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SONO I PREFERITI

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 QUESTO BLOG
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(Non per bigotteria ma per schietta invidia)


ESSENDO UN BLOG BIPOLARE
IL MANIFESTO potrebbe
Non avere più effetto
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Non,je ne regrette rien

 

Chi potesse...!!
No,niente di niente...No,non rimpiango nulla
 
Nè il bene che mi hanno fatto nè il male.
Mi va tutto bene ugualmente
No,niente di niente...No,non rimpiango nulla
E' pagato, spazzato via, dimenticato
Me ne frego del passato
Con i miei ricordi
ho acceso un fuoco
I miei dispiaceri, i miei piaceri
Non ho bisogno di essi.
Ho spazzato via gli amori
con tutti i loro tremolii, spazzati via per sempre
Riparto da zero
No,niente di niente...No,non rimpiango nulla
Nè il bene che mi hanno fatto nè il male.
Mi va tutto bene ugualmente
No,niente di niente...No,non rimpiango nulla
perchè la mia vita, perchè le mie gioie
Oggi cominciano con te.
 
 

siamo in

 
Se avete bisogno di un po di solitudine
venite qui...Siam sempr in un
hit counter  
 
  
 






 

...a volte
l'impensabile
accade...







 
IRONIA
è la mia corazza
contro il dolore
davanti a cui rimango
pupazzo senza Dio

impotenza travestita
coperta pien di buchi

poca
mi sento poca
inutile
banale

poca
solo impotenza
che non so gestire

a volte i gesti
mi sembrano vani
vuoti
inutili
ma
chissà...











 




La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro.

Leggerli in ordine è vivere,
sfogliarli a caso è sognare.
(Arthur Schopenauer)




 

Adotta un MASTROS...

 
Certe cose cose certe
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Glitter Photos
 










































FAI BENE...
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NON NE VALE LA PENA...
MA...TI HO VISTO SCAPPARE!!
CODARDO!!
 
 
 

 

 

Post Nº 287

Post n°287 pubblicato il 01 Aprile 2009 da normale_ma_nn_troppo
 

Era seduto con gli altri, nel muretto dei vecchi... e i suoi desideri erano già ricordi,ma...
Improvvisamente, una ragazza degli occhi scuri e lo sguardo chiaro si avvicina ai vecchietti...
Li guarda attentamente...
Con un interesse strano.
Non è stranezza però.È attenzione.
Una attenzione dolce e gradevole.Lui non si sente scimmia nello zoo.
E comunque gli viene da ridere, sembra che lei stesse scegliendo una mela al mercato.
È bello sentire il suo sguardo sul viso, sentirsi mela...
Da un tempo lui ha sempre freddo e lo sguardo della ragazza è caldo.Come il sole di primavera.Tiepido,non soffoca, accarezza.
È uno sguardo fatto d'aria.Lui sente che potrebbe respirarsi tutto quello sguardo e lasciare la ragazza senza fiato.
È uno sguardo fatto di pioggia e lui sente che potrebbe bere tutto quello sguardo e avere ancora sete.
Ha chiuso gli occhi senza nemmeno notarlo.
E sente il suo sguardo...
Sembra quasi una mano il suo sguardo...
E lui si lascia accarezzare... non durerà troppo,tra poco sentirà i passi della ragazza allontanandosi...
E invece no.
Non ascolta il fruscio della gonna, il rumore delle scarppe.
Apre gli occhi.
Sorride.
Non era il suo sguardo a accarezzarlo, ma la sua mano.
Una manina lieve, soave.
Un tocco d'angelo,perfetto...
Sorride ancora... si sente la mela che lei ha scelto.
Guarda intorno, tutti gli altri se ne sono andati via. Ecco... facevano sempre lo stesso gioco, se ne andavano senza salutare e lo lasciavano perso nei suoi pensieri, solo.
Ma oggi è diverso, oggi c'è la ragazza degli occhi scuri e lo sguardo chiaro.
E lui sorride.
Si sente un po' scemo.
Avrebbe voglia di dire "grazie" o "ciao" o "sai di gelsomino" o "ti amo".
Ma è timido.
E poi...è vecchio.
Non vuole spaventare la ragazza che adesso gli accarezza le rughe del viso con un dito leggerissimo che si muove lento come una formica piccina, o come una farfalla o come un bacio immaginato.
Non la vuole spaventare.
"Non mi spavento" disse lei con una voce di menta fresca.
"E poi è vero... so di gelsomino ... e mi ami. Mi hai sempre amato, amore. E mi ami ancora e mi amerai.Lo so,perché solo quando mi stai vicino divento una ragazzina.E solo quando ti guardo so di gelsomino".
Si guardarono.
E lo sguardo fu cosi profondo da spaventare il tempo.
Cosi, perso nei suoi occhi scuri dello sguardo chiaro,i ricordi, diventarono desideri e tutto ebbe un senso appena nato.







