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Buffon: "Abbiamo due palle così"

Post n°74 pubblicato il 03 Settembre 2007 da oronzocana555


Gigi Buffon è entusiasta per il «cuore Juve», dopo la
seconda vittoria in due partite in questo campionionato, e alla fine
della partita corre a far festa davanti ai suoi tifosi con gesti
eloquenti e gridando «abbiamo due palle così».

«Il fatto di
essere riusciti a vincere con l'uomo in meno - ha detto il numero 1
bianconero ai microfoni di Sky Sport - è la dimostrazione del fatto che
possono cambiare gli uomini, possono cambiare i dirigenti, ma quello
che ha di forte questa società sono i giocatori ai quali è stata
tramandata una voglia di vincere e di primeggiare che non trova pari in
nessuna altra società».

Una parata straordinaria oggi (al 72',
quando i padroni di casa sprecano il match-point con Bianco che
colpisce da 2 metri e il portierone bianconero e della nazionale compie
un miracolo) che però, per Buffon, diventa normale: «Ogni tanto mi
capita di fare qualcosa di buono e l'importante è trovare riscontro in
una vittoria importante. Ogni volta che c'è un rigore contro la Juve
sono tutti felici, l'importante è che quando daranno un rigore dubbio
alla Juve, non inizino le polemiche».

«È stata una partita molto
difficile per noi - commente il tecnico bianconero Claudio Ranieri ai
microfoni di Sky -. Il Cagliari è una squadra che sa cosa deve fare in
campo, che sa cambiare subito gioco. Ci hanno allungato, ed è stata la
prima squadra a riuscirci. Il primo tempo è stato difficile ma la Juve
è dura a morire e ha reagito». «Questa è una squadra che non ci stava a
pareggiare, che voleva assolutamente vincere - continua l'allenatore
della Juve -. Devo dire grazie a tutti, vincendo contro un Cagliari che
farà soffrire molte squadre qui al Sant'Elia».

Buffon è stato il
migliore in campo per la Juve. «È stato grandioso - sottolinea Ranieri
-. Il Cagliari ha spinto al massimo, poteva sorpassarci, ma non per
nulla Buffon è il più grande portiere al mondo. Sullasua forza abbiamo
costruito e siamo riusciti a pervenire al gol che ci ha dato la
vittoria».

Una vittoria sofferta che fa bene al morale.
«Vincere così conta tantissimo, si è visto che i nuovi hanno preso la
mentalità dei vecchi. La società è stata bravissima a confermare lo
zoccolo duro, questi ragazzi sanno come trasmettere il dna vincente ai
nuovi. Questa è una squadra che non ci sta a perdere e va a giocare per
vincere su tutti i campi come faceva la grande Juventus».

Due
rigori e mezzo contro, vi sentite assediati? «Non ci dobbiamo sentire
assediati, i rigori ci possono essere. Alcune volte non si danno, mi
riferisco al primo, quello di Legrottaglie, perché mi è sembrato che
l'attaccante si sia appoggiato. Sul secondo è stato bravo l'arbitro ad
ascoltare il guardalinee. Per il resto non voglio dire nulla. Ce li
hanno fischiati, va bene così». Poi le valutazioni finali. Ranieri
chiede di più: «Il bichiere è mezzo pieno perchè abbiamo vinto, mezzo
vuoto perchè dobbiamo ancora lavorare e tanto. Lo dicevo prima, quando
perdevamo le amichevoli di lusso, e lo dico anche adesso che stiamo
vincendo in campionato e Coppa Italia. Tiago? Può giocare con Almiron,
oggi ci siamo mossi poco perchè era diffiicile giocare contro il
Cagliari. Era difficile perchè ci hanno spezzato in due tronconi».

 
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Stagione 2007/2008: si parte!

Post n°73 pubblicato il 10 Luglio 2007 da oronzocana555

Ad un mese esatto
dalla fine della scorsa stagione, la Juventus è pronta a riprendere il
lavoro. Mercoledì 11 luglio prende il via una nuova annata in cui i
bianconeri saranno attesi al solito ruolo di protagonisti.


