Su vieni a gioir dei sensi
Non chieder il mio nome
e dimentica i problemi
Accedi alle mie carni
e il tempo fermerai
Stallon ignaro che
giungi ad abbeverati
Placa la tua smania
Soddisfa la tua sete
Su vieni a gioir dei sensi
Non chieder il mio nome
e dimentica i problemi
Accedi alle mie carni
e il tempo fermerai
Stallon ignaro che
giungi ad abbeverati
Placa la tua smania
Soddisfa la tua sete
Perché senza di te io sono niente
Come una folata di vento caldo... mi accarezzi per poi svanire...
Cerco di trattenerti... ma sei vento... e vai oltre...
Così resto solo... ad attenderti...
A quanti momenti di gioia rinunciamo per la paura delle nostre emozioni…
Quante volte abbiamo riso insieme
Mentre giocavamo come fanciulli
Quante lacrime trattenute
Mentre navigavi mari sconosciuti
Quanta voglia di fuggire in me freme
Mentre guarda l’infrangersi dei flutti
Quanto sale ho mangiato
Mentre cercavo un volto conosciuto
Quante volte e poi
Tutte le volte di Noi
“Ma se i morti infinitamente dovessero mai destare un
simbolo in noi,
vedi che forse indicherebbero i penduli amenti
dei noccioli spogli, oppure
la pioggia che cade su terra scura a primavera.
E noi, che pensiamo la felicità
come un’ascesa, ne avremmo l’emozione/quasi sconcertante,
di quando cosa ch’è felice, cade”.
Elegie Duinesi,X – R. M. Rilke
Liberiamo gli schiavi che si credono liberi