Creato da tanganica0 il 25/12/2008

Il mio mondo

di tutto un po'

 

Egitto

Post n°26 pubblicato il 09 Febbraio 2010 da tanganica0

 
 
 

Il giorno della memoria

Post n°25 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da tanganica0

 

Se dimentichiamo quanto accadde

dimentichiamo noi stessi



 

 
 
 

Donna di Germa (Libia)

Post n°24 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da tanganica0

 
 
 

In viaggio: dedicato a te

Post n°23 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da tanganica0

 

Non c'è viaggio se non condiviso, non c'è bellezza se non assaporata assieme, non esistono albe e tramonti se non visti con i nostri occhi, non esistono ricordi se non sono nostri.

Ogni viaggio è un'avventura, un'esperienza nuova, un sogno che abbiamo coltivato assieme e che assieme, attimo dopo attimo, condividiamo.

Insieme è la parola che per me deve accompagnare ogni viaggio, insieme a te ogni viaggio diventa indimenticabile, così come il tuo sorriso, la tua gioia.

Insieme a te so che non ci sono difficoltà, tristezze, paure, insieme a te ogni viaggio è un sogno che si scioglie nella realtà.

Svegliarsi ogni giorno sapendo la felicità che mi attende,addormentarsi con negli occhi immagini che diventano solo nostre.

Vivere ogni attimo con gioia perchè sei lì accanto a me, guardarti mentre guardi il mare, conoscendo i tuoi pensieri perchè sono anche i miei.

Grazie per esserci, grazie per i tuoi sorrisi, la tua comprensione, grazie per darmi la felicità di questi sogni che sono realtà,.

Grazie compagna di viaggio e di vita

 
 
 

Deserto libico

Post n°22 pubblicato il 13 Gennaio 2010 da tanganica0

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 Il deserto: libertà e solitudine

 
 
 

Sri Lanka

Post n°21 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da tanganica0

Lo sguardo di chi ha tanto visto e vissuto

 
 
 

Provenza - Le Chateau d'Allemagne

Post n°20 pubblicato il 20 Dicembre 2009 da tanganica0

Colori e atmosfere in Provenza

 

 
 
 

Libia - Sabrata

Post n°19 pubblicato il 19 Novembre 2009 da tanganica0

 

 
 
 

Ricordo di Berlino Est

Post n°18 pubblicato il 10 Novembre 2009 da tanganica0

 

Era quasi Natale, il 22 dicembre 1982 ed il lavoro volle che mi trovassi nella sfavillante ricchezza di Berlino Ovest.

Non mi aspettavo quella profusione di luci, quell'opulenza ostentata in ogni vetrina, quell'ammucchiarsi di festoni colorati, eppure il consumismo natalizio era ormai diventato una regola, quasi una legge.

Nel mio immaginario Berlino era un'altra cosa, non era quello schiaffo alla povertà, quel disprezzo per il denaro, la mia mente macinava un'altra Berlino ed un'altra Berlino c'era e mi aspettava mentre stavo seduto in un triste vagone della sotterranea.

Eravamo pochi in quel vagone diretto ad Est ed io l'unico straniero che volgeva lo sguardo verso quelle poche anime dimesse, la testa abbassata sul pavimento sporco.

Al Check Point ci fecero scendere.

Controllarono i documenti, mi perquisirono con cura obbligandomi a cambiare dei marchi, imponendomi di spenderli "di là".

Non ero preoccupato, ero semplicemente triste.

Davanti a me, una donna anziana vestita d'un vecchio e liso cappottino nero. Una sciarpa di lana le fasciava i capelli. Teneva in mano una borsaccia di plastica trasparente e si vedevano patate e rape di un colore scuro che noi avremmo sicuramente disdegnato.

Le guardie perquisirono quella borsaccia come fosse la refurtiva di un deliquente da strada e faceva male guardare mentre vi frugavano dentro.

Ma la cosa più triste fu lo sguardo di quella donna vestita di nero. Quegli occhi che temevano la sparizione di quel "Ben di Dio" mentre si avvicinava il Natale.

La lasciarono andare in compagnia della borsaccia di plastica.

Mi avviai dietro a lei e salii le scale umide. Ero a Berlino Est.

Non era tardi ma era già buio. Buio il cielo, e buia la città. Uno schiaffo pensando a quanto mi ero lasciato alle spalle "dall'altra parte".

Poche vetrine , dove lampadine polverose illuminavano a stento il nulla.

L'umidità della strada era rischiarata a stento dai lampioni. Un cerchio di luce giallastra ogni tre lampade.

Non sapevo dove andare nè cosa fare.

Ero praticamente solo coi miei passi mentre i rari passanti sembravano ombre.

Avevo in tasca le monete scambiate e non sapevo come e dove spenderle. Povere monete, finirono in una tabaccheria in cambio di tre pacchetti di sigarette senza filtro, infumabili. Tre pacchetti dall'aria triste e afflitta come quella del commesso con gli occhiali che li raccattò sullo scaffale. Non c'era altro.

Mi metteva angoscia quella città, metteva ansia e soprattutto dolore quando incontrai lo sguardo di quell'unico bambino che incrociai per via. Teneva la mano a suo padre, un cappottino striminzito ed un berretto troppo largo per quella testolina.