Elliy ha postato Calvino... ed io sono diventata blasfema... e ho continuato...l'inferno mi aspetta...ed io che odio il caldo!!!

 
 
 

Post Nº 286

Post n°286 pubblicato il 31 Marzo 2009 da normale_ma_nn_troppo
 

Era incazzato nero.
Stanco di tutto e di tutti.
Basta.
Voleva ammazzare il mondo a coltellate.
Ma coltellate lente pero'... era diventato crudele.
Oppure sempre lo era stato.
Non sopportava proprio nessuno.
E odiava profondamente lei.
Sempre pronta.
Sempre disposta.
Sempre accettando le sue proposte più indecenti.
E quelle meno normali.
E anche le più routinarie.
Mai proponendo qualcosa di diverso.
Sempre accettando il suo desiderio.
Sempre disposta, ma mai offrendosi.
Mai mela tentatrice.
Sempre in attesa e disponibile.
Sempre noiosamente perfetta.
La odiava.
Quella sera tornò a casa.
Aprì la porta come tutti i giorni.
Dise come sempre "sono qui".
E come sempre, non ascoltò nemmeno una sua singola parola.
"Porca grezza che non sei altra" pensò come sempre pensava.
Inutile cercarla in cucina,lei era ,come sempre, nella stanza.
A letto.
Nuda e lo aspettava.
Lui la vide e i suoi occhi stanchi diventarono demoni.
Si avvicinò lento, trattenendo il respiro.
Avrebbe voluto almeno per una unica volta annusare il suo desiderio, la sua paura.
E invece niente.
Solo il silenzio e lei ad occhi aperti che lo guardava, vuota come sempre.
Come sempre indifferente ma disposta.
La ammazzai di 97 coltellate.
Lei non gridò nemmeno al primo taglio.
Fino alla fine continuò ad essere perfetta.
Lui era esausto.
Ma non poteva ancora riposarsi.
Doveva prima seppellire Mimi, la sua bambola g
onfiabile fabbricata in USA.

 
 
 

Post Nº 285

Post n°285 pubblicato il 30 Marzo 2009 da normale_ma_nn_troppo
 

Lui... anni di matrimonio.O di convivenza.Tanto non importa.
Anni di solitudine in compagnia. Ormai finiti.
E sempre spostandosi.
Aveva scelto un lavoro cosi.
Viaggiava.
Girava il mondo.
A volte sentiva che il mondo gli girava intorno.Come un immenso girotondo dove lui non poteva mai salire.
Viaggiava.
Sempre.
Spesso si sentiva Ulisse senza Itaca.Non aveva dove tornare,non aveva a chi tornare.
Lei... non era mai stata una Penelope.
Oppure si.
Penelope fuori Itaca in inconscia attesa di un Ulisse sconosciuto.
Vero,lei un po' filava carezze e pensieri.Baci lunghi e riflessioni assurde.Intrecciava uragani di colpa e piogge di silenzio.Tenerezza e pazienza.Cuciva paure antiche e speranze sfacciate.
Vero,faceva un tessuto strano lei... un po' particolare.Non del gusto di tutti.Anzi,del gusto di nessuno.
(Qui la autrice potrebbe inserire un paragrafo : Ulisse disse al Ciclope "il mio nome è Nessuno". Ma sarebbe un commento fuori posto e la autrice è seria ed ordinata, quindi cancellerà il commento prima di inserirlo, anzi prima anche di pensarlo).
Lei voleva aria.
Nuova.
Oppure solo aria.
Magari sentire che respirava per la prima volta.
Era stanca di viaggiarsi dentro.
Di domandarsi e non trovare mai risposte, di trovare risposte le cui domande non conosceva.
Voleva altro.
Viaggiare.
Viaggiare fuori.
Voleva viaggi veri.
Voleva quei posti che tante volte aveva immaginato, letto, sognato, sbirciato nella TV, spiato in foto altrui.
Viaggiare.
Non voleva trovarsi.Lei voleva perdersi.
Lui era stufo.
Dire che era stanco non gli bastava. Era stufo.
Si sentiva perso.Sempre.Voleva trovarsi.
Mai le isole greche, in tanti giri su e giù, mai le isole greche.La Grecia si,ma le isole,mai. Manco pazzo una crociera! Ne aveva fate tante...Gente ovunque a farlo sentire più solo e più perso.No.
E perché no la Grecia? Anzi le isole ...una crociera no! Non voleva gente ovunque a domandarle cavolate e lei a dovere rispondere con gentilezza.Gente ovunque a ricordarle chi era .Proprio a lei, che voleva solo perdersi.
Santorini.Ecco...una isola...come lei...per perdersi...
Santorini...Ecco...una isola...come lui...per trovarsi...