La Juventus targata Claudio Ranieri muoverà i suoi primi passi. Il
primo giorno si dividerà in due parte. In mattinata la presentazione
alla stampa in mattinata presso lo Juventus Media Center di Vinovo. A
seguire il trasferimento in Trentino, a Pinzolo, dove la squadra
soggiornerà fino al 22 luglio e dove sosterrà il primo allenamento a
partire dalle ore 18 (ingresso 5 euro per gli adulti, 3 euro per
ragazzi dagli 8 ai 14 anni). Nel pomeriggio, a fianco del campo
sportivo, aprirà i battenti il Summer Village, ormai un classico dei
ritiri estivi della Juventus.

Questo l’elenco dei bianconeri che partiranno alla volta del Trentino:

Portieri: Buffon, Belardi, Vanstrattan
Difensori: Birindelli, Boumsong, Chiellini, Criscito, Grygera, Legrottaglie, Molinaro, Piccolo, Zebina
Centrocampisti: Almiron, Blasi, Camoranesi, Giannichedda, Marchionni, Marchisio, Nedved, Olivera, Salihamidzic, Tacchinardi, Tiago, Zanetti
Attaccanti: Del Piero, Guzman, Iaquinta, Palladino, Trezeguet, Zalayeta

 
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Camoranesi bianconero fino al 2010

Post n°72 pubblicato il 10 Luglio 2007 da oronzocana555

Fonte: www.juventus.com

Ad un anno dalla
vittoria del Mondiale di Germania, Mauro German Camoranesi scrive
un’altra pagina importante della sua storia sportiva. Il centrocampista
italoargentino ha infatti prolungato fino al 2010 il suo contratto con
la Juventus.


Un altro campione del mondo resta alla corte di Ranieri. Camoranesi
continuerà a deliziare i tifosi bianconeri con le sue giocate, proprio
come ha fatto negli ultimi cinque anni. Nativo di Tandil, il
centrocampista è arrivato a Torino (via Verona) nel 2002 ed è stato uno
dei protagonisti di tutti i recenti successi juventini. Fino ad oggi ha
collezionato oltre 200 presenze ufficiali (206 per la precisione) e
realizzato 21 gol.


 
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Intervista a Claudio Ranieri

Post n°71 pubblicato il 02 Luglio 2007 da oronzocana555

«Con Trezeguet l'attacco è sistemato. In difesa potrebbe esserci anche una sorpresa»

Non
mi piace illudere la gente e allora dico che, adesso, non siamo uguali
a Inter e Milan: ma non parto mai per arrivare secondo e so pure che se
ti chiami Juve devi lottare per il titolo. E, poi, da quando nel 2004
arrivai in semifinale di Champions League, non ho mai tolto dal
cassetto il sogno di vincerla: qui ce la posso fare». Bollato, da
settimane, «buon seminatore» per gli altrui raccolti, stavolta Claudio
Ranieri, oltre che tracciare impianti di gioco vorrebbe razziare
qualche titolo per sè: pronto a giurare - «me lo ha spiegato l’ad
Jean-Claude Blanc» - che ne avrà i fondi e il tempo per provare
l’assalto.

Il giorno dell’investitura disse: «Sinora ho
tentato di fare l’allenatore, ora lo faccio». Da ieri è scattato il
contratto: come si sta?
«Dovrei aspettare il primo anno, per un
bilancio, ma che la Juve è la Juve te ne accorgi solo quando ci sei. Ti
riconoscono ovunque come, per me, capitava all’estero, dove ho passato
gli ultimi dieci anni».

Che Juve sta nascendo?
«Vedo un’ottima squadra che sta risalendo le posizioni».

Trezeguet ha detto che potete vincere lo scudetto.
«Mi
piace l’ottimismo, anche nei giocatori. Penso non siamo ancora
paragonabili alla vecchia Juve, ma non significa che ci tireremo
indietro. Se hai questa maglia devi lottare per lo scudetto».

Una
settimana fa aveva detto che la sua Juve sarebbe stata una
rompiscatole: aggettivo che s’accompagnava a inesperte neopromosse.
«Qualcuno
pensa di sapere con esattezza quanto varrà questa squadra? Non penso.
La curiosità della gente è anche la mia. Chiaro che le altre, come
Milan e Inter, sono più avanti di noi: loro devono vincere lo
scudetto».

Sorpreso che Trezeguet sia rimasto?
«No. Piuttosto mi ha stupito il suo gesto, perché io percepivo altre intenzioni».

