Leggere certi “macachi”, cosa dicono e come scrivono, sancisce la sconfitta della tecnologia.
Una tecnologia che permette questo scempio senza porre filtri.
Leggere certi “macachi”, cosa dicono e come scrivono, sancisce la sconfitta della tecnologia.
Una tecnologia che permette questo scempio senza porre filtri.
Privi di empatia. Non è solo la noia, ma anche la distanza fisica, amplificata da internet, che ci rende quasi anestetizzati e incapaci di provare emozioni.
I social, privi di moderazione, oltre ad essere il megafono dell’ignoranza e dell’idiozia, rendono tutto sintetico. Irreale. Finto.
La violenza sul web e sul monitor è assimilabile a quella di un film, non fa effetto.
Gli insulti ad un profilo, ad un account, non sembrano così pericolosi.
Cosi come il bullismo che colpisce chi è dall’altra parte del monitor non fa male a nessuno perché si tratta di un gioco.
Così il razzismo, la misoginia, l’omofobia.
E’ tutto edulcorato, fa parte tutto di un grande scherzo innocuo che diverte il tempo necessario allo spasso, prima di passare ad altro.
Quando ci scappa una disgrazia, si tratta di uno che non abbiamo mai visto, né sentito, un account nella rete, quindi “irreale”, “finto”. Non esiste.
La malattia del secolo è la disumanizzazione, e probabilmente internet è uno dei migliori propagatori, ma non la sola causa.
LM
Aprile 2019
Accendo la tv e guardo Notre Dame che brucia.
Che fastidio vedere le fiamme che mangiano la storia, poi cambiare canale e imbattersi nel Grande Fratello e alla fine non capire quale sia il danno maggiore inflitto alla civiltà