//it.wikipedia.org/wiki/Michelangelo_Merisi_da_Caravaggio
Caravaggio si serve principalmente di due
mezzi; della luce e della composizione. Egli, come è noto,
immerge le sue scene nell'oscurità, investendole di un getto
violento di luce radente, in modo che alcune parti soltanto
affiorino dalle tenebre nella luce. Questa, creduta fino ad oggi,
e forse dagli stessi suoi seguaci una trovata realistica fu, caso
mai, una concessione alla fantasia - come pare la intepretasse lo
stesso Rembrandt - ma soprattutto una ricerca di unità e stile:
un mezzo a mettere in valore certe cose. facendole affiorare
nella luce e ad eliminarne nelle tenebre altre secondarie,
inutile o dannose ad una concisa rappresentazione.
L'altro mezzo che il Caravaggio impiega per
raggiungere l'unità stilistica riguarda, la composizione del
quadro. Per il primo Michelangelo aveva decisamente spezzato la
secolare uniformità degli schemi compositivi a linee e piani
paralleli "al quadro", e aveva mostrato quante maggiori
risorse di movimento e di energie offrisse l'impostatura,
diciamo, in tralice di certe sue figure; risorse che il
Tintoretto aveva spinto al colmo, limitandola però anche lui
troppo a singole figure isolate.
Era riserbato al Caravaggio di coronare la
geniale iniziativa dei suoi precursori estendendo questo stesso
sistema costruttivo a tutta quanta la compagine, in modo da
ottenere in un sol tratto, con sintesi insuperata, il massimo
risultato di senso plastico e dinamico
Marangoni