Creato da lechateau il 17/06/2006

La torre

Tante vite, un solo amore.

 

...

Post n°45 pubblicato il 04 Novembre 2008 da lechateau







 


Quando una madre smette di esserlo,

lo sarà, per sempre, nel modo migliore.

Quando una donna perde un figlio,

per sempre, smetterà di esserlo.

.

.

 

sss

.

.

Madre,
precoce,

d'un parto doloroso.

Tenera carne
strappata al tempo che unico
salda forte il naso alla faccia.

Un angelo mi chiamò con quel nome:
Madre...Mentre ancora non sapevo piangere.

Ancora, come il fondo nero di un lago,
la mia vita rimescolava putrido e puro.
Ancora, come sementi confuse, la mia vita
cresceva il tutto, libero e primitivo.

Quando un angelo mi chiamò con quel nome:
Madre...Mentre ancora non sapevo piangere.

Da allora il suo sorriso, il suo primo vagito...
mi svegliano la notte e annego in lacrime.
Da allora il suo sorriso stordisce i miei occhi,
il suo primo vagito, assordante, cuce le mie orecchie.

Da allora Angelo aspetto che
sia la tua mano a riportarmi là dove
persi me stessa aspettando
di nascere ancora.


mi porti oltre le nuvole
ed ho paura.
Voce
mi porti le tue lacrime
e vorrei esser io quell'angelo.






Voce


Ad una Madre bambina
e al suo angelo.
Un angelo mi chiamò con quel nome:
Madre...Mentre ancora non sapevo piangere....
Portando via da me la fanciullezza.
Cresciuta bambina in un mondo distante.
Angelo mi hai portato una vita e lì mi hai tolto la mia...
Ed è da allora che ti aspetto
per trovare una pace che sò mi porterai
alla fine di questa vita... che ho dedicato a lui.

 

דויד





Narcysse




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

 

Post n°44 pubblicato il 07 Novembre 2006 da lechateau

Partenza improvvisa


42


Quella notte non riusciva a prender sonno: erano le 4 eppure i pensieri continuavano imperterriti a girare vorticosamente in una mente che voleva trovare ristoro ma che più che mai  giaceva inerme nell' insofferenza.


Le parole di quella donna sconosciuta  echeggiavano come un'incessante nenia, senza  alcun termine. Devi andare da Lei e lì toverai la tua serenità!


Se l'animo umano vive quasi continuamente nel conflitto di due pareri opposti, in quel momento era una vera guerra tra il pensare mille cose diverse senza alcun senso e l'agire verso una ricerca disperata di qualcosa  che le appariva comunque senza senso.


Decise: chiamò la sua amica: erano le 5 del mattino. Vieni con me?
Le rispose una voce addormentata: Ma... ma...


- Ti prego, svegliati. Lo so che sono le 5, ma rispondimi.
  Vuoi venire con me?
- Ma dove, come, perché?. Io sto dormendo.
- Dobbiamo andare in un cimitero, a 500 km di distanza,
  perché  anzichè dormire io impazzisco.
- Cosa? Un cimitero?
  Ma puoi chiamare una santa volta per un invito in un posto decente?
- Per inviti di altro genere hai altre amiche.
- Io sto dormendo e non sto impazzendo,
  anzi stavo dormendo meravigliosamente.
- Cioè, tu faresti andare sola una tua amica  in un cimitero sconosciuto?
- Da quando frequenti quell'uomo non sei più normale!
- Appunto, e non ti faccio tenerezza?
  Dai, tra mezz'ora passo a prenderti. L'aereo parte alle 7!
- No, io continuo a dormire.
- Va bene, fra tre quarti d'ora. Lo sai che ti adoro.
  Una donna meglio di te non esiste. Ciao!


Preparò in gran fretta una piccola valigia e partì. La sua amica era già ad attenderla. Si volevano un gran bene; il loro linguaggio era spesso ironico, i loro punti di vista quasi sempre diametralmente opposti, litigavano perciò di continuo ma mai  si sarebbero negate difronte al bisogno dell'altra.


L'amica cominciò un' interminabile fila di domande, voleva capirci qualcosa. Quando  finirà quest'amore sviscerato per le partenze in aereo all'ultimo minuto?
Spero mai, sai che noia! Lei sorrideva nascondendo egregiamente la tensione di una giornata che l'aveva profondamente scossa.
Mi dici cosa andiamo a fare in un cimitero di buon mattino?
Se lei avesse dovuto rispondere ad uno sconosciuto si sarebbe trovata  in estrema difficoltà, ma alla sua amica poteva  dirle la verità. Devo vedere se una foto corrisponde ad una descrizione, e poi, mettermi in silenzio ed ascoltare.


- Ascoltare cosa?
- Il corso della corrente.
- Non ti capisco!
- Nemmeno io! Però ci provo.



 
 
 

 

Post n°43 pubblicato il 03 Novembre 2006 da lechateau

Non voglio capire


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Perché ti opponi alla corrente?

La zingara continuava  a ripeterle quella domanda senza che lei fosse in grado di rispondere. Non poteva rispondere, non sapeva cosa dire. Era sconcertata; provava a cercare di afferrare dei pensieri ma non riusciva a tradurli in   frasi che per lei avessero un senso. Tutto le appariva senza  alcuna logica.  

- Non lo so, non so cosa risponderti. 
E' inutile che tu continui a chiedermelo.

La vulnerabilità della ragazza cominciava ad essere sempre più minata. La sua sicurezza, la capacità di avere sempre la risposta pronta, in quel momento le sfuggivano. L'irrequietezza si stava progressivamente trasformando in una accanita ostinazione nell'affermare quella che per lei era l'unica possibile verità.

- Non c'è nessuna corrente.
  Io sono fermamente convinta che non mi sto opponendo a nulla.
- Quella donna mi sta ripetendo  il contrario.

Dopo aver nuovamente udito quella frase le parole trovarono il loro corso con  la libertà che appartiene allo sfogo.

