Un sussurro di velluto, modellato dalle mie labbra in un corteggiamento effimero. Parole che scivolano dalla mia bocca, sulla tua gola, come miele avvelenato.
Ogni complimento è un ricamo di bugie, tessuto con fili dorati di malizia, un abito che aderisce alla pelle dell'ego, luccicante ma troppo stretto.
Non cercare verità, ma il brivido fugace di un sorriso complice, l'ebbrezza di sentirti desiderata, anche solo per un istante.
Il gioco del gatto che ti solletica con un artiglio, promettendo calore, ma sta solo calcolando la distanza.
Una danza di parole vuote ma impeccabili, monete false di un tesoro fasullo: abbaglio ma non arricchisco.
Non resistere. Lo sai che è un inganno, ma io ti offro la magia di sentirti, almeno per un attimo, l'unico specchio in cui valga la pena riflettersi.