Creato da misscristy il 12/01/2011

Granelli di Sabbia

un piccolo mondo....

 

Donne

Post n°145 pubblicato il 22 Settembre 2011 da misscristy

Un bambino chiede alla mamma: "Perché piangi?" "Perché sono una donna" gli risponde.
"Non capisco" dice il bambino. La mamma lo stringe a sé e gli dice: "non potrai mai capire..."
Più tardi il bambino chiede al papà: "Perché la mamma piange?"
"Tutte le donne piangono senza ragione", fu tutto quello che il papà seppe dirgli.
Diventato adulto, il bambino chiese a Dio: "Signore, perché le donne piangono così facilmente?"
E Dio rispose: "Quando l'ho creata, la donna doveva essere speciale. Le ho dato spalle abbastanza forti per portare i pesi del mondo... e abbastanza morbide per renderle confortevoli. Le ho dato la forza di donare la vita, quella di accettare il rifiuto che spesso le viene dai suoi figli. Le ho dato la forza per permetterle di continuare quando tutti gli altri la abbandonano. Quella di farsi carico della sua famiglia senza pensare alla malattia e alla fatica. Le ho dato la forza di amare  di un amore incondizionato, anche quando  viene ferita  duramente. Le ho dato la forza di sopportare gli amici nelle loro debolezze e di stare al loro fianco senza cedere. Le ho dato lacrime da versare quando ne sente il bisogno. Vedi figlio mio, la bellezza di una donna non è sempre nei vestiti che indossa, nel suo viso  o nella sua capigliatura. La bellezza di una donna risiede nei suoi occhi. È la porta d'entrata del suo cuore; la porta dove risiede l'amore. Ed è spesso con le lacrime che vedi passare il suo cuore".

 
 
 

Mare...

Post n°144 pubblicato il 20 Settembre 2011 da misscristy

Nella tiepida rena con le falangi ricoperte, ad assumere un'impronta sul fondo della sabbia, buone le lasci riposare mentre il profumo d'un orto di mare salmastro e pungente ti fa sentire che sei vicino all'acqua, tanto vicino che lo sciacquio dell'onda che batte sulla riva, intona per te dolci canzoni che cullano memorie antiche. Il brusio degli echi marini esce dalle spume bianche, che appena baciano la terra si sciolgono come neve al sole. Natura che ti sovrasta e ti assorbe, nella tua fragile esistenza, ti senti domo, ogni rivolta scema difronte all'immenso. Si ha desiderio d'un impatto, d'un coinvolgimento completo, il tuo essere non ti basta più, vuoi  far tua la magnificenza e il mistero della vita. E' allora che il tuo spirito si fa piccino e pensi al tuo Dio, che te ne ha fatto grazia così per nulla.

(Mirella Narducci)

 
 
 

Lentamente...

Post n°143 pubblicato il 17 Settembre 2011 da misscristy

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(P. Neruda)

 
 
 

il tuo sorriso..

Post n°142 pubblicato il 13 Settembre 2011 da misscristy

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Pablo Neruda

 
 
 

la leggenda di fata Morgana

Post n°141 pubblicato il 11 Settembre 2011 da misscristy

La leggenda ci tramanda che, dopo aver condotto suo fratello Artù ai piedi dell'Etna, Morgana si trasferisce in Sicilia tra l'Etna e lo stretto di Messina, dove i marinai non si avvicinano a causa delle forti tempeste, e si costruisce un palazzo di cristallo. Sempre in base alla leggenda, Morgana esce dall'acqua con un cocchio tirato da sette cavalli e getta nell'acqua tre sassi, il mare diventa di cristallo e riflette immagini di città. Grazie alle sue abilità, la Fata Morgana riesce ad ingannare il navigante che, illuso dal movimento dei castelli aerei, crede di approdare a Messina o a Reggio, ma in realtà naufraga nelle braccia della fata. La Fata Morgana non è altro che un fenomeno ottico che si ammira spesso nello stretto di Messina e nell'isola di Favignana a causa di particolari condizioni atmosferiche. Guardando da Messina verso la Calabria, si vede come sospesa nell'aria l'immagine di Messina e, viceversa, guardando da Reggio Calabria verso Capo Peloro, si vede nello stretto Reggio.

Un'altra bellissima versione

 

Questo avvenne al tempo dei conquistatori, quando i barbari scendevano in orde compatte e travolgenti verso i paesi del sole. Un'orda di questi conquistatori, dopo avere attraversato tutta la penisola, giunse al mare Ionio e si trovò davanti allo stretto che divide la Sicilia dalla Calabria. A pochi chilometri, sull'altra sponda, un'isola incantevole sorgeva, con le sue spiagge coperte di aranci e di ulivi, con un gran monte fumante - l'Etna - e una terra ubertosa e ricca. Come fare a raggiungerla? Il Re barbaro la contemplava cupidamente, stando in groppa al suo cavallo, ma davanti al mare si trovava impotente. Egli non possedeva neppure una barca: quella terra per lui era perciò irraggiungibile. Improvvisamente una donna meravigliosamente bella gli apparve davanti e gli rivolse cortesemente la parola: - Vedo che guardi con rammarico quella bella isola, la vuoi? Ecco che io te la do con le sue città, con le sue campagne profumate e coi suoi monti che vomitano fuoco. Guardala, è a due passi da te. Era d'agosto, il cielo e il mare erano senza una bava di vento, e una leggiera nebbiolina color di opale velava l'orizzonte. Improvvisamente, a un cenno della donna, una cosa miracolosa apparve agli occhi del barbaro. La Sicilia era li a due passi da lui. Guardando nell'acqua egli vedeva nitidi, come se potesse toccarli con le mani, i monti dell'isola coperti di olivi, le spiagge tutte verdi di aranci e di limoni, le vie di campagna con gli asinelli che vi camminavano, il porto di Messina con le navi, le vele, i carichi sui moli e perfino i marinai che scaricavano le merci. Con un grido di gioia il Re barbaro balzò giù da cavallo e si buttò in acqua, sicuro di poter raggiungere con due bracciate l'isola desiderata, ma l'incanto si ruppe, e il Re affogò miseramente. Quella visione era un miraggio, un giuoco di luce della bella donna sconosciuta, che altri non era se non la fata Morgana. E il fenomeno si ripete ancora oggi nei giorni calmi e limpidi di estate. Spesso in agosto e nelle calme albe settembrine, nelle acque della riva di Reggio si vede specchiato, limpido e preciso, il litorale siciliano con le case, le piante, i giardini, le navi e perfino gli uomini che lavorano nelle cale del porto.

 
 
 
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Non trovo detestabili persone

solo perchè escono dai miei schemi

di normalità.

Cerco di guardare oltre,

capire le loro anime.

Se sono vere le accetto,

talvolta le sopporto,

altre volte me ne libero,

ma mai le giudico.

Vivi e lascia vivere.

(Giavellotti)

 

 

 

Ho lasciato cadere

una lacrima nell'oceano...

 

Se mai la ritroverò...

smetterò di amarti

 

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Amore  non  immaginarla....

stiamo  quì  a viverci  questo  sogno...

l'  amore  è   stato  così  gentile  con   noi...

lasciamolo fare....

 

 

 

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