Ma di quale donna parli? Tu mi stai prendendo in giro! Mi dici  il senso  di  tutto  questo? Perché dovrei crederti? Ed anche se ti credessi quale sarebbe il   senso? Quale l'effetto? Cosa gliene importa a quella donna di me? Io sono nessuno. Io sono semplicemente il nulla. Perché questa donna non va direttamente dal figlio e invece viene da me? Io non ho alcun potere nelle mani. Se anche ci fosse una corrente allora vuol dire che il figlio cerca come me di non affogare, e se anche io mi oppongo al libero corso del destino vuol dire che il figlio non solo si sta opponendo ad esso ma cerca addirittura di deviarne il corso per portarlo in un'unica direzione: quella che a lui gli fa più comodo. Che senso ha tutta questa sceneggiata? Perché proprio io? Vada da lui, solo da lui.

No, solo tu puoi capire. Lui non è pronto!

La piena consapevolezza di perdere l'autocontrollo fece in modo che il cinismo s'insinuasse e la facesse da padrone.

Riferisci: anche io non sono pronta e non ho alcuna intenzione di esserlo. Non voglio capire, sono ottusa, perché ignoro e voglio continuare ad ignorare. Non m'importano questi meccanismi che vanno oltre ciò che posso vedere con i miei occhi, sentire con le mie orecchie, toccare con le mie mani e comprendere con la logica di una mente sana.

La zingara s'intenerì, capì che aveva difronte, in quel momento, una persona in difficoltà e con voce dolce le disse: lei è accanto a te!

Il cinismo scomparve. Fu inondata dalla paura, la paura che sopraggiunge difronte all'ignoto, difronte a sensazioni o eventi  che non si conoscono e che non si vuole assolutamente conoscere. Avvertì una forte folata di vento intorno a lei. Rimase immobile, le si accopponò la pelle. Era come se un manto etereo l'avvolgesse in un abbraccio di brividi senza contatto, in una stretta di calore senza corpo, in una carezza sul volto senza mani, in una sensazione d'affetto senza parole, in una presenza innegabile  al fianco senza alcun corpo da poter guardare o toccare.

Scoppiò a piangere. Era inevitabile.

Perché se la paura da un lato frusta la mente mettendendola in allarme. L'intensità di un emozione fortissima scuote l'anima aprendola per accoglierla, e se quell'attimo è marchiato dalla bellezza di una sintonia senza precedenti il corpo cede in quell'antico sfogo   che ha nome lacrima, dove essa prende la sua forza d'esistere non già nel dolore o nella felicità ma nell'istinto più atavico di qualcosa che troppo forte dentro esplode rendendosi manifesto nel suo più assoluto bisogno d'esistere.

Ma io che c'entro? Io non voglio tutto questo. Ho capito che ho sbagliato a prendere l'uomo di un'altra, ma essere punita così. Perché? Cosa devo fare? Devo lasciar perdere? Va bene. E' forse questo il senso? Solo questo può essere il vero senso e non l'opposto.

"No... invece il senso è proprio quell'opposto di cui parli...!"

"Ma è la madre!... Come può volere il contrario di quello che vorrebbe qualsiasi madre?... Capisci che non posso crederti!.... Non posso crederti... io non riesco a capire... "

"Devi credermi invece e non devi capire... adesso ti descriverò questa donna e ti dirò dove "trovarla"... Tu devi andare lì e se riuscirai ad avere la capacità di sentire capirai da sola... Lo so che non ti lasci suggestionare da niente... però il tuo io non mentirà e so per certo che tu dai ascolto solo a quello!"

"No, io non voglio "vedere" nessuno, non voglio andare da nessuna parte.... io rivoglio solo la mia serenità... Ti prego... ridammi la mia serenità... ne ho bisogno..."

"Vai in quel posto e la troverai..." 

 
 
 

"Opporsi alla corrente"

Post n°42 pubblicato il 30 Ottobre 2006 da lechateau

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A ora di pranzo  chiamò quella donna e le diede appuntamento in un posto ben preciso; le disse che sarebbe passata a prenderla e l' avrebbe  condotta a casa sua...

Lei era pienamente consapevole del rischio che stava correndo... una zingara è purtroppo avvolta dal triste pregiudizio di essere poco raccomandabile... ma voleva e sentiva che doveva rischiare... era troppo curiosa e in quel momento dominata anche da un'esagerata incoscienza...

Giunsero a casa sua... cercò di metterla a suo agio... le chiese un pò della sua vita... del  costume del loro popolo... delle loro  tradizioni...

Ma intanto fremeva celando la sua aspettativa... la zingara  se ne accorse... e fu proprio quest'ultima a introdurre  il discorso che nella mattinata era rimasto in sospeso...

La sconosciuta cominciò, con il suo italiano stentato...

"Devo dirti questo...

...non puoi e non devi opporti al corso della corrente... Tu stai cercando disperatamente di andare nella direzione opposta ma stai solo sprecando le tue energie, le tue forze...  stai cercando di gestire qualcosa che è molto più forte di te...  e ti illudi di riuscirci ma  t'inganni..."

Lei la interruppe: "Non capisco... a cosa fai riferimento?...   Aiutami a comprendere..." 

La zingara precisò: "Non sono parole mie... è quella donna che mi parla... ed io semplicemente riferisco... "

"Quella donna"... era una donna che sapeva defunta...

Questo pensiero le procurò dei brividi  di freddo lungo la schiena ... sentiva nell'aria una tensione inesprimibile... cercava di mantenere il livello della sua razionalità a livelli altissimi ma  era consapevole che  il perfetto raziocinio gli stava sfuggendo  di mano...  eppure cercava di mantenere il controllo... disperatamente...

Chiese alla donna di continuare a parlare...

La zingara prosegui: "La corrente di cui parlo è l'attrazione che tu avverti per un uomo... la stai gestendo nel peggiore dei modi... opponendoti al libero corso del destino... esso deve compiersi, entrambi dovete saperlo... vogliate o non vogliate... se vi opponete l'unica cosa che potrà accadere sarà quella di vivere un'esperienza  non scoppiando di gioia ma tramortendovi con la rabbia, l'insofferenza, la non sopportazione dell'altro, l'amarezza e lo squallore..."

