2011 e solo con l’inizio del prossimo anno potremmo quindi avere un’idea concreta di quanti possano essere i pianeti simili alla Terra nella galassia, pianeti non necessariamente abitabili o abitati, ma comunque delle giuste dimensioni.

La missione Kepler, un programma di ricerca astronomica sviluppato dalla NASA, ha avuto inizio con il lancio della satellite Kepler da Cape Canaveral il 7 marzo 2009. Grazie ai suoi strumenti, Kepler è sostanzialmente un raffinato "fotometro" piazzato in orbita eliocentrica, in grado di cercare pianeti di piccole dimensioni (di tipo terrestre, insomma) al di fuori dei confini del nostro sistema solare.

Quasi tutti i pianeti extrasolari scoperti fino a oggi sono stati identificati tramite l’effetto che la loro presenza induce sul moto della stella ospite. Questa tecnica è, evidentemente, indicata per selezionare solo pianeti di tipo gioviano; la missione Kepler è invece in grado di cogliere la piccolissima diminuzione di luminosità provocata dal passaggio di un pianeta, anche di tipo terrestre, davanti a una stella.
 
Dallo scorso  4 gennaio  la NASA aveva annunciato la scoperta di 5 esopianeti con dimensioni che vanno da quelle di Nettuno ad addirittura più grandi di Giove e caratterizzati da temperature dai 2200 ai 3000 gradi Fahrenheit. L'esistenza di pianeti di tipo terrestre è stata da tempo ipotizzata, ma le rivelazioni di Sasselov  - e qui parliamo di una stima di 100 milioni di pianeti di tipo terrestre nella sola nostra galassia -  rivoluzionano ancora una volta la nostra visione dell'universo.

Fonte: Webtrekitalia
 
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Le donne di Star Trek: da Uhura a Janeway

Post n°2 pubblicato il 28 Luglio 2010 da garak75
 
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 Lorella Cuccarini è solo l'ultima bella donna di una stirpe di affascinanti fanciulle che da trent'anni popolano le stelle e - dunque - Star Trek con maggiore o minore frequenza.

Lorella Cuccarini è solo l'ultima bella donna di una stirpe di affascinanti fanciulle che da trent'anni popolano le stelle e - dunque - Star Trek con maggiore o minore frequenza. Majel Barret Roddenberry - moglie del creatore della serie - è sicuramente quella che è stata più assidua di tutte nel frequentare la serie. Era presente addirittura nel mitico pilot della serie The Cage, nel ruolo del Numero 1 al fianco del capitano Pike. Poi quel tipo di Star Trek non funzionò ed è così che divenne l'infermiera Chapel accanto al Dottor McCoy. In The Next Generation oltre al familiare ruolo di Lwaxana Troi madre di Deanna, Majel Barret è anche la voce del computer.
Improba sarebbe l'impresa di dare un nome e un volto a tutte le donne del Capitano Kirk. Su tutte, però, ne ricordiamo una: Bibi Besch nel ruolo della Dottoressa Carol Marcus, madre di David, il figlio di Kirk ucciso dai Klingon sul pianeta Genesis.
Oltre a Uhura interpretata dal Nichelle Nichols, nera, bella e protagonista insieme a William Shatner del primo bacio interraziale visto in televisione e a Grace Lee Whitney più volte nel ruolo dell'ufficiale Janice Rand altre donne protagoniste dei film di Star Trek in epoca pre Next Generation sono: Persis Khambatta nel ruolo della calva e fascinosa Ilia di Star Trek: il film, il tenente Saavik interpretato prima da Kirstie Alley eppoi da Robin Curtis, Catherine Hicks nella parte della biologa che ruba il cuore a Kirk in Star Trek IV, il perfido tenente Valeris interpretato in Star Trek VI da Kim Cattrall e - infine - la splendida Iman, la camaleontide presente nello stesso film che aveva reso il gelido Ruhra Pente molto caldo e accogliente per Kirk.
In The Next Generation - invece - grazie alla parità dei sessi, il numero di donne si moltiplica a dismisura: la dottoressa Crusher interpretata in maniera eccellente da Gates McFadden ruba il cuore a Picard, mentre Marina Sirtis ispira sentimenti impuri in tutti i trekkiani che la seguono camminare nei corridoi dell'Enterprise D nella sua tutina aderente. Poi Denise Crosby nel doppio ruolo di Tasha Yar e sua figlia Sela, Whoopi Goldberg che accetta di lavorare quasi gratis pur di essere parte della serie, l'infermiera Ogawa portata sullo schermo da Patti Yasutake e il rimpiazzo per un anno di Gates McFadden quella dottoressa Pulaski senza infamia e senza lode. Su tutte le donne che si avvicendano nella serie per ruoli drammatici e non, ne ricordiamo tre: Famke Janssen, la donna perfetta che Picard porta con dolore all'altare con un rozzo principe di un pianeta per motivi diplomatici; il tenente Ro Laren interpretato da Michelle Forbes che in un momento pazzerello si compiace con Riker, Vash l'archeologa amica di Q che Picard conosce su Risa. C'è anche Rosalind Chao nella parte di Keiko moglie di O'Brien, c'è la moglie di Worf subito uccisa, c'è il comandante dell'Enterprise, c'è l'antipatico ammiraglio Nora Satie, ma - sicuramente - la donna che più lascia il segno nella truppa dell'Enteprise è la regina Borg di Primo Contatto interpretata magistralmente e sensualmente da Alice Krige.
Su Deep Space Nine invece c'è la rivale di Deanna Troi, quella Jazia Dax che molti considerano la più bella donna della serie e che ha il volto della splendida modella Terry Farrel. Il maggiore Kira Neris, moglie come Nana Visitor nella vita reale del Dottor Bashir, Alexander Fadig ha portato tutta la gravidanza sullo schermo attribuendola a un incidente del teletrasporto. Sisko non è un tombeur de femmes così a parte la copia della moglie che proviene - però - dall'universo parallelo, e qualche capitano femmina di passaggio non dà molto peso all'altro sesso. Ricordiamo - però - con simpatia il mutaforma femmina, la madre di Quark, la moglie Klingon dello stesso e soprattutto Megan Gallagher che i tre Ferengi della base incontrano a Roswell nel 1946 e che - tra l'altro - è la moglie di Frank Black nella serie Millennium.
Arriviamo così a Voyager dove a parte il comandante Janeway, vera incarnazione del girl power in Star Trek e che ha il volto non troppo simpatico di Kate Mulgrew, ci sono la mezza klingon, mezza umana e recentemente madre nella vita B'Elanna Torres interpretata da Roxann Dawson e l'aliena Kes, col viso troppo acqua e sapone di Jennifer Lien e sostituita dall'ulltimo arrivo, udite, udite! La splendida ex- Borg Sette di nove, Jeri Ryan sul ponte della nave della Federazione persa nello spazio: eppoi dicono che le donne sanno guidare: Picard non si era mai perso, Janeway sì!

 
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Star Trek Enterprise outtakes

Post n°1 pubblicato il 27 Luglio 2010 da garak75

   

Gli errori di Star Trek Enterprise :)

 
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