Santorini...
Il mare era bello in primavera...
Serenamente sereno.
Timidamente luminoso.
Un po' solitario.
Quasi un amante segreto.
Santorini è piccola.
E come prevedibile lui e lei si trovarono in una passeggiata al mare.
Oppure chiedendo le chiavi in albergo.
Magari in quel piccolo ristorante dove si mangiava pesce fresco (tanto fresco che sembrava vivo).
Chissà davanti alle barche al porticiollo.
Oppure sgranando un tramonto quasi perfetto.
Si trovarono.
Come logico, lei fecce lui sentirsi meno perso.Ulisse con una Itaca dove tornare.
Come prevedibile, lui rubò a lei tutte le domande e tutte le risposte e le abbinò senza fatica...era bravo.
Era bello stare insieme.
Quasi come stare da soli, ma senza solitudine.
Contro tutta logica, non si innamorarono.
A questo punto e per non confondere i tre gentili lettori che restano ancora tali , ci vuole dare un nome ai protagonisti
Lei = X
Lui = Y
(Qui la autrice fa passare il tempo in fretta, omette dettagli più o meno importanti, mescola spazi e frantuma la verosimilitudine perché le sta' venendo un po' di sonnino e vuole finire al più presto possibile questa narrazione).
Y aveva un fratello (detto Z) minorenne oppure maggiorenne, (non si sa e non importa),ed X si innamorò follemente di questo Z.
Z la faceva dimenticare un po' chi era, si perdeva in lui... e anche se spesso aveva paura di sciogliersi per intero, di sparire in lui, era più o meno felice.
X non aveva sorelle (il che sarebbe stata una bella simmetria nel racconto), ma in una riunione familiare, presentò a Y , una donna perfetta (detta "donna perfetta").Intraprendente, serena, simpatica,bella.
Y cominciò un rapporto con la "donna perfetta" .La "donna perfetta" lo ascoltava poco ,ma faceva bene l'amore, anzi era veramente brava.Spesso lui tra le sue gambe si sentiva ancorato, ma finiva sempre sapendosi una barca senza porto.

Nessuna storia è perfetta.
Nemmeno quelle che hanno una "donna perfetta" come personaggio.
Un giorno, X trovò la "donna perfetta" a letto col suo poco perfetto ma amatissimo Z, facendo delle cose perfettamente immaginabili.
Fine delle aggrovigliate storielle di X Y Z e la "donna perfetta".
Come prevedibile, in questo momento di sofferenza, X conforta Y e Y conforta X.
(Adesso che la "donna perfetta" e Z non ci sono più nella favola, torniamo a chiamare i nostri protagonisti Lei e Lui. Solo perché la autrice è ossesiva e adora chiamare i suoi personaggi Lei e Lui e viceversa).
Ecco che lei conforta lui e lui conforta lei.
E come sempre, come da quel primo momento a Santorini, lui quasi non si sente perso quando lei è vicina. E lei, quando è con lui, non ha mai paura di trovarsi.
Lui si domanda sempre perché cavolo non ci sono mai riusciti ad innamorasi l'uno dall'altra.
Lei si domanda la stessa cosa, sempre.
Poi inevitabilmente scatta la risata. Ognuno sa cosa si domanda l'altro.
Ma hanno smesso di cercare la risposta molto tempo fa, chissà da quel primo momento a Santorini.

