Creato da higjlander il 18/02/2008

vivere ..ancora

per ricominciare a vivere,per cambiare le cose...

 

 

PARLO di me

Post n°185 pubblicato il 04 Maggio 2009 da higjlander

parlo di me di un anno e mezzo in cui sono cambiate molte cose nella mia vita ed altre stanno per cambiare...un periodo di cambiamenti che ancora sto vivendo..cambiamenti in meglio certamente.

Ho reincontrato l'amore..quello che cercavo e questo blog resta ....a futura memoria di chi magari perde le speranze .Una testimonianza per tutti.

la vita è bella e vale la pena di viverla sino in fondo...non è un luogo comune... quando meno te l'aspetti il sole ritorna.Il sole ritorna sempre ...siamo noi che a volte non lo vediamo.

Continuerò a scrivere il mio romanzo a cui tengo molto e magari un giorno lo pubblicherò .. se Dio vorrà..  ora ho raggiunto la serenità che mi serviva per guardare avanti.

lascio le pagine del blog...spero che a tutti la vita sorrida ...vi lascio ricordandovi che c'è sempre un raggio di sole dopo la tempesta ...il mio si chiama Federica .

 
 
 

combattiamo per un sogno

Post n°184 pubblicato il 05 Dicembre 2008 da higjlander
 

 
 
 

Le Chant des Templiers

Post n°183 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da higjlander
 

 
 
 

Si levino le schiere...

Post n°182 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da higjlander
 

un nuovo ordine è nato:

la vittoria sia con noi ...se Dio lo vuole

 
 
 

oltre la morte

Post n°181 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da higjlander
 

 
 
 

le mie origini 

Post n°180 pubblicato il 27 Novembre 2008 da higjlander
 
Tag: origini

 PALMA

Titoli: nobile, nobile di Messina

Dimora: Messina

D’origine normanna, nobile in Messina, Marsala, Monte San Giuliano.

RAINERI giudice straticoziale in Messina nel 1381; GIUSEPPE proconsole in Monte San Giuliano nel 1634; CLEMENTE giurato in Monte San Giuliano 1701/2, ottenne il 1 novembre 1723 il feudo di Radilbesi; ANTONIO proconsole di Monte San Giuliano ne, 1734; VINCENZO barone della Salina di Fragianni con privilegio del 13 marzo 1749, nobile di Marsala, carica di prefetto in detta città nel 1775; STANISLAO e GIUSEPPE giurati in Monte San Giuliano 1798/1800; VINCENZO capitano giustizia in Marsala 1802/3; MICHELE iscritto nella Mastra Nobile di Messina 1798/1807.

Con D. M. del 27 gennaio 1906 GIUSEPPE ottenne attestazione di nobile e di nobile di Messina.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: bandato d’azzurro al capo di una palma accostata da due rose di rosso

alias troncato alla fascia in divisa d’oro: 1° d’azzurro, 2° bandato d’oro e d’azzurro di sei pezzi (ramo di Messina)

alias alla palma al naturale sradicata di verde fruttata (ramo di Monte San Giuliano)

 
 
 

GISORS e i Templari

Post n°179 pubblicato il 27 Novembre 2008 da higjlander
 

 

Cos’accadde dei beni dei Cavalieri TEMPlARI quando, nel 1314, l’ordine venne definitivamente distrutto da Filippo il Bello? Furono tutti ridistribuiti tra altri Ordini cavallereschi e tra la nobiltà francese, come tramanda la storia, o il grosso dei loro TESORI si salvò e giace tuttora nascosto da qualche parte? E, in questo caso, dove?
La risposta la diede nel 1962 l’esoterista e storico Gérard De Sède, nel volume Les Templiers sont parmi nous (“I Templari tra noi”), divenuto rapidamente un best-seller e l’oggetto di una controversia che non si è ancora spenta. Il tesoro dell’Ordine del Tempio si troverebbe nel castello di Gisors, ed è facilmente recuperabile; a seguito di un misterioso complotto, tuttavia, le autorità hanno vietato di svolgervi scavi o ricerche di qualunque genere.