Lei ascoltava...  la gola le faceva male...  il suo punto  più vulnerabile...   quel punto in cui  sembrava concentrarsi, in ogni occasione, tutta la sua inquietudine...

"Di quale uomo stai parlando?... Frequento un uomo con il quele non c'è alcuna storia...  sono solo degli squallidi incontri... e non credo assolutamente ci sia alcuna "corrente" in atto... un uomo con il quale ogni volta che l'incontro sono consapevole che è l'ultima... con il quale nemmeno ho un dialogo... dal quale non voglio niente e lui niente da me... un uomo che non so nemmeno se posso definire tale e che... proprio per dirla tutta... di lui non  me ne frega proprio niente... ...Allora... di quale storia vogliamo parlare?... Non avrai forse sbagliato soggetto?"

Parlando le parole le uscivano con sempre maggiore difficoltà... sentiva una sofferenza che la stava pervadendo ovunque... era come se quegli incontri  li fossero apparsi davanti nel  loro vero squallore...  quello squallore che aveva sempre fatto finta di non vedere solo e semplicemente per non accettarlo...

La zingara continuò...

"Lo vedi?... Descrivi qualcosa nel peggiore dei modi perché è nel peggiore dei modi che già lo stai vivendo... e la ragione è perché ti stai opponendo alla corrente...

...adesso devo chiedertelo e tu devi rispondermi...

...Perché ti opponi alla corrente?"

 

 
 
 

Una zingara 

Post n°41 pubblicato il 27 Ottobre 2006 da lechateau

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Quella mattina lei uscì molto presto... aveva una commissione urgente da sbrigare...

Percorreva le vie già affollate di una grande città...  quando, lungo il percorso, le si fece avanti una  zingara...

Lei la guardò attentamente... ma andò oltre..

Dopo qualche passo la sentì  affermare...

"Se tu non aiuti me, una grande sfortuna su di te!"

Si fermò subito... avrebbe imprecato volentieri... ma si trattenne e tornò indietro... la riguardò con più attenzione... e provò un immediato senso di simpatia e tenerezza...

Con un sorriso  le chiese: "Io devo aiutare te... Come?... "

La zingara non voleva denaro; aveva fame. 

Guardò l'orologio... erano le 7:30 del mattino... e aveva un appuntamento importante solo dopo mezz'ora...

Eppure qualcosa le diceva che doveva aiutarla...

"Va bene... vieni con me... ti porto a mangiare in un ristorante..."

La donna, molto sorpresa, esclamò... "A me non fanno entrare nei ristoranti... e poi, a quest'ora?" 

"Tu vieni con me... so io come si fa... "

Lei continuava a sorridere... e istintivamente le prese la mano... la condusse nel ristorante più vicino... pregò "gentilmente" che la servissero e riverissero...

Stava per andar via quando la zingara, dopo averla ripetutamente ringraziata, la fermò... e le disse...

"Tu non sei sola... c'è un'altra persona con te... io posso vedere...è una cosa molto bella... una donna che vuole aiutarti... Tu devi ascoltarmi... è importante!"

"Ti ascolto!" rispose lei con aria di chi asseconda piuttosto di chi ha intenzione di credere...

"C'è una donna... con i capelli bianchi corti... lei vuole parlarti ma tu non vuoi ascoltarla... invece devi farlo... Quella donna si chiama G. O."

Quell'attimo durò un'eternità...    avrebbe desiderato fosse solo un brutto scherzo... ma si rendeva conto che la persona che le era difronte  non poteva conoscerla... nè poteva sapere cose che riguardavano solo lei..."

Fu in grado di  dire solo  questo...

"Ascoltami... prendi il mio cellulare...  a ora di pranzo ti chiamo e vieni con me"

"Non posso accettare... no..."

"Devi"... e andò via...

 
 
 

Un sms 

Post n°40 pubblicato il 21 Ottobre 2006 da lechateau

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Dopo quella telefonata le salì una rabbia indescrivibile...

Sapeva di avere due possibilità: o calmarsi o spaccare qualcosa...

Si buttò sul letto...

afferrò con i denti le lenzuola e cominciò a strapparle...

intanto  il suo pensiero, fremente, s'agitava con foga nella sua mente...

"Perché provo rabbia?... Perché?... Perché?...

Ma verso chi provo rabbia?...  Verso lui?...

No... No...  lui mi fa solo pena...

E allora verso chi?... Verso chi?...

Verso me stessa?... E perché?...

La risposta: "Provo rabbia verso me stessa perché sono schiava di un imbecille..."

Nella consapevolezza di quella dura  verità  continuò nel suo solitario sfogo di rabbia...

Subito dopo guardò il telefonino... la tentazione era forte...

Nella sua mente mille frasi... l'una opposta all'altra...

"Non chiamare... non serve... / Si... fallo... che t'importa?

Non mettere sotto i piedi il tuo orgoglio.../  Al diavolo pure quello!

Non accettare di essere schiava.../ Ormai lo sono... a che serve resistere... tanto vale  viverla...

 

Afferrò il telefono... di chiamare non ci riuscì....  l'agitazione le avrebbe tolto qualsiasi frase sensata...

ma un sms...

cominciò a scrivere...

...

"La tua indifferenza è una carezza ai miei sensi...

Il tuo gioco perverso... solletico alla mia fantasia...

...solo il tuo interesse diventa lama affilata nella mia mente...

...e solo il tuo desiderio diventa rogo che brucia nel mio corpo...

Però... ti scongiuro...

non farmi mai  il peggiore dei dispetti...

...VOLERMI sul SERIO!"

...

Chiuse gli occhi ed inviò...

Due minuti... la risposta...

...

"Ovunque sei... ti raggiungo!"

...

Lei lesse... rilesse... due, tre, quattro volte...

Era sopresa... eppure non lo era... sorrise... e con le mani che le tremavano rispose...

...