Valentina Einaudi,"Santorini,la isola maledetta dove la gente trova il partner perfetto, e si innamora comunque di quello sbagliato", Feltrinelli, 2075,p. 4236.

 

 
 
 

Post Nº 284

Post n°284 pubblicato il 26 Marzo 2009 da normale_ma_nn_troppo
 

Lei andava spesso in aeroporto.
Guardava gli aerei che partivano.
Li vedeva salire, allontanarsi, spezzando l'aria che comunque risanava subito.
Quei aerei non portavano le sue illusioni né i suoi sogni.
Lei solo li guardava.
L'aria era sempre piena di una malinconia rumorosa quando guardava quei aerei che partivano senza portarsi con loro niente di lei.

Adorava i piccoli porti.
Tante barche piccole che partivano... a volte tornavano, ma lei guardava sempre quelle che partivano.
Lasciavano ferite azzurre nel mare... ferite che guarivano improvvisamente. Ed il mare tornava in un attimo come prima. Senza cicatrici. Azzurro.
Era bello vederle andare via, lente e calme. Serene, quelle barche.
Era bello e triste.
A volte, poche volte, sentiva che quelle barche si portavano un pezzettino di lei in posti sconosciuti.
La portavano dove lei non era più lei.
Ma spesso la lasciavano da sola.
Nella riva.
Erano solo le barche a partire...

Vedere partire i treni era sempre stata una avventura un po' dolente.
Sapevano di addio quelle partenze.
I treni lasciavano stelle di amarezza sulle vie. Quelle vene di ferro facevano finta di non sentire il dolore, ma chissà ... magari cicatrizzavano velocemente e la impronta non si avvertiva.
Lei rimaneva sempre lì.
Nel binario.
Guardando come se andavano via i treni senza portarsi che qualche suo pensiero, ma sempre uno povero ed insignificante,un pensiero quasi inesistente.

A volte scrivere era come vedere partire treni e barche e aerei.
Partivano le parole...
Lasciavano ferite piccole che a volte chiudevano subito.
Altre volte lasciavano graffi, segni minuscoli difficilmente percepibili ma che dolevano parecchio.
Ma sempre si portavano via qualcosa che lei non capiva.
A volte sentiva che erano frammenti di lei.
Altre volte invece, nulla aveva senso.
A volte scrivere era cosi, aerei e treni e barche che partivano e non la portavano con loro.
E lei rimaneva lì, vuota.
Solo parole che se ne andavano via.
E nemmeno un senso avevano quelle parole...


 

 
 
 

Post Nº 283

Post n°283 pubblicato il 25 Marzo 2009 da normale_ma_nn_troppo

a volte mi guardo nello specchio
piccoli scatti di me
lo sguardo
le labbra
il naso
e a volte...una scintilla
una briciola di quello che sono dentro,

dove nessuno mai accede
dove quasi tutto accade
una bimba fuori tempo
sognatrice un po' ridicola
assurdamente ingenua

dove nessuno si addentra
sogno ancora
io
a volte nello specchio
trovo briciole
di quella illogica creatura
e allora faccio pace con me stessa

a volte mi guardo nello specchio
piccoli scatti di me
mi manca la voglia
la forza
la passione
ed il brillo negli occhi che non c'è
e le labbra che sono lontane
perse in baci mai datti
a volte nello specchio
lotto contro questo fantasma
che troppo spesso mi soppianta
lotto
a volte si pareggia
spesso perdo
lotta disuguale
inevitabilmente persa
quasi sempre

a volte mi guardo nello specchio
piccoli scatti di me
le rughe
il gesto cigliato e duro
una stanchezza triste nello sguardo
nelle labbra qualcosa come noia o disperazione
un sapore di niente,
di voglia di fermarsi
voglia di smettere
a volte...
un sorriso lieve
un attimo di farfalla
effimero
fugace
una farfalla ignorante ed ignorata
farfalla
trovo per un attimo
un qualcosa che mi piace
un oasi in questo mio deserto
chissà se sorrido io nello specchio che sorride
malinconica e non solo
... un sorriso ...
non sta male
sembra quasi che sono io quella del sorriso di farfalla
magari fosse io
chissà se non sono io
un attimo
senza più lotte né vincite né rivincite
senza pareggi né fallimenti
per un attimo
io
oasi di me stessa
io
solo quel sorriso
e solo per me