Il francese è stato contento della sua telefonata: ha detto che gli ha dato fiducia.
«Gli
ho solo detto che aveva fatto quindici gol in B e che ne avrebbe dovuti
fare venti il prossimo anno. È un attaccante incredibile, uno che ogni
anno va in doppia cifra. Un rapinatore d’area, uno che fa gol anche
quando il difensore non sbaglia nulla. Ovvio, poi, che bisogna servirlo
come preferisce».

Cosa manca ancora?
«Un difensore: che abbia la classe e l’esperienza per guidare i compagni. Uno che sia un punto di riferimento».

Milito e Pepe, tanto per fare due nomi: perché costano come gli attaccanti?
«Perché ci sono dei cicli: questo è uno di quelli in cui di difensori bravi ce ne sono pochi».

Non ha risposto sui nomi.
«Non
lo faccio mai. Ma mi fa piacere perché quelli che stiamo trattando non
li ho letti sui giornali: vuol dire che chi lavora come me lo sta
facendo bene».

Quanto conta Ranieri quando si scrive la lista della spesa?
«Su
ogni nome, se ne parla. Una cosa che, all’estero, succede sempre. Non
per nulla in Inghilterra il tecnico si chiama manager: programma la
campagna acquisti, poi ci sono altri che la portano a termine. Prenda
Ferguson: i primi anni che era al Manchester United non ha vinto nulla:
poi, però, il Manchester è diventato il Manchester. Improponibile in
Italia, dove bisogna vincere tutto e subito».

Perché non dovrebbe essere così anche per lei alla Juve?
«Perché
quando ho parlato con Blanc abbiamo sviscerato tutti i temi e se mi ha
illustrato un piano quinquennale e mi ha fatto un contratto di tre
anni, significa che c’è una progettualità. Poi, è chiaro, che la Juve
deve lottare per il titolo».

Le hanno affidato un grande vessillo a 56 anni: l’avrebbe meritato prima?
«Onestamente,
non penso mai a queste cose. Ci sono anche i momenti giusti. Pensi a
come sono arrivato alla Juve: è andato via Deschamps, all’improvviso, e
io, non fosse stato per qualche ritardo nel cambio di proprietà del
Manchester City, sarei finito là. Come i tempi d’inserimento dei
centrocampisti».

S’è masticato tutte le serie, alcuni partono dalla A: le dà fastidio?
«Alla fine è il campo a dire se sei bravo. Non basta essere stati grandi giocatori per saperne di calcio».

Fatalista?
«Molto. A volte il destino è appeso a un rimbalzo: quando prendi il palo, puoi fare gol o perdere».

Abramovich le disse: «Mi dica di che cosa ha bisogno». Blanc?
«Una
persona estremamente corretta: vogliamo ritornare a grandi livelli in
cinque anni, mi ha detto, e ci sono i soldi per farlo».

Anche per prendere Lampard?
«Lasciamo stare».

Vero che avete parlato e chiuso subito?
«Sì. Mi hanno telefonato due giorni prima dell’annuncio. Ho pensato: “Meno male che non ho firmato per il Manchester City”».

Andò all’estero perché c’era troppo stress: 10 anni dopo?
«C’è
anche in Spagna, guardi cos’hanno fatto con Capello. Mi sembra che al
Real non sappiano progettare nulla: volevano uno che gli ricostruisse
lo spogliatoio che, ormai, era un circolo di primedonne. E poi sapevano
com’è Capello».

Dicono giocasse male.
«Il Barça gioca bene
quando lo fanno Ronaldinho e Messi. Il fatto è che gli spagnoli odiano
e amano il calcio italiano. Noi siamo pragmatici, loro parlano sempre
di possesso palla».

Il suo manifesto?
«Se non vinci dopo quattro partite, ti cacciano, ma se inizi a farlo, finisci per giocare bene».

Odia le promesse: faccia un’eccezione.
«Non ho mai levato dal cassetto il sogno di vincere la Champions e con la Juve posso riuscirci».

Fonte: www.lastampa.it

 
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Trezeguet bianconero fino al 2011

Post n°70 pubblicato il 26 Giugno 2007 da oronzocana555

Un
altro colpo del mercato bianconero. Dopo i rinnovi di Zebina e Buffon,
dopo gli acquisti di Iaquinta, Tiago e Almiron ecco la conferma di
David Trezeguet, lo straniero più prolifico nella storia del club, il
centravanti da 145 gol in bianconero. Per lui un rinnovo fino al 2011,
altri quattro anni alla Juventus per battere nuovi record.

