SIAMO ALLA DERIVA
Sono passati più di 600 giorni dallo scempio del 7 ottobre. Sono passati più di 600 giorni da quando un governo ha iniziato a bombardare ed occupare il territorio confinante. In tutto questo si stima che almeno 54.000 sono state le vittime, per lo più civili, di cui si contano almeno 20.000 bambini. Da subito sono stata colta da un risentimento per quell'atto barbarico del 7 ottobre, da subito, però, mi sono resa conto che quel governo avrebbe speculato sull'evento, per concludere quello che lentamente, caparbiamente e subdolamente (ma non tanto) aveva già messo in atto in tutti questi anni colonizzando, anno dopo anno, un territorio conteso: dopo aver ristretto una popolazione di più di 2 milioni di persone in una riserva di 360 kmq, ora, per quell'atto scellerato di 600 giorni fa, ha pensato bene di decimare, affamare e deportare un intero popolo: è un genocidio che non si fermerà.
Ed oggi, palesemente, affermano che non ci sarà mai uno stato per i nativi.
Un governo fortificato dallo spalleggiamento di un presidente di una nazione che, guarda caso, sta provando a costringere università prestigiose a fare epurazioni nelle fila degli studenti stranieri additandoli come sovversivi in quando non allineati al suo pensiero. Quando l'intelligenza terrorizza, il furbo tenta di abbassare il livello culturale: ma questo, a noi italiani, è ben noto.
Auschwitz, Chelmo, Belzec, Treblinka, Sobibor non hanmo insegnato nulla o, forse, hanno insegnato quali altre strade percorrere.
L'orrore ritorna sempre: cambiano gli attori e forse si ribaltano le parti.
È orrendo tutto ciò!