Trenta cofani di metallo. Il castello di Gisors, nella valle dell’Epte, è un tipico edificio templare a pianta rotonda; ne sono rimasti in piedi i muri perimetrali e la torre. Già nel 1857 l’archeologo Gèdèon Dubruil asseriva che, da esso, si diramavano vasti sotterranei, ma solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, dopo che un bombardamento nelle vicinanze ebbe scoperchiato parte di un cimitero sotterraneo merovingio, le sue affermazioni trovarono ufficialmente qualche credito.
A Dubruil, invece, credeva ciecamente Roger Lhomoy, appassionato cercatore di TESORI e giardiniere a Gisors dal 1929. Nascostamente, fin dai primi tempi della sua presenza al castello, aveva iniziato la sua ricerca personale, che non aveva interrotto nemmeno quando, nel 1944, l’edificio venne occupato dai tedeschi.
Nel 1946 Lhomoy si presentò al consiglio municipale di Gisors affermando di aver scoperto sotto il dongione della torre una cappella sotterranea “lunga trenta metri, larga nove, alta circa quattro metri e cinquanta”. Lungo le sue mura, sostenute da corvi di pietra, si trovavano “la statua di Cristo e dei dodici apostoli”; a terra c’erano “diciannove sarcofagi di pietra lunghi due metri e larghi sessanta centimetri”; inoltre nella cripta erano custoditi “trenta cofani di metallo”. Una simile descrizione avrebbe suscitato l’interessamento di chiunque, ma dopo aver dato un’occhiata distratta all’imboccatura della stretta galleria attraverso cui Lhomoy era disceso nel sotterraneo, gli uomini del consiglio municipale se ne andarono senza neppure aver provato a penetrarvi. Pur se trattato come un mitomane, l’ostinato giardiniere non si diede per vinto, e, nel 1952, riuscì di nuovo a convincere l’amministrazione a permettergli di proseguire gli scavi. L’autorizzazione fu concessa, ma solo dietro il versamento di una cauzione talmente alta che Lhomoy fu costretto a rinunciare. Grazie ai buoni uffici di Gèrard De Séde, il giardiniere riuscì a esporre il suo caso in televisione, ma, nuovamente, i responsabili di Gisors rifiutarono ogni autorizzazione, e, nel 1962, per ordine del Ministro della Cultura André Malraux, apposero i sigilli al dongione, ove gli scavi avrebbero dovuto aver luogo. Nel 1964, dopo l’uscita di Les Templiers sont parmi nous, Lhomoy ritentò il colpo; alcuni giornalisti discesero lungo il passaggio e lo trovarono chiuso. Lhomoy spiegò che, dopo tutti quegli anni, era necessario ripristinarlo, ma la sua richiesta non fu accolta. Lo scavo fu ricoperto, e il caso definitivamente chiuso.

La cripta dimenticata. Lhomoy (morto in miseria nel 1974) aveva visto davvero la cripta, o si era inventato tutta la faccenda? Per Jean Markale, autore di Gisors et l’Enigme des Templiers, si trattava di un povero mentecatto affetto da manie, e le autorità locali avevano agito correttamente impedendo scavi che avrebbero inutilmente rischiato di compromettere la struttura e la stabilità stessa del castello. Per Gèrard De Séde, invece, il giardiniere era vittima di una cospirazione, il cui obiettivo era quello di tener nascosto agli occhi del mondo un oggetto preziosissimo e sacro: nella cripta di Gisors si sarebbe trovato, infatti, anche il sacro GRAAL..

 
 
 

Nicholas Flamel

Post n°178 pubblicato il 19 Novembre 2008 da higjlander
 

(di Marisa Uberti)

Nicolas Flamel nacque nel 1330,forse a Pontigny,da una modesta e dignitosa  famiglia che lo fece studiare. Divenne copista e in seguito giurista. In quel tempo era un'attività redditizia e di notevole importanza,poichè dava la possibilità di insegnare a leggere e a scrivere anche a coloro che erano agiati e nobili,ma non lo sapevano fare.

Dotato di notevole spirito di iniziativa,di curiosità,ed evidentemente di fiuto negli affari,riuscì ad aprire un banco di vendita sul retro delle colonne della chiesa di  Saint-Jacques la Boucherie a Parigi. Prese alloggio in una casa,detta "All'insegna del giglio", luogo di 'ritrovo' di scrivani,apprendisti scrivani,amanuensi,copisti,in cui circolavano manoscritti e codici miniati di vario tipo. Facendosi largo nell'ambiente,passò da scrivano a maestro di lettere e anche editore.La Via S. Jacques -la-Boucherie divenne Rue des Ecrivains cioè Via degli Scrivani,quando la Corporazione omonima(cui Flamel apparteneva) vi trasferì la sede..

In questo contesto conobbe colei che diventerà la sua inseparabile compagna e musa ispiratrice,Pernelle,che era rimasta vedova due volte e poteva contare su un patrimonio notevole.Più grande di qualche anno di Nicolas,lui l'aiutò in alcune questioni legali(era anche un giurista e insegnava all'Università)e si sposarono nel 1357,un anno importantissimo per Flamel.

Documentazioni,certificati di matrimonio,atti notarili esistono: storicamente si hanno fonti concrete del personaggio e della sua vita,dunque. Vita che si ammanta di una straordinaria serie di eventi 'fortuiti' che la faranno entrare per sempre nella leggenda.Dicono che trovò la  Pietra Filosofale e,con essa,il segreto dell'Eterna Giovinezza.Un uomo che riuscì a darsi al prossimo,elargendo i propri beni a piene mani, costruendo oltre una decina tra ospedali e case di cura,a dare ricovero ai derelitti,a restaurare chiese e monumenti. Se si sanno tutte queste cose, cosa c'è di ancora poco noto in questo personaggio? 

