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Sapete una cosa? 

Trovo che alcune persone abbiano un vero coraggio da insegnare. Non parlo di chi il coraggio se lo costruisce strada facendo, persone ammirevoli anche quelle.

 

Parlo di coloro che nonostante siano giunte ad un certo punto che il loro destino diventi irreversibile, essi continuano a lottare.

 

Nonostante non ci sia più nulla da fare, come i malati terminali o come chi ha una disabilità, sono loro stessi che continuano a sorridere,a fare battute, anche se la notte la passano tra pianti e dolori. 

 

Ecco, io non ho mai visto tanto coraggio di chi si aggrappa alla vita in questo modo.

Sono un insegnamento eterno rispetto a chi pensa che una raccomandata da uno studio legale sia una cosa che possa destabilizzare la tranquillità interiore.

 

E invece lì, guarda, da quei giacigli febbricitanti, ultimi testimoni di moribondi, sorgono i coraggi di grandi cavalieri.

 

Tutta la mia stima e devozione a chi ha un cuore pieno di coraggio.

 

 

 

 

 

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Mi sono comprato un nuovo gilet.

Colore "cane che scappa "

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I colori della mia terra.

Un castello Aragonese -Spagnolo sul mare (1481-1609) 

 

 

Ti piace?

So soddisfazioni 😅😅😅! 

Quando Elon Musk ti segue su Facebook… ma solo nella galassia dei fake! 🚀😂"


Scherzi a parte, i profili falsi sui social sono ovunque. Alcuni cercano solo visibilità, altri hanno scopi meno nobili. Come riconoscerli? Nome altisonante, foto rubate, attività sospette. Occhio alle truffe digitali: Musk non regala criptovalute, e nessun miliardario ci seguirà per caso. 

 

Credo che ognuno di voi sia già ben equipaggiato a distinguere il vero dal falso, soprattutto sulle piattaforme, ma chi invece ci casca? 

 

Molti dei nostri parenti o amici più ingenui, spesso potrebbero essere vittime di raggiri e frodi di ogni genere, da quelle telefoniche, alle e-mail contraffatte, a messaggi in privato oppure su WhatsApp.

Come ci si difende?
Innanzitutto se accade che i malcapitati ci raccontino personalmente di qualcosa di strano, bisogna metterli in guardia. 

 

Qualcuno potrebbe commentare:" Ma si dai chi ci casca più?" 

 

eppure un mio collega copywriter ci è cascato in una mail fake delle poste e ci ha perso pure una bella somma di denaro.

Prima di tutto bisogna sempre ribadire il concetto che se qualche istituzione ti contatta, lo fa per via cartacea o per mezzo di raccomandata, mai solo per e-mail.

 

Internet è pieno di furbi, ribadire il concetto di stare attenti, non è banalità, le cose vanno ripetute soprattutto agli individui, secondo noi, facilmente influenzabili, e che i ladri non dormono mai. Studiano la notte per trovare il modo di fregarti.

 

Se noi abbiamo acquisito una certa corazza, prestiamola anche agli altri. Tenersi la saggezza per sé senza condividerla, non ha alcun senso, perché non porti progressione nelle altre menti.

Quanto è bello quando qualcuno ti ringrazia per un gesto o un pensiero che hai avuto per lui/ lei?

Fare rete vuol dire anche proteggersi a vicenda. Sei d' accordo?

 

 

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Chi l’ha detto che stai perdendo tempo?

Prima di parlare di perdita di tempo, bisogna chiedersi: cos’ è il tempo? Non un’idea universale, ma il tempo per te, per ciascuno di noi. È una linea retta? Una misura calcolata che organizza ogni minuto di una giornata? Se fosse così, chi ha tutto pianificato direbbe, spazientito, a qualcun altro: "Mi stai facendo perdere tempo".

 

Ma ecco il punto: non tutti reagiscono allo stesso modo. Perché? Dipende da come viviamo il tempo. Se una persona dedica tutto il suo tempo a se stessa, al proprio ego come unica priorità, allora ogni distrazione sarà una perdita.