 
 
 

Post Nº 282

Post n°282 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da normale_ma_nn_troppo
 

Gabri ha una TV del 75.
Be' forse esagera un po' ma é una vecchia TV.
Diciamo che è "antica" e la facciamo diventare almeno un po' più chic questa TV piccola (perché è piccolissima).
Data di origine :incerta.
Data di adozione :1994 circa.
Data di scadenza :per il momento, spostata.
Gabri spesso pensa cambiare TV ma mai si decide.Sempre allontana il momento perché sceglie di risparmiare per viaggiare un po'... e l'euro è un incubo e pure tutte le altre valute sono un incubo ...ma la Gabri (e lo sa,lei lo sa che è assurdo),viaggiando dentro l'Argentina sente di non viaggiare...
Assurdo.
Lo sa...
La povertà di un bimbo,la tristezza di uno sguardo che non si riesce a guardare per vergogna, non hanno nazionalità.
E le persone sono persone in tutto il mondo.
E la fame non si sazia con le parole della Costituzione.E un uomo affamato è uno schiaffo nel anima di tutte le persone oneste che continuano ad essere ancora persone e non androidi spietati.
E un bimbo che non sogna perché non sa sognare è un peccato mortale.
Ed il mondo non è un posto di bandiere e la sofferenza non si calma con la carezza di un pezzettino di stoffa di colore neanche se dietro quel pezzettino c'è la storia.
Ma Gabri a volte prova delle cose di cui si vergogna.E si sente una figlia di puttana sentendo cosi... ma cosi sente... Sente che la povertà del suo paese le fa più male,la ferisce di più.La lascia inerme.Inutile.
E sente che è la sua responsabilità ma che nemmeno lo è del tutto.Tranne provare a votare come si deve quando si vota,tranne quel po' che mette da parte per qualche organismo che alla fine deve fare quello che lo stato non fa,si sente inutile.
Inutile.
Sente impotenza.
E colpa.Anche perché nemmeno è tanto generosa come per rinunciare per intero alle sue piccole perversioni: il profumo ad esempio, certi piccoli comodità, le antirughe che poi alla fine non spalma perché troppo pigra o perché troppo stanca o perché troppo in colpa...
A volte non sa perché non fa certe cose Gabri...
A volte ha il sospetto,a volte invece è sicura, ma continua sempre a non farle queste certe cose che dovrebbe fare e non fa.
Stronza è.
Troppo stronza la Gabri... e poco conscia di quello che ha e di quanto è fortunata.
Si,Gabri spesso si sente una figlia di puttana molto egoista, ma non molla e continua a coccolarsi in questi piccoli modi e si permette di viaggiare lontano quando puo'.
E si vergogna certo,si vergogna.
Ma si parlava di TV e di viaggi e di come frequentemente si è tanto egoista come per dividere il dolore in "nostro" e "altrui".E cosi si riesce,anche se male e stupidamente, a sopportare il patimento degli "altri".
Di quei che non parlano la nostra lingua e non calpestano le stesse nostre strade e non respirano la nostra stessa aria e non hanno nella carta di identità il nome del nostro paese...
Una figlia di puttana... cosi si sente Gabri,molto spesso.
Poco umana.Si, Gabri è una persona orrenda a volte...
A volte Gabri parla di sé in terza persona...spesso lo fa quando si sente molto debole e tanto in colpa...