La
firma è arrivata in serata, nella sede della Juventus, dove ad
accogliere il giocatore francese c’erano il presidente Cobolli Gigli,
l’amministratore delegato Blanc e il direttore sportivo Secco.

"Sono
orgoglioso di legare il mio nome per altre quattro stagioni alla
Juventus. Oggi – ha detto Trezeguet – ho fatto una scelta decisiva per
la mia carriera e per la mia vita: questo è un club che mi ha dato
tanto e con il quale voglio continuare a vincere. Negli ultimi quindici
giorni ho apprezzato l’impegno della società e la considerazione che i
dirigenti hanno dimostrato nei mie confronti. Un atteggiamento che mi
ha convinto a mettere da parte le incomprensioni e a pensare solo al
futuro, per ricominciare al più presto a regalare emozioni ai tifosi".


La soddisfazione della Juventus è stata espressa dall’amministratore
delegato Blanc: "Con David abbiamo discusso a lungo e alla fine abbiamo
trovato un punto di equilibrio che soddisfa entrambi. Da parte nostra
c’è sempre stata l’intenzione di confermare un campione che in sette
anni ha scritto la storia della Juventus, segnando tantissimi gol e
contribuendo a raggiungere traguardi importanti. Abbiamo chiarito in
modo definitivo le reciproche posizioni e adesso non possiamo che
essere soddisfatti per un accordo che rende la squadra competitiva ai
massimi livelli".

 
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Tiago e Almiron alla Juve: è ufficiale

Post n°69 pubblicato il 22 Giugno 2007 da oronzocana555

Ora è ufficiale: Sergio Almiron è un giocatore
della Juventus. La società bianconera in un comunicato ufficiale
dichiara di aver concluso la trattativa con l'Empoli sulla base di 9
milioni di euro. Di questi, 7 circa saranno in contanti, il resto sotto forma delle comproprietà di Paro e Volpato. Alla corte di cagni andrà in prestito anche il giovane talento, Sebastian Giovinco.

"La Juventus Football Club - si legge nella nota - comunica di aver perfezionato l'accordo con l'Empoli F.C. per l'acquisto a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Sergio Bernardo Almiron per 9 milioni pagabili in tre rate annuali. La societa' bianconera ha sottoscritto con lo stesso calciatore un contratto di prestazione sportiva quinquennale".

Ufficiale anche l'acquisto del centrocampista portoghese Tiago Mendes.
Al Lione è stato pagato un totale di 13 milioni di euro, con due rate
da 6.5 milioni di euro a luglio 2007 e gennaio 2009. Anche il nazionale
lusitano ha firmato un contratto di durata quinquennale. 

Tiago
Cardoso Mendes  - si legge sul sito ufficiale della Juventus - ha
compiuto 26 anni lo scorso 2 maggio. Nativo di Viana do Castelo, è il
quarto portoghese ad indossare la maglia bianconera dopo Rui Barros, Dimas e Paulo Sousa.
Vanta un curriculum di tutto rispetto. Ha militato in club importanti,
abituati a lottare per il vertice: Benfica, Chelsea e Lione, oltre alla
nazionale portoghese. Nelle ultime tre stagioni, ha conquistato
altrettanti titoli, uno in Inghilterra (con il connazionale Mourinho in
panchina) e due in Francia. Ora è in Italia con la voglia di
proseguire: “Sono qui per vincere altri titoli – sono state le prime
parole dopo la firma. Sono felice della scelta. La Juventus è un grande
club europeo, arrivarci era un sogno e ora l’ho realizzato”. 

Chi
invece il campionato italiano lo conosce molto bene - si legge ancora
sul sito del club bianconero - è Almiron. A 27 anni (nato a Santa Fè
l’8 novembre 1980), una fetta importante della sua vita l’ha passata
nel nostro paese, dove è giunto nel 2001, ingaggiato dall’Udinese che
lo prelevò giovanissimo dal Newell’s Old Boys. Udine e Verona sono
state tappe per la sua crescita, fino alla consacrazione ad Empoli,
dove ha contribuito (anche con i suoi gol, uno fatto a Buffon!) ad una promozione, ad una salvezza e ad una storica qualificazione in coppa Uefa. Ritrova Iaquinta e
le sue prime parole assomigliano molto a quelle del compagno: “Sono qui
per mostrare a tutti il mio valore, sono pronto ad affrontare ogni
difficoltà. Ce la metterò tutta, come ho sempre fatto. E’ un nuovo punto di partenza della mia carriera, lo aspettavo da tempo”.