 

Ma se invece il tempo si intreccia con quello degli altri – dando valore alle persone più che alla misura dei minuti – tutto cambia.

 

Quando io perdo tempo?

Una domanda riflessiva, semplice, ma potente. Perché perdere tempo non è uguale per tutti. Per me, perdere tempo significa investirlo in chi non lo merita.

 

Ho imparato che non voglio più farlo. Ho dato priorità a persone superficiali, a chi non mi ha mai rispettato, a situazioni che non hanno lasciato nulla di positivo. Ora so che il mio tempo è prezioso, perché ogni minuto dedicato a chi non mi fa crescere è un minuto sottratto a chi invece lo merita davvero.

 

Ma attenzione: perdere tempo con persone sbagliate non è sempre stato inutile. In quelle esperienze ho imparato qualcosa: chi voglio accanto, con chi voglio condividere il mio tempo.

 

Oggi, la mia priorità è chi mi arricchisce, chi mi sfida a essere migliore, chi mi mostra nuovi punti di vista – non solo sul lavoro, ma nella vita affettiva e sociale.

Il tempo come esperienza soggettiva

Il tempo diventa prezioso quando smetti di vederlo come una linea retta e inizi a interiorizzarlo. La misura del tempo siamo noi. È nel modo in cui decidiamo di usarlo e con chi lo condividiamo. Possiamo dire: "C’è ancora tempo", oppure affrontare la realtà con un secco: "Non c’è più tempo".

 

Ed è proprio questo il punto. Il tempo non si perde mai davvero, se lo dedichiamo a ciò che conta. Non è mai una questione di quantità, ma di qualità.

Forse è vero, non vivremo 200 anni. Ma non serve. Quello che importa è che il tempo che abbiamo lasci una traccia.

 

Non solo nei progetti o nei racconti che scriviamo, ma nelle persone che tocchiamo, nei ricordi che creiamo insieme a loro.

Non voglio perdermi in lavori inutili, in idee che non portano frutti, in persone che non sanno guardare oltre la superficie. Ho imparato che poche cose fatte bene valgono più di mille cose fatte di corsa. Dedico il mio tempo a chi mi fa crescere, a chi arricchisce il mio mondo e lo amplia.

Il tempo siamo noi

Alla fine, il tempo è ciò che decidiamo di fare con noi stessi e con gli altri. È un dono che ci diamo ogni giorno, una moneta preziosa da spendere saggiamente. Non voglio misurarlo con un orologio, ma viverlo pienamente. E, se posso, lasciare una traccia di me – nelle persone, nei gesti, nei racconti.

Tu che fai? Perdi il tuo tempo o lo guadagni?

 

 

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The Shadow in the Fog

Some nights, solitude and fog conceal secrets best left undiscovered. What I’m about to share happened to me.

 

I was coming back from a perfect evening: I had just presented some of my stories at a bookstore, greeted with enthusiasm. I caught the train home, but I didn’t realize right away what was waiting for me.

 

As I left the station, the fog was so dense that even the glow of the streetlights seemed to dissolve into a single, ghostly haze. The streets had disappeared, wrapped in an eerie silence. Even the cars crawled along, hesitant, and crossing the road became more about listening than seeing.

Bundled up in my coat with my hat pulled low, I walked quickly. But when I reached Aldo Moro Avenue, I froze. The shadow of a lamppost seemed to rise... morphing into a towering human-like figure. I shook my head, blaming it on tricks played by my overactive imagination.

 

Moments later, other shadows started shifting around me. And with them came a shrill, sinister sound: "Eeeeeeeeeeeeehh…” The streets were empty, yet that unreal wail pierced the silence.

 

Then it happened. A force tugged at my coat, another at my arm. I whipped around, but there was nothing there. The sound grew louder, like a chorus from another dimension: "Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehh…"

I shouted, “Who’s there? Show yourself!” But no one answered. I kept walking, terror growing with every step.

 

Suddenly, I felt an invisible barrier in front of me. No matter how hard I tried to move forward, something held me back. Invisible hands pulled at my jacket, trying to snatch my hat. I had the unsettling feeling I wasn’t alone.