Dopo un'ora  lui la raggiunse...

le disse una sola frase... "Adoro i dispetti!"

e lei... "Io... di più!"

...

...a quel punto i respiri presero il posto delle parole...

...

 

 
 
 

"Che diritto hai?"

Post n°38 pubblicato il 10 Ottobre 2006 da lechateau

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Ormai non ci sperava più...

In lei era giunta la piena consapevolezza che quell'uomo non l'avrebbe più cercata...

...era giunta anche la rassegnazione di smettere di cercarlo..

...era giunto anche l'entusiasmo  di guardare oltre...

...era giunta, finalmente, un pò di serenità...

Tutti quegli eventi strani che le erano capitati nei giorni precedenti li aveva posti nel "dimenticatoio" della sua mente... aveva deciso che non aveva alcun senso indagare nell'indagabile... formulando mille teorie deficitarie ognuna della quasi certezza di essere errata...

Ma un giorno come un altro.... quando ormai il sole splendeva dentro di sé e aveva degnamente preso il posto di quell'insopportabile e incessante nubifragio del tormento...

...il telefono squilla...

...non avrebbe dovuto rispondere...

...eppure fu impossibile evitarlo...

Lui... proprio lui... quell'uomo... colui che, ormai, per lei... era solo che maledetto...

Fu sorpresa di sentirlo...

ma ancor di più quando lui le disse....

"Ho bisogno di parlarti..."

Non sapeva cosa rispondere ad un uomo con il quale non aveva quasi mai  parlato...

...decise, involontariamente, di essere cortese... e gli rispose...

"Ti ascolto..."

Lui cominciò a parlare... si avvertiva in pieno la difficoltà di ogni singola frase... si percepiva, a fondo,  come quel discorso fosse stato più spesso ripetuto mentalmente... forse alla ricerca delle parole giuste o nell'intento di trovare la frase migliore per esprimere contenuti che era difficile esporre... 

"Tu ti sarai chiesta il perché del mio comportamento... cercarti per poi sparire... ricercarti e poi sparire ancora... evitarti, allontanarti... e poi cercarti ancora...

La verità è... che...

nel momento in cui ti cerco è perché il desiderio è più forte di qualsiasi mio proposito di evitarti...

quando non ti cerco i miei propositi riescono ad essere più forti di quel desiderio che sono costretto a distruggere..."

Lei ascoltava... le faceva male quello che udiva... ma sopportava...

Lui riprese... con  più fervore...

"Io mi sono chiesto più volte il senso... il senso di questa storia...  il  senso che ha questa storia inutile..."

Lei  lo interruppe...

"Che senso ha chiedersi il senso di una cosa inutile... potevi pure risparmiarti la fatica, no?"

Lui interruppe lei, questa volta, immediatamente...

"Ti prego, continua ad ascoltarmi... non è inutile... è semplicemente qualcosa che non mi fa star bene...

se sento la tua voce sono stordito... e quindi non sto bene...

se t'incontro, poi, torno a casa... e ho difficoltà a mascherare il mio stato d'animo e non sto bene...

se non t'incontro però... non solo non sto bene... ma sento il male che mi trafigge  e nel frattempo devo trovare la forza per resistere...

ecco perché è inutile...

e poi, a causa di tutto ciò, con la mia famiglia sono sempre nervoso, scontroso, rischio di trattar male gente che non merita questo...

Lei  continuava a sopportare... ma quelle parole cominciavano a pesarle... sentiva un nodo alla gola... perché sapeva che quel discorso aveva un' unica conclusione: la richiesta di una rottura definitiva... e chi sa perché... in quel momento avrebbe preferito non sentirselo ripetere... aveva già sofferto troppo per accettarlo... e in quel momento il rinnovarsi di quelle emozioni la disturbavano...

Non riuscì però a star zitta... ed esclamò...

"Basta con queste parole da romanzo di fine ottocento... se hai il coraggio dì la verità come sta e falla finita... e siccome so che non la dirai mai... parlo io al posto tuo... "

Fece una pausa... e scandendo ogni singola sillaba disse a quell'uomo... senza alcuna paura... senza che la voce le tremasse...

"Semplicemente tu...non hai i  coglioni... Sparisci!"

Evidentemente non fu la frase giusta... l'uomo si sentì ferito nel suo orgoglio e nella sua dignità... e rispose in preda ad un nervosismo crescente...

"E ora... dimmi tu... che sai sempre tutto...

tu che hai un carattere insopportabile che renderesti difficile anche la cosa più facile...

tu che godi nel farmi star male con le tue assenze e i tuoi mutismi...

tu... proprio tu... dimmi... ma me lo devi dire...

tu... tu...

che diritto hai...

che diritto hai di farmi trattar male mia figlia?"

Lei lasciò passare solo un attimo... ma un solo attimo e gli rispose...

"Sparisci... e vaffanculo!"

 
 
 

Capelli bianchi

Post n°37 pubblicato il 28 Settembre 2006 da lechateau

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Uscì...

Era pieno giorno... sentiva che il sole ristorava la sua mente e che i pensieri più ossessivi si  dissolvevavo nei suoi passi.

Pensare, pensare, pensare... effettivamente capiva che nell'agire, nel fare, nel muoversi poteva trovare la chiave di una serenità... almeno momentanea.

Voleva dimenticare di aver udito quella voce: "Qualsiasi senso abbia... non sono pronta a comprenderlo nel modo più giusto... almeno per ora..."

Riconobbe in sè la paura che l'ignoto provoca... inevitabilmente... e avviò un ipotetico dialogo contro quel mostro che tedia in modo diverso l'animo di tutti...

"Ah... ma allora ho paura?... La mia angoscia è dovuta alla paura?... Brutta bestia... sei sempre ovunque... sei un fantasma che non da mai tregua... Tanto è inutile che ti chiedo di andartene... Ok... continua a soffiarmi le tue brutte parole sul collo... Si, lo so... Vuoi farmi credere che  tutto ciò che dici sia vero?...  Le sensazioni che mi provochi vogliono convincermi che hai ragione?... Ma oramai ti conosco, lo so che sei bugiarda... quindi parla, parla, parla... ti ascolto, ma non ti credo!"