 

 
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Ufficiale: Iaquinta è della Juventus

Post n°68 pubblicato il 19 Giugno 2007 da oronzocana555

Da oggi, l’elenco dei bianconeri Campioni del Mondo si allunga. La
Juventus ha infatti ufficializzato l’ingaggio per le prossime cinque
stagioni di Vincenzo Iaquinta. Nato a Crotone il 21 novembre 1979,
arriva a Torino all’apice della sua carriera dopo sette anni
nell’Udinese (con cui ha segnato 64 gol in 187 partite e esordito in
Champions League) e le precedenti esperienze in Reggiolo (società
dilettantistica emiliana in cui è cresciuto), Padova e Castel di Sangro.

“Dopo
sette stagioni a Udine è arrivato il momento di fare il salto di
qualità – sono state le prime parole di Iaquinta, estratto di
un’intervista che uscirà sul prossimo numero di Hurrà Juventus -, credo
di avere l’età giusta per realizzare questo sogno. Sono consapevole di
toccare il top e che d’ora in avanti sarà tutto più difficile perché
aumentano le pressioni. Ma a me le pressioni piacciono e non vedo l’ora
di cominciare questa nuova avventura. Una grande sfida, che affronto
con entusiasmo e con l’orgoglio di poter contribuire a riportare questa
squadra ai massimi livelli, in Italia e in Europa”.

Dopo
l’arrivo di Ranieri, gli acquisti invernali e i recenti rinnovi,
Iaquinta costituisce una pedina su cui puntare per il futuro, come
confermato dall’amministratore delegato Jean Claude Blanc: “Si tratta
di un giocatore importante, un altro campione del mondo che contribuirà
a scrivere nuove pagine della storia della Juventus. Un professionista
al quale diamo il benvenuto in bianconero, che porta esperienza e
qualità alla squadra e che ha l’entusiasmo e la passione giusta per
regalare ai nostri tifosi le soddisfazioni che meritano. Non c’è dubbio
che sia un altro passo avanti nella definizione di una squadra
competitiva per affrontare il rientro in Serie A”.

 
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Bettega deve rimanere

Post n°67 pubblicato il 18 Giugno 2007 da oronzocana555

Roberto Bettega torna il “bomber” della Juventus: non il giocatore
destinato a segnare gol sul campo, ma a segnare colpi sul mercato, e
con una autorità diversa rispetto a un anno fa. Perché? Semplice: aveva
come avversario Marco Tardelli, il membro del Consiglio
d’Amministrazione, suo ex compagno di squadra, da tempo in lista
d’attesa per coprire le sue stesse mansioni. Ma si è dimesso. E’ stato
costretto, per meglio dire, a dimettersi, in quanto i dirigenti gli
hanno fatto capire che hanno intenzione di confermare la fiducia nel
Bobby Gol degli Anni Settanta. E ciò nonostante Roberto appartenesse
alla Triade condannata da Calciopoli, con Moggi e Giraudo. E ciò
nonostante la volontà della proprietà di recidere gli ultimi legami con
la precedente gestione, nel segno del “Dolce Stil Novo”. Ma perché la
difficoltà nel troncare anche con Bettega? Pure qui la risposta non è
complicata. La cancellazione di Moggi ha portato con sé la scomparsa di
una rete fittissima di preziosi contatti sul mercato, in Italia e in
Europa. Si poteva tentare di ingaggiare proprio i più accreditati dei
concorrenti dello stesso Moggi, ma Baldini ha scelto Madrid, e Corvino,
ormai, aveva optato per Firenze. Come fare? L’unico sistema, per non
dovere ripartire da zero, era puntare su un personaggio non colpito
direttamente dallo scandalo, ma in grado di conoscere i “pulsanti”
della “macchina” di Moggi. Piazzarlo alle spalle di Alessio Secco, dopo
il tradimento di Capello, senza un incarico ufficiale, ma mettendolo in
condizione di agire liberamente, con pieni poteri di carattere
esecutivo. Per questo Bettega, come semplice “consulente”
dell’amministratore delegato Blanc, è risultato più determinante,
soprattutto nel momento della disperazione, di Cobolli Gigli, dello
stesso Blanc, di Secco e di Deschamps. E’ stato lui a costruire la
squadra per la Serie B, ed è lui il regista della formazione destinata
al ritorno in A, guidando Secco, come una “chioccia”, verso la completa
maturazione.

