ALLA PROSSIMA, EVENTUALMENTE,
POICHÉ MI FERMERÒ
A TEMPO INDETERMINATO.
A TUTTI UN SALUTO
E UN AUGURIO DI BUONA VITA.
ALLA PROSSIMA, EVENTUALMENTE,
POICHÉ MI FERMERÒ
A TEMPO INDETERMINATO.
A TUTTI UN SALUTO
E UN AUGURIO DI BUONA VITA.
Incantiamo le rose
Chiameremo giorno
uno spicchio di vita rubato all’eterno.
Silenzioso incontro.
Insonni ancora al grido dell’alba
stanchi eravamo e troppo soli
tristi giardini dentro i nostri cuori.
« Incantiamo le rose col nostro amore:
non senti ebbra la primavera? »
Al mio canto ti unisti... leggera.
Equipaggio
Schierati stanno i sogni
in coperta
seguendo
i loro venti e navigando.
Ma niente informazioni
sulla rotta: nessuna carta
a bordo
a indicare
coscienti di un destino
sconosciuto.
E tanti in breve finiranno:
esaleranno
in acque di frontiera.
Il resto giungerà
per altri mari
a cieli azzurri e nuovi paesi.
Ma pure svanirà in luoghi
lontani
finché non resterà
un sogno solo
sopravvissuto
a tutte le tempeste
a tutti i soli
a tutte
le paure ai tanti agguati.
Forse una voce
La troverai per strada
dove il viaggio finisce
dove tutto si perde o si dilegua
dove sembra non esserci più strada.
La sentirai distinta
quando il sole tramonta
quando anche una lacrima si nega.
La troverai altrove
dove muoiono i sogni al sognatore
e la certezza perde la sua forza.
La troverai.
E anche se non pensi di trovarla
ti cercherà d’istinto
in ogni forma che speri d’inventare.
La troverai al mattino
alzandoti alla meglio
o con la mente stanca se di sera.
Allora avvertirai un sussulto
forse una voce.
La troverai... la forza della vita... sempre.
S E R E N O W E E K E N D
Il sole
incendia i nostri volti
È un sole che immagino
al tramonto sopra un colle
o a filo d’orizzonte
sul baratro del mare.
Intorno è la città indifferente:
suoni
colori
un giorno sul finire
lavoratori che a casa si torna.
E c’è un sole
che incendia certi volti…
È da supporli tanto innamorati
se infine m’ispirano dei versi
benedicendo il mio fantasticare.
“Il sole incendia i nostri volti”: lo lessi come titolo di un manifesto pubblicitario affisso a un muro, anni fa, e l'ho sempre ricordato…
Torna il sereno
Marzo pazzerello
si avverte ancora straripando
in un complice aprile
capriccioso.
Ma il tempo cambia:
dopo la pioggia di stamani
il nembo si è incamminato
verso un altrove
distante da questi luoghi
e un magnifico sole
irradia la sua provvida luce
sopra ogni cosa.
È un'ora del giorno in cui tutto
sembra comporsi nella pace
secondo un ordine assegnato
e in quella pace il mondo riposa.
Un vecchio libro
Riponilo nel giusto suo scaffale
che lo accarezzi la polvere degli anni.
Non sfogliare non richiamare
un tempo ormai passato
né cause che allora tu abbracciavi.
Riponilo con tutte le memorie
che se rilette darebbero languore.
Il tempo è lama silenziosa:
ritorna strisciando da lontano
affonda in modo lento e tocca il cuore.
Amici ancora
Invero non li abbiamo mai perduti.
A volte si fanno addormentare
per non soffrire l’insonnia della vita.
Neanche sono ciechi
e hanno i loro occhi luminosi.
In luoghi silenziosi li serbiamo
appena la giornata ci costringe
o quando siamo stanchi di sognare.
E se di notte in vena li destiamo
ci parleranno per alcuni istanti
fin quando non subentra la ragione…
Allora lentamente se ne andranno
lasciandoci confusi e razionali.
Ma i nostri sogni non sono storie morte:
ammiccano guardando di sottecchi
seguendoci da presso. E amici ancora
c’invitano al banchetto della vita.
Il giro della sera
L’aria ha bocche affettuose
ma quel che vedo è vuoto.
Scopro le tracce di una nuova
tristezza: il dolore
non è una rarità
ha successo più del pane.
In verità la sera
mi piace sentire
l’intenso traffico che non si vede:
è segno d’aver fratelli.
Disteso
Giornata di vacanza in riva al lago
e qui alleviare
la tenera segreta mia stanchezza
celata al vento al sole che m’intride
al monte variegato che si leva
muto guardando un esule di mare.
Un’anima sospende silenziosa
e tersa il cielo imbianca
il sole oscura.
Mormora vicina un’acqua franca
io mi disperdo nel giorno canoro.
E miro in alto all’anima sospesa
che lenta passa e in sé mi porta via
ma romba il sole
il vento la sfilaccia
e la memoria vindice ritorna
a rammentarmi già chiome d’argento.