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( ... risonanze simpatiche.. ) 

 

 

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Il cielo senza le nuvole bianche sarebbe un inquietante stargate verso l'inimmaginabile. 

Le nuvole bianche sono la nostra barca a vela, il nostro aliante. 

 

 

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LA STORIA DELLA LIRA ITALIANA

La Lira italiana è stata la valuta ufficiale del nostro Paese sin dal 1861, anno in cui è stata dichiarata l’indipendenza. Le sue origini risalgono all’VIII secolo dopo Cristo quando venne coniata per la prima volta dalla Repubblica di Venezia, esattamente nel 1472.

La moneta entrò in uso in tanti Stati preunitari, continuando a essere coniata in diverse forme, fino al 1806, anno in cui il Regno d’Italia Napoleonico adottò la lira italiana come valuta ufficiale, secondo un sistema decimale bimetallico.

Il nome Lira deriva dalla parola greca litra, un’unità di misura ponderale e monetale in uso agli Italioti (1) e ai Sicelioti (2) già a partire dal V secolo avanti Cristo. La litra venne introdotta con l’obiettivo di facilitare gli scambi commerciali con le popolazioni indigene.

Con l’unificazione d’Italia del 1861, per conciliare i vari sistemi monetari, si decise di optare per il bimetallismo: una soluzione ispirata al modello del franco francese, da cui furono riprese le dimensioni delle monete e il cambio di 1 a 15,50 tra oro e argento.

________________________

 

                (1)  Italioti - così i greci chiamarono i popoli della Magna Grecia (Basilicata,       

                       Calabria,Campania e Puglia, questa già Apulia)

                (2)  Sicelioti - Sicilia

                                             ; nel nome di "Italia"; checchè se ne vuol dire del suo Sud

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Lupus et agnus

 

Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi. 
   (Ad una stessa chat un lupo ed un agnello erano giunti, spinti da diverso animo)
Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. 
   (Sullo scranno più alto s'era subito seduto il "lupo" [?], distante e accovacciato l'agnello [" "])
Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit:
  ( Allora il bullo spinto da insulso protagonismo, "quia ut luceant..." )
"Cur -  inquit - turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?" 
   ( ... omissis )

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Un albatro con l'oceano negli occhi. La sua musica. 

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Copio qui un bel suggerimento musicale;  da "silenzioso_vero" .

https://itllyrics.com/dustin-tebbutt/home/  (la traduzione in italiano)

 

La Speranza è un bombo in volo. 

                                                               [ il battito d'ali di un bombo ha una frequenza di 230 battiti al secondo,

                                                                 cioè 5 volte superiore a quello di un colibrì ]

 

          

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Se io Vi dicessi che, da ragazzino, ho ascoltato dialoghi fatti con i canti, tra un gruppo di donne chine a sarchiare a zappetta il grano tenero, in un podere, ed un altro gruppo simile a simile o affine attività impegnato, in altro podere distante a tiro di canto (benché squillato oltreché intonato, il canto), non mi credereste;  così.. non ve ne dico. Ma a me resta il ricordo, pur tenue (ero appena un ragazzino) di quella goliardia -nonostante la fatica e il sudore-, resta la magia dei versi di quella poesia popolana e campagnola.

Cantare lavorando .. sembra oggi quasi impossibile che possa esser mai successo.

 

Nulla di più di un riverbero mnemonico, questo paragrafo; bagliore d’altre luci o altre attese o altre quotidianità

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