Carlo Nesti

 
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Intervista a Buffon

Post n°66 pubblicato il 17 Giugno 2007 da oronzocana555


Buffon: "Juve Scudetto"
«E' il pensiero stupendo per cui sono restato. E con certi rinforzi...».

Il
pensiero stupendo? «Che il gruppo aveva le potenzialità per vincere
ancora. Io ho la fortuna di stare con dei ragazzi speciali, si sa. E mi
sono immaginato il sapore del prossimo scudetto. E' più o meno lo
slogan della pubblicità di una carta di credito: certe cose non hanno
prezzo. E il sapore era delizioso».

Cosa resterà della B?
«L'orgoglio di averla vinta, dominata. Un purgatorio inevitabile: era
l'unico modo, agli occhi della gente, di far tornare simpatica la Juve».

Che Juve sta nascendo, Gigi? «Una squadra che mi piace: forte, competitiva».

Criscito. «E' il giovane difensore migliore del calcio italiano. Gli auguro di diventare come il mio amico Canna (Cannavaro,
ndr). È uno pronto subito. E un altro ragazzo mi convince: ma ce l'abbiamo già, Marchisio. Se gli danno spazio, tra
due
anni è in Nazionale. L'anno di B ha fatto capire alla Juve di avere
tanti ragazzi bravi, ma bravi davvero. Forse nessuno se li aspettava
così forti».

Gabi Milito? «Ne ho parlato con amici che ho
a Saragozza: mi hanno detto che è un fenomeno. A dire la verità mi
piaceva pure il fratello, Diego».

Tiago. «Lo conosco
bene. Gioca nel Lione ed è pertanto abituato a grandi livelli. Non è
una comparsa, ma un protagonista. Porterebbe esperienza».

Huntelaar? «So che fa tanti gol ma non lo conosco abbastanza. E' giovane e questo va a suo vantaggio».

Ammettiamo
per un istante che sia questa la campagna acquisti della Juve. «Farebbe
cambiare volto alla squadra, ci sarebbe un rispetto diverso nei nostri
confronti».

Due aggettivi per giudicare queste scelte, già fatte e possibili. «Azzeccate e intelligenti, un'ottima base di partenza».

Potesse
portare un giocatore alla Juve? «Facciamo due? Io vorrei tanto che
Pavel e Ale giocassero ancora come hanno fatto nelle scorse stagioni.
Non avremmo paura di nessuno. A me piace troppo il calcio. Ho quel po'
di intelligenza per capire che sono stato fortunatissimo nella vita e
non me lo dimentico mai. E questa è una riflessione che dovrebbero fare
in molti».

E' vero che è rimasto alla Juve perché nessun altra
società poteva permettersi il prezzo del suo cartellino? «No. Se volevo
andare, andavo. C'era un contratto, vero: ma avrebbe avuto senso tenere
un Buffon scontento?».

 
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Klaas Huntelaar ad un passo dalla Juve

Post n°65 pubblicato il 12 Giugno 2007 da oronzocana555

Ormai manca solo l'ufficialità, ma a già meta settimana Klaas
Huntelaar potrebbe essere il nuovo attaccante della Juventus. Classe
1983 (il compleanno è il 12 agosto) 'The Hunter' - il cacciatore - come
viene soprannominato in Olanda ha preso l'eredità all'Ajax di un certo
Zlatan Ibrahimovic. Sogno e rimpianto, al tempo stesso, della Vecchia
Signora. Sarebbe così di sedici milioni in tre rate l'offerta della
dirigenza bianconera per colmare il vuoto (ma si aspetta anche l'arrivo
di Rolando Bianchi mentre oggi potrebbe essere annunciato Vincenzo
Iaquinta) lasciato da David Trezeguet. Sembra ormai insanabile la
rottura tra il francese e i vertici della società di Corso Galileo
Ferraris dopo l'esultanza polemica di ieri pomeriggio nell'incontro con
lo Spezia. Sul giocatore ha pesato anche il giudizio positivo di
Claudio Ranieri, neo-tecnico juventino. Oltre al prezzo del cartellino,
decisamente più basso rispetto a quello del collega Gilardino (24
milioni di euro).

Fonte :Affari italiani

 
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