Creato da saliradalmare il 17/01/2010

Salirà dal Mare

qui giace l'amore che lega anche dopo la morte

 

un attimo

Post n°22 pubblicato il 18 Agosto 2012 da saliradalmare

- Andiamo a casa ho voglia di fare l’amore! – disse Jean chiudendo la portiera dell’auto.

Il letto già altre volte li aveva visti protagonisti, ma quella sera sapeva anche lui che sarebbe stato diverso, pensò a cosa avrebbe potuto fare d’unico azzerando le già frangibili difese.

Le loro bocche si cercarono affamate mangiandosi, consumando le lingue che contorcendosi imparavano il sapore.

Scivolò sul corpo di Isabelle ascoltando la tiepida necessità di calore.

Cominciò a baciare i piedi, mordendo la pianta, stuzzicando le dita, cercando la sua complice approvazione in quegli occhi luccicanti che, imbullonati, seguivano ansiosi le sue mosse. Baciò il dorso del piede, poi ancora le dita, per poi salire a mordere le caviglie, i tendini ed i polpacci. Rimase a lungo a perseguitare le gambe salendo fino alle cosce scorrendo verso l’orchidea, ma non la lambì, andando a mordere appena sopra il monte di venere, e poi lungo l’inguine respirando intensamente, annunciando col fiato la voglia.

Alzò lo sguardo leggendo sul volto il risultato del suo giocare, il sospiro iniziò a divenire più profondo, più intenso e rapido. Proseguì oltre giocando con l’ombelico, la pancia, per poi scorrere veloce attorno ai seni, le labbra poi volteggiarono attorno al collo, mordendo appena dietro ai piccoli lobi. Ridiscese passando sopra la bocca, ascoltando il respiro, enunciando solo il fiato, le lingue si sfiorarono appena colpendosi leggiadre.

La voglia di lei stava comodamente traboccando ed il suo corpo si agitava riscaldandosi nell’estasi del momento. Posò le labbra sulla pelle vicino ai seni cercando di arrivare ai capezzoli, indolente, per poi dolcemente accennarli di sfuggita con l’organo del gusto.

Un turbamento corse a briglia sciolta attraverso il fisico, ed un secondo più intenso del primo quando la bocca si chiuse inghiottendo il goloso pezzo.    

- Mi stai facendo morire… – stormì torrida, la voce spaccata dal respiro affannoso, infiammò il già caldo ambiente.

Fondò il mento sul monte di venere lasciando la dolce compagna che tremante cercava la sapiente lingua, poi scorrendo lateralmente all’umido antro, raggiunse l’orchidea accostandovi le labbra, insufflando il suo caldo sussurro ad accendere le fiamme.

Le mani di Isabelle corsero in soccorso appoggiandosi alla sua nuca, giocando con i lunghi capelli, e pressando per cercare il piacere, mentre la lingua: certa, perforante, umida e scivolosa, cominciava a saettare nel suo mondo.

Il profumo del suo sesso gli intasò l’olfatto, obbligando la sua bocca, drogata, a spingere addentrandosi nella voglia che bagnata d’umore era oramai prossima all’orgasmo.

Pure le dita giocavano il quel modo unico intenso e dolce. Abbandonò la calda amica per ricercare la bocca mentre appoggiò il membro senza penetrarla, facendolo scorrere lungo le labbra leggermente divaricate.

La morse,  succhiando la lingua, stirandola quasi a staccarla.

Lei urlò, nel momento in cui s’incastrò infilandosi nel suo fiore, strillò, quando l’orgasmo la raggiunse sconquassando l’anima, gridò, nell’attimo in cui inesorabile l’acme la sconvolse.

- Non fermarti… ti prego Jean, non fermarti Jean – disse obbligandolo a spingere ancora, cercando ora una gratificazione personale, voleva sentire il suo uomo godere. Un ultimo contemporaneo strepito, lungo e vibrante, fu la risposta al loro impegno.

La pace precipitò a frenare i battiti dei martellanti cuori, restarono uniti per alcuni minuti ascoltando la reciproca soddisfazione, le palpebre chiuse a trattenere il gesto.

 
 
 

una fragola

Post n°21 pubblicato il 18 Agosto 2012 da saliradalmare

Poco dopo ritornò sulla scena, coperto da un asciugamano annodato in vita. Un’insalatiera di fragole posata fra le lenzuola accanto al corpo adagiato, due coppe di champagne colme di frizzante nettare, il resto della bottiglia collocata nel secchiello del ghiaccio.

Si avvicinò prendendo in mano la coppa che gli veniva offerta, si sedette al suo fianco scivolando sul suo cuore per raggiungere i mirabili cristalli dei suoi occhi.

Un sorso di champagne, una fragola, un bacio, una carezza, e poi un altro sorso, un’altra fragola, ancora la sua bocca, le sue mani. Isabelle si tolse il bianco mantello mostrandosi nella sua superba bellezza, e ancora fragole mangiate sul nudo tappeto, champagne ad inumidire la pelle, scorrendo su di lei in piccole lacrime frizzanti, la bocca ad inseguire e le mani a cogliere l’attimo.

Il calore dei loro corpi lentamente si fuse in un balletto ritmato, le loro epidermidi si saldarono, i corpi si attorcigliarono nell’ebbrezza della danza. Ed ancora champagne a raffreddare le bollenti labbra, e fragole a marchiare con il rosso colore della passione il loro cuore, in un profumo di stelle, in un sapore d’abbandono.