 
 
 

Post Nº 281

Post n°281 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da normale_ma_nn_troppo
 

Io mi leggo
Mi leggo e mi rileggo
Mi allago
Mi allargo,mi slaccio io
Mi slancio e mi lego
Mi riallaccio e mi sbilancio
E mi aggancio mi perdo mi annebbio mi ritrovo mi parto mi appartengo mi impaurisco
Io
Mi parlo mi sparlo mi parto mi riparto e poi mi partorisco
E torno a leggere,a leggermi
Ad aleggiare torno
Io

Non so se si è capito...
Ma io i miei post li leggo...
Li rileggo ...
E me ne accorgo di avere poche sfumature.Sono troppo scarsa di parole.
Le capovolgo le mie parole.
Le giro qua e la.
Sempre le stesse parole a girare nella giostra dei miei post.
Sempre le stesse parole a tradurre quel che sono quel che non sono e quel che non sarò neppur volendo.
Sempre le stesse parole a dirmi...
Magari se ne trovasse altre,chissà se non diventerei diversa...
A voi la disperata richiesta.
Vi chiedo solo un paio di parole.Pure tre.O quattro.E anche cinque.
Parole.
A libera scelta.
Ma parole che io non abbia mai usato se possibile.
Verbi sostantivi aggettivi avverbi e pure congiunzioni.
Parole che dovrei sapere e che non so.
Parole che non dovrei sapere e che saprò.
Solo parole.
Non parole utili o inutili.Parole.
Words just words,ma in italiano.
Di Dante nella lingua,palabras,solo palabras.
Mots seulement mots ma nella voce vostra,amici miei.
Non parole cervellotiche.Oppure si.Mi piacciono le sfide.
A voi la scelta.A me il prezioso dono,la delizia del omaggio che vi chiedo.
Parole elementari oppur parole tortuose e torturanti.
A me piacciono tutte.
Dalla più semplice alla più complessa.Senza pietà e senza rete.Le voglio tutte.
Parole.
Non è difficile.Mi mancano migliaia.
Ad esempio "frignare" è un vocabolo comune,ed io lo ignoravo...
Parole.
Non è difficile.Il mio stock di parole è piccolo e le mie parole sono quasi tutte ben piccine.
Parole.
Solo parole.
Un paio.Oppure quattro.E anche tre.Se vi va,cinque.
Per aiutarmi a sviluppare il mio italiano,per arricchire il mio vocabolario.
Parole... fattemi questo regalo...
Un paio.Oppure quattro.E anche tre.Se vi va,cinque.

 
 
 

Post Nº 280

Post n°280 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da normale_ma_nn_troppo
 

Ci sono posti dove puoi quasi toccare il silenzio
Posti sostenuti dalla luce
sospesi nella luce
Sospesi
Come se il tempo si fosse fermato in loro
Come se fossero stati loro a fermare il tempo attorno
L'ombra è sottile
e la luce tanta...
inebria
incanta
acceca
È una luce quieta
immobile quasi
quasi concreta
E la puoi quasi toccare
come il silenzio
Ed è inevitabile che il battito si rallenti
per accoppiarsi
per non distruggere qualcosa che non sai spiegare
ma ti fata
E tutto sembra di essere in ordine
Nel posto giusto
tutto
pure te
La porta aperta
la sedia vuota
Assenza che non si sente come assenza
Il tempo si è fermato
L'attimo sfuggente non sfugge
E lo puoi quasi toccare il silenzio
E la puoi quasi toccare la luce
Potresti stritolare il muro che non c'è
entrare
Ma L'incanto della soglia e troppo forte
Una porta aperta
Una sedia vuota
Ed il cervello ti dice che qualcosa manca
ma l'anima si sente al suo agio,distaccata
fatata da qualcosa che non c'è
ma che non manca
forse sei tu a completare il puzzle sospeso,sostenuto
E lo puoi quasi toccare il silenzio
E la puoi accarezzare quella luce
Abbi cura pero'
potresti frantumare tutti e due
È solo un attimo
gli attimi sono sempre fragili
a volte sanno di eternità
e si possono quasi toccare a volte
come il silenzio
come la luce
Certi attimi
quando tutto sembra in ordine
Attimi certi
dove tutto sembra al posto giusto
pure te
sospeso,sostenuto

 
 
 

Post Nº 279

Post n°279 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da normale_ma_nn_troppo
 

Hai una bocca oscenamente dolce.
Generosa.
Me la offri.Io la accetto.

La bocca tua è un posto dove trattenersi per secoli.
Aleph.
Atlantida solo per me ricoverata.
Babele dove sviluppare questa mia voglia propriamente impropria,scorretta,unica,infinita.