Proverò a rispondermi con un'altra domanda: come mai esercita tanto fascino dopo sei secoli dalla sua scomparsa? Come mai tanti uomini dalla mente illuminata hanno cercato,nelle varie epoche,di studiare sui suoi testi e decifrarli? Tra le varie teorie,c'è anche chi lo annovera tra i Gran Maestri del Priorato di Sion e gli attribuisce i natali nella località di Gisors, niente meno(oltre che rimarcare come la scoperta della Pietra sia avvenuta il 17 gennaio,una data assai 'emblematica', per taluni). Non va dimenticato che un gran numero di persone non conosce Flamel,e il suo nome non è riportato su testi enciclopedici di uso comune.Rappresenta una 'pietra miliare' per chi si interessa di studi ermetici,ma non per gli altri. 

Flamel è uno di quei personaggi che,una volta incontrati, diventa familiare. La sua immagine di anziano barbuto,dagli occhi vivi e dall'espressione bonaria ed enigmatica,potrebbe appartenere ad un nostro antenato,al nonno di ciascuno di noi. In qualche maniera egli ha trovato il modo di annullare il tempo e lo spazio, partecipando al presente nonostante appartenga ufficialmente al passato. E'come se l'anima di Flamel sia sempre in cerca di qualcuno a cui trasferire le sue Conoscenze,proprio come accadde a lui stesso,venendo investito di un 'compito' che lo ha realmente assegnato all'eternità.

Raccontare la sua storia,è un po' come percorrere una storia che forse molti di noi vorrebbero avere,anzi che sicuramente vorremmo avere!Una storia semplice,di un uomo semplice che non pare si interessasse di alchimia,inizialmente. Certamente egli  aveva avuto modo di venire a contatto con moltissimi testi,anche di matrice alchemica ma non avevano catturato la sua attenzione se non come materiale 'di lavoro',da ricopiare, come tanti altri.Ma una notte accadde qualcosa. Tradizione vuole che Nicolas fece un sogno profetico. Gli apparve infatti un angelo, il quale, mostrandogli uno splendido volume antico, gli mormorò: "Guarda bene questo libro, Nicholas. All’inizio non comprenderai niente di esso, né tu né altri uomini. Ma un giorno vedrai in esso quello che nessun altro uomo sarà capace di vedere." La cosa incredibile era che Nicola non lo aveva mai visto dal vivo,quel libro, e non lo vide fino ad un giorno del 1357, quando lo riconobbe, in mano ad un venditore che non conosceva e che stava per mandare via.Quando notò il libro che teneva in mano,il cuore gli fece un balzo in petto e si affrettò a comprarlo.

Racconta Flamel:“La legatura in solido ottone, dentro vi erano figure e caratteri che non erano latini e neanche francesi… era stato scritto con una matita di piombo, su fogli di corteccia ed era stranamente colorato. Sulla prima pagina, in lettere d’oro, appariva questa dicitura… Abramo l’Ebreo, Prete, Principe, Levita, Astrologo e Filosofo alla nazione degli ebrei dispersa in Francia (o fra i galli) dall’ira di Dio, augura Salute”.Quindi seguivano grandi maledizioni e minacce contro chiunque avesse posto i suoi occhi su esso senza essere un sacerdote o uno scrivano. La parola misteriosa maranatha, ripetuta parecchie volte su ogni pagina, accresceva il senso di paura che incuteva il testo".

Nicolas era uno scrivano! Perchè non aprire dunque quel libro? 

Lo fece.

Il testo si rivelò di assai ardua comprensione,con iconografie che non poteva interpretare, tuttavia Flamel intuì che c'era un messaggio sotteso in esse,una metafora che ormai doveva cogliere. Anzi,comprese che era il percorso da seguire per giungere alla trasformazione del piombo in oro,della materia in spirito. Non fu avida volontà di raggiungere ricchezza e potere,quella di Flamel, ma la perseveranza di lavorare su se stesso,di sentirsi investito di una missione divina,e Dio sarà sempre la Grande Luce,il Fuoco per lui. Senza l'aiuto divino,egli era conscio che non sarebbe mai arrivato a comprendere il 'grande segreto della Natura', dunque iniziò a lavorare dentro di sè,con l'aiuto di Pernelle -animicamente a lui affine- e contemporaneamente intuendo che necessitava di ulteriore conoscenza,che non possedeva.Sempre Dio avrebbe guidato i suoi passi.Era conscio che doveva fortificarsi per sopportare  la tempesta di luce che l’avrebbe scosso nel momento in cui la verità avesse preso il suo cuore. Solo allora riuscì a realizzare il suo desiderio. Perchè qualsiasi cosa di buono e di grande possa accadere ad un uomo,esso non è che il risultato della coordinazione dei suoi sforzi volontari e del malleabile destino.

 
 
 

cavalieri del santo graal

Post n°177 pubblicato il 19 Novembre 2008 da higjlander
 

 
 
 

Federica ricordati ..

Post n°176 pubblicato il 17 Novembre 2008 da higjlander
 
Tag: f..

..di imparare dal vento

Ti amo ....e tanto credo che debba bastare..

 
 
 
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NON NOBIS

 
 

LA VIA ...

  
 

QUELLO CHE CONOSCI..

Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo ciò’ che è limitato.
Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già’,
allora imparerai
......

R.Bach                                                                   

 

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FEDERICA..

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(P. Neruda)

 

UN GIURAMENTO È PER SEMPRE.

 

..DEUS VULT

 

 
 

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