I movimenti si fecero sempre più veloci ed intensi, nell’avvicinarsi all’estasi, nello sconvolgersi dell’acme detonata nei cervelli, spappolata fra neuroni impazziti, inseguita nell’alito caldo, mischiata nei sensi scompaginati del profumo di sussulto.

Aprirono gli occhi in contemporanea osservando la grata soddisfazione negli occhi del partner, leggendo il messaggio scolpito in fondo all’anima, ascoltando i battiti rallentare, il fiato riacquistare una cadenza regolare.

- Champagne o fragola? –

- Tu, solo ed esclusivamente tu! –

Si misero a ridere, di un riso strano: fra la gioia, l’ebbrezza e la voglia di guadagnarsi ancora un altro piacere, nell’attimo in cui i loro occhi si scontrarono diventando profondi e seri di brama.

Le dita ghiotte chiesero di poter giocare sulla pelle bagnata, gustandone il morbido gusto, assaporando l’intenso sapore.

La luce della luna apparve dalla finestra, congedandosi rapida al saluto del sole nel levarsi quotidiano, l’alba restituì il riposo alle stanche membra dei due amanti.

 
 
 

d'io

Post n°19 pubblicato il 17 Marzo 2011 da saliradalmare

 

una recensione da urlo

Opportunamente premunito dietro spinoso consiglio, mi sono recato al parco, zona isolata, occhiali da sole...mare nero prontamente quietato per l'immersione....un tuffo in apnea tra mareggiate di solitudini e grida violentemente soffocate, danza tra stelle germoglianti e spettri di una pace perduta, l'affannosa ricerca con cuore di lupo di quella sensazione che non può essere vissuta due volte nella vita....contrazioni dilanianti prigioniere di parole impronunciabili poichè invivibili ed incomprensibili ai più...un barlume di redenzione ma non di oblio poichè quegli occhi giacciono sopiti nell'anima dove non fanno più male ma perennemente saranno il metro di ogni altra emozione del vivere finchè nuovamente sarà incontro di occhi negli occhi.
Male, l'aver ceduto alla lusinga tentatrice, una cicatrice indelebile senz'altro. 
[Scheggia Nera]


Una stella polare è per sempre.

questo mi ha scritto un Amico dopo aver letto il mio libro,

grazie mi hai lasciato senza fiato,

poche persone ci riescono, poche volte mi stupisco...

questa volta sì...

romanzo

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ferita

Post n°16 pubblicato il 25 Dicembre 2010 da saliradalmare

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e

Post n°15 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da saliradalmare

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se fosse stato solo un sogno?

non avrei mai dovuto svegliarmi.

 
 
 

dal corvo

Post n°14 pubblicato il 29 Novembre 2010 da saliradalmare

ti amerò per sempre ...

solo per sempre?

.

.

.

già ... solamente per sempre

 
 
 

nel vento ... solo l'aroma

Post n°13 pubblicato il 11 Novembre 2010 da saliradalmare

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mare

Post n°12 pubblicato il 10 Novembre 2010 da saliradalmare

calpesto questo mare
accarezzando ogni stilla
che trasuda ancora
il fiore nero dei miei giorni
migliori ...

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nuovamente

Post n°11 pubblicato il 08 Agosto 2010 da saliradalmare
 

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ma non riesco nemmeno ad odiarti

forse perché ti amavo davvero

 
 
 

clessidra

Post n°10 pubblicato il 12 Luglio 2010 da saliradalmare

piccoli sassi rotolano in una clessidra

fatta di fluidi concetti,

è difficile scorgere nella notte

quello che la sua oscurità cela,

ma è facile sentire che c'è...

 
 
 

aquali

Post n°8 pubblicato il 02 Luglio 2010 da saliradalmare

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trAMA

Post n°7 pubblicato il 19 Maggio 2010 da saliradalmare
 

La storia si dipana in due spazi temporali diversi, il protagonista rivive una storia del suo passato attraverso le vicissitudini del presente. Non cerca giustificazione a ciò che è diventato, ma attraverso una catarsi indotta ritrova le origini del suo essere, e involontariamente il significato dell'amore. Jean è arrivato in un luogo che detesta sin dal primo istante, il lavoro non è quello che vorrebbe, il paese è lontano dai suoi parametri vitali, ma lentamente attraverso il rapporto con Emanuela scopre la vera natura di sè. Questo viaggio avviene su istigazione della ragazza, che incalza l'uomo a narrare e a ricordare quanto è sepolto sotto cumuli di spazzatura. Il cammino è difficile e doloroso, e piangendo lo percorre sino alla verità finale.

 
 
 

e se fosse stato solo un sogno

Post n°4 pubblicato il 25 Aprile 2010 da saliradalmare

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che motivo avrei di sognare ancora

 
 
 

immagina

Post n°3 pubblicato il 15 Aprile 2010 da saliradalmare

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in stampa

Post n°2 pubblicato il 02 Aprile 2010 da saliradalmare
 

stiamo per accompagnare le lacrime

al loro sogno

diventare parole

graffiate sulle pagine di un libro.

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Jean

Post n°1 pubblicato il 28 Marzo 2010 da saliradalmare

Jean,

quello era il suo nome,

d’origini francesi:

si alzò passando affianco alla donna,

non si dissero nulla,

perché solo il nulla era il loro mezzo per comunicare;

gli occhi si

cercarono,

trovarono,

smarrirono,

compiacquero

di essere accesi

nel vivido bagliore.

 
 
 

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Aronne Micael Belial

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