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CrepitioAutunnale

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Ariete

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ultimo accesso: 16 dicembre

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Giulia mi accarezza la guancia e si avvicina all'albero di tiglio al centro del giardino. Le sue gambe volteggiano e i piedi nudi danzano sull’erba tagliata di fresco.

Un lieve profumo riempie l'aria.

Si volta e mi sorride. «È ora di andare.»

Un raggio di sole tra le fronde le illumina il viso.

Mi mordo il labbro inferiore, non posso fare a meno di guardarla. È così bella: i lunghi capelli raccolti in una treccia che ricade sulla spalla, la scollatura dell’abito leggero, quella piccola cicatrice sopra al seno, gli occhi grandi…

Già gli occhi, non riesco già più a distinguerne il colore e i lineamenti si stanno dissolvendo. È sgradevole, so che sono i suoi ma potrebbero essere quelli di chiunque altro.

Odio questo momento.

La raggiungo e le cingo i fianchi. «Resta ancora un po’.»

«Non possiamo.» Mi abbraccia.

Deglutisco, il suo corpo è ormai impercettibile, eppure mi sembra di sentirlo e il battito del mio cuore accelera.

La bacio.

Giulia mi stringe e mi offre le sue labbra, sono fredde, sta scomparendo.

Tiro il fiato come all’uscita da un’apnea, ci metto un po’ a riempirmi i polmoni. La luce nella stanza è troppo forte, sono fradicio e il mio stesso odore mi urta.

Svegliarsi è ogni volta più difficile.

Dove sei Giulia?

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Marta si alzò da tavola e volteggiando nel suo abito leggero si affacciò alla terrazza.

La serata era afosa e densa.
Enrico buttò giù le due dita di vino che gli restavano nel bicchiere e la raggiunse.
L'ombra di una nuvola passeggera offuscava la Luna. Sotto di loro le viuzze del centro erano deserte, illuminate dalle luci ovattata dei vecchi lampioni.
Marta si girò leggermente e accennò un sorriso. "Stavolta avevi ragione".
Enrico scosse il capo e si morse il labbro. "Su cosa?"
"Bologna d'estate è bellissima".
"Lo vedi? È un po' come se mi appartenesse," disse e le cinse i fianchi "ma stasera è nostra".
"Come in un sogno". Marta inarcò la schiena e spostò i capelli che le cadevano sulla spalla, sapevano d'albicocca. 
Enrico le baciò il collo e la tirò a sé. 
Marta cercò le sue labbra.
Lui fece scivolare la mano sul vestito, le accarezzò il seno e lo strinse. 
Marta sospirò... 

 

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