Ambedue non avevano alcun ritegno alle mutue prodigalità della carne e dello spirito. Provavano una gioia indicibile a lacerare tutti i veli, a palesare tutti i segreti, a violare tutti i misteri, a possedersi fin nel profondo, a penetrarsi, a mescolarsi, a comporre un essere solo.
– Che strano amore! – diceva Elena, ricordando i primissimi giorni, il suo male, la rapida dedizione. – Mi sarei data a te la sera stessa ch’io ti vidi.
Ella ne provava una specie d’orgoglio.
E l’amante diceva: – Quando udii, quella sera, annunziare il mio nome accanto al tuo, su la soglia, ebbi, non so perché, la certezza che la mia vita era legata alla tua, per sempre!
(Il Piacere Gabriele D'Annunzio)