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Profilo BACHECA 75
MEDITAZIONE II
Era difficile per me dare una definizione di meditazione. Storicamente è un concetto estraneo alla cultura occidentale e ho notato che era più facile dire cosa essa non fosse.
Alla fine ne ho trovate un paio che per ora mi soddisfano:
la Meditazione è uno stato di quiete corporea che dà al meditante accesso alle sue percezioni fisiche, emotive, psicologiche e spirituali in modo diretto.
MEDITAZIONE I
è uno dei più bei regali che ho ricevuto. Per moltissimi anni l’ho custodita senza capirne il valore. Tramite un uomo l’ho appresa e tramite un altro, molti anni dopo, ho capito che stavo coltivando un tesoro.
Anche per comprendere la meditazione, la relazione l’ho trovata fondamentale: prima l’esperienza personale in solitudine e dopo un confronto fraterno. Un arricchimento continuo in tutti i sensi; per me un’esperienza cruciale.
OSSERVARE
l’osservazione è una attività più precisa dell’ascolto, e normalmente le succede nel tempo.
Prima ascolto ciò che c’è, fin dove arrivo, quello che posso, con molta leggerezza. Nell’osservazione poi ricerco collegamenti e connessioni, come il pilota di un aereo che sorvola un continente per la prima volta e scopre le distanze fra fiumi, montagne, ruscelli e colline.
A tratti queste connessioni emergono già nell’ascolto, in altri casi no, e allora sento il bisogno di una attenzione più focalizzata, meno libera e più profonda, sempre nella quiete e nell’apertura su possibilità che ancora non conosco.
Il senso di onnipotenza, la scelta tragica che lascia una traccia indelebile, forse incurabile, forse.
Straordinaria la presenza mentale. Senza passato, senza futuro. Solo l'adesso, come nell'amore
Vitalità, anche quando intorno sembra andare diversamente da come si vorrebbe 😍
Una notte di tango indimenticabile ❤️
ASCOLTO
l’ascolto è una attività che arricchisce, mi piace molto; la sento molto libera, leggera, senza finalità. In questa noto curiosità, affetto, gioia.
La mia attenzione si posa di volta in volta su qualcosa di interno (sensazione, emozione, sentimento) o di esterno (suono, profumo, colore o contatto), senza fretta, senza la preoccupazione di percepire ogni cosa; so già che molti dettagli mi sfuggiranno.
Quando nell’ascolto riesco a combinare più sensi contemporaneamente (esterni ed interni), il tempo svanisce e smette di scorrere, come sospeso; l’Ego riduce la sua attività e la Presenza si dilata e riempie lo spazio.
I CONFINI
È sano quando metto dei confini nelle relazioni: limito connessioni inopportune; evito l’invasione, mi prendo gli spazi di cui ho bisogno.
Quando non capivo cosa fossero i confini, quali fossero i miei: invasioni ed abbandoni erano inevitabili, la sofferenza enorme. Quando la distanza era troppa, percepivo un senso di abbandono; quando era poca, invece sentivo un soffocamento.
Tra questi due estremi c’ero io, turbato, confuso nel mio offuscamento.
Avevo estremo bisogno di amore, cercavo riconoscimento, connessione, affetto, occhi che mi guardassero.
Non sapevo come fare, mi sentivo perso. Ora so che posso imparare ciò che ancora non so, anche a mettere i confini.