 

As I neared my street, I felt trapped by mysterious forces. It was as though a wall blocked my way, preventing me from moving forward despite my best efforts. Something—or someone—was keeping me from reaching home. That haunting sound grew louder, clearer, and deafening: "Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehhhhhh!"

 

Panicked, I broke free and retraced my steps, finding a parallel road closer to home, better lit. I managed to move forward, but the path to my building was still drenched in thick fog, teeming with shadows.

I tried to cross again, but unseen hands held me still, immovable, despite my pushing with all my strength. It felt as if something wanted to keep me from returning home.

 

I was tugged by my collar, my jacket yanked, and someone—or something—tried to steal my hat. I couldn’t see what it was, but I fought with all my might to hold my ground.

 

With one last effort, I turned on my phone’s flashlight. The beam of light seemed to repel the shadows. I ran toward my building’s door, but just as I reached it, a deep, baritone voice echoed behind me:


"You were lucky…
…but the fog will always be here…
…and so will we."

 

I stumbled into my home, my heart pounding. Those words still reverberate in my mind. What were those shadows? What secrets does the fog hide?

Sometimes, perhaps, our world brushes against other realities... terrifying, unfathomable ones.

 

What do you think? Have you ever experienced something similar? Share your story… if you dare. 

 

 

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Che scoperta ragazzi!

 

Nel frattempo che io scrivo anche qui, in realtà porto avanti un romanzo che sto scrivendo in questi giorni e che trova attinenza concettuale e logica con fatti realmente accaduti e teorie scientifiche.

 

Ricordo quando mi hanno detto che su Libero non avrei trovato lettori. Si sbagliavano di grosso, e voi che mi leggete ne siete la prova

 

1) conosco libero praticamente da quando è stato fondato,

 

2)non sono proprio un novello da queste parti ho solo scritto romanzi, ho scritto anche per aziende, sono un copywriter, e ho lavorato anche in versione ghosting, che non c'entra nulla con il reato di "fare ghosting", ma c'entra molto nello scrivere testi, sottoscritti da altre persone.  Essi comprano il testo, perché me lo hanno richiesto

 

3) studio le persone. Difetto di fabbrica, ma mi serve a capire cosa posso scrivere ad altri lettori, una mossa che sto creando tramite il marketing strategico su tanti altri social. Non è un lavoro che impari dall'oggi al domani questo, personalmente, ci ho messo 6 anni circa.

 

Non si tratta solo di scrittura, ma anche di scelta di concetti, parole, linguaggio, e trasmissione dei messaggi. Poi, devi promuoverti, essere in costante connessione con una vasta gamma di persone che possono essere interessate.

 

Non scrivo per tutti: scrivo per chi ama immergersi nelle storie, per chi cerca emozioni tra le righe e riflessioni che durano oltre la pagina.

 

E ogni tanto pubblico post del genere per far capire a chi mi legge per la prima volta, chi sono. Non sono qui per ingannare nessuno, reputo tutti voi degni di rispetto. Sono solo un narratore di storie.

 

Ho scelto questa vecchia canzone dei Trashmen, il cui testo è folle, non ha senso. Ognuno potrebbe intenderlo come vuole, in realtà ha un suo significato. Ve lo lascio cercare.

 

Per me è la musica delle mie ambizioni, e per quelli che mi dicono:" lascia stare!", " che scrivi a fare", "non ce la farai mai", mentre loro parlano, io ballo questa canzone come per deriderli, non sono mai stato un amante delle regole e dello status quo.

 

(Questo film, lo dedichiamo ai folli, agli anticonformisti, ai ribelli ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso.... )

 

 

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Danzare con una dama in una corte di un castello, con tutto il mondo che suona per noi. 

Shostakovic, walzer number 2 

 

 

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Mettiamo un po' più di sale? 

Enter Sandman, entra uomo nero, che non si capisce chi sia: 

 

l'uomonero della tradizione favolistica,

uno dalla pelle scura

o uno con il colore nero della camicia 

 

 

 

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