Al termine di questa ipotetica conversazione riuscì anche a  sorridere  di sè...

Si fermò ad una vetrina... guardò la sua immagine... sistemò i suoi indumenti... una semplice maglietta nera e un paio di jeans...

Si accorse che la sua maglietta era sporca...

"Ma che roba è questa che ho addosso?"

Osservò meglio...

"Ma era pulita quando l'ho messa... cioè 30 minuti fa... "

Prese tra le mani ciò che la ricopriva...

"Capelli?...  "

Non razionalizzava... non ci riusciva... semplicemente non poteva...

La sua maglia nera era piena di tanti capelli bianchi, corti...

"Ma io non ho capelli bianchi!... Io non ho capelli corti!"

Il panico... controllato da un profondo respiro... ma panico...

Si avvicinò alla prima macchina parcheggiata lungo la strada che percorreva e vi si appoggiò...

"Cosa faccio ora?..."

Il primo istinto fu quello di scuotersi e pulirsi... però si bloccò di colpo...

"Se io lo racconto a qualcuno non mi crede nessuno... però se io raccolgo questi capelli potrò dimostrare che è vero... "

Vide che sulla macchina... sotto i tergicristalli...  c'era l'immancabile volantino di pubblicità... lo piegò e cominciò a raccogliere i capelli e a riporli in questa confezione improvvisata...

Chiamò immediatamente la sua amica...

"Devo mostrarti una cosa... Subito!"

La raggiunse... prese subito dalla sua borsa il volantino piegato... lo aprì mostrandolo agli occhi scettici e increduli della sua amica...

...all'interno...

...guardarono entrambe...

... non c'era più niente!"...

 
 
 

"Quella voce mi ha detto...."

Post n°36 pubblicato il 13 Settembre 2006 da lechateau

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Dopo mezz'ora la sua amica  era lì, accanto a lei... 

Appena la vide esclamò: "Oh mio Dio, cos' hai fatto?...  Sembri allucinata!"

Lei l'accolse in silenzio... era calmissima... o era solo quello che in quel momento s'imponeva rigorosamente di essere o di apparire...

...e rispose: "Si... sono allucinata!... Mi devi aiutare a capire!"

"Dai... non mi far preoccupare... parla..."

Lei si sedette sul divano...  lo sguardo fisso nel vuoto... non  proferiva parola...   si vergognava, in fondo... temeva di essere fraintesa...  sapeva che era difficile comprendere...

Dopo qualche minuto.... respirò profondamente e cominciò a parlare...

"Stavo dormendo e ho sentito una voce che mi parlava!"

"Bene.... evidentemente stavi sognando!"

"No... l'ho sentita... mi sono svegliata e poi l'ho udita nuovamente!"

"Ok.... e cosa ti ha detto?"

"No... prima mi devi dire perché mi è accaduto!"

"Ma come faccio a dirti perché ti è accaduto?... Non lo so... non è accaduto a me!"

"Ecco... appunto... non puoi aiutarmi... che senso ha che io continui a parlare?"

"Allora cosa mi hai chiamato a fare?... Sei sempre la solita.... E poi.... tu sai quello che penso.... te l'ho sempre detto.... devi uscire e dormire di più... studiare e lavorare di meno... vedrai che le voci non le senti.... ed ora ti sei infilata pure in quella maledetta storia"...

"Io sto bene... lo giuro... sto bene... mi devi credere... io sto bene così"

"Ok... non voglio contraddirti... in fondo è la tua vita!... Mi dici cosa ti ha detto quella voce?"

Non riusciva.... non riusciva a dire quella piccolissima frase... in lei era inconscio il desiderio di non voler accettare assolutamente di averla udita e nè  tanto meno voleva comprendere il senso della frase stessa... ma soprattutto, non voleva accettare che fosse capitato proprio a lei...

La sua amica non sapeva come fare per smuoverla... le si rivolse come ad una bambina in difficoltà....

"Troveremo la soluzione, te lo prometto!"

"No...  qui non c'è soluzione"

Era sempre più stranamente calma... parlava sempre più lentamente... 

Respirò ancora una volta... più profondamente...

"Quella voce mi ha detto...

....Aiuta mio figlio... solo tu puoi farlo!...."

 

 
 
 

Alcune voci

Post n°35 pubblicato il 10 Settembre 2006 da lechateau

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Tornò a casa...

La decisione di non raggiungere quell'uomo le sembrava già quella sbagliata...

Ma ora non poteva più tornare indietro... il suo orgoglio glielo impediva...  quel maledetto orgoglio che lega e inibisce ogni forma di libertà...

In fondo era inutile pensarci troppo... non  aveva l'abitudine di tornare sui suoi stessi passi...

In quel momento avvertì un grande bisogno: sdraiarsi e cercare di riposare...

Aveva solo qualche ora di tempo per dormire... decise di appoggiarsi sul divano...

Si addormentò...

Trascorse una sola ora...

All'improvviso si svegliò di colpo...

...il sangue all'interno del suo corpo gli si era gelato...

...una paura immane... gigantesca... notevole...

Qualcuno l'aveva chiamata...

ma lei sapeva per certo che in casa non c'era nessuno...

E poi... la voce... quella voce... proprio dietro di lei...

La paura  la immobilizzava...

Doveva solo girare il volto e avere la conferma che affianco a lei non c'era nessuno...

Eppure non riusciva a farlo...

"Oh Dio... sto impazzendo!... Non può essere..."

Quando il cuore ricominciò a pulsare con più ordine... si alzò... e visionò l'intera casa...

...ma lei sapeva per certo che non c'era nessuno...

...quella voce non era umana... sarebbe stato difficile spiegarlo a qualcuno... ma era una voce... una voce femminile che non proveniva da corde vocali... 

Quella voce le aveva detto di fare qualcosa... 

Non  la fece...

Qualche ora dopo chiamò la sua migliore amica...