Voglio sospettare li tutto il passato.Voglio dimenticare che c'è un futuro minacciando questo eterno presente umido e pieno di lentezza.
La mia lingua gioca nascondino tra i tuoi denti e gira e si perde e mi ritrovo e ti confondi e ti rintracci e ci perdiamo in baci sparsi
lenti
saggi...
e in baci a tratti senza fine per sempre e mai vissuti ci incontriamo.

Un po' spalmarti innocenza sulla lingua,versarmi in te e diventare perversa.
Voglio respirare il tuo respiro che sa di me di miele di miracolo...
Voglio fare all'amore alla tua bocca,pregnare i tuoi baci di me ed uscire pregna di tutto quel che sei.
Voglio scoprire tutto te in quella grotta imperfetta che mi cerca.Voglio scoprire tutta me in quel ergastolo di paure dove nascono i miracoli.
Ti bacio le parole lentamente...
...e pian piano la voce si addormenta e tacci...
Mi piace cullare la tua voce con gli spiccioli d'aria dei miei baci che ti assaggiano piccoli,minuti.
E siamo solo bacio...
Migliaia di baci diversi,dilettanti...

E sempre la tua bocca generosa...
Sotto il sorriso, dietro le lacrime mi provoca e mi affretta...mi rallenta...mi sconvolge...
Voglio traslocare tutta l'anima mia alla tua bocca e pagare l'affitto se ci vuole.Sono disposta pure a innamorarmi solo per restarti dentro,nella bocca.
Voglio strapparti a baci le tristezze, voglio spaventare a baci il tuo dolore...
Voglio solo starti nella bocca senza bussarti il cuore che è impegnato.

Con inchiostro invisibile ti scrivo una segreta confessione sulle labbra...la mia lingua scivola la tua bocca e stranamente senti il solletico in posti inaspettati...sarà che ho una pessima calligrafia e devo sempre ricominciar tutto da capo ...












Valentina Eiunaudi "Le donne decenti non fanno all'amore mai senza scopare e viceversa" Feltrinelli , 2098,p 23.

 
 
 

Post Nº 278

Post n°278 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da normale_ma_nn_troppo
 

Un po' cercare l'anima nella vecchie foto...
Provare a capire chi era stato in quel momento, cosa pensava, cosa desiderava...
Un po' come volere ricoverare quel tempo... riconoscersi nello sguardo,provare a riscoprirsi.Capire se qualcosa di quel uomo c'era ancora in lui...
A volte cominciava guardando le foto questo suo cercarsi.
A volte invece, era la necessità di trovarsi che lo spingeva a sommergersi nel cassetto disordinato delle sue foto disordinate.
Quello stato dell'animo che ha bisogno di risposte o di compagnia lo incitava...Voleva scoprire qualcosa come un filo per unire tutti i pezzettini che a volte sentiva di essere.
Non era un tipo strano,oppure si...
A volte se ne accorgeva di non sapere giocare nascondino... ne avrebbe voluto a volte...
e invece...
Si,gli scacchi...quello era il gioco che faceva per lui...

Lei era una che spesso giocava nascondino.
Soprattuto con se stessa.A volte con gli altri.
Avrebbe voluto dirsi molte cose.Confessarsi una a una le sue paure (ne aveva troppe).Avrebbe voluto guardarsi chiaramente in uno specchio senza nebbia e fiera, feroce,nominare uno a uno i suoi rimpianti per poi finalmente potere buttarli via,lontani da se'...
Avrebbe voluto dirsi tutte le sue celate verità ,e invece non si diceva niente...
Scriveva per non dirsi nulla...
Non era una tipa strana,oppure si...
Lo sapeva,la vita era un'altra cosa,non quel assurdo e inutile nascondino che giocava.
Spesso aveva provato giocare a scacchi,ma non ci era mai riuscita....

Avrebbero dovuto trovarsi...Non per amarsi...
Avrebbero dovuto trovarsi ed insegnarsi a vicenda a giocare i giochi che non sapevano giocare...
Ma la vita...gran bella puttana...gioca crudelmente a dadi...

Valentina Einaudi "Le storie felici mai finiscono bene", Feltrinelli,2034 p. 52

 
 
 
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