10 aprile 2020, venerdì Mi sveglio come ogni mattina e, dato il
tepore preannunciato dalle previsioni del tempo, esco sul
terrazzo.
È un giorno diverso. Non vedo il solito viavai di chi si sposta
per l'ultimo giorno di lavoro e poi via, al mare.
Vedo arrivare quattro motociclette, due da un lato, due
nell'altra corsia: sono poliziotti. Vanno piano, sento il rombo
dei motori, si guardano attorno. Che effetto!
Rimango immobile, come la città nelle case. Come la gente in
questo periodo.
Dicono che passerà e mi auguro accada in fretta. Questo
isolamento non mi sta aiutando né a conoscermi o riscoprirmi né
ad amare di più il prossimo. Sta salvando vite, certo. E speriamo
che quando finirà tutto qualcuno si ricorderà che siamo
tutti nella stessa barca...