Alzò per un attimo lo sguardo verso di me e non era lo sguardo di un bimbo che aspetta il Natale. Quegli occhi non aspettavano nulla.

Mi affrettai verso la metropolitana. Dovevo tornare.

Mi fermarono i poliziotti per controllare come avevo speso quelle povere monete. Lasciai loro le sigarette ma non mi riuscì di augurare Buon Natale, mi tornava in mente la vecchia signora di nero vestita con la sua borsaccia di rape e patate.

Risalii verso le luci sfarzose e fu come rivivere. Ma fu solo un attimo.

Provai fastidio e quasi rabbia nel vedere la gente col naso incollato alle vetrine dove decine di luci colorate illuminavano il tutto.

 

 

 
 
 

Gatto argentino

Post n°17 pubblicato il 03 Novembre 2009 da tanganica0

 
 
 

I volti dell'Egitto

Post n°16 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da tanganica0

 
 
 

Kenya

Post n°15 pubblicato il 02 Ottobre 2009 da tanganica0

 
 
 

Kenya - Pescatore

Post n°14 pubblicato il 18 Settembre 2009 da tanganica0

 
 
 

ancora in Kenya

Post n°13 pubblicato il 06 Settembre 2009 da tanganica0

 
 
 

Kenya

Post n°12 pubblicato il 31 Agosto 2009 da tanganica0

 
 
 

L'airone di Asdu

Post n°11 pubblicato il 28 Luglio 2009 da tanganica0

 
 
 

Matrimonio a Delhi

Post n°10 pubblicato il 06 Luglio 2009 da tanganica0

la splendida sposa

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Omaggio al mare

Post n°9 pubblicato il 18 Giugno 2009 da tanganica0

 

 

 
 
 

Sud Africa - La bellezza degli animali

Post n°8 pubblicato il 10 Aprile 2009 da tanganica0

 

 

 
 
 

E' buia la notte in India

Post n°7 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da tanganica0


Dal ventesimo piano dell'Oberoi Tower appare come un semicerchio quasi perfetto con un milione di luci tremolanti a far da contorno.
Non sembra un luogo reale, ha più l'aspetto di una cartolina. Di quelle che si guardano sempre e non si comprano mai.
E' buio sul lungomare di Bombay.
Continuerò a chiamarla così, mi indispettisce che le abbiano riaffibiato il vecchio nome di Mumbay, mi sembra quasi si vogliano cancellare le escrizioni di Kipling e costruire una modernità al contrario.
E' buio sul lungomare e il caldo appiccicoso, soffocante.
I lampioni sono distanti fra loro e la poca luce deforma cose e persone.
L'asfalto del marciapiede lo senti ancora bruciare sotto le scarpe e dal mare un'aria quasi cattiva non ti abbandona mai. Non so perchè ho lasciato la mia camera confortevole e fresca e neanche voglio trovarne il motivo.
Sono sceso in strada e basta.
E' tardi, pochi turisti si guardano intorno con aria desolata e impaurita.
Forse han timore di questa umanità che incontri camminando e per la quale il lungomare e il marciapiede caldo e sbrecciato è casa, tempio. vita.
Non riesco a fare molti metri senza che qualcuno mi offra o mi chieda qualcosa. Uomini, donne, bambini in qualche modo devono vivere.
Continuo lentamente a camminare guardando questa umanità che vive o che dorme sdraiata in terra con un cencio come cuscino e, come sempre, mi afferra una sorta di vergogna.
Mi sforzo di non pensare a quello che ho, a dove vivo e soprattutto a come vivo.
Quanti sentimenti e sensazioni contrastanti si provano percorrendo quel marciapiede buio.
Quante cose si imparano se le sai e le vuoi vedere.
Qualche rupia per te con quel sari rosso, qualcun'altra a te vestito di stracci e a te che corri scalzo su quell'asfalto che ancora scotta.
E da ognuno di loro un grazie a mani giunte, una benedizione e un sorriso come se la loro vita fosse la migliore che un essere umano possa desiderare.
Vivo questo momento come vivo sempre l'India, non con la ragione, non razionalmente ma con l'istinto e col cuore.
La ragione non mi farebbe comprendere il mondo che vedo, l'istinto, il cuore me lo fa accettare per quello che è.
"Avrebbe potuto anche essere peggio ma il Dio che prego ogni mattina è stato benevolo con me", me lo disse un mendicante cui avevano amputato le braccia per poter far più breccia nel cuore dei passanti. Viveva da sempre in quell'angolo di marciapiede, era il suo mondo e non c'è mai stata una mattina che vedendomi non mi abbia sorriso nè mai mi ha fatto pesare la mia fortuna.
E' buio e caldo sul lungomare di Bombay è tardi ma sento ancora bambini giocare e ridere mentre quel vecchio in terra non ha ancora cambiato posizione e....non la cambierà più.
Si vive e si muore così in questa città che non si ferma mai e che continua a ribollire in ogni ora del giorno e della notte.
E' buio sul lungomare di Bombay, alzo lo sguardo e in fondo si scorgono fasci di luce, sono le luci della ricchezza.......ma questa è un'altra India

 
 
 
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