"Ti prego... raggiungimi a casa... ho necessità di parlarti!"

 
 
 

La forza

Post n°34 pubblicato il 03 Settembre 2006 da lechateau

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Era trascorso qualche mese da qundo non si sentivano più...

Lo spirito di sopravvivenza in lei aveva preso il sopravvento...

Eppure sapeva per certo che nulla era finito... era come avvicinarsi ad una porta e spiandola accorgersi che non fosse  chiusa...

Avrebbe potuto chiuderla, ma non lo faceva... lasciava quello spiraglio... quello della speranza, quello dell'attesa... quello spiraglio dal quale soffiava il vento della sua insofferenza e di una folle inquietudine...

Ogni tanto la ragione la faceva da padrona e quelli erano i momenti di maggior benessere... quando soppesando i pro e i contro di una situazione di per sè sbagliata quella bilancia pendeva sempre dalla parte che un loro distacco era la cosa migliore...

Sensazioni... emozioni... ragionamenti... ma fatti zero...

Lui la richiamò...

Lei passeggiava in una delle piazze della città in cui viveva...

Il suono della sua voce le diede l'impressione in quel momento di trovarsi nel posto più bello del mondo... tutta la gente intorno a lei sembrava gioire... il sole era più caldo... tutto era leggero... Un vero paradiso dei sensi...

Lui disse: "Sono in un'altra città per lavoro... Desidero che tu mi raggiunga... "

Lei rispose: "Non ci penso assolutamente... "

Lui: "Accetta!"

Lei: "Non m'interessa..."

Lui: "Vuoi farmi impazzire?... 

Lei: "Si... ho il potere per farlo e la certezza che sarà così...... Arrivederci!"

Riagganciò il telefono e in quel momento quella vasta piazza le apparve ancora più grande... si, perché doveva dare spazio a qualcosa d'immenso... alla sua forza...

 
 
 

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Post n°33 pubblicato il 30 Agosto 2006 da lechateau

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Post n°32 pubblicato il 30 Agosto 2006 da lechateau

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Febbre e visioni

Post n°31 pubblicato il 22 Luglio 2006 da lechateau

30

Le due settimane nel centro termale erano quasi  trascorse...

Quel giorno decise di passare l'intero pomeriggio in piscina...

Uscì e avvertì di essere particolarmente stanca...

Tornò a casa... aveva la febbre altissima...

Si stese sul letto... chiuse immediatamente gli occhi...

Il suo pensiero era sempre Lui... il suo volto, le sue mani, il suo corpo, la sua voce, i suoi occhi...

Avrebbe voluto chiamarlo... ma era inutile... a cosa serviva...???

Si sentiva sempre più stanca ma stranamente anche più rilassata...

Nel dormiveglia le parve chiaramente di vedere la sua figura... era perfettamente nitida nella sua immaginazione...

Riaprì immediatamente gli occhi... 

Aveva visto qualcos'altro... 

Richiuse gli occhi... quella visualizzazione si ripresentò... ma questa volta cercò di tener duro e di "guardare" con attenzione...

Una luce avvolgeva l'immagine...

...ma  aveva qualcosa che non riusciva a capire...

...cercò di sforzarsi di "vedere" meglio... ma non ce la fece...

...la sensazione era una strana inquietudine...

In quel momento fu come se  quell'energia luminosa,  che qualche attimo prima aveva visto,  la  colpisse in pieno petto...

...le bruciava dentro in modo insopportabile...

...non riusciva a resistere a quella sensazione...

...faceva male...

Respirò a fondo...

e l'unico sfogo che ebbe  fu piangere finché non si addormentò...

 
 
 

Fuggire lontano

Post n°30 pubblicato il 20 Luglio 2006 da lechateau

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Lui l'aveva respinta, non c'erano altre versioni...

"E' finito..." si ripeteva... eppure non ne era convinta... era come un addio le cui porte non erano state chiuse completamente del tutto...

"Perché sento  che non è finita?... Perché non riesco a rassegnarmi?... Cos'è, la mia... una sfida?... Sono forse vittima di quel processo mentale che difronte al rifiuto ci s'intestardisce per averla vinta?... No... non è così... altrimenti sarebbe  solo un pensiero... invece la mia è una sensazione, è un'emozione... "

In quei giorni non le riusciva di combinare un granché.... tantissimo lavoro arretrato... gli esami tra due mesi...  la concentrazione  era completamente scomparsa...

Le venne un'idea... "Vado via per un pò... ho bisogno di distrarmi!"

Decise di passare un paio di settimane in un centro termale...

Un piccolo e bellissimo paese della Romagna...  era periodo di bassa stagione e sapeva che lì avrebbe trovato solo  coppie di anziani  coniugi  in cerca di tranquillità...

"Lì riuscirò a dimenticare!"

Partì...

I primi giorni furono  sereni... la quiete in quel posto non mancava... quasi le sembrava che tutto le fosse passato dalla testa...

Aveva preso l'abitudine di frequentare un bar vicino  al centro termale dove a mezzogiorno si recava per  un aperitivo...

Era rilassante, si sedeva ai tavolini ad ascoltava la musica...

Era l'anno in cui impazzavano le canzoni di Mina e Celentano... e lei spesso si ritrovava in quel bar ad ascoltarli... una, in particolar modo, l'aveva colpita... quel testo sembrava dar voce alle emozioni  del suo ultimo periodo...

L'ascoltava e ogni volta una fitta la trafiggeva...

Intanto si ripeteva... "Ce la sto facendo... ho già dimenticato!"

Una sera tornò in albergo con una strana sensazione addosso... quella che prelude sempre all'accadere di qualcosa di particolare...

Squilla il cellulare...

"Pronto!..." ...niente...  "Pronto!"...niente... "Pronto!"...

...eppure il collegamento c'era...

Sentì un fruscio... cercò di prestare attenzione...  d'un tratto  fu tutto chiaro...

Qualcuno dall'altro capo del telefono le stava facendo ascoltare un brano... lo riconobbe subito... era proprio quello che ogni volta la trafiggeva...

Sensazione indescrivibile...  estasi surreale... le note di quella melodia la penetrevano nell'anima quasi a farle male...

Trattenne il fiato per godere di quel piacere senza fine...

La musica finì e lo sconosciuto chiuse la conversazione senza dir nulla...

Le tremavano le mani e le goccioline di sudore scivolavano lungo  quel  braccio  che aveva retto  il telefono...

All'improvviso il pensiero razionale s'insinuò in lei con violenza e arroganza...

"E se non era lui?"

Difronte a quel dubbio riuscì a sorridere... pensò a quelle frase che tanto amava di una poesia... "E' bella una certezza ma l'incertezza è più bella"

 

 
 
 

Una sorpresa

Post n°29 pubblicato il 18 Luglio 2006 da lechateau

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Lei tornò a casa...

Era come anestetizzata: talmente forte era il dolore che in quel momento non sentiva più niente...

I giorni trascorsero...

La cosa più difficile non era gestire la sofferenza di un addio ma trovare una ragione  al comportamento di quell'uomo, o meglio riuscire ad accettare quelle che potevano essere state le sue ragioni...

Rifletteva continuamente, ipotesi su ipotesi...

"E' sposato, ha una figlia... quindi non desidera coinvolgimenti!... Va bene... allora c'era un coinvolgimento?... E se c'era, com' è riuscito a dirmi che non dovevamo più incontrarci?..."

Dopo un pò ricominciava da capo...

"Evidentemente non  c'è mai stata una vera attrazione nei miei confronti... allora perché le altre volte mi ha cercata?... E se le altre volte mi ha cercata perché ora non mi cerca più??... E se era solo un attrazione perché ha voluto smettere?"

Solo un ingarbugliamento di pensieri senza logica e mai una risposta precisa... era proprio quello il tormento... 

Persa nei suoi sospiri sentì squillare il cellulare... ormai quel telefono  l'odiava...  un'aspettativa continuamente disillusa....

Quando rispose al telefono non le parve di conoscere la voce dell'interlocutore... e chiese...

"Mi scusi, con chi sto parlando?"

Dall'altro capo del telefono...

"Ciao, sono il socio di Donato!"

In quel momento nella testa di lei scattarono mille pensieri contemporaneamente ma quello che ebbe la priorità su tutti fu decidere se dover negare di conoscerlo oppure no... nella sua confusione  cercò la prima frase neutra che le venne in mente...

"In che modo posso aiutarla?

"Io sono Franco, ci siamo visti quella volta in ufficio... forse non se lo ricorda... ma l'ho chiamata per dirle che il mio amico sta molto male e volevo capire cosa è successo per potergli dare una mano dato che si rifiuta di parlare..."

Pausa... Lei aveva sempre l'abitudine di parlare molto lentamente, ma in quella circostanza superò se stessa... aveva bisogno di rallentare ancor di più i suoi ritmi per trovare le parole giuste...

"Mi scusi... una domanda... Il mio numero chi gliel' ha dato?"

"Il mio amico... perché voleva che io le chiedessi come sta!"

Questa volta il pensiero si formulò immediatamente:  "Stronzo!"...

Poi decise  che era meglio continuare a fare la vaga, ovvero quello che le riusciva sempre meglio... del resto non poteva essere sicura che quello fosse veramente l'amico di Donato...

Continuò parlando al suo interlocutore...

"Guardi... io non so precisamente chi lei sia... comunque, mi ha detto di voler sapere come sto... le rispondo con la gentilezza che mi appartiene e le dico che sto molto bene... Adesso la saluto perché sto studiando!"

L'amico non le fece terminare la frase... e incalzando disse...

"La posso richiamare quando se mai è più libera?"

Momento di panico...

Lei si chiese: "Devo dire di si o dire di no???... Se dico  di si   ho  un contatto con lui, anche se indiretto... se dico di  no.. non ce l'ho più!" 

Decise per il suo solito "Ni"... e formulò una delle sue frasi sibilline...

"Oggi nessuno le ha dato il permesso di chiamarmi... quindi evidentemente lei agisce anche senza la mia autorizzazione... La saluto!!!!"

La telefonata finì...

...subito dopo una domanda scattò con prepotenza... "E quest'uomo adesso cosa vuole veramente da me?"

 

 
 
 

Una frase 

Post n°28 pubblicato il 16 Luglio 2006 da lechateau

27

Dopo quell'incontro qualcosa era profondamente cambiato... 

Avvertivano entrambi come uno strano senso di appartenenza...

Quella lotta di orgoglio e rabbia stava lasciando il posto a un'emozione dai tratti sempre più intensi ma meno competitivi...

Pensarsi era inevitabile, ma la cosa più strana era la consapevolezza della presenza del pensiero altrui...

Era come avvertire un filo immaginario che unisse al di là del tempo e  dello spazio...

Era sentire in gola un qualcosa... sentire sotto il petto un calore... sentire per tutto il corpo un desiderio ingestibile...

Lui la cercò dopo solo due giorni dall'ultimo incontro...   era impossibile attendere oltre...

Dovevano incontrarsi a tutti i costi....

Il loro appuntamneto, questa volta, fu nella casa fuori città di Lui...

La loro bramosia non ebbe attese... neanche un attimo, neanche un secondo, neanche un istante...

.....................(Nessuna parola può degnamente descrivere ciò che provarono)......................... 

Nell'aria, questa volta, c'era stato qualcosa di diverso...

Lei stava già andando via, quando lui la fermò...

"Devo parlarvi!"

"Ah!... Da quando abbiamo preso l'abitudine di rivolgerci la parola?" disse Lei con un misto d'ironia e amarezza...

"Questa volta è necessario che io lo faccia!" rispose...

"Ascolto... parlate!"... Lei non si mosse da vicino l'uscio della porta...

Una lunga pausa...

Lei spiò negli  occhi di quell'uomo e si sentì gelare dentro...  interpretò  l'espressione di quel volto che raccontava più di qualsiasi parola...

Lui parlò...

"Ho preso una decisione...  perché ritengo sia la cosa migliore... 

...non dobbiamo più incontrarci!"...

Per lei fu un momento molto strano quello... non ebbe bisogno del tempo di reazione alla frase... aveva capito prima ancora che Lui parlasse... ed era come essersi preparata a reagire prima ancora di ascoltare quelle parole...

Aveva già sul suo viso un autentico sorriso che avrebbe potuto nascondere qualsiasi cosa... e disse semplicemnte...

"Va bene!"

...e andò via...

 
 
 

Sotto la pioggia...

Post n°27 pubblicato il 14 Luglio 2006 da lechateau

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All'indomani di quella notte la tentazione  divenne lacerante...

In alcuni attimi era costretta a  serrare i pugni... tirava indietro i suoi capelli... stringeva con forza i denti mordendosi le labbra... 

Fu in uno di quegli  istanti di autentico delirio  che Lui la chiamò...

Non dissero nulla...  solo  il desiderio d'incontrarsi la sera stessa... 

Una sera in cui diluviava a più non posso...

Lui la stava già aspettando in macchina... Lei lo raggiunge... 

Silenzio assoluto...

Le emozioni  erano  fortissime...  ma Lei riusciva lo stesso a pensare  che quell'uomo avrebbe dovuto pagare per  quello che le aveva fatto la volta precedente...

Lui si ferma...  la guarda...

In quel momento Lei agì d'istinto...

La sua mano partì  e schiaffeggiò quell'uomo in pieno volto..

Lui non fece una piega... anzi, le sorrise con notevole superiorità...

Si sentì offesa dalla sua reazione e disse...

"Fatemi scendere da questa macchina"

"Ma dove volete andare?... Sta piovendo a dirotto!... E siamo in aperta campagna!"

"Ho detto fermatevi e fatemi scendere!... Chiamerò un taxi!

Non sentì più niente... scese dalla macchina in tutta fretta... 

Lui la seguì immediatamente... l'afferrò e le disse...

"Siete pazza, salite in macchina!"

"Ho detto di no!"

"Va bene... allora farò ciò che voglio, qui,  sotto la pioggia!"

Lui l'afferrò e le strappò di dosso tutto quello che avrebbe potuto strapparle...

Lei si dimenava ma era avvinta da tutta quella forza e da quel desiderio...

Lui afferrandole il volto bagnato tra le mani le chiese...

"Qui... sulla terra bagnata... avete paura di sporcarvi?"

Lei lo guardò come una donna che in quel momento era solo schiava dei desideri dell'altro... e con la voce che le tremava riuscì solo a dire......

"Con voi anche tra le fiamme dell'inferno!"

E in quel momento fu solo istinto...

 
 
 

Buio e luci...

Post n°26 pubblicato il 13 Luglio 2006 da lechateau

25

Erano passate tre settimane dal loro ultimo incontro...  niente era accaduto...

Lei era divorata, più che mai,  da una passione che ogni giorno  s'ingigantiva...  riusciva, però,  a gestirla grazie ai suoi impegni di lavoro e al suo studio...

Prima di addormentarsi, quando quegli impegni lasciavano il posto alla quiete e al silenzio interiore, sentiva violentemente l'urlo di quel desiderio...

Una notte si addormentò più che mai straziata da quel fuoco che le ardeva dentro...

Si addormentò...

Nel sonno  sentì squillare il suo cellulare...

Si svegliò di soprassalto... era orami troppo tardi, non squillava più...

Si alzò e prese il telefono tra le mani...  guardò... "Nessuna chiamata"!!!!

"Ma che strano!.... Avrei giurato di averlo sentito squillare!... Probabilmente stavo sognando!"... 

Si stese nuovamente, ma il sonno era fuggito completamente per lasciare il posto ai suoi pensieri coscienti...

"Però... è talmente forte la voglia che ho che squilli... che ho l'impressione di sentirlo... "

Nel mentre dei suoi pensieri accadde qualcosa...

Si voltò...

Il display del cellulare si  era illuminato...

Non  ci fece caso più di tanto...

"Alle volte accade che si illumini da solo!" pensò...

S'illuminò ancora... solo per un attimo e poi la luce scomparve...

Non si alzò... pensò che non fosse il caso... e si disse nuovamente...

"Accade!"...  

S'illuminò  per una terza volta...

Questa volta  decise di alzarsi e prese il suo cellulare tra le mani... guardò...

Non vi era nessuna chiamata... 

Sul display solo una cosa...

 ..."Il numero di quell'uomo"...

Mai riuscì a spiegarsi cosa accadde quella notte...

 
 
 

Il disprezzo

Post n°25 pubblicato il 12 Luglio 2006 da lechateau

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Non nascondeva più a se stessa il suo desiderio per quell'uomo... non poteva più far finta che così non fosse...

Attendeva, però, che qualcosa accadesse... ma niente...

Dopo qualche giorno, si accorse,   che qualcosa in lei stava cambiando...

L'attesa, il desiderio si erano trasformati   in disprezzo...

Nella sua mente era un continuo pensare a lui e  disprezzarlo...

"E' uno psicopatico, sicuramente lo è... è un vigliacco, è un codardo, è un cafone, è uno stronzo... e chi sa quanto altro schifo nasconde dentro di sé... altrimenti non agirebbe così"

Ma lei più lo disprezzava e più sentiva che quell'attrazione fuori dal comune la rendeva schiava...

Non voleva agire eppure avrebbe fatto  tutto per lui...

"Chiedimi qualsiasi cosa ed io la farò... ti raggiungerò ovunque tu sei... usami anche, se vuoi, ma cercami... insultami, ma fallo..."

Niente... l'indifferenza... la più straziante delle cose...

In fondo anche il suo comportamento verso di lui era nella piena indifferenza dell'altro...

Eppure non riusciva a capire perché era convinta che quell'uomo la desiderasse  con la sua stessa intensità...

"Sono convinta che non mi sto sbagliando... lo sento... lo sento... lo sento... Devo solo aspettare..."

Ancora niente